Perché Leonardo mette il suo Giuda tra Pietro e Giovanni
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Luigi Accattoli
Avviata la cena Gesù avverte i discepoli: uno di voi mi tradirà – Marco 14, 17-21 – Eccoci alla sequenza più drammatica dell’intero Vangelo di Marco: immediatamente prima della benedizione del pane e del vino Gesù annuncia ai discepoli il tradimento di Giuda e appena compiuta quella benedizione annuncia l’abbandono da parte di tutti loro e il rinnegamento di Pietro la roccia. L’asciutta narrazione del nostro evangelista fa risaltare il contrasto tra lo smarrimento dei Dodici nel buio della notte e del cuore e il totale dono di sé che egli compie a loro beneficio.
Qui siamo al primo scomparto del trittico, nel quale Gesù avverte i discepoli che sono a tavola con lui: uno di loro lo tradirà. Uno dei dodici che egli si è scelto (v. 20), uno che mangia con me (v. 18). Guarderemo allo sconcerto rivelatore che questo preannuncio genera nel gruppo dei discepoli: tutti gli chiedono “sono forse io?” (v. 19). Rivelatore della confusione dei cuori e dell’incertezza della loro sequela.
Guarderemo anche alla delicatezza e insieme alla severità con cui Gesù segnala il tradimento che sta per subire: non punta il dito sul traditore, del quale non fa il nome; cerca di indurlo al ravvedimento facendo risaltare la contraddittorietà del suo comportamento (mangia con me e mi consegna ai miei uccisori); mette in luce l’enormità del suo errore: tradendo me, tradisce la scelta che compì quando lasciò tutto per seguirmi (“meglio se quell’uomo non fosse mai nato”: v. 21).
31 Maggio, 2024 - 22:40
Luigi Accattoli
Marco 14, 17-21. Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. 18Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: “In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà”. 19Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: “Sono forse io?”. 20Egli disse loro: “Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. 21Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”
31 Maggio, 2024 - 22:40
Luigi Accattoli
Sono forse io? v. 18b: colui che mangia con me mi tradirà. È un rimando implicito al Salmo 41, 10: “Anche l’amico in cui confidavo, che con me divideva il pane, contro di me alza il suo piede”. Giovanni 13, 18 mette in bocca a Gesù un’esplicita citazione di questo Salmo: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno.
v. 19: Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: sono forse io? “L’indeterminazione delle parole di Gesù conferisce loro una forza interrogativa che tocca ognuno dei commensali rendendoli tristi e perplessi. E’ la prima volta che i discepoli si mettono in discussione, consapevoli del fatto che ognuno di loro, a modo suo potrebbe agire in quel modo. Ognuno è interrogato sulla verità del suo mangiare con il Maestro” (AAVV, Commentario del Nuovo Testamento, EDB 2014, p. 248).
v. 21a: Il Figlio dell’uomo se ne va come sta scritto di lui. Non c’è nessun testo anticotestamentario che parli della morte violenta del “figlio dell’uomo” e dunque dobbiamo vedere qui un’allusione alle sofferenze del Servo del Signore del quale il profeta Isaia dice che “con ingiusta sentenza fu tolto di mezzo” (53, 8). Nella prima comunità cristiana è dominante l’idea che Cristo “morì per i nostri peccati secondo le Scritture” (Prima lettera di Paolo ai Corinti 15, 3) e non sempre ci si cura di precisare a quale Scrittura ci si stia riferendo.
v. 21b: Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato. Una delle parole più severe pronunciate da Gesù, un’iperbole deprecatoria analoga a quella rivolta dal Maestro a “chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli”: Marco 9, 42. Altra parola terribile di Gesù su Giuda la troviamo in Giovanni 17, 12 dove il Maestro afferma che nessuno dei discepoli che gli erano stati dati dal Padre “è andato perduto, tranne il figlio della perdizione”. – Nel Libro di Enoch, un apocrifo giudaico del primo secolo avanti Cristo, si ha un’analoga iperbole deprecatoria, quando il veggente dice che per quelli che negano il Signore degli Spiriti “sarebbe stato meglio per loro se non fossero mai nati” (1 Enoch 38, 2).
31 Maggio, 2024 - 22:41
Luigi Accattoli
MEGLIO SE GIUDA NON FOSSE MAI NATO. Il versetto 21b del nostro brano – Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato – è una delle 34 “parole dure di Gesù” studiate da Ludwig Monti nel volumetto che ha questo titolo, Qiqajon 2012
31 Maggio, 2024 - 22:41
Luigi Accattoli
ULTIMA CENA: I POSTI A TAVOLA. Il desiderio di conoscere ogni aspetto della vita di Gesù ha indotto illustratori e interpreti dei Vangeli a immaginare come fossero disposti i discepoli intorno alla tavola della Cena Pasquale. Da Luca sappiamo che proprio quella sera vi fu disputa tra i discepoli sui posti da occupare: “E nacque tra loro anche una disputa su chi di loro fosse da considerare più grande” (Luca 22, 24). Secondo Luca questa disputa ebbe luogo subito dopo l’annuncio da parte di Gesù del tradimento di Giuda. Dagli accenni ai vari momenti della Cena che troviamo nell’insieme dei quattro Vangeli possiamo dire che probabilmente i divani più vicini a Gesù erano occupati da Pietro, Giovanni e Giuda Iscariota. Oltre non possiamo andare, ma l’immaginazione volentieri scavalca i limiti della conoscenza sicura. Giuseppe Ricciotti alla pagina 616 della sua “Vita di Gesù Cristo” [dell’edizione che cito al paragrafo seguente] si è spinto a disegnare una tavola supponendo che – nel semicerchio dei commensali sdraiati sui divani e appoggiati col gomito sinistro verso la tavola – “Gesù che era al centro doveva avere alle sue spalle Pietro, che così occupava il secondo posto nel grado onorifico; dall’altro lato, cioè davanti al petto di Gesù, doveva stare sdraiato Giovanni, che così poteva appoggiare il capo sul petto del Maestro; Giuda Iscariota sta subito appresso a Giovanni, di modo che Gesù stendendo il braccio poteva senza difficoltà giungere a dargli un boccone di cibo”. Né dobbiamo pensare che questi interrogativi sui posti alla tavola della Cena siano stati sollevati solo dai cavillosi interpreti moderni: Leonardo nel suo glorioso Cenacolo sistema Giovanni, Giuda e Pietro in modo simile a quello della tabella del Ricciotti: li mette tutti e tre, in quell’ordine, alla destra di Gesù.
31 Maggio, 2024 - 22:42
Luigi Accattoli
ALLO SPEZZARE DEL PANE GIUDA ERA PRESENTE? Giuseppe Ricciotti: una questione che non può essere risolta. Si è discusso lungamente se Giuda abbia partecipato o no all’Eucaristia, e vi sono state risposte affermative e negative a cominciare dai primi scrittori cristiani fino a oggi. In realtà è questione che non potrà mai essere risolta con sicurezza, essendovi ragioni in un senso e nell’altro. A ogni modo una ragione che qui non vale proprio nulla è quella sentimentale, secondo cui sarebbe stato indecoroso che Gesú stesso istituendo l’Eucaristia desse la comunione a un sacrilego: parecchi Padri non sono stati scossi da questa considerazione, e presentarono Giuda comunicante sacrilego. Nella serie dei fatti seguita da Matteo e da Marco viene prima la denuncia del traditore da parte di Gesú e poi l’istituzione dell’Eucarestia; nella serie seguita da Luca viene prima l’Eucaristia e poi l’accenno (molto breve) al traditore, da Giovanni non si cava nulla, perché non narra l’Eucaristia. Quale serie è cronologicamente migliore, quella di Matteo e Marco, ovvero quella di Luca? Altrove Luca è cronologicamente migliore, spesso, ma non sempre, e questo può essere un caso del non sempre, giacché per ragioni ideali egli comincia la narrazione dell’ultima cena quasi direttamente con l’istituzione dell’Eucaristia, posponendo tutto il resto. La serie di Matteo e Marco sembra preferibile: tuttavia non è certa.
Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, Mondadori 1965, p. 619 Rudolf Schnackenburg: per la Chiesa primitiva non era così importante. La rivelazione del tradimento Luca – rispetto al racconto di Marco – la trasporta in un altro momento, e precisamente dopo l’istituzione dell’Eucaristia (21, 21). Per tal motivo, si è molto discusso se Giuda abbia ricevuto il pane e il vino dell’Eucaristia. Secondo Giovanni (13, 27-30), egli si sarebbe allontanato mentre la cena era ancora in corso: ma, poiché il quarto evangelista non racconta l’istituzione dell’Eucaristia, non è chiaro quando questa partenza sia avvenuta. Combinando i testi di Marco e di Giovanni, sembra lecita l’ipotesi ch’egli abbia lasciato il banchetto prima della sacra celebrazione. Luca avrebbe trasferito l’annuncio del tradimento a dopo l’istituzione eucaristica per motivi di composizione; ma un’assoluta certezza non l’abbiamo. La Chiesa primitiva non dava alla comunione di Giuda l’importanza che le diamo noi; essa era molto più accorata per il fatto che proprio uno dei Dodici fosse il traditore.
Rudolf Schackenburg, Vangelo secondo Marco, Città Nuova 1973, vol. II, p. 240
31 Maggio, 2024 - 22:42
Luigi Accattoli
Che pizza: 21 anni – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 21 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
31 Maggio, 2024 - 22:44
Luigi Accattoli
Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 20 maggio. L’appuntamento precedente fu lunedì 20 maggio e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 28 maggio:
Avviata la cena Gesù avverte i discepoli: uno di voi mi tradirà – Marco 14, 17-21 – Eccoci alla sequenza più drammatica dell’intero Vangelo di Marco: immediatamente prima della benedizione del pane e del vino Gesù annuncia ai discepoli il tradimento di Giuda e appena compiuta quella benedizione annuncia l’abbandono da parte di tutti loro e il rinnegamento di Pietro la roccia. L’asciutta narrazione del nostro evangelista fa risaltare il contrasto tra lo smarrimento dei Dodici nel buio della notte e del cuore e il totale dono di sé che egli compie a loro beneficio.
Qui siamo al primo scomparto del trittico, nel quale Gesù avverte i discepoli che sono a tavola con lui: uno di loro lo tradirà. Uno dei dodici che egli si è scelto (v. 20), uno che mangia con me (v. 18). Guarderemo allo sconcerto rivelatore che questo preannuncio genera nel gruppo dei discepoli: tutti gli chiedono “sono forse io?” (v. 19). Rivelatore della confusione dei cuori e dell’incertezza della loro sequela.
Guarderemo anche alla delicatezza e insieme alla severità con cui Gesù segnala il tradimento che sta per subire: non punta il dito sul traditore, del quale non fa il nome; cerca di indurlo al ravvedimento facendo risaltare la contraddittorietà del suo comportamento (mangia con me e mi consegna ai miei uccisori); mette in luce l’enormità del suo errore: tradendo me, tradisce la scelta che compì quando lasciò tutto per seguirmi (“meglio se quell’uomo non fosse mai nato”: v. 21).
Marco 14, 17-21. Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. 18Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: “In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà”. 19Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: “Sono forse io?”. 20Egli disse loro: “Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. 21Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”
Sono forse io? v. 18b: colui che mangia con me mi tradirà. È un rimando implicito al Salmo 41, 10: “Anche l’amico in cui confidavo, che con me divideva il pane, contro di me alza il suo piede”. Giovanni 13, 18 mette in bocca a Gesù un’esplicita citazione di questo Salmo: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno.
v. 19: Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: sono forse io? “L’indeterminazione delle parole di Gesù conferisce loro una forza interrogativa che tocca ognuno dei commensali rendendoli tristi e perplessi. E’ la prima volta che i discepoli si mettono in discussione, consapevoli del fatto che ognuno di loro, a modo suo potrebbe agire in quel modo. Ognuno è interrogato sulla verità del suo mangiare con il Maestro” (AAVV, Commentario del Nuovo Testamento, EDB 2014, p. 248).
v. 21a: Il Figlio dell’uomo se ne va come sta scritto di lui. Non c’è nessun testo anticotestamentario che parli della morte violenta del “figlio dell’uomo” e dunque dobbiamo vedere qui un’allusione alle sofferenze del Servo del Signore del quale il profeta Isaia dice che “con ingiusta sentenza fu tolto di mezzo” (53, 8). Nella prima comunità cristiana è dominante l’idea che Cristo “morì per i nostri peccati secondo le Scritture” (Prima lettera di Paolo ai Corinti 15, 3) e non sempre ci si cura di precisare a quale Scrittura ci si stia riferendo.
v. 21b: Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato. Una delle parole più severe pronunciate da Gesù, un’iperbole deprecatoria analoga a quella rivolta dal Maestro a “chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli”: Marco 9, 42. Altra parola terribile di Gesù su Giuda la troviamo in Giovanni 17, 12 dove il Maestro afferma che nessuno dei discepoli che gli erano stati dati dal Padre “è andato perduto, tranne il figlio della perdizione”. – Nel Libro di Enoch, un apocrifo giudaico del primo secolo avanti Cristo, si ha un’analoga iperbole deprecatoria, quando il veggente dice che per quelli che negano il Signore degli Spiriti “sarebbe stato meglio per loro se non fossero mai nati” (1 Enoch 38, 2).
MEGLIO SE GIUDA NON FOSSE MAI NATO. Il versetto 21b del nostro brano – Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato – è una delle 34 “parole dure di Gesù” studiate da Ludwig Monti nel volumetto che ha questo titolo, Qiqajon 2012
ULTIMA CENA: I POSTI A TAVOLA. Il desiderio di conoscere ogni aspetto della vita di Gesù ha indotto illustratori e interpreti dei Vangeli a immaginare come fossero disposti i discepoli intorno alla tavola della Cena Pasquale. Da Luca sappiamo che proprio quella sera vi fu disputa tra i discepoli sui posti da occupare: “E nacque tra loro anche una disputa su chi di loro fosse da considerare più grande” (Luca 22, 24). Secondo Luca questa disputa ebbe luogo subito dopo l’annuncio da parte di Gesù del tradimento di Giuda. Dagli accenni ai vari momenti della Cena che troviamo nell’insieme dei quattro Vangeli possiamo dire che probabilmente i divani più vicini a Gesù erano occupati da Pietro, Giovanni e Giuda Iscariota. Oltre non possiamo andare, ma l’immaginazione volentieri scavalca i limiti della conoscenza sicura. Giuseppe Ricciotti alla pagina 616 della sua “Vita di Gesù Cristo” [dell’edizione che cito al paragrafo seguente] si è spinto a disegnare una tavola supponendo che – nel semicerchio dei commensali sdraiati sui divani e appoggiati col gomito sinistro verso la tavola – “Gesù che era al centro doveva avere alle sue spalle Pietro, che così occupava il secondo posto nel grado onorifico; dall’altro lato, cioè davanti al petto di Gesù, doveva stare sdraiato Giovanni, che così poteva appoggiare il capo sul petto del Maestro; Giuda Iscariota sta subito appresso a Giovanni, di modo che Gesù stendendo il braccio poteva senza difficoltà giungere a dargli un boccone di cibo”. Né dobbiamo pensare che questi interrogativi sui posti alla tavola della Cena siano stati sollevati solo dai cavillosi interpreti moderni: Leonardo nel suo glorioso Cenacolo sistema Giovanni, Giuda e Pietro in modo simile a quello della tabella del Ricciotti: li mette tutti e tre, in quell’ordine, alla destra di Gesù.
ALLO SPEZZARE DEL PANE GIUDA ERA PRESENTE?
Giuseppe Ricciotti: una questione che non può essere risolta. Si è discusso lungamente se Giuda abbia partecipato o no all’Eucaristia, e vi sono state risposte affermative e negative a cominciare dai primi scrittori cristiani fino a oggi. In realtà è questione che non potrà mai essere risolta con sicurezza, essendovi ragioni in un senso e nell’altro. A ogni modo una ragione che qui non vale proprio nulla è quella sentimentale, secondo cui sarebbe stato indecoroso che Gesú stesso istituendo l’Eucaristia desse la comunione a un sacrilego: parecchi Padri non sono stati scossi da questa considerazione, e presentarono Giuda comunicante sacrilego. Nella serie dei fatti seguita da Matteo e da Marco viene prima la denuncia del traditore da parte di Gesú e poi l’istituzione dell’Eucarestia; nella serie seguita da Luca viene prima l’Eucaristia e poi l’accenno (molto breve) al traditore, da Giovanni non si cava nulla, perché non narra l’Eucaristia. Quale serie è cronologicamente migliore, quella di Matteo e Marco, ovvero quella di Luca? Altrove Luca è cronologicamente migliore, spesso, ma non sempre, e questo può essere un caso del non sempre, giacché per ragioni ideali egli comincia la narrazione dell’ultima cena quasi direttamente con l’istituzione dell’Eucaristia, posponendo tutto il resto. La serie di Matteo e Marco sembra preferibile: tuttavia non è certa.
Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, Mondadori 1965, p. 619
Rudolf Schnackenburg: per la Chiesa primitiva non era così importante. La rivelazione del tradimento Luca – rispetto al racconto di Marco – la trasporta in un altro momento, e precisamente dopo l’istituzione dell’Eucaristia (21, 21). Per tal motivo, si è molto discusso se Giuda abbia ricevuto il pane e il vino dell’Eucaristia. Secondo Giovanni (13, 27-30), egli si sarebbe allontanato mentre la cena era ancora in corso: ma, poiché il quarto evangelista non racconta l’istituzione dell’Eucaristia, non è chiaro quando questa partenza sia avvenuta. Combinando i testi di Marco e di Giovanni, sembra lecita l’ipotesi ch’egli abbia lasciato il banchetto prima della sacra celebrazione. Luca avrebbe trasferito l’annuncio del tradimento a dopo l’istituzione eucaristica per motivi di composizione; ma un’assoluta certezza non l’abbiamo. La Chiesa primitiva non dava alla comunione di Giuda l’importanza che le diamo noi; essa era molto più accorata per il fatto che proprio uno dei Dodici fosse il traditore.
Rudolf Schackenburg, Vangelo secondo Marco, Città Nuova 1973, vol. II, p. 240
Che pizza: 21 anni – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 21 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 20 maggio. L’appuntamento precedente fu lunedì 20 maggio e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 28 maggio:
https://www.luigiaccattoli.it/blog/ultima-cena-i-posti-a-tavola/