Amici belli, il gruppo di lettori della Bibbia che si riunisce a casa mia con il nome di “Pizza e Vangelo” si rivede lunedì 13 gennaio – primo appuntamento del nuovo anno – per leggere nel primo capitolo del Vangelo di Marco (1, 35-39) la prima narrazione di Gesù che prega in solitudine e nella notte, prima dell’alba. Un brano breve ma pieno d’insegnamenti. Nei commenti la scheda di introduzione alla lectio da me inviata ai partecipanti, il testo che leggeremo, l’invito a partecipare rivolto ai visitatori romani o a chi passi per Roma. Come passarci? Vanno bene tutte le strade.
Con Marco e con Gesù che prega all’alba in solitudine
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In un luogo deserto. Stavolta leggiamo un brano brevissimo, di quattro versetti, ma di grande interesse per chi voglia farsi discepolo: è una delle narrazioni che presentano Gesù in preghiera a sera, nella notte, prima dell’alba, in altre ore delle sue giornate. In Luca ne troviamo sette, in Marco tre e questa è la prima. Diversi ma convergenti sono gli aspetti di questa preghiera di Gesù ai quali daremo attenzione: avviene a mattutino (per dirla con il termine monastico: cioè tra buio e luce), in un luogo deserto, in solitudine. Sono tre elementi che segnalano la ricerca di un rapporto intimo con il Padre che sempre caratterizza le manifestazioni oranti di Gesù. Israele nel deserto, Mosè ed Elia, Giovanni il Battista, Gesù nei quaranta giorni dopo il battesimo sono paralleli che richiameremo, tutti accennanti al deserto come luogo dell’incontro con Dio.
Evocheremo la suggestiva ipotesi che la preghiera solitaria di Gesù fosse fatta comunque ad alta voce, come era abituale nel mondo ebraico: la preghiera che farà nell’Orto sarà udita e riferita dai discepoli – pure assonnati – ch’egli aveva lasciato “a un tiro di sasso” (Luca 22, 41). Sarà dunque una preghiera gridata. A riprova ricorderemo che Anna – futura mamma del profeta Samuele – a motivo della sua preghiera silenziosa viene ritenuta ubriaca da Eli (1 Samuele 1, 13).
Aveva bisogno di pregare? Segnaleremo la disputa dei teologi sulla preghiera di Gesù: se era Dio che bisogno aveva di pregare – o forse non aveva coscienza della sua appartenenza alla natura divina? Così accenna a tale disputa il documento della Commissione teologica internazionale “La coscienza di Gesù” che è del 1986: “La vita di Gesù testimonia la coscienza della propria relazione filiale al Padre. Il suo comportamento e le sue parole, che sono quelli del ‘servo’ perfetto, implicano un’autorità che supera quella degli antichi profeti e che appartiene a Dio solo. Gesù attingeva tale incomparabile autorità dal suo singolare rapporto con Dio che egli chiama ‘Padre mio’. Egli aveva coscienza di essere il Figlio unico di Dio e, in questo senso, di essere egli stesso Dio”.
Scriveva Ratzinger. Concluderemo che nella preghiera egli vive pienamente il rapporto con il Padre: e qui toccheremo un elemento del mistero trinitario. Così della preghiera di Gesù parla Joseph Ratzinger nel primo dei tre volumi su “Gesù di Nazaret”: “I brevi accenni dei Vangeli alla preghiera di Gesù diradano un po’ il velo del mistero, ci permettono di gettare uno sguardo dentro l’esistenza filiale di Gesù, di scorgere la fonte sorgiva delle sue azioni, del suo insegnamento e della sua sofferenza. Questo pregare di Gesù è il parlare del Figlio con il Padre in cui vengono coinvolte la coscienza e la volontà, l’anima umana di Gesù, di modo che la preghiera dell’uomo possa divenire partecipazione alla comunione del Figlio con il Padre” (Gesù di Nazaret, Rizzoli 2007, p. 27s).
Maestro tutti ti cercano. Insieme al tema della preghiera di Gesù, toccheremo quello della sua fuga da chi lo cerca per le guarigioni e le liberazioni dai demoni – “Tutti ti cercano” – e del progressivo ampliamento della sua missione: da Cafarnao ai “villaggi vicini”, a “tutta la Galilea”.
Marco 1, 35-39 – Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36 Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37 Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!”. 38 Egli disse loro: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. 39 E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Venite venite. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo ai visitatori i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 16 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano nella preparazione della lectio. Ma faccio questa segnalazione anche perché chi è a Roma, o capita a Roma nei nostri lunedì, venga alle serate. Chi volesse esserci mi mandi un’e-mail e io gli dirò il dove e il come. Saremo felici di avere nuovi ospiti e di mettere in tavola altre pizze calde calde, tagliate ognuna in sei pezzi. Puoi farti un piatto di pizza mista: ultimamente vanno molto quelle alle sardine.
L’anno scorso. Chi volesse conoscere di che abbiamo trattato l’ultima volta [la nostra è una lettura continuata] veda qui:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/gesu-guarisce-la-suocera-di-simone-e-fa-tacere-i-demoni-di-tacere/
https://sinodalitapartecipazione.altervista.org/intervista-a-luigi-accattoli/2/
Ringrazio don Giampaolo Centofanti per avermi intervistato e per aver inserito l’intervista in una nuova pagina del suo blog.
Il Sismografo ha ripreso la mia intervista di cui al commento precedente:
https://sinodalitapartecipazione.altervista.org/intervista-a-luigi-accattoli/2/
Grazie tante. Una gentilezza squisita.