Oggi all’Angelus il Papa ha ricordato con parole sanguinanti i dieci anni dall’inizio del conflitto di Siria: riporto l’appello nel primo commento e dico qui che riportando questo suo richiamo al dramma siriano intendo ricordare l’ottavo anniversario della sua elezione, che cadeva ieri: egli è oggi nel mondo l’araldo delle sofferenze dimenticate. Viene accusato di cercare il consenso mondano blandendo l’egoismo dei benestanti, ma in verità non fa che ricordare il martirio di popoli che noi egoisti e benestanti vorremmo dimenticare. Questo aveva fatto con la visita all’Iraq e questo ha fatto oggi con la Siria.
Con Francesco che prega perché l’amata e martoriata Siria non venga dimenticata
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Popolazione stremata. Francesco all’Angelus: Dieci anni fa iniziava il sanguinoso conflitto in Siria, che ha causato una delle più gravi catastrofi umanitarie del nostro tempo: un numero imprecisato di morti e feriti, milioni di profughi, migliaia di scomparsi, distruzioni, violenze di ogni genere e immani sofferenze per tutta la popolazione, in particolare per i più vulnerabili, come i bambini, le donne e le persone anziane. Rinnovo il mio accorato appello alle parti in conflitto, affinché manifestino segni di buona volontà, così che possa aprirsi uno squarcio di speranza per la popolazione stremata. Auspico altresì un deciso e rinnovato impegno, costruttivo e solidale, della Comunità Internazionale, in modo che, deposte le armi, si possa ricucire il tessuto sociale e avviare la ricostruzione e la ripresa economica. Preghiamo tutti il Signore, perché tanta sofferenza, nell’amata e martoriata Siria, non venga dimenticata e perché la nostra solidarietà ravvivi la speranza. Preghiamo insieme per l’amata e martoriata Siria. Ave, o Maria…
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2021/03/14/0155/00334.html
Concordo in pieno con le tue considerazioni, Luigi. Ascoltando le parole del Papa e vedendo le immagini di questo paese devastato, mi sono chiesta quanta parte di colpa ho io con il mio silenzio . Contro la guerra in Vietnam c’è stata una mobilitazione a livello mondiale. Oggi invece dieci anni di un pressoché totale silenzio della cosiddetta “società civile”. Come mai?
Papa Francesco ha donato un profondo contributo a smuovere strutturazioni che potevano apparire sclerotizzate, ha dovuto dunque molto patire. Nella Chiesa è necessario cercare le vie adeguate e prudenti, nella fede, per la libera crescita e la libera partecipazione di ciascuno, imparando in Gesù da ogni uomo. Una ricerca del vero non ingabbiata nella asfittica trama dei codici culturali del tempo, dei meri ruoli, delle mere vivisezionate competenze, delle notorietà ‘di sistema”. Immaginiamo un profeta in antropologia teologica? Lo scientismo chiude alla ricca esperienza di ogni uomo. Ai pastori di Betlemme, ai Magi, ai vecchi Simeone e Anna, alla samaritana, alla cananea… https://gpcentofanti.altervista.org/dove-viene-il-regno-di-dio/