Con le donne che odono da lontano il grido di Gesù dalla croce

Salvador Dalì, Crocifisso 1954, olio su tela – Musei vaticani – per introdurre la scheda di presentazione della lectio di Pizza e Vangelo che faremo via Zoom dopodomani, lunedì 31 marzo, nella quale leggeremo dal capitolo 15 del Vangelo di Marco i due versetti che narrano la presenza delle donne sul Golgota, che “osservavano da lontano” la crocifissione e la morte di Gesù. Nei commenti l’intera scheda e l’invito dei passanti a collegarsi

9 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Eccoci alle donne protagoniste degli ultimi tre quadri del Vangelo di Marco: lungo il pomeriggio del Venerdì Santo osservano da lontano gli eventi del Golgota, venuta la sera seguono gli atti della sepoltura e ne memorizzano il luogo, il mattino dopo il sabato vanno al sepolcro e sono le prime testimoni della risurrezione. Il ruolo delle donne discepole sarà ancora più ampio in Luca, che anche fornirà altri nomi di appartenenti al gruppo, ma è già completo nella narrazione di Marco: lo seguono e lo servono in Galilea, salgono con lui a Gerusalemme, sono presenti alle fasi finali della Passione.
    Tra le donne presenti sul Golgota Giovanni ricorderà anche Maria, la madre di Gesù, e una sua sorella. Rifletteremo su questa varietà delle tradizioni narrative raccolte dagli evangelisti e sul silenzio di Marco riguardo alla madre di Gesù: la nomina due sole volte, al capitolo 3, quando riferisce che era presente nel gruppo dei parenti che va a cercarlo – forse a Cafarnao – per riportarlo a Nazaret perché dicevano “E’ fuori di sé” (3, 21 e 31s); e al capitolo 6, quando mette in bocca agli abitanti di Nazaret la domanda: “Non è costui il falegname, il figlio di Maria?” (6, 3).
    Il silenzio di Marco su Maria di Nazaret, della quale invece parlano a più riprese tutti gli altri Vangeli, ci segnala la gradualità di recupero della sua memoria nelle prime comunità cristiane e ci conforta quanto alla pluralità dei nostri atteggiamenti verso di lei: la pluralità delle mariologie tra le Chiese di oggi non ci dovrà spaventare, se essa era già così vistosa nei decenni nei quali si vennero formando i Vangeli.
    Stante la brevità della lettura che abbiamo in programma, approfitteremo per quattro approfondimenti in risposta a domande che erano state formulate nell’uno o nell’altro degli ultimi appuntamenti.

    29 Marzo, 2025 - 22:31
  2. Luigi Accattoli

    Marco 15, 40s. Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, 41le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

    29 Marzo, 2025 - 22:32
  3. Luigi Accattoli

    Alcune donne e molte altre. v. 40: alcune donne che osservavano da lontano. Al versetto precedente era detto del centurione “che si trovava di fronte a lui”, cioè davanti e sotto la croce. Queste donne invece sono tenute a distanza proprio dalla pattuglia dei soldati romani incaricati dell’esecuzione delle tre crocifissioni.
    v. 40 b: Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome. E’ la prima volta che Marco nomina queste tre donne.
    v. 41: le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano. Lo “seguivano”: il verbo greco akolouthein [da cui viene la nostra parola “accolito”, compagno di via] è quello che Marco usa per indicare la sequela dei discepoli: l’evangelista parla di queste donne come fossero discepoli. “E lo servivano”: in un luogo Luca specifica, delle discepole che seguivano Gesù, che “lo servivano con i loro beni” e nomina tra loro “Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode” (Luca 8, 3). Questa Giovanna la dice poi presente tra le donne che vanno al sepolcro il mattino di Pasqua: Luca 24, 10.
    v. 41b: e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme. Marco ci dà tre nomi, ma aggiunge che a osservare da lontano l’evento del Golgota ce ne erano “molte altre”. Pure Matteo, che dipende da Marco, dice che “vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano”.

    29 Marzo, 2025 - 22:32
  4. Luigi Accattoli

    Schnackenburg: le donne nel Vangelo di Marco. Soltanto a questo punto del Vangelo di Marco viene detto che delle donne “seguivano Gesú in Galilea e lo servivano”, ma ne abbiamo conferma in un passo di Luca, da questo indipendente (Lc. 8, 2-3). Stando al Vangelo di Giovanni (19, 26), ai piedi della croce si trovavano la madre di Gesú e la sorella di lei. Per la mentalità giudaica, le donne non venivano prese in considerazione come testimoni; ciononostante le donne ricordate qui ebbero notevole importanza agli occhi della Chiesa primitiva per lo storico ruolo da esse sostenuto nella scoperta del sepolcro vuoto. Anche al momento della sepoltura vengono ricordati i nomi di due di queste donne, ma probabilmente si tratta di una narrazione a sé. Nel Vangelo di Marco, che allacciò fra loro queste tradizioni, le donne accompagnano Gesú in tutto il suo cammino: dapprima attraverso la Galilea, poi nel viaggio verso Gerusalemme e quindi ancora dalla croce al sepolcro, finché nel mattino di pasqua venne dato loro l’annuncio: “Egli è risorto, non è qui” (16, 6). Esse sono le silenziose ma, per la fede, eloquenti testimoni di quell’evento unico e più d’ogni altro memorabile.

    Rudolf Schnackenburg, Vangelo secondo Marco, vol. secondo, Città Nuova 1973, p. 312

    29 Marzo, 2025 - 22:33
  5. Luigi Accattoli

    La corona di spine nell’iconografia del crocifisso. Il crocifisso con in testa la corona di spine è un’immagine più frequente in Occidente rispetto all’Oriente. Essa diviene frequente e quasi abituale a partire dalla metà del XIII secolo, quando la presunta reliquia della Corona di spine, fino allora conservata a Costantinopoli, viene acquistata dal Re di Francia Luigi IX che fa costruire, per conservarla, la Sainte Chapelle, ultimata nel 1248. Da questa data in poi si fanno frequentissimi i crocifissi con corona di spine. Riprova sulle date: non hanno la corona di spine i Cristi in croce di Sant’Angelo in Formis (1087 circa), del Duomo di Monreale (1180 circa), della Basilica di San Marco a Venezia (1220 circa); ce l’hanno invece dopo qualche decennio il crocifisso della “Croce con San Francesco” che è nella chiesa di San Francesco ad Arezzo (1250 – 1260), quello scolpito in legno del Maestro della Madonna di Oropa che si trova nel Castello di Fenis ad Aosta (1290-1300), il Cristo in croce della Maestà di Duccio di Buoninsegna (1308-1311).

    29 Marzo, 2025 - 22:33
  6. Luigi Accattoli

    Crocifissi senza croce. Sono oggi frequenti, ma non sono mancati esempi nei secoli. Già la formella scolpita in legno della porta di Santa Sabina – V secolo – mostra un Cristo inchiodato a una parete, senza il supporto della croce.
    Al 1367 risale la Trinità di Nicoletto Semitecolo, una pittura su tavola conservata al Museo diocesano di Padova, nella quale il Cristo figura a braccia aperte come in croce e porta i segni dei chiodi nelle mani e del costato aperto dalla lancia, ma non è appeso alla croce, ha gli occhi aperti ed è come sostenuto dalle braccia del Padre.
    Agli anni 1953-54 risalgono due Cristi senza croce di Salvador Dalì: quello denominato Corpus hipercubus (olio su tela conservato al Metropolitan Museum di New York), che è come sospeso davanti a una croce ipercubica; e il Crocifisso a esso preparatorio, altro olio su tela, donato alla Collezione d’arte contemporanea dei Musei Vaticani: qui la croce non c’è proprio e abbiamo solo un corpo librato nell’aria, colto forse nell’atto di emettere lo spirito o in quello indicibile della risurrezione.
    Agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso risale il Crocifisso risorto di NICOLE HÉMARD nella chiesa del Christ ressuscité a Wimereux: ha i segni dei chiodi e la posizione del crocifisso, ma è vivente, con occhi vedenti e una corona in testa, non di spine ma di gloria. E’ davanti alla croce e staccato da essa, rivestito di una tunica liturgica in ceramica dorata, a modo di taluni crocifissi medievali.
    Il crocifisso dell’irlandese Catherine Green sospeso sopra l’altare papale a Fatima – 13 maggio 2017: sul retro del Crocifisso c’ è la croce, ma staccata dal Crocifisso che non ha più le braccia alzate nell’atteggiamento del morto o morente, ma leggermente abbassate, come fosse “deposto” dalla croce e stia salendo in cielo.
    Crocifisso della chiesa di San Giovanni Nepomuceno Neumann a Sassuolo – Modena – opera di Romano Pelloni – la croce c’è, una mano ed un piede sono ancora inchiodati, ma il Cristo se ne sta staccando e la croce stessa sembra si stia sfaldando: dal suo legno stanno spuntando delle gemme.

    29 Marzo, 2025 - 22:34
  7. Luigi Accattoli

    Su Costantino che abolisce la pena della crocifissione. E’ abituale incontrare in opere su Costantino il Grande l’affermazione che tra le sue decisioni a favore dei cristiani vi sia stata l’abolizione della pena capitale della crocifissione. Avendo io chiesto ai visitatori dei miei socials un aiuto a rintracciare la fonte di tale decisione, due di loro (Enrico Erba e Gian Paolo Violi) hanno prodotto fonti antiche della notizia: una di Sozomeno e l’altra di Aurelio Vittore, che pur non dandoci nè la data nè il testo della decisione imperiale, però l’affermano nei suoi elementi essenziali. Sozomeno nella “Storia ecclesiastica” (scritta forse tra il 440 e il 443): «[Costantino] aveva particolare venerazione per la divina croce per quanto aveva ricevuto dal sostegno della croce nelle battaglie contro i nemici e per la manifestazione divina di questa apparsagli. Così rimosse per legge la crocifissione, abituale tra i Romani, dalla prassi dei tribunali». Aurelio Vittore ha un’affermazione più sintetica – nell’opera De Caesaribus, scritta intorno al 361: “…constantino… qui… poenas… cruces abolevit” (Costantino che abolì la pena della croce).

    29 Marzo, 2025 - 22:34
  8. Luigi Accattoli

    Una pizza che dura da 22 anni – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 22 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.

    29 Marzo, 2025 - 22:50
  9. Luigi Accattoli

    Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 31 marzo. L’appuntamento precedente fu lunedì 17 marzo e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 20 marzo:

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/una-traduzione-alternativa-dio-mio-in-vista-di-che-cosa-mi-hai-abbandonato/

    29 Marzo, 2025 - 22:53

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