Amici belli il gruppo di lettori della Bibbia che si riunisce a casa mia con il nome di “Pizza e Vangelo” affronta lunedì 15 l’ultima parte del capitolo 23 degli “Atti degli Apostoli” che narra il trasferimento sotto scorta romana dei Paolo da Gerusalemme a Cesarea: inizia il quarto viaggio dell’apostolo, detto viaggio della prigionia, che lo porterà fino a Roma. Nei commenti il testo e la scheda inviata ai partecipanti.
Paolo da Gerusalemme a Cesarea: viaggio della prigionia
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Storia vera. Per salvare Paolo dal complotto dei quaranta Giudei che avevano giurato d’ucciderlo, il tribuno Claudio Lisia, comandante della Fortezza Antonia, lo fa condurre sotto scorta a Cesarea per esservi giudicato dal governatore Felice. La narrazione ha i caratteri di una forte veridicità storica: ci informa sul nome del tribuno, il governatore Antonio Felice ci è noto anche da fonti extrabibliche, la lettera che il tribuno scrive a Felice è redatta con il linguaggio e la costruzione tipici degli atti amministrativi romani. Vedremo qualche messaggio di Plinio il Giovane all’imperatore Traiano che – in epoca di poco successiva: venti o trent’anni dopo la redazione degli Atti – mostra un analogo andamento. L’attendibilità fattuale della narrazione è il primo elemento al quale presteremo attenzione: l’autore non intende proporci una pia leggenda ma una verace vicenda apostolica. Ovvero una testimonianza resa a Cristo in un contesto storico datato e chiaramente connotato. Il secondo è la dichiarazione del tribuno che non trova in Paolo nulla che lo faccia “meritevole di morte o di prigionia”; ed è quasi alla lettera quanto Pilato, in Luca 23, aveva affermato di Gesù al versetto 15: “Egli non ha fatto nulla che meriti la morte”. L’autore degli Atti, che è lo stesso del terzo Vangelo, continua a condurre la narrazione della “passione di Paolo” mettendone in risalto la similitudine con quella di Gesù.
Questioni relative a un certo Gesù. Il terzo elemento a cui daremo attenzione è esterno al testo di questo brano quale è fornito dalla Bibbia della Cei e lo prendo da una suggestiva variante del versetto 29 fornita dal “testo occidentale” degli Atti degli Apostoli: una tradizione testuale caratterizzata da un’esposizione narrativa più ampia e più ricca di particolari, che gli studiosi reputano ridondante e interpretativa rispetto a quella che oggi gode di maggiore apprezzamento, ma che è ampiamente attestata e che spesso risulta di buona utilità per la comprensione del testo più sobrio. “Ho trovato che lo si accusava per questioni relative alla loro legge”, dice il testo più breve adottato dalla Bibbia della Cei; “per questioni relative alla Legge di Mosè e a un certo Gesù” dice il “testo occidentale”. Vedremo che l’espressione “a un certo Gesù” è simile a quelle usate da Tacito, da Svetonio e da Plinio il Giovane nei testi con cui fanno occasionale riferimento al cristianesimo nascente e nominano il Cristo.
Atti 23, 23-35. Fece poi chiamare due dei centurioni e disse: “Preparate duecento soldati per andare a Cesarèa insieme a settanta cavalieri e duecento lancieri, tre ore dopo il tramonto. 24Siano pronte anche delle cavalcature e fatevi montare Paolo, perché venga condotto sano e salvo dal governatore Felice”. 25Scrisse una lettera in questi termini: 26″Claudio Lisia all’eccellentissimo governatore Felice, salute. 27Quest’uomo è stato preso dai Giudei e stava per essere ucciso da loro; ma sono intervenuto con i soldati e l’ho liberato, perché ho saputo che è cittadino romano. 28Desiderando conoscere il motivo per cui lo accusavano, lo condussi nel loro sinedrio. 29Ho trovato che lo si accusava per questioni relative alla loro Legge, ma non c’erano a suo carico imputazioni meritevoli di morte o di prigionia. 30Sono stato però informato di un complotto contro quest’uomo e lo mando subito da te, avvertendo gli accusatori di deporre davanti a te quello che hanno contro di lui”. 31Secondo gli ordini ricevuti, i soldati presero Paolo e lo condussero di notte ad Antipàtride. 32Il giorno dopo, lasciato ai cavalieri il compito di proseguire con lui, se ne tornarono alla fortezza. 33I cavalieri, giunti a Cesarèa, consegnarono la lettera al governatore e gli presentarono Paolo. 34Dopo averla letta, domandò a Paolo di quale provincia fosse e, saputo che era della Cilìcia, 35disse: “Ti ascolterò quando saranno qui anche i tuoi accusatori”. E diede ordine di custodirlo nel pretorio di Erode.
Siete tutti invitati. Chi voglia sapere che sia Pizza e Vangelo vada nella pagina che ha questo nome ed è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Da gennaio propongo ai visitatori i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 17 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano nella preparazione della lectio. Ma faccio questa segnalazione anche perché chi è a Roma o capita a Roma nei nostri lunedì venga alle serate. Chi volesse esserci mi mandi un’e-mail e io gli dirò il dove e il come. Saremo felici di avere nuovi ospiti: c’è pizza per tutti. Chi non può venire provi a unirsi a noi in unità di tempo e di ruminazione delle stesse Parole.
Ultimo incontro. Chi voglia vedere qualcosa di quello che abbiamo letto nell’ultimo incontro vada qui:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/a-gerusalemme-con-paolo-salvato-da-un-nipote-sveglio/#comments
Da Edward Augustyn collega polacco redattore di “Tygodnik Powszechny” ricevo questo messaggio:
Se invitano, vado subito. Ho letto sul blog di Luigi, il quale seguo con attenzione, che ci invita a casa sua per l’incontro “Pizza e Vangelo”. Vivo a Cracovia, a 1500 km di distanza, ma proprio in quel momento della lettura dell’invito, stavo per venire a Roma. Ho chiesto se potevo. L’invito è stato rinnovato. Un po’ intimidito sono arrivato alla porta, ma la cordialità dei padroni di casa – Luigi e Isa – e la gentilezza degli altri ospiti mi hanno fatto sentire accolto con naturalezza, come se ci conoscessimo da anni. È un merito di Luigi e sua moglie che fanno la loro casa cosi aperta. Ma anche merito d’altre persone. Questo non succede così spesso oggi. Tutti cordiali, amichevoli, curiosi del vicino, e ancora riescono a parlare di argomenti seri, con calma, saggiamente, con buona cultura. Carissimi amici nuovi: grazie!
Un saluto per Adam Boniecki. La venuta inaspettata di Edward Augustyn, mai conosciuto prima, è stato un bel regalo e non solo perchè si è trattato della prima persona che ha scelto di venire leggendo il nostro invito nel blog, ma anche perchè io sono stato collaboratore per molti anni di “Tygodnik Powszechny” [Settimanale universale] quand’era diretto da Adam Boniecki, già collaboratore di Wojtyla a Cracovia e poi redattore dell’edizione polacca dell’Osservatore Romano, chiamato a Roma dal Papa polacco. Abbiamo affidato a Edward i nostri saluti per il caro padre Adam, che ha 84 anni, ha difficoltà con le gambe ma sta bene e ogni settimana viaggia da Varsavia a Cracovia per partecipare alle riunioni di redazione del settimanale. – Grande cosa è la Rete che aiuta all’incontro e al ritrovamento.