“Chiunque ha paura e trema, torni indietro e fugga dal monte di Gàlaad“: Vittorio Bachelet citando queste parole – che il Libro dei Giudici mette in bocca a Gedeone – esortava nel 1973 i dirigenti dell’Azione Cattolica, della quale era presidente, a non temere la diminuzione numerica dei praticanti e delle vocazioni. Ho riletto quell’invito partecipando l’8 novembre a Sant’Ivo alla Sapienza – in Roma – alla presentazione del volumetto di Angelo Bertani intitolato “Bachelet. Testimoniare da cristiani nella vita e nella politica” (La Scuola 2012, pp. 155, 9 euro). Brindo con un bicchiere di Vino Nuovo all’interpretazione coraggiosa della crisi quantitativa della Chiesa Cattolica data allora da questo grande pedagogo della vita ecclesiale che oggi veneriamo come un martire della giustizia.
“Chi ha paura torni indietro” diceva Bachelet
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Questa benedetta ” crisi quantitativa” ha almeno un risvolto provvidenziale.
Ci obbligherà tutti a prenderci le responsabilità nostre. Noi laici, intendo dire. Basta stare nel banco a giudicare i preti, basta stare nei gruppi a giocare a fare i preti.
Il pallino ci sta arrivando in mano…il clero ne è ben consapevole.
Noi, molto meno.
Ancora per poco, per fortuna….
La Provvidenza, diceva mia nonna, la c’è, ma ti porta lei dove non ci vuoi andare…
🙂
la crisi” quantitativa “secondo me è molto meno importante della crisi”qualitativa” questa si’ che dovrebbe farci tremare le vene e i polsi!
perchè se la riduzione del numero degli iscritti all’Azione cattolica, ma anche di quelli che vanno alla Messa la domenica, che si confessano , nonchè dei seminaristi ecc., è in parte superabile nell’ottica del famoso
detto ratzingeriano “i cristiani saranno (sono) una minoranza creativa” la cosa tragica è che i cristiani sono una minoranza e non.. creativa!!!. Cioè c’è un deprimente abbassamento qualitativo dei pur scarsi credenti..
e’ questo che dovrebbe farci pensare. I numeri non sono importanti, ma la qualità sì.
“c’è un deprimente abbassamento qualitativo dei pur scarsi credenti..”
In che cosa consisterebbe “l’abbassamento qualitativo” ?
Sentiamo! Sono curiosa di saperlo.
un po di numeri………
Certo che scorrendo certi numeri fa una certa impressione si passa da 2.275.323 aderenti nel 1948 a 2.891.370 nel 1953, raggiungendo il culmine di questa ascesa nel 1954 con 3.014.530 soci e 75.752 associazioni parrocchiali, fino ad arrivare ai nostri giorni che siamo circa 330.000. Il cambiamento radicale dell’associazione si è verificato negli anni Settanta e precisamente dal 1970 al 1975 periodo nel quale gli associati si sono dimezzati raggiungendo, dal milione e mezzo scarso del 1970, le 633.000 unità del 1975.
Non conoscevo l’andamento del numero degli iscritti all’Azione Cattolica, dal 1948 al 1954 in crescita, (max. 3.014.530) ad oggi, 2012, 330.000.
Io c’ero già, a quei tempi, e constato certe coincidenze: il 1954 è stato l’inizio del boom economico italiano del dopo guerra, allora (1953) alla visita di leva ci avevano fatto fare il dettato, ero meravigliato, ma molti giovani non sapevano ancora né leggere né scrivere.
E’ chiaro che la cultura è cambiata velocemente, la televisione è cominciata allora, l’istruzione è migliorata, le comunicazioni anche, i giovani sono di conseguenza cambiati e continuano a cambiare, conoscono tutto il mondo molto meglio di tanti “grandi”.
C’è certamente da riflettere.
Non ho dati sul numero dei credenti, ovviamente difficili da definire, oltre che da contare.
Ho dati sui praticanti di oggi, su chi viene a messa nei giorni comandati: sono tra il 5 ed il 10 % degli abitanti, per quello che vale questo dato.
Direi che sono molto pochi, anche il Papa parla di desertificazione dei cristiani, almeno nei paesi ricchi.
Si parla di crisi quantitativa e crisi qualitativa. A parte che è impossibile per noi umani definire e valutare la “qualità” di un cattolico, (tranne che per i santi o quasi), mi sembrerebbe logico affermare che occorre una notevole quantità di cattolici “decenti”, per almeno due buoni motivi:
a – Siamo stati comandati di evangelizzare il mondo (Pentecoste), e, se di cattolici “decenti” non co no sono molti, vuol dire che non siamo stati capaci di dare ascolto. (superbia, egoismo, talenti sprecati e chi più ne ha più ne metta).
b – La Chiesa, giustamente, reclama uno stato democratico, laico e con la libertà di religione. Siamo tutti d’accordo, o almeno lo sono io.
E vediamo in questi giorni, nel nostro blog, quanti problemi vengono fuori quando di cattolici ce ne sono pochi, a votare: quanti altri hanno campo libero a proporre le loro idee, che riteniamo profondamente sbagliate, e poi a prendere voti, così si sfascia la nostra povera Italia, ed anche molti altri paesi.
Direi quindi che far crescere il numero dei “cattolici decenti” dovrebbe essere la massima priorità per tutti, ricordiamo che questa crisi che sta portando anche a tanti suicidi è stata innescata da due fattori principali: dalla cattiva gestione della ricchezza pubblica, che ha costretto gli stati a contrarre troppi debiti, e dalla mano libera concessa dai governi a speculatori (strozzini) che hanno truffato il mondo intero.
Qualcuno dice che dobbiamo agire da soli, lasciando stare la Chiesa.
La Chiesa è parte fondamentale del nostro credo, senza di essa non andremmo da nessuna parte.
I vescovi girano con un bastone ricurvo a ricordare il nostro compito di pastori che dovrebbero anche lasciare l’ovile in cerca di pecorelle smarrite, peraltro facilli da trovare: sono 9 su 10 delle persone che incontriamo per strada, in tram eccetera
Inoltre: siamo una comunità di credenti fatta da uomini, tanti o pochi che siano.
Tutte le esperienze di comunità umane, oltre a S. Paolo, ci dicono che per raggiungere determinati risultati occorre mettere assieme tante persone con “carismi” diversi, in modo da raggiungere obiettivi altrimenti irraggiungibili.
Succede anche nel materiale, es. andare sulla luna, credo ci abbiano lavorato per anni quasi 100.000 persone, migliaia di aziende eccetera.
E la Chiesa è la nostra comunità vera, nella quale si sono tanti carismi, capacità di guida eccetera.
Agire individualmente non ci porterebbe molto lontano.
E, da parte sua, il Papa ha detto alla Chiesa:
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La questione è dunque la seguente: in che modo la grande volontà morale alla quale tutti aderiscono e che tutti reclamano, può diventare scelta personale? Perché, sintanto che questo non accadrà, la politica sarà impotente. Chi può far sì che questa coscienza generale penetri veramente in ogni singola persona? Può farlo solo un’istanza che tocca le coscienze, che è vicina al singolo e che non chiama a raccolta solo per manifestazione di facciata.
Ecco la sfida per la Chiesa; che non ha solo questa responsabilità, perché direi che spesso la Chiesa rimane l’unica speranza.
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Bachelet è un grande testimone, anche se forse la sua figura è stata incasellata dalla pubblicistica in un preciso milieu ecclesiale e la cosa impedisce di cogliere tutta la ricchezza e la complessità di questa figura. Un pò come accade oggi per Martini.
Quanto al discorso ratzingeriano sulla “minoranza creativa”, ne ho sempre colto l’ispirazione positiva ma guardato con preoccupazione gli effetti.
Nella sua traduzione larga e operativa, rischia di trasformarsi in una forma di autocomprensione settaria, soprattutto ai livelli più bassi della Chiesa. E questo esito mi pare l’esatto opposto di quello perseguito, e comunque il contrario dello spirito cristiano.
Fossi il pontefice, metterei da parte questo segno.
Lasciare la propria vecchia terra,
per una terra sconosciuta è dura.
Eppure sembra, nella “fede”,
necessario per entrare in una nuova fecondità.
Abraham lascia ma ….
lascia solo la terra…… di pascolo….
nella sicurezza si porta dietro anche il vecchio,
nella tenda ha il suo angolo bello con le statuine dei suoi dei,
finchè scoprirà oltre a quegli dei, gli si rivela un altro D-o,
che è il suo, personale, quello che proteggerà la sua generazione.
La rilettura di fede di singoli redattori o di comunità religiose,
ha visto in questa dinamica
un “insegnamento” dal Signore.
L’incapacità ad accogliere e metabolizzare e analizzare l’ “Abraham” che è in me,
mi porta
ad abbandonare il progetto di fiducia verso il futuro,
per scappare indietro nella vecchia terra di pascolo,
dove però
non c’è più spazio di pascolo,
le mie pecore già hanno brucato/mangiato quelle erbe….
Bisogna anche tenere conto che l’Azione Cattolica allora era più o meno l’unico raccoglitore di laici. Poi ovviamente è aumentata l’offerta, CL, neocatecumeni, focolarini. Più che una scomparsa assoluta c’è stato un travaso verso i movimenti.
Concordo con Francesco, l’idea della minoranza creativa è quella del levito, poi nei fatti sta prendendo la forma che tutti vediamo.
Io dico un’altra eresia, ma penso pure che la distinzione tra CL e AC non abbia più senso, dovrebbe essere ricomposta in unità con la contaminazione reciproca degli elementi migliori e la purificazione di quelli scaduti, obsoleti o nocivi.
La preoccupazione del numero e della qualità (!) dei cattolici nasce dall’idea che solo attraverso la Chiesa sarebbe possibile “salvarsi l’anima”. Il vostro interesse per l’altrui sorte è sicuramente apprezzabile, tuttavia, se ciascuno pensasse a salvarsi la sua di anima, lasciando agli altri il gravoso compito di trovare la propria strada e limitandosi a testimoniare con la vita la fede che predica dal pulpito o dai banchi delle chiese, penso che sarebbe molto meglio: per voi e, se permettete, per gli altri.
Leopoldo, è la carità che impedisce ai cattolici di rimanere indifferenti di fronte alla conversione del prossimo.
“Andate ed annunciate” è più di un invito.
@Leopoldo
cerco di condividere con te ciò che mi muove, nel cercare di testimoniare anche pubblicamente la mia fede e di promuoverne il diffondersi:
è la stessa cosa che mi succede con i miei figli. Quando mi capita di andare in un buon ristorante, magari con amici, e di gustare qualche cibo molto buono, dico a mio marito “dobbiamo portare i ragazzi”. E quando leggo un articolo interessante, o un libro, lo segnalo o lo regalo loro. E quando vado in qualche posto molto bello, mi addolora che non siano con me a goderne.
La fede, per me, è lo stesso: una cosa bella, ma proprio tanto bella. E mi guardo intorno, e vedo tante persone che sarebbero più felici se potessero lasciarsene toccare, e non posso tacere, davvero non posso tacere, perchè non è possibile che tanta bellezza sia solo per me.
“Come fuoco nelle mie ossa”.
Quindi io non sono d’accordo quando tu affermi che il nostro silenzio sarebbe meglio per gli altri.
@Nico
Le intenzioni sono apprezzabili, come ho già detto, ma se in quel ristorante si mangia solo pesce e io non amo il pesce, non mi fai un gran favore a portarmici. Diverso, ancora, è dire “come sono contenta per la mia condizione di credente” – scusami se banalizzo – dal trinciare giudizi nei confronti di chi non vuole condividerla. E qui parlo non di te ma della violenta carità di Federico, violenta e in molti casi non richiesta. Per essere più chiaro e toccando un tema che mi sta molto a cuore, anche se non è l’unico, preferirei mille volte l’insulto di un cretino che mi chiamasse ricchione alla carità di chi volesse ricondurmi sulla retta via, la sua. In fondo anch’io ho i miei valori non negoziabili, agli antipodi di quelli di Federico. La differenza, sostanziale, è che l’affermazione dei miei si nutre anche del rispetto delle sue scelte e della sua condizione personale, mentre l’affermazione dei suoi nega, il più delle volte, l’atrui diritto di vivere e di essere.
“La fede, per me, è lo stesso: una cosa bella, ma proprio tanto bella. E mi guardo intorno, e vedo tante persone che sarebbero più felici se potessero lasciarsene toccare…”
Sì, Nico, ma la fede, più di qualsiasi altra cosa, non può essere imposta.
Se Dio vuole che una persona abbia la fede– quella vera– il primo passo muove da Lui.
Evidentemente si deve però essere docili e disponibili.
Propongo all’attenzione dei visitatori una pagina molto interessante:
http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/pessoa-saramag.aspx
Vedi Leopoldo, il problema è sempre lo stesso: abbiamo ridotto la fede a morale.
Non a caso tu parli di “retta via”, e la discussione si fa feroce sui “valori non negoziabili”, etici, appunto.
Io parlo d’altro. Parlo di un messaggio da offrire alla libertà dell’altro.
Parlo di un incontro da testimoniare, previo a qualsiasi scelta morale.
Lo so che mediamente la battaglia si combatte su altri campi.
Ma il nucleo sta qui, nell’incontro con Cristo, il pastore bello.
Se non ritorniamo qui, non solo il dialogo con chi non crede, ma anche l’idea di una nuova evangelizzazione è, a parer mio, illusoria.
Bell’articolo, Marilisa
Sottolineo che la dimensione del mistero è essenziale nella vita di fede. Guai a credere di possedere la verità: è la Verità che ci possiede, ed è più grande della nostra testa.
Alla morte di Saramago ricordo di aver letto questo sulla Stampa, si avvicina all’articolo di Avvenire.
http://www.lastampa.it/2010/06/19/cultura/opinioni/editoriali/il-dio-di-saramago-silenzio-dell-universo-JNOcMGY5KkLEZACdKjagYL/pagina.html
QUEL CHE RESTA DEL SACRO
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/11/15/quel-che-resta-del-sacro.html?ref=search
—
Una recensione/riflessione sulla Repubblica di ieri sull’ultimo libro del filosofo U. Galimberti, che trovo assai interessante e che penso piacerà ai non pochi detrattori di Vito, attivi su questo blog.
@Leopoldo
Leopoldo, numero e qualità dei cattolici è certamente cose strane da dire, ma non sono concetti trascurabili, se vogliamo cercare di capire perché siamo messi non proprio bene, e cosa occorre fare per cercare di meglio.
E poi sono talvolta usati come giustificazione, consolazione se non pretesto per non agire: siamo di meno ma più convinti, si dice spesso.
La conversione del prossimo, o meglio, l’opera di testimonianza e di dialogo con il prossimo, ma intesa come annuncio, come testimonianza discreta ed amichevole, tutt’altro che costrizione o peggio plagio, è un’azione che ci chiede Gesù, non la Chiesa, penso che sarai d’accordo su quest’ultimo punto.
Certo che non siamo noi a poter disporre della grazia necessaria per la conversione.
E non posso dimenticare le parole del Papa che ho trascritte nel mio post, con le quali non posso non essere pienamente d’accordo, e non solo perché sono pronunciate dal Papa.
Anche la Chiesa è un dono di Gesù, è quella che lo fa ritornare in terra quasi a comando.
E la Chiesa, come comunità di fedeli, ha il compito primario di diffondere la buona novella in tutto il mondo. A volte può non sembrare, e forse con ragione, è fatta da uomini, ma il suo scopo è quello.
Ricordiamoci che tanti dei suoi uomini sono stati compresi ed ammirati da tutto il mondo.
E continuo ad essere convinto che mettendoci assieme in tanti, ed anche se è vero che non è facile farlo senza litigare, si può andare molto più lontano che da soli.
@Leopoldo,
dov’è la violenza? Nessuno intende conversioni forzate.
La fede non può rimanere un’esperienza intima, va testimoniata con la vita e proposta a chi non la conosce. Va proposta con gioia, come condivisione di un tesoro prezioso, e con la sollecitudine di chi, amando il prossimo, desidera la salvezza della sua anima. Certamente ci si deve fermare di fronte alla libertà di rifiutare questa proposta. La libertà del prossimo va sempre rispettata.
Semmai si può, con discrezione, pregare per la conversione di un non credente. E anche questo non deve essere considerato mancanza di rispetto, ma appunto sollecitudine, misericordia e carità.
Caro Leopoldo,
non ho nessuna superiorità morale per il fatto di credere in Gesù Cristo. Semmai, la consapevolezza di una responsabilità maggiore: niente di piu’. Non ho niente da insegnare a chi non crede.
Niente.
Ho una passione che mi brucia, e mi spinge e mi accalora: ma non ho nulla da insegnare. Posso “insegnare”, per esempio, l’amore per mia moglie? Farei ridere piu’ polli di quanti ne esistono al mondo. Così è per il mio essere cristiano.
Ok, quelli dicono : bisogna testimoniare con gioia. Il fatto che lo dicano significa che la gioia non c’è e che al massimo, in questo modo, si testimonia un dovere: il dovere della testimonianza.
Ora, io so solo che “Qualcuno” mi ha messo gli occhi addosso, e mi ha girato l’esistenza. Per me è impossibile che la fede sia qualcosa di “intimo”.
Io non posso che vivere così. Punto.
Ma i miei amici sono atei in grande maggioranza: non credenti gran parte della mia famiglia, i miei colleghi, la gente che mi piu’ mi sta vicino.
Questo dovrebbe essere un problema?
Per niente.
Non è una questione di libertà: ovvia. E’ una questione di fratellanza. Termine retorico, ma non ne so trovare un altro.
Perché dovrei sentirmi diverso dal mio amico che non crede? Condividiamo tutto, completamente tutto.Dovrei tirar su steccati e metter timbri? E su che cosa?
La vita e la storia che viviamo ci uniscono e ci legano prima e piu’ dell’amicizia, e assai prima e assai piu’ della fede. Io sto benissimo con chi non crede, capisco che possa non credere: non mi scandalizza affato.
Se credo in Gesù Cristo, che ha fatto del piantarsi, stare insieme
e fare strada insieme agli altri, specie i piu’ lontani, la passione della Sua vita, chiudermi in un fortino e tirar su i ponti levatoi sarebbe un controsenso : non ci penso proprio. E’ così bello stare insieme.
Io che credo, che ho ricevuto “per un misterioso disegno”, dicono i devoti, per una botta di sedere, dico io, il dono del tutto gratuito, magari immeritato, della fede, io per salvarmi e liberarmi e vivere ho bisogno di Gesù Cristo come delle mie mani per scrivere. Ma chi non crede, e che questo dono ( che peraltro magari non voleva) non lo ha avuto, per me che credo, puo’ salvarsi benissimo e piu’ facilmente assai di me…
Il bello, il nuovo, e il forte di Cristo è che guarda i fatti, non ” i titoli”.
Straordinario. Non sapevo niente di questa affermazione di Vittorio Bachelet, né onestamente conoscevo le parole di Gedeone nel libro dei Giudici, ma la penso esattamente nello stesso modo.
Riflettevo l’altro giorno su una cosa. Quando andavo alle elementari, la maestra ci faceva recitare la mattina le preghiere: padre nostro e eterno riposo. A macchinetta. Tutti i giorni uguale: padre nostro e eterno riposo, padre nostro e eterno riposo. Adesso non si usa più. Tanto peggio? No, tanto meglio. La preghiera della mattina si sposta in casa, nella nostra macchina, per la strada. Noi ne abbiamo guadagnato!
Spostando leggeremente la mira, quante sono le persone che in metropolitana tutti i giorni pregano. Molte di più di quante noi pensiamo. Solo nelle ultime due settimane, io ho visto almeno tre persone (oltre a me) che recitano la liturgia delle ore… con libretto o con app del telefonino.
“il cielo interiore dell’anima umana non sarà mai vuoto fino a quando vi sarà chi, all’ideologia della forza, preferisce il nobile ideale del bene e della giustizia. E so che il cristianesimo può ancora alimentare molte energie in questa direzione.”
Condivido totalmente queste parole di Mancuso.
Esse riecheggiano quelle di qualcuno che una volta ebbe a dire: quand’anche non ci fosse alcun Dio, non mi pentirei mai di avere perseguito il bene fino all’ultimo istante della mia vita.
E ricordiamo che l’aspirazione al bene e alla giustizia non è prerogativa esclusiva della nostra religione, ma è propria di altre religioni.
Io ritengo che il bisogno del bene e della giustizia, cioè dell’amore, sia il riflesso, in noi, dell’ amore di Dio.
@ Marilisa
“Marilisa -16 novembre 2012 @ 17:02 “
La sorpresa continua ….
@ Lorenzo
”Il bello, il nuovo, e il forte di Cristo è che guarda i fatti, non ” i titoli”. Questo mi piace assai assai……
“ Non ho niente da insegnare a chi non crede. Niente.” Questo un po’ meno…..
“Ora un certo giudeo di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo eloquente, arrivò a Efeso; ed era ben versato nelle Scritture. Quest’[uomo] era stato istruito oralmente nella via di Jehovah e, siccome era fervente nello spirito, parlava e insegnava con correttezza le cose intorno a Gesù, ma conoscendo solo il battesimo di Giovanni. E quest’[uomo] cominciò a parlare intrepidamente nella sinagoga. Dopo averlo udito, Priscilla e Aquila lo presero con sé e gli spiegarono più correttamente la via di Dio.” ( Atti 18.24-26)
“Io non posso che vivere così. Punto.” Non è proprio vero…:Lo dicono anche i venditori di armi quando fanno “le fiere dell’apocalisse” Guadagnao un sacco di soldi a cui nessuno vuole rinunciare. E l’italia ( paese molto cattolico) è fra i primi 5. Strano no ? C’è anche un cardinale che colleziona armi Link
“”Capisci, è una situazione assurda. Si è tutti cordiali l’uno con l’altro. Ma alla fine della giornata, compriamo armi al solo scopo di distruggerci a vicenda. Non voglio sembrare un liberale o qualcosa del genere. Ma è davvero tremendo. Questa merda uccide le persone, cazzo.” Incredibile a dirsi, ma queste non sono le parole di un qualche hippie pacifista sotto acido. No, a pronunciarle è un sergente dei Marine alto quasi due metri, membro delle forze speciali, corpo Force Recon, di ritorno da due turni di servizio in Afghanistan. Abbiamo partecipato entrambi all’edizione 2010 del SOFEX (Special Operations Forces Exhibition) in Giordania” Link
“La sera e la mattina e a mezzogiorno non posso che mostrare preoccupazione e gemere,” ( Sl 55.17)
“La mia anima è in mezzo ai leoni;
Non posso che giacere fra divoratori, [sì,] i figli degli uomini,
I cui denti sono lance e frecce,
E la cui lingua è una spada affilata.”
( Sl 57.4)
“Perché dovrei sentirmi diverso dal mio amico che non crede?”
Non potrebbe questo, essere un motivo sufficiente ? Vedi qui
mi scuso per il grassetto. Errore di digitazione fu !
Gioab, non è grassetto, è corsivo.
Perché “sorpresa”? L’ho sempre sostenuto.
@ Marilisa
mi riferivo al post a Lorenzo, due tipi di caratteri, ( normale e corsivo) sono venuti in grassetto ( detto anche Bold) perchè non ho inserito bene il carattere secondo il linguaggio HTML.
Quanto a “l’ho sempre sostenuto” le fa merito, però sarebbe utile capire perchè si definisce cattolica anziché razionalista o “eretica” ( eretico=colui che sceglie). Essendo cattolica è suddita del papa e dei dogmi emanati dalla chiesa cattolica che non sempre è cristiana. E se li contesta perchè non li condivide non è coerente. E’ unicamente una disquisizione accademica senza alcun fine. Chi accetta di essere “un suddito” deve rispettare le regole di quel re! Secondo logica. o no ?
Perché, Gioab, secondo lei i cattolici non possono essere razionalisti?
Io non sono “suddita” di nessuno.
Allora, se vuole punzecchiare, con me non attacca. Dovrebbe saperlo.
Direi proprio che l’idea gnostica di “sacro” fatta propria da Galimberti possiamo pure rispedirla al mittente.
Così pure per l’infedele patrocinio di Mancuso, che usa l’improponibilità delle tesi dell’esimio prof., per contrabbandare un’idea altrettanto improponibile (e da che nomi si fa, ahimé, supportare…), quella del cristianesimo come “totale desacralizzazione”.
Preferisco stare coi (progressisti) cardinali Congar e Ries:
«Eccoci giunti al culmine dell’esperienza religiosa. “La ierofania suprema – ha scritto Eliade – è l’incarnazione di Dio in Gesù Cristo” (Le sacrè et le profane, Il sacro e il profano, p. 5). E altrove si legge: “E’ stata una grande rivoluzione religiosa; troppo grande perché possa essere assimilata in duemila anni di vita cristiana” (Mytbes, réves et mystères, Miti, sogni e misteri, p. 204). Incarnandosi, il Verbo eterno di Dio non soltanto si manifesta nella Storia, ma entra nella Storia. Creatore del mondo e dell’uomo fatto a sua immagine e di cui assume le sembianze e il volto, Cristo diventa d’ora in poi Costruttore della Storia. Con lui, la storia diventa una teofania poiché, con la Chiesa e nella Chiesa, suo corpo mistico, Cristo continua a rimanere presente e ad operare nella Storia. Siamo di fronte ad un’esperienza religiosa unica destinata a trasformare l’uomo e tutto il creato. t questo il perno centrale della dottrina di San Paolo: Cristo, la Chiesa, il Cristiano. Il Nuovo Testamento e, sulla stessa scia, i Padri della Chiesa, hanno proclamato la novità dell’esperienza del sacro. Dio completa la creazione conferendole la pienezza dei sensi, vale a dire una dimensione nuova, un superamento dell’ordine cosmico, un ordine sovrannaturale che ha il suo centro e il suo culmine in Gesù Cristo. L’esperienza religiosa cristiana si realizza nel sacro e nella santità in regime messianico con i suoi quattro livelli così ben definiti da Yves Congar: – il sacro sostanziale, ossia il corpo di Cristo glorificato ai piedi del Padre, ma presente realmente nel mistero eucaristico celebrato dalla Chiesa, anch’essa suo Corpo mistico; – il sacro dei segni di tipo sacramentale, segni efficaci di. vita nuova, creatori di situazioni umane che derivano dall’ordine messianico; – il sacro pedagogico, insieme di segni che esprimono l’esperienza del cristiano nei suoi rapporti con Dio in Gesù Cristo; – la consacrazione delle realtà terrestri a Dio e il loro uso in un’ottica messianica.»
@ Marilisa
Non è una punzecchiatura, è un ragionamento. Per me i cattolici dovrebbero essere razionalisti, ma definendosi “cattolici” dimostrano di non esserlo. Non si può essere nella chiesa e rifiutare un insegnamento della chiesa venendo da un papa “infallibile”. Non si può essere cittadini di uno stato e rifiutare le leggi di quello stato. Se lo fai vai in prigione.
“ Il ruolo del papa è andato crescendo nel II millennio, fino a raggiungere il suo apice nel XIX secolo con la dichiarazione sull’infallibilità papale del Concilio Vaticano I. Secondo tale dichiarazione il papa può esercitare il diritto di dare insegnamenti riguardo alla fede ed alla morale, da ritenere parte del deposito della fede, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il «suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani», e quando «definisce una dottrina circa la fede e i costumi». […] Il papa risiede attualmente nella Città del Vaticano, un piccolo stato indipendente situato nel centro di Roma, del quale egli è monarca assoluto, e riconosciuto dalla maggioranza della diplomazia internazionale come ambito di sovranità della Santa Sede.” – Wikipedia
Per fare un esempio, non ha più senso parlare di “valori irrinunciabili” perhè all’interno della chiesa non c’è nulla che può essere scleto liberamente diversamente pena l’inferno. Mentre fuori della chiesa, ciascun individuo sceglie sulla base della sua coscienza e non sulla base delle direttive della chiesa che tra l’altro volendo imporre il suo punto di vista è pure contraria al Vangelo.
Es. l’aborto non può essere una decisione imposta ma deve essere lasciato alla coscienza di colui che sceglie, a maggior ragione se colui che sceglie non è neanche cattolico perché dovrà risponderne alla propria coscienza e non essendo suddita/o del papa, quindi nemmeno obbligata dal punto di vista dell’appartenenze religiosa. Mentre continuando ad insistere : “Perciò, siccome abbiamo questo ministero[…] abbiamo rinunciato alle cose subdole di cui c’è da vergognarsi, non camminando con astuzia, né adulterando la parola di Dio, ma rendendo la verità manifesta, raccomandandoci ad ogni coscienza umana dinanzi a Dio” ( 2Cor 4.1-2) si agisce pure in modo contrario al Vangelo.
La Costituzione recita:
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Art. 20
Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d’una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività
Dovrebbe essere solo il senso di rispetto per la coscienza altrui a suggerire di astenersi dall’imporre comportamenti anche giusti e condivisibili ma che se non scelti liberamente divengono imposizione : “Coscienza”, dico, non la tua, ma quella dell’altra persona. Difatti, perché sarebbe la mia libertà giudicata dalla coscienza di un’altra persona? “ ( 1 Cor 10.29)
Altrimenti è un cielo vuoto, ma le galassie dimostrano che non è così !
Non è proprio gnostica l’idea del sacro di Galimberti. Lo gnosticismo è dualistico male e bene sono rigidamente separati, da come dice Mancuso è una rilettura (non particolarmente originale) di Nietzsche che in pratica vuol tornare ad un sacro precristiano.
@ Marilisa
Codice di diritto canonico : Le leggi ecclesiastiche:
Can. 11 – Alle leggi puramente ecclesiastiche sono tenuti i battezzati nella Chiesa cattolica o in essa accolti, e che godono di sufficiente uso di ragione e, a meno che non sia disposto espressamente altro dal diritto, hanno compiuto il settimo anno di età.
– obblighi di tutti i fedeli:
Can. 209 – §1. I fedeli sono tenuti all’obbligo di conservare sempre, anche nel loro modo di agire, la comunione con la Chiesa.
§2. Adempiano con grande diligenza i doveri cui sono tenuti sia nei confronti della Chiesa universale, sia nei confronti della Chiesa particolare alla quale appartengono, secondo le disposizioni del diritto.
Can. 212 – §1. I fedeli, consapevoli della propria responsabilità, sono tenuti ad osservare con cristiana obbedienza ciò che i sacri Pastori, in quanto rappresentano Cristo, dichiarano come maestri della fede o dispongono come capi della Chiesa.
Can. 214 – I fedeli hanno il diritto di rendere culto a Dio secondo le disposizioni del proprio rito approvato dai legittimi Pastori della Chiesa e di seguire un proprio metodo di vita spirituale, che sia però conforme alla dottrina della Chiesa.
Can. 218 – Coloro che si dedicano alle scienze sacre godono della giusta libertà di investigare e di manifestare con prudenza il loro pensiero su ciò di cui sono esperti, conservando il dovuto ossequio nei confronti del magistero della Chiesa.
Can. 222 – §1. I fedeli sono tenuti all’obbligo di sovvenire alle necessità della Chiesa, affinché essa possa disporre di quanto è necessario per il culto divino, per le opere di apostolato e di carità e per l’onesto sostentamento dei ministri.
§2. Spetta all’autorità ecclesiastica, in vista del bene comune, regolare l’esercizio dei diritti che sono propri dei fedeli.
Can. 227 – E diritto dei fedeli laici che venga loro riconosciuta nella realtà della città terrena quella libertà che compete ad ogni cittadino; usufruendo tuttavia di tale libertà, facciano in modo che le loro azioni siano animate dallo spirito evangelico e prestino attenzione alla dottrina proposta dal magistero della Chiesa, evitando però di presentare nelle questioni opinabili la propria tesi come dottrina della Chiesa.
Ecc. ecc.
Forse non sapeva ciò che è scritto per i sudditi del triregno.
Giusto rilievo, Sara la pibinca.
Allora, “neognostico”, che vagheggia la composizione del Bene col Male…
Invece mi sembra (anche se non lo ho mai letto direttamente) più gnostico Saramago, Tempo fa ho scoperto che tra gli gnostici è esistita una setta denominata i cainiti, mi è tornato in mente proprio il libro su Caino e anche Il Vangelo secondo Gesù Cristo.
Un consiglio da amico di pianerottolo e di altri blog: non perder tempo con costoro, a meno che di mestiere tu non faccia la demonologa o l’esorcista.
Con i cainiti? sono una setta del II secolo da quello che ho capito, leggevo qualche cosa sullo gnosticismo e quando ho visto cainiti ho pensato al libro di Saramago.
OT
Strana cosa! Il post di Gioab ( @ 19:03) per Lorenzo mi è comparso nel computer molto dopo quello mio delle 20:03. Che è successo?
lycopodium scrive,
16 novembre 2012 @ 20:41
—
Mi piace immaginare che le sfide, così le intende chi ha un credo, che vengono da altre menti pensanti, diversamente sensibili e diversamente attraversate da una trascendenza , siano un segno e una benedizione per chi presumendo di possedere una fede, sperimenta la difficoltà di un cammino personale alla ricerca della verità che non avrà mai modo di poter certificare in assoluto e che include il dubbio come variabile indipendente per la vita..
Costoro, i Galimberti, Mancuso ci offrono ( mi offromo ) spunti di riflessione per discernere e approfondire la profondità e la qualità dell’impegno che metto per mantenere una fede consapevole corroborata dalla Parola. .
Misurarsi con se stessi o con coloro che pensano come me, mi lascia come sono, a curare il mio orticello, al calduccio di un conformismo accomodante ma arido e cstupidamente immobile di fronte ad una fede che mi invita a vivere da pellegrino e nomade su questa terra che appartiene a Dio.
Beh, non esageriamo!
Offriranno pure tanto, quegli esimi proff.,
ma il dubbio che la mercanzia non sia del tutto genuina, possibile che ti venga solo per chi ha posizioni (per Grazia!) un po’ più ortodosse?
lycopodium scrive,
17 novembre 2012 @ 20:16
—
Lyco, non m’interessa stabilire o giudicare della buona fede o della genuinità di chi contrappone ipotesi o opnioni diverse della mia in tema di trascendenza in cui ognuno è solo con se stesso, con a sua sensibilità, con la sua coscenza.
Così come non giudico della genuinità o meno dei propagatori dell’ortodossia, sappiamo come talvolta l’ortodossia conduca ad altrettanto integrismo.
Qui non si tratta di assumere posizioni neutrali o moderate alla Casini, ma di di accettare di correre il rischio di camminare sulla strada di Cristo che guardava e frequentava gli ultimi bacchettando scribi e farisei.
Nino, sempre coloro che dicono parole nuove saranno visti come eretici o dissacratori, e saranno temuti, perché mettono in discussione posizioni acquisite una volta per tutte.
Non si vuole, forse anche per pigrizia mentale, confrontarsi con idee nuove, anche se scaturite da riflessione profonda.
Fanno scandalo.
Non si vuole scompaginare la “perfetta” intelaiatura di idee costruita in tanti anni, e nella quale si resta come ingabbiati. Guai a darle la minima scossa.
È sempre stato così.
Non si riesce a capire che non è colpa servirsi del proprio pensiero per approdare anche a convincimenti diversi da quelli degli altri.
Molti vorrebbero l’ omologazione del pensiero. E ciò rientra nella categoria dell’assurdo perché niente è più libero del pensiero.
La vera colpa è di chi pretenderebbe–usando lo strumento dell’ indignazione, della rabbia, della scomunica– inculcare un senso di colpa nella mente di chi apertamente dichiara le proprie differenze di vedute.
Parole nuove Marilisa non tantissimo, Nietzsche è vissuto qualche anno fa e Galimberti non ne da una lettura chissà quanto originale, tanto che pure Mancuso ne prende le distanze.
Sara1, intendevo “parole nuove” rispetto al pensiero comune.
Parlo in generale, riferendomi al passato come all’ oggi, e in tutti i campi (compreso quello religioso).
Mancuso, per esempio, in questo blog è demonizzato da quasi tutti.
Sara1
nel mio post di ieri in cui segnalavo la recensione di Vito Mancuso ho ben specificato:
“Una recensione/riflessione sulla Repubblica di ieri sull’ultimo libro del filosofo U. Galimberti, che trovo assai interessante e che penso piacerà ai non pochi detrattori di Vito, attivi su questo blog.”
Sottolineando che mi trovavo d’accordo con le conclusioni di Mancuso ben argomentate e acute.
Galimberti pur essendo un autorevole esponente del pensiero filosofico moderno, non è perfetto non perchè non credente bensì perchè è fragile e fallibile come tutti gli esseri umani, così io lo considero.
Marilisa scrive,
17 novembre 2012 @ 21:00
e del 17 novembre 2012 @ 21:46.
—-
Ciao Marilisa,
Proprio così., i destino dell’uomo è di “scavare”, ricercare, conoscere, quindi discernere.
Ciò comporta notevole apertura mentale, corroborata dai sette doni dello Spirito Santo.
Robetta tosta da maneggiare non alla portata di tutti.
Buona notte.
Boh, boh,
gli esimi citati non sono certo gli ultimi e le loro idee sono così diffuse e ben congenate, da costituire un sistema impenetrabile, omologato e omologante.
La vera differenza, in questo apparato di potere culturale plumbeo e (come vedo) abbastanza razzistico, la fa il cattolicesimo.
lyco,
immagino che il tuo giudizio prenda lo spunto dalla frase finale :” Robetta tosta da maneggiare non alla portata di tutti”.
In questo blog, ho ripetutamente dichiarato l’ irrequietezza e i dubbi che segnano il mio cammino di fede, forse anche e non solo per la mia incapacità di maneggiarel quella robetta tosta di cui ho detto.
Ciò detto, mi pare di rilevare nel tuo linguaggio termini inquietanti che denotano una sindrome da complottio come di chi vive in trincea e che crede di difendere e difendersi da un mondo cattivo e avverso sparando con un fuciletto a tappi quando ormai le guerre si fanno con le telecomunicazioni, i droni, e la finanza.
Cosa significa per te, Nino, apertura mentale?
“apparato di potere culturale plumbeo e (come vedo) abbastanza razzistico”
Boh!…boh!…
Come dicevo: è lo scandalo dell’essere fuori dal coro. Questo è razzismo!
nico scrive,
18 novembre 2012 @ 9:21
—-
Cara nico, da tempo non vado alla lavagna e non faccio i compiti.
Potrei risponderti così se non pensassi bene di te.
Accettando la provocazione rispondendoti con la metafora del dito e la luna e sempre riguardo alla luna con un aneddoto riguardante l’astronauta Armstrong che appena messo piede sul pianeta traguardando la terra da li con il pollice di fronte al naso non la vide.
Aspetto il voto fiducioso.
Accettando-
Accetto
@Nino
non intendevo essere sarcastica, né giudicare nessuno (ci mancherebbe altro, il mio brano evangelico di riferimento è Mt 7,1-2): se la mia annotazione è risultata tale, mi scuso.
Volevo solo, davvero, capire. Cerco di spiegarmi, se non mi riesce dimmelo.
Per comodità, pensiamo alle nostre posizioni secondo due schieramenti, progressista e tradizionalista (è una semplificazione grave, ma passamela).
L’accusa più frequente da parte dei tradizionalisti è di allontanarsi dalla dottrina ortodossa.
L’accusa più frequente da parte dei progressisti è di essere chiusi.
Ora, è oggettivamente più agevole per i tradizionalisti rilevare la distanza dal cattolicesimo: la dottrina è definita, può presentare delle difficoltà, ma è definita. Quando per esempio Mancuso nega la risurrezione, io mi sento in diritto di affermare che lui non è un teologo cattolico. Posso ritenerlo un fine pensatore, un filosofo e un teologo di tutto rispetto, ma non cattolico. E se mi permetti neppure cristiano.
Quando un progressista rileva la chiusura dell’altra parte, io però sento il bisogno di chiedere: chiusura rispetto a cosa? Spesso, tropo spesso, mi ritrovo davanti a risposte che vorrebbero un’apertura maggiore non alla Verità evangelica, ma alla verità culturale, a ciò che oggi si ritiene indiscutibile, ai nuovi dogmi, o alla propria idea di cristianesimo…
Per questo ho chiesto cosa significa apertura mentale. Se indica la disponibilità a seguire Paolo: “Esaminate TUTTO, ritenete ciò che è buono” (1Ts 5,21), mi va bene. E’ quello che ogni giorno mi sforzo di fare.
Il giudizio, poi, su ciò che sia buono o meno, apre tutto un altro ambito di discussione, che sarebbe lunghissimo affrontare qui.
Dico solo che io sono sempre un po’ scettica intorno alle posizioni di grande successo, che di solito non scomodano, ma accarezzano il sentire comune. Il Vangelo invece scomoda… e difficilmente è di successo…
Andrebbe però anche ripensata la divisione tra progressisti e non in termini di fedeltà o meno al magistero. Messa così i Lefebvriani dovrebbero essere fedelissimi, invece hanno provocato uno scisma, il loro fondatore è morto scomunicato e danno dell’eretico a tre o quattro Papi diversi.
La verità è che ci sono anticlericali e disubbidienti da parte e dall’altra.
Poi apertura mentale si ma che il pensiero di N, si sia fatto facilmente strumentalizzare in funzione antisemita o razzista è anche un dato di fatto. Con tutte le distinzioni del caso ovvio, ma è pensatore che è conteso sia a destra che sinistra perchè si innovativo ma anche antilluminista, antiegualitario e antidemocratico.
Segno che gli estremi si toccano.
🙂
Leggo ora, in chiusura di una recensione:
“Sono pagine ricche di domande più che di risposte –segno di autentica ricerca di senso – e queste ultime, quando sono, rifuggono dallo scontato, dalla soluzione a basso prezzo: si nutrono invece di fatica, di esercizio, di «ascesi», quell’arte spirituale che non è altro che «un campo di semina, dove provare a far crescere germogli di umanità», dove coltivare con pazienza e amore tracce visibili del Dio invisibile”.
porsi delle domande
fuggire dallo scontato
dalle soluzioni a basso prezzo
nutrirsi di fatica
esercizio
ascesi
pazienza
amore
Ecco una buona definizione di apertura mentale.
@Sara1
mi riferivo ai due “fronti” interni a questo pianerottolo, ed anche in quel caso ho affermato di aver fatto una semplificazione grave.
Non ha semplificato, ho scritto così perchè è una riflessione generale la mia.
🙂
ho parlato di crisi qualitativa ben più grave della crisi quantitativa. Marilisa mi chiede cosa intendo per “qualità”
le rispondo con una parabala evangelica: il regno dei Cieli è simile a un granello di senape.
Gesù non dice che il regno dei cieli è grande ma che è minuscolo ( quindi la crisi quantitativa non dovrebbe farci paura) ma che è simile a un granello si senape. Non ha detto un granello di piombo, di gesso, di zolfo, di pietra . Ha detto di senape.
il rischio è che i cattolici odierni siano sì un granello ma non di senape, ma di pietra , di materia inerte, un granello da cui non nasce nulla .
il rischio è cioè la “fossilizzazione”.
niente di male ad essere in pochi se quei pochi sono vivi , vitali, arguti, brillanti ,entusiasti , geniali, ribollenti e “lievitanti” e piccanti appunto come un granello di senape . SE invece sono dei fossili , ancorchè dei fossili ben conservati e piacevoli e rileccatini, invece non se ne cava nulla. Come diceva De Andrè “dai diamanti non nasce nulla , dal letame nascono i fior”
questo volevo dire quando dico che dovremmo preuccuparci della qualità piuttosta che della quantità. Un granello sì, ma di senape, un piccola minoranza sì, ma sale del mondo, non materia inerte e fossilizzata.
Quanto ai numeri , un vero cristiano secondo me , se ne dovrebbe allegramente fregare.!!!!!!!! Le piazze oceaniche, i ritrovi di centinaia di persone lasciamoli ai divi rock!!!
Oggi , prima giornata dell’avvento ambrosiano, a Milano il nostro Arcivescovo Scola ha pensato bene di mandareo agli angoli delle strade gente ( clochard) a volantinare…per chiamare la gente a partecipare alla Messa ion Duomo.
Forse aveva paura che senza volantinaggio non andasse nessuno? Forse si è convinto che i metodi moderni del marketing, della pubblicità potrebbero far ben alla ChiesA? A QUANDO la pubblicità porta a porta. suonano.. chi è? i soliti testimoni di geova? No , sono quelli dell’arcivescovo che vengono a convincervi di andare a Messa….
Meglio tardi che mai, discepolo.
Primo post@ 17:24.
Forse non ci crederà, ma sono d’accordo con lei.
Banalmente: pochi ma buoni.
Secondo post @17:33.
Non sono sicura che lei abbia parlato seriamente, ma sono più che sicura che le adunate oceaniche nelle piazze, come del resto le chiese piene, non significano granché in materia di fede.
nico scrive,
18 novembre 2012 @ 15:24
Su: “due schieramenti, progressista e tradizionalista (è una semplificazione grave, ma passamela).”
La Parola è una ma le letture/interpretazioni sono molte.
«Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?» , dice Gesù allo scriba in Lc 10, 25-37 .
Cosa vi leggi? Altro che la semplificazione tradizionalisti-progressisti.
Li dentro ci passano migliaia di sfumature.
Semmai la semplificazione, a mio avviso, sta nel ricorso al contenitore della dottrina pensata e scritta dagli uomini che pretende di dettare le regole e i limiti di una materia complessa che coinvolge diversità di sentimenti, di culture, di condizione umana.
Così , mi sento tradizionalista e progressista e nel contempo in nessuna delle due categorie per rientrare nella tua semplificazione.
Su : “Quando per esempio Mancuso nega la risurrezione”
Non so dove e quando Mancuso abbia asserito ciò, ma ammesso che abbia sostenuto quella tesi, affari suoi.
Non sono il suo difensore e nemmeno il suo accusatore.
Se mi capita di leggere o di ascoltare quel che dice, mi do una regolata .
Quando dice cose che reputo in linea con la mia intima convinzione, palcet, altrimenti non placet.
In quell’articolo-recensione mi è piaciuto.
Su: “Dico solo che io sono sempre un po’ scettica intorno alle posizioni di grande successo”
Non capisco a cosa ti riferisci, ma per quanto mi riguarda la mia posizione circa le tendenze, preferisco la minoranza e l’opposizione alla maggioranza .
Su Scola che usa i barboni in alternativa ai volantini, ha sbroccato definitivamente.
Ma si capisce, nell’anno della Fede c’è chi non avendo capito un tubo della vita e del Vangelo e per giunta con il complesso del Card. Martini, assolda poveracci.
Altri qui a Roma si accingono a distribuire il Credo e il catechismo della chiesa cattolica.
Volià, fatto l’anno della fede.
Roba da dementi
Si vede che tutto questo movimento nel chiamare gente in chiesa e nel distribuire catechismi e formule di preghiera rientra in un programma di “nuova evangelizzazione”.
Discepolo il seme di senape e’ piccolissimo ma diventa una pianta così grande da dar rifugio nelle sue fronde agli uccelli .
🙂
@Nino
non mi riferivo a te, ma in generale alle posizioni che interpretano il cristianesimo seguendo l’onda, che vogliono essere à la page e che per questo diventano acritiche in un’unica direzione.
Io in generale non preferisco la maggioranza, né la minoranza.
Cerco umilmente di pensare la mia fede, ma ricordo anche sempre che, alla recita del Credo, nel momento in cui si afferma che Cristo “fu concepito di Spirito Santo” ci viene chiesto di chinare il capo ad una verità che ci supera.
————
Per quanto riguarda le scelte di Scola, invece, sono meno accomodante: io sono impegnata in pastorale. So cosa significa, oggi.
Perciò quando sento l’asprezza di certe critiche mi vien da dire
a chi sa così bene cosa NON fare,
di suggerire anche cosa bisognerebbe fare,
e magari di dare una mano a farlo.
Nico condivido sul fare e sul criticare. L’iniziativa di Scola non mi dispiace per nulla. Io in sostanza vado in giro per dire a tutti di venire a messa con me.
di suggerire anche cosa bisognerebbe fare,
e magari di dadi suggerire anche cosa bisognerebbe fare,
e magari di dare una mano a farlo.re una mano a farlo.
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Approvo, infatti nell’ambitodelle cose a cui collaboro ho suggerito di distribuire il Vangelo di Marco ai cittadini in occasione di piccoli eventi della durata di 45 minuti circa in alcune piazze e ville pubbliche in cui sarà letta la Parola, introdotta da un canto sacro del coro parrocchiale e a conclusione dell’evento.
Ed in conclusione dell’anno della fede un pellegrinaggio con una celebrazione eucaristica in una importante basilica romana dedicata ai santi martiri
Inoltre alcune copie del Vangelo di Marco saranno assegnate a tutti gli operatori pastorali della parrocchia da darle ai loro ospiti o portarle in dono a chi li ospiterà per un té o similari.
Nino, ti ringrazio dei suggerimenti, ma confesso che c’è una cosa che non capisco.
Perché va bene distribuire il vangelo di Marco, e non il Credo o il Catechismo?
Per la relazione umana che tu proponi?
Ma al di là di questa (buona in sé) non credi sia possibile raggiungere qualcuno anche attraverso l’informale, spontaneo e brevissimo incontro lungo la strada? magari così si toccano proprio coloro che non si fermerebbero mai ad ascoltare un coro di chiesa…
in ogni caso, sono metodi a mio parere complementari, uno non esclude l’altro.
Mi guardo bene dal suggerire o consigliare qualcosa a qualcuno, tantomeno a te.
Ho risposto a quella che mi pareva una provocazione un tantino sarcastica.
Il Vangelo è PAROLA DI DIO, e un coro di chiesa oggi ha nel repertorio anche gospels e spirituals e gli ever green, oltre ai canti canonici.
Per la mggiore gloria di Dio, “Per raggiungere qualcuno” come tu dici, ognuno fa quel che pò e in ogni caso queste ed altre evenienze le affido allo Spirito Santo.
Ognuno fa quel che può.
pò= puo
Ognuno fa quel che può.- (finale ) è un refuso
Sarà anche un refuso, Nino, ma mi piace tanto
😉
Buona giornata
Più che un refuso era una ripetizione di quanto detto nel finale del post.
A Nico,
“Perché va bene distribuire il vangelo di Marco, e non il Credo o il Catechismo?”
________________________
L’altra settimana un anziano professore in Università,
ci diceva di ricordare che
la Bibbia è Parola D-o e l’uomo,
mentre il catechismo
è parola di uomini
soggetto al tempo,
ai cambiamenti…..
Il buon anziano professore ci ricordava in merito,
il catechismo di Trento,
il catechismo di Bellarmino,
il catechismo di Pio x.
Mi ha fatto piacere che qualcuno mi ricordasse questa
non sottile differenza.
Te la riporto, condividendola.
Bye
Matteo
io recito il Credo credendoci, e leggo il catechismo pensandoci.
Non riesco a vederli alternativi al Vangelo.
Per quanto riguarda la politica di distribuzione di cui parlavamo, colgo nella scelta dei documenti il desiderio di attirare l’attenzione sulle cose di cui si discute di più, il centro della fede cristiana, la sua struttura anche morale,
una sorta di gancio insomma, per contrastare tanta confusione e cominciare parlando una lingua condivisa.
Ripeto, non vedo l’alternativa con il Vangelo.
E sono perfettamente consapevole della contingenza del catechismo, più volte anche qui ho sottolineato la differenza tra la fede e le sue concretizzazioni etiche e religiose.
Atto di fede
Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo tutto quello che tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Credo in te, unico vero Dio, in tre Persone uguali e distinte, Padre e Figlio e Spirito Santo. Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnato, morto e risorto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa fede voglio sempre vivere. Signore, accresci la mia fede
nico scrive,
19 novembre 2012 @ 17:10
Matteo
io recito il Credo credendoci, e leggo il catechismo pensandoci.
Non riesco a vederli alternativi al Vangelo.
—-
Proprio questo è il punto, non sono nè possono essere alternativi al Vangelo.
Chi non crede come legge libri o testi altro dal LIBRO?
Se PP Pasolini anzichè trovare il Vangelo di Matteo nel cassetto del comodino della camera alla Pro Civitate di Assisi, avesse trovato il credo o il catetichismo della chiesa cattolica, con cui era in conflitto per i noti motivi, avrebbe mai avuto l’ispirazione e il coraggio di girare quel meraviglioso film e altrettanto poetico documentario sulla Terra Santa, propedeutico al film?
La Parola s’incarna e interroga l’uomo di qualsiasi credo e latitudine.
Il resto che non sia Parola di Dio si autoreferenzia.
“Per quanto riguarda la politica di distribuzione di cui parlavamo, colgo nella scelta dei documenti il desiderio di attirare l’attenzione sulle cose di cui si discute di più, il centro della fede cristiana, la sua struttura anche morale,”
—
Appunto si discute di più di cose, del secolo, del contingente.
Einrich Bonhoeffer invitava a “parlare con Dio” azichè a “parlare di Dio”.
E se il centro della fede sono il catechismo o il credo o i due insieme, e non il Vangelo, allora addio.
«Gesù è il centro della fede cristiana. Il cristiano crede in Dio mediante Gesù Cristo, che ne ha rivelato il volto. Egli è il compimento delle Scritture e il loro interprete definitivo. Gesù Cristo non è soltanto oggetto della fede, ma, come dice la Lettera agli Ebrei, è ”colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (12,2).»
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2012/documents/hf_ben-xvi_hom_20121011_anno-fede_it.html
Risposta in ritardo a Luigi. la differanza fra invitare le persone che un PERSONA incontra ad andare a Messa con lui e volantinare è una sola . si tratta del RAPPORTO UMANO.
se il cardinale Scola ed altri Monsignori che se ne stanno sempre rintanati nel Duomo , fossero usciti, andati per le strade a fermare i passanti e fare amichevolmente due chiacchere invitandoli gentilmente a venire a Messa, tanto di capello. Oppure se i volantinatopri fossero loro stessi dei cristiani che sperano che altri vadano alla Santa Messa..
Il volantinaggio a pagamento , no. Tu caro Luigi non assoldi persone per volantinare le tue idee, almeno credo.
Il rapporto umano è tutto. Un povero barbone alcoolizato, magari ateo e magari che bestemmia dalla mattina alla sera per la sua triste vita, certo volantinerà per soldi la richiesta dell’arcivescovo . Ma che senso ha? chiediti caro Luigi , che senso ha??
a me i barboni alcoolizzati stanno anche simpatici , e anch’io fossi stata un barbone alcoolizato e avessi avuto da guadagnare 10 , 3o euro per volantinare l’avrei certo fatto!
ma non è così, secondo me che si aumentano i fedeli, se poi lo scopo è quello numerico cioè aumentare il numero dei fedeli, che già non condivido.
Discepolo sei sicura sulla faccenda dei barboni assoldati? Io ho letto qui
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/11/16/avvento-ambrosiano-il-cardinale-scola-ai-crocicchi-delle-strade/
e qui
http://www.incrocinews.it/chiesa-diocesi/l-arcivescovo-prosegue-br-la-predicazione-d-avvento-1.67414
Ma io non vivo a Milano – tu forse puoi dirmi meglio.