“A me piacerebbe fare una domanda, oggi. Ma, ognuno la porta nel suo cuore, a casa sua, eh?, come un compito da fare. E si risponde da solo. Come va la gioia, a casa tua? Come va la gioia nella tua famiglia? Date voi la risposta“: così poco fa Francesco nell’omelia della messa a conclusione della Giornata della Famiglia nell’Anno della Fede. Nei primi commenti altre parole del Papa.
Come va la gioia a casa tua
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“La famiglia che vive la gioia” è stato il terzo tema trattato nell’omelia: “Nel Salmo responsoriale si trova questa espressione: «i poveri ascoltino e si rallegrino» (33/34,3). Tutto questo Salmo è un inno al Signore, sorgente di gioia e di pace. E qual è il motivo di questo rallegrarsi? E’ questo: il Signore è vicino, ascolta il grido degli umili e li libera dal male. Lo scriveva ancora san Paolo: «Siate sempre lieti … il Signore è vicino!» (Fil 4,4-5). Care famiglie, voi lo sapete bene: la gioia vera che si gusta nella famiglia non è qualcosa di superficiale, non viene dalle cose, dalle circostanze favorevoli“.
La pazienza come virtù di Dio. Ancora Francesco nell’omelia: “La gioia vera viene da un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base di questo sentimento di gioia profonda c’è la presenza di Dio, la presenza di Dio nella famiglia, c’è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso verso tutti. E soprattutto, un amore paziente: la pazienza è una virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore paziente, l’uno con l’altro. Avere pazienza tra di noi. Amore paziente. Solo Dio sa creare l’armonia delle differenze. Se manca l’amore di Dio, anche la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la gioia della fede la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società“.
Il dono dei tre libri di Ratzinger su Gesù. Lui ha fatto dono alla Chiesa e a tutti gli uomini di ciò che aveva di più prezioso: la sua conoscenza di Gesù, frutto di anni e anni di studio, di confronto teologico e di preghiera – perché Benedetto XVI faceva teologia in ginocchio, e tutti lo sappiamo – e questa l’ha messa a disposizione nella forma più accessibile”. Così Francesco ieri mattina nel consegnare a due teologi – il britannico Richard Burridge e il tedesco Christian Schaller – il “Premio Ratzinger” (alla terza edizione), dato dalla Fondazione vaticana “Joseph Ratzinger-Benedetto XVI”.
Nuovo incontro di Francesco con Benedetto. Con i vincitori del Premio Ratzinger 2013, Papa Francesco si è congratulato ieri mattina anche a nome di Benedetto XVI – con il quale ha detto di essersi incontrato “quattro giorni fa” – e li ha salutati con questo augurio: “Il Signore benedica sempre voi e il vostro lavoro al servizio del suo Regno”.
Coniglietto dagli occhi chiusi. Il papa in questo momento gira per piazza San Pietro e via della Conciliazione. Gli portano un bimbo di una settimana. Coniglietto dagli occhi chiusi.
Incipit del romanzo Anna Karenina di Leone Tolstoj.
“Tutte le famigli felici sono simili le une alle altre; ogni famiglia infelice
è infelice a modo suo”
Tutta la grande riflessione della letteratura della poesia e della cultura sull’infelicita umana sembra essere assente dal facile bianco-nero di questo Papa.
Beato lui!!! Completamente avulso da anni e anni di discussione e di psicanalisi e e di problemi sulla famiglia.
la famiglia deve essere “gioiosa” Benissimo , ma Bergoglio non spiega ne’ come ne’ perchè. Ne’ spiega come le famiglie infelici possano continuare ad esistere nella loro infelicità ne’ da’ alcuna risposta ai dilemmi che angosciarono Anna karenina fino al suicidio e molte altre.
La semplicità diventa semplisicmo, e la retorica diventa magistero.
Preferisco Tolstoj, nella sua complessità nel suo chiaroscuro.
preferisco la realtà alla retorica..
Sul premio Ratzinger.
NESSUN giornale ne ha parlato. ne’ la famosa REPUBBLICA ormai portavoce ufficiale del Papa Francesco novello Osservatore romano , ne’ tanto meno il Corriere . Si sa le notizie devono essere accuratamente selezionate a seconda del loro valore!
Se papa Francesco dice “Oggi piove” oppure “Oggi fa bel tempo” oppure “buon appetito” titoloni in prima pagina del Corriere e Repubblica.
Sul premio Ratzinger no , silenzio totale.
Sul Corriere di oggi addirittura i prima pagina c’e’un articolo sugli annullamenti matrimoniali della Sacra Rota. Vengono definiti i divorzi cattolici e si dice ce sono cieca 1500 all’anno. Dal tono dell’articolo si capisce che questi divorzi cattolici sono una grande furbata:se infatti il matrimonio e’definito nullo il marito non deve pqgare i generalmente. Salatissimil alimenti
Ne sanno qulcosa i padri divorziati che a Milano vanno ormai a mangiare alla mensa dei poveri ri dei frati francescani perxhe’ridotti sul lastrico.
??Dove e ‘la gioia nella vostra famiglia ?chiede retoricamente il Papa. Io vorrei dirgli ,se potessi farlo ?la gioia nel mondo contemporajeo non c’e affatto. Ne nella famiglia ne al di fuori della famiglian Un mondo senza Dio e senza dare un senso alla vita non puo essere gioiosi. E allora Lui come Papa deve parlare i di Dio ! Parli di spiritualita asci perdere il politicamente corretto e quello che piace ai media e afli Scalfari Parli di Dio della religione dei valori perenni! La smetta si voler piacere al mondo !Vada Lui controcorrente!Dica Lui cise veramente scandaloae e folli pet l’orecchio co ntemporaneo! Per adesso non ha fatto che lisciare il pelo della Bestia che abbia il coraggio di mettersi Contro la Bestia!
Un’occhiata all’ortografia, no ?
Roberto 55
Benvenuta, discepolo, tra noi. Hai scoperto che papa Francesco, prima di tutto, è un essere umano, con i suoi sentimenti, le sue intelligenze, le sue ignoranze, la sua umanità (e questo mi sembra lo distingua) aperta al mondo….
Queste cose qui le fa bene, è bravo.
Discepolo, credo di aver trovato la soluzione del problema: di papi non ne basta uno, ce ne vogliono almeno tre. Uno per il magistero: scrivere le encicliche, fare l’omiletica “alta”, mettere le cose in chiaro quando qualche prete-vescovo-cardinale o quel che sia delira ecc. ecc. E per quello abbiamo Ratzinger (che gode ancora di buona salute, come si è visto). Un altro per il governo: comandare e tenere a posto la curia, fare le nomine, strigliare i vescovi ecc. E qui temo che siamo nei guai perché non so chi potrebbe essere all’altezza. (Forse si potrebbe clonare Sisto V). Il terzo per le pubbliche relazioni: “bagni di folla” (come dicono alla televisione), gesti commoventi e coinvolgenti, discorsi “estemporanei” che tanto piacciono al pubblico e ai media ecc. ecc. … e per questo Bergoglio mi pare che funzioni alla grande.
A chi si scandalizzasse per la perdita dell’unicità della figura del papa, risponderei di non preoccuparsi: i dotti, qua dentro, potranno facilmente spiegare che in fondo l’episcopato monarchico non c’è sempre stato, ma è anch’esso il portato di una certa evoluzione storica ecc. ecc.
Questo nuovo papa collettivo secondo me potrebbe funzionare egregiamente: ognuno avrebbe il suo papa di riferimento e tutti sarebbero contenti.
In pratica un triunvirato. …
Spero sinceramente che Benedetto non si intrometta come ha promesso. ma so che è molto, ma molto intelligente ( molto di più di tanti suoi fans), sensibile e leale e non lo farà.
Sara1, io avevo pensato ad un Politburo (sa noi vecchi siamo affezionati a certi ricordi). Claudia74: dopo più di sette mesi ha ancora di questi dubbi ?!
Io credo che il tentativo di consolare Discepolo, di provare ad indurla alla ragione o di cercare di strapparle un sorriso, oppure ancora di consigliarle di fermarsi un attimo e tirare un lungo sospiro siano tanto generosi e commendevoli quanto inutili e destinati a sicuro fallimento; non c’è niente da fare, amici del “pianerottolo”: ci dobbiamo rassegnare al fatto che, per tutta la durata di questo Pontificato (che, personalmente, e come per tutti i Papi che l’hanno preceduto, mi auguro sia la più lunga possibile), ci accompagnerà, in questo “blog”, il “sottofondo” degli strilli, dei singhiozzi e del pianto dirotto di Discepolo.
Basta saperlo (e non farci – troppo – caso).
Buona domenica sera !
Roberto 55
Secondo me Discepolo in fondo si diverte un sacco a fare il Vasco Rossi del caso.
So che non importerà molto qua, ma addio a Lou che se n’è andato.
http://www.youtube.com/watch?v=YuM3SteeAgY
A me, amica Sara, importa, e mi spiace tantissimo della scomparsa di Lou Reed: però, pensa che bello quando, tra gli angeli del Paradiso, la sua chitarra attaccherà le note di “Sweet Jane” …………..!
Un caro saluto.
Roberto 55
Anche a me importa, Sara e Roberto.
“Avanti e indietro noi oscilliamo come i rami durante una tempesta“.
Mi sento felice perché oggi in casa c’era la gioia; una nupotina compiva l’anno, scortata dai cuginetti di tre anni e sedici mesi.
Sì, dovrei veramente ringraziare il Signore perché, pur non avendo una famiglia mia, ho tre stupendi pro-nipotini, che le mie nipoti condividono volentieri con me. Chi ha detto che nella famiglie c’é solo noia? Cambiando una lettera, si può dire che c’è anche gioia.
Antonella un bacio…
“però, pensa che bello quando, tra gli angeli del Paradiso, la sua chitarra attaccherà le note di “Sweet Jane” …………..!”
No, lui non andrà in Paradiso perché era bisessuale e comunque difendeva gli omosessuali.
E non ci andrà neanche quel ragazzo che, essendo gay, si è suicidato.
Gente immorale, indegna del Paradiso delle anime belle di questo blog.
In paradiso ci vanno tutti quelli che hanno amato il prossimo come se stessi ed hanno perdonato settanta volte sette; insieme naturalmente alla conversione personale. Ma, se intendo bene, saremo giudicati sull’impegno, piu’ che sui risultati.
Come va la gioia a casa mia, Santità? E come vuole che vada… torno stasera dopo tre giorni a Palermo per un convegno da seguire e scopro che Lou Reed è morto, la Vibonese ha perso con la Cavese e discepolo s’incazza.
Siccome anche questa è una famiglia “alternativa” a quella che ho costruito, ora provo a far ridere discepolo: un cammello entra in un bar e cade.
Avà, è una vaccata: ma fa ridere. A voi non fa ridere? Provate a dirla velocemente, visualizzando la scena, e poi ne riparliamo. E’ una vacata assurda, ma fa ridere.
Aveva ragione Papa Roncalli: una giornata senza una risata è una giornata persa.
A me pare che, per quanto sia tangibile il disgusto di alcuni per questa omiletica così semplice e circiteristica, osservo però che magari parlare al cuore della gente non sia male.
Per esempio, Roncalli chiedeva di portare una carezza ai bambini, Ratzinger un bacio, questo Papa chiede di portare a tutti la fede. Guarda un po’ che ti combina la Provvidenza…
E ancora: come va la gioia a casa mia? A casa mia, da buon precario, i soldi non bastano mai e spesso sono un terno al lotto. Affitto, rate, luce, telefono, gas… stasera appena arrivato a casa ho trovato un sollecito per una bolletta pagata mesi fa. Una bella rottura di scatole: ma la gioia, la speranza, l’aiuto di Dio in qualsiasi forma non sono mancati mai. Se sono di malumore c’è mia figlia che mi porta gioia e mi fa sentire una persona migliore. C’è mia moglie che mi accoglie con un sorriso. Altro che Pulitzer o Nobel.
Basta davvero poco per essere felici. Discepolo, almeno questo un sorriso te l’ha dato?
E sennò… tutti insieme all’Inferno | Pa-pa-pa-pa-pa-pazzesco!
http://www.youtube.com/watch?v=XJxVbw597JM
Circiteristica vale quasi il catoblepismo di Barca.
Marilisa ma Lou era di quelli che, diciamolo, si capisce a colpo d’occhio??
Ieri sera continuavo a pensare a Laurie come sarà sconvolta,
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2008/09/lou-reed-concerto.shtml?uuid=f9e02752-8b05-11dd-953b-4eca81469376&DocRulesView=Libero
E ho riascoltato tante canzoni, che belle, che nostalgia.
http://www.youtube.com/watch?v=WZ88oTITMoM
Buona giornata a tutti.
Siete contenti, e mi fa piacere. Cuor contento il ciel l’aiuta.
Però anche chi è preoccupato (come discepolo) ha le sue ragioni.
Qualcuno ha rievocato qui, recentemente, il “gaudet mater ecclesia” di papa Roncalli (pensando di fargli un favore). Gaudeat, gaudeat … si è visto quanto ha goduto nell’ultimo mezzo secolo! Dopotutto, i “profeti di sventura” stigmatizzati in quell’infelice discorso purtroppo avevano visto giusto (almeno nell’arco temporale ridotto che possiamo vedere noi, poi di qui alla parousia chissà …).
@Luigi Franti
di fare un favore a papa Giovanni non avevo nessuna intenzione, non credo ne abbia né bisogno né necessità.
Io sono solita leggere sia la Scrittura che i documenti del Magistero in prospettiva molto personale, nel senso che mi chiedo cosa dicono a me QUI E ORA e cosa posso fare io oggi per essere concretamente una persona che “rende ragione della propria speranza” (1Pt 3,15)
Lo sguardo che cerca innanzitutto il buono nel proprio tempo è per me un punto di partenza per cercare di contagiare questo tipo di gioia, che non è proprio la cosa stolida e superficiale che Lei sembra intendere, ma un atteggiamento che prende le mosse dalla stessa sensibilità che è stata alla base della stesura di Gaudium et spes.
I padri nel rendere ragione nell’aula conciliare di questo documento tanto contestato e dell’attenzione amorevole verso il mondo che manifestava, ne fornirono la seguente motivazione:
“la Chiesa vive nel mondo ad imitazione del Padre, che ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Acta Synodalia III/5, 206-210).
A me tutto questo è utile, mi aiuta a scegliere, a stare serena.
Ammetto però che questo può essere anche solo un dato caratteriale: in questo caso ho un ulteriore motivo per ringraziare Dio.
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1339397/Socci–Il-Papa-si-e-pentito–per-l-intervista-a-Scalfari.html
a dispetto della fonte, vi segnalo questo interessante articolo di Antonio Socci, sui rischi di fraintendimento delle parole del Papa. Mi sembra che valga la pena di leggerlo…
“Però anche chi è preoccupato (come discepolo) ha le sue ragioni.”
E quali ragioni avrebbe? Quali motivi avreste?
Discepolo ha qualche problema di troppo, e anche grave direi.
Se dovessi elencarli, perderei tempo prezioso, perciò non sto a farlo.
Ma anche lei, sig.Franti, non scherza.
La Chiesa continua il suo cammino anche se le Messe sembra non siano partecipate come una volta. Però chi vi assiste è sicuramente molto più consapevole del valore dell’Eucaristia.
Su questo non ci sono dubbi.
Si va in Chiesa non per costrizione, ma perché si sente il bisogno di andarci, e credo che Dio accetti ben più volentieri questa bella disposizione d’animo piuttosto che l’andare da Lui per timore dei fatidici castighi eterni.
Io ho sempre saputo che un padre e una madre sono lieti quando un figlio va a trovarli per amore ( per il puro desiderio di incontrarli) e non perché si sente costretto a farlo per un motivo qualsiasi.
Le omelie si sono aggiornate, grazie a Dio, e non sono più quelle barbose parafrasi dei testi letti in Chiesa, che con qualche discutibile divagazione interpretativa miravano soprattutto a intimidire chi le ascoltava. E così via.
Se lei, sig. Franti. non riesce a capire queste semplici cose, delle due l’una: o non riesce a vedere l’aspetto positivo di tutto questo o qualche serio problema di astiosa dietrologia ce l’ha anche lei. Affari tutti suoi.
Comunque, il Papa attuale–vi piaccia o no–parla davvero al cuore della gente; lo fa con spontanea empatia secondo quel che il cuore ( lo Spirito Santo) gli detta. E questo è un bel passo avanti nel cammino della Chiesa.
Non saranno le livide parole e le contorsioni mentali e verbali di chi lo critica a destra e a manca (per paura del nuovo e per acredine nei confronti di un papa che sa leggere i segni dei tempi) a fermare l’azione di un Papa che, comunque vadano le cose, lascia una traccia profonda nella storia della Chiesa.
Come l’aveva lasciata in un solo mese di pontificato il papa del sorriso, Papa Luciani, dicendo semplicemente: “Dio è Padre e Madre”.
Papa Francesco lo dice e lo dimostra con i fatti, e la gente lo ama.
Esclusi, naturalmente, discepolo, Luigi Franti, l’ amabile Ferrara ( ateo e pomposo dicitore di cavolate), qualche incredibile ospite del suo giornale ( ne ho letto di cretinate!) e in generale quei pochi tradizionalisti che fanno del conservatorismo fine a se stesso il loro stendardo issato con un pennacchio che si affloscia ad ogni flebile fiato.
Le obiezioni che ogni tanto gli vengono mosse per impigliarlo nei cavilli di chi non vuole accettare il progresso della Chiesa, non scalfiscono di una virgola la bellezza del suo operato.
Estendiamo il suo concetto di Marilisa: in chiesa ci si va quando se ne sente il bisogno.
Immagino allora una domenica mattina che il prete non ne senta proprio il bisogno, anzi che senta il bisogno di una bella passeggiata in campagna.
Oppure che la stessa cosa la sentano o non la sentano i lettori, chi suona l’organo o la chitarra, chi canta, chi raccoglie le offerte.
Certo, il senso del dovere? Ma quando mai. Il discorso sta tutto lì: me la sento, non me la sento, ci vado, non ci vado… Come nel film di Moretti.
Stavo pensando or ora… scrivo, non scrivo. Ma no, stavolta non scrivo!
Ok, scrivo.
http://www.youtube.com/watch?v=yaiH2lGIvVw
Relax con il bimbo moretto che gioca con il Papa durante la veglia di sabato. C’erano altri momenti più divertenti, con il bimbo appoggiato alle ginocchia del Papa che prendeva con le mani la croce pettorale, o gli portava in visita altri bambini… chi avesse visto quelle foto le linki…
http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/13_ottobre_28/assistente-d-eccezione-papa-francesco-c6009466-3fbf-11e3-9fdc-0e5d4e86bfe5.shtml#1
http://www.repubblica.it/esteri/2013/10/28/foto/il_bimbo_stanco_si_accomoda_sulla_sedia_papale-69657729/1/?ref=fbpr#6
Qui c’è il bimbo abbracciato alle gambe e seduto al posto del Papa.
Volevo postarle pure io.
http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/13_ottobre_28/assistente-d-eccezione-papa-francesco-c6009466-3fbf-11e3-9fdc-0e5d4e86bfe5.shtml#1
:
Qui il video
http://video.corriere.it/papa-francesco-bambino-impertinente/b455416c-3fe7-11e3-9fdc-0e5d4e86bfe5
🙂
Come non detto, avevo visto solo il link di Repubblica e non quello del Corriere.
Messaggio inutile il mio, quindi.
Forse la signora non ha afferrato bene il concetto.
Allora provo a puntualizzare.
Un prete è un ministro del culto. Bene fa, quindi, ad esercitare il suo “DOVERE”.
Non riesco a capire il calderone in cui si mettono insieme preti e semplici “fedeli”.
Il prete ha seguito una vocazione ben precisa, coltivando una fede ferrea (?!) e un amore senza ambiguità–almeno si spera–per il Signore e per la Chiesa.
Si dà il caso che moltissimi uomini non “vocati”, al contrario, non abbiano una fede altrettanto ferrea o che non sentano come un “dovere” l’andare a Messa e partecipare all’Eucaristia, ritenendo di poter rendere onore a Dio in altro modo.
Che so? Aiutando il prossimo, pregando per conto proprio, facendo elemosine ed altro ancora. Magari entrando in chiesa quando non c’è liturgia, per pregare il Signore con riservatezza e in pieno raccoglimento. Sono tantissimi quelli che fanno così.
A questo punto gli uomini che “dicono” di credere ( e magari non sono proprio sicuri oppure si trovano nel dubbio perenne) si dividono in due schiere: quelli che vanno a Messa perché capiscono bene il valore della Messa, e quelli che ci vanno perché la Chiesa ha minacciato castighi eterni per chi non ci va. Come accadeva soprattutto in passato.
Chi è più meritevole? Chi segue un “dovere” che non sente come tale o chi prende parte al rito eucaristico con la piena consapevolezza di unirsi al sacrificio di Gesù Cristo?
La risposta mi sembra sottintesa.
C’è poi– e tutti lo sappiamo– chi dice di credere in Dio ma non in un’ Istituzione che, predicando il Vangelo, non di rado se ne discosta nei fatti, per cui non la sente come Maestra credibile e da seguire sempre e ad ogni costo.
E gira le spalle e se ne va. Le Chiese si svuotano ma non del tutto.
Ci saranno sempre quelli che andranno a Messa con piena coscienza, senza sentirsi sulla testa la spada di Damocle della pena eterna.
E anche quelli che se ne erano allontanati perché non conquistati ( anzi delusi e quasi traditi) da una Chiesa autoreferenziale, ritorneranno quando vedranno uomini di Chiesa che sapranno coinvolgerli non con parole più o meno belle e convincenti– buone per chi resta estatico di fronte all’eloquio forbito e alla sontuosità di addobbi e porpore– ma con l’esempio di un amore accogliente che si vede e si tocca con mano.
Quello che era proprio di Colui che fondò la Chiesa con semplicità e nella semplicità, servendosi di discepoli che forse si esprimevano con difficoltà, e mandandoli in mezzo alla gente comune, piena di problemi come quella di oggi, per annunciare che il Cristo è giunto per la salvezza dei peccatori.
Per Dio e per Gesù Cristo c’è un solo DOVERE: l’amore verso tutti, senza esclusioni. Da questo amore deriva tutto il resto.
Sara tu hai messo il video che mi pare il meglio.
Di seguito, l’esortazione finale della lettera apostolica Dies Domini di Giovanni Paolo II.
Gli uomini e le donne del terzo millennio, incontrando la Chiesa che ogni domenica celebra gioiosamente il mistero da cui attinge tutta la sua vita, possano incontrare lo stesso Cristo risorto. E i suoi discepoli, rinnovandosi costantemente nel memoriale settimanale della Pasqua, siano annunciatori sempre più credibili del Vangelo che salva e costruttori operosi della civiltà dell’amore.
Olivetti ieri e stasera (abbiamo visto la prima puntata):
http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/olivetti-una-storia-italiana.aspx
Indotto in tentazione da Sara1, ho visto il siparietto del “bambino impertinente”.
Deplorevole. Come faranno i pargoli a capire che ci sono delle cose più grandi di loro, se i grandi pargoleggiano?
Senza contare che il binomio leader-bambini ha una lunga storia nei cinegiornali del ventesimo secolo, quasi tutta da brividi, per cui – ormai vaccinati – quando vediamo queste scene siamo un po’ restii a intenerirci …
Però, a onor del vero, qui Bergoglio non ha colpe: hanno cominciato i suoi predecessori (e poi dal video si capisce bene che, se potesse, il bambino se lo toglierebbe volentieri dai piedi …)
Franti Franti, ma lei lo sa che ha cominciato quel populista di Gesù:
“In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano.
Gesù però disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli”.
“Come faranno i pargoli a capire che ci sono delle cose più grandi di loro, se i grandi pargoleggiano?”
Infatti lei, adulto, “pargoleggia” da sempre.
La differenza fra lei e i bimbi è che questi ultimi lo fanno con naturalezza, e quindi vengono amati.
Lei invece lo fa suo malgrado, e quindi non risulta altrettanto amabile e “tenero”.