Amici belli, il gruppo di lettori della Bibbia che si riunisce a casa mia con il nome di “Pizza e Vangelo” legge domani, lunedì 1° aprile, il brano conclusivo del capitolo 27 degli Atti che narra il naufragio in vicinanza dell’isola di Malta della nave che sta portando Paolo a Roma. Vedremo il singolare episodio del centurione romano che impedisce che l’apostolo venga ucciso dsai soldati: cercheremo i significati di quel salvataggio, nel quale il centurione “crede” a Paolo in modo simile a come il centurione del Calvario aveva “creduto” al Cristo morente. Nei commenti una scheda di introduzione all’episodio, il testo che leggeremo, l’invito a partecipare che rivolgo a chi è lungo le strade e dietro le siepi.
Con Paolo che arriva naufrago a Malta
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Dopo la fractio panis. Riprendiamo la lettura del capitolo 27 degli Atti dallo straordinario racconto della fractio panis, cioè dell’Eucarestia fattuale o vissuta che l’apostolo ha compiuto in mezzo alla tempesta, “davanti a tutti”. Incoraggiati dalle parole e dal gesto di Paolo tutti “presero cibo” e fecero fronte come poterono all’emergenza del naufragio che distrusse la nave.
Ci fermeremo sul centurione, che ha la responsabilità del trasferimento dei prigionieri da Cesarea a Roma e che salva Paolo dall’uccisione decisa, o quasi, dai soldati che vengono a trovarsi in una situazione drammatica: con il naufragio i prigionieri fuggiranno e la loro fuga, se sopravviveranno, condannerà a morte chi li doveva custodire. Meglio dunque ucciderli in modo che nessuno si salvi e loro – se usciranno vivi dal naufragio – non incorrano nell’accusa di tradita consegna.
Il centurione di nome Giulio. Perché il centurione impedisce quell’uccisione collettiva? “Volendo salvare Paolo”, leggiamo al versetto 43. E’ la quarta volta che i comandanti romani salvano Paolo da quando è iniziata la sua “passione”: era già avvenuto sulla scalinata del tempio (21, 35), durante l’audizione davanti al Sinedrio e al procuratore (22, 16), a seguito della congiura dei quaranta che avevano fatto voto di ucciderlo (23, 31).
Perché questo centurione di nome Giulio vuole salvare Paolo? Proveremo a interpretare il suo atteggiamento in ideale similitudine a quello del centurione che “riconosce” il Cristo sul Calvario. Giulio ha capito qualcosa di Paolo: ha apprezzato il suo ruolo da “capo” di quella comunità di naufraghi, l’avvertimento che aveva dato al versetto 31 sulla necessità di impedire la fuga dei marinai, l’incoraggiamento che aveva trasmesso a tutti con il gesto dello spezzare il pane. Ha ascoltato per due volte dalla bocca di Paolo la promessa o profezia che tutti i 276 ospiti della nave si salveranno (versetti 25 e 34) e scommette su di essa. Compie da responsabile di una trasferta di prigionieri una scelta di fidarsi di lui analoga a quella che compie il credente quando getta le reti sulla parola del Signore.
Atti 27, 36-44 Tutti si fecero coraggio e anch’essi presero cibo. 37Sulla nave eravamo complessivamente duecentosettantasei persone.38Quando si furono rifocillati, alleggerirono la nave gettando il frumento in mare. 39Quando si fece giorno, non riuscivano a riconoscere la terra; notarono però un’insenatura con una spiaggia e decisero, se possibile, di spingervi la nave. 40Levarono le ancore e le lasciarono andare in mare. Al tempo stesso allentarono le corde dei timoni, spiegarono la vela maestra e, spinti dal vento, si mossero verso la spiaggia. 41Ma incapparono in una secca e la nave si incagliò: mentre la prua, arenata, rimaneva immobile, la poppa si sfasciava sotto la violenza delle onde. 42I soldati presero la decisione di uccidere i prigionieri, per evitare che qualcuno fuggisse a nuoto; 43ma il centurione, volendo salvare Paolo, impedì loro di attuare questo proposito. Diede ordine che si gettassero per primi quelli che sapevano nuotare e raggiungessero terra; 44poi gli altri, chi su tavole, chi su altri rottami della nave. E così tutti poterono mettersi in salvo a terra.
Venite gente. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada nella pagina che ha questo nome ed è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo ai visitatori i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 18 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano nella preparazione della lectio. Ma faccio questa segnalazione anche perché chi è a Roma, o capita a Roma nei nostri lunedì, venga alle serate. Chi volesse esserci mi mandi un’e-mail e io gli dirò il dove e il come. Saremo felici di avere nuovi ospiti e di mettere in tavola altre pizze.
Dicevamo ieri. Chi voglia un’idea di quello che abbiamo letto nell’ultimo incontro vada qui:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/con-paolo-che-spezza-il-pane-in-mezzo-alla-bufera/