Con Gesù che abbraccia i bambini e loda chi si fa bambino

Angeli di Rosso Fiorentino nella Pala dello Spedalingo (1518) che è agli Uffizi: per introdurre la scheda della lectio di Pizza e Vangelo che faremo via Zoom lunedì avendo ad argomento una delle pagine più consolanti dei Vangeli; il festoso incontro di Gesù con i bambini che è narrato da tutti e tre i Sinottici e che noi prenderemo dal capitolo 10 di Marco. Nei commenti la scheda e l’invito dei visitatori a collegarsi

8 Comments

  1. Luigi Accattoli

    A chi è come loro appartiene il Regno. Siamo a una delle pagine più consolanti dei Vangeli: un festoso incontro di Gesù con i bambini che è narrato da tutti e tre i Sinottici, con poche differenze dall’uno all’altro. La narrazione di Marco è la più viva rispetto a quelle di Matteo 19, 13-15 e di Luca 18, 15-17: solo Marco ci dice che Gesù s’indigna vedendo i discepoli che rimproveravano coloro che gli presentavano i bambini; e solo lui descrive il Maestro che prende tra le braccia i bambini e li benedice.
    Quanto all’insegnamento che Gesù mira a trasmettere con questo gesto di predilezione verso i bambini e con l’invito a lasciarli “venire a lui”, esso è simile e complementare rispetto a quello già proposto con il gesto simbolico che abbiamo incontrato nel capitolo precedente, quando Gesù prende un bambino e lo addita ai discepoli come modello del farsi ultimo: Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti (Marco 9, 35).
    In ambedue i casi l’insegnamento è proposto a rimprovero dei discepoli, che nel primo caso erano stati sorpresi da Gesù a discutere chi tra loro fosse il più grande (Marco 9, 34), mentre in questo caso vengono colti dal Maestro mentre si danno da fare per tenere i bambini lontani da lui. In quel primo episodio il bambino era proposto da Gesù a modello del discepolo che non sgomita per conquistare i primi posti; in questo episodio i bambini sono immagine di quanti accolgono il Regno come un dono riservato a chi si riconosce dipendente in tutto dalla paternità divina: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio (v. 14).
    Tra gli interpreti di questo episodio, faremo riferimento in particolare a Joachim Jeremias e a questa sua sentenza: “Diventare di nuovo bambino significa imparare a dire di nuovo Abbà, Papà” (Teologia del Nuovo Testamento, vol. I, Paideia, Brescia 1972, p. 182). Per una compiuta esposizione di questa interpretazione faccio ricorso a un testo giovanile di Joseph Ratzinger, che si ispira dichiaratamente a Jeremias e che riporto a conclusione di questa scheda.

    31 Marzo, 2023 - 22:10
  2. Luigi Accattoli

    Marco 10, 13-16. Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 15In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso”. 16E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

    31 Marzo, 2023 - 22:10
  3. Luigi Accattoli

    Un Gesù indignato. v. 13: Gli presentavano dei bambini. La parola greca Paidìa dice bambini in generale, dai neonati ai 12 anni. Nel passo parallelo di Luca (18, 15) abbiamo invece la parola brèphe, che indica i bambini piccoli, i bimbi (brefotrofio, parola oggi disusata, stava a dire asilo per neonati abbandonati).
    v. 14: Gesù, al vedere questo, s’indignò. Un analogo moto di indignazione di Gesù l’abbiamo trovato in Marco 3, 5, nella narrazione della guarigione nella sinagoga di Cafarnao, in giorno di sabato, di un uomo dalla mano paralizzata: “Guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: tendi la mano”. In ambedue i casi è solo Marco a segnalare l’indignazione di Gesù: egli è l’evangelista più attento alle emozioni del Maestro.
    v. 15: In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso. Come lo accoglie un bambino: cioè con la fiducia e la festa con cui i bambini accolgono i doni dei genitori. Cioè come un dono del Padre e non come una conquista che spetta a chi primeggia tra i discepoli.
    v. 16: E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro. Duplice forma di benedizione: con l’imposizione delle mani (“perché li toccasse”: versetto 13) e invocando su di loro la benedizione del Padre. Marco è l’unico tra i sinottici a usare la parola “benedizione” e a dire che Gesù prendeva i bambini tra le braccia: Matteo dice solo che il Maestro “impone loro le mani” (19, 15); Luca si limita alle parole sull’appartenenza del Regno a chi è come i bambini, senza narrare alcun gesto di Gesù verso di loro (18, 17).

    31 Marzo, 2023 - 22:11
  4. Luigi Accattoli

    La parola al teologo Ratzinger. Per l’approfondimento propongo un bel testo di Joseph Ratzinger teologo (1976) intitolato “L’infanzia di Gesù”: Dio si è fatto bambino […]. Sorprende il fatto che Gesù attribuisca una posizione di primo piano all’infanzia per l’essere-uomo: “In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3), Per Gesù, dunque, essere bambini non rappresenta uno stadio transitorio del vivere umano, una fase che deriverebbe dal destino biologico e si concluderebbe senza lasciar tracce: nell’essere bambino si realizza ciò che è specifico dell’essere-uomo, a tal punto da ritenere perduto chi ha perduto l’essenziale dell’essere-bambino. Potremmo, da qui, mettendoci umanamente nei suoi panni, immaginare la gioia che Gesù deve aver provato ricordando i giorni della sua infanzia, se per lui l’essere-bambino restò una condizione tanto preziosa da essere considerata come l’espressione più pura dell’essere-uomo […]. Ma l’interrogativo di fondo che si impone è il seguente: in che consiste propriamente l’essenziale dell’essere-bambino, cui Gesù attribuisce una importanza così determinante? […]
    Dovremo, come prima cosa, tenere presente che il titolo teologico fondamentale di Gesù è quello di ‘Figlio’ […]. E’ certo che esso costituisce il tentativo di riassumere in una parola l’intera sua vita. L’orientamento del suo vivere, come la radice e il fine che lo caratterizzavano, si esprimevano così: Abba – ‘Padre caro’. Egli non si sentì mai solo, fino all’ultimo grido sulla croce è stato totalmente proteso verso l’Altro, che lui chiama Padre. Solo così possiamo spiegare il fatto che come suo vero titolo non si sia, alla fine, imposto quello di Re, Signore o altri analoghi attributi di potenza, bensì una parola che noi potremmo tradurre anche con il termine ‘bambino’. Possiamo allora dire: l’essere-bambino assume nella predicazione di Gesù un ruolo così particolare poiché manifesta l’intima corrispondenza che esiste con il suo mistero più personale, con la sua figliolanza. La sua dignità più eccelsa, quella che rimanda alla sua divinità, in ultima analisi non è un potere posseduto per se stesso, ma si fonda sul suo essere riferito all’Altro: a Dio Padre […].
    Un altro aspetto di ciò che Gesù intende quando parla di essere-bambini emerge nella beatitudine riferita ai poveri: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio» (Lc 6,20). In questa proposizione, al posto dei bambini subentrano i poveri […]. Nell’essere-povero si manifesta qualcosa di ciò che si intende con essere-bambino: il bambino, da sé, non possiede nulla. Egli vive contando su altri e proprio per questa sua mancanza di potere e di possesso è una persona libera. Non ha ancora una posizione, che come una maschera eclissa chi egli è. Potere e possesso sono le due grandi tentazioni che rendono l’uomo prigioniero di ciò che possiede e soffocano la sua anima. Chi, pur possedendo molte cose, non rimane intimamente povero, consapevole che il mondo è nelle mani di Dio e non nelle proprie, costui ha smarrito di nuovo quella condizione di bambino, senza la quale non si accede al Regno
    .
    [Joseph Ratzinger, Il Dio di Gesù Cristo, Queriniana 1978 (edizione tedesca 1976), pp. 75-82]

    31 Marzo, 2023 - 22:12
  5. Luigi Accattoli

    Feliciana Menghini. Concluderemo la presentazione del brano sull’accoglienza e la benedizione dei bambini da parte di Gesù con la condivisione – a cura di Feliciana Menghini: docente di storia dell’arte – di alcune immagini fornite dalle arti visive: vedremo come hanno narrato Gesù e i bambini Lucas Cranach il Vecchio, Antoon van Dyck, Nicolas Tournier, Artemisia Gentileschi, Carl Christian Vogel von Vogelstein, Emil Nolde, Georges Rouault, Alberto Rava e altri. Vedremo anche una scena tratta dal film “The Testaments” di Robert Eroica del 2017.

    31 Marzo, 2023 - 22:13
  6. Luigi Accattoli

    Ma la pizza nessuno l’ha vista. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 20 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.

    31 Marzo, 2023 - 22:16
  7. Luigi Accattoli

    Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, scriva qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 3 aprile. L’appuntamento precedente fu lunedì 13 marzo e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 20 marzo:

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/in-ascolto-dellincredibile-chiamata-i-due-diventeranno-una-carne-sola/

    31 Marzo, 2023 - 22:19

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