“La mia conversione è avvenuta quando ho scoperto che Dio mi amava: da quel momento la mia vita ha acquistato bellezza, forza”: lo afferma Claudia Koll nel racconto di sé che ha fatto a Itri domenica (vedi post precedente). La scoperta è avvenuta dopo una prima giovinezza dissipata: “Cercavo l’amore ma non ero fedele all’amore e avevo paura di mettere al mondo dei figli e perciò sceglievo persone già legate e guai se si doveva pensare a costruire insieme un futuro”. Nel mezzo di tale dissipazione, essendo già un’attrice affermata, il primo segnale le arriva dalla coach (allenatore, guida, tutor) Geraldine, venuta dall’America a Roma per “seguirla” nell’interpretazione di un film: “Mi chiese di accompagnarla a San Pietro, lo feci e attraversai con lei la Porta Santa. Era il 2000 ed erano almeno 20 anni che non praticavo la Chiesa”. Il racconto di Claudia continua nei primi quattro commenti a questo post. In conclusione ci dirà che la conversione è stata per lei un “arricchimento” e come un “raddoppio di vita”.
Claudia Koll: “Oggi vivo il doppio rispetto a prima”
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Storia di Claudia Koll 2. Anche il secondo input le viene dalla coach: “Dovevo girare una scena in cui rispondevo al telefono e mi dicevano che l’uomo che amavo era in coma. In questo primo piano dovevo mostrare tutto l’amore che avevo per quest’uomo, ma anche tutto il dolore per una notizia del genere”. Sorprendentemente non ci riesce: “L’emozione partiva, ma non usciva, si bloccava. Il primo ciak è andato a vuoto, il secondo pure”. Geraldine le dice: “Claudia se non c’è verità nella tua vita come ci può essere nel tuo mestiere”. A partire da quelle parole si rende conto della falsità della sua vita: “Quel tappo che avvertivo sul cuore era il mio peccato”.
Storia di Claudia Koll 3. Le capita poi “un’esperienza forte” di scontro con il Maligno. Claudia praticava la “meditazione trascendentale” secondo gli insegnamenti della new age, nella quale oggi individua – seguendo le indicazioni del magistero – “una contaminazione con l’occultismo”. Ha l’esperienza di ascoltare “una voce amica” e infine scopre che in quella voce si manifesta il Maligno. Lo scopre un giorno in cui ha una lite al telefono con la sua agente e la voce le dice che la telefonata non era andata bene perché non avevo odiato: “Risposi: ‘ma io sono fatta per amare’ e il Maligno a questa risposta si è adirato e mi ha aggredita fisicamente, paralizzandomi a partire dalle gambe. Mi trovavo davanti a qualcosa di più grande di me. Ero a un punto serio della mia vita e in quel momento ho detto ‘Signore aiutami’. Da pochi giorni un amico mi aveva regalato un crocifisso: ho afferrato questo crocifisso perché negli anni ’70 avevo visto il film L’esorcista e mi sono ricordata che il sacerdote aveva la croce in mano. Ho cominciato a dire il Padre Nostro stringendo tra le mani questa croce e quando la preghiera è diventata un grido dell’anima il Signore mi ha liberata. Ho sentito che questa forza improvvisamente è sparita e una grande pace mi avvolgeva. Mi sono ricordata il Padre Nostro perché mia nonna diceva il rosario”.
Storia di Claudia Koll 4: “Ho preso a cercare Dio nella sua Parola e poi nell’Eucarestia e piano piano il Signore mi ha guidata in un cammino di conversione. E’ stata essenziale la decisione di stare con Dio e non con il Maligno. La conversione è stata consapevole e radicale, una scelta libera e intelligente. Quando ho capito con chi avevo a che fare se restavo nel peccato, subito ho girato la macchina e ho cambiato direzione. Ho compreso a poco a poco che la vita è una lotta tra il bene e il male e bisogna lottare con intelligenza e consapevolezza, non lasciandosi trasportare dalla vita, ma prendendola in mano e dirigendola”.
Storia di Claudia Koll 5: “Dalla scoperta di Dio viene la scoperta del prossimo che ebbe una prima manifestazione quando mi trovai accanto a un ragazzo morente di Aids che si chiamava Giuseppe, faceva fatica a respirare, non poteva parlare e con gli occhi si aggrappava ai miei mostrando un forte terrore della morte. Io gli presi la mano e non mi mossi dal suo letto fino a che non è spirato serenamente e nel tenergli la mano pensavo a Gesù nell’Orto e da allora ho appreso a cercarlo in coloro che soffrono. Per dare concretezza a questo impegno nel 2005 ho dato vita a un’associazione che si chiama Le opere del Padre: cerchiamo di aiutare chi è in difficoltà, i bambini, le donne, i disabili che sono i più dimenticati. In questo percorso il Signore mi ha portato in Africa e lì sono guarita dal bisogno delle cose di lusso. In estate io porto sempre i giovani in Africa a fare un’esperienza di missione, di volontariato, perché so che fa bene confrontarsi con la povertà. L’incontro con i poveri mi ha cambiato il cuore e mi ha guarita dalla superficialità che è propria del peccato. Oggi posso dire che sono una persona che vive il doppio rispetto a prima”.
Molto belo. E tutto così, è vero.
Mi sta tutto bene di questo racconto, tranne alcuni punti: chi non crede, o chi è nei dubbi o non ha la facoltà intellettiva di ricercare dentro se stesso, è stupido? lasciarsi trasportare dalla vita per mancanza di volontà, di mezzi, di intelligenza, per dolore o rassegnazione,è peccato? è male?
E poi, giudicare chi continua una vita agiata come se fosse in peccato? Ma perchè non si riesce mai a parlare di se stessi e dei propri percorsi senza fare paragoni scontati ? Ci sono persone che sanno essere grandi benefattori e profondi credenti pur rimanendo ancorati a quei lussi che si possono permettere e che non necessariamente sono l’emblema del male.
Francamente, sono perplessa da quanto ho letto. Ma sicuramente i limiti sono i miei.
Avrei molte cosa da dire ma non vorrei essere frainteso. L’unica cosa che mi permetto di osservare è che la Nostra non è stata neppure sfiorata dal pensiero che la scena non le è riuscita perché non sapeva recitare.
@Leopoldo
Da dove la tiri fuori tanta cattiveria?
Sono felicissimo della sua conversione.
Eppure, però, le manca quel sorriso…
Ciao principessa!
Bentornata!
Ho molto rispetto di Claudia Koll, e la sua conversione ritengo sia importante testimonianza. Pero`, ha ragiome UbiHumilitas..le manca quel sorriso…E, ogni tanto ho come l’impressione che divida troppo e in maniera eccessivamente netta il prima e il dopo conversione.
Grazie Fabricianus.
Le mie riflessioni sul racconto non vogliono essere una critica ad un rispettabilissimo percorso interiore a cui ciascuno si appressa a modo suo, tantomeno tendono a snobbare o a mancare di rispetto ad una persona che ha compiuto una scelta coraggiosissima.( perchè ci vuole coraggio a lasciare i lustrini e la vita facile!) Però…….penso che Ubi abbia messo il dito sulla corda giusta: ci si aspetterebbe un sorriso radioso ( ” vivo il doppio rispetto a prima” ), la gioia di aver raggiunto un amore – anzi! l’Amore – che mette luce ovunque, dentro e fuori, sul volto. In parole povere, aver vinto una battaglia come quella descritta nel racconto, dovrebbe trasparire dagli occhi illuminati e dal sorriso della vittoria. Un po’ come si vede sui volti dei missionari, la sera, stanchi e distrutti, ma felici di aver vissuto un altro giorno nella Luce dell’Amore.
Mi spiego?
Sono, comunque, felice per lei e per quanti raggiungono la propria verità e di cui si sa molto poco o nulla.
Anche Selen si è fatta cresimare e si è sposata in Chiesa.
Si informi Luigi!
Meglio non tramite internet… Digitando Selen su Google non oso immaginare cosa venga fuori…
http://video.repubblica.it/cronaca/selen-si-converte-cresimata-dal-vescovo-di-ravenna/93772/92166
E perché mai Selen non avrebbe potuto crsiamrsi e sposarsi in chiesa?
Ma infatti, buon Lorenzo,
se si può fare una classifica di potenza delle conversioni, quella di Selen mi sembra ancora maggiore di quella di Claudia Koll.
Io le adoro comunque, sia prima che dopo la conversione. 😉
Ah, allora ci intendiamo perfettamente.:)
Non sempre il contatto con la povertà, toccare con mano la malattia, la sete, la fame, l’indigenza, prendere tra le braccia corpicini ridotti ad un mucchietto d’ossa genera sorrisi radiosi, neppure tra i missionari, principessa, te lo posso assicurare. Provate a vedere una quasiasi foto e DVD di madre Teresa: sono rare le volte in cui la si vede ridere. Generalmente è assorta, a volte la si scorge incupiita, incurvata sotto il peso delle croce altrui.
Non sono d’accordo su questo è stato fin qui detto da Leopoldo e dagli altri in merito a Claudia Koll. Anche in passato, conversione famose nel mondo della cinematografia come quella di Carlo Campanini -che diventò figlio spirituale di Padre Pio, dove trovò la morte e venne seppellito in San Giovanni Rotondo- suscitò perlplessità e gli venne detto di tutto di più per la radicale scelta di vita cambiata drasticamente. La conversione porta seco un mare di tormenti; come un fiume carsico che emerge dopo aver eroso, scavato l’interno dell’anima, limato asperità;o un albero a cui vengono recisi, assieme ai rami secchi anche quelli verdi pieni di vita e di linfa: operazione per nulla indolore..
corrige : ” su quanto è stato fin qui detto”
Fanno molto impressione sulla gente queste conversioni di gent del mondo dello spettacolo , tipo Claudia Koll, tipo quell’altro, Bisio, che è andato a Medjugore e ha cambiato vita e ha scritto un sacco di libri .
A me , dico la verità, non solo non i colpiscono ma nella loro “pubblicizzazione”
mi danno un po’ fastidio. Sei convertito? bene! tiene dientro il tuo cuore questo grande tesoro e continua a vivere senza proclamarlo a destra e a manca: la differenza della tua vita stupirà chi ti conosce , la differenza del tuo modo di agire colpirà chi ti sta accanto. Non c’è bisogno di proclami. I proclami sono sempre un po’ melodrammatici. Ammiro e apprezzo le conversioni”sileziose” e ce ne sono tante! persone che d’improvviso cambiano, le vedi, dal modo di vivere, di parlare , di agire, dagli occhi, dallo sguardo.. a volte se interrogate , sì, serenamente ammettono di essere cambiate grazie alla fede in Dio.., ma non scrivono libri o rilasciano interviste.. insomma la conversione del cuore rifugge dai riflettori umani, fugge il clamore, la pubblicità….
“Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione” (Lc 15,7).
Condividiamo la gioia del cielo!
Sono d’accordo con Clodine. La conversione di Claudia Koll va rispettata per la sofferenza e il travaglio che sicuramente ha attraversato.
La sua testimonianza è interessante sotto diversi punti di vista: ci ricorda l’importanza della preghiera (personale e in famiglia, esempio che resta nel tempo come il rosario della nonna), la scoperta dell’amore di Dio per ciascuno di noi, le tentazioni del maligno, lo sforzo di dare un senso alla propria vita, la carità verso il prossimo.
A differenza di Marco non sono mai stato un suo estimatore e nemmeno adesso mi impressiona la “santità” della sua conversione, ma sono contento che si sia convertita, che sia serena (non è necessario sprizzare entusiasmo e allegria da tutti i pori!) e che si senta chiamata a parlare di Dio e ad aiutare i bisognosi.
Ringrazio Luigi per averci proposto una testimonianza che a me personalmente offre spunti interessanti di riflessione e preghiera e mi consente di volgere il pensiero alla “gioia del cielo”.
@Discepolo,
Brosio non Bisio! Non sottovalutiamo il fatto che i “peccatori convertiti” non possono evitare di parlare della propria conversione: è più forte di loro, una gioia incontenibile. Poi c’è anche la convinzione e la speranza che la propria testimonianza possa aiutare la conversione di altre persone, a partire da quegli amici o conoscenti, compagni di una vita dissoluta e peccaminosa.
Non facciamo come il figlio maggiore della parabola del padre misericordioso (Lc 15,11-32), gioiamo anche noi per il ritorno di questi nostri fratelli.
Quello che mi mette un po’ a disagio quando si parla di queste ” conversioni pubbliche ” è il fatto che noi che le ascoltiamo, se credenti, automaticamente , ci mettiamo dalla parte di quelli che convertiti lo sono già. Ok: forse dovrebbe essere così.
Ma io non riesco assolutamente a considerare la vita di una di queste persone, fosse anche la piu’ vissuta delle pornostar,faccio per dire, come ” dissoluta e peccaminosa”, se confrontata alla mia. Non è che per il fatto che a me manchi ( o manchi in grado così clamoroso) la pubblicità dei miei comportamenti “peccaminosi”, io sia per cio’ ” a posto”: agli occhi del mondo e- cosa ancor piu’ ridicola- persino ai miei, che pure mi conosco. Ok: per restare all’esempio, sei una pornostar, e ogni tuo atto starà lì, documentato e filmato in saecula saeculorum, a inamidarti a vita nel ruolo di Peccatore. Ma se tutti i miei peccati fossero allo stesso modo filmati e pubblicizzati, la mia vita comparirebbein mondovisione anch’essa per quella che è: dissoluta e peccatrice.Cosa che adesso sappiamo per certo io e Cristo.
Conosco una persona che ha fama di uomo di fede, persona integerrima, uomo di valori… che non parla da oltre trent’anni con i suoi fratelli e e le loro famiglie, che abitano tutti quanti nel giro di un isolato…Ognuno ha le sue dissolutezze e il suo trend peccaminoso. Nessuno escluso. Preti, vescovi, cardinali e papi inclusi, come molta storia insegna.
Credo che quella della conversione sia una questione che:
a) riguarda chiunque entri in contatto con Gesù Cristo
b) non sia una tantum e una per sempre. Io posso anche recedere e cambiare vita su una linea di comportamenti, ma ne restano mille altri, o ne sorgono dei nuovi , che necessitano sempre e comunque di conversione.
c) non sia né naturale né facile come bere un bicchier d’acqua.Ognuno ha le sue storie,e capisco l’entusiasmo e l’ardore dei convertiti che abbondano di frasi come ” ho deciso, e la mia vita è cambiata” ” ho scelto Dio, e lo lasciato il Maligno”. Ma concordo con quello che ha detto sopra Principessa:
“lasciarsi trasportare dalla vita per mancanza di volontà, di mezzi, di intelligenza, per dolore o rassegnazione,è peccato? è male?” Chi ha avuto. per esempio, esperienza di storie di una qualche dipendenza, anche non tragicissima, sa bene come ogni cammino di distacco e di liberazione sia lungo, tortuoso, zeppo di ricadute, tribolato. Non vorrei che si trova a metà del guado, davanti a questi racconti molto” manichei” si sentisse scoraggiato, anziché incoraggiato a proseguire…
Insomma: io nonsono Claudia Khol ne Selen, Se non altro per genere e per evidenti incompatibilità estetiche…Ma il cammino che loro hanno iniziato, credo che sia analogo a quello che mi aspetta e che mi aspetterà fino alla fine.
O sto spanzanando?
“Sono felicissimo della sua conversione.
Eppure, però, le manca quel sorriso…”
“Pero`, ha ragiome UbiHumilitas..le manca quel sorriso”
” Però…….penso che Ubi abbia messo il dito sulla corda giusta: ci si aspetterebbe un sorriso radioso ( ” vivo il doppio rispetto a prima” ), la gioia di aver raggiunto un amore – anzi! l’Amore – che mette luce ovunque, dentro e fuori, sul volto.”
Forse sono limitata, ma non capisco.
Di quale “sorriso” si parla? Qualcuno l’ha vista mentre raccontava la sua esperienza?
E la gioia dell’anima? Chi può dire di saperla leggere davvero?
Tutte queste riserve da parte di qualcuno le trovo inspiegabili.
A dire il vero non mi sembra che la conversione di Claudia Koll abbia colpito nel segno.
E poi, ognuno è fatto a modo suo. Inutile pretendere che gli altri reagiscano come se fossero al posto nostro.
Son felice per tutte le conversioni.
Sono la luce di Dio che attraversa il cuore e stordisce come avvenne per san Paolo ed altri.
Quello che non mi piace è l’ostentazione mediatica, i road show e la strumentalizzazione da parte della chiesa di talune conversioni in particolare di gente dello spettacolo sorretta da preti e suore che annuiscono con sguardo tenero e pietoso al racconto del convertito-ta nei pomeridiani talk show televisivi.
Cosa che non accade ad esempio nel mondo dell’arte dove, che io sappia un discreto numero di convertiti famosi, altrochè la Koll, vivono in silenzio e con riervatezza questo “stordimento” del cuore.
Quoto al 1000 % Lorenzo delle 15:09.
Sempre pensando che quando Luigi propone un argomento, esso non sia tanto per parlare, ma quanto per interrogarCI e aiutare il cammino di ciascuno.
Mi spiace che da un po’ di tempo non mi ritrovo con i pensieri di quasi nessuno…..e, Clo, io li ho visti i sorrisi dei missionari in Africa e America Latina, e anche in altre parti del mondo, che non sono per le realtà con cui si trovano a convivere, ma per la Luce che essi hanno dentro che li sostiene ogni giorno attraverso le vicende più dure e inimmaginabili. Del resto, se non fosse così, dubito che si sceglierebbe una vita di servizio agli altri, o no? o mi sono persa qualcosa, nel frattempo delle mie elucubrazioni solitarie?
@Marilisa
è chiaro che quando si parla della mancanza dei sorrisi della signora Koll ci si riferisce alle volte in cui la si è vista in Tv parlare della sua conversione ( Porta a Porta, Tv2000, ecc. )
Per il resto, concordo sul fatto che ognuno percorre il proprio sentiero a modo suo e va rispettato per questo.
Io invece non sono per niente d’accordo. Ho conosciuto personalmente figli spirituali di Padre Pio, nonché una sartina, la giovane apprendista Irene, ora anzianissima, che lavorava dentro i laboratori della Rai, alla quale -testimonianza diretta- il Santo andò in bilocazione, chiamandola in convento perché portasse, ai personaggi famosi dello spettacolo, dei messaggi precisi. Accorsero da Padre Pio -inizialmente per curiosità – cantanti e attori come Nilla Pizzi, Carlo Campanini, Lino Banfi e molti altri che si avvicinarono profondamente a Dio e alla Chiesa. Anche Lola Falana [per altre vie] entrò in clausura e ancora è li. Il Santo prediligeva persone dello spettacolo affinché divulgassero la fede, testimoniassero ciò che era accaduto dentro la loro vita e la loro coscienza. Raccomandando di dire queste parole : “non c?è nulla di più importante che la liturgia domenicale, della parola di Dio. Nella messa ed i figli spirituali di Padre Pio lo sanno, accadono i più grandi miracoli e il Signore concede ai devoti che lo pregano con fede le grazie più grandi proprio durante la celebrazione della Messa”. Perché tenere per se un messaggio così grande, sarebbe un peccato di omissione. La fede va incoraggiata e testimoniata.
Si, principessa, conoscono da vicinissimo i missionari, li conosco personalmente: sacerdoti sparsi in tutto il mondo dall’Ispettoria dell’Amazonia alla Nuova Guinea, al Togo e via discorrendo. In tutti c’è, devo dire,l’entusiasmo della missione, c’è quella forza interiore che solo lo Spirito Santo può dare. Ma al contempo, in tutti, c’è un grande senso di impotenza e desolazione per lo sfacello e le malattie endemiche che trovano..
Ho visto sacerdoti piangere, mentre dall’ambone supplicavano le offertine da portare, a volte anche per sistemare un pozzo, creare una pavimentazione tra il fango per un refettorio…Il contatto con la miseria segna, e di molto, la vita.
Ritengo che la fede di chi si è convertito in modo quasi miracoloso non influisca minimamente sugli altri, che la fede l’ abbiano o no.
La fede vera è qualcosa di talmente intimo e “grande” che l’esperienza altrui non vale certo a convertire chi non ce l’ha.
Magari fosse così, ma non lo è. A meno che si tratti di una “fede” solo a parole ma non di fatto.
Per la fede si deve essere “toccati” da Dio, non dalle parole di chi dice di avere fede.
Se io non avessi fede, le parole di una Claudia Koll o di qualche altro illustre personaggio non mi aiuterebbero per niente.
Le ascolterei come un bel racconto e niente di più.
Credo che sia fuorviante l’immagine del convertito col sorriso Durban’s stampato a 32 denti.
Mi sembra fuorviante mettersi a dubitare io peggio a ironizzare su esperienze che invece possono arricchirci ed esserci di grande aiuto.
D’altra parte, senza ricorrere i volti emaciati e sofferti con cui erano rappresentati i grandi Santi del ‘500, non credo sia possibile stabilire una relazione necessaria fra conversione e sorriso.
Io ringrazio piuttosto il Signore per questi “fatti” di conversione, anche se capisco come la mentalità corrente (non dico imperante per non irritare l’esimio Leopoldo) possa rimanere perplessa davanti ad espressioni come maligno, peccato, rosario….
Concordo con te, Marilisa, per la sostanza del tuo ragionamento, ma è pur vero che la maggioranza delle persone – e questo Padre Pio, per esempio, lo sapeva bene – guarda ai personaggi famosi come a degli esempi da seguire o da cui farsi influenzare ( la ragione di ciò mi rimarrà sempre sconosciuta). Da questo punto di vista si può accettare che il personaggio “famoso” vada in giro a parlare di una cosa tanto privata e personale come una conversione o come la Fede, in generale. Quali siano i riscontri o i risultati non è dato sapere, ma se anche una sola persona viene incoraggiata ad avvicinarsi alla fede (qualunque essa sia) da questi personaggi, ben venga anche il circo mediatico e le sue luci su queste storie personalissime. Ho i miei dubbi , ma almeno sono azioni innocue.
Per quanto riguarda la facciata e il sentire interiore, invece, mi trovi completamente d’accordo. Ma qui il ragionamento è molto più profondo ed esula dai personaggi famosi e dal loro operato, ritrovandosi molto di più nelle ultime tre righe del post di Nino delle 16:44.
Mio caro Fides,
la pregherei leggersi il post di Lorenzo delle 15:09 per quanto riguarda il peccato: meglio non lo si sarebbe potuto esprimere.
Poi, per sua informazione, anche i “perplessi” come me recitano il Rosario ogni giorno, come succede da almeno 40 anni.
Inoltre, (non che ne abbia bisogno) mi sento di difendere Leopoldo, perchè una opinione diversa – così come TUTTE le opinioni ospitate in questo blog – fa “crescere”, anche quando si continua a rimanere ancorati alle proprie convinzioni, ma soltanto a patto di “aprire” la mente e dialogare da pari a pari, senza ergersi e depositari dell’unica verità possibile.
Poi ancora, mi consenta di dissentire sul fatto che la Fede – la nostra – debba per forza presentare volti emaciati e sofferenti, che il cammino di ciascuno (per quanto doloroso) debba sempre mostrare tristezza prima di gioia……Ma che Dio è se ci vuole sofferenti mentre sperimentiamo una Luce e un Amore indescrivibili? ( poi dice che uno si incavola!!!) ( è detta con il sorriso,ovviamente!)
Un caro saluto
S’è misericordia, havi m’esti misericordia pe tutti!
(Se Dio è misericordia, dev’esserlo per tutti)
Lo diceva la vicina di mia nonna. Ho fatto a tempo a sentirglielo dire. Forse vale più di tanti commenti sulla conversione di Claudia Koll o il matrimonio di Selen.
Forse sarebbe ora di ricordare che non sarebbe male, da parte di noi cattolici credenti e più o meno praticanti, avere cchiù misericordia pe tutti.
Grazie, tonizzo. Sempre preciso, dritto al punto ed efficace.
@principessa
Non so in cosa dissenti.
Rileggi quello che ho scritto e capirai che non diciamo cose diverse.
In particolare sappi che non provo simpatia né per i volti emaciati, né per i sorrisi Durban’s.
Poi l’esimio Leopoldo è libero di scrivere quello che vuole, mi pare, e non sarò certo io ad impedirglielo.
Fraternamente,
Luigi
Per quanto riguarda Lorenzo, devo purtroppo ammettere la mia inettitudine o pigrizia nel leggere post che superino le venti righe…
Mio caro Fides/Luigi
dissento su quanto segue:
“Credo che sia fuorviante l’immagine del convertito col sorriso Durban’s stampato a 32 denti.
Mi sembra fuorviante mettersi a dubitare o peggio a ironizzare su esperienze che invece possono arricchirci ed esserci di grande aiuto.
D’altra parte, senza ricorrere i volti emaciati e sofferti con cui erano rappresentati i grandi Santi del ’500, non credo sia possibile stabilire una relazione necessaria fra conversione e sorriso.
Io ringrazio piuttosto il Signore per questi “fatti” di conversione, anche se capisco come la mentalità corrente (non dico imperante per non irritare l’esimio Leopoldo) possa rimanere perplessa davanti ad espressioni come maligno, peccato, rosario….”
Dissento inoltre su una presunta ironia nei commenti su questo “fatto” di conversione e dissento anche riguardo al fatto che chi non la pensa come te viene catalogato tra la “mentalità corrente” e non come un fratello che non è sicuro di nulla ed è alla ricerca che forse lo condurrà a quelle conversioni di cui ti dici felice.
A proposito, ma pensi che chi ha espresso una opinione personalissima sulla vicenda Koll non sia altrettanto felice di ciò che la signora ha raggiunto?
Altrettanto fraternamente e con un sorriso sereno
Cinzia
se fossi in te, supererei la pigrizia, per una volta, e leggerei il commento di Lorenzo. Mèrita, come sostanza e come persona in cammino…
Buona sera a tutti.
Avevo fatto una semplice osservazione sul “sorriso”.
Vi informo che il motivo della mia riflessione è dovuto al fatto che quel “problema” riguarda anche me.
E’ alquanto che è perso un certo “brio” e una certa spensieratezza.
E a me piace rifletterci su…
mi piacerebbe indagarne la causa…