Torna l’allarme sulla salute del Papa emerito Benedetto XVI, che ha compiuto 93 anni in aprile: ma è un allarme senza nuove evidenze cliniche, che insiste sulla ben nota condizione di “fragilità” che con il tempo ovviamente non può che aggravarsi. – E’ l’attacco di un mio pezzo pubblicato oggi dal “Corriere della Sera”: lo riporto per intero nei commenti.
Come sta Papa Benedetto? Nuovo allarme sulla sua salute
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Il quotidiano tedesco “Passauer Neue Presse” scriveva ieri che Ratzinger è ora “estremamente fragile: il suo pensiero e la sua memoria sono rapidi, ma al momento la sua voce è quasi impercettibile”. Il giornale attribuiva queste parole a Peter Seewald, biografo di Benedetto, che gli aveva fatto visita sabato nella residenza interna al Vaticano per presentargli la biografia pubblicata in maggio: “Benedikt XVI. Ein Leben” (Benedeto XVI. La vita).
L’allarme è legittimo stante l’età e la debolezza di salute dell’emerito, già nota, ma non si tratta di una preoccupazione nuova e immediata, tant’è che Seewald riferisce d’aver trovato l’amico Papa “ottimista” nonostante lo sfogo facciale che l’affligge, tanto da accennare – nella minima conversazione che hanno avuto – alla “possibilità che prenda di nuovo in mano la penna quando avrà recuperato le forze”.
Quanto allo sfogo facciale, l’abbiamo visto tutti dalle foto che furono divulgate il 18 giugno, quando inaspettatamente Joseph Ratzinger tornò in aereo in Baviera – unica uscita dall’Italia da quando rinunciò nel 2013 al Papato – per “congedarsi” dal fratello don Georg, maggiore di tre anni, le cui condizioni si erano aggravate e che sarebbe poi morto il 1° luglio. Più che in ogni altra occasione, Benedetto in quelle foto apparve con parti del volto arrossate e gonfie.
Fu spiegato dai competenti che quelle immagini segnalavano un aggravamento dell’infezione dermica che lo tormenta da anni e da sei mesi in maniera più acuta, provocandogli gonfiore e prurito al volto, rendendogli dolorosa la parola e costringendolo a un uso continuato di antibiotici e antidolorifici. Ed è appunto questa la condizione nella quale sabato l’ha trovato Seewald che non lo vedeva dallo scorso autunno.
Ieri il sito paravaticano “Il Sismografo” ha indicato il nome di quella patologia: si tratterebbe di un’infezione acuta della pelle denominata “erisipela” (parola greca che vuol dire “arrossamento della pelle”), contagiosa e frequente tra gli anziani. Il direttore del Sismografo, Luis Badilla, concorda con Seewald nel ritenere “seria”, seppure non nuova, la situazione di Joseph Ratzinger.
Il mio articolo era chiuso quando nel sito di “Avvenire” veniva postata questa comunicazione ricevuta dalla Sala Stampa Vaticana: “Secondo quanto riferito dal Segretario personale, monsignor Georg Gänswein, le condizioni di salute del Papa emerito non destano particolare preoccupazione, se non quelle per un anziano di 93 anni che sta superando la fase più acuta di una malattia dolorosa, ma non grave”. La malattia alla quale si allude è appunto quella dell’infezione facciale di cui trattava il Sismografo.
Molti anni fa, circa alla metà del cammino della mia vita, ho avuto la eresipela o risipola, e fui anche ricoverata per qualche giorno in ospedale, perché è una malattia molto contagiosa che ha bisogno di scrupolose attenzioni. Mi dispiace per il papa emerito, al quale mando i miei auguri, sicura del fatto che non gli mancheranno le terapie adeguate.
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-6-agosto-2020/