Francesco ha fatto salire cinque bambini sulla sua campagnola e ora gira con loro per la piazza strapiena di palme e donne in capelli. Di sicuro quei cinque diventeranno vaticanisti. Nei commenti alcune parole di Francesco all’omelia e il link a un mio articolo scritto ieri in treno sul documento riguardante la famiglia firmato dal Papa nel giorno di San Giuseppe sposo di Maria.
Cinque bambini sull’auto del Papa: faranno i vaticanisti
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Penso a tanti profughi. Francesco all’omelia: Pilato, poi, lo invia da Erode e questi lo rimanda dal governatore romano: mentre gli viene negata ogni giustizia, Gesù prova sulla sua pelle anche l’indifferenza, perché nessuno vuole assumersi la responsabilità del suo destino. E penso a tanta gente, a tanti emarginati, a tanti profughi, a tanti rifugiati, a coloro dei quali molti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2016/documents/papa-francesco_20160320_omelia-palme.html
Mio articolo. Questo è il link al mio articolo pubblicato oggi dal Corsera sul documento papale firmato ieri:
http://ilsismografo.blogspot.it/2016/03/vaticano-l-apertura-della-chiesa-ai.html
Io credo che quest'”esortazione apostolica” sarà accolta con favore dal popolo dei fedeli: alcune di queste indicazioni, tra l’altro, si sono già attuate, nella pratica della vita ecclesiale delle nostre comunità (penso ai componenti di coppie “irregolari” come padrini di battesimi o come testimoni di nozze).
Perché, Luigi, prevedi un futuro di vaticanisti ai cinque bambini saliti stamane sulla “Papamobile” ?
Buona “Domenica delle Palme” (è una delle feste più belle della cristianità) a tutti !
Roberto Caligaris
Roberto Caligaris ma è facile dire perchè prevedo un futuro di vaticanisti per quei cinque pinocchi: attrazione fatale, vocazione da contatto, contagio della papamobile…
E’ vero, con certe fisime si nasce. il mio nipotino,sette anni compiuti a Gennaio, ha già chiaro cosa vuole fare da grande: guidare i treni, al massimo il “capo stazione”. Di tanto in tanto lo porto a Termini, alla stazione centrale: guarda, controlla, ammira. Un paio di volte sono riuscita farlo sedere nella cabina di comando e lui tutto impettito, impostato, emozionato. Come dice Luigi, è una questione di vocazione, di contagio, di feeling, magari un po’ più plebea rispetto al Vaticanista, non dico di no, ma di tutto rispetto!
A me capita, quando contemplo il crocifisso, di entrare in un ingranaggio all’inverso e di venire triturata da un pensiero: se Cristo non inganna, ed è l’unico che non può ingannare, certissimamente, come mai noi c’inganniamo. Lui non dice che tutti quelli che nella giornata di ieri erano presenti, palme alla mano – nella mia comunità come in ogni altra che affolla in questi tempi forti le assemblee liturgiche- entreranno sono con Lui. Non c’è questa manica larga. Ma chi accetta, come mezzo di Redenzione la croce, qualunque essa sia di qualsiasi dimensione e peso.
Dice bene Silvia quando esorta ad entrare nel punto di vista di Dio. Non credo che Gesù, il Verbo di Dio incarnato abbia bisogno della nostra misericordia : «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli”-e aggiunge- ” Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?
Cosa dedurre da questa riflessione. Se è vero che la Redenzione passa solo attraverso quella croce, che ne è di noi quando aggiriamo l’aggiriamo con leggerezza? Non è forse un’illusione passare per le maglie larghe dell’autoinganno?
Onestamente, pensare che Cristo accetti tutto…
Se un padre abbandona la famiglia, i figli soffrono,e se lo fa una madre è la fine del mondo.Se un prete abbandona il ministero è una catastrofe e se lo fa un papa è il diluvio universale! Non darei per scontata la Misericordia di Dio, anche se ce lo dice la Chiesa, la quale, spesso -per usare le parole di Don Giussani- si dimentica di Cristo, anzi, dice qualcosa di ancora più forte: “se ne vergogna”.
Penso che tu dica molto bene, Silvia!
Provare a mettersi dal punto di vista di Dio puo’ spaventare e persino stravolgere. Certamente stravolge l’atteggiamento a cozza chiusa che assumiamo quando, per timore di spalancare il vaso senza fondo delle nostre angosce, ci rifugiamo nel farci andar bene tutto e sempre con la foglia di fico “Dio fa tutto a fin di bene”.
Il che è verissimo.
Peccato che, tragicamente, quel concetto di ” bene” diverga sideralmente dal nostro…e credere in questo ” bene”, cocciutamente e contro ogni evidenza, per atto di pura fede e perché esiste Gesù Crocifisso, non semplifica e pacifica, di per sé, ma anzi complica e ferisce , senza nessuna scorciatoia e nessuna facilitazione: come la notte del Getsemani che arriva, sta lì, provvidenzialmente, a ricordarci.
E’ proprio alla luce di questo dramma e di questa lacerazione che Gesù stesso si sobbarca addosso, Lui che è Dio, e si beve fino all’ultimo goccio,che la misericordia del Dio dei cristiani, così come ce la rivela Lui,totale, gratuita, traboccante, ai nostri occhi sempre scandalosa , è CREDIBILE e eversiva della nostra mentalità.
Mi perdo. Io, nella mia fede sgarrupata e nel travaglio dei miei mille “scrupuli”, a leggervi mi perdo. Io, che davanti al Crocifisso quasi piango, a leggervi mi perdo. Mi perdo perché penso che il Crocifisso più amore per come siamo fatti noi non poteva dimostrare. E noi siamo come siamo perché siamo solo uomini, cioè esseri caratterizzati da una finitudine morale e materiale (peccati, sofferenza e morte). Per evitarci questa finitudine, Dio avrebbe dovuto farci “dei”, ma questo non gli era possibile. Ci ha fatti come siamo, con le conseguenze dette, e per questo ci ama come siamo e ha voluto darcene la dimostrazione e darci una speranza, facendosi anche lui uomo. Eccetto il peccato, ha preso su di sé sofferenza e morte. E che morte! Peggiore non poteva essere! Ed è morto per farci capire che lui ci è vicino e che come lui, dopo sofferenza e morte che sono la nostra croce, risorgeremo.
Leggendovi, mi chiedo se Cristo è morto anche per me…
Vi saluto con stima e nel rispetto che vi è dovuto.
Ti abbraccio forte, Giuseppe.
Menomale che c’è Gesù Cristo crocifisso.
Un abbraccio a Giuseppe e grazie di cuore per il suo commento delle 12.56.
C’era una volta.. tanto tempo fa, al tempo delle nostre nonne “bigotte” e del cristianesimo “tradizionale” e superstizioso non ancora “illuminato” dalla
la devozione alle” sette parole di cristo in Croce”
http://www.preghiereagesuemaria.it/devozioni/devozione%20delle%20ultime%207%20parole%20di%20gesu%20cristo%20sulla%20croce.htm
Cristianesimo ingenuo, ignorante. oscurantista , direte voi, superato dal Concilio e dallo spirito del post-concilio, e oggi dallo spirito del post-post-concilio e un domani dallo spirito del Concilio Vaticano III
in effetti non mi vedo teologi come Vito Mancuso o Bruno Forte dare valore alle “ultime sette parole di Cristo in croce”.
si dirà con illuminata e moderna intelligenza che non hanno nessuna importanze le ultime sette parole di Cristo in croce, che il messaggio sociale di Gesù l’aveva dato ben prima di essere crocifisso, che il messaggio sociale
e politico di Gesù è più importante di sterili e misticheggianti devozioni sulle sette ultime parole di Cristo in croce..
eppure, eppure…., invito la cortese Sivia.d da poco entrata in questo blog, se ne ha voglia , davanti a Cristo crocifisso a fare la meditazione sulle ultime sette parole di Cristo in croce..
dopotutto sono solo sette! 😉
Altro stile dai suoi sacerdoti di oggi che impiegano centinaia e migliaia di parole per comunicazioni del tutto inefficaci…ed insulse!
Difatti, Maria Cristina, non c’è una sola parola di quelle scritte da Silvia che sia in disaccordo con le sette parole….
Quanto ai poveri sacerdoti di oggi ,che evidentemente meritano tutta la tua esecrazione per il solo fatto di essere ” di oggi”, io mi domando ancora una volta che caspita di sacerdoti tu abbia la ventura di bazzicare!!!!
🙂
Superflio notare poi che un conto sono le ” sette parole “, un conto sono le meditazioni che ci si possono fare sopra…..
Beh caro Lorenzo Cuffini se a te non fa impressione e non ti fanno riflettere le parole che Cristo quando è venuta la sua fine sulla croce ha pronunciatoper la loro brevità , incisività e profondità ( vabbe’ che inchiodato ad una croce un uomo ha poco fiato per parlare!)
e non ti fa riflettere che i nostri cari pastori abbiano bisogno di 200 pagine e 323 paragrafi per l’Esortazione post-sinodale sulla famiglia!
magari a te, e agli altri entusiasti della “nuova chiesa” piace questo stile clericale, ridondante , retorico, elefantiaco, logorroico, dove la verità è diluita ed edulcorata in una tale melassa di parole da essere alla fine irriconoscibile!
a ciascuno i suoi gusti!
http://www.cittadellaeditrice.com/munera/il-papa-oggi-ha-firmato-che-cosa-dati-certi-congetture-e-confutazioni/
“Da qualche settimana sappiamo della futura Esortazione soltanto tre cose. Che è stata firmata oggi, che è lunga quasi 200 pagine e che contiene 323 paragrafi. Dunque è lunga. E contiene ben 237 in più di Familiaris Consortio, che aveva soltanto 86 paragrafi.”
capito caro Lorenzo Cuffini, 86 paragrafi della Familiaris Consortio non bastavano , erano troppo pochi! ci vogliono i 323 paragrafi dell’esortazione post-sinodale per chiarire le idee al popolo di Dio!
e infatti Andrea GRillo segue dicendo :
Credo che sia ragionevole pensare che se il testo avrà qualcosa come duecento paragrafi in più di FC, non sarà soltanto per confermarne ogni disciplina. E’ un principio di economia a suggerire che gli uomini – anche quando siano chierici – non scriverebbero mai non dico duecento, ma nemmeno 50 paragrafi soltanto per restare dove erano.”
appunto! e duqnue già la ridondanza dei paragrafi dovrebbe far pensare che l’esortazione post-sinodale sarà come ha detto il card. Kasper la più grande rivoluzione della Chiesa da 1700 anni!
nessuno però di questi novatori si ferma a riflettere e a considerare le parole di gesù:
il vostro parlare sia sì-sì. no-no il più viene dal demonio.
e c’è da aspettarsi che in 200 pagine e 323 paragrafi questo “più che viene dal demonio “sia ampiamente rappresentato!!.
Io caro Lorenzo, da parte mia preferisco continuare nel solco della fede tradizionalista delle nostre nonne e continuo la devozione alle sette parole di Cristo in croce.Con questo non voglio imporre nulla a nessuno , solo proporre. proporre di tornare alla semplicità, all’essenzialità ,alle radici, alla TRadizione!
non parliamo poi del fatto che è trapelato pubblicamente che codesta Esortazione post-sinodale firmata dal papa il 19 marzo, ha avuto qualcosa come 200 correzioni dal ex-santo Uffizio, oggi Dottrina della Fede.
questo significa che è stato stilato un testo che ha avuto 200 correzioni dal card. Muller e dai suoi collaboratori perchè non in linea colla Dottrina della Fede!
Ma vi rendete conto? chi non si accorge che oggi c’è una lotta all’ultimo sangue DENTRO la Chiesa e che questa lotta non è per la” pastorale”, come ripetono ossessivamente i media compiacenti e i vaticanisti compiacenti per tranquillizzare e sedare il cervello del popolo, questa lotta è per la Dottrina!Questa lotta è per la Verità!
“verità vo cercando che è sì cara/ come sa chi per lei vita rifiuta”
cara Maria Cristina,
le nostre nonne avevano una fede “tradizionalista”?
Ma non facciamo ridere i polli.
” tradizionalista ” è pura farina del tuo sacco.
Le nostre nonne, avevano la fede punto e basta.
Che è la stessa di questo papa , di questa Chiesa, tua e mia.
(Sempre che tu ti ci riconosca.)
Quanto alla sproporzione tra il volume di parole dei documenti della Chiesa e la concisione evangelica, sai che scoperta.
“Il vostro parlare sia sì-sì. no-no il più viene dal demonio.” applicato come tu lo applichi, ci obbligherebbe allora, con lo stesso criterio,a scaraventare a mare tutti i documenti del Magistero di 2000 anni.
E, che so,la patristica.Tutta la teologia, ecc ecc ecc.
Che, per una ratzingeriana dura & pura come te, è bizzarro forte…
🙂
🙂
🙂
🙂
Cara Silvia, nessun putiferio scatenato da te, non temere.
Basta una rapida consultazione cronologica, day by day, per verificare come Maria Cristina di putiferi cerchi di scatenarne almeno uno al giorno.
🙂
Certo cara Silvia, è Gesù che parla dalla croce, e sarebbe bene lasciar stare i preti. sono perfettamente d’accordo con te.
lasciamo stare i preti. atteniamoci alle parole di Gesù. Meditiamo sulle parole di Gesù. Ma la Chiesa , quella con la maiuscola , la Sposa di Cristo , non sono i “preti”, è la comunità dei credenti. E quella non può essere messa fra parentesi ., non si può dire Cristo sì, Chiesa no. Perchè Gesù oggi noi in questa vita mortale lo conosciamo e lo sperimentiamo non perchè in solitudine e introspezione, avulsi da ogni compagnia, leggiamo i vangeli, ma perchè lo incontriamo nella comunità dei credenti.
dunque che le parole di Cristo siano meditate dalla COMUNITA’ e fatte tesoro e non tradite dalla comunità dei credenti è importante.
che la fede cristiana sia espressa nella sua vera ed inalterabile spiritualità con fedeltà dalla COMUNITA’ è importante.
per questo cara Silvia c’è oggi questa tremenda discussione sui “preti”.
alcuni pensano che i preti di oggi, molti preti di oggi , compresi molti vescovi e molti cardinali, non siano più seguaci di Cristo ma seguaci di qualcun altro… , non siano più fedeli servitori della verità, ma servitori di qualcun altro…Del resto Gesù ci aveva avvertiti di guardarci dai lupi travestiti da agnelli, dai falsi profeti, dai falsi pastori…
Io vorrei solo che tu, insieme alla comunità cristiana, potessi attingere al grande e unico tesoro della tradizione cristiana: quel tesoro che ci hanno tramandato duemila anni di cristianesimo , i Padri della Chiesa, i santi, e che oggi sono scartati e dimenticati, dagli stessi preti, quando non apertamente sbeffeggiati..Solo in questa prospettiva di recupero di un tesoro prezioso oggi dimenticato e gettato via , nel dimenticatoio, ti ho suggerito di meditare sulle sette parole di Cristo in croce.
Giusto. Evidente . Non si puo’ dire Cristo sì, Chiesa no.
Parole sacrosante.
La Chiesa c’è. Proprio quella di cui parla Maria Cristina.”quella con la maiuscola , la Sposa di Cristo.”Quella che in continuità ininterrotta attingere al grande e unico tesoro della tradizione cristiana: quel tesoro che ci hanno tramandato duemila anni di cristianesimo , i Padri della Chiesa, i santi, i martiri.
La Chiesa di Cristo: una, santa, cattolica e apostolica.
Con un suo papa.
Cristo che vive nella storia.
Questa Chiesa viene apertamente sconfessata, osteggiata, sbeffeggiata, svilita e vilipesa, calunniata e infangata quotidianamente da “nani e ballerine” della fede come sono io, e tutti singolarmente presi, se siamo cattolici e in faccia alla Chiesa di Cristo.
I quali, in base a personalismi di gusto, si autoproclamano censori e custodi della vera fede.
Quetsta è la ricostruzione dei dati di fatto.
Ognuno si diverte come vuole,anzi ad essere sinceri, come puo’.
Compreso fare immondizia della Chiesa e trasformare l’essere cristiano oggi in un giocatore berciante di chiesabalilla a oltranza.
Cara Silvia, prima fammi ringraziare Lorenzo e Fabrizio per i loro confortanti abbracci, che ricambio sentendomi accettato pur nella mia fede sgarrupata.
Poi ti ripeto, se la mia compagnia ti può far sentire meno sola, che anch’io ho una fede travagliata. Sgarrupata l’ho definita. Però Lorenzo mi ha scritto: “Menomale che c’è Gesù Cristo crocifisso”. Questo vuol dire che abbiamo qualche speranza. Facciamoci coraggio! Anche perché nella prima delle sette frasi (o sette parole) dette da Gesù sulla croce, c’è la parola “perdono”. Ho letto in qualche parte che perdono significa “dono al massimo”, “dono superlativo”, “donissimo”, dunque. Lo si può desumere dall’etimologia: “per”, (particella intensiva) + dono (la stessa cosa vale per “per-fetto” che appunto significa “che è senza difetti; ottimo, eccellente). Voglio dire che, se Gesù ha perdonato anche i suoi crocifissori che non gli avevano nemmeno chiesto perdono, qualche speranza l’abbiamo anche noi. Se poi qualcuno, arroccato nella sua “turris eburnea” della verità, non riesce a fare nemmeno un “presentino” di carità cristiana, pazienza! 🙂
Ti saluto.
Da una visitatrice di nome Victoria ricevo questo messaggio:
È un peccato che esistano persone che, tutte prese dal loro sacro zelo, lo coltivino come una missione di conversione (degli altri) alla loro esclusiva visione religiosa. E nel far questo sono convinte di essere nel giusto, e non si accorgono che ottengono l’effetto esattamente contrario. In letteratura non mancano personaggi siffatti, e sono quelli che suscitano le risa. Ma quando si passa alla vita reale, allora è un’altra storia e non c’è niente da ridere.
Queste persone NON ASCOLTANO chi dice parole nuove da cui si potrebbe trarre qualche insegnamento. Del resto, si è sempre saputo che tutti abbiamo da imparare SEMPRE fino alla fine dei nostri giorni. Il più umile uomo, attraversato dallo Spirito in un preciso momento, può distillare, senza avvedersene, delle preziose perle di saggezza- e di lezione- che sono autentico Vangelo.
Ma, al contrario, per queste persone, che si sentono molti gradini più in alto (chissà mai perché), non c’è niente da imparare dagli altri. Solo loro devono insegnare, solo loro hanno il Vangelo in tasca, quello “autentico”, e solo quello va preso sul serio. Magari interpretato letteralmente a modo loro e trattato come un compendio di sagge massime cui attenersi nella vita. Gli altri, poveretti, meglio farebbero a non aprir bocca.
Se manca l’univocità di pensiero, è una colpa esprimersi in modo diverso. Se manca l’empatia, si ritiene necessario stravolgere l’opinione altrui al solo scopo di dimostrare vanamente ciò che non è dimostrabile nemmeno per una mezza virgola. E magari sembra utile indossare il costume della vittima bastonata. Squallido spettacolo.
Niente dialogo, dunque. La vita è purtroppo piena di queste miserie umane che rovinano i rapporti interpersonali.
Non sbaglia chi ascrive ad una sorta di risibile e impudica megalomania atteggiamenti di questo genere, propri di gente che dice di aver trovato il punto fermo e lo ha inchiodato nella mente. Costoro godono immensamente nell’avere appoggi e consensi, magari anche da chi non ne ha decifrato bene – per scarsa conoscenza o per incapacità a leggere le attitudini di certi individui – la personalità. O magari perché sono perfettamente in linea con un pensiero univoco e purtroppo limitato da schemi rigidi che non lasciano spazio alla libertà di pensiero, e dentro i quali sembra d’obbligo rinchiudere ogni dottrina derivata, non passibile di un minimo di cambiamento. Vengono considerate deviazioni pericolose, queste. Un rischio che va impedito sul nascere.
Costoro, se vedono un Papa che in certa misura si discosta dalle linee tracciate, sia pure con alterne fortune, lungo molti secoli di Storia, restano sulle loro o ne provano un fastidio enorme, e lo avversano allo stesso modo in cui si oppongono ad ogni cambiamento nel Cammino dell’Umanità. Possono perfino lanciare anatemi pesanti e blasfemi. Parlano quasi di eresia.
Ci sono poi quelli che sputano veleno contro teologi e fedeli (laici e religiosi) innovatori, considerati addirittura diabolici eversori, veri e propri strumenti di satana.
Se si capisse finalmente che sul terreno delle religioni NESSUNO possiede la Verità e che lo Spirito è estremamente libero, si accetterebbe che Dio su questa Terra si è sempre fatto cercare attraverso modi diversi, attraverso dubbi e oscurità nonché improvvisi, insperati disvelamenti. Ogni uomo ha i suoi percorsi per accedere a Dio, diversi uno dall’altro. Quindi nessuno, proprio NESSUNO, può ritenere che siano di ostacolo le vedute altrui, e presumere che sia lecito misurare la fede degli altri col metro della propria fede. Ammesso che sia quella giusta.
Un abbraccio, di vero cuore, all’amico Giuseppe, ed un suggerimento, se posso permettermelo dal mio “ultimo banco”, a Silvia: non t’angustiare ! Sono anni che questo “blog” è chiamato a sopportare le ricorrenti chiassate di Cristina Discepolo: tutto sta, come vedi, a non farci caso.
Ciao a tutti.
Roberto Caligaris
Caro amico Roberto, sono un po’ imbarazzato per il numero degli abbracci, ma ricambio volentieri, con altrettanta cordialità, anche quello tuo. E poi io che mi reputo quasi un “cultore” del dubbio, elevo un caloroso applauso dall’ultimo banco a Victoria per il suo commento nel quale mi è sembrato di sentire come “il sussurro di una brezza leggera”.
Grazie, Victoria!
Sei un amore Silvia. …stupenda!
“l’unica forma d’ignoranza -(non lo dico io ma Socrate, e se lo dice lui ci crediamo)- è credere di sapere quello che non si sa, perché il vero sapiente conosce la piccolezza del suo sapere”.
Trovo questa frase straordinaria, e trovo straordinaria la presenza di Silvia e di giuseppe perché cristallini, puri, come acqua sorgiva…
Non credo nell’ignoranza, ma nel valore universale della ragione umana, nell’ interiorità che sempre spinge verso il “vero”; non lo dico io, ma sant’Agostino, nove secoli dopo Socrate. Perciò, Silvia, sappi che la verità, non è fuori di noi, ma dentro di noi, nascosta nel sacrario di ciascuno, è una proprietà dell’ anima e una conquista dell’intelletto. Giace si, sopita nell’intimo del nostro spirito in attesa….
Mio padre, proprio come tuo marito, non ebbe il dono della fede però, vedendo la mia vocazione un giorno mi disse:” Gli ideali sono traguardi molto alti, non è facile raggiungerli. Se veramente hai fede: segui quel Maestro in cui credi, ma seguilo in totale osservanza, fedelmente, a costo della vita”.
E” difficile la sequela, cara Silvia, costa molto. Però, come tutto ciò che costa, è una roba preziosa. Se non costasse, che valore avrebbe..!?
Un abbraccio.
Clo
Hmmm, difficilmente mi sbaglio sulle persone, ho un particolare fiuto: sento l’odore di zolfanello alle prime battute. Non m’ingannano sui malvagi. Perché esiste la malvagità,ma soprattutto l’invidia, e non solo delle cose materiali, ma anche della conoscenza intellettiva e spirituali altrui: una lebbra che colpisce in modo trasversale ricchi e poveri colti e incolti…religiosi e laici…una piaga dalla quale tenersi a debita distanza.
E sicché giuseppe hai sentito una brezza? Sei certo non venisse dal porto e dai suoi miasmi…? Io credo arrivasse proprio da li…
Ti rammento che nel dubbio è nascosta la più oscura delle contraddizione ( e so lo dice San’Agostino e altri pezzi da 90 della cristianità io, che mi sento socraticamente ignorante, ci credo) e sai perché? Perché il dubbio è un passaggio obbligato necessario per approdare alla Verità. Ma se la ricerca continua a generare dubbio, senza arrivare a nulla diviene sterile ricerca. E dubbio su dubbio si finisce col dubitare del dubbio stesso; infatti, anche l’agnostico che afferma di non avere nessuna certezza, dà per scontata la certezza che non vi sono certezze, e quindi si contraddice…
@sorry per gli errori che so esserci, purtroppo digito da un piccolo dispositivo mobile, non molto agevole…
Bene, Silvia, quindi anche tu appartieni al club delle coppie… “squilibrate” : cristianamente e religiosamente parlate, intendo!!!!
🙂
E puo’ essere effettivamente una bellissima, bellissima, bellissima storia!
…Non ” parlate “: ” Parlando”.
Non capisco come mai la Signora Victoria abbia il privilegio di dire la sua ed esprimere i suoi giudizi (anche quelli poco caritatevoli) senza firmare con nome e cognome.
Figli e figliastri?
mons. Ganswein si dice sicuro che papa Francesco aderirà al Magistero dei suoi predecessori nell’Esortazione post- sinodale:
http://www.ncregister.com/blog/edward-pentin/archbishop-gaenswein-pope-will-adhere-to-magisterium-on-divorce-remarriage?utm_content=buffer0c4a5&utm_medium=social&utm_source=twitter.com&utm_campaign=buffer
il card. Kasper invece parla della più grande rivoluzione della Chiesa da 1700 anni a questa parte:
http://leblogdejeannesmits.blogspot.it/2016/03/Kasper-exhortation-post-synodale-Eglise-1700-divorces-remaries.html
Chi ha ragione? probabilmente tutti e due. poichè il testo sarà così ambiguo che ciascuno lo interpreterà secondo la sua opinione.