In casa c’è una colf nera e Giacomo, quattro anni, va matto per il suo bel colorito: “Mangio tanta cioccolata per diventare come te”.
Cioccolato e meticciato casalingo
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In casa c’è una colf nera e Giacomo, quattro anni, va matto per il suo bel colorito: “Mangio tanta cioccolata per diventare come te”.
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ahahahah che ridere.
Aahahahahhhh..AHAHAAHAHAAHAHAAHAHAHAHA…la spontaneità dei bambini è fantastica, inimitabile. Giusto ieri, al mercato, dinnanzi al banco dei cocomeri, una ragazza, giovane con i codini sembrava essa stessa una ragazzina con un pancione enorme, in avanzato stato di gravidanza. Arriva una bimbetta per mano alla nonna, sosta davanti al banco, la nonna fa per prenderne uno e la nipotina terrorizzata la tira per un braccio. Guarda il pancione della ragazza, guarda la nonna e terrorizzata’:” nonnina,no! non lo comprare, no” No…guarda, guarda, e se ci viene su un pancione grande?? paura!!”.
.ahahahahahahahahahAHahahahha…oddio..beata innocenza!
Avrebbe anche potuto dirle : “ Ti regalo una saponetta così ti lavi e diventi bianca come me”
Chissà perché la conclusione più facile è sempre quella di assomigliare agli altri piuttosto che chieder agli altri di assomigliare a noi.
Dev’essere una questione basata sulla scarsa stima che ciascuno ha di sé stesso pensando che gli altri siano migliori. E poi si definiscono cristiani, ma in realtà lo sono al contrario.
Paolo dice invece : “ vorrei che tutti gli uomini fossero come sono io” ( 1 Corinti 7.7 – Era bianco o nero ? ) Era forse era presuntuoso ? Eppure insiste : “ Fratelli, vi imploro: Divenite come sono io, perché anch’io ero come siete voi” ( Galati 4.12) – Dev’essere per via del fatto che lui si era lavato !
Eppure anche Gesù disse : “ Non abbiate timore, voi valete”
Qualcuno dovrebbe spiegare agli Autori questo vangelo che è tutto da rifare.
La nonna avrebbe dovuto spiegare alla bambina che “non c’è timore nell’amore” ( 1 Giovanni 4.18) e che i pancioni sono il frutto dell’amore ! Evidentemente la bambina non era stata ben educata, nessuno le avrà spiegato che i pancioni sono una cosa buona. Se ne aveva paura, evidentemente è stata come la solito educata al contrario.
Altro che innocenza, beata ignoranza !
La pancia a forma di anguria NON è prerogativa esclusiva delle donne incinte, avrebbe potuto avercela anche un uomo, e sucitare nella bambina in questione la stessa ansia nei confronti della grossa drupa…
Una decina di giorni fa mi sono recata a far visita ad una conoscente, abbastanza stagionata a dire il vero,che aveva datto alla luce una bambina [miracoli dell’inseminazione in vitro] in un bell’ospedalone romano.
In un’angolo, sola soletta,seduta su di una sedia a rotelle con le doglie all’ultimo stadio un donnone africano nera, ma di un nero che più nero non si potrebbe. Vestita con abiti tradizionali muoveva la testa avanti e indietro senza emettere un suono. Anche un cieco si sarebbe accorto che stava partorendo ma nessuno degli addetti ai lavori sembrò preoccuparsene. Alla fine, si decisero a portarla in sala parto in un precipitoso fuggi fuggi, quando già il bambino era per metà su questa terra. Il padre -un colosso, gigantesco- faceva avanti e indietro, lentamente, segnando il perimetro della sala d’attesa senza muovere una grinza solo gli occhi agili ruotavano a destra e a manca.Non passò neppure un quarto d’ora che ecco arriva il piccolino avvolto in una camiciola dai colori accesi, improbabili. Credo di non aver mai visto un neonato di quelle dimensioni e di quelle fattezze: due occhioni spalancati, la pelle d’ebano e un lungo ciuffo ricciuto sulla fronte mentre sul dietro e ai lati, la piccola testolina era ricoperta da una fitta peluria simile ad un astrakan…meraviglioso! Mentre il padre sussurrava un sommesso:”Welcome!”, dentro di me raccomandavo a Dio quel piccolo Angelo nero!
“dentro di me raccomandavo a Dio quel piccolo Angelo nero!”
Ho fatto un piccolo copia incolla da wikipedia:
“Per raccomandazione si intende, comunemente, un’azione o una condizione che favorisce un soggetto, detto raccomandato, nell’ambito di una procedura di valutazione o selezione, a prescindere dalle finalità apparenti della procedura, cioè indicare i più meritevoli e capaci…..
Caratteristica fondamentale della raccomandazione, dunque, è che agisce su queste procedure introducendo un criterio di valutazione estraneo ai loro criteri logici ordinari, che dovrebbero puntare a scegliere i più preparati e i più idonei…..
La raccomandazione, anche detta informalmente “spintarella”, può essere ulteriormente distinta in raccomandazione a spinta e raccomandazione a scavalco….. Questa pratica danneggia quindi meritocrazia e l’efficienza che dovrebbero essere sempre alla base delle assunzioni e della gestione: l’accesso di nuovi assunti non in grado di assolvere ai requisiti richiesti può causare una diminuzione o un danno alla produttività e all’efficienza di una struttura, mentre in molti casi la macchina burocratica della stessa diventa più lenta per la presenza di personale assunto ad hoc in numero eccedente rispetto alle necessità effettive….
Per tutti questi aspetti, le raccomandazioni sono da considerare una vera e propria piaga sociale, che danneggia alle fondamenta il sistema sociale ed economico, incentivando la “fuga dei cervelli”, minando la competitività del sistema produttivo, incentivando l’inefficienza, gli sprechi e l’illegalità nella pubblica amministrazione e contribuendo a diffondere un’atmosfera di sfiducia e scarsa propensione al lavoro e allo studio”
Per compensarla per lo sforzo fatto in buona fede con il bambini di colore, le dedico anch’io una storiella che può leggere quì :”La collana di perle” e
“Le pietre della vita”
http://www.cristianitestimonidigeova.net/articolo.aspx?Articolo=269
http://www.cristianitestimonidigeova.net/articolo.aspx?Articolo=281
Saluti
Mio figlio maggiore da piccino aveva i capelli rossi e non gli piacevano.
Così diceva sempre: “io mi metto la ‘pattina’ sui capelli, così mi diventano neri”.
La pattina è il lucido da scarpe, che io nascondevo nei posti più alti per timore che mettesse in atto il suo progetto.
“La pancia a forma di anguria NON è prerogativa esclusiva delle donne incinte, avrebbe potuto avercela anche un uomo”
Si è vero, però nel caso di specie era quella di una donna ad aver creato l’ansia
“una ragazzina con un pancione enorme, in avanzato stato di gravidanza. Arriva una bimbetta per mano alla nonna,”
Come lo capisco carissima nico. Devi sapere che da bambina, ma fino ai 18 anni, avevo i capelli di un biondo…impressionate…sembravano d’argento e me ne vergognavo non li sopportavo proprio. Una volta , avevo 15 anni, per renderli più scuri ci misi sopra una tinta castana,e questi diventarono rosa. Allora, pensai di riparare il guasto mettendoci sopra un’altra tinta, stavolta biondo scuro, ma peggiorai la situazione, di molto perché-o o o- diventarono verdastri con una leggera sfumatura blu..una puffa insomma…fantastici! Poi col tempo scurirono però….maledizione..rimasero delle striature [che in gergo “parrucco” le chiamano meches…credo si scriva così..] assai chiare, che detesto, perché mi impediscono di fare le tinte che vorrei, pena: rischiare di ritrovarmi la testa con delle strisce dalla nuance imprevedibile! Il bello è che quando vado ,raramente, dal parrucchiere per tagliermeli [perchè si allungano schifosamente] mi sento dire : ma che belle queste meches…si, belle un corno…!
Caro Luigi una breve disquisizione che nasce dalla parola “meticciato”.
Della parola “meticcio”, il dizionario italiano offre la seguente definizione : “ agg. e n.m. [f. -a; pl.m. -ci, f. -ce] si dice di persona nata da genitori appartenenti a due razze diverse,
E Wikipedia definisce “Razza” –“UN gruppo animale appartenenti alla medesima specie…. Il pur permanente utilizzo del termine razza è scientificamente non fondato in ambito zoologico, in particolare quando esso venga impropriamente applicato anche alla specie umana, …. il termine razza è quindi desueto, soprattutto quando la specie è diffusa nel territorio senza soluzione di continuità; in particolare, nella sua accezione scientifica e moderna, non è applicabile ad una specie geneticamente omogenea come quella umana, come esplicitato nella dichiarazione sulla razza (UNESCO 1950)….. per questo motivo, il termine razza è praticamente scomparso dalla terminologia scientifica, sia in antropologia biologica che in genetica umana. Quelle che in passato erano comunemente definite “razze” – come la bianca, la nera o l’asiatica – sono oggi definite “tipi umani”, “etnie” o “popolazioni”, a seconda dell’ambito sociologico, antropologico o genetico nel quale esse vengono considerate.”
Risulta quindi evidente che non essendoci razze diverse ma una sola razza umana, anche il termine “meticcio” cambia di significato non essendoci più razza, ma una sola, quella umana.
Poiché la conoscenza avanza, dovremmo avanzare con essa, abbandonando concetti che legano più ad una concezione razzista se applicata alla specie umana.