Con Insinna all’Auditorium per Francesco

Domenica 20 Flavio Insinna e io abbiamo fatto un numero all’Auditorium Parco della Musica leggendo e commentando Papa Francesco: nei commenti le circostanze e lo straordinario successo dei nostri eroi.

26 Comments

  1. Luigi Accattoli

    ROMA – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
    Dialogo con Flavio Insinna
    a presentazione dell’Audiolibro della Emons Edizioni
    “Il nome di Dio è misericordia” (Emons Edizioni)

    nel quale Insinna legge il libro intervista
    di Andrea Tornielli con il Papa (Piemme 2016)
    Sala Garage Officina 2
    Domenica 20 marzo 2016 – ore 18.00

    25 Marzo, 2016 - 14:53
  2. Luigi Accattoli

    Flavio leggeva con la sua capacità di meraviglia a ogni giro di frase. Diceva: “Il professore poi lo spiega”. Lui assicurava che ero bravo e io lui. Sala piena, tanti fuori che non erano potuti entrare. “Andiamo avanti” dicevano quando l’ora assegnata era trascorsa e bisognava lasciare il posto ad altro appuntamento. Il saluto di Flavio: “Professore venga da me alla Rai che facciamo un numero”. Mia risposta: “Un numero l’abbiamo fatto e mi basta”. Lui: “Ne facciamo un altro: viene bene. Però non diciamo che è un vaticanista se no cambiano canale”.

    25 Marzo, 2016 - 14:55
  3. Fabrizio Scarpino

    Evviva!!

    25 Marzo, 2016 - 15:02
  4. Clodine-Claudia.F.Leo

    Troppo bello!

    25 Marzo, 2016 - 15:27
  5. giuseppe di melchiorre

    Troppo bello chi, Clodine? Luigi o Flavio? 🙂 🙂 🙂

    25 Marzo, 2016 - 17:43
  6. roberto 55

    GRANDE LUIGI ! …………… e grande pure Flavio Insinna !
    Ed ora tutti alla “Via Crucis” !
    Buon venerdì Santo !

    Roberto Caligaris

    25 Marzo, 2016 - 18:02
  7. Veramente un bel momento. Auguri a Luigi è a Flavio.

    25 Marzo, 2016 - 18:43
  8. Fabrizio Scarpino

    “O Croce di Cristo”.

    È la Preghiera di papa Francesco al termine della Via Crucis al Colosseo.

    I social la stanno definendo “Preghiera invettiva”.
    Non so….Di certo sono parole molto, molto sferzanti che si apre però alla Speranza.

    Buon continuazione del Triduo a tutti.

    25 Marzo, 2016 - 22:30
  9. Clodine-Claudia.F.Leo

    È stata meravigliosa. …

    25 Marzo, 2016 - 22:43
  10. Fabrizio Scarpino

    Verissimo Claudia.

    25 Marzo, 2016 - 22:54
  11. Davvero stra-ordinaria. Buon Sabato Santo, coinquilini.

    26 Marzo, 2016 - 9:23
  12. Silvia D'Argliano

    Ho letto il libro di Andrea Tornielli, “Il nome di Dio e’ misericordia” tutto d’un fiato, in una notte buia e interminabile di febbraio, in cui, dopo tanto tempo, dopo tutte le notti insonni passate a girottolare su e giù per la casa come se fossero le 4 del pomeriggio…mio figlio più piccolo di due anni stava finalmente dormendo beato come un angioletto. Io però non riuscivo a dormire e quella notte non finiva più…e i pensieri si attorcigliavano l’uno sull’altro e sempre più intensi e densi sprofondavano come in un buco nero dell’anima…Avrei voluto prendere in mano la Bibbia per farmi consolare dalla Parola di Dio…ma le mie vicende personali e un po’ surreali mi rendevano doloroso perfino prenderla in mano quella Bibbia! Una persona che conosco, un tipo un po’ strampalato ma molto generoso, con i quattro spicci che guadagna, togliendoseli letteralmente di bocca…mi aveva da poco regalato una versione molto bella della Bibbia (TOB), con tante belle note che io non vedevo l’ora di leggere…ma quella Bibbia l’ho dovuta nascondere infondo al sottoscala, dietro una pila di scatoloni!
    Tuttavia avevo bisogno che qualcuno mi dicesse qualcosa…e allora ho fatto un tentativo con quel libretto che nel pomeriggio mi aveva regalato mio padre. L’avevo messo lì in un angolino…perché io non sono una che legge i libri sul papa…io sono una che vuole andare alla fonte: voglio leggere la Parola di Dio, non la parola di un papa…che, seppure possa essere particolarmente sapiente e illuminato…tuttavia è anche lui solo un uomo, né più né meno come me!
    In quella notte le parole del Papa, così lineari e semplici da comprendere, ma di una profondità eccezionale, mi hanno ridato un barlume di speranza…e finalmente mi sono addormentata verso le 5 del mattino…stringendo forte nel letto mio marito che, per fortuna (visto che alle 6:12 suona la sveglia) non si era assolutamente accorto di nulla e almeno lui aveva riposato beato quella strana notte.
    Qualche giorno dopo il parroco di San Paolino propone alla comunità la lettura di questo libro durante la Quaresima, per una riflessione da fare insieme dopo la Pasqua.
    Saranno coincidenze?

    Faccio i complimenti a Luigi Accattoli per il suo “numero” con Flavio Insinna. Mi piacerebbe che Luigi venisse a Viareggio a parlare proprio di questo libro. Ci spero.
    Silvia D’Argliano

    26 Marzo, 2016 - 9:55
  13. Fabrizio Scarpino

    Ciao Silvia grazie della tua condivisione.

    Buona Pasqua.

    26 Marzo, 2016 - 14:02
  14. Clodine-Claudia.F.Leo

    Grazie Fabri per il testo: è struggente, ti trapassa come una spada
    Chiunque sia l’autore, è stato ispirato dallo Spirito Santo.

    26 Marzo, 2016 - 14:18
  15. Silvia D'Argliano

    Clodine- Claudia, l’autore della preghiera non è il papà?

    La preghiera del Papa sulla croce di Cristo è così bella….!!! (e io non sono una che legge le preghiere scritte dal papa…normalmente…)

    Credo che ognuno di noi veda la Croce di Cristo negli occhi di chi gli sta vicino…o in quelli di chi, per un attimo e per caso, gli passa accanto. Per quanto mi riguarda, mi azzardo (si può fare?) a sottolineare tre passi della preghiera che sento con particolare intensità in questo periodo “sciroccato” della mia vita. Non meno importanti sono però tutte le altre parti della preghiera che, ripeto, è meravigliosa!

    “O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei ministri infedeli che invece di spogliarsi delle proprie vane ambizioni spogliano perfino gli innocenti della propria dignità.”

    Questa è per me:
    “O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei cuori impietriti di coloro che giudicano comodamente gli altri, cuori pronti a condannarli perfino alla lapidazione, senza mai accorgersi dei propri peccati e colpe.”

    Questa è per il parroco di San Paolino di Viareggio, don Franco:
    O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei ministri fedeli e umili che illuminano il buio della nostra vita come candele che si consumano gratuitamente per illuminare la vita degli ultimi.

    Ora mi cheto… perlomeno fino a dopo Pasqua…altrimenti mi cacciate pure voi, pazienti cittadini di questo blog…e mi costringete ad un’altra Quaresima di silenzio!!!! (che poi, paradossalmente, coincise più o meno con l’Avvento…).
    Buona Pasqua..per davvero!!!…non tanto per dire…: che sia una Pasqua di vera resurrezione per tutti quanti noi!
    Silvia D’Argliano

    26 Marzo, 2016 - 14:24
  16. Clodine-Claudia.F.Leo

    Non so, Silvia, se l’ha scritta il Papa o qualcuno dei suoi più stretti collaboratori …non so dirtelo.

    26 Marzo, 2016 - 14:36
  17. maria cristina venturi

    “Il MISTERO DEL SABATO SANTO”. ( discorso di Benedetto XVI in occasione dell’ostensione della Sacra Sindone a Torino)

    Si può dire che la Sindone sia l’Icona di questo mistero, l’Icona del Sabato Santo. Infatti essa è un telo sepolcrale, che ha avvolto la salma di un uomo crocifisso in tutto corrispondente a quanto i Vangeli ci dicono di Gesù, il quale, crocifisso verso mezzogiorno, spirò verso le tre del pomeriggio. Venuta la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato solenne di Pasqua, Giuseppe d’Arimatea, un ricco e autorevole membro del Sinedrio, chiese coraggiosamente a Ponzio Pilato di poter seppellire Gesù nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia a poca distanza dal Golgota. Ottenuto il permesso, comprò un lenzuolo e, deposto il corpo di Gesù dalla croce, lo avvolse con quel lenzuolo e lo mise in quella tomba (cfr Mc 15,42-46). Così riferisce il Vangelo di san Marco, e con lui concordano gli altri Evangelisti. Da quel momento, Gesù rimase nel sepolcro fino all’alba del giorno dopo il sabato, e la Sindone di Torino ci offre l’immagine di com’era il suo corpo disteso nella tomba durante quel tempo, che fu breve cronologicamente (circa un giorno e mezzo), ma fu immenso, infinito nel suo valore e nel suo significato.

    Il Sabato Santo è il giorno del NASCONDIMENTO DI DIO , come si legge in un’antica Omelia: “Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme … Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi” (Omelia sul Sabato Santo, PG 43, 439). Nel Credo, noi professiamo che Gesù Cristo “fu crocifisso sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto, discese agli inferi, e il terzo giorno risuscitò da morte”.
    Cari fratelli e sorelle, nel nostro tempo, specialmente dopo aver attraversato il secolo scorso, l’umanità è diventata particolarmente sensibile al mistero del Sabato Santo. Il nascondimento di Dio fa parte della spiritualità dell’uomo contemporaneo, in maniera esistenziale, quasi inconscia, come un vuoto nel cuore che è andato allargandosi sempre di più. Sul finire dell’Ottocento, Nietzsche scriveva: “DIO E’ MORTO ! E NOI L’ABBIAMO UCCISO! ”.
    Questa celebre espressione, a ben vedere, è presa quasi alla lettera dalla tradizione cristiana, spesso la ripetiamo nella Via Crucis, forse senza renderci pienamente conto di ciò che diciamo. Dopo le due guerre mondiali, i lager e i gulag, Hiroshima e Nagasaki, la nostra epoca è diventata in misura sempre maggiore un Sabato Santo: l’oscurità di questo giorno interpella tutti coloro che si interrogano sulla vita, in modo particolare interpella noi credenti. Anche noi abbiamo a che fare con questa oscurità.
    E tuttavia la morte del Figlio di Dio, di Gesù di Nazaret ha un aspetto opposto, totalmente positivo, fonte di consolazione e di speranza. E questo mi fa pensare al fatto che la sacra Sindone si comporta come un documento “fotografico”, dotato di un “positivo” e di un “negativo”. E in effetti è proprio così: il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più luminoso di una speranza che non ha confini. Il Sabato Santo è la “terra di nessuno” tra la morte e la risurrezione, ma in questa “terra di nessuno” è entrato Uno, l’Unico, che l’ha attraversata con i segni della sua Passione per l’uomo: “Passio Christi. Passio hominis”. E la Sindone ci parla esattamente di quel momento, sta a testimoniare precisamente quell’intervallo unico e irripetibile nella storia dell’umanità e dell’universo, in cui Dio, in Gesù Cristo, ha condiviso non solo il nostro morire, ma anche il nostro rimanere nella morte. La solidarietà più radicale.
    In quel “tempo-oltre-il-tempo” Gesù Cristo è “disceso agli inferi”. Che cosa significa questa espressione? Vuole dire che Dio, fattosi uomo, è arrivato fino al punto di entrare nella solitudine estrema e assoluta dell’uomo, dove non arriva alcun raggio d’amore, dove regna l’abbandono totale senza alcuna parola di conforto: “gli inferi”. Gesù Cristo, rimanendo nella morte, ha oltrepassato la porta di questa solitudine ultima per guidare anche noi ad oltrepassarla con Lui. Tutti abbiamo sentito qualche volta una sensazione spaventosa di abbandono, e ciò che della morte ci fa più paura è proprio questo, come da bambini abbiamo paura di stare da soli nel buio e solo la presenza di una persona che ci ama ci può rassicurare. Ecco, proprio questo è accaduto nel Sabato Santo: nel regno della morte è risuonata la voce di Dio. E’ successo l’impensabile: che cioè l’Amore è penetrato “negli inferi”: anche nel buio estremo della solitudine umana più assoluta noi possiamo ascoltare una voce che ci chiama e trovare una mano che ci prende e ci conduce fuori. L’essere umano vive per il fatto che è amato e può amare; e se anche nello spazio della morte è penetrato l’amore, allora anche là è arrivata la vita. Nell’ora dell’estrema solitudine non saremo mai soli: “Passio Christi. Passio hominis”.
    Questo è il mistero del Sabato Santo! Proprio di là, dal buio della morte del Figlio di Dio, è spuntata la luce di una speranza nuova: la luce della Risurrezione. Ed ecco, mi sembra che guardando questo sacro Telo con gli occhi della fede si percepisca qualcosa di questa luce. In effetti, la Sindone è stata immersa in quel buio profondo, ma è al tempo stesso luminosa; e io penso che se migliaia e migliaia di persone vengono a venerarla – senza contare quanti la contemplano mediante le immagini – è perché in essa non vedono solo il buio, ma anche la luce; non tanto la sconfitta della vita e dell’amore, ma piuttosto la vittoria, la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio; vedono sì la morte di Gesù, ma intravedono la sua Risurrezione; in seno alla morte pulsa ora la vita, in quanto vi inabita l’amore. Questo è il potere della Sindone: dal volto di questo “Uomo dei dolori”, che porta su di sé la passione dell’uomo di ogni tempo e di ogni luogo, anche le nostre passioni, le nostre sofferenze, le nostre difficoltà, i nostri peccati – “Passio Christi. Passio hominis” -, da questo volto promana una solenne maestà, una signoria paradossale. Questo volto, queste mani e questi piedi, questo costato, tutto questo corpo parla, è esso stesso una parola che possiamo ascoltare nel silenzio. Come parla la Sindone? Parla con il sangue, e il sangue è la vita! La Sindone è un’Icona scritta col sangue; sangue di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso e ferito al costato destro. L’immagine impressa sulla Sindone è quella di un morto, ma il sangue parla della sua vita. Ogni traccia di sangue parla di amore e di vita. Specialmente quella macchia abbondante vicina al costato, fatta di sangue ed acqua usciti copiosamente da una grande ferita procurata da un colpo di lancia romana, quel sangue e quell’acqua parlano di vita. È come una sorgente che mormora nel silenzio, e noi possiamo sentirla, possiamo ascoltarla, nel silenzio del Sabato Santo.
    Cari amici, lodiamo sempre il Signore per il suo amore fedele e misericordioso. Partendo da questo luogo santo, portiamo negli occhi l’immagine della Sindone, portiamo nel cuore questa parola d’amore, e lodiamo Dio con una vita piena di fede, di speranza e di carità. Grazie.

    Discorso di Benedetto xvi sul mistero del sabato santo, in occasione dell’ostensione della Sacra Sindone a Torino

    26 Marzo, 2016 - 15:09
  18. Clodine-Claudia.F.Leo

    Bellissimo. ..meraviglioso. ..

    26 Marzo, 2016 - 16:25
  19. Lorenzo Cuffini

    Brava Maria Cristina. Splendida citazione. Come tutti gli scritti di papa Benedetto, chiarissima e profondissima.
    Non per niente, anche in occasione dell’ultima Ostensione, è stato uno dei testi maggiormente letti e meditati.
    E il sabato santo è veramente il giorno della Sindone per eccellenza.

    26 Marzo, 2016 - 16:36
  20. Clodine-Claudia.F.Leo

    Beato te Cuffini che puoi stare vicino alla Sindone…
    La Sindone è come un grande sole, ai nostri occhi non è dato percepire, ma credo sia di una tale potenza da squarciare le tenebre più fitte. Torino è una città che ha dato i natali a molti Santi e Sante (sai che io sono cresciuta con le Figlie di Maria Ausiliatrice, presso Don Bosco) ma c’è anche una forza negativa non indifferente..

    26 Marzo, 2016 - 17:37
  21. Federico Benedetti

    Mi sto preparando per la Veglia di questa sera. Un abbraccio a tutti (ma in particolare a Clodine) e tantissimi auguri di buona Pasqua.

    26 Marzo, 2016 - 19:38
  22. Clodine-Claudia.F.Leo

    Auguri anche a Te Federico,che il Risorto ci guidi verso pasque sempre nuove!
    Auguri a Silvia, a Cristina Venturi, Nico, Fabrizio, Antonella giuseppe, Lorenzo..Luigi e …tutti insomma…ma proprio tutti…

    26 Marzo, 2016 - 20:03
  23. roberto 55

    A me niente, Clo ? Sigh, sigh ! -))))))))))))))))
    Amici, forza: stasera tutti alla Veglia !
    Ciao !

    Roberto Caligaris

    26 Marzo, 2016 - 20:37
  24. Clodine-Claudia.F.Leo

    Ci mancherebbe Roberto ! Mi sono distratta per un attimo : un grande abbraccio a te a Tiziana, vi ricordo sempre con affetto.
    Cristo è Risorto
    Alleluia!
    SÌ , è veramente Risorto
    Alleluia Alleluia!

    27 Marzo, 2016 - 5:07

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