1. Pieno rispetto nel linguaggio e negli atteggiamenti per le persone con orientamento omosessuale – una pienezza di accoglienza che vuol dire anche comprensione delle loro scelte di vita – quantomeno quella comprensione che è possibile per scelte che non si approvano.
2. Tendenza a rendere attivo e diffusivo tale rispetto oltre la cerchia dei rapporti personali – collaborando al superamento di ogni forma di dileggio, discriminazione e condanna nei loro confronti.
3. Maturare in me stesso e promuovere intorno una valutazione positiva del fatto che due persone dello stesso sesso si amino: per il conforto e l’aiuto reciproco, per lo stimolo a comportamenti positivi che ne può venire nella convivenza sociale.
4. Con lo stesso impegno e la stessa chiarezza affermare – anche qui attivamente – la propria indisponibilità all’introduzione nel nostro ordinamento del matrimonio omosessuale e del diritto di adozione per coppie omosessuali.
5. Nel colloquio con le singole persone a orientamento omosessuale presentare e discutere con ogni rispetto e schiettezza la disapprovazione che di tale orientamento è presente nella Bibbia e nella tradizione cristiana che mi sono più care della vita.
In queste cinque idee riassumo quanto vado riflettendo. Non gli attribuisco alcuna importanza, ma costituiscono il brogliaccio della mia ricerca. Un primo abbozzo scritto che sono pronto a modificare ascoltando chi ne sa di più. A partire dai miei bloggers.
Trovo molto apprezzabile l’equilibrio di questo “programma in 5 punti”.
Mi resta un dubbio (è veramente un dubbio, non lo dico in modo retorico o provocatorio): come conciliare 3 con 5. Ovvero, se deve esserci “valutazione positiva del fatto che due persone dello stesso sesso si amino”, e “amino” immagino vada inteso in senso proprio, come possiamo spiegare “la disapprovazione che di tale orientamento è presente nella Bibbia e nella tradizione cristiana”? Basterà la distinzione tra peccato e peccatore? Mi pare che l’affermazione 3 superi (io credo giustamente) questa distinzione.
INsomma, facilmente si scivolerà nella negazione del punto 3 (la posizione attualmente adottata dall’ufficialità della Chiesa) o nella negazione del 5 (che poi mi pare che sia il comune sentire della Chiesa popolo). Non per niente il punto 4, che sta là in mezzo, è in bilico….
caro LUIGI.
preparati alla guerra!
se vuoi aggiungerei un sesto punto:
6 Possiilità per una persona con tendenza omosessuale di diventare sacerdote senza dover rinnegare questa parte della sua personalità (che rimane, appunto, una parte, seppure non indifferente).
Equiparazione del giudizio sulla vocazione tra un candidato omosessuale e uno eterosessuale la cui personalità va valutata in maniera globale.
E adesso mi preparo anch’io alla guerra, anche se sinceramente non ho molta voglia di discutere!
Buona seconda domenica di Avvento a tutti (e buona quarta domenica agli Ambrosiani).
Marco don
Possiilità per una persona con tendenza omosessuale di diventare sacerdote senza dover rinnegare questa parte della sua personalità
NESSUNA!!! VA, A ZAPPARE LA TERRA!
Caro Luigi,
in questo primo “giro”, mi limito a confermare quanto avevo già condiviso nell’incipit del tuo post precedente.
Qui però sei entrato nel particolare, nel dettaglio, nelle specifiche che in qualche modo connotano azioni e impegni conseguenti allora mi permetto di fare una osservazione previa.
Mi pare che nei punti dall’1 al 3 siamo nell’ambito della cittadinanza laica che uno Stato laico e democratico dovrebbe normalmente promuovere e tutelare con leggi inequivocabili.
Nulla di nuovo sotto il sole si potrebbe dire.
Lo dico in senso ironico dato il “confino” mentale e storico-cultural-antropologico che tuttora segna quote significative della società italiana.
Mentre i successivi due punti riguardano posizioni “confessionali” che pure condivido, ma che necessitano a mio avviso di ulteriori integrazioni per la parte “non possumus”.
Credo che su questo argomento e sulla non accessibilità alla Comunione dei separati occorra che i cattolici facciano qualcosa in più oltre che dichiarare fermamente un dissenso al “matrimonio” e all’adozione.
Che cioè si impegnino a lavorare “intra moenia” affinché sacerdoti e laici “fedeli” promuovano un chiaro e partecipato spirito di ACCOGLIENZA che ponga le basi per un sereno, franco e aperto dialogo al fine di aiutare la chiesa a trovare soluzioni possibili e compatibili con la Parola.
Voglio dire che non serve marcare reciprocamente, pur nel rispetto, le diversità : “Io Cattolico, Tu Jane”.
L’apostolato riguarda strettamente il nostro essere, il “cambio di passo” spetta a noi.
—————————————————–
“Il Battesimo mi ha elevato allo stato soprannaturale; ma tale stato deve essere maturato, e tutta la vita ci è data per tale maturazione; ed è la carità, cioè l’amore di Dio, che ci trasforma.
L’aver resistito all’amore, il non essere stato capace di accettare la sollecitazione di tale amore che mi aveva detto: “Da’ la coperta al tuo fratello”, è talmente grave, che crea, tra me e Dio, la porta del mio purgatorio.
Che vale dire bene l’Ufficio divino, ascoltare la S. Messa e non accettare l’amore?
Che vale aver rinunziato a tutto, l’essere venuto qua tra la sabbia e il caldo e resistere all’amore?
Che vale difendere la verità, battersi per i dogmi coi teologi, scandalizzarsi di coloro che non hanno la stessa fede e p[oi restare per epoche geologiche sulla porta del purgatorio?
“Sarete giudicati sull’amore”: ecco ciò che mi grida quel pezzo di deserto tra Tit e Silet.
“Sarete giudicati sull’amore” mi dice la grande pietra sotto la quale trascorrerò il mio purgatorio in attesa di maturare in me la carità perfetta, quella che Gesù mi ha recato sulla terra e mi ha donato col prezzo del Suo Sangue, accompagnandolo col grido della grande speranza: “Io vi risusciterò nell’ultimo giorno! ” (Gv 6, 40).
Che quel giorno non sia troppo lontano! ”
LETTERE DAL DESERTO di Carlo Carretto
Buonanotte.
Concordo perfettamente con i punti 1,2,4,5 espressi da Luigi. Sono invece perplesso sul terzo punto (al contrario di Maioba, di cui non condivido per nulla il punto 6).
@Clodine
Ma possibile che per voi la religione sia ridotta banalmente ad un fatto di sessualità? Davvero avete così paura delle cose terrene da non riuscire a vedere il lato spirituale delle cose? Sono agghiacciato da questa concezione assurda della religione, tutta legata a problemi carnali, incapace di concepire la sessualità come una sfera della vita e non come LA vita… davvero non riesco a capire cosa vi spaventa da farvi arroccare su queste posizioni. A rigor di logica che un prete sia eterosessuale o omosessuale è totalmente indifferente, dato che ha fatto voto di castità quindi ha eliminato dalla sua vita la sfera sessuale. Punto. E allora cosa cambia che sia o no omosessuale? Niente, assolutamente niente. E’ una cosa talmente elementare che trovo davvero difficile confutarla. Anzi, impossibile.
La cosa che trovo più assurda è che si possa discutere di qualsiasi cosa, ma non appena si tocca la “carne” subito si alza la voce e non si cede di un millimetro. Non vi sembra alquanto infantile come atteggiamento? Io sono davvero allibito ogni volta che si toccano certi argomenti…
Intanto chiariamo che il prete non fa voto di castità, e non elimina la sfera sessuale dalla sua vita. Ovviamente. Come potrebbe?
Credo che sia fondamentale che un prete abbia un rapporto “sano” con la propria sessualità, condizione per un rapporto interpersonale sano. Questo per dire che nemmeno la condizione di eterosessuale garantisce nulla di per sé da questo punto di vista: quanti preti eterosessuali vivono con la propria sessualità un rapporto morboso? Quanti non sono in grado di instaurare un rapporto maturo con persone dell’altro sesso? Vedi diffusa misogenia di molto clero.
Quanto all’omosessualità: SE questa fosse vissuta in modo sobrio ed equilibrato, non avrei niente da obiettare. MA è possibile oggi, in Italia, in un contesto ecclesiale, vivere un rapporto sereno con la propria omosessualità? Purtroppo ho qualche dubbio. Il punto 6 proposto da maioba potrebbe essere preso in considerazione solo una volta raggiunti e consolidati i 5 precedenti.
A seguito di una animata discussione scaturita dal tema di un post precedente,trovo condivisibili, perché incentrati sul massimo rispetto del prossimo, i cinque punti di riflessione presentati da Luigi Accattoli sull’atteggiamento nei confronti degli omosessuali,che sono prima di tutto ed essenzialmente PERSONE la cui dignità(è perfino banale dirlo) è assolutamente pari a quella di tutti gli esseri umani.
Il 3° punto evidenzia la positività del sentimento(amore con conforto e aiuto reciproco, fra l’altro in un mondo prevalentemente loro ostile) che unisce due esseri dello stesso sesso e che perciò non può essere disapprovata.Caso mai va disapprovata l’ostentazione provocatoria che a volte ne viene fatta e che disturba allo stesso modo degli eccessi di affettuosità-quando succede- esibiti in pubblico dagli eterosessuali.
Per quanto riguarda il 5° punto si deve tener presente che è vero che la Bibbia mostra netta riprovazione di certi atteggiamenti,ma è pur vero che essa è lo specchio della mentalità di tempi antichissimi,mentalità riscontrabile nel rigore di diversi accadimenti e giudizi, successivamente temperati,almeno parzialmente,nel N.T.volto prevalentemente alla mitezza e alla misericordia.
Oggi comunque il “problema”(sempre esistito e taciuto) è nella piena visibilità e lo si deve guardare in faccia con realismo e senza falsi pudori mettendo in primo piano il bene che è presente in queste persone.
Sono state anch’esse create da Dio:perché con queste inclinazioni?
Si devono perciò sottrarre al consorzio civile?
Che pena Luxuria col cappio al collo. Indegna
@Giacomo Brunoro
In questo contesto, preciso “In questo” ci si chiede anche “come conciliare 3 con 5.” Ovvero, se deve esserci “valutazione positiva del fatto che due persone dello stesso sesso si amino”, e quell’“amino” immagino vada inteso in senso proprio [si parla di atto sessuale, non di una partita a ramino caro Giacomo] come possiamo spiegare “la disapprovazione che di tale orientamento è presente nella Bibbia e nella tradizione cristiana”? ”
E di questo si parla…non della sfera spirituale..quello è un altro discorso ancora più importante e soprattutto di difficile comprensione, del quale si può discutere, parlarne e non venirne a capo e sai perché? Perchè è un ambito non sperimentabile empiricamente, ma riguarda la sfera interiore, ed è frutto di ascesi e meditazione profonda.
Questo perché siamo spiriti incarnati, dove la dimensione animica, spirituale, psichica e fisica formano un tutt’uno inscindibile.
Ora, posto il fatto che non siamo esseri incorporei, angelicati, ieratici, lontani dalle umane passioni, ma creature imperfette soggette a pulsioni profonde, carnali -come è d’uopo che sia- quale sarà il metro di giudizio, la cartina al tornasole, l’indicatore che mi dice dove differisco dall’animale, dalla bestia – la quale è molto più pacifica al riguardo rispetto alle aberrazioni umane- che agisce esclusivamente in base ad un istinto iscritto nel suo dna?
Per me che sono cristiana, seguace di Gesù Cristo, il mio punto di riferimento, parlo per me, è la Parola di Dio, è il Vangelo, prima ancora che il magistero o la dottrina della Chiesa, è la mia morale, è il rispetto che devo a me stessa in primis, ed agli altri con uno sguardo attentissimo ai piccoli che non vanno scandalizzati…
La mia morale sa già cosa è giusto o non giusto fare, e la Parola di Dio non fa che confermare ciò che già so nel profondo per aver elaborato in me, rimuginando, soffrendo di ciò che mi viene ” tolto” a fronte di un rigore talvolta esagerato che il messaggio evangelico impone senza mezzi termini “o con me o contro di me”, non ci sono compromessi!
L’omosessualità è stata praticata fin dall’antichità, ma quando venne la “pienezza del tempo”, ciò che prima era concesso ora va rivisitato e corretto e san Paolo lo ribadisce più e più volte circa le ralazioni carnali (vedi corinzi)
I grandi mistici avevano un rapporto con il trascendente così intenso da essere paragonato ad un rapporto fisico addirittura: l’eros non esclude l’agape lo dice chiaro e forte Benedetto XVI nella “Deus caritas est”. La messa in disparte della parola eros, insieme alla nuova visione dell’amore che si esprime attraverso la parola agape, denota indubbiamente nella novità del cristianesimo qualcosa di essenziale, proprio a riguardo della comprensione dell’amore, qui si parla di amore tra uomo e donna. Ma è necessario operare sempre un distinguo circa il termine « amore » che oggi è diventato una delle parole più usate ed anche abusate, alla quale annettiamo accezioni del tutto differenti “.
Io credo che non si possa scherzare su questo aspetto, qui si gioca sul crinale della salvezza : non si scherza “il discepolo sa cosa deve fare” a costo della vita.
Le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni ! L’inferno esiste ragazzi eccome !
Per quanto mi riguarda, so che questa vita presto o tardi finirà e mi troverò faccia a faccia con Lui, ma questo incontro inizia da qui, su questa terra….
Cercherò fino all’ultimo respiro di combattere la buona battaglia, e di conquistare…costa molto, è caro e salato il prezzo da pagare..ma le cose che costano sono quelle che valgono..con l’aiuto di Dio, secondo la Sua volontà
Grazie Massimo D per il tuo intervento!
Un grazie a Clodine per la lunga risposta. Che mi suscita tuttavia altre osservazioni. Giustifichi il rifiuto dell’amore omosessuale in termini morali senza ricorrere alla “legge naturale”, anzi sembri contrapporre ad una naturale (o primitiva) accettazione dell’omosessualità la morale della pienezza (dell’amore) propria del cristianesimo. Questa impostazione non mi dispiace: trovo che il concetto di “natura” sia filosoficamante superato, è sempre usato in modo molto selettivo a seconda delle esigenze, e se usato con coerenza porterebbe ad esiti paradossali (la natura è anche lotta per la sopravvivenza). Ma allora su cosa si fonda il rifiuto dell’omosessualità? Sulla Scrittura? Se è così, come potremmo spiegarlo ad un non cristiano? Come potremmo imporne la traduzione nelle leggi?
Sul comune sentire rispetto a ciò che è percepito come “giusto”? In questo caso, come negare che anche la morale possa evolversi nella storia?
Sono abbastanza d’accordo coi punti di Luigi, ne aggiungerei uno:
proporre e sollecitare, nelle forme debite e nelle sedi proprie, una fraterna riflessione ecclesiale sulla condizione omosessuale che coinvolga i livelli scientifici, pastorali e il magistero, cercando di verificare se tutto quanto è stato detto e insegnato corrisponda a una definitiva comprensione delle Scritture e della Tradizione o se non vi siano spazi di ulteriore discernimento.
Tenendo ben fermi i capisaldi: no alle forme di amore instabile, no al’ideologia dei diritti civili, no a ogni legittimazione della cultura pansessualistica, no all’equiparazione di istituti strutturalmente differenti.
La Chiesa forse potrebbe dare un primo contributo cominciando a favorire un’autentica distinzione, diffusa e consapevole, tra condizione omosessuale e cultura gay.
Marilisa benvenuta nel blog e grazie per il sostegno!
Ottime le intenzioni, ma mi sembra che l’equivoco, e perciò il veleno, stia nel punto 3: «promuovere … una valutazione positiva del fatto che due persone dello stesso sesso si amino». Suona benissimo, perché pare evidente che l’amore è bene. Ma non è questo il problema: tutti amiamo persone del nostro stesso sesso.
Qui dovremmo dire: «promuovere una valutazione positiva del fatto che persone dello stesso sesso si amino in modo tale da desiderare di possedere reciprocamente i propri corpi (è abbastanza martiniana, come formula?) e mettano in atto tale desiderio».
Dopo di che, se accettiamo che questo deve essere valutato positivamente e addirittura promosso, come fa a stare in pedi il successivo punto 4), se non, appunto, come mera «indisponibilità» a riconoscere il matrimonio omosessuale, cioè come atteggiamento puramente soggettivo, irrazionale, dipendente da opzioni fideistiche, e che perciò sarebbe violento voler imporre a tutti come obbligo di legge?
punto 4.a – Sono convinto che il matrimonio tra omosessuali ossessioni piu’ i suoi oppositori che i diretti interessati, i quali in Italia richiedono ben altro.
punto 4.b – In Italia non e’ riconosciuto il diritto di adozione delle coppie tout-court, eterosessuali e omosessuali che siano; in Italia e’ riconosciuto solo il diritto del bambino ad essere adottato. Non siamo mica un paese incivile come Israele 🙂
punto 6 di Maioba: se fai queste affermazioni in pubblico senza temerne le conseguenze per me diventi un eroe! (non sto scherzando).
Certo che il non esiste il diritto di adozione. Ci mancherebbe anche questa mostruosità giuridica! Già troppe ne stiamo preparando, grazie ai nostri bravi legislatori e ai nostri bravi magistrati, che dovrebbero essere «soggetti alla legge», ma invece legiferano.
Quanto al confronto Italia-Israele …. per piacere si abbia la decenza di non proporlo neppure.
– Quanto al confronto Italia-Israele …. per piacere si abbia la decenza di non proporlo neppure.
Perche’ consideri indecente confrontare la legislazione italiana con quella israeliana riguardo la regolamentazione dell’istituto dell’adozione e del riconoscimento delle coppie omosessuali?
Trovi indecente la legislazione italiana o quella israeliana?
Ovviamente mi riferivo all’ironia implicita nel commento «Non siamo mica un paese incivile come Israele», che tradotto significa: Israele sì che è un paese civile, noi invece …
Non conosco la legislazione israeliana in materia di adozione e di riconoscimento delle coppie omosessuali, ma se è vero quanto dice geeraerts, posso dire serenamente che la legge italiana, facendo in ogni caso prevalere il diritto del minore adottabile,si dimostra molto più ragionevole e civile.
L’ho già ricordato in un altro messaggio: in Spagna un magistrato sta passando dei guai grossi per aver osato sostenere il diritto del minore ad avere una famiglia adottiva con un padre e una madre.
Punto 1. OK. Mi limito a considerare che deve esserci una reale possibilità (sono, purtroppo, quasi portato a dire anche “liceità”) di rendere manifesto che sono “scelte che non si approvano”. Estremamente preoccupante – foriero di un totalitarismo prossimo venturo – è chiedere leggi inequivocabili (ovvero che censurino questo dissenso, sottolineo: non sulle persone ma sulle scelte).
Punto 2. Come sopra.
Punto 3. Il tutto mi risulta oscuro, fa tanto fiction.
Punto 4. Sottoscrivo.
Punto 5. Il testo del CCC è esemplare e del tutto “compatibile con la Parola [ma che brutta espressione…]”.
Punto 6 (di Maioba). L’intervento vaticano serve a fronteggiare l’emergenza ben nota. Stanno insieme e insieme andranno via.
BUONA DOMENICA A TUTTI.
Massimo D, il sacerdote fa promessa di celibato che equivale al voto di castità.
quanto ai punti di Luigi,
1 e 2 mi sembrano abbastanza simili e mi vanno bene (sempre distinguendo la persona da rispettare dalle idee/comportamenti che di per sè possono non essere rispettabili)
il punto 3 è irricevibile; è l’esatto opposto di quanto la Chiesa, slogandosi la mandibila, dice a destra e a manca. Eppoi sempre la chiarezza di quello che si scrive perchè un padre che ama i suoi figli maschi e viceversa (che sono dello stesso sesso), o un amico che ama i suoi amici maschi (stesso sesso) non è omosessualità. se c’è la parola omo seguita da sessualità significa che questa componente sessuale è ineludibile e indica SOLO la tendenza ad avere rapporti sessuali con persone dello stesso sesso. e non è la stessa cosa di un padre che ama i suoi figli maschi o una madre le sue figlie femmine.
il punto 4 mi sta bene, ma viene spontanea la domanda Luigi: come fai a mettere d’accordo il punto 3 col punto 4? perchè se nel 3 dici “Maturare in me stesso e promuovere intorno una valutazione POSITIVA del fatto che due persone dello stesso sesso si amino:[….]” nel 4 dici che poi non si può accettare il matrimonio tra omosessuali? se una cosa è positiva non c’è motivo di non approvare matrimoni e nemmeno adozioni.
Il punto 5 l’avrei sintetizzato così:
proporre alle singole persone con queste tendenze il Magistero della Chiesa in generale e quello in cui più specificamente si parla dell’omosessualità e si spiega perchè la Chiesa affermi “cosa” essere non-buona in sè stessa.
inversione di due parole nell’ultima frase:
[…] e si spiega perchè la Chiesa affermi essere “cosa” non-buona in sè stessa.
Marilisa queste “inclinazioni” non sono volute da Dio. Purtroppo non si tiene conto che l’uomo è ferito dalle conseguenze del peccato originale. tutto il male che c’è nel mondo viene da lì.
Gentili amici, il problema, come posto da Luigi, non è effettivamente risolvibile. La tensione tra i punti .3 e .5 è insuperabile, a patto di un approccio “letterale” ai testi del NT. Come osserva Clodine, è soprattutto la lettera ai Corinzi che contribuisce a “formare” la morale sessuale cattolica. Tuttavia: abbiamo alcuni precedenti esegetici che vale la pena richiamare. Pensiamo al punto di vista paolino sul ruolo della donna nella chiesa, e confrontiamolo con la Mulieris dignitatem di Giovanni Paolo II. Oppure pensiamo alla questione della schiavitù nei primi secoli cristiani e alla larga accettazione (seppure molto addolcita rispetto alle prassi del tempo) che emerge anche nel NT, al punto da scandalizzare la nostra sensibilità moderna.
Dunque molto dipende dal criterio esegetico (ed ermeneutico) con cui ci si accosta al canone scritturistico. Non mancano episodi passati di interpretazioni (compiute dal Magistero) che hanno rivoluzionato l’interpretazione della “lettera”, in nome della salvaguardia dello Spirito, secondo l’analogia della fede. Tutto il ‘900 è stato, nel campo degli studi telogici e biblici, una vera e propria rivoluzione copernicana, apertasi con la Divino Afflante Spiritu (Pio XII, 1943) e conclusosi con la Costituzione Dei Verbum. Il senso del cammino percorso è stato da un lato riaffermare la dimensione ecclesiale della lettura e dell’interpretazione delle Sacre Scritture, dall’altra promuovere l’approccio storico critico nella lettura dei testi contro il metodo apologetico della neoscolastica, che procedeva per scoli e sentenze da inverare nei brani (del tutto avulsi dal contesto letterario) delle sacre scritture. La questione dell’omosessualità non meriterebbe un’indagine biblica ispirata in questo medesimo senso?
con tutti questi punti… ma cos’è?! Un concorso a premi?
Clod dai ammetti che hai esagerato un pò…
Io su molte cose la penso come don Marco ma credo che il mio pensiero non sia riducibile al suo e comunque chissenefrega.
Non ho voglia di mettermi a discutere sti punti accattoliani.
A luigi però dico solo una cosa: sabato la Stampa ha dato un ceffone sonoro in formazione e informazione al Corriere: patetica la paginetta di sabato sulla morte di Alessio II se confrontata con le due paginone della Stampa, sensibili e intelligenti. Ma poi chi è quello lì che ha scritto che “in Russia come in Occidente le chiese sono semivuote” è una frase da psicolabile pericoloso che necessita di TSO urgente: peccato solo che scriva sul Corriere della Sera.
Sono sempre più infastidito dal Corriere: tra poco – dopo l’attacco ignobile di Calderoli – incenserà la Lega.
– Condivido senza riserve il punto 1 del post di Luigi.
– Lo stesso si dica del punto 2; ma a scanso di equivoci aggiungerei l’aggettivo “ingiusta” accanto al sostantivo “discriminazione”.
– Proposta di modifica del punto 3: «Tutto quel che concerne la scelta sessuale e la sua realizzazione concreta appartiene alla sfera individuale, fermi restando i diritti imprescindibili dei minori, il dovere di osservare le leggi, l’opportunità di rimanere nell’ambito del buon gusto e del rispetto reciproco. Lo Stato eviti di sanzionare, moralmente e – peggio ancora – giuridicamente, l’espressione di opinioni e punti di vista sul tema dell’orientamento sessuale».
Punto 4: «Chiarire che non può essere considerata offensiva e ingiustamente discriminatoria una posizione di ferma opposizione di principio al cosiddetto matrimonio omosessuale e all’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali».
Punto 5: «Nel colloquio con le singole persone a orientamento omosessuale, un cattolico dovrebbe evitare ogni reticenza sull’evidente contraddizione fra questi princìpi – così come enunciati nei punti 1 e 2 – e le molte aberrazioni che hanno caratterizzato per secoli il comportamento e il pensiero dei cristiani e delle loro gerarchie. Precisare che certe affermazioni abnormi, presenti nella tradizione cristiana e cattolica e anche in alcuni libri della Bibbia, vanno superate e reinterpretate alla luce del messaggio d’amore che Gesù Cristo ha posto come fondamento imprescindibile della fede».
Caro Sumpontcura, memore delle (sincere) difficoltà che esprimevi nella precedente discussione circa le Sacre Scritture, ribadite – mi pare – anche in questo tuo ultimo post, mi permetto di suggerirti, caso mai non lo conoscessi già, un bellissimo saggio del gesuita e biblista Alonso Shokel, La Parola Ispirata. Mi ha aiutato a risolvere più di qualche crampo mentale, e a capire (ed amare) il dogma della Divina Ispirazione…
Un caro saluto
Antonio
Leonardo dice: in Spagna un magistrato sta passando dei guai grossi per aver osato sostenere il diritto del minore ad avere una famiglia adottiva con un padre e una madre.
Mi sembra giusto che passi dei grossi guai: un magistrato deve rispettare e far rispettare la legge; se egli ritiene che questa legge sia ingiusta/immorale/anticostituzionale/quel-che-vuoi/etc potrebbe seguire l’esempio di Gandhi: si arma di mooooolto coraggio, dichiara preventivamente in pubblico che intende violare questa legge, quindi la viola, quindi finisce di fronte ad un tribunale dove esporra’ le sue ragioni e dove chiedera’ al giudice di venire assolto qualora anche il tribunale consideri la legge ingiusta/immorale/etc, oppure – in caso contrario – di essere punito con la massima pena prevista dalla legge vigente.
Gandhi seguiva anche questa prassi per combattere una legislazione coloniale e imperialista che a suo avviso causava miseria, fame e morte nel subcontinente indiano.
Un cristiano non dovrebbe essere pronto a fare altrettanto per testimoniare la sua fede ed i connessi principi morali?
P.S.: condivido in massima parte la posizione del magistrato spagnolo.
Non mi metto pure io a specificare cosa vorrei aggiungere/togliere/correggere dei cinque punti proposti da Luigi, perchè, sennò, temo che il povero Luigi finisca per ubriacarsi di tutte le nostre proposte, contro-proposte, emendamenti e sub-emendamenti: neanche fossimo in Parlamento !
Mi limito solo, per tagliarla corta, a dire che sono sostanzialmente d’accordo con Luigi: stop.
Pensiero per Clodine, complementare all’osservazione che ti ha “lanciato” Ignigo74: quando ho letto il tuo intervento delle ore 7.06 ho pensato che questa è la Clodine che preferisco (l'”impareggiabile” Clodine, come t’ho definita tempo fa, per intenderci).
Pensiero per Maioba: spero che ripenserai alla tua decisione di “auto-sospenderti” temporaneamente dal blog, perchè ti leggo sempre molto volentieri (e non credo affatto d’essere il solo) e mi dispiacerebbe dovermi privare delle tue riflessioni (con cui, oltretutto, e per quel che vale, spesso mi ci ritrovo).
Dimenticavo: benvenuta a Marilisa !
Domani, nella festività dell’Immacolata Concezione, la (piccola) parrocchia del mio (piccolo) paese vivrà una giornata particolare poichè, all’ora del Vespro, le sarà resa visita dal nostro Vescovo.
Buona domenica sera a tutti dal freddo e dalla nebbia del Nordest, ed un abbraccio, in particolare, a Sump, Fabricianus e Principessa !
Roberto 55
Questa sì che è agape fraterna, caro Antonio. Grazie per il suggerimento e che Dio ci benedica tutti.
(In particolare Principessa e Fabricianus, per cui battono i cuori e volano le preghiere; Clodine, che invierà un bacio a tutte le coccinelle sarde; Maioba, che tornerà prima possibile a dialogare con noi, che gli vogliamo un gran bene anche quando non condividiamo i suoi sesti punti; Giovanni e don78, solidi come rocce levigate; Leonardo e Lycopodium, ovvero dell’intelligenza e dell'(auto)ironia; Roberto e Ignigo, anche se non amano le tessere a punti; e via via tutti quelli che scrivono e quelli che si affacciano e si fermano a sentire, e anche quelli che si affacciano e scappano via subito, dal pianerottolo “Chez Accattoli”, il bar-sport più simpatico della Rete).
Esprimo la mia solidarietà a don Maioba per l’attacco personale che ha subito da Clodine nel post precedente. Nel merito della diatriba tra i due non entro, perchè so che quando Clodine “parte” non la prendo più… e mi spiacerebbe perderla, ma spero proprio di non perdere anche i contributi di don Marco. Per quello che vale, condivido pienamente il suo sesto punto.
Grazie di cuore anche al prof (?) Finazzi, che mi lascia semplicemente arricchito e ammirato. Caro Sump, la lettura che ti ha consigliato veramente potrebbe aiutarti nella tua ricerca.
Condivido anche pienamente il primo capoverso del “punto” di Francesco, tipico caso di discepolo che supera il maestro 😉
La domanda è: ma noi cristiani abbiamo veramente capito tutto della e detto tutto sulla omosessualità? Veramente il discorso è chiuso con San Paolo o con la legge naturale? Gli esempi, già citati, che riguardano la schiavitù e la condizione della donna (eh sì Clodine.. ) ALMENO mi alimentano un grosso dubbio.
Ma che prof e prof, sono solo un povero bischero trentatreenne (età cristologicamente impegnativa) che si arrabatta come può a leggiucchiare, studiacchiare e approfondire le ragioni della sua esistenza :-)…per il resto nella vita (professionale) mi occupo di tutt’altro…ma mi fa piacere condividere questo spazio di riflessione con persone appassionate almeno quanto me…
@Antonio Finazzi e Clodine
“è soprattutto la lettera ai Corinzi che contribuisce a “formare” la morale sessuale cattolica”
E’ questo il problema di fondo, che la morale sessuale cattolica si basa in gran parte sulla lettera ai Corinzi ed in generale sulle parole di San Paolo, che più passa il tempo e più mi sembra il reale fondatore della Chiesa Cattolica (tesi molto polemica e provocatrice).
Poi, se vogliamo continuare ad essere polemici, nella Bibbia e nella tradizione cristiana vengono espressi orientamenti diversissimi tra loro su moltissimi campi (sessualità, status dela donna, schiavitù, uccisione dei propri nemici, ecc…), tutti ricollegabili da un punto di vista culturale ai tempi in cui sono stati espressi (come ad esempio l’approvazione del concubinato).
Per quanto riguarda “la legge naturale” stiamo molto attenti, perché è il magistero della Chiesa a decidere cosa è o non è naturale (penso ad esempio ai trapianti di organi o a chi resta in vita grazie all’ausilio di macchinari, posizione avallate dalla Chiesa nonostante “la legge naturale” sia tutt’altra cosa).
Ultima cosa: tutti i vostri discorsi ignorano il punto di fondo della questione. Mi potete spiegare per quale motivo se una persona non è cattolica deve essere comunque costretta a seguire legalmente i precetti delle religione cattolica? Io questo proprio non lo capisco.
Caro Luigi,
punto 5.
stai partendo da un presupposto profondamente sbagliato.
Nella Sacra Scrittura NON ESISTE il concetto di SESSUALITA’ come oggi la intendiamo, o meglio quel concetto che oggi conosciamo, e che si è sviluppato soltanto dal ‘800 in poi.
Come per il concetto di sessualità, così vale anche per il concetto di omosessualità (dal greco omos, uguale, medesimo) che è un termine e concetto totalmente moderno (‘800 in poi).
Da non confondere sessualità con la prostituzione che è sempre esistita per dare conforto ai maschi e che in alcuni tempi è stata anche sacralizzata.
Caro Luigi,
esiste esegetica e critica testuale e quanto altro, che permette di approfondire lo studio della materia biblica.
Come Marilisa ha intelligentemente affermato, il testo biblico è composto da libri scritti in diversi tempi storici e all’interno di antichi contesti storici.
I vari autori ispirati hanno introiettato nei Sacri Testi quegli elementi socioculturali che erano all’interno della propria cultura, che è cultura del clan, che è cultura che ha come obiettivo fondamentale il buon rapporto con il DIVINO (per avere un buon raccolto, per avere molto bestiame, per avere molta discendenza) e la DISCENDENZA che viene dall’unità sessuale tra un uomo ed una donna, importantissimo per lasciare alle PROPRIE generazioni future i beni che un clan costituiva attraverso il lavoro o le normali ruberie che si effettuavano nelle aggressioni tra clan o popolazioni rivali. (La leggete la Bibbia, vero?).
Caro Luigi,
se vuoi affermare il punto 5, devi coerentemente affermare che i froci non hanno futuro nella società e coerentemente chiudere il discorso.
Relativamente al punto 6. proposto da maioba, sempre coraggioso, e come tale, sempre attaccabile da coloro che non sono in pace con se stessi e con la propria corporeità,
caro maioba,
non so se ti sfugge, che da 25 anni circa, non ci sono teologi che fanno una pubblicazione che ricerchi sul tema relativo alla sessualità, ma
ma tutti i vari teologi, non fanno che copia e incolla di pezzi e frasi scritte dalle varie segreterie del Santo Padre, e che il Papa leggeva come proprie.
In Morale, c’è semplicemente una ripetizione continua, da teologo a teologo delle stesse identiche parole che hanno ripetutto continuamente senza discontinuità gli ultimi papi.
Non c’è assolutamente ricerca in questo campo.
Tra gli ultimi coraggiosi vi fu il redentorista (scuola di s.Alfonso Maria de’ Liguori) Bernard Häring (1912-1998), probabilmente il più grande teologo morale del XX secolo.
Tra gli ultimi Vescovi (comunque magistero) Basil Hume passato a miglior vita, il “morente” Carlo Maria Martini, e altri lo affrontano in modo molto soft al solo livello pastorale, ed essendo nelle categorie dei vivi e vegeti, preferisco non citare, nel silenzio ufficiale stanno aiutando tante persone, insieme ai sacerdoti, a riconciliarsi con se stesse e con il Signore che è infinitamente più grande delle miserie degli uomini tutti, anche quando occupano i Palazzi Apostolici.
I teologi di morale, hanno una paura fottuta di affrontare oggi una seria ricerca sulla sessualità, per la perfetta coscienza di venire immediatamente emarginati a vita.
Ergo, il punto 6, te lo boccio in toto per i prossimi 15 anni.
La morale sessuale, ha oggi bisogno di essere liberata da tutte le sovrastrutture socioculturali, depositate da secoli di storia degli uomini,
nel bisogno di ricomprendere la realtà del matrimonio (attuale comprensione, è di natura moderna, evoluzione di un antico contratto),
nel bisogno di ricomprendere la realtà affettiva tra gli uomini e le donne.
Allo stesso tempo dovrà arrivare l’epoca in cui si dovrà parlare chiarendo chi ha stabilito e quando, la “Legge naturale”, divenuta oggi molto di moda come espressione, ma solo esclusivamente come “espressione”.
Ma è un’epoca ancora lontana, ma avro’ pazienza.
Non so se avrete la possibilità e la voglia di leggere tutta la mia riflessione, so che farà imbestialire qualcuno e qualcuna.
Io scrivo per quel che conosco e per quel che rifletto, non devo compiacere alcuno.
Mi spiace allo stesso tempo che c’è una grande ignoranza in materia biblica.
Diversi tra i cattolici amano il Testo Biblico da “vedere” solo in modalità fondamentalista, cosa che i Vescovi nell’ultimo Sinodo hanno riprovato, invitando la Chiesa tutta a farsi promotrice contro questo tipo di “lettura” (molto in voga tra gli evangelici USA e le sette cristiane USA) (a conferma si abbia la compiacenza di leggersi gli interventi e le proposizioni dell’ultimo Sinodo).
Giacomo Bruno scrive:
Mi potete spiegare per quale motivo se una persona non è cattolica deve essere comunque costretta a seguire legalmente i precetti delle religione cattolica? Io questo proprio non lo capisco.
Bella domanda, che pongo anche io ai frequentatori del blog.
La Legge Naturale, che negli ultimi tempi sti sta affermando per una certa scuola di pensiero nella mia Chiesa vuole che tutti gli uomini di ogni paese del mondo la seguano, che siano cristiani o cattolici o non credenti o atei.
Libertà di pensiero che la Gerarchia della Chiesa Romana invoca per se stessa presso tutte le Istituzioni di Governo di tutti gli Stati del mondo.
Non ho capito la risposta
Condivido il punto 5 di Luigi e dissento invece fortemente dall’ultimo intervento di Matteo (ma senza “imbeastialirmi”, come lui si aspetta). So bene (un po’ di Scrittura e di esegesi biblica l’ho studiata anch’io, Matteo) che la Bibbia non va interpretata alla lettera e in modo fondamentalista. Credo però anche che non si possano ridurre le parti parenetiche delle lettere di Paolo a pura sovrastruttura cuilturale lgata ai tempi, e che non si possa affermare drasticamente, senza sfumature e precisazioni, che “Nella Sacra Scrittura NON ESISTE il concetto di SESSUALITA’ come oggi la intendiamo”. O crediamo davvero che non esista una “natura umana” e che l’uomo sia pura costruzione storico-culturale? Io non lo credo.
Proviamo a leggere senza preconcetti (anche se non in modo ingenuo) l’episodio di Sodoma e Gomorra e Romani 1 26-27: l’omosessualità viene chiaramente presentata come un disordine morale oggettivo. Certo, il testo è stato scritto duemila anni fa, e in quanto paqrola pronmuinciata da un uomo (per quanto pieno di Dio) riflette anche l’orrore della cultura ebraica nei confronti dell’omosessualità, ma attraverso di esso passa anche un messaggio di Dio. Oggi siamo in grado di capire meglio, grazie allo sviluppo delle scienze umane (compresa la psicanalisi, da utilizzare criticamente, senza demonizzarla né canonizzarla), che alcune persone possono sviluppare un orientamento omosessuale non per una forma di perversione (anche se esiste in alcuni la voglia di trasgredire, di provare tutto) ma per varie ragioni connesse a complesse dinamiche psicologiche e sociali (il rapporto con le figure materna e paterna etc.). Questo ci deve spingere ad evitare condanne sommarie, ma senza rinnegare i principi. Una personma può trovarsi a vivere senza colpa alcuna una situazione di disordine morale oggettivo e di immaturità psicologica. Il nostro compito non è quello di lapidarla metaforicamente, né di esaltarla dicendo “è bello, pienamente giusto e maturo quello che stai vivendo”, ma cercare di favorire una sua crescdita umana globale. Per qualcuno vorrà dire accettare serenamente la propria condizione omosessuale, come un limite invalicabile (tutti ne abbiamo, di limiti) che non impedisce di santificarsi, non come qualcosa di cui vantarsi ed essere orgogliosi, da sbandierare e “rivendicare”.
Infine debbo dire che non piace il giudizio sommario, del tutto liquidatorio espresso da Matteo nei confronti di un’intera generazione di teologi moralisti: non mi sembra rispettoso nei confronti di continua a studiare, a scrivere, ad insegnare su questi temi, andando “controcorrente” rispetto alla cultura dominante.
La legge naturale non è un’invenzione degli ultimi papi: c’è già in Romani 2,14-16, in san Tommaso (che non era un teologo da strapazzo…), in documentio conciliari e del magistero ordinario del secondo millennio.
Prima di fare affermazioni perentorie inviterei a documentarsi un po’…
A don78: certamente potremo fare ancora dei passi avanti nella comprensione dei dinamismi umani della sessualità (quindi anche dell’omosessualità). Ma qesto non potrà portarci a rinnegare i fondamenti biblico-patristici della morale cristiana, ma solo a inquadrarne meglio alcuni aspetti.Il paralleklo con la schiavitù e la condizione di inferiorità della donna non regge: in questi casi Paolo si limita a raccomandare ciò che giudica più conveniente (per lo schiavo, rimanere nella condizione in cui ci si trova, in nome del primato assoluto del Regno escatologico; per la donna, rimanere sottomessa, per non scandalizzare i pagani e gli ebrei), ma non presenta mai la schiavitù come qualcosa di intrinsecamente positivo (anzi invita Filemone a trattare il suo schiavo come persona dotata di dignità), né la sottomissione della donna come uin bene assoluto, come un dato essenziale della rivelazione.Invece nei confronti dell’omosessualità dice chiaramente che è qualcosa di intrinsecamente negativo, come l’incesto (anche se poi si mostra misericordioso nei confronti dell’incestuoso pentito).
Uau, quanti spunti interessanti negli interventi dell’ultima ora!
Dico la mia in ordine sparso su alcuni punti:
* I teologi moralisti fanno il copia/incolla…. ovviamente, che cosa potrebbero fare, poveretti? Provate a vedere che cosa è successo a quelli che si sono espressi con maggiore originalità di pensiero e libertà. Quasi tutti si autocensurano. Poi, nel privato, a quattrocchi, ti dicono quello che pensano veramente…
* San Paolo, Sodoma e Gomorra, ecc.: ma ciò che viene stigmatizzato è il rapporto omosessuale “in sé” oppure il “disordine” legato ad un certo modo di vivere la propria sessualità? CIoè, è l’orientamento verso le persone dello stesso sesso oppure l’ostentazione e la promiscuità sessuale? Messa in altri termini: come esiste la castità della coppia sposata (che può castamente vivere in pieno la propria sessualità – NON parlo cioè di astinenza) non è possibile concepire una analoga castità dell’omosessuale?
* Sull’imporre a tutti i dettami della morale cristiana: mi pare che non stiamo assolutamente discutendo di questo. L’intenzione di Luigi mi pare che fosse quella di quale debba essere l’orientamento del cristiano.
@ geeraerts – 7 Dicembre 2008 @ 20:49
Non ho capito la risposta
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Ti capisco.
prova a rileggerla con calma.
ciao
@mauro: la morale sessuale e’ sempre una espressione della cultura di una comunita’, che puo’ variare al variare delle condizioni ecologiche, economiche, sociali e storiche in cui si trova a vivere quella comunita’; se liberi la morale sessuale dalle vecchie “sovrastrutture socioculturali” e’ perche’ la vuoi adeguare a delle nuove sovrastrutture.
Su che cosa dovrebbe fondarsi la “legge naturale” di cui parli, affinche’ sia condivisa da tutti i membri di una comunita’? sui risultati della ricerca scientifica in campo neuro-psichiatrico ed etologico?
Posso chiedere a Raffaele Savigni un riferimento preciso per questa sua affermazione?
@ Massimo D – 7 Dicembre 2008 @ 21:03
Nella Chiesa è proprio la realtà “sessualità” che non si può assolutamente discutere.
Essa è concepita solo all’interno del contratto matrimoniale tra un uomo esclusivamente con una donna che si amino o meno.
Tutto quà.
Non facciamo confusioni. Già se ne fa troppa, e con estrema leggerezza.
Raffaele Savigni è vittima della sua stessa cultura.
Afferma e allo stesso tempo interpreta i Sacri Testi.
Pensa di aver capito le mie riflessioni, ma ne è rimasto completamente fuori,
e si nota perfettamente il suo essere scandalizzato.
Ho posto molta chiarezza nelle mie riflessioni, ponderandole con lentezza.
Lui al contrario ha scritto di getto, ergo, senza cercare di “ascoltare” le parole che ho scritto.
Peccato Savigni.
Ma per me non è una novità.
Non ti interessa l’altro, ma solo affermare i tuoi principi.
Ringrazio che siamo nel 2008, altrimenti mi avresti fatto fare la fine di sancte Jeanne d’Arc.
Lui
@ Giovanni Mandis(intervento delle 14:53)
Tu dici:tutto il male che c’è nel mondo è conseguenza del peccato originale.
Mi sembra un concetto molto astratto in cui rifugiarsi per trovare delle scappatoie quando non si riesce a trovare veramente una risposta ai vari “perché” della vita.
Forse non è il tuo caso perché sembri avere delle solide certezze,ma resta il fatto,comunque, che l’essere umano-genericamente parlando- si ritrova, alla nascita,senza volerlo,con tanti difetti di vario genere con i quali avrà a che fare per tutta la vita e che in qualche misura lo condizioneranno nella esistenza e ne formeranno la personalità.Vogliamo tenerne conto?Vogliamo essere meno rigidi(e più “prossimo”)nel valutare il nostro fratello?
Io penso che nessuno di noi è esente da “imperfezioni”,magari non sempre immediatamente visibili,da cui non dobbiamo sentirci oppressi,altrimenti la vita diventerebbe un peso insostenibile.Ma almeno guardiamoci reciprocamente con indulgenza!
@ geeraerts – 7 Dicembre 2008 @ 21:08
@mauro???
Se ti riferisci a me, mi spiace, ma sono sulla tua linea di comprensione.
Eminence…..
saremo pure delle pecorelle smarrite,
ma voi siete sicuri di sapere la strada?
(L.Litizetto qualche minuto fa)
mi sono sganasciato 🙂
Non è una soluzione molto mediatica.
Ma consiglio semplicemente il Catechismo della Chiesa Cattolica sull’argomento: (2357-9)
http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a6_it.htm
Buona festa dell’Immacolata!
Matteo,
non ho affatto la vocazione dell’inquisitore. Ma cerca di non fare del vittimismo. Ti assicuro che ho ponderatobene le mie parole.
Prova a leggere questo importante documento della Commissione teologica internazionale:
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_con_cfaith_doc_20040723_communion-stewardship_it.html
In particolare il n. 33: 33. «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gn 1,27; cfr Gn 5,1-2). Secondo la Scrittura, quindi, l’imago Dei si manifesta, sin dall’inizio, nella differenza tra i sessi. Potremmo dire che l’essere umano esiste soltanto come maschile o femminile, poiché la realtà della condizione umana appare nella differenza e pluralità dei sessi. Quindi, lungi dall’essere un aspetto accidentale o secondario della personalità, questo è un elemento costitutivo dell’identità personale. Tutti noi abbiamo un nostro modo di esistere nel mondo, di vedere, di pensare, di sentire, di stabilire rapporti di scambio reciproco con altre persone, che sono anch’esse definite dalla loro identità sessuale. Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica: «La sessualità esercita un’influenza su tutti gli aspetti della persona umana, nell’unità del suo corpo e della sua anima. Essa concerne particolarmente l’affettività, la capacità di amare e di procreare, e, in modo più generale, l’attitudine a intrecciare rapporti di comunione con altri» (n. 2332). I ruoli attribuiti all’uno o all’altro sesso possono variare nel tempo e nello spazio, ma l’identità sessuale della persona non è una costruzione culturale o sociale. Appartiene al modo specifico in cui esiste l’imago Dei.”
Mi sembra poi poco rispettosa dei tuoi interlocutori una frase come questa: “Relativamente al punto 6. proposto da maioba, sempre coraggioso, e come tale, sempre attaccabile da coloro che non sono in pace con se stessi e con la propria corporeità…”. Se uno critica gli apologetio del movim,ento gay deve essere per forza “non in pace con se stesso e la propria crporeità”? Questa mi sembra una petizione di principio, del tutto indimostrata.
Il vero “coraggio”, oggi, è quello di critica gli “idola fori”. Ma “de hoc satis”.
Matteo guardava Fabio Fazio? Giusto, il livello è quello lì.
A Massimo D: ho già citato Romani 1, cui rinvio di nuovo.
@franz73: sei consapevole di vivere in una societa’ nella quale vi sono cittadini (escludo gli immigrati regolari extra-UE, per non complicare il discorso) per i quali il CCC ha una valore NULLO ed una influenza NULLA sulla propria vita religiosa e sulla propria vita sociale/affettiva/sessuale?
Leonardo, via, non esageriamo. Fazio e Littizzetto sono comunque professionisti di livello quasi accettabile. Il nostro Matteo è sì un dilettante volenteroso, ma in confronto…
Noto con dispiacere che si continua ad ignorare la domanda di fondo. Tutta questa discussione è interessantissima se fosse rivolta soltanto a chi vive all’interno della Chiesa Cattolica, ma diventa assolutamente inutile per tutti i cittadini che non si riconoscono in questa chiesa (come ha sottolineato geeraerts nel suo ultimo commento) e che, fino a prova contraria, dovrebbero essere tutelati nei loro diritti dallo stato. Il fatto sta tutto qui. Semplicemente qui.
Noto poi che tutti citano a ripetizione (e spesso a sproposito) la Bibbia e le scritture: eppure dovreste sapere bene che per tantissimi elementi di discussione si potrebbero fare citazioni dal significato opposto e a volte addirittura contraddittorio, tale e tanta è la vastita delle scritture.
Mi ripeto, nella Bibbia si esalta e si giustifica il concubinato: e allora?
Savigni non mi frega nulla del vittimismo,
ancora una volta la prova di non ascolto,
e ancora una volta non ti interessa capire le riflessioni altrui,
ma affermare i princìpi.
Davanti a te non camminano princìpi, ma persone.
Il CCC nei prossimi anni, per sempre pù gente che si allontana dalla chiesa cattolica ma soprattutto che si allontana da quelli che si pensano i suoi insegnamenti come sta accadendo ora, avrà un valore pari a zero, e non credo che la Chiesa possa imporlo ad uno Stato, come cerca comunque di fare.
In questo momento Chiesa e Stato stanno giocando su posizioni di forza ideologiche, ai partiti fa comodo la Chiesa a cui fa comodo che i partiti passino a ricevere istruzioni presso La Segreteria di Stato Vaticano, tanto da destra che da sinistra.
Ci sono sempre in gioco i voti dei cattolici di provincia, su cui tutti si vogliono spartire le vesti.
Un credente non può MAI imporre i propri principi a credenti diversi o non credenti.
Ma è chiaro che stiamo scrivendo tra sordi.
Ho espresso una riflessione con attenta serietà e la buttate in burletta,
se per voi tanto conta la vita delle persone,
Cristo è morto inutilmente,
per fortuna che almeno è risorto.
Ricevo l’impressione che alcuni stiano tentando, arrampicandosi sui cosidetti specchi, di fare della morale una “gaia scienza”, obsoleta, una vecchia nenia sorpassata e inutile, frutto di ragionamenti non più validi per la nostra era moderna dove tutto è permesso e concesso!!!
Questo “relativismo morale” è dato proprio da atteggiamenti come alcini di voi stanno dimostrando in questo post, tendenti a soggettivizzare la morale affinché calzi a pennello come un abito, a seconda delle esigenze personali. Ha ragione Savigni, e anche l’amico AntonioFinazzi.
La morale è una conoscenza di norme “oggettive” ragazzi, trova il suo quid in relazione soprattutto a quei valori oggettivamente conosciuti, affermati, e realizzati. E’ inutile girarci intorno: anche i “comandamenti” o certe indicazione di “proverbi” sono regole, la “norma normans” cui non ci si può sottrarre : chiedono a ciascuno di noi di essere responsabilmente presente nella storia, responsabili gli uni degli altri; norme dettate da esperienze che altri hanno vissuto e che ci sono state trasmesse: formulazioni “significanti” !
Quando si snobba la validità della morale, e la si rifiuta, o viene ignorata, o aggiustata a misura, assistiamo a quel fenomeno che si può ben definire “crisi di valori”…
Solo quando in un valore vi rintracciamo Dio, che è fondamento di quella esperienza morale [ perché Egli alla fine della fiera E’ il creatore della morale] comprendiamo “quel valore” in modo oggettivo, universalmente riconosciuto.
Esistono delle costanti nella comprensione di valori e norme le quali anche se subiscono variazioni, rimangono inalterate nella loro essenza perchè sono patrimonio permanente, riguardano molti punti: circa il rispetto per la vita, il matrimonio, il possesso, l’uso dei beni, la sessualità e l’omosessualità nella fattispecie.
Storicità non significa “non oggettività”, e il variare possibile dei costumi sociali non permette alcun capovolgimento o sconvolgimento di quel detrminato valore sperimentato, in una parola “non è arbitrario”, non consente di affermare qualsiasi cosa e il contrario di essa.
Storicità non è affatto relativismo.
“Un credente non può MAI imporre i propri principi a credenti diversi o non credenti”-
D’accordo, non li può imporre. Ma li può proporre, se ci crede veramente.
E comunque può chiedere (usando metodi democratici, come il voto o il referendum) che vengano rispettati i principi del diritto naturale, che NON PRESUPPONGONO AFFATTO LA FEDE. Altrimenti (ragionando per ssurdo, seguendo la stessa logica) qualcuno potrebbe dire: che diritto ho io, uomo occidentale imbevuto dei principi della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, di imporre ad uomini di altre culture (ad esempio tribali) l’uguaglianza tra uomo e donna, la monogamia, il divieto di avere schiavi, il divieto del cannibalismo e dei sacrifici umani? C’è chi questo discorso lo fa (ad esempio il giornalista Massimo Fini, il quale sostiene che i talebani hanno il diritto di organizzare come vogliono il loro Stato, anche violando i nostri “diritti umani”).
E con questo rispondo anche a Giacomo Brunoro. Nessuno vieta ai gay di vivere come vogliono la loro sessualità, secondo le loro convinzioni. Ma non possono pretendere che io dica loro: “Bravi!” e che la legge equipari il loro rapporto al matrimonio. Il rispetto per le convinzioni individuali non implica affatto un’equiparazione giuridica dei legami sessuali, che (contrariamente a quanto pretende una lobby laicista contro la quale oso pronunciarmi) non fa parte dei “diritti inalienabili dell’uomo”.
Caro Brunoro,
con la Bibbia in mano si giustificava la brutalità della schiavitù negli USA.
Ma qui siamo di fronte non ad un discorso di rapporto con Cristo,
ma alla Legge che si vuole imporre a tutti indistintamente
partendo dal presupposto che quello che dice la mia Chiesa è un bene per tutti indistintamente,
e tutti sono tenuti a seguire.
Come dice il mio Vescovo,
tutti dovrebbero vivere,
ripeto,
tutti dovrebbero vivere
veluti si Deus daretur, “vivere come se Dio esistesse”.
Non è data altra scelta.
Io non mi sentirei mai di obbligare un mio prossimo ad un concetto così,
che può fare violenza alla sua coscienza.
“La coscienza, è un messaggero di Colui che, sia nella natura che nella grazia, ci parla da dietro un velo, e ci insegna e ci guida attraverso i suoi rappresentanti. La coscienza è il primitivo Vicario di Cristo.”
(John Henry Cardinal Newman, “Letter to the Duke of Norfolk,” V, in Certain Difficulties Felt by Anglicans in Catholic Teaching II (Longmans Green, 1885), P. 248, quoted in Catechism of the Catholic Church, #1778.)
La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità.
Claudine dice che la morale è una conoscenza di norme “oggettive” e che Dio ne e’ il fondamento. Si tratta di una affermazione condivisibile da parte di ebrei, cristiani e musulmani, ma non dai buddisti (non da tutti loro, di sicuro). Sai che Per alcune correnti buddiste le divinita’ (eh si, i buddisti ammettono la esistenza di un numero di divinita’ maggiore di 1…) non sono affatto alla base della moralita’ umana e non sono ne’ di aiuto ne’ di ostacolo al raggiungimento del nirvana…
non esiste dialogo, dove si impongono preconcetti,
ed è questo che vedo che accade.
Chi ha la ricetta, si prenda si risolva i problemi.
Come si dice,
se la canti e se la suoni.
Io preferisco il mondo degli umani,
Cristo è venuto senza imporre,
e la sua impotenza lo ha portato fino alla terribile morte accettata sul patibolo della croce.
Ciascuno si prenda la sua croce,
e non la si imponga sulle spalle altrui.
Psicologicamente qualcuno vuole ragionare come se esistesse una religione di Stato. Auguri, e buon lavoro.
Questa è la libertà.
In tanta parte di mondo esistono contratti matrimoniali dove i genitori impongono ai figli lo sposo o la sposa. (L’islam che difende i valori matrimoniali!!!!)
In occidente ci siamo evoluti, per un matrimonio, generalmente due persone provano affetto l’uno per l’altra e si scelgono.
Forse molti hanno nostalgia, di una religione che più assomigli all’islamismo.
Clodine accusa alcuni partecipanti alla discussione di “soggettivizzare la morale affinché calzi a pennello come un abito, a seconda delle esigenze personali”.
Suvvia, per poter discutere ci vuole almeno il presupposto di credere alla sincerità delle intenzioni di ciascuno. Parlo per me: non sono omosessuale e non ho “interessi personali” sulla questione, solo vorrei capire meglio il perché di un giudizio morale così negativo della chiesa nei confronti dell’omosessualità.
Come risposta non mi basta Paolo e la sua lettera ai Romani: le lettere sono notoriamente calate nel contesto specifico in cui Paolo opera, e quindi è sempre necessario discernere il contenuto di verità dalle sovrastrutture storiche. E comunque la risposta in questione non sarebbe opponibile ai non credenti.
Non mi basta nemmeno il riferimento ad una “legge naturale” che viene comunque filtrata da una cultura specifica e che la chiesa utilizza selettivamente; la stessa nozione che la “natura” immutabile dell’uomo possa fondare una morale mi pare ormai filosoficamente improponibile.
L’unico argomento “naturale” contro l’omosessualità è che esteso a principio generale porterebbe all’estinzione della specie, ma lungi da me elevare la biologia a norma morale. Ne verrebbero fuori conseguenze aberranti. L’uomo è tale in quanto supera la propria natura biologica.
Mi piacerebbe invece che qualcuno provasse, se ci riesce, ad argomentare l’immoralità dell’omosessualità a partire dal comandamento dell’amore o da qualche altro equivalente comandamento universalmente accettato.
Già parlare di immoralità di una condizione (se scelta c’è per l’omosessuale, si tratta della scelta di assecondare un proprio modo di essere) mi suona piuttosto male.
Matteo, ricordati, che si parte dalla “coscienza di sè” per arrivare ad una “coscienza morale”..
La coscienza di sè riguarda la consapevolezza, il grado di conoscenza che si ha di se stessi in modo tale, che quando si compie una carognata, non posso dire “non sono stato io, no ero io quello..” Oppure “non volevo, è stato lui..”
Una persona quando mette in atto un comportamento lo decide consapevolmente a meno che non sia incosciente totalmente. Quando una persona compie un’azione “per vizio” succede che nel momento di compiere quell’azione il livello di consapevolezza potrebbe in quel dato momento ( e il condizionale è d’obligo) essere minimo per un milione di cause; ma resta il fatto che se continua a perpetrare quell’atto si crea un circuito tendente a reiterare l’attitudine viziosa e consapevolmente la si conferma.
C’è la libertà intesa come capacità di scegliere, di disporre di sè, delle proprie relazioni, senza consapevolezza non esisterebbe nemmeno la libertà.
La responsabilità alla fine è l’esercizio consapevole della libertà in base ai valori di riferimento in cui ci si trova in quel contesto concreto, c’è sempre una responsabilità della persona di fronte agli altri e a Dio..perchè quando c’è coscienza di sè stessi, di ciò che si sta facendo, c’è anche coscienza morale, individuale e si partecipa della coscienza collettiva. E’ un dinamismo che attiva una serie di relazioni con altre coscienze…da qui si arriva poi al senso civico, al rispetto, alla cultura dell’amore…
Questo vuol dire avere coscienza: la coscienza va educata, coltivata…è il sacrario delle norme, non dei nostri capricci o pianti del coccodrillo…capito Matteo !?
@ Clodine: fai un discorso circa la coscienza morale e la caduta nel peccato con il quale e’ possibile spiegare molti comportamenti umani (ad esempio la golosita’) ma secondo me non quelli omosessuali.
L’attrazione erotica piu’ o meno consapevole di un uomo nei confronti di un altro uomo non e’ un atto ‘vizioso’ nella quale tutti i maschi ‘inciampano’ nel corso della loro vita quotidiana: lo sai, vero?
Clodine,
mi dispiace,
ma in morale, ho già dato gli esami, e li ho superati parecchio tempo fa.
Non credo che in questo campo tu possa insegnarmi di più dei miei docenti, dei miei approfondimenti su autori plurireferenziati (assiduo frequentatore dell’Ancora/Paoline), l’amicizia con chi ha l’esperienza del confessionale.
Tuttavia grazie per l’interessamento.
Come si deve confrontare un Cristiano di fronte a una persona omosessuale? Semplice, ce lo dice, in modo indiretto, lo stesso Gesù nel Vangelo: “se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra”. Cosa intendeva dire Gesù con questo piccolo esempio? Come e in quale occasione uno schiaffo colpisce la guancia destra invece di quella sinistra? Quando uno schiaffo viene dato con il dorso della mano e non con il palmo ben aperto. Gesto con il quale, nell’Antica Roma, venivano indicati tutte quelle “persone” considerati, inferiori, non pari, con cui non bisognava neanche sporcarsi i palmi delle mani. Gesù cosa dice invece? Dice che tutti gli individui umani sono sullo stesso livello, che siamo tutti uguali, ma non un uguaglianza che ci verrà attribuita nel Regno dei Cieli, ma un uguaglianza che già ci appartiene, che è già propria del nostro regno, nel Regno dell’Uomo. Ma va oltre. Dice che se un individuo viene discriminato (percosso sulla guancia destra) questo deve lottare affinché “riceva” il grado di parità, fino a che le mani di tutti e due gli individui non si siano definitivamente “sporcate”. Ci dice in oltre che nel Regno dell’Uomo nessun essere è superiore ad un altro essere, neanche lo stesso Gesù, neanche il Figlio di Dio, neanche, e soprattutto, il Figlio dell’Uomo.
Se questo è l’insegnamento di Gesù Cristo come può un cristiano rimanere indifferente di fronte a un evidente caso di discriminazione? Come può un cristiano accettare che una parte della popolazione mondiale veda negati diritti che altri hanno solamente per via di un orientamento sessuale diverso? Eppure quotidianamente dal mondo cristiano giungono dichiarazioni dove alla parola omosessuale vengono accostate le parole “contro natura”. Eppure la natura che ci circonda è una natura dove “l’atto omosessuale” avviene costantemente sotto in nostri occhi senza neanche che noi ce ne accorgiamo, in tutte le specie animali è riscontrato “l’atto omosessuale”, esistono persino specie rettili dove esistono esclusivamente esemplari di sesso femminile. Nella Bibbia “l’atto omosessuale” viene condannato per due motivi: il primo perché considerato un vizio, uno sfizio, un peccato ma solamente di tipo “carnale”, il secondo è meno “spirituale” e più “terreno” di semplice interesse, perché ogni religione ha bisogno per diffondersi che i propri fedeli si riproducano in modo da creare prole che possa così far accrescere il numero dei fedeli e non impegnarsi in atti e relazioni che non conseguono questo obiettivo.
E siamo arrivati al punto nevralgico. In una religione che si riempie la bocca della parola Amore, l’atto sessuale, e di conseguenza il matrimonio, ha come solo e unico scopo quello riproduttivo, quello di generare prole e di conseguenza nuovi credenti. Ed ecco perché la persona omosessuale è mal vista dalla gerarchia ed ecco perché è da condannare. Non crea nuovi credenti.
Ed è però questa concezione, assolutamente materialistica, che si ha del matrimonio che ha portato alla crisi in cui riversa l’ordinamento e il sacramento matrimoniale. Non è importante che alla base del rapporto della coppia vi sia “l’Amore”, ma è importante che vi sia un atto sessuale dedito esclusivamente alla procreazione. E in questa ottica come è possibile pensare a un “unione” omosessuale? Semplice, non si può. Ecco che appunto va completamente riformata la concezione che si ha del matrimonio, e questo vale soprattutto per il “matrimonio eterosessuale” più che per “l’unione omosessuale”.
E ritornando all’inizio: come deve comportarsi quindi un cristiano all’interno di uno Stato Laico? Semplice, deve far si che tutti siano girati verso la guancia giusta e che i diritti di tutti siano garantiti, senza alcuna distinzione di razza, sesso, orientamento sessuale e religione perché nessuna è superiore a un altra.
E con questo concludo dicendo che alla fine potrete controbattere il mio versetto (che personalmente trovo il più bello di tutta la Bibbia) con altri, va sempre ricordato però che la Bibbia è frutto del suo tempo, che va sempre interpretata e che non bisogna mai dimenticare che la Bibbia è prima di tutto Parola dell’Uomo. Saluti a tutti!
Ti consiglio di ridarli, ne hai urgente bisogno!
Buonanotte.
Non mi conosci.
Leggi solo la mia sincerità,
vedo che sono un altro che attacchi personalmente.
Ripeto,
non puoi darmi lezioni di morale
non sei superiore ai miei docenti,
a meno che tu non sia un Cristo ridisceso in terra.
Prova ad accettare che gli altri non possono essere te.
@ Massimo D – 7 Dicembre 2008 @ 23:30
qui si sta facendo finta di parlare di omosessualità,
ma in realtà è l’intero tema della sessualità, la intera sfera sessuale,
che a diversi cattolici crea un serio problema.
L’omosessualità, è solo una maschera dietro cui nascondersi.
Se entrassimo nello specifico di come ciascuno vive la sessualità e il piacere corporale con la propria moglie o marito o il proprio rispettivo compagno/compagna,
ne sentiresti delle belle.
Focalizzare sull’omosessualità è una maschera che nasconde molto di più,
che nasconde i tanti problemi irrisolti in tantissimi del rapporto con il proprio corpo e la percezione del piacere nel proprio corpo attraverso la sessualità e in quali modalità si svolge.
C’è una ipocrisia di fondo, che fa nascondere molti dietro la maschera di persone “diverse”.
Se questi “cattolici”, che vogliono insegnare di morale a chiacchiere, avessero il coraggio delle proprie espressioni,
parleremmo della sessualità, in tutta la globalità della sua espressione,
il profondo significato che ha avuto in ogni epoca e come si è evoluto e come concretamente si esprime.
Ma è tabù, dovrebbero fare i conti, con quello che sanno che la Chiesa non approva.
Allora è meglio distrarre l’attenzione e cercare i capri espiatori delle proprie inconsistenze, creare una bambola vodoo su cui appuntare gli spilli delle proprie paure non risolte nel rapporto con il proprio e l’altrui corpo femminile-maschile, nella perfetta coscienza che si trovano in difetto con i principi (sempre astratti) che la mia Chiesa detta attraverso persone che in teoria non vivono l’alterità nella sessualità, ma (in teoria) se ne astengono, dicendo ad altri cosa e come debbono fare.
Ecco il busillis, che non vorrebbero mai affrontare.
@Clodine
Il tuo ragionamento sulla morale, oltre che essere inaccettabile, è davvero campato in aria: come puoi parlare di morale oggettiva se perfino all’interno delle Scritture vengono giustificati atteggiamenti morali di tipo diversissimo tra loro? Davvero il tuo discorso è privo di senso per una persona non credente o semplicemente di un’altra religione, te ne rendi conto almeno? No perché se no tutta questa discussione non ha il minimo senso. Il punto di questione è che si continua a confondere il relativismo con il soggettivismo. Con buona pace di Papa Ratzinger il relativismo è davvero difficile da contestare dopo aver dato un’occhiatina alla storia umana.
@r.savigni
Tu scrivi: “Ma non possono pretendere che io dica loro: “Bravi!” e che la legge equipari il loro rapporto al matrimonio. Il rispetto per le convinzioni individuali non implica affatto un’equiparazione giuridica dei legami sessuali”
Questa è una tua convinzione personale e io la rispetto. Ma non nessuno parla di dire bravo a nessuno. Nè di equiparazione. Ma di cosa avete paura? siete così deboli nelle vostre convinzioni che credere che, nel caso in cui vengano legalizzati formalmente i matrimoni omosessuali, il sacramento del matrimonio perda di valore? Suvvia, non diciamo sciocchezze. Qui si parla di stato laico. Il fatto che esista o meno il matrimonio omosessuale non implica minimamente un indebolimento del sacramento del matrimonio, mi sembra una cosa talmente evidente da non doverla neppure sottolineare. Il paragone è quello con il divorzio: se uno si sposa in comune può divorziare. E allora? Che problema c’è per i cattolici? Nessuno, perché sai benissimo che se ti sposi in Chiesa non puoi divorziare (anche se va molto di moda annullare il matrimonio, dato che così non si devono pagare gli alimenti).
Insomma, qui ci vuole coerenza di fondo. E’ sacrosanto portare avanti le proprie idee, fare opera di proselitismo e quant’altro, ma volerle imporre a chi non le condivide no, non ci sto.
geeraerts scrive,
7 Dicembre 2008 @ 20:38
Giacomo Bruno scrive:
Mi potete spiegare per quale motivo se una persona non è cattolica deve essere comunque costretta a seguire legalmente i precetti delle religione cattolica? Io questo proprio non lo capisco.
Bella domanda, che pongo anche io ai frequentatori del blog.
—————————————————
Nessun motivo. Anzi si, IPOCRISIA allo stato puro.
Ma una parte dei cattolici italiani pensa che il mondo sia “cattolico-romano centrico”. Non solo ma che anche le galassie lo siano. GMandis ne è un esempio mirabile. E’ in orbita su uno dei miliardi di sistemi solari e siccome è vicinissimo al Creatore, ci parla di continuo e ce ne comunica il pensiero.
Alla NASA sono preoccupati perchè è l’unico caso che non riescono a risolvere, non riescono a farlo rientrare nell’orbita terrestre.
I politici da sempre, anche se non lo pensano, assecondano.
Esempio: Legge Gelmini, 2 mesi di manifestazioni per chiedere di rivedere gli stanziamenti alla scuola pubblica. Risposta picche e la ministra per colloquiare con gli interessati apre un sito su You tube. La stessa cosa chiede la CEI e hop giravolta, doppio salto mortale rovesciato carpiato ed ecco ritornano 120 milioni di euro per la scuola privata, ovvero la scuola cattolica-apostolica-romana, come nel Credo.
I politici da sempre, anche se non lo pensano, assecondano.
Esempio: Legge Gelmini, 2 mesi di manifestazioni per chiedere di rivedere gli stanziamenti alla scuola pubblica. Risposta picche e la ministra per colloquiare con gli interessati apre un sito su You tube. La stessa cosa chiede la CEI e hop giravolta, doppio salto mortale rovesciato carpiato ed ecco ritornano 120 milioni di euro per la scuola privata, ovvero la scuola cattolica-apostolica-romana, come nel Credo.
Segue
Continua
La faccenda, annosa faccenda, si potrebbe dire così.
Un giorno il potere temporale ebbe fine.
Qualche tempo dopo qualcuno, l’inventore del fascismo, per fare meglio i propri comodi lo ripristinò con una cosa che prese il nome di concordato. Qualcun altro successivamente lo perfezionò. Beninteso trattatasi di puri agnostici.
Mentre invece un certo Alcide, cattolico apostolico romano PURO e in odore di santità, per aver rifiutato di coalizzare il suo partito, una certa DC, alle elezioni del comune di Roma, con il partito dei fascisti l’MSI, non fu mai più ricevuto dal Papa. Tal prossimo beato PIO XII, al secolo Principe Eugenio Pacelli.
Da cui uno Stato quello laico, unico caso al mondo, è mezzo teocratico. Forse solo per un po’.
Il resto si capisce, le finte diatribe e dispute teologiche, chi è più cattolico di me o di te, i teocon, gli atei devoti, la controriforma, i libri di Pera, ex seconda carica dello Stato e teocon di razza “perché dobbiamo dirci cristiani” prefati da BXVI e presentati da autorevoli ex comunisti, ecc.
Oppure, quando va meglio, il sottosegretario al presidenza del consiglio, nominato di recente “Gentiluomo di sua Santità”, nella visita ufficiale tra Governo italiano e S. Sede precede il suo presidente del consiglio oppure accompagna sua Santità in aereo Alitalia rigorosamente pagato dai cittadini italiani, nella sua visita ad limina in Sardegna.
Cosa c’entra? Boh!
Il paradosso, ma forse no, è che tutto questo ed altro sono diventati fatti normali.
Siamo messi così.Trai tu le conclusioni
Mi scuso per la ripetizione nel post precedente.
Matteo (ore 23:07 di ieri) fa riferimento a una conferenza che il card. Ratzinger tenne a Subiaco il 1 aprile 2005. Questo è il sito giusto per chi volesse leggerne il testo integrale:
http://magisterobenedettoxvi.blogspot.com/2008/02/leuropa-nella-crisi-delle-culture.html
Questa è, invece, la parte cui specificamente si riferisce Matteo:
«Kant aveva negato che Dio possa essere conoscibile nell’ambito della pura ragione, ma nello stesso tempo aveva rappresentato Dio, la libertà e l’immortalità come postulati della ragione pratica, senza la quale, coerentemente, per lui non era possibile alcun agire morale. La situazione odierna del mondo non ci fa forse pensare di nuovo che egli possa aver ragione? Vorrei dirlo con altre parole: il tentativo, portato all’estremo, di plasmare le cose umane facendo completamente a meno di Dio ci conduce sempre di più sull’orlo dell’abisso, verso l’accantonamento totale dell’uomo. Dovremmo, allora, capovolgere l’assioma degli illuministi e dire: anche chi non riesce a trovare la via dell’accettazione di Dio dovrebbe comunque cercare di vivere e indirizzare la sua vita veluti si Deus daretur, come se Dio ci fosse. Questo è il consiglio che già Pascal dava agli amici non credenti; è il consiglio che vorremmo dare anche oggi ai nostri amici che non credono. Così nessuno viene limitato nella sua libertà, ma tutte le nostre cose trovano un sostegno e un criterio di cui hanno urgentemente bisogno.»
Bene: di questo sorridente e affettuoso consiglio fraterno, Matteo fornisce la seguente traduzione:
«Come dice il mio Vescovo,
tutti dovrebbero vivere,
ripeto,
tutti dovrebbero vivere
veluti si Deus daretur, “vivere come se Dio esistesse”.
Non è data altra scelta.
Io non mi sentirei mai di obbligare un mio prossimo ad un concetto così,
che può fare violenza alla sua coscienza.»
Ordunque: tutti possiamo sbagliare: Matteo evidentemente aveva un ricordo impreciso, e poi la sua presunzione e il suo livore hanno fatto il resto. Aspetto le sue scuse, a noi del blog e al vescovo di Roma, incaricato da Cristo in persona di pascere il suo gregge.
@Giacomo Brunoro
“Il punto di questione è che si continua a confondere il relativismo con il soggettivismo”
credo che le cose siano interconnesse, nel senso che il soggettivismo è il ventre molle dove il relativismo attecchisce e abbondantemente, altro che discorsi campati in aria! Il soggettivismo è l’anima del relativismo etico…e culturale.. anche..in una visione più ampia
Avviene quando si attribuisce alla coscienza individuale le prerogative di un’istanza suprema del giudizio morale, che decide categoricamente e infallibilmente del bene e del male. Ma, in tal modo, l’imprescindibile esigenza di verità è scomparsa, in favore di un criterio di sincerità, di autenticità, di ‘accordo con se stessi’, tanto che si è giunti ad una concezione radicalmente soggettivista del giudizio morale. Questa visione mio caro ” fa tutt’uno con un’etica individualista, per la quale ciascuno si trova confrontato con la sua verità, differente dalla verità degli altri» . La coscienza è ridotta a decisione – peraltro unica, insindacabile – della singola persona che – si dice – non può essere compresa e quindi normata in tutti i suoi elementi da una legge universale valida per tutti.
Il soggettivismo è da molti considerato una condizione della democrazia, in quanto solo esso garantirebbe tolleranza, rispetto reciproco tra le persone e adesione alle decisioni della maggioranza, mentre le norme morali, considerate oggettive e vincolanti, porterebbero all’autoritarismo e all’intolleranza. Giovanni Paolo II ha osservato che in nome della «verità» malamente intesa sono stati prodotti non rare volte crimini veri e propri..Il problema cruciale è la rivendicazione della libertà al di fuori e contro la verità. «Ogni volta che la libertà, volendo emanciparsi da qualsiasi tradizione e autorità, si chiude persino alle evidenze primarie di una verità oggettiva e comune, fondamento della vita personale e sociale, la persona finisce con l’assumere come unico e indiscutibile riferimento per le proprie scelte non più la verità sul bene e sul male, ma solo la sua soggettive e mutevole opinione o, addirittura, il suo egoistico interesse e il suo capriccio.
E questo è quanto Brunoro, con tutto il rispetto!
@A MassimoD che mi cita in causa rispondo:
MassimoD, mi sembri abbastanza colto per risponderti, o quanto meno, trarre da tutti gli interventi fin ad ora espressi le dovute chiarificazioni circa i tuoi dubbi…Ma se proprio non ti convincono allora, chiedilo direttamente al Padre Eterno…
Chiedi a Lui perchè fin dalle origini le religioni monoteiste, facendo eco alla maledizione delle Sacre Scritture, ha condannato la pratica omosessuale per bocca di filosofi, dei santi Padri, degli scrittori ecclesiastici antichi riconosciuti come testimoni della Tradizione Divina ecc ecc….
Non so dirti il perché il peccato contro natura è considerato tra i più gravi tanto da “gridare vendetta al cospetto di Dio”
O Perché San Gregorio I Papa (540-604) detto “Magno”, Dottore della Chiesa, ravvisa nello zolfo, che si rovesciò su Sodoma il peccato della carne degli omosessuali
Perché san Giovanni Crisostomo dice che è un atto satanico e aggiunge ” le loro vite sono diaboliche. (…) Perciò io ti dico che costoro sono anche peggiori degli omicidi. L’omicida separa solo l’anima del corpo, mentre costoro distruggono l’anima all’interno del corpo”
Perché San Damiano lo definisce “vizio che supera per gravità tutti gli altri vizi…”
Perché per Tommaso D’aquino è un atto che “offende Dio stesso come ordinatore della natura”
Perché Anche la grande santa Caterina da Siena lo definisce “peccato che schifa anche ai demoni, che di quei miseri si sono fatti signori. Non è che ai demoni dispiaccia il male, quasi che a loro piaccia un qualche bene, ma perché la loro natura è angelica, e perciò schiva di vedere o di stare a veder commettere quell’enorme peccato”
O perché per San Bernardino da Siena: “la sodomia maledetta … sconvolge l’intelletto”
Se le religioni monoteiste lo ritengono una bominio, chiedilo a Dio Padre!
IO risposte non ho. E chiudo qui i miei interventi relativi al tema proposto da Luigi in questo blog, con l’auspicio che la misericordia di Dio che tutto copre, perdone le nostre miserie e mancanza, e l’invito, che ripeto in primis a me stessa, di una profonda e radicale conversione del cuore.
Arrivederci, e buona festa del’Immacolata.
Clodine
Un abbraccio a Luigi, Fabricianus, Roberto55, Sump che adoro, Luigi fantastico, il proff Savigni, Ignigo74…Maioba e tutti indistintamente.
.
Volevo dire “Leonardo fantastico” e invece ho ripetuto per ben due volte Luigi..e si vede che ti voglio bene Luigi!!!!!
Ti abbraccio Sump!
sump,
continua a fare il ricercatore di Dio, ti riesce meglio, che non interpretare le mie riflessioni e distorcerle.
Io ho semplificato una conferenza che conosco benissimo ed il succo è quello che ho affermato.
continua a chiedere le mie scuse senza avere titolo a nome di questo o quest’altro che ci passi il tempo. Il portavoce il vaticano ce l’ha già, è p.Lombardi, poveretto. E’ un lavoro che i laici sanno fare meglio.
Sump,
non è che ti credi il vicario del vicario, se hai anche tu una nomina a “gentiluomo del papa” faccelo sapere.
In tutte le riflessioni svolte da me a da vari altri nel blog abbiamo posto elementi molto chiari, concreti, realissimi.
Ma una parte di voi si ostina assolutamente a non ascoltare e a ripetersi senza guardare in faccia la realtà.
Non mi ripeto, ma vari di noi hanno avuto la bella capacità di articolare riflessioni ed interventi, su cui voi non entrate mai nel merito, nella sola preoccupazione di ripetervi all’infinito, senza voler assolutamente capire le espressioni dell’altro.
Un assurdo dialogo tra sordi.
Quello che è chiaro che alcuni che si ritengono gli eletti,
vogliono imporre la propria visuale al resto del mondo,
ma non risponde mai delle proprie personali paure e spettri, che le vostre parole rivelano.
Siete persone spaventate che si difendono limitandovi a fare muro.
Lo capisco, nella vita, ciascuno si difende come può, quando non comprende.
E tu caro sump
sei destinato a non comprendere soprattutto me,
quindi,
puoi farmi qualsiasi richiesta, da perfetto scandalizzato,
io non ho interesse a dare le risposte che tu vuoi che io dia, perchè sono tue e non mie,
a me il diritto inalienabile, della mia sincerità, che arriva per i “sordi” a dover usare esemplificazioni molto terra terra, che ti faranno gridare allo scandalo, come hai fatto in un precedente post.
E per questo mi dispiace solo per una persona che mi aveva fatto una richiesta per la sua personale sensibilità e alla quale chiedo perdono.
Caro sump,
continua a fare lo scandalizzato, mi sembra la figura più congeniale per te, che in questo lungo cammino di formazione che hai avuto, puoi magisterialmente dire cosa gli altri possono liberamente riflettere o meno,
sei tu ad avere le chiavi della verità della coscienza altrui.
Complimenti, per la sensibilità.
Immagino che alcuni vorrebbero stabilire una dittatura delle loro morali ufficiali, tanto con il buio… poi… nessuno vede,
ha sempre funzionato così per i benpensanti.
Da questi interventi, e dalle diverse e plurali reazioni ai punti proposti da Luigi, si comprende benissimo come per chi appartiene alla Chiesa non vi sia soluzione possibile a tale tema – se non a prezzo di fughe originali ma individualissime, e a rischio di arbitrarietà – senza lo sforzo di suggerire, sollecitare, promuovere un ulteriore approfondimento della sua comprensione da parte della teologia, della dottrina e del Magistero.
La fonte deve essere quella, diversamente siamo all’incrocio di troppe vie strette, che alla fine sarebbero debordate da tutti.
APPENDICE
SAN PAOLO “PARLA” IL CARDINALE VALLINI, MONS. RAVASI E IL SINDACO ALEMANNO
COMMENTANO LA LETTERA AI ROMANI
LUNEDI’ 27 OTTOBRE ALLE 20,30
NELLA BASILICA PAPALE DI SAN PAOLO FUORI LE MURA
Qualche giorno fa il nostro nuovissimo sindaco ha deliberato stanziamenti milionari per la costruzione di nuove chiese a Roma.
Chiese vuote ma cattedrali nel deserto in nome della nuova grande alleanza
tra veri, tosti, autentici e puri cattolici-apostoloci-romani.
Case popolari per disgraziati ZERO. So che qualche devoto del blog mi taccerà di populismo. Marameo, cuccù.
Mi sorge una domanda. Alemanno al termine della sua “riflessione” in cattedrale avrà salutato con il braccio teso o si sarà prostrato davanti al nuovo cardinale?
“Chiese vuote”, non so; spero non siano brutte.
Rispondo a Savigni che mi accusa di fare paragoni che non reggono tra conservazione della schiavitù, subordinazione della donna e condanna dell’omosessualità in San Paolo.
Naturalmente stiamo parlando di tre cose diverse, la differenza è essenzialmente data dal fatto che nei primi due casi non vi è una condanna del fenomeno, nel terzo sì.
Detto questo il mio “dubbio”, o proposta, era semplicemente che in tutti e 3 i casi trattasi di posizioni di San Paolo fortemente influenzate dal suo contesto. Mi stupisce come lo stesso Savigni apri delle giuste parentesi interpretative e critiche di quello che San Paolo scrive nei primi due casi, mentre nel terzo no.
Se mi è concesso sintetizzare, si dice:
1) Paolo non condanna la schiavitù (non siamo certi che abbia ottenuto il riscatto a titolo di favore personale perfino dell’amato Onesimo)…. MA lo fa perchè vuole dare priorità al Regno di Dio, perchè non avrebbe potuto sovvertire un ordine sociale così radicato etc.
2) Paolo pone la donna in posizione subordinata… MA lo fa per non scandalizzare ebrei e pagani
3) Paolo condanna senza mezzi termini la sodomia (NB nella stessa lista insieme a immorali, idolatri, adulteri, depravati, ladri, avari, ubriaconi, calunniatori e rapinatori)… E QUI NON SI AGGIUNGE NESSUN MA. Niente, non una contestualizzazione, non una interpretazione, questa è Parola uscita così dalla bocca di Dio, a-temporale, a-storica, valida così nei secoli dei secoli. Punto.
Ora io mi domando, non è che possiamo ipotizzarlo anche qui qualche MA?
Ipotizzo: siamo sicuri che la sodomia (o l’omosessualità) di cui parlava San Paolo si riferisse anche ad un rapporto affettivo e stabile tra due persone dello stesso sesso, come lo comprendiamo oggi? In che modo Paolo era anche qui condizionato dalla sua formazione rabbinica e filosofica? Non è che anche qui stava cercando di non scandalizzare qualcuno?
Faccio presente che persino la nota della nuova Bibbia CEI a 1Cor 6,9-10 (che non mi sembra proprio un’espressione del pensiero teologico liberal e progressista!) dice che “Paolo riporta nelle sue lettere elenchi di vizi, ispirati alla precettistica popolare di tipo filosofico”.
Ora domando: non sarebbe più onesto applicare lo stesso metro ermeneutico a tutto quello che dice San Paolo, per cercare di capire quello che è fortemente contestuale e quello che è splendidamente eterno nel suo messaggio?
Caro Nino,
le chiese servono, soprattutto nei quartieri nuovi, periferici.
Spesso si tratta di autentiche isole di desolazione, la parrocchia è un punto di riferimento importante. Se si porta Cristo, arriva anche un pò di pacificazione, di voglia di incontrarsi, di incrociare i volti coi volti. Si piantano i semi di una comunità che tenta di fare qualche passo insieme.
E’ sbagliato questo contrapporre le case popolari alle chiese.
Occorrono entrambe.
Possiamo poi valutare più o meno bene queste scene in cui simbolicamente troviamo a braccetto il trono e l’altare.
Ma la Chiesa penso che sappia distinguere, e non si fa fare prigioniera da nessun Sindaco.
Hai ragione: stanziare fondi per la costruzione di nuove chiese è davvero immorale. E pensare che quei soldi si potevano destinare alla notte bianca, o a qualcuna delle altre meravigliose iniziative simili, con cui il sindaco Veltroni aveva quasi completamente risolto il problema della povertà a Roma.
(Per curiosità.Il suo stile, Nino, mi porta a congetturare che lei sia un vecchio democristiano di sinistra, forse un ex boiardo delle partecipazioni statali, a suo tempo bene ammanicato, molto sensibile ai problemi sociali ma con il portafoglio bello pasciuto. Ho indovinato?)
Poi, fuori dai denti,
ai cattolici sedicenti coraggiosi perchè sono contro certe battaglie dei gay, a quelli che per questo si dicono veramente contro corrente e contro gli idola fori.
Faccio presente che il matrimonio gay è riconosciuto in, credo, 3-4 Paesi al mondo, che le unioni di fatto tra gay saranno riconosciute, a naso, in una quindicina di Paesi.
In Italia, qualsiasi indagine dice che la stragrande maggioranza degli italiani è contro il matrimonio gay o l’adozione per i gay. Anche una legge sulle unioni di fatto è sostenuta da una minoranza, altrimenti i nostri rappresentati l’avrebbero già fatta.
Questo per quello che riguarda gli idola fori extra-ecclesiam, non entro neanche in quelli ad intra.
Si abbia, pertanto, almeno il buon gusto di non chiamarsi coraggiosi e contro-corrente.
Mah, se c’è qualcosa che è “fortemente contestuale” sono proprio i NOSTRI discorsi. Io, prudentemente, non tirerei fuori il “tutto è permesso etc.” e vedrei con minore spezzatura la precettistica popolare. Cmq non vorrei che – a forza di far l’elastico tra il perenne e il transeunte – si spezzasse il filo della continuità.
«Ipotizzo: siamo sicuri che la sodomia (o l’omosessualità) di cui parlava San Paolo si riferisse anche ad un rapporto affettivo e stabile tra due persone dello stesso sesso, come lo comprendiamo oggi? In che modo Paolo era anche qui condizionato dalla sua formazione rabbinica e filosofica? Non è che anche qui stava cercando di non scandalizzare qualcuno?»
Sì, vabbé, ma non meniamo il can per l’aia. Come ho già detto in un messaggio precedente, intervenendo sul punto tre del pentalogo di Luigi, il problema non è quello di un «rapporto affettivo e stabile» tra due persone dello stesso sesso, ma il fatto che quelle due persone non possono sviluppare quella relazione fino al reciproco possesso fisico dei corpi (formulazione martiniana; Matteo direbbe: non possono trombare). Questo, per l’insegnamento di Cristo, è lecito solo all’interno di quella relazione indissolubile che è il matrimonio, possibile solo tra due persone di sesso diverso.
Potremmo anche non essere d’accordo, ma non ci possiamo fare niente: l’ha detto Lui. Divieto dei rapporti extramatrimoniali; indissolubilità del matrimonio; addirittura equiparazione del desiderio extraconiugale all’adulterio (Mt 5,28) … son tutte cose che vengono da Gesù. Prendetevela con Lui, non con la chiesa che cerca, come può di seguire il suo insegnamento.
Leona’, possiamo dire che tu rappresenti qui la corrente “Sabatista”?
(Da Il Sabato, il celebre periodico di CL che fece tante battaglie e tante ottime inchieste, anche contro un certo martinismo e lazzatismo).
La domanda è del tutto neutrale, a me Il Sabato piaceva, pur non essendo io ciellino.
No, a me invece non piaceva.
Francesco73, se passi su storialibera.it trovi molto di quegli anni.
Ohibò, ora sta a vedere che Cristo è venuto per parlare di rapporti extramatrimoniali…
Non mi pare che sulla precettistica si sia scostato di molto dalla tradizione ebraica. Oso pensare che non fosse poi così interessato al problema.
A me sorge sempre una domanda: ma com’è che delle tante tradizioni che si richiamano alle stesse Scritture (parlo delle confessioni cristiane ma anche dell’ebraismo) vengono fuori posizioni anche diverse sulla morale, specialmente sulla morale sessuale?
I casì sono due: o gli altri si sbagliano perché solo la Chiesa Cattolica Romana è illuminata e gli altri sono nell’errore. Oppure dovremmo avere un po’ di cautela prima di affermare che Lui ha detto qualcosa.
De Il Sabato di allora ho rimediato la celebre inchiesta di Socci sul cattolicesimo italico, che mi pare gli avesse procurato guai col Tribunale Ecclesistico mediolanense.
«I casì sono due: o gli altri si sbagliano perché solo la Chiesa Cattolica Romana è illuminata e gli altri sono nell’errore. Oppure dovremmo avere un po’ di cautela prima di affermare che Lui ha detto qualcosa.»
La prima che hai detto
Ah be’, con queste premesse, la discussione può anche fermarsi qui.
La cosiddetta inchiesta di Socci fu una cosa vergognosa dal punto di vista giornalistico. Che però gli ha consentito di fare una brillante carriera.
Patrick benvenuto nel blog! Può essere che il tuo commento provochi vivaci reazioni, ma può darsi anche che nessuno ti risponda: i blog sono imprevedibili. Tu in ogni caso non ti allontanare e continua a intervenire: io amo la varietà delle opinioni.
Grazie, Patrick, per il tuo intervento. Avevo già sentito questa interpretazione del porgere l’altra guancia, ma ti ringrazio di avercela ricordata.
Condivido anche l’idea, condivisa anche da altri in questa discussione, che uno dei problemi del rapporto tra chiesa e omosessualità sta nel fatto che mette in discussione in profondità molte cose che ci sembrano acquisite (sessualità, matrimonio…).
Francesco 73.
sì, Socci ebbe qualche problema con il Tribunale Ecclasiastico perchè Socci non è cattolico: è un religioso fanatico, un estremista che utilizza l’accoglienza del cattolicesimo per portare avanti questioni che hanno il solo scopo di fare casino.
Socci è un pò uno Sgarbi della religiosità cattolica italiana (anche se Sgarbi mutatis mutandis è molto più interessante di Socci).
Pertanto ben vengano le indagini del Tribunale Ecclasiastico (in soldoni finalizzate a verificare se gli scritti di Socci meritavano o meno un finanziamento ecclesiastico).
Trovo agghiacciante la parola martinismo, lazzatismo: è un italiano orribile e le idee(ma sono tali?) che generano tali parole sono paurose. Si vede che però la pera non cade lontano dall’albero: solo che ritiene “Il Sabato” qualcosa di spendibile sul piano spirituale può generare un monstrum come lazzatismo e martinismo.
Che volete che vi dica: andate anvanti a farvi del male, a fare del male a santa Madre Chiesa: però dai, un pochino schifo a me lo fate.
Agli altri che si scandalizzano su omosessuale ecc.
Indagate voi sulla storia lunga ed edificante e cristiana del Card. Newman (opportunamente citato da Matteo) con un suo confratello: vedete voi, pensate voi, io già so.
Indagate voi sulla “spina nella carne” buttata lì da Paolo.
Indagate voi sul “diletto amico” pianto da Agostino.
Che poi non c’è nulla da indagare.
Credo che alla fine dei tempi – vieni Signore Gesù – molti di questi discorsi saranno cancellati persino dalle nostre memorie, mentre resteranno scritti e impressi nei nostri cuori i nomi degli assassini del pianeta, di chi butta le bombe nucleari, di schiavizza uomini donne bambini, di chi avvelena le acque e ci fa venire il cancro.
somma vergogna a chi comodamente combatte una battaglia contro gli omosessuali, come se fossero un vero problema: somma vergogna, somma.
Rispondo all’intervento di Matteo delle 10:22.
Va bene, Matteo, mi arrendo. La nostra convivenza nel pianerottolo non fa bene né a te né a me.
Quando leggo le tue dabbenaggini, o peggio ancora le tue calunnie livorose, tendo a dimenticare la saggia sesta opera di misericordia spirituale: “Sopportare pazientemente le persone moleste”.
A te va anche peggio: nell’ultima settimana in ben due occasioni sei stato (mi pare) pericolosamente vicino a “impugnare la verità conosciuta”.
Ti offro e ti chiedo un segno di pace.
A Luigi, e a tutte le persone cui voglio bene e la cui frequentazione mi ha fatto del bene, un grazie dal profondo del cuore.
Se lascia Sump, vado via anch’io.
Ignigo
mi spiazzi continuamente,
per quanto mi fa piacere che non ti fai ingabbiare in nessuno schema,
ma talvolta la tua foga incendiante mi lascia perplesso.
Spero che anche dinanzi a persone se sono dall’altra parte della palizzata ci sono persone ferite dall’umano dileggio,
consiglierei l’affresco della cella 7 di s.Marco a Firenze, il Beato Angelico, rappresenta tutta la passione di Cristo dileggiato, in un unico stupendo scenario, in una grande, immensa meditazione.
Ero intervenuto, caro Ignigo,
per il tuo intervento sul Card. Newman,
la mia citazione era sulla sua espressione della coscienza come vicario primitivo di Cristo.
Ma tranne te, nessun altro conosce il Card. Newman, quanto ha inciso nella coscienza dei cattolici inglesi, la sua conversione, la sua adesione alla totale alla Chiesa Romana, ma anche le sue riflessioni magisteriali di approfondimento.
Dimostrazione che a fare moralismo sono bravissimi, ma sul concreto, di come la Chiesa nelle sue diverse espressioni magisteriali ha sempre continuato ad approfondire, non frega nulla a nessuno.
Il fatto che nel magistero della Chiesa ci siano diverse espressioni fa paura.
Caro Ignigo, relativamente al dato personale su cui “dicitur” relativamente al Card. Newman, non ho mai creduto che avesse importanza,
alla stessa maniera di quando un fondamentalista in questo blog mi ha chiesto di fare i nomi di quanti abbiano avuto orientamenti diversi pur vissuti nel celibato o nella castità e sublimati in amicizie di profonda spiritualità, entrando a far parte del patrimonio spirituale della Chiesa.
Basterebbe leggersi anche semplicemente le edizioni integrali delle esperienze dei padri del deserto, per rendersene conto.
Allo stesso tempo non darei per certezza quello che rientra nei “dicitur”, almeno per buon senso.
Ignigo,
in questo blog, alcuni si scagliano verso i diversi, ripeto, solo per mascherare, le profonde dicotomie nei confronti della tematica attinente alla globale sfera sessuale/corporale/piacere.
Spero di non sentirmi costretto ad entrare nei particolari di quelli che sono i nostri rapporti sessuali nella vita di coppia e tutte le varianti che conosciamo della ludicità sessuale.
Si continua a non parlarne, e a gettare tutto sugli “altri”, per non affrontare il proprio vissuto sessuale.
Certo, poi ci sono coppie, che con il tempo vedono trasformarsi il proprio matrimonio in un “matrimonio bianco” (fratello/sorella) e accade sempre più spesso.
Insomma
sessualità
matrimonio
vita di coppia/fidanzamento
corpo
e tutte le implicanze,
hai visto Ignigo che non se ne parla per nulla?
Si preferisce parlare di perversioni “altrui”,
perchè i problemi sono sempre gli “altri”….
finchè un giorno si scopre che il proprio marito…. la propria moglie….,
la propria fidanzata……. il proprio fidanzato…….
il proprio compagno…. la proria compagna….
Ma il problema pensavano che era solo degli altri!!!!!!!!!!!!!
Caro Luigi,
la tematica è estremamente più ampia che la discussione su due finocchi (scusa la crudezza, che rende la chiarezza!!!)
Sarei piacevolmente sorpreso, se confrontassimo come viviamo la sessualità matrimoniale e extra, a confronto con quel che prevede il Levitico o altri libri.
Pace a te sump.
Confrontarsi è un dono che va continuamente scoperto ed esercitato,
disprezzare le riflessioni altrui, dettate da serietà e sincerità,
non mi sembra un atto di carità.
Credo che abbiamo bisogno tutti di ascoltare, riflettere/meditare, capire l’altro.
Non è facile nemmeno per me, che sono impulsivo.
Proviamo a rispettare ciascuno la riflessione dell’altro,
cercando di aggiungere riflessione a riflessione,
e non gettando discredito e disprezzo sull’altro, sulla sua riflessione, che è comunque frutto di una sua personale conoscenza, cammino da rispettare.
Ovviamente questo riguarda anche me.
Ogni riflessione è una personale espressione che richiede che sia semplicemente ascoltata.
Ciascuno dovrebbe dare la sua riflessione/esperienza/commento senza demonizzare il prossimo per idee che non condivide.
Demonizzare l’altro, introietta e permette al demonio di prendere spazio nel proprio cuore.
Ripeto che vale anche per me.
caro sump, lyco, leonardo, clodine, mandis,
se le mie riflessioni vi scandalizzano,
e volete che io venga meno alla mia sincerità con me stesso,
ditemelo,
io cambierò completamente strada, non interverro’ mai più su tematiche attinenti Chiesa, teologia, biblica e morale,
mi atterro’ ad altre tematiche.
Ditemelo con chiarezza,
e io cambio strada.
E’ chiaro che su quelle tematiche riusciamo a farci solo del male.
Se mi chiarite su questa mia richiesta, vi lascio completamente campo libero.
Leonardo scrive,
8 Dicembre 2008 @ 10:49
Hai ragione: stanziare fondi per la costruzione di nuove chiese è davvero immorale. E pensare che quei soldi si potevano destinare alla notte bianca, o a qualcuna delle altre meravigliose iniziative simili, con cui il sindaco Veltroni aveva quasi completamente risolto il problema della povertà a Roma.
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Di Roma e della sua diocesi, ne sai quanto me di quella di Tcucigalpa capitale dell’honduras, non si sa mai, anche i so tutti mi talvolta inciampano).
Come già dissi a SUMP, su Roma lascia stare dedicati a qualcosa d’altro.
Il punto è che appartenendo anche tu alla tribù dei “glissent” e “girafrittate”, te ne guardi bene dal ribattere sulle argomentazioni di contenuto. Già ma a chi contenuti non ha ed è sovrabbondante di “vuoto” solo con vuoto e giochetti di parole puerili risponde.
Veltroni o Alemanno ambedue equivalenti.
Prono e prodigo il primo in fatto di finanziamenti per le nuove chiese (vedi l’ultima magnifica cattedrale nel deserto, La Chiesa di Tor Tre Teste Dives in Misericordia disegnata dal grande Richard Meier).
Prono e prodico il secondo.
Il punto è che Cristo distrusse il tempio di Gerusalemme per edificarne un altro, informati a quale si riferiva, che propriamente non era di mattoni e per giunta nemmeno nel deserto.
In una parrocchietta nel deserto dell’Arizona relegarono il “caprio espiatorio” Marcinkus e anni prima il vaticano espulse il vescovo di Evreux , Jacques Gaillot, relegandolo in una diocesi che nemmeno esiste “Partenia” che anticamente si trovava nel deserto del Sahara, e siccome non esiste, Gaillot se l’è costruita virtuale http://www.partenia.org.
Lui, Cristo non aveva casa anzi si, era una tenda;
Per Cristo e il suo Vangelo i primi, i privilegiati sono e restano i poveri. Loro hanno fame, sete, freddo.
Uno Stato degno di questo nome deve avere l’obbligo morale di risolvere prioritariamente queste situazioni, altro che cartolarizzazioni.
La giustizia sociale viene prima di chiese e cattedrali.
Sulla seconda parte mi pare di aver già detto in post precedenti.
Mi spiacerebbe per te se questa fissa sul lavoro di altri si stia tramutando in sindrome paranoica. Consigliavi il Lexotan, forse perché sei già sotto terapia.Tanti auguri.
Chissà con questo ho anche risposto a Francesco73.
Francesco, a Roma il numero medio di sacerdoti per parrocchia è 2,5 di cui il 20%-30% non italiani. In periferia 2 e meno di due di cui il 60% non italiani.
Gli italiani fanno i missionari nel II,III, e IV mondo.
Forse c’è qualcosa che non funziona.
@ Ignigo
Igni’, al netto dello “schifo” che ti facciamo io e altri (ma chi sarebbero, poi, questi altri? Io parlavo solo per me, come sempre), ti preciso comunque che:
– non ho mai detto, scritto o ritenuto Il Sabato “qualcosa di spendibile sul piano spirituale”; per me era solo una rivista, come l’Espresso o Panorama, con pregi e difetti maggiori o minori; le letture spirituali me le faccio con altra merce, tranquillizzati;
– martinismo e lazzatismo sono neologismi che mi sono venuti in mente qui, solo per comodità di classificazione, e senza implicazioni denigratorie; stimo moltissimo Martini (non tutti i martiniani, ma tra maestri e seguaci c’è sempre una bella differenza: guarda al disastro piagnucoloso che sono i montiniani, e raffrontali con Montini; prendi i morotei, e guarda a quanto è irragiungibile Moro; persino Berlusconi è infinitamente migliore dei berluscones; e Andreotti? Non era lui che saggiamente parlava dei suoi supporters come il concime che era indispensabile ai buoni alberi per crescere bene??), conosco di meno Lazzati ma abbastanza per considerarlo una persona degna e un cristiano esemplare;
– non me ne frega niente della guerra tra ciellini e anticiellini, dell’odio teologico alimentato in queste vicende, che ha prodotto sufficienti disastri anche nel mondo politico; se ce l’hai con Socci sono casi tuoi, io non sono un suo seguace in senso stretto ma lo leggo con interesse, come leggo con interesse l’agente Betulla Farina, Caffarra, Biffi, unitamente a Leonardo Boff, Gustavo Gutierrez e Rosi Bindi (si parva licet, come dire…);
– i toni che adoperi sono i tuoi, ma ti suggerisco di sdrammatizzare…stai sempre a caccia’ i mercanti dal tempio, attento a non peccare di superbia; tanto la fede e la chiesa stanno in piedi anche senza la tua indignazione e il mio cinismo.
A dire il vero, Matteo, in genere sembra che tu tenda ad associare l’ortodossia dottrinale con quanto di peggio (in termini di nevrosi e/o perversione, tecnicamente parlando) ci possa essere. So bene che che in certi casi è così, ma non è che l’eterodosso sia esente (qualche tempo fa, sui giornali vennero fuori notizie allucinanti -che continuo a sperare non vere- su un conterraneo prete progressista).
Ecco: io adotterei il metodo di cui al punto 1 di Accattoli.
Mi piacerebbe discutere anche sul merito di molti tuoi interventi, ma non voglio tirarmi addosso la valanga … preferisco glissare; intuisco la passione e la fede, ma non posso nascondermi la distanza.
Ciao.
Lyco,
non entro nel merito di quanto scrivi,
ti ringrazio della sincerità,
ma attenderò dalle persone che percepiscono la mia distanza,
chiarezza alla mia richiesta delle 15:27
Sincerità per sincerità
Constato che sia Nino che Matteo che Ignigo stanno andando su di giri, se non proprio fuori giri. Poverelli e carucci tutti e tre, quando s’imbronciano! Suvvia, state allegri. Guardate noi papisti reazionari, come siamo sereni.
Leo,
al di là del tuo spirito,
attenderò dalle persone che percepiscono la mia distanza,
chiarezza alla mia richiesta delle 15:27
ti spiace?
Scusa, io avevo risposto nell’altra discussione: per me è indifferente.
Io non voglio che tu venga meno alla tua sincerità con te stesso, desidero solo che prenda sul serio TUTTO quello che hai detto nel post delle 15:27.
a Frà settantatrè,
capirai che in tempi come i nostri nei quali un ministro della repubblica (lo stato, non il quotidiano) dice al successore di Ambrogio e Carlo che è un baluardo del “cattocomunismo”, capirai che dai su qua si sia un pò su di giri.
Mica ci riescono tutti ad essere cinici, indifferenti, composti, moderati, distaccati, individualisti e menefreghisti come Leonardo.
mi spiace per Tettamanzi, io non lo considero affatto un cattocomunista;
forse è un problema di accenti, e magari tutti questi auspici di diffusione delle moschee nei quartieri io non li farei;
ma la sostanza del dialogo la condivido, e anche lo spirito profetico che la anima
Francesco73 scrive,
8 Dicembre 2008 @ 10:30
Da questi interventi, e dalle diverse e plurali reazioni ai punti proposti da Luigi, si comprende benissimo come per chi appartiene alla Chiesa non vi sia soluzione possibile a tale tema – se non a prezzo di fughe originali ma individualissime…”
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Francesco, forse anch’io non sono stato chiaro.
Provo a dire meglio, su: “si comprende benissimo come per chi appartiene alla Chiesa non vi sia soluzione possibile a tale tema”.
La soluzione c’è ed è semplice.
I cittadini italiani, sono uguali, hanno pari diritti e doveri.
Le leggi ispirate dalla Costituzione laica, laiche devono essere, cioè non confessionali.
Un Concordato anacronistico e strettamente di parte, cioè non laico privilegia, in termini economici e di proselitismo, una ed una sola religione, la cattolica.
Questo è affare di politica.
Cosa succede dentro le mura domestiche o dentro i letti è affare privato tra cittadini liberi, consapevoli senza discriminante alcuna. (sesso, razza, colore della pelle, lingua ecc)
Un cittadino che non intende iscriversi al circolo del golf, non può essere obbligato per legge ad imparare e a rispettare le regole di quel gioco nè tanto meno a praticarlo.
Così come non può vietare ad altri l’iscrizione al club.
Libertà assoluta di entrare e uscire dal club senza riserve.
Il cittadino, abbraccia una fede? Che la segua laico o sacerdote che sia, la eserciti, la pubblicizzi, la promuova. E’ affare suo.
Per i comportamenti all’interno e all’esterno del club varranno le regole che qualsivoglia ente, istituzione, associazione, affiliazione si è date.
L’entrata prevederà un’ iniziazione e l’uscita non volontaria per i cattolici sarà la scomunica, per gli islamici la sharia, ecc.
La sospensione a divinis o la riduzione allo stato laicale per i sacerdoti.
In tutto questo non può né deve entrare uno Stato, a meno che non sia messa a repentaglio la sicurezza nazionale o l’incolumità delle persone.
Altrettanto non è consentito di fare ad una chiesa, una setta, un club.
Stato= cittadini TUTTI INDISTINTAMENTE.
Chiesa=quella che ognuno si sceglie.
La mia posizione di cui al mio primo post sull’argomento, tanto per essere chiari, riguarda me e solo me come battezzato riguarda la comunità dei battezzati, contestabile e/o sanzionabile SOLO da questa comunità a cui mi sento di appartenere al momento..
Mi spiace di aver ripetuto alcuni punti già toccati in precedenza, ma reperita juvant.
Spero di essere stato chiaro.
Ora fuoco, si spari sul pianista.
Caro Nino
per quanto mi senta anch’io profondamente liberale nel pensare ai rapporti tra stato e chiesa, tra legge e morale religiosa, non posso non constatare che la separazione che tu vagheggi è possibile solo in astratto.
Da un certo punto di vista è vero che la chiesa altro non è che un club di persone che condividono certe credenze comuni; dall’altro come negare che certi club finiscono per avere rilevanza pubblica e politica?
Da un certo punto di vista è vero che le leggi devono essere neutrali rispetto alle opzioni religiose; dall’altro, ti risulta un caso in cui questo sia stato possibile? in cui le leggi non riflettano in modo sostanziale la morale della maggioranza?
Con questo non voglio dire che si debba rinunciare ad affermare la laicità e l’aconfessionalità dello stato, e rivendicare l’indipendenza dei legislatori dalle pressioni di parte. Dico solo che se fosse possibile schematizzare come proponi il problema sarebbe piuttosto facile da risolvere.
MassimoD, è pensabile – anche laicamente – una dissoluzione sistematica dei limiti? La “natura” sarà un concetto culturalmente situato e teologicamente superabile, ma nell’uno e nell’altro caso non sono rinnegabili; tutto si può mettere in discussione, ma certe acquisizioni lì stanno.
Sono favorevole ai limiti: ecologici, economici, politici e morali. Da uomo della modernità, tendo a preferire quelli determinati laicamente da quelli imposti dall’esterno. D’altra parte, il riconoscimento del limite dell’uomo, oltre ad essere alla base di ogni esperienza religiosa, mi sembra un sano criterio per garantire la sopravvivenza del genere umano.
Con questo, non sono sicuro di aver capito cosa intendevi dire.
Massimo D scrive,
8 Dicembre 2008 @ 17:40
Caro Massimo chiarisco subito, sono tutt’altro che liberale e non amo le categorie, anche se può sembrarti paradossale dato lo schematismo con cui mi sono espresso.
Per me un club è quello del golf o del tennis, non certo la Chiesa di Cristo in cui mi trovo per la grazia della fede ricevuta da Cristo.
In nessun circolo mi è mai stato chiesto un “battesimo”, al più soci presentatori.
Lo schematismo o la semplificazione è un modo per rappresentare con forza un’antitesi rispetto a valori che sempre più stanno perdendo il senso originario che li connota.
Non si capisce più qual è il confine tra i valori perché miscelati in una sorta di pout pourri ( credente, fedele, ateo, cristiano, cattolico, protestante, e insieme cittadino ).
Laici più papisti del papa e preti più libertari di Pannella.
Un esempio dell’assurdità di certe posizioni confessionali.
All’iscrizione al primo anno delle elementari del mio primo figlio in una scuola di suore la preside-suora che conosceva da anni me e la mia famiglia per appartenenza alla stessa parrocchia, consegna una lettera in cui chiede il certificato di battesimo di mio figlio per la convalida dell’iscrizione.
Nella stessa classe erano due bambini islamici, coetanei di mio figlio che iscrissero d’ufficio.
Meravigliato chiesi qual’era la logica. Risposta: non tutti quelli che si dichiarano cattolici sono battezzati, noi siamo una scuola cattolica e vogliamo certezza.
Altri di altre confessioni li accogliamo sperando di convertirli.
Stessa cosa accadde alla nascita sia del primo figlio che della seconda in una nota clinica tenuta da suore, chiedono di compilare un modulo in cui sotto la mia responsabilità dichiaravo l’appartenenza alla chiesa cattolica come battezzato, con l’indicazione della parrocchia in cui era stato scritto l’atto di battesimo.
Per dirla tutta e per semplificare ulteriormente, personalmente potrei tranquillamente strafregarmene delle leggi dello Stato, mi basta essere fedele al Vangelo.
Ma come cittadino non posso pretendere che lo Stato non legiferi sanzioni per chi ruba, chi uccide, chi evade le tasse, ecc., solo per il fatto di autodichiarmi cattolico o presentando un certificato di appartenenza alla chiesa, o alla moschea o alla sinagoga.
E’ all’interno della mia chiesa che debbo trovare risposte non dogmatiche a domande esistenziali che mi procurano conflitti nel mio cammino di fede personale.
All’esterno o realizzo e testimonio concretamente il plus della fede che come cittadino posso mettere a disposizione della comunità o compio opere oppure sto bluffando.
In ogni caso si tratta di comportamenti individuali.
La storia insegna che spesso le cose semplici sono quelle che salvano, ma siccome sono semplici non si applicano.
Serve complessità, complicazione per giustificare la quota di egoismo e di edonismo necessaria a mantenere uno status.
I limiti biologici (cromosomici, starei per dire) o etnologici (la struttura matrimoniale, sembrerebbe un’invariante) …
Perché, poi, un limite “dato da Dio” dovrebbe essere … più limitante di uno dato per altra via?
Be’, direi che in quanto creature situate nel tempo e nello spazio, possiamo dire che tutti i limiti ci sono dati da Dio. Ma io parlavo di “determinare” i limiti nel senso di comprenderli e farne norme morali e legali.
Personalmente, dove ho qualche difficoltà è nel riconoscere a qualcuno l’autorità di impormi dei limiti su basi non argomentate. Alla Chiesa riconosco il fatto di essere depositaria di una preziosa tradizione di riflessione e di dottrina, a cui mi inchino all’occorrenza, ma mai in modo passivo e acritico.
Vedo che nessuno ha preso in considerazione il mio post delle 22,05 di ieri sera, e che si continua a eripetere la solita tiritera sullo Stato “laico” (senza cercare di capire cosa significhi), sul non dover imporre nulla agli altri, sul concordato. In particolare non condivido per nulla le osservazioni di Nino sul concordato e sulla costruzione di nuove chiese. Premesso che non ho alcuna sim,patia per il sindaco Alemanno, non vedo perché ci si debba scanfalizzare per la costruzione di nuove chiese e non di stadi, locali per megaconcerti, teatri ecc. a spese del contribuente. Chi non ama il calcio o la musica potrebbe dire, seguendo la stessa logica: “Perché debbo pagarli iob che non ne usufruisco?”. La vita sociale comprende tante dimensioni: lo sport, la musica, ed anche (perché no?) la religione.E non vedo tutti questi “privilegi” per la Chiesa cattolioca: anche le altre confessioni hanno stipulato intese con lo Stato, godono dell’otto per mille ecc.; e (giustamente) vengono costruite anche moschee.
A don78: mi sembra di aver detto chiaramente che il progresso delle scienze umane ci consente di rileggere in modo meno “drastico” di Paolo anche l’orientamento omosessuale.Questo non significa rinunciare a considerarlo un disordine oggettivo (quindi non equiparabile al matrimonio eterosessuale), ma comprendere meglio le tensioni interiori delle persone concrete, senza rinnegare i principi.
Non accetto invece il suo sarcasmo circa le mie osservazioni sugli “idola fori”. A me non importa nuilla del “politicamente corretto”: in Italia ed in Europa (mi riferisvo a questo ambito geoculturale, non al resto del mondo) oggi è assai scomodo osare certe affermazioni; si viene derisi nei salotti e nei discorsi delle persone “à la page”. Altyra cosa sarebbe, ovviamente, fare lo stesso discorso in un Paese islamico: lì, è vero, sarebbe coraggioso chiedere (come è giusto) di non lapidare o imprigionare gli omosessuali.
Infine: non vedo proprio in che senso sarebbero “discriminati” oggi gli omosessuali in Italia e in Europa. Possono votare ed essere eletti in Parlamento, stampare libri, vendere e comprare ciò che vogliono, fare carriera in tutti i campi (dall’editoria all’università), frequentare tutti i locali ed averne alcuni propri, essere esaltati in canzoni che vincono festival musicali o quasi… Il fatto che non possano sposarsi in chiesa o in Comune non mi sembra proprio una “discriminazione”. Sarebbe invece una discriminazione vera e propria privare un bambino del diritto di avere due genitori di sesso diverso o vietare ad un ministro del culto (è già successo in qualche Paese nordico) di esprimere pubblicamente la propria valutazione circa l’omosessualità.
Il mio consenso sulle sagge considerazioni del prof. Savigni è totale.
A proposito della laicità dello Stato, essa sembrerebbe antico merito della Chiesa, come afferma un suo eminente collega:
http://rivista.ssef.it/site.php?page=20041111131943600
Ricambio l’abbraccio di Clodine, do il mio modesto benvenuto a Patrick, assicuro Leonardo che non solo i “papisti reazionari” sono sereni (lo sono anch’io che pure credo d’essere tutt’altro che reazionario), invito Ignigo74 a non prendersela per le scemenze blaterate dal quel tal Ministro (!!!) sul Cardinale Tettamanzi (che t’aspettavi, Ignigo, di diverso ?), plaudo alla pace tra gli amici Matteo e Sump e mi ritrovo nell’approccio al problema fornito da Raffaele Savigni, ma, soprattutto, mi chiedo, e vi chiedo, dear friends of mine:
è da una settimana che stiamo parlando di omosessualità, e, sommando questo ed il precedente “post”, ho contato 542 (!) interventi (il mio è il 543° !), e mi domando (e vi domando) se vi pare, poi, così drammaticamente importante tale argomento.
Non voglio esser frainteso, nè “strozzare” il “dibbattito”, ma semplicemente m’azzardo ad ipotizzare che dopo una settimana in cui ce ne siamo dette di tutti i colori possiamo ritenere d’esserci momentaneamente sfogati sulla questione e, come si diceva una volta, “passare all’ordine del giorno”.
O no ?
Questo pomeriggio, all’ora dell’Adorazione Verpertina, il Vescovo della mia Docesi è venuto, per la festività dell’Immacolata Concezione, a trovare i fedeli della parrocchia del mio paese ed è stato emozionante sentirlo parlarci, con tutta la sua carica di profonda umanità, di diritto al lavoro, crisi economica, immigrazione, legalità, presenza di Cristo e di Maria nella nostra vita d’ogni giorno: forse, dico io, dopo una settimana di (sacrosanta, intendiamoci) discussione sul tema dell’omosessualità, potremmo riprendere ad affrontare anche qualche altra nostra “emergenza” quotidiana (magari, persino più impellente), che ne pensate ?
Se qualcuno non è d’accordo, non se la prenda: ho solo voluto dire la mia !
Un caro saluto a tutti.
Roberto 55
Io penso che il rispetto per le persone implichi che ci si debba semplicemente astenere da giudizi nei loro confronti su questioni che riguardano solo loro, come l’orientamento sessuale.
Giusto, tuttavia, ribadire la contrarietà della Chiesa (parlo di quanto affermano il papa e i vescovi) a chi, omosessuale, volesse farne parte, almeno fino a quando tale contrarietà rimarrà.
Giusto anche condurre la propria battaglia, culturale e politica, contro il matrimonio e l’adozione quando riguardino gli omosessuali (di tale battaglia, però, io non sono affatto convinto, anche se confesso che, almeno per quanto riguarda l’adozione, non mi sono chiarito a sufficienza le idee).
Detto ciò, penso che la posizione di Luigi Accattoli sia illuminata e illuminante, specie quando salva comunque l’amore fra le persone, senza del quale, penso, sarebbe molto più difficile trovare “un senso” che non sia semplicemente quello del “domani un altro giorno arriverà”, per dirla col Blasco.
Quando la chiesa prega con i gay
di Pierpaolo Velonà
in “l’Unità” del 12 dicembre 2008
Don Nildo Pirani ha 71 anni. È sacerdote dal 1961 e in tutto questo tempo, dice, «ogni volta che mi
hanno chiesto di pregare per chi soffre l’ho fatto». Domani la sua parrocchia, San Bartolomeo della
Beverara, settemila anime nella periferia bolognese, ospiterà una veglia di preghiera per le vittime
dell’omofobia. Ci sarà anche il presidente di Arcigay Bologna Emiliano Zaino: «Alcuni nostri
iscritti sono cattolici e vivono un doppio rifiuto: lo Stato non li riconosce e la Chiesa non li
capisce».
L’idea della veglia non è partita da don Nildo, che però ha deciso di ospitarla, ma dal movimento
«Noi siamo Chiesa». Gruppo cattolico a tutti gli effetti, ma di rottura con la linea intransigente delle
gerarchie, nato nel ‘96 per rilanciare le conquiste del Concilio Vaticano II. La Chiesa che
vorrebbero include omosessuali, divorziati «e anche i conviventi, che si vogliono bene e che non
vogliono o non possono sposarsi», dice il portavoce nazionale Vittorio Bellavite. Posizioni che sono
valse al movimento la diffidenza, se non aperta ostilità, della Cei.
«Abbiamo deciso di organizzare la veglia dopo che il Vaticano si è schierato contro l’iniziativa
dell’Onu per depenalizzare l’omosessualità nei Paesi dove è reato. Una scelta che ha creatoscandalo anche tra i fedeli». È un piccolo movimento, qualche centinaio di persone. «Ma
rappresentiamo un’area di opinione molto più estesa. Ci sono vescovi che la pensano come noi e
che non si espongono perché il controllo della Cei è strettissimo». Non è la prima volta che «Noi
siamo Chiesa» organizza iniziative del genere. Ma è la prima volta che una parrocchia decide di
ospitarle. A Milano, una preghiera analoga si terrà il 20 dicembre: in una chiesa valdese. Don Nildo
invece non si è scomposto: «Sono stato ordinato prete dal cardinale Lercaro, uno dei protagonisti
del Concilio. Lui mi ha abituato a guardare avanti, a non accettare le posizioni prefabbricate». Don
Nildo gli spazi li avrebbe concessi comunque, «anche se non ci fosse stato quel pronunciamento
infelice del Vaticano. Perché per un cristiano, la condivisione della sofferenza sta al primo posto».
Monsignor Ernesto Vecchi, vicario tradizionalista del cardinale di Bologna Carlo Caffarra, non l’ha
presa troppo bene. In passato si è scontrato tante volte con l’Arcigay. Quando, l’anno scorso, un
corteo di gay, lesbiche, bisex e trans contestò la processione della Madonna di San Luca, in segno di
protesta contro il presidente della Cei Bagnasco, ci volle una messa riparatrice. Vecchi poi definì il
Gay Pride «una manifestazione vergognosa». Stavolta dice: «La veglia è un azzardo del parroco.
Potremmo proibirla ma non lo facciamo per non prestarci all’equivoco secondo cui il Vaticano
sarebbe favorevole alla pena di morte per i gay». Non è vero, aggiunge: «Semplicemente la Chiesanon potrà mai riconoscere ciò che non è riconoscibile». È questo lo scoglio che bisogna superare,
ribatte Sergio Lo Giudice, presidente onorario di Arcigay: «Di solito si pensa che da una parte ci
siano i cattolici e dall’altra i gay: non è così. Il problema è che la Chiesa prospetta agli omosessuali
una sola strada: quella della rinuncia all’amore e alla sessualità».
Per discutere in maniera un po’ più pacata.
Buone feste a tutti Leone.
In passato (venti-trent’anni fa) ho conosciuto ed anche apprezzato don Nildo Pirani, negli ambienti della Chiesa di Bologna. Poi l’ho perso di vista, perché ho cambiato diocesi. Questa volta non concordo proprio con la sua scelta.Purtroppo le vicende di questi ultimi anni hanno portato ad una radicalizzazione delle posizioni intrecclesiali.