Con Gesù che avverte i dodici: stanotte tutti fuggirete via da me
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Luigi Accattoli
Verso il Getsemani. Eccoci a un intermezzo tra la Cena nella “sala superiore” e l’inizio della Passione nel “podere chiamato Getsemani”: Gesù e i dodici escono dalla città alta, scendono verso la valle del Cedron percorrendo l’antico sentiero a gradini riscoperto dagli archeologi, attraversano il torrente Cedron ed entrano nel Giardino degli Ulivi. Getsemani vuol dire “Frantoio per olive”.
Lungo il cammino Gesù conversa con i discepoli e la conversazione ha tre fuochi: il Maestro preannuncia ai discepoli il brutto colpo che li attende per quella stessa notte, quando avverrà la sua cattura e tutti fuggiranno; ma preannuncia anche – ed è la quinta volta nel Vangelo di Marco – che risorgerà e dà loro appuntamento in Galilea; Pietro insorge, come al solito, protestando che lui di certo non fuggirà e Gesù ancora una volta lo rimprovera preannunciandogli che farà peggio di tutti: non solo infine fuggirà come gli altri, ma anche rinnegherà per tre volte il suo Rabbi.
Porremo attenzione ai tre fuochi, in particolare alla fuga dell’intero gruppo: Tutti rimarrete scandalizzati (v. 27): cioè inciamperete (lo scandalo è pietra di inciampo), rischierete di cadere e perdere la fede. Il rinnegamento di Pietro – alla pari del tradimento di Giuda – è ben entrato nella memoria collettiva della comunità cristiana, ma non si può dire altrettanto della fuga dell’insieme dei discepoli, che sarà lapidariamente affermata da Marco al versetto 50 di questo stesso capitolo: Tutti lo abbandonarono e fuggirono”.
Proveremo ad attualizzare ai nostri giorni l’inciampo dei discepoli nella notte dell’arresto di Gesù: qual è oggi lo “scandalo” che rischia di farci cadere tutti? Forse il nostro inciampo è il fallimento dei seguaci di Cristo nel vecchio mondo. Ma come lo scandalo subito dai discepoli nell’ora del Getsemani fu corretto dal preannuncio della risurrezione, così forse oggi il fallimento culturale e sociale delle comunità cristiane del Nord del mondo viene corretto, o mitigato, dal profilarsi di una nuova cristianità nel Sud del mondo.
29 Settembre, 2024 - 12:33
Luigi Accattoli
Marco 14, 26-31. Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 27Gesù disse loro: “Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto: “Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”. 28Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea”. 29Pietro gli disse: “Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!”. 30Gesù gli disse: “In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai”. 31Ma egli, con grande insistenza, diceva: “Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò”. Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.
29 Settembre, 2024 - 12:34
Luigi Accattoli
Anche Giuda conosceva quel luogo. v. 26: Dopo aver cantato l’inno. E’ l’Hallel, l’inno di lode con il quale terminava la cena pasquale: lo descriviamo più avanti, nell’approfondimento intitolato Cantato l’inno.
v. 26b: uscirono verso il Monte degli Ulivi. L’Orto degli Ulivi è un campo o giardino che si trova nella parte bassa del Monte degli Ulivi, detta anche Valle del Cedron. Così il Vangelo di Giovanni descrive questo passaggio dalla città al Getsemani: “Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli” (Giovanni 18, 1s).
v. 27: Tutti rimarrete scandalizzati. La nostra parola “scandalo” ha un significato molto diverso rispetto al termine biblico, che vale come “pietra di inciampo”: vi scandalizzerete di me, cioè quello che mi succederà sarà per voi un colpo, un trauma, l’occasione di una caduta. “Beato chi non si scandalizzerà di me”: Luca 7, 23.
v. 27b: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. E’ una citazione a orecchio di un passo del profeta Zaccaria 13, 7 che nella traduzione della Cei suona: Percuoti il pastore e sia disperso il gregge.
v. 28: dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea. Nel secondo degli approfondimenti richiamo i cinque preannunci della risurrezione che incontriamo nel Vangelo di Marco. Vi precederò in Galilea: Gesù e i suoi venivano dalla Galilea: il ritorno nella regione dalla quale era partita la missione del Nazareno può essere interpretato come avvio della nuova missione che inizierà con le apparizioni post-pasquali. Ma attenzione: il ritorno in Galilea è qui annunciato da Marco e sarà narrato da Matteo e Giovanni, ma non è né annunciato né narrato da Luca.
v. 29: Anche se tutti si scandalizzeranno, io no. Come in altre occasioni, l’ardimentoso Pietro si butta in avanti, si assegna un ruolo di portavoce del gruppo e anche afferma – se necessario – la possibilità di rimediare alla debolezza degli altri.
v. 30: Proprio tu, oggi, questa notte, prima che il gallo canti due volte. La triplice puntualizzazione sull’imminenza del rinnegamento costituisce un durissimo monito del Maestro che però non fiacca l’ardimento del primo tra i discepoli. Gli altri Vangeli dicono “prima che il gallo canti”, il solo Marco insiste nel mettere in risalto la pertinacia del rinnegamento di Pietro, che non ferma la reiterata negazione “non conosco quest’uomo” neanche quando sente il primo canto del gallo.
29 Settembre, 2024 - 12:36
Luigi Accattoli
Cantato l’inno. È l’Hallel (da cui il nostro Alleluia), un inno di lode, o di gioia, composto dall’insieme dei Salmi 113-118 (Piccolo Hallel, con frequente ricorrenza della parola hallel) e 136 (Grande Hallel): dice l’esultanza del Popolo eletto per la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto, il passaggio del Mar Rosso e l’attraversamento del fiume Giordano che aveva segnato l’ingresso nella Terra promessa (è narrato in Giosuè 3). Il canto dell’Hallel concludeva la cena pasquale. Per coglierne la tonalità festosa basterà riportare l’invitatorio che introduce l’ultimo dei cinque salmi del Piccolo Hallel, il 118: Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
2 Dica Israele: “Il suo amore è per sempre”.
3 Dica la casa di Aronne: “Il suo amore è per sempre”.
4 Dicano quelli che temono il Signore:
“Il suo amore è per sempre”.
“Basta ripercorrere questi salmi per individuare la prospettiva secondo la quale alcune espressioni possono esse state intese da Gesù e, in seguito, dalla comunità primitiva: Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero (113, 7); Mi stringevano funi di morte, ero preso nei lacci degli inferi, ero oppresso da tristezza e angoscia (116, 3); agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli (116, 15)” [Giacomo Perego, Marco, San Paolo 2011, p. 292].
29 Settembre, 2024 - 12:37
Luigi Accattoli
I cinque preannunci della risurrezione. Quello che abbiamo letto a metà del nostro brano – Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea: v. 28 – è il quinto annuncio, in Marco, della risurrezione. Ecco gli altri quattro: 8, 31s: E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 9, 9s: Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. 9, 31s: “Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. 10, 33s: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà”.
29 Settembre, 2024 - 12:38
Luigi Accattoli
Una pizza che dura da 21 anni – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 21 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
29 Settembre, 2024 - 12:42
Luigi Accattoli
Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 30 settembre. L’appuntamento precedente fu lunedì 17 giugno e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 20 giugno:
Verso il Getsemani. Eccoci a un intermezzo tra la Cena nella “sala superiore” e l’inizio della Passione nel “podere chiamato Getsemani”: Gesù e i dodici escono dalla città alta, scendono verso la valle del Cedron percorrendo l’antico sentiero a gradini riscoperto dagli archeologi, attraversano il torrente Cedron ed entrano nel Giardino degli Ulivi. Getsemani vuol dire “Frantoio per olive”.
Lungo il cammino Gesù conversa con i discepoli e la conversazione ha tre fuochi: il Maestro preannuncia ai discepoli il brutto colpo che li attende per quella stessa notte, quando avverrà la sua cattura e tutti fuggiranno; ma preannuncia anche – ed è la quinta volta nel Vangelo di Marco – che risorgerà e dà loro appuntamento in Galilea; Pietro insorge, come al solito, protestando che lui di certo non fuggirà e Gesù ancora una volta lo rimprovera preannunciandogli che farà peggio di tutti: non solo infine fuggirà come gli altri, ma anche rinnegherà per tre volte il suo Rabbi.
Porremo attenzione ai tre fuochi, in particolare alla fuga dell’intero gruppo: Tutti rimarrete scandalizzati (v. 27): cioè inciamperete (lo scandalo è pietra di inciampo), rischierete di cadere e perdere la fede. Il rinnegamento di Pietro – alla pari del tradimento di Giuda – è ben entrato nella memoria collettiva della comunità cristiana, ma non si può dire altrettanto della fuga dell’insieme dei discepoli, che sarà lapidariamente affermata da Marco al versetto 50 di questo stesso capitolo: Tutti lo abbandonarono e fuggirono”.
Proveremo ad attualizzare ai nostri giorni l’inciampo dei discepoli nella notte dell’arresto di Gesù: qual è oggi lo “scandalo” che rischia di farci cadere tutti? Forse il nostro inciampo è il fallimento dei seguaci di Cristo nel vecchio mondo. Ma come lo scandalo subito dai discepoli nell’ora del Getsemani fu corretto dal preannuncio della risurrezione, così forse oggi il fallimento culturale e sociale delle comunità cristiane del Nord del mondo viene corretto, o mitigato, dal profilarsi di una nuova cristianità nel Sud del mondo.
Marco 14, 26-31. Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 27Gesù disse loro: “Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto: “Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”. 28Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea”. 29Pietro gli disse: “Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!”. 30Gesù gli disse: “In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai”. 31Ma egli, con grande insistenza, diceva: “Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò”. Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.
Anche Giuda conosceva quel luogo. v. 26: Dopo aver cantato l’inno. E’ l’Hallel, l’inno di lode con il quale terminava la cena pasquale: lo descriviamo più avanti, nell’approfondimento intitolato Cantato l’inno.
v. 26b: uscirono verso il Monte degli Ulivi. L’Orto degli Ulivi è un campo o giardino che si trova nella parte bassa del Monte degli Ulivi, detta anche Valle del Cedron. Così il Vangelo di Giovanni descrive questo passaggio dalla città al Getsemani: “Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli” (Giovanni 18, 1s).
v. 27: Tutti rimarrete scandalizzati. La nostra parola “scandalo” ha un significato molto diverso rispetto al termine biblico, che vale come “pietra di inciampo”: vi scandalizzerete di me, cioè quello che mi succederà sarà per voi un colpo, un trauma, l’occasione di una caduta. “Beato chi non si scandalizzerà di me”: Luca 7, 23.
v. 27b: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. E’ una citazione a orecchio di un passo del profeta Zaccaria 13, 7 che nella traduzione della Cei suona: Percuoti il pastore e sia disperso il gregge.
v. 28: dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea. Nel secondo degli approfondimenti richiamo i cinque preannunci della risurrezione che incontriamo nel Vangelo di Marco. Vi precederò in Galilea: Gesù e i suoi venivano dalla Galilea: il ritorno nella regione dalla quale era partita la missione del Nazareno può essere interpretato come avvio della nuova missione che inizierà con le apparizioni post-pasquali. Ma attenzione: il ritorno in Galilea è qui annunciato da Marco e sarà narrato da Matteo e Giovanni, ma non è né annunciato né narrato da Luca.
v. 29: Anche se tutti si scandalizzeranno, io no. Come in altre occasioni, l’ardimentoso Pietro si butta in avanti, si assegna un ruolo di portavoce del gruppo e anche afferma – se necessario – la possibilità di rimediare alla debolezza degli altri.
v. 30: Proprio tu, oggi, questa notte, prima che il gallo canti due volte. La triplice puntualizzazione sull’imminenza del rinnegamento costituisce un durissimo monito del Maestro che però non fiacca l’ardimento del primo tra i discepoli. Gli altri Vangeli dicono “prima che il gallo canti”, il solo Marco insiste nel mettere in risalto la pertinacia del rinnegamento di Pietro, che non ferma la reiterata negazione “non conosco quest’uomo” neanche quando sente il primo canto del gallo.
Cantato l’inno. È l’Hallel (da cui il nostro Alleluia), un inno di lode, o di gioia, composto dall’insieme dei Salmi 113-118 (Piccolo Hallel, con frequente ricorrenza della parola hallel) e 136 (Grande Hallel): dice l’esultanza del Popolo eletto per la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto, il passaggio del Mar Rosso e l’attraversamento del fiume Giordano che aveva segnato l’ingresso nella Terra promessa (è narrato in Giosuè 3). Il canto dell’Hallel concludeva la cena pasquale. Per coglierne la tonalità festosa basterà riportare l’invitatorio che introduce l’ultimo dei cinque salmi del Piccolo Hallel, il 118:
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
2 Dica Israele: “Il suo amore è per sempre”.
3 Dica la casa di Aronne: “Il suo amore è per sempre”.
4 Dicano quelli che temono il Signore:
“Il suo amore è per sempre”.
“Basta ripercorrere questi salmi per individuare la prospettiva secondo la quale alcune espressioni possono esse state intese da Gesù e, in seguito, dalla comunità primitiva: Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero (113, 7); Mi stringevano funi di morte, ero preso nei lacci degli inferi, ero oppresso da tristezza e angoscia (116, 3); agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli (116, 15)” [Giacomo Perego, Marco, San Paolo 2011, p. 292].
I cinque preannunci della risurrezione. Quello che abbiamo letto a metà del nostro brano – Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea: v. 28 – è il quinto annuncio, in Marco, della risurrezione. Ecco gli altri quattro:
8, 31s: E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo.
9, 9s: Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
9, 31s: “Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
10, 33s: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà”.
Una pizza che dura da 21 anni – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 21 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 30 settembre. L’appuntamento precedente fu lunedì 17 giugno e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 20 giugno:
https://www.luigiaccattoli.it/blog/cranach-il-vecchio-dipinge-lutero-che-passa-il-calice-a-cranach-il-giovane/