Con Gesù che dichiara puri tutti gli alimenti

Cena in casa del fariseo, dipinto della scuola di Giovanni da Milano (secolo XIV), Pinacoteca Vaticana – per introdurre la lectio di Pizza e Vangelo di lunedì 21 marzo sul brano di Marco 7 dove Gesù rende puri tutti gli alimenti. Una delle grandi liberazioni apportate dal Rabbi di Galilea nella storia umana. Il cristianesimo nasce come una filiazione, o setta, dell’ebraismo, condividendone grandi principi e rovesciandone altri: l’ebraismo era la religione con più divieti alimentari e il cristianesimo li abbandona tutti. Gesù in persona decreta che si può mangiare tutto e che ci si può mettere a tavola con chiunque. Nei commenti la scheda di preparazione all’appuntamento e una parola sul fatto che Pizza e Vangelo compie 19 anni.

10 Comments

  1. Luigi Accattoli

    La purezza dipende dal cuore. Leggiamo in questo appuntamento la conclusione dell’argomentazione avviata da Gesù nel brano precedente, quando difese i discepoli accusati dagli scribi e dai farisei di mangiare senza lavare le mani: là disse che le tradizioni degli antichi sullo stare a tavola non erano un comandamento di Dio, qui afferma che non esistono cibi impuri, perché la purezza davanti a Dio dipende dal cuore e non dalla pulizia delle mani o da ciò che si mangia. Una proclamazione che stabilisce uno spartiacque di primaria importanza nella storia religiosa dell’umanità. Anzi: nella storia dell’uomo sulla terra.
    Porremo attenzione soprattutto alle parole: Così rendeva puri tutti gli alimenti. Esse appartengono alle grandi liberazioni da vincoli e separazioni apportate all’umanità dal Vangelo di Gesù Cristo: che non vi sono amici da amare e nemici da combattere, che non vi è distinzione tra giudei e pagani, tra maschi e femmine, tra schiavi e liberi. Che non vi sono cibi impuri e che non diventi impuro se mangi con un pagano. “Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà”: dirà Paolo ai Galati (5, 13). Liberazione da vincoli che è anche affermazione del primato della coscienza: puro e impuro, giusto e peccaminoso non sono caratteristiche date di cibi, persone, atti, luoghi, giorni, ma determinazioni che vengono dal cuore, ovvero dalla coscienza d’ognuno.
    Cristianesimo come religione della libertà e della coscienza, dunque. Tutto il nuovo Testamento è un inno alla coscienza, anche quando non ricorre questa parola, ma – poniamo – un qualche suo sinonimo biblico come cuore, spirito, anima. Un inno che culmina nelle affermazioni dell’apostolo Paolo: “Dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo”; “tutto ciò che non viene dalla coscienza è peccato” (Romani 9, 1 e 14, 23). Nell’attuale pensiero cristiano va segnalato quanto ha argomentato, in tema di coscienza, Papa Francesco nella “Amoris laetitia”, dove questa parola ricorre 20 volte.

    19 Marzo, 2022 - 22:35
  2. Luigi Accattoli

    Marco 7, 14-23. Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: “Ascoltatemi tutti e comprendete bene! 15Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro”. [ 16]
    17Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. 18E disse loro: “Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, 19perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?”. Così rendeva puri tutti gli alimenti. 20E diceva: “Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. 21Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, 22adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. 23Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo”
    .

    19 Marzo, 2022 - 22:35
  3. Luigi Accattoli

    Quando Gesù chiama la folla. v. 14: Chiamata di nuovo la folla, diceva loro. E’ una specie di appello al popolo, con il quale Gesù esce dalle strettoie della disputa con scribi e farisei. Nei Vangeli in più occasioni è posta in rilievo la consonanza di Gesù con la folla, a fronte dei conflitti con le autorità della religione ufficiale. Vedi in Matteo 21, 45s queste parole dell’evangelista dopo la parabola dei vignaioli omicidi: “Udite queste parole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta”.
    v. 15: Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro. Un detto che può valere come sintesi della religiosità interiorizzata e di coscienza proposta da Gesù. Paragonabile per efficacia da paradosso a quello sull’adulterio nel cuore: “Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore” (Matteo 5, 27s).
    v. 17: Quando entrò in una casa. Già avevamo incontrato due volte in Marco questa formula per la spiegazione ai discepoli di un insegnamento pubblico: “Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole” (Marco 4, 10); “Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa” (Marco 4, 34).

    19 Marzo, 2022 - 22:36
  4. Luigi Accattoli

    Non gli entra nel cuore. v. 17b: i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. La parola ebraica masal – parabola – significa anche proverbio, detto, sentenza.
    v. 19: perché non gli entra nel cuore ma nel ventre. Sappiamo già che per Gesù, in accordo con tutta la tradizione biblica, il cuore è l’ultima intimità dell’uomo, quasi un sinonimo di ciò che noi intendiamo con “coscienza”: beati i puri di cuore (Matteo 5, 8), adulterio nel cuore (Matteo 5, 28), amare il Signore con tutto il cuore (Marco12, 33).
    v. 19b: Così rendeva puri tutti gli alimenti. Versetto redazionale, verosimilmente aggiunto in un secondo momento rispetto alla fonte recante le parole di Gesù. L’evangelista lo pone a sintesi e chiarimento dell’insegnamento in esse contenuto. La redazione finale del Vangelo di Marco è da porre circa al 70 dopo Cristo. A quella data nelle comunità cristiane di lingua greca era ormai assodato il distacco dalle regole della purità legale, fino ad allora invece accettare almeno in parte dalle comunità giudeo-cristiane.

    19 Marzo, 2022 - 22:37
  5. Luigi Accattoli

    Cinque testi liberanti. Questo di Marco è uno dei cinque testi fondamentali con i quali il Nuovo Testamento supera le innumerevoli prescrizioni alimentari ebraiche e dichiara lecito ogni cibo. Gli altri sono, in ordine cronologico – probabile – di formulazione:
    – l’affermazione di Paolo in Prima Corinti 10, 25: “Tutto ciò che è in vendita sul mercato mangiatelo pure”;
    – l’analoga sentenza paolina in Romani 14, 14: “Io so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è impuro in se stesso”;
    – il passo di Matteo (15, 10-20) parallelo a questo di Marco, ma privo della sintesi argomentativa: Così rendeva puri tutti gli alimenti;
    – la visione di Pietro nel libro degli Atti degli Apostoli dove una voce dal cielo invita Pietro a cibarsi di ogni animale senza considerare profano nulla di ciò che “Dio ha purificato” (10, 15).

    19 Marzo, 2022 - 22:38
  6. Luigi Accattoli

    Attualità delle parole di Gesù. Alla fine della nostra riflessione richiameremo il paragrafo 305 dell’Amoris Laetitia (2016), come attestazione dell’attualità – nel cristianesimo d’oggi – delle parole di Gesù sul ruolo decisivo di ciò che viene dal cuore, rispetto a ogni circostanza esterna, o legale, o di casistica morale [vedi in particolare le parole: è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in grazia di Dio]:

    305. Pertanto, un Pastore non può sentirsi soddisfatto solo applicando leggi morali a coloro che vivono in situazioni “irregolari”, come se fossero pietre che si lanciano contro la vita delle persone. È il caso dei cuori chiusi, che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa «per sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite».[349]In questa medesima linea si è pronunciata la Commissione Teologica Internazionale: «La legge naturale non può dunque essere presentata come un insieme già costituito di regole che si impongono a priori al soggetto morale, ma è una fonte di ispirazione oggettiva per il suo processo, eminentemente personale, di presa di decisione».[350] A causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa.[351] Il discernimento deve aiutare a trovare le strade possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti. Credendo che tutto sia bianco o nero, a volte chiudiamo la via della grazia e della crescita e scoraggiamo percorsi di santificazione che danno gloria a Dio. Ricordiamo che «un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi trascorre i suoi giorni senza fronteggiare importanti difficoltà».[352] La pastorale concreta dei ministri e delle comunità non può mancare di fare propria questa realtà.

    19 Marzo, 2022 - 22:38
  7. Luigi Accattoli

    Si dice pizza ma la pizza non c’è. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 19 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.

    19 Marzo, 2022 - 22:40
  8. Luigi Accattoli

    Et universa pecora. Siamo un gruppo di una ventina di lettori della Bibbia che da quasi vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da venti a quaranta. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 21 marzo. L’ultimo appuntamento fu lunedì 7 marzo e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post dell’11 marzo:

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/registrazione-del-rabbi-e-dei-dodici-che-mangiano-senza-sanificare-le-mani-2/

    19 Marzo, 2022 - 22:41
  9. maria cristina venturi

    A me sembra che l’ insegnamento di Gesù” ,che non esistono cibi puri o impuri, ma la purezza viene dal cuore, sia molto piu’ impegnativo ed esigente ,molto piu’ profondo e radicale , di quello dei rabbini.
    Se la purezza infatti viene dal cuore quale uomo puo’ dire di essere puro o di essere sempre puro ? Beati i puri di cuore! Ma chi puo’ vantarsi di essere talmente puro da non avere nel cuore ,almeno a momenti , il triste elenco che fa Gesu’ ?’1Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, 22adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. 23Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo”.
    E noi in coscienza possiamo di non avere o non aver mai avuto nel profondo del cuore tutto questo ?
    Cioe’ l’ insegnamento da fare tremare le vene e i polsi di Gesu’ non è:tana liberi tutti, tutto e’ permesso, ma che i cibi hanno ben poca importanza , sono sciocchezze, rispetto all’ abisso di male e corruzione che e’ il cuore umano . Gli ebrei( e tutte le religioni che hanno divieti alimentari,cioe’ quasi tutte) come dei bambini ingenui e ottimisti nella spiritualita’ pensavano che lavarsi le mani o mangiare certi cibi in un certo senso proteggesse da compiere il male e rendesse graditi a Dio,si barricavano in queste ingenue credenze.Come un esorcismo o una formula .
    Stolti ,dice Gesu’ ,guardate dentro il vostro cuore.
    Ma allora qui si apre un abisso, una vertigine, una radicalita’ , per difendersi dalla quale tutte le religioni hanno innalzato barriere di divieti e di riti .Tutte e non solo l’ ebraismo .
    Siate santi ( kasher) perche’ io sono Santo ! Dice il Signore.
    Non basta cibo kasher bisogna “essere’ santi.
    “Non sono piu’ io che vivo, ma Cristo che vive in me” dice San Paolo.
    E’ comprensibile che di fronte a questa radicalita’ alcuni si sentano superficialmente ” liberi” da ogni regola, altri in preda alla vertigine dell’ Assoluto .

    21 Marzo, 2022 - 10:02

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