Chi sia figlio di Dio e se un ateo possa essere in cielo

48 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Lo Spirito Santo e noi figli di Dio. Carlotta: Ciao Papa Francesco! Noi quando riceviamo il Battesimo diventiamo figli di Dio e le persone che non sono battezzate, non sono figli di Dio?
    Papa Francesco: Dimmi Carlotta, ridomando a te: cosa pensi tu? La gente che non è battezzata, è figlia di Dio o non è figlia di Dio? Cosa ti dice il tuo cuore?
    Carlotta: Sì.
    Papa Francesco: Sì. Ecco, ora spiego. Ha risposto bene, ha fiuto cristiano, questa! Tutti siamo figli di Dio. Tutti, tutti. Anche i non battezzati? Sì. Anche quelli che credono in altre religioni, lontani, che hanno idoli? Sì, sono figli di Dio. Anche i mafiosi sono figli di Dio?… Non siete sicuri… Sì, anche i mafiosi sono figli di Dio. Preferiscono comportarsi come figli del diavolo, ma sono figli di Dio. Tutti, tutti sono figli di Dio, tutti. Ma qual è la differenza? Dio ha creato tutti, ha amato tutti e ha messo a tutti nel cuore la coscienza per riconoscere il bene e distinguerlo dal male. Tutti gli uomini hanno questo. Sanno, percepiscono cosa è buono e cosa è sano; anche le persone che non conoscono Gesù, che non conoscono il cristianesimo, tutti hanno questo nell’anima, perché questo lo ha seminato Dio. Ma quando tu sei stata battezzata, in quella coscienza è entrato lo Spirito Santo e ha rinforzato la tua appartenenza a Dio e in quel senso tu sei diventata più figlia di Dio, perché sei figlia di Dio come tutti, ma anche con la forza dello Spirito Santo che è entrato dentro. Hai capito, Carlotta? Domando – tutti rispondano –: tutti gli uomini sono figli di Dio?
    Bambini: Sì!
    Papa Francesco: Le persone buone, sono figlie di Dio?
    Bambini: Sì!
    Papa Francesco: Le persone cattive, sono figlie di Dio?
    Bambini: Sì!
    Papa Francesco: Le persone che non conoscono Gesù e hanno altre religioni lontane, hanno idoli, sono figlie di Dio?
    Bambini: Sì!
    Papa Francesco: I mafiosi, sono figli di Dio?
    Bambini: Sì!
    Papa Francesco: E dobbiamo pregare perché tornino e riconoscano Dio davvero! Nessuno risponda adesso, ma risponda il cuore: chi di voi prega per il mafiosi, perché si convertano? Ognuno risponda nel suo cuore. Poi, quando noi siamo battezzati, chi entra nel nostro cuore?… Più forte!
    Bambini: Lo Spirito Santo!
    Papa Francesco: Entra lo Spirito Santo, e questo Spirito Santo ci fa più figli di Dio, ci dà più forza per comportarci come figli di Dio. Per questo San Paolo ha una frase, e io vorrei che voi la diciate come me. Dice: “Non rattristate lo Spirito Santo che è in voi”. Perché dice quella frase? Perché un cristiano, un battezzato che si comporta male, rattrista lo Spirito Santo che è in noi. La frase è questa: “Non rattristate lo Spirito Santo che è in voi”. “Non rattristare lo Spirito Santo che è in te”. La diciamo?
    Papa Francesco insieme ai bambini: Non rattristare lo Spirito Santo che è in te.
    Papa Francesco: Un’altra volta!
    Papa Francesco insieme ai bambini: Non rattristare lo Spirito Santo che è in te.
    Papa Francesco: E noi, figli di Dio, che con il Battesimo abbiamo lo Spirito Santo dentro, quando ci comportiamo male, quando facciamo un peccato, rattristiamo lo Spirito Santo che è in noi. Grazie Carlotta!

    16 Aprile, 2018 - 19:19
  2. Luigi Accattoli

    Il mio papà era ateo. Emanuele: Non ce la faccio! [piange].
    Papa Francesco: Vieni, vieni da me Emanuele! Vieni da me e dimmela all’orecchio. Dimmela all’orecchio. Vieni, vieni, vieni da me. [Emanuele va da Papa Francesco e gli dice all’orecchio la sua domanda]
    Papa Francesco: Magari tutti noi, potessimo piangere come Emanuele quando avremo un dolore come lo ha lui nel cuore. Lui piangeva per il papà e ha avuto il coraggio di farlo davanti a noi, perché nel suo cuore c’è amore per il papà. Io ho chiesto il permesso ad Emanuele di dire in pubblico la domanda e lui mi ha detto di sì. Per questo la dirò: “Poco tempo fa è venuto a mancare il mio papà. Lui era ateo, ma ha fatto battezzare tutti e quattro i figli. Era un uomo bravo. È in Cielo papà?” Che bello che un figlio dica del suo papà: “Era bravo”. Bella testimonianza di quell’uomo che ha dato ai suoi figli, perché i suoi figli potranno dire: “Era un uomo bravo”. È una bella testimonianza del figlio che ha ereditato la forza del papà e, anche, ha avuto il coraggio di piangere davanti a tutti noi. Se quell’uomo è stato capace di fare figli così, è vero, era un uomo bravo. Era un uomo bravo. Quell’uomo non aveva il dono della fede, non era credente, ma ha fatto battezzare i figli. Aveva il cuore buono. E lui ha il dubbio che il papà, per non essere stato credente, non sia in Cielo. Chi dice chi va in Cielo è Dio. Ma come è il cuore di Dio davanti ad un Papà così? Come è? Come sembra a voi?… Un cuore di papà! Dio ha un cuore di papà. E davanti ad un papà, non credente, che è stato capace di battezzare i figli e di dare loro quella bravura ai figli, voi pensate che Dio sarebbe capace di lasciarlo lontano da sé? Pensate questo?… Forte, con coraggio…
    Tutti: No!
    Papa Francesco: Dio abbandona i suoi figli?
    Tutti: No!
    Papa Francesco: Dio abbandona i suoi figli quando sono bravi?
    Tutti: No!
    Papa Francesco: Ecco, Emanuele, questa è la risposta. Dio sicuramente era fiero di tuo papà, perché è più facile essendo credente, battezzare i figli, che battezzarli essendo non credente. Sicuramente questo a Dio è piaciuto tanto. Parla con tuo papà, prega tuo papà. Grazie Emanuele per il tuo coraggio.

    16 Aprile, 2018 - 19:20
  3. Luigi Accattoli

    Predicazione feriale. Come già con gli orfani romeni, Francesco mostra in questa conversazione come possa essere presentato l’annuncio cristiano ai bambini in risposta alle domande più vive, nel linguaggio adatto ai bambini e tenendo conto – insieme – delle obiezioni che la cultura di oggi pone alla predicazione cristiana. Ragionando di Francesco occorre aver presente – innanzitutto – questo Papa parroco che si esprime nelle omelie del mattino, nelle piccole omelie del mezzogiorno domenicale e nelle conversazioni con le persone più semplici. Questo è anche il Papa della “Gaudete et exsultate” pubblicata la settimana scorsa. Solo avendo presente tale predicazione evangelica diffusa e continuata possiamo interpretare correttamente, senza travisarlo in funzione di obiezioni soggettive, il Francesco dei documenti e delle decisioni maggiori.

    16 Aprile, 2018 - 19:21
  4. maria cristina venturi

    Senza contare che così ha rassicurato anche l’amico Scalfari circa la sua sorte eterna …
    Un Paradiso degli atei , dove , per non disturbare e non offendere le loro opinioni, Dio non ci sarà .

    16 Aprile, 2018 - 19:39
  5. Luigi Accattoli

    Qui si può vedere la registrazione audiovideo di TV2000 del dialogo del Papa con i bambini di Corviale:

    https://www.youtube.com/watch?v=JYZ3Vr0HS_I

    Al 12° minuto viene la domanda di Emanuele. Vi invito a vedere quei tre minuti di conversazione all’orecchio e di risposta del Papa. Partito Francesco, l’inviata di TV2000 Cristiana Caricato chiederà a Emanuele “sei soddisfatto della risposta del Papa” e il bambino risponderà: “Sì, molto. Io ero quasi sicuro che il mio papà era in cielo ma volevo sentirlo dal Santissimo”.

    16 Aprile, 2018 - 22:47
  6. Amigoni p. Luigi

    Rif. 19.39 di ieri – Paradiso degli atei

    Non credo che l’interlocutore invisibile del papa domenica, in parrocchia, fosse Scalfari o altri come lui.
    Certamente è Dio (e non il papa) che in definitiva giudica (e lo fa con la sua giustizia che è misericordia).
    Ma a un bambino che piange per la morte del papà (ateo, con quattro bambini, fatti battezzare) non penso sia “sano” presentargli i “novissimi” sadicamente intesi.
    Apprezzo molto la battuta “un paradiso degli atei senza Dio”. Nella sua misericordia Dio può fare anche quello: dare il paradiso, cioè se stesso, anche a chi – in paradiso – non gli pare vero.

    17 Aprile, 2018 - 7:31
  7. Beppe Zezza

    Siamo tutti noi umani “figli” di Dio?
    La risposta del Papa al bimbo è :si! Tuttavia, per salvaguardare la dottrina tradizionale ( che dice il Battesimo ci FA figli di Dio ) introduce il concetto di “più” o “meno” figlio.
    Come ho spesso sostenuto in questo blog il problema della comunicazione è lo assegnare ai vocaboli lo stesso significato.
    Chiaramente del vocabolo “figlio” ci sono diverse accezioni: da accezioni “forti” ( è “figlio” chi è “generato” ) ad accezioni “deboli” ( può essere detto “figlio” chi ha idee o comportamenti “simili” a qualcun altro che lo precede nel tempo ).
    In buona sostanza per il Papa “figlio” è sinonimo di “oggetto di amore”: SI, tutti gli umani sono parimenti amati da Dio.
    Per evitare conflitti “nominalistici” è necessario avere ben presente il contesto nel quale un vocabolo è usato.

    17 Aprile, 2018 - 9:25
  8. Beppe Zezza

    A un tifoso della Roma se gli prospetti di poter passare una giornata con Totti lo fai felice, questa stessa proposta fatta alla casalinga di Voghera che non si è interessata di calcio e che al massimo ha sentito parlare di Inter e di Milan la lascia del tutto indifferente.
    Questa mi pare una esemplificazione della rispostina del Catechismo di Pio X alla domanda : perché Dio ci ha creato? Per conoscerlo e amarlo in questa vita e goderlo nell’altra in Paradiso. Rispostina che a me pare un condensato di sapienza.
    Se non lo hai conosciuto e amato, poco ti vorrà dire, stare con Dio una volta concluso il tuo itinerario terreno.

    17 Aprile, 2018 - 9:51
  9. Pasquale VILARDI

    Mi ha sempre lasciato perplesso l’enfasi manifestata in occasione di battesimi con cui si proclamava che da quel momento si diventava figli di Dio.
    Bene ha fatto, ovviamente dal mio punto di vista, il Papa a chiarire il senso della figliolanza . E lo ha fatto anche ” Con la bocca dei bimbi e dei lattanti ” ( Salmo n°8) .
    A chi è rimasto scandalizzato da tali affermazioni consiglio di riflettere su due espressioni contenute nel Vangelo e pronunciate da Gesù: ” Non chi dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli ma chi fa la volontà del Padre mio” e
    ” i pubblicani e le prostitute vi precederanno nel regno dei cieli”

    17 Aprile, 2018 - 10:47
  10. Victoria Boe

    Il fatto è che Dio lo si può conoscere e amare anche se si è al di fuori della Chiesa cattolica.
    Anche se non si conosce il catechismo cattolico.
    Se sei immerso nella bellezza della natura, se una musica o un bel canto ti fanno respirare l’ aria celestiale, se un bel gesto ti commuove, sei in Dio anche se non sai di esserlo. Lo ami anche senza sapere di amarlo. Ed è questo che conta. Dio ti prende e ti attira anche così. Ti rende felice anche così.
    La risposta del Papa sullo Spirito Santo è normale, obbligata, per un uomo di Chiesa. Ma per Dio non ci sono figli “più” e figli “meno”. Per tutti ha lo stesso Amore. Tutti hanno lo stesso Spirito del Creatore-Padre. Anche gli atei che non Lo vogliono riconoscere per la loro incapacità a riconoscerlo. Anche i non-battezzati hanno lo Spirito di Dio, e lo Spirito è sempre Santo.

    17 Aprile, 2018 - 13:49
  11. Leonardo Lugaresi

    Vorrei sottolineare il giusto commento fatto da Beppe Zezza alle 9.25.
    “Più figlio” e “meno figlio” è una di quelle cose che possono forse andar bene per un adulto (beninteso un certo tipo di “adulto” di oggi, disabituato a pensare e incurante del senso delle parole), ma non per un bambino, che ancora è naturalmente portato a volere le cose chiare. Che significa, infatti, l’espressione “più figlio”? In senso proprio, niente. “Per modo di dire”, può significare quel che vogliamo …
    Non sarebbe stato più semplice, retto e corrispondente a ciò che la chiesa ha sempre insegnato, e al tempo stesso perfettamente comprensibile per un bambino, dire che tutti gli uomini sono amati da Dio, che per amore li ha creati, ma che con il Battesimo diventano suoi figli adottivi?

    17 Aprile, 2018 - 15:43
  12. ada

    Anch’io sono affascinata dal “Paradiso degli atei senza Dio”, spero di trovarvi
    tutti i miei amici, uomini di buona volontà, che dicono di nn credere in Dio.

    17 Aprile, 2018 - 16:01
  13. ada

    Ops! Ho dimentcarmla firma
    Ada Murkovic

    17 Aprile, 2018 - 16:01
  14. ada

    Ops! Ho dimentcato di firmare

    Ada Murkovic

    17 Aprile, 2018 - 16:03
  15. Beppe Zezza

    E’ lo stesso “amare senza sapere” o “amare consapevolmente”?
    È lo stesso amare quandi si vivono momenti di esaltazione e amare sempre, anche quando la vita ci da’ di sperimentare delle sofferenze?
    Noto con interesse la “correzione fraterna” che Victoria fa al Papa quando questi asserisce che si può essere “più” o “meno” figli.
    Quanto a quello che Pasquale Vilardi afferma lo capisco benissimo. Troppo spesso il Battesimo ci è stato presentato quasi come un atto “magico” che, opla’, ci cambia di “natura”. È l’effetto deleterio del sacramento amministrato a bambini inconsapevoli , accompagnati da “padrini” scelti per motivi mondani e voluto dai genitori soprattutto per tradizione.
    La riscoperta di cosa è “realmente” il Battesimo, di quale trasformazione della vita esso comporti in un adulto che lo riceva onsapevolmente, aiuta a comprendere che non si tratta di conoscere il “catechismo” e a capire chi sia e cosa possa lo Spirito Santo se accolto non come uno sconosciuto incontrato per caso ma come un ospite atteso

    17 Aprile, 2018 - 16:48
  16. Amigoni p. Luigi

    Rif.: 9.25 e 15.43 – “Per modo di dire”

    Anche le “stesse cose” valgono in modo diverso. Se le dice Benedetto valgono di più; se le dice Francesco valgono di meno.
    Grazie a chi alle 16.25 ha ripescato il discorso di Benedetto. E per di più un’omelia nella festa del Battesimo di Gesù.

    17 Aprile, 2018 - 19:35
  17. Amigoni p. Luigi

    Correzione – Benedetto: discorso all’Angelus non omelia della messa.

    17 Aprile, 2018 - 19:37
  18. Victoria Boe

    Quando la vita ci dà sofferenze, Dio scompare dal nostro orizzonte. Tutt’al più lo si invoca perché ci tolga dalle sofferenze; Lo si prega chiamandolo come un taumaturgo che con un miracolo ci allontani il dolore e lo allontani da quelli che amiamo. Cosa che raramente avviene.
    Sono sicura che anche quelli che dicono di non credere, nella disperazione chiamano Qualcuno dicendo: “chiunque tu sia, aiutami”.
    È una preghiera anche questa e certamente raggiunge Dio, ma è una preghiera opportunistica anche se umanissima. Fatta da uomini impotenti, com’è naturale che sia.
    Il limite dell’uomo è proprio lì, nelle sofferenze dispiegate a larghe mani dalla vita, e anticipa il limite ultimo della morte.
    Dio lo si sente quando si è in acque quiete che portano serenità e bellezza e dolcezza. Allora il cuore dell’uomo sperimenta la pace interiore che ha origine nel Dio della Vita. Lo si può ringraziare anche se non si sa esattamente se esista.
    Dio viene raggiunto in quel preciso momento in cui senti in te la gratitudine per tanta bellezza armonica.
    La sofferenza non è né serenità né bellezza né dolcezza.
    È la faccia nascosta della luna. E si deve aspettare che pian piano ricominci ad affacciarsi la parte illuminata della luna.
    Il dolore porta con sé il vuoto del deserto, la desolazione, nella quale possono avvenire due cose: trovare (o ritrovare) la fede in Dio, oppure lasciarsi morire senza fede e passare in una valle oscura, al termine della quale ti aspetta–come diceva Origene–il Cristo Signore ad accoglierti nelle sue braccia.
    Non la fede salva, ma l’Amore che hai dato nella tua esistenza agli altri uomini ma anche al più piccolo essere del Creato.
    Andrea Frossard diceva che non si perderà neanche una carezza data ad un cane.
    Dobbiamo imparare a sentirci parte viva di tutto l’Universo, dove ogni particella creata è preziosa agli occhi di Dio.
    In questo senso è illuminante la poesia di Ungaretti ( “I fiumi”) là dove si legge: “[Questo è l’Isonzo]/ e qui meglio/ mi sono riconosciuto /una docile /fibra/ dell’universo/Il mio supplizio/ è quando/ non mi credo/ in armonia/Ma quelle occulte/mani/che m’intridono/ mi regalano/ la rara/felicità… “

    17 Aprile, 2018 - 19:37
  19. Beppe Zezza

    Rimango sempre più stupefatto delle affermazioni apodittiche di Victoria Boe.
    Lei è assolutamente certa che nella sofferenza “tutt’al più lo si invoca perché ci tolga dalla sofferenza”.
    Che non esista altro che questo!
    Tutti quei cristiani che nel corso dei secoli hanno accettato le soffreenze che gli capitavano, unendosi alle sofferenze di Cristo e offrendole per la salvezza dei peccatori, erano dei “poveri illusi” o peggio?

    Quello che salva è l’Amore che hai dato? E se nella vita di amore ne hai dato molto poco o per nulla, che succede? Sei irrimediabilmente dannato?

    Io sono convinto che quello che ci salva è l’Amore, ma quello di Dio per noi. E avere Fede in questo Amore nonostante la nostra imperfezione.

    17 Aprile, 2018 - 19:54
  20. Enrico Usvelli

    Tre cose mi sono piaciute.
    1) Francesco fa notare che non è scontato per un non credente battezzare i figli.
    2) Francesco invita quei bambini che abitano in un posto ‘difficile’ a pregare per i mafiosi.
    3) Francesco chiede ai bambini di non rattristare lo Spirito Santo. Questo confermerà a qualcuno che Francesco non crede all’inferno, ma io trovo più efficace e più bello invitare a non rendere tristi qualcuno a cui si vuole bene piuttosto che minacciare punizioni per un cattivo comportamento.

    17 Aprile, 2018 - 20:00
  21. Amigoni p. Luigi

    Rif. 9.51 – Pio X

    Opportuna la citazione di Pio X. Il quale – nella voluta essenzialità e comprensibilità della formula catechistica – dice una cosa molto vera esprimendola in modo poco cattolico. Per andare in paradiso – dice – basta (!) conoscere e amare Dio. Non specifica se è il Dio del credo cattolico, o il Dio della Bibbia o dei principi filosofici. E non parla di battesimo necessario per andare in paradiso. Grande Pio X.
    Va da sè che per i cristiani conoscere e amare Dio suppone anche il fatto di ricevere il battesimo. Come va da sè che per alcuni cristiani il battesimo non suppone la grazia e l’impegno di ben conoscere e amare Dio e il prossimo.

    17 Aprile, 2018 - 20:18
  22. Victoria Boe

    Non varrebbe la pena replicare, sig. Zezza.
    Non ho mai visto in vita mia qualcuno offrire le proprie sofferenze unendosi alle sofferenze di Gesù. Questa è la realtà.
    Nella Croce del Cristo la salvezza è data dall’ Amore di Gesù, non dalle sue sofferenze. Quelle sofferenze sono uguali alle sofferenze di tanti altri poveri cristi martoriati sulla faccia della Terra.
    La differenza fra quelle del Cristo e quelle dei tanti altri poveri cristi la fa l’Amore.
    Se non ha capito ancora questo, lei è schiavo della visione “doloristica” impressa alle sofferenze dalla Chiesa vecchia.

    17 Aprile, 2018 - 20:40
  23. Victoria Boe

    “Io sono convinto che quello che ci salva è l’Amore, ma quello di Dio per noi. E avere Fede in questo Amore nonostante la nostra imperfezione.”

    Mi consenta, signore. La sua religiosità l’ è tutta da rifare.

    17 Aprile, 2018 - 20:50
  24. Beppe Zezza

    Gentile signira Boe
    Che lei non abbia mai visto nella sua vita persone che offrono le proprie sofferenze unendosi alle sofferenze di Gesu’ nonho motivo di dubitarne.
    Ma che questo possa significare inequivocabilmente che queste persone non esistano e non possano esitere è decisamente azzardato pensarlo. O che forse la nostra perspnale esperienza esaurisce tutte le possibilità?
    Una delle caratteristiche della religione cattolica è lo “et et ” contrapposto allo “aut aut”.
    È anche possibile che ci siano state accentuazioni eccessive sul valore salvifico delle sofferenze di Gesu’ ma di qui a negarlo ci passa.
    Certo Ges’ ha sofferto PER AMORE. E chi ha il suo Spirito può fare altrettanto, o no?

    17 Aprile, 2018 - 23:08
  25. Victoria Boe

    “Va da sè che per i cristiani conoscere e amare Dio suppone anche il fatto di ricevere il battesimo. Come va da sè che per alcuni cristiani il battesimo non suppone la grazia e l’impegno di ben conoscere e amare Dio e il prossimo.”

    D’accordo sulla seconda parte, egregio p. Amigoni, non sulla prima. E mi dispiace. Ma io parto, come sempre, dalla realtà vissuta da vicino e riflettuta. Mi spiego. Conosco una signora-amica molto più grande di me, amica da sempre della mia famiglia (di mia sorella in particolare), che è stata sempre una cattolica devotissima ( soprattutto della Madonna), non battezzata né cresimata ( e non so il perché). Maestra di scuola elementare stimata e ammirata; oggi in pensione, dunque donna di cultura fin dai suoi diciotto anni. Molto sensibile e con una grande fede, fin da giovanissima, nel Dio cristiano. Ogni due o tre giorni sotto la porta della mia casa( io ero ancora piccola) spuntava un biglietto, accompagnato da una immaginetta, rivolto a mia sorella–lei sì battezzata e cresimata ma con una fede più debole e “bambina”– con dei pensieri cristiani che davano conforto e con la costante raccomandazione di affidarsi totalmente al Signore e alla “Madonnina”. Non potei averla come madrina di cresima (scelta da me), proprio perché non era battezzata né cresimata.
    Si battezzò e si cresimò, per forza di cose, quando era già grande, alla vigilia delle nozze “tradizionali”( tempi lontani) in Chiesa.
    Una donna meravigliosa sotto ogni punto di vista. Ce ne fossero di cattolici battezzati e cresimati con la sua fede.
    Chiedo a lei, p. Amigoni, e ad altri cattolici come lei: come può essere che una persona così non avesse in sé quello Spirita Santo che la Chiesa assicura essere SOLO di chi è stato battezzato?
    C’ è qualcuno che potrebbe spiegarmi la “stranezza” di cui ho parlato?

    18 Aprile, 2018 - 2:46
  26. Victoria Boe

    Voglio dire semplicemente che non è affatto vero che per i cristiani “conoscere e amare Dio suppone anche avere ricevuto determinati sacramenti”.
    Voglio dire ancora una volta che Dio si fa conoscere anche senza i segni (sacramenti) della Chiesa del Dio cattolico, basta che lo si voglia sentire ed ascoltare quando parla nella profondità della nostra coscienza.
    Basta che, magari, si senta parlare un presbitero o un laico che parla di Dio e di Gesù Cristo in modo convincente e comprensibile.
    Questi sono i modi che fanno presente Dio. Il resto viene dopo.
    Senza contare il SACRAMENTO DELL’AMORE che supera ogni barriera di Chiesa.
    Vogliamo o no fare attenzione alla realtà che ci circonda e che parla di Dio più delle regole scritte in un catechismo o nel vecchio Danzinger tenuto sul tavolino o sul comodino vicino al letto?
    Vogliamo aprire almeno un po’ lo sguardo oltre i paradigmi stretti della religione cattolica intrisa di REGOLE che servono solo a costruire recinti chiusi?
    Siamo dei cattolici adulti o dei bambini che vogliono apparire buoni a tutti i costi seguendo a memoria le regolette insegnate dalla Madre Chiesa per non essere considerati degli eretici?
    O anche vogliamo mettere, senza coraggio, un piede in due scarpe per non scontentare nessuno? Nella Chiesa ci sono stati tanti preti coraggiosi che hanno parlato apertamente seguendo il loro libero pensiero che non cancellava né neutralizzava la parola di Gesù, ma la rendeva più viva e veritiera. E più credibile.
    Sono sincera: provo una certa irritazione verso tutti quelli che, tatticamente, mettono il piede in due staffe per dare ragione un po’ a questi e un po’ a quelli. Preferisco coloro che danno voce ai suggerimenti, in piena libertà, della propria coscienza di uomo adulto nella fede, nella buona fede, non in quella inculcata dottrinalmente.
    Saprà giudicare Dio. Solo di questo mi preoccuperei.

    18 Aprile, 2018 - 2:51
  27. Beppe Zezza

    Una rondine non fa primavera.
    ( ho citato male il catechismo di Pio x : dice conoscerlo, amarlo e SERVIRLO in questa vita. ).
    Ritorno sul discorso del vocabolario . Cosa si intende per “cristiano”?
    Se non abbiamo un minimo accordo sul significato di questo termine smuoviamo soltanto l’aria con le nostre parole.
    E poi si mescolano discorsi diversi : “militanza” su questa terra , “salvezza eterna “, deismo e ateismo, bontà d’animo e fede, devozione e fede : una grande insalata russa.

    18 Aprile, 2018 - 7:59
  28. Victoria Boe

    Rondini, primavere, insalate russe un corno, sig. Zezza.
    Non c’ è bisogno di vocabolario per capire il significato di “cristiano”.
    Cristiano è chi segue Gesù il Cristo nei fatti, non nelle regole dottrinali e nella legge di una religione.
    Cristiano, per esempio, è un don Mazzi che dice che la religione con tutte le sue regole non gli piace, ma con libertà di spirito assiste decine e decine di ragazzi come fosse un padre per loro.
    C’ è poco da capire.

    18 Aprile, 2018 - 10:46
  29. Clodine-Claudia Leo

    L’Amore non è un sacramento.
    Il Battesimo è un sacramento,la riconciliazione è un sacramento, l’Eucarestia è un sacramento,la confermazione l’ordine e il matrimonio sono un sacramento. L’Amore semmai è in funzione di questi, e non questi di quello.
    Non è sacramento l’Amore, né la misericordia e non lo sono neppure i poveri, come si vorrebbe far intendere nella nuova Chiesa Bergogliana .
    Questo in via di principio

    Capisco tutto, ma giocare con le parole davanti a Dio non si può, a meno che non si voglia scardinare la struttura sacramentale della Chiesa e allora si picconano a piccoli colpi impercettibili le fondamenta , si inizia col matrimonio, poi si piccona il Battesimo per passare in rassegna tutti gli altri e così’,im modo indolore, piano piano senza accorgersene, si fa crollare l’intero edificio.

    La categoria di figlio se sei battezzato e figliastro se non lo sei è priva di senso, neppure un catechista all’ABC spiegherebbe il senso del Battesimo nei termini usati dal Papa. Bastava dire :il Battesimo ti rende proprietà di Gesù.
    Se si è proprietà di Gesù si è anche di Colui che lo ha Resuscitato.

    Essere proprietà di Gesù significa stare sotto la sua giurisdizione e autorità, significa essere sottomessi al Suo Regno e alla Sua protezione. Gesù stesso si è sottoposto a Battesimo e non certo per diventare figlio ma per ricordarci che Lui è stato costituito dal Padre Signore e Messia (Atti 2,36).

    Perciò, se le scritture hanno ancora un senso in questa nova Chiesa dovremmo ricordarci tutti cos’è il Battesimo e ricordarci che questo Sacramento ci distingue dagli ABBOZZI di ogni altro credo sotto il cielo sia anteriore che posteriore al Risorto. E se le scritture hanno ancora un senso, non si entra nel Regno senza questo ” bagno” perché “in nessuno si trova la Salvezza poiché non c’è sulla terra altra persona inviata per la cui opera è necessario che siamo slavati” (Atti 4,12) e “Chi crderà e sarà battezzato sarà salvo; chi non crederà sarà condannato” Marco 16,16. Questa è la Parola di Dio oggi e sempre. Con buona pace della signora Boe e di chi come lei crede nell’amore da telenovela, ben lungi dall’essere crocifissi!

    18 Aprile, 2018 - 10:47
  30. Clodine-Claudia Leo

    Poi, se vogliamo distingue la fede dal Battesimo allora si può fare anche la dovuta distinzione e guardarle entrambe (fede e battesimo) dal punto di vista dell’uomo e di Dio.

    Rispetto all’uomo la fede non è il risultato automatico del battesimo, anzi, se si abbandonano i sacramenti neppure la salvezza è garantita: si diventa un po’ come la generazione del deserto che battezzata dalla nube e dal mare andò in perdizione…. Infatti il Vangelo ne parla in ragione del fatto che né una né l’altro (fede/battesimo) trovano la loro ragion d’essere in sé stessi, ma nell’azione salvifica di Dio in Cristo.

    Perciò, è lo stesso avvento salvifico che li fonda e, se dal punto di vista dell’uomo questo Sacramento è espressione individuale, materiale, frutto di fede coltivata mediante una continua conversione -malgrado le cadute- dentro la comunità ecclesiale. Dal lato di Dio il Battesimo è un segno visibile di Grazia giustificante, ripeto: GIUSTIFICANTE, che non è cosuccia di poco conto.

    L’intelligenza cristiana , ammesso esista ancora un’intelligenza cristiana sempre più ibrida, mi fa dire che nessun uomo, di nessuna etnia o religione è in grado di autogiustificarsi. Forse il credente si da il battesimo da sé stesso? No! Se lo fa conferire: nessuno dinnanzi al creatore può realizzare la propria salvezza da sé stesso. Non ci si illuda nel dire che siamo “tutti figli” ed omettere che siamo figli con le mani vuote. L’avvenire è già un presente che impegna, e credo che urga rientrare nell’ordine dell’idea che se non si rinasce in acqua e Spirito si è già morti.

    18 Aprile, 2018 - 11:42
  31. Amigoni p. Luigi

    Rif. 10.47 – Sacramenti e vita eterna

    La struttura sacramentale nella (e della) Chiesa è una cosa molto seria e molto bella. Ma Matteo 25, 31-46, a proposito di giudizio finale e di paradiso, ignora i sacramenti e ricorda in lungo e in largo le opere di misericordia.

    18 Aprile, 2018 - 12:02
  32. Beppe Zezza

    Bene, signora Boe.
    Lei fornisce una definizione di “cristiano”, la quale, a suo dire, è ovvia e dovrebbe chiudere ogni discorso.
    A me non pare.
    Cristiano è chi segue Gesu’, il Cristo, nei fatti.
    Due obiezioni
    Domanda: quali fatti? Tutti o solo alcuni? Se opta per “tutti” , la conclusione è che nessuno può dirsi Cristiano – perché nessuno può affermare di seguire Gesu’ sempre e comunque ( è la posizione di S.Ignazio di Antiochi il quale dice mentre sta andando verso il martirio: sto cominciando a essere cristiano ).
    Se opta per la seconda “alcuni”, la conclusione è che tutti sono cristiani perché tutti gli uomini seguono almeno qualcuna attitudine di Gesu’. E se “tutti sono cristiani” il vocabolo “cristiano” cessa di essere un qualificativo e cessa di significare qualcosa.
    “Gesu’, il Cristo”
    Vuole dire con questo che per essere definiti “cristiani” è necessario accettare/riconoscere/credere che l’uomo Gesu’ è “il Cristo” ( con tutto quello che questo termine “Cristo” significa)?
    Se così questo pone un grosso discrimine.
    Questo solo per dire che non è poi così “pacifico” e scontato dire chi è ” cristiano “.
    Secondo me, “Nominalmente” è “cristiano” chiunque sia stato “battezzato” ( immerso ) nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. “Effettivamente” è ” cristiano ” un battezzato che aderisce, in una qualche misura anche minima, al Battesimo.
    Se nella definizione di “cristiano” si prescinde dal Battesimo, si toglie all’ aggettivo un qualsiasi significato concreto, rendendolo evanescente.

    18 Aprile, 2018 - 12:16
  33. Victoria Boe

    Io parlo di Sacramento dell’Amore in senso figurato, ovviamente. Lo capisce anche un bambino.
    Non ci sono cristiani “nominalmente” ed “effettivamente” in seguito al Battesimo.
    Ci sono cristiani che seguono il Cristo. Punto.
    E quando si segue il Cristo, si ricordano le Sue parole: “non chi dice Signore Signore entrerà nel Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio”.
    La volontà EFFETTIVA del Padre di Gesù e del Padre nostro è AMARE i fratelli, perché nei fratelli si AMA Gesù Cristo e Dio stesso, che è AMORE. L’immagine di Dio su questa Terra sono gli uomini, ha detto giustamente un grande uomo di Chiesa.
    Le regole di un culto religioso sono marginali.
    In questo senso, dunque, chiunque ama i fratelli, al di là di ogni religione etichettata e dell’ateismo anche dichiarato, può essere definito “cristiano” nell’accezione vera che è quella spiegata da Gesù stesso: fare ciò che Lui ha fatto.
    Riprendo le parole di p. Amigoni: “… Matteo 25, 31-46, a proposito di giudizio finale e di paradiso, ignora i sacramenti e ricorda in lungo e in largo le opere di misericordia.”
    I sacramenti saranno anche una cosa molto bella ma, escludendo l’Eucaristia, furono ideati da una Istituzione umana, e, se mi permettete, a volte falliscono clamorosamente il bersaglio. E questo è sotto gli occhi di tutti, se si vuol tenere conto della realtà che ci circonda.

    18 Aprile, 2018 - 14:06
  34. Victoria Boe

    Ho due nipoti a me molto cari, battezzati e cresimati. Uno si è sposato in Chiesa con tutti i crismi; la sorella si è sposata solo civilmente essendo il marito ( figlio, fra l’altro, di un uomo cattolicissimo, di grande, indomita fede) ateo dichiarato.
    Il primo nipote, medico, dopo circa venti anni si è separato perché il matrimonio non funzionava più nonostante vari tentativi per salvarlo;
    la seconda, anche lei laureata, vive un’unione coniugale( non valida secondo la Chiesa) felice. Sto parlando di persone buone e generose, oneste e stimate nel loro ambiente di lavoro. Apprezzate da chiunque le conosca.
    Ci sono molte cose che non quadrano in queste due vicende.
    Il sacramento del Battesimo a quanto pare è rimasto lettera morta per entrambi i nipoti, che si sono allontanati, già da parecchio tempo, dalla Chiesa in cui non trovavano risposte ai loro dubbi e alle loro domande adolescenziali. Dunque, neanche il sacramento della Cresima o Confermazione ha avuto qualche effetto.
    Il sacramento del matrimonio, a ben vedere, non ha funzionato per uno dei nipoti, mentre funziona bene il matrimonio non sacramentale dell’altra nipote.
    Che dovrei pensare di fronte a evidenze così eclatanti?
    La mia unica consolazione è che entrambi si stanno prodigando per gli altri, e sono sicura che DIO è sempre con loro e che aspetta che Lo riconoscano. Forse lo hanno già riconosciuto nella loro retta coscienza. Chi può saperlo?
    Suggerisco di ascoltare, nel WEB, tante interessantissime conferenze tenute da illustri uomini di Chiesa.
    Uno fra i tanti è, ad esempio, padre Ermes Ronchi, le cui omelie vengono pubblicate ogni settimana su “Avvenire”.
    Ma ce ne sono tanti altri di personaggi illustri che “danno lezioni”, umilmente, sul modo di essere e di sentirsi cristiani.

    18 Aprile, 2018 - 14:10
  35. maria cristina venturi

    Se ormai non e’ piu’ importante ne’ la fede ( anche gli atei vanno in Paradiso dixit Bergoglio) ne’ i sacramenti ( le regole del culto sono marginali dixit Victoria Boe) ne’ l’ attenersi ai dieci comandamenti, ( basta l’ Amore) allora la nostra fede , la fede si riduce e si trasforma ad un semplice umanesimo che puo’ anche essere ateo.L’ amore del prossimo senza l’ Amore di Dio. La bonta’ sentimentale senza i dogmi.
    DioPadre , il Dio che punisce, Dio Figlio , che ha detto che solo chi crede in Lui avra’ la Vita, e sono i grande assenti da questa religione che si vuole solo “ spirituale” con ispirazione diretta dalla Spirito Santo .
    Nonostante tutto pero’ , anche messi da una parte o dimenticati o negati, Dio padre.
    E il Figlio , il Cristo , esistono e la Chiesa e’ il Corpo Mistico di Dio non l’ allegra compagnia degli “ amorevoli umanisti”
    Ma questo deve sempre essere presente nelle nostre menti: non riusciranno a distruggere la Tradizione, la loro “ rivoluzione” e’ destinata a fallire, perche’ la Chiesa non e’ “ cosa loro”, degli amorevoli umanisti , ma e’ di Dio , ed e’ fondata non sul sentimentalismo ma sulla Verita’. E la Verita’ e’ il Logos, e solo a chi accoglie la Verita’ e la fa propria Dio ha dato la possibilita’ di diventare “ figli di Dio” come dice il Prologo del Vangelo di Giovanni.

    18 Aprile, 2018 - 17:28
  36. maria cristina venturi

    Dal Prologo del Vangelo di Giovanni
    “ Venne fra i suoi e i suoi non lo accolsero
    Ma a quanti lo accolsero diede la Potesta’ di diventare Figlio di Dio
    a quelli che credono nel suo NOME
    I quali non da sangue ne’ da volonta’ della carne ne’ dalla volonta’ degli uomini,
    Ma da Dio sono nati”
    ( Giovanni 1, 11)
    Chiedo scusa se dopo la profonda prosa del nostro attuale papà oso proporre quella dell’ Evangelista Giovanni, uno di quelli che il Papa chiamo’ Adoratori del Logos.
    A proposito a quando la censura completa del Prologo di Giovanni dai Vangeli perche’ troppo “ tradizionalista” ? O magari padre Erme Rochi sulle pagine di Avvenire riesce
    A interpretare in chiave modernista anche questo brano?

    18 Aprile, 2018 - 17:40
  37. maria cristina venturi

    Quanto al Paradiso degli atei, sicuramente ci sara’ un Paradiso degli atei solo che sara’ logicamente senza Dio.naturalmente per ateo si intende non l’ agnostico, chi non ha una fede sicura , ma cerca sinceramente Dio, ma per ateo si intende chi con sicumera rifiuta l’ esistenza di Dio, chi e’ sicuro che Dio non esiste.
    Perche’ come Dio non ti obbliga a credere nella Sua esistenza in questa vita non ti obblighera’ neppure a credere nella sua esistenza nell’ altra vita. Gesu’ non obbligo’ tutti gli ebrei e i pagani suoi contemporanei a credere in Lui. Ma disse a coloro che credettero in Lui , ebrei e pagani, che avrebbero avuto la vita eterna nel suo Nome. Mi sembra giusto dunque oltre che logico che nel Paradiso degli atei quelli che con sicurezza hanno negato Dio, non ci siano ne’ Dio Padre ne’ Cristo, visto che non ci cr dono.
    E che ci sara’ allora nel Paradiso degli atei? Al posto della contemplazione di Dio l’ eterna contemplazione di se’ stessi, invece dell’ amore e della fede per Dio , l’ amore e la fede per se stessi Insomma come nella loro vita attuale. Credo che contemplare ed amare se stessi invece che Dio per l’ eternita’ sia giusta ricompensa per gli atei e per tutta l’ allegra compagnia degli amorevoli umanisti .

    18 Aprile, 2018 - 18:32
  38. Beppe Zezza

    I casi segnalati da Victoria non sono “casi particolari” ma, ahimè, assai comuni.
    E sono solo la punta di un iceberg.
    Quanti sono i ladri e gli assassini che sono nelle carceri italiane? Tantissimi e, fino a poco tempo – prima degli ultimi fenomeni migratori – tutti “battezzati”!
    questo, giustamente, dà da pensare.
    Victoria ne trae spunto per dire: “i sacramenti non servono a nulla”
    E’ una interpretazione semplice semplice.
    Ma è corretta?
    Non sarà che è la interpretazione dei sacramenti che Victoria – più o meno esplicitamente – dà a non essere corretta?
    Ha mai la Chiesa nella sua millenaria Tradizione affermato che la sola partecipazione a dei riti costituisca una qualche forma di garanzia?
    Che, se ti sposi in Chiesa, il tuo matrimonio sarà felice ?
    Che se ti battezzi avrai una vita “buona”?
    Io ritengo che proprio i casi citati da Victoria – casi reali, realissimi dei quali siamo tutti testimoni ci spingano a riflettere sui sacramenti e su come il popolo cristiano li vive.
    A proposito del Battesimo ai bambini fino a qualche tempo fa si dava molto risalto al fatto che il Battesimo era conferito a bambini con genitori cristiani i quali si impegnavano, insieme ai padrini, a trasmettere la fede al figlio mentre cresceva.
    Ricordo che si levarono polemiche furibonde perché alcuni parroci si erano rifiutati di amministrare il sacramento a bambini i cui genitori non mostravano alcun interesse per la fede e anzi vivevano in chiaro contrasto con essa. A seguito di queste polemiche la questione della fede dei genitori è stata accantonata e la comprensione di cosa sia il Battesimo – nonostante i tre o quattro incontri, spesso frettolosi, che si fanno nelle Parrocchie è diventata ancora più vaga.
    Se a un bambino si amministra il sacramento ma poi non gli si trasmette la fede (e non la si può trasmettere se non la si ha) quel “sacramento” resta inefficace.
    I Sacramenti sono strettamente connessi con la fede – se si taglia questo collegamento li si rende del tutto inefficaci. Oggi apre che i sacramenti sinao inefficaci perché quella che manca è la fede.

    18 Aprile, 2018 - 20:05
  39. Amigoni p. Luigi

    Rif. 17.40 – In principio era il Verbo e non la chiacchiera

    Nota marginale: non c’è proprio nessun ostracismo, da parte di nessuno, contro il prologo di Giovanni. Non bisogna crearsi “vuoti” da riempire a badilate di amenità.
    Nel periodo natalizio il primo capitolo del vangelo di Giovanni viene letto a iosa nella liturgia eucaristica e delle ore (e insieme le tre lettere giovannee). Se il brutto accenno è al cosiddetto, inutile, ultimo vangelo del Vetus Ordo, il bersaglio è stoltamente polemico. Con la mania (a cui non sfuggono nemmeno i cultori della messa di Paolo VI) di mettere aggiunte nella messa secondo i propri gusti e ubbie, si rischiano e si propagano le messe-arcobaleno. Ah, la sobria messa attestata in Giustino!

    Quanto al “paradiso degli atei senza Dio” è un ossimoro dogmatico così raffinato e così misericordioso che chi l’ha inventato merita davvero un plauso.

    Leggasi: Ermes Ronchi

    18 Aprile, 2018 - 23:33
  40. Victoria Boe

    Ho idea che a lei, Zezza, sembri di rivolgersi a una donna un po’ deficiente o, se vuole, sempliciotta.
    Le tolgo ogni dubbio in proposito. Sono tutt’altro che “semplice semplice”.
    Io so bene che la Chiesa NON ha mai detto che i sacramenti e la partecipazione ai riti garantiscono alcunché.
    A me pare, invece, che lei sia molto ingenuo e voglia convincere sé stesso prima che altri che tutto quel che la Chiesa ha affermato nel corso dei secoli è giusto e inconfutabile e che tutti i salmi finiscono in gloria.
    Mi dispiace, ma non è così. Proprio non è così; e per quanto lei si sforzi di dimostrare il contrario, molti conti non tornano sulle verità affermate dalla Chiesa e da lei abbracciate ad occhi chiusi. Direi anche a mente chiusa, se posso permettermi.
    La sua indicibile ingenuità mi fa specie vedendola in un uomo adulto come lei.
    Lei dice con molto candore che “i Sacramenti sono strettamente connessi alla fede” e se manca la fede, i sacramenti sono inefficaci.
    Di quale “fede” parla, scusi? Lei è forse convinto che basti dire: ho fede, per essere in possesso della fede?
    È chiaro che, dall’alto della sua fede, lei è abbastanza fuori dal mondo. Ma quel che è peggio è che lei sembra rifiutarsi di capire.

    19 Aprile, 2018 - 1:31
  41. Victoria Boe

    Tanto per spiegarmi meglio: i genitori poco hanno a che fare con la fede dei figli. Ho già scritto che il padre del marito ATEO di mia nipote era cristiano fino al midollo delle ossa, eppure i figli non lo hanno seguito nella fede nemmeno per qualche centimetro di strada. E, a quanto pare, lui non può fare niente neanche da lassù.
    I genitori dei miei nipoti erana cattolici praticanti, hanno istradato bene i loro due figli, ma essi si sono allontanati dalla Chiesa.
    Mio fratello, un uomo buono, ha avuto la mia stessa educazione religiosa, eppure è lontano dalla Chiesa. Prego io per lui e sono sicura che Dio ascolta le mie preghiere per lui.
    Così, comunque, è accaduto per tanti giovani del nostro tempo.
    La realtà vera ci dice, caro Zezza, che le generazioni del nostro tempo sono PIÙ AUTENTICHE E CONSAPEVOLI in quel che pensano e che fanno, e se hanno dei dubbi e non trovano risposte, non cercano di convincersi di quel che altri gli dicono. In tutti i campi della vita ormai è così.
    I ragazzini che vanno a catechismo, per esempio, subito dopo si eclissano dalla Chiesa ( quasi tutti), perché evidentemente non hanno avuto buoni maestri che gli abbiano insegnato bene i valori della nostra religione e, soprattutto, il valore della Messa.
    Certo che se trovano un catechista che gli parla di castighi di Dio per il bene degli uomini ( lei lo fa, sig.Zezza?) i ragazzi mettono sotto terra un seme di cristianesimo destinato a morire e a non germogliare.

    19 Aprile, 2018 - 1:35
  42. Victoria Boe

    Chi non è sicuro della giustezza del matrimonio sacramentale, non lo affronta, in piena coerenza con la propria scarsa fede.
    Molti invece si sposano in chiesa per seguire una tradizione; esattamente come facevano tantissime persone del passato che seguivano la tradizione, pur non avendo fede. E allora, in ogni caso, c’erano le separazioni in casa e c’erano molti tradimenti nascosti; ma neanche troppo nascosti, a dire il vero. E la gente era convinta che tutto funzionasse a puntino.
    Se lei, Zezza, non sa queste cose, dimostra di essere chiaramente fuori dal mondo.
    Voglio dire che neanche in passato c’era quella fede cui lei sempre si appella, caro Zezza. C’era, invece, molta FINZIONE.
    Lo dica alla Venturi, se la incontra. Un’altra illusa fuori dal mondo.
    La fede è una cosa seria, non di superficie; men che meno la fede può essere desunta da una dottrina. E non è stare con le ginocchia a terra, sospirando “Signore Signore….”. E non è squadernare sempre, anche a sproposito, le parole delle Sacre Scritture senza il contesto in cui sono inserite e da cui traggono il significato reale.
    Eccole allora le parole del Papa che fanno al caso mio:
    “Certo, diventare cristiani è un dono che viene dall’alto (cfr Gv 3,3-8). La fede non si può comprare, ma chiedere sì, e ricevere in dono sì. “Signore, regalami il dono della fede”, è una bella preghiera! “Che io abbia fede”, è una bella preghiera. Chiederla in dono, ma non si può comprare, si chiede.”
    Ricevere in dono sì, ma non sempre questo avviene. Lo direi anche al Papa, se potessi. Inoltre la fede non è un punto fermo, ma va alimentata giorno per giorno.
    Pascal parlava di “scommessa” sulla esistenza di Dio e, dunque, sulla fede. La fede in realtà è SPERANZA, come ho già avuto modo di dire.
    Amare il prossimo vedendo in lui il volto di Dio: questa è la vera FEDE, ed è alla portata di tutti.
    Ma deve cambiare la predicazione su Dio. Ed è proprio questo che sta avvenendo, per grazia del Signore.

    19 Aprile, 2018 - 1:38
  43. Beppe Zezza

    Cara signora Boe
    Come le ho scritto più volte molte cose che lei dice le condivido.
    Es: molti si sposano in Chiesa per tradizione.
    Questo è avvenuto anche in passato.
    La fede è una cosa seria e non si acquisisce attraverso la dottrina.

    Sono in disaccordo invece quando dice che chi chiede la Fede non la riceva.
    ( Chiedete e vi sarà dato – dice Gesu’
    la Fede, che è un dono, va ACCETTATA. La accettazione della fede comporta la RINUNCIA a tutta una serie di cose : non si può volere la botte piena e la moglie ubriaca e lamentarsi che questo non avvenga!

    Quanto alla sua ultima affermazione : Amare il prossimo vedendo in lui il volto di Dio questo è la Fede, io penso che ci sia nella frase una inversione. Si dovrebbe dire : vedere il volto di Dio nel prossimo ( e perciò amarlo) questo è Fede. ( Non è affatto spontaneo e “naturale” vedere il volto di Dio nel prossimo, in particolare quando questo è brutto e magari puzza e “amarlo” non fornisce alcuna gratificazione umana ma solo noie )

    19 Aprile, 2018 - 9:36
  44. Beppe Zezza

    Vorrei aggiungere : la Fede ha come conseguenza la accettazione delle “regole”. Le “regole” sono conseguenza e non “premessa” della fede. ( Anche questo lo scrivono i Vangeli ) . ( Se mi amate osservate i miei comandamenti – tutti e non solo alcuni scelti a piacere ).
    Concordo quando dice che la Fede va alimentata ogni giorno e non è lì una volta per tutte. ( Ma anche per la inabitazione dell’Amore dentro di noi vale lo stesso discorso : per questo la Chiesa raccomanda un accesso frequente ai Sacramenti della RicnciliaIone e della Eucarestia )

    19 Aprile, 2018 - 9:44
  45. Victoria Boe

    Vorrei far presente alla Venturi, che evidentemente non l’ ha ancora capito, che l’ attenersi ai dieci comandamenti significa seguire la “legge” unica dell’ Amore. Ovvero: “ama il prossimo tuo come te stesso” e ,così facendo, ami Dio stesso.

    19 Aprile, 2018 - 13:08

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