«Per chi volesse salutare Fabo, la cerimonia sarà venerdì 10 alle ore 19 nella parrocchia di Sant’Ildefonso, piazzale Damiano Chiesa 7, Milano». Così su Facebook Valeria Imbrogno, compagna di Fabo, morto per propria decisione il 27 febbraio in Svizzera. Fossi a Milano andrei a Sant’Ildefonso. Forse qualche visitatore potrà andare e narrare quello che sarà.
Aggiornamento al 7 marzo. Mio commento pubblicato oggi dal Corsera.
Non sarò a Milano il prossimo venerdì, ma assicuro ugualmente la mia personale preghiera.
Non vorrei tuttavia che la partecipazione a questa funzione possa essere strumentalizzata a favore dell’eutanasia, magari grazie alla presenza di personaggi estrememente religiosi come Marco Cappato…
Mi domando poi che tipo di “cerimonia” possa essere, dato che i venerdì di Quaresima nel rito ambrosiano sono aliturgici e con “digiuno eucaristico” (quindi niente messa, solo Via Crucis e liturgia delle ore).
La parrocchia di Sant’Ildefonso è tenuta da religiosi o segue per comunque il rito romano?
Purtroppo non vi potrò partecipare pur essendo io residente nella diocesi di Milano.
Aggiungo alla domanda precedente un’altra domanda: DOVE si terrà quella cerimonia (nell’articolo trovo un generico ” spazi parrocchiali”)?
Inoltre mi domando se non strida la richiesta ( o la pretesa?) di una cerimonia religiosa, con lo scandalo della scelta, divulgata volutamente urbi era orbi con un’enorme risonanza, del suicidio, con le decisione, in contrasto con le disposizioni della Chiesa Cattolica, di disperdere le ceneri in India…
Sembra solo a me una provocazione o magari la rivalsa dei radicali per i funerali religiosi negati a welby?
Ah ecco.
Per la paura che la partecipazione a questa funzione possa essere strumentalizzata ….che si dovrebbe fare, mandarla deserta? Abolirla? Non permetterla?
Marzullianamente Fede cuordileone si da da se la risposta due commenti dopo.
“Non è che strida la richiesta ( o la pretesa?) di una cerimonia religiosa con lo scandalo della scelta divulgata volutamente urbi et orbi con un’enorme risonanza ecc ecc ecc.”
venerdì sono in ospedale tutto il giorno, altrimenti, Torino/Milano e ritorno si fa ormai in un amen- come peraltro mi insegna Fabrizio 🙂 – e ci sarei andato in modo convintissimo.
Sembra solo a te
Cristina vicquery
Sig. Federico Benedetti, non si è accorto che la Chiesa cattolica sta riconsiderando le sue posizioni ?
Si tratta di preghiere e non di un funerale.
Quand’è che si comincerà a capire che si deve rispettare l’autodeterminazione di una persona?
Quando una persona muore, sia che la fine venga da sé sia che uno voglia darsela per i motivi più disparati, un cristiano prega sempre, e affida quella persona alla misericordia di Dio. Senza giudicare e senza ritenersi superiore per le preghiere che fa. Altrimenti, le sue preghiere sono vanificate.
L’Unico che sappia veramente il significato della morte di un povero cristo, e che sia in grado di giudicare, superando i giudizi anche meschini degli uomini, è Dio. SOLO DIO.
Il Quale, fra l’altro, ha creato l’uomo LIBERO. Libero anche di rinunciare alla vita.
I parenti, credenti cattolici, hann fatto eslicita richiesta affinché il Signore Dio conceda loro la forza di sopportare il dolore. Raccogliamo questa richiesta e uniamoci, come fratelli in Cristo. Fabo non era credente,per sua volontà le sue ceneri sono state disperse in india. Probabilmente a lui, delle nsotre preghiere cattoliche poco importava. Allora raccogliamo anche quest’ultima volontà. Ciascuno è libero dinnanzi a sé stesso e a Dio. Nessuno giudichi perché nella misura con la quale giudichiamo saremo giudicati.
Ma siccome noi, almeno su questo blog siamo cattolici -si spera, almeno così sembrerebbe- ci dobbiamo regolare secondo il volere di Dio Padre e del Figlio Suo, Nostro Signore Gesù Cristo.
Nell’Apocalisse, colui che parla a Giovanni rivela una verità, la stessa che la Santa Scrittura ci da fin dalla fondazione del mondo in cui, all’uomo, viene manifestato che la vita, nel tempo, dipende dalla sua volontà, dalla sua decisione, dalla sua scelta (Gen 2,16-17). A te, uomo, sarà dato il futuro eterno che avrai scelto. Se sceglierai la vita, che è Cristo Gesù, andrai nella vita eterna altrimento non sarà così. Questa è una verità della Scrittura incancellabile e la Chiesa è obbligata a conservare questa Verità, non vi si può sottrarre, né se ne può inventare un’altra.
Ogni volta che la Chiesa afferma che andremo tutti in paradiso nell’eterna beatitudine afferma una menzogna: è come cancellare dalla scrittura l’inappellabile Parola di Dio il quale è stato molto preciso e chiaro sulle condizioni e chiarissimo sul peccato oggettivo e soggettivo!. L’uomo può fare tutto quello che vuole, ci mancherebbe, ne ha facoltà, può darsi la morte lucidamente come ha fatto fabo il dj, i malvagi potranno continuare ad essere malvagi , le prostitute a fare le prostitute, i ladri a fare i ladri e ciascuno potrà vivere come gli pare e piace. Però, se affermassimo che questi andranno nella beatitudine eterna allo stesso modo di coloro che han sopportato pazientemente per amore di Cristo, unitamente alle sue sofferenze, ogni peso, ogni croce. Che, per amore han praticato la giustizia santificandosi , diremmo una tale eresie da devastare come un terremoro tutta la morale.
P.S
in riferimento all’Apocalisse : Ap 21-22
Victoria,
pretendere di decidere il bene il male ci riporta al giardino dell’Eden, al peccato originale. La storia della salvezza è andata avanti.
Da un punto di vista morale la Chiesa non deve seguire le mode del mondo (oggi quella del diritto all’autodeterminazione) ma la volontà di Dio (il diritto alla vita). Sul piano pastorale la Chiesa potrà essere più accogliente e comprensiva, ma non speri che arrivi a giustificare il peccato (perchè il suicidio è un peccato gravissimo). A noi cattolici spetta di comprendere la volontà di Dio e convertirci, non sperare di addomesticare i precetti religiosi secondo i nostri gusti e i nostri comodi.
Cari Lorenzo e picchio,
ringrazio i miei educatori per avermi insegnato a pregare sempre per le anime dei defunti e in modo particolare con le parole “porta in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia”.
Capisco la sensibilità del parroco che ha voluto mostrare vicinanza e conforto alla madre del ragazzo e a tutta una famiglia che ha perso un figlio. Capisco anche il dolore di amici e parenti e il bisogno intimo di vivere un momento di commiato dalla cara salma prima della sepoltura (o della cremazione).
Queste cose le capisco e le apprezzo.
Non capisco perchè dare pubblicità sui giornali a questo “commiato” che poteva essere vissuto privatamente, in casa o in uno spazio della parrocchia, con raccoglimento e preghiera.
Intuisco però (per la presenza di marco Cappato, dei soliti radicali e della pubblicazione della notizia su giornati e TG) che si voglia STRUMENTALIZZARE LA RELIGIONE CATTOLICA E LA CHIESA per altri scopi: per forzare le posizioni della Chiesa (quelle chiaramente espresse dal Card. Bagnasco e assolutamente contrarie al suicidio assistito e alle varie forme di eutanasia) e per INTERFERIRE nel dibattito parlamentare sul testamento biologico, dove solo un piccolo gruppo di parlamentari cattolici (guarda caso!) si sta opponendo a una legge sbagliata e di fatto desitinata ad aprire le porte (con le solite sentenze) all’eutanasia.
Mi viene il dubbio che la parrocchia di Sant’Ildefonso e la Curia di Milano vogliano mostrarsi particolarmente “aperte” su questo tema per vantare un primato davanti a papa Francesco che, come saprete, questo mese andrà in visita pastorale proprio a Milano. Eccesso di zelo o richiesta esplicita dai soliti ambienti progressisti del Vaticano?
Non hanno valutato il rovescio della medaglia, cioè l’eco mediatica di questa cerimonia in tutta Italia (ce ne accorgeremo venerdì al TG della sera!): per tutti saranno i funerali in Chiesa, negati dieci anni fa a Welby, una vittoria “morale” dei radicali e di coloro che sono favorevoli all’eutanasia, un’incoraggiamento alla legge sul testamento biologico (“se anche la Chiesa Cattolica non ha niente da ridire, celebra i “funerali”, perchè i deputati cattolici sono contrari alla legge”? Non abbiamo vissuto la stessa cosa durante il dibattito sulle unioni civili, quando venivano rinfacciate ai contrari le parole stesse del Papa “chi sono io per giudicare”?).
In conclusione, credo che maggiore prudenza avrebbe giovato alla Chiesa e alla sua missione evangelizzatrice che, a fianco ad un atto di misericordia “discreto” ai familiari di Fabo, ha il dovere di testimoniare fermamente e CHIARAMENTE la propria posizione contro eutanasia e suicidio assistito.
La Chiesa è misericordiosa quando esercita le opere di misericordia spirituale: insegnare agli ignoranti, consigliare i dubbiosi, ammonire i peccatori. In questo caso il messaggio è ambiguo e va nella direzione sbagliata.
Qui una breve intervista sul delicato tema, al portavoce del card. Angelo Scola, don Davide Milani.
http://www.lastampa.it/2017/03/07/vaticaninsider/ita/news/la-curia-di-milano-ecco-perch-la-chiesa-prega-per-dj-fabo-RYtbXiX1P66Ps7uQFmbwZI/pagina.html
Vi posto queste riflessioni di Leonardo Lugaresi, il “nostro” Leonardo quello che scriveva su questo blog:
https://leonardolugaresi.wordpress.com/2017/02/28/si-chiamava-fabiano-antoniani/
Sono perfettamente d’accodo con lui: si chiamava Fabiano Antoniani, era come tutti noi una PERSONA, non una maschera da etichettare come DJFABO.
La cosa agghiacciante dei tempi che ci troviamo a vivere è che TUTTO, tutto, la vita, la morte , le persone , diventano OGGETTO.
Oggetto di strumentalizzazione, oggetto di calcoli e manovre politiche, oggetto delle ideologie, delle lobby, delle campagne mediatiche . Insomma OGGETTO. Dai bambini non nati ai malati eutanasizzati, alle donne, ai migranti : tutti diventano oggetto su cui le ideologie si scannano non per bontà d’animo, ma per farne strumenti del proprio potere.
Restiamo umani. chiamiamo il povero Fabiano col suo nome, non facciamone un fantoccio, un santino dei radicali, uno strumento con quale Cappato e i suoi simili vogliono portare avanti le loro menzogne!
Bellissimo commento! Grazie Venturi anche per aver segnalato il blog di Leonardo, il nostro Leonardo…
Anche il prof. Zabrebelsky, idolo dei girotondini e dei radical chic, è contro il suicidio assistito e il “diritto a morire”.
http://www.uccronline.it/2017/03/06/il-giurista-zagrebelsky-il-suicidio-assistito-una-mostruosita/
Segno che basta restare umani , senza bisogno di essere bigotti tradizionalisti, per non poter mandar giù la menzogna che vogliono far passare per vera che cioè esista un “diritto” a suicidarsi e che lo Stato lo debba assicurare, cosicchè chi si vuole suicidare possa andare alla AUSL più vicina per avere gratuitamente l’iniezione letale.
Per Victoria Boe e per quelli che dicono che la chiesa cattolica” sta riconsiderando le sue posizione”: non è affatto vero!
la smentita viene dalla Chiesa di Milano:
http://ilsismografo.blogspot.it/2017/03/italia-e-solo-compassione-cristiana.html
E’ solo compassione cristiana sulla eutanasia non cambiamo idea: capito Victoria?
Caro Fabrizio,
leggo nel tuo link:
“Teme che vi siano strumentalizzazioni?
«Basta leggere i giornali e le notizie che sono seguite a quella morte per rendersene conto. Basta guardare anche a come reagiscono alcuni alla notizia di questo momento di preghiera, come se si trattasse di qualcosa di nuovo o di rivoluzionario. Non sono funerali e non è nemmeno una messa di suffragio, ma è la risposta positiva a una richiesta esplicita della mamma di Fabiano. Sarebbe triste se si speculasse su un gesto di compassione cristiana e di preghiera».
Sono d’accordo, SARA’ TRISTE, perchè sicuramente ci sarà una strumentalizzazione. E allora perchè non proporre alla madre di Fabiano una cerimonia a porte chiuse, più discreta e senza pubblicità sui media?
Sarebbe stato un bel gesto senza scandalo e senza polemiche.
Ringrazio anch’io Maria Cristina per i link e i commenti.
C’è una strumentalizzazione così evidente che non si può proprio tacere…
Da sempre la Chiesa permette e consiglia di pregare per i defunti.
Quindi nessuna “novità”: si prega per il defunto affidandolo alla misericordia di Dio, e questo è sempre stato fatto cara Victoria, anche dai “cattivi” rigidi e poco misericordiosi cattolici ante-papa francesco.
quindi basta , BASTA! colle falsità. il cardinale Ruini cattivo perchè non autorizzò i funerali religiosi di Welby! basta con le falsità. la Chiesa ha sempre pregato per i defunti, e li ha sempre raccomandati alla misericordia di Dio.
la sola differenza è che un tempo la Chiesa pregava sì e perdonava anche ma chiamava francamente il peccato peccato, oggi si glissa sul termine peccato, si sorvola, si eufemizza, non si parla chiaro.
Ribadisco: la Chiesa sta riconsiderando le sue posizioni. Nel senso che fino a dieci anni fa non si sarebbe fatta nessuna preghiera in chiesa per un suicida.
Oggi non è più così.
E non c’ è alcuna strumentalizzazione. Il caso ha suscitato un tale clamore mediatico che era normale che fosse data notizia pubblica della cerimonia in chiesa.
Cara sig. Venturi , le cose non stanno come dice lei.
Nella mia città parecchi anni fa il vescovo proibì qualsiasi cerimonia in chiesa per una donna suicidatasi.
Fu criticato da tutti i cittadini.
Oggi sarebbe stato diverso.
Non ha letto le parole del suo amato card. Martini?
Le legga e le rilegga.
E infatti il peccato più grande della Chiesa oggi qual’è? E’ quello di non dire chiaramente cosa sia il peccato in azione, l’ oggettivamente del male: la trasgressione abituale attiva di ogni comandamento della Legge del Signore, di ogni precetto del Vangeli rigorosamente definita, stabilita, descritta nei mimini dettagli da Dio che nulla ha lasciato al caso, o alla, non si sa bene quale ” coscienza”, o intelligenza, pensiero, desiderio, immaginazione, fantasia, volontà umana, acume più o meno elevato.
Bene e male principi di vita e principi di morte sono ben definiti, dettati e scritti per l’uomo. Queste sono Verità che la Chiesa deve gridare: il male è tremendamente oggettivo, il male è male, ed questa oggettività è stata cancellata sia nel mondo che nella Chiesa. Allora: o si recupera l’oggettività del male , o è inutile andare avnti, parlare, discutere. Tanto, ognuno alla fine agirà secondo il suo cuore i suoi istinti le sue voglie e chi abrogherà una cosa chi un’altra e chi tutte insieme, o si legiferano tutte le diavolerie di questo mondo…Come potrebbe esserci formazione della coscienza senza l’oggettività dellae norme. E se chi è obbligato a conservare in vita questa verità le cancella, allora, possiamo fare tutto quello che ci pare tanto… Giuda può tradire Gesù Cristo quante volte vuole ….
@l’oggettività del male ( sorry, non l’oggettivamente)
Per dare più forza a quel che ho scritto prima, dico ancora che appena tre giorni fa è stato celebrato proprio in chiesa, in una borgata della mia città, il funerale di una giovane donna trovata morta suicida in un campo lontano dalla sua casa. Una lettera vicino a lei parlava di una depressione smisurata e chiedeva perdono ai famigliari.
Casi come questi sono all’ordine del giorno nel mondo intero.
Di fronte a situazioni che fanno perdere ogni orizzonte, per cui ogni barlume di luce viene a spegnersi, il peccato vero è di chi chiama “peccato” il togliersi la vita.
Bisogna trovarsi in situazioni simili per verificare di persona l’annullamento della vita e la decisione di dare fine ad una esistenza vuota di senso.
Tutto viene creduto quando viene vissuto in prima persona.
Smettiamo, allora, di dire parole inutili su ciò che è peccato e ciò che non lo è.
Le prediche dal pulpito risultano anch’esse prive di ogni pur minimo senso.
Dio è–lo si ricordi– il Dio della Vita. Quando di fatto la vita è solo una PARVENZA di vita perché ha preso in realtà i connotati di una morte animata solo dal respiro, magari indotto in certi casi da una macchina, allora nessuno può arrogarsi il diritto di pontificare dicendo che la vita va vissuta ad ogni costo, altrimenti si fa “peccato” a togliersela.
DIO È IL DIO DELLA VITA. E la Vita c’è fino a che in essa si intravede un barlume di speranza.
BASTA CON LE FAKE NEWS!
basta andare su Repubblica il commento di Giannini per rendersi conto della strumentalizzazione che stanno facendo su questa vicenda dicendo vere e proprie falsità:
http://video.repubblica.it/rubriche/radar/radar-giannini–funerali-dj-fabo-se-la-chiesa-di-francesco-apre-le-porte-alla-liberta/269643/270093?ref=RHRS-BH-I0-C6-P8-S1.6-T2
“L’ok della Curia milanese ai funerali in chiesa di Dj Fabo, il quarantenne che ha scelto il suicidio assistito in Svizzera, parla della novità dell’era di Papa Francesco. Un’era che però non è altrettando illuminata sui casi di pedofilia”
“L’OK della Curia ai funerali in chiesa”. FALSO. Non sono funerali in chiesa ne non verrà celebrata alcuna Messa , è una cerimonia a quanto pare laica in “ricordo” del defunto
“NOvità dell’era di papa Francesco, papa Francesco apre le porte alla libertà”.FALSO: non risulta che la chiesa di papa Francesco ne’ lui personalmente con comunicato ufficiale abbia cambiato idea sul suicidio assistito e sull’eutanasia , come si sono affrettati a dichiarare sia la Chiesa di milano, sia la CEI di galantino. quindi nessuna novità e nessuna apertura delle porte alla libertà.
“Un era però non tanto illuminata sui casi di pedofilia” FALSO: la Chiesa da Benedetto XVi in poi ha iniziato un epoca assolutamente illuminata di lotta alla pedofilia che Francesco sta portando avanti come il suo predecessore. Certo non si possono fare processi sommari e tagliare teste senza la certezza della colpevolezza come vogliono i giustizialisti.
insomma nel commento di Giannini c’è un compendio di falsità . E tanti cattolici leggono Repubblica e credono come al Vangelo a quello che vi è detto!
Victoria,
si può sapere qual è la sua città?
Ripassiamo il catechismo:
« La vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio, comporta l’azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente ».
Sul SUICIDIO:
Ciascuno è responsabile della propria vita davanti a Dio che gliel’ha donata. Egli ne rimane il sovrano Padrone. Noi siamo tenuti a riceverla con riconoscenza e a preservarla per il suo onore e per la salvezza delle nostre anime. Siamo amministratori, non proprietari della vita che Dio ci ha affidato. Non ne disponiamo.
Il suicidio contraddice la naturale inclinazione dell’essere umano a conservare e a perpetuare la propria vita. Esso è gravemente contrario al giusto amore di sé. Al tempo stesso è un’offesa all’amore del prossimo, perché spezza ingiustamente i legami di solidarietà con la società familiare, nazionale e umana, nei confronti delle quali abbiamo degli obblighi. Il suicidio è contrario all’amore del Dio vivente.
Se è commesso con l’intenzione che serva da esempio, soprattutto per i giovani, il suicidio si carica anche della gravità dello scandalo. La cooperazione volontaria al suicidio è contraria alla legge morale.
Ripeto, carissima Victoria Boe:
«Se è commesso con l’intenzione che serva da esempio, soprattutto per i giovani, il suicidio si carica anche della gravità dello scandalo. La cooperazione volontaria al suicidio è contraria alla legge morale ».
Questa è la ragione per la quale non sono stati consentiti i funerali a Welby e per la quale sarebbe stato opportuno svolgere in forma “privata” e senza pubblicità questa cerimonia in ricordo di Fabiano Antoniani.
Chi poi volesse attribuire al pontificato di Francesco il merito e la novità dell’apertura alla preghiera per i suicidi, ricordi che lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che:
«Non si deve disperare della salvezza eterna delle persone che si sono date la morte. Dio, attraverso le vie che egli solo conosce, può loro preparare l’occasione di un salutare pentimento. La Chiesa prega per le persone che hanno attentato alla loro vita».
Pertanto non credo affatto che la “Chiesa stia riconsiderando le sue posizioni”, anche se si stanno commettendo alcuni gravi errori di comunicazione, che si prestano a strumentalizzazioni e falsità.
In realtà c’è stato un graduale cedimento della Chiesa sul suicidio rispetto al passato. A partire dal post concilio la valutazione caso per caso tendeva ad “aprire” e “chiudere” in base ai presupposti , nel senso che una particolare misericordia viene applicata per coloro che si tolgono la vita a causa di gravi malattie mentali, e perciò senza “piena avvertenza e deliberato consenso”. Ma, nel caso presente (catechismo chiesa catt 2281/82) il funerale religioso è vietato, non è vero che nessun parroco può impedirlo, è vietato perché contrario alla legge morale, e la sanzione cade anche su coloro che cooperano volontariamente.
Almeno questo sapevo, poi, l siccome la barca è sempre in balia dei venti e vige il motto “nulla è sempre” e ciascuno nella Chiesa fa quel che vuole…è tutto un dire…
La preghiera invece va oltre i codici, quella nussuno la può impedire. Preghiamo per Fabiano e per tutti coloro che lasciano questa vita in circostanze drammatiche.
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace.
Certo.
Un po’ di latinorum accentato, dopo aver rovesciato il proprio inutile secchiellino di letame quotidiano…..
Caro Federico,
dici di capire la sensibilità del parroco e il dolore di amici e parenti?
Bene.
Allora fermati lì.
Qui si può leggere un mio commento di 20 righe pubblicato oggi dal Corsera:
http://ilsismografo.blogspot.it/2017/03/vaticano-il-cambiamento-e-le-parole-di.html
Impeccabile commento e perfetta citazione bergogliana.
Perfetta per la comprensione, dico.
Difatti, basta leggere i commenti sparsi a piene mani qui sopra per rendersene conto.
I lamentosi rododentro NON vogliono dialogare, quindi innalzano barricate e sprangano porte, finestre e spifferi.
Come al solito.
Non è così, nessuna barricata, nessuna porta sprangata.
C’è comprensione e misericordia, alle quali però va unita anche la ricerca della verità e la richiesta alla Chiesa (e ai suoi pastori!) di essere madre e maestra e, soprattutto misericordiosa sul serio, non solo in apparenza o superficialmente.
Misericordia e carità impongono di dire la verità sempre e di accollarsi l’onere di consigliare il bene, insegnare, ammonire (opere di misericordia spirituale) spiegando CHIARAMENTE cosa è il peccato.
In questo caso vedo un bel gesto di vicinanza umana e cristiana, SCIUPATO dalla strumentalizzazione a favore dell’eutanasia e da un messaggio ambiguo, che si presta appunto per questo ad essere alterato e strumentalizzato.
Da qui l’amarezza di certi commenti che hanno disturbato tanto il caro Lorenzo.
«Se è commesso con l’intenzione che serva da esempio,…”
Ma quando mai una persona si suicida per dare l’esempio? Quando mai?
Se io arrivassi al punto di volermi suicidare, non vorrei dare nessun esempio, non me ne importerebbe un bel nulla di dare l’esempio. Chiaro?
Si tratta di capire, con qualche sensibilità, che quando uno arriva a fare quel tragico passo, significa che la vita non la sta vivendo più. È tanto difficile da capire? E a quel punto la vita di fatto non c’è, anche se si continua a respirare.
La Vita ha bisogno di qualche speranza per essere vissuta; ha bisogno di un po’ di luce. Quando questa viene a mancare,un essere umano arriva alla DISPERAZIONE.
Tutti gli esseri viventi, uomo compreso, sono portati a vivere il più possibile, e questa è una legge naturale. Se qualcuno arriva a rifiutarla, la vita, ovvero a privarsene, ciò significa che per lui non c’è più alcuna ragione per continuare a vivere; non vi vede nessuno scopo e preferisce il NULLA. Consapevolmente.
Non sta lì a pensare al peccato o non-peccato predicato dalla dottrina. Va incontro ad un destino post mortem, di cui niente sa e di cui non gli importa niente sapere, tanto sta male interiormente e anche fisicamente.
Del resto, si sa o no che anche alcuni uomini di chiesa si sono suicidati? Eppure erano a conoscenza della dottrina. Se si vive in un altro pianeta non si sa, certo. Ma chi vive qui, sulla Terra, certe cose le sa e se ne deve chiedere il perché. Senza abbandonarsi a predicozzi inutili.
Perché accade che tantissime volte si chiede a Dio di toglierci la vita? Per uno sfizio qualsiasi? Certamente no. Solo che Dio non è a nostra disposizione per fare ciò che noi vorremmo.
Molti allora trovano il “coraggio”–lo ripeto– di farlo da sé; molti altri, pur desiderandolo, non ci riescono. Punto.
La realtà va guardata in faccia senza infingimenti.
In ogni caso, nessuno può entrare nel merito di una decisione così tragica che lascia senza parole. NESSUNO.
Dio è oltre ogni dottrina. LA CHIESA–lo ripeto– NON È DIO.
Anche questo andrebbe accettato, una volta per tutte.
Se la Chiesa, nella persona di certi vescovi e parroci, celebra i funerali religiosi, evidentemente può farlo. Significa che qualche passo in avanti si è fatto, come è giusto che sia.
Vuol dire che anche la Chiesa sta comprendendo che certi limiti rigidi vanno superati. E noi dovremmo rallegrarcene.
Invece, quelli che si rifanno a paradigmi antichi e non vogliono i passi in avanti, se ne dolgono.
Peggio per loro.
Un articolo molto interessante:
http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/03/07/news/dj_fabo_bressan_chiesa_vicina_a_chi_soffre-159982419/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P2-S1.6-T1
Fede, la Chiesa c’è.
Lasciale fare il suo lavoro, che fa egregiamente.
Noi preoccupiamoci del nostro.
Che, salvo casi rari assai, non prevede il ruolo di grilloparlante della Medesima.
Perché mai poi il ” bel gesto umano di vicinanza umana e cristiana ” ( che in realtà è un m omento di preghiera della Chiesa per un’anima) dovesse essere fatto a porte chiuse, nel buio e di nascosto, questo non si sa.
Dice: paura delle strumentalizzazioni.
Se Cristo avesse avuto paura delle strumentalizzazioni, mi sa che l’incarnazione sarebbe rimasta dilàdavenire.
Bel commento di Accattoli sul Corriere, come sempre.
Peccato che “l’ombra di Francesco” sia per alcuni “l’incubo Francesco”.
E’ però consolante sapere che – almeno nel caso in questione – il catechismo della Chiesa cattolica la pensi come papa Francesco (cfr. 14.41 di oggi)
In compenso non consolano affatto commenti come quello delle 21.08.
Il punto è un altro, possibile che non lo si colga?
Da sempre la Chiesa condanna il peccato e non il peccatore.
Misericordia, accoglienza e comprensione per il peccatore pentito e condanna chiara del peccato.
Basta leggere gli interventi di Victoria per rendersi conto che il messaggio che accompagna questa “cerimonia” di Milano va in un’altra direzione: il suicidio non è più peccato.
Sono convinto che con un po’ di attenzione si potesse evitare questa confusione. L’apostolato deve tenere conto dei bisogni spirituali dei familiari di Fabiano ma ANCHE di coloro che hanno ricevuto un messaggio che contraddice l’insegnamento della Chiesa.
Mi vuoi dire chi cappero, nella Chiesa, avrebbe diffuso un messaggio che contraddice l’insegnamento della Chiesa?
Ma di che stai parlando?
Le strumentalizzazioni e le forzature sono sempre esistite.
Ti ricordo quelle, entrambe indegne, a cui certi cattolici regolarmente sottoponevano le parole di papa Benedetto, tanto per dire….
Se poi sono strumentalizzazioni di non cattolici, che strumentalizzino quel che vogliono.
Tu attaccati alla Chiesa, e campa sereno.
“Ma perché chi sta vivendo una condizione insostenibile di sofferenza fisica e psichica non ha diritto di scelta sulla sua vita?
“Ci sono due libertà che si mettono in gioco. Il mistero è quello di capire il confine fra libertà e condizionamento. Anche il corpo è un condizionamento, nel momento in cui è ‘strumento per abitare il mondo’: ci mette dei vincoli, dei limiti. Leggere tutti questi equilibri è compito del discernimento cristiano. ”
Queste parole, caro Federico Benedetti , le ha dette un eminente religioso. Non io.
Perché lei vuol leggere sempre e solo quello che piace a lei?
Quelle parole le ho tratte dall’ articolo che ho linkato sopra.
Vale la pena leggerlo.
Scopro dall’articolo di Luigi Accattoli che la moglie di Welby era (è?) cattolica, da quel che avevo letto allora non le avevo sentito dire nulla di cattolico.
Condivido molto di quello che hanno scritto Clodine e Federico. Non sono d’accordo sul fatto che la Chiesa non indichi più il peccato, non dica cosa è bene e cosa è male con chiarezza. Certo le cose possono cambiare da città a città, comunque la mia impressione è che la Chiesa parli ma non venga più riconosciuta come maestra. Mi pare che tanti decidano cosa è bene e cosa e male a naso, magari basandosi su quello che leggono o che vedono e che quello che dicono il sacerdote e la Chiesa non sia un punto di vista degno di maggior attenzione.
Victoria,
spero per l’eminente religioso che la prima frase estrapolata avesse un significato diverso se messa nel suo contesto, ad esempio che non intendesse parlare di scelta tra vita e morte.
E infatti. Quella citata era una domanda dell’intervistatore. Mons Bressan dice che il suicidio RIMANE UN ATTO GRAVE.
E io sto qua a perdere tempo.
Ma scusa Enrico, tu di chi parli?
perché si fa una grande confusione.
Parli di cattolici o di non cattolici?
Che i non cattolici NON riconoscano la Chiesa come maestra, è pacifico.
Perché mai dovrebbero farlo?
Chi si indigna , per dire, perchè Scalfari o altri laici danno una certa lettura del papato di Bergoglio, dimentica che possono assolutamente farlo.Dal loro punto di vista. Quello che “fa strano” è che diano letture strane dei cattolici.
E, in questo campo, io qualcuna ne vedo.
Soprattutto nel campo degli antibergogliani ossessivi, però.
Personalmente, voglio dire, io non ho trovato casi, e questo meno che meno, in cui un uomo di chiesa abbia detto non dico una parola, ma nemmeno una virgola, di non cattolico, o contrario alla dottrina, o robe di questo tipo.
E dunque?
La mia sensazione è un’altra.
E’ che ci sia una bulimia insaziabile, da parte di qualcuno, di condanne continuamnete reiterate, di aria di scomunica perenne, di muri innalzati contro muri.
Non di principi cattolici, che nessuno tocca.
Il fatto che di ” valori non negoziabili” non si inflazioni più ogni intervento, non significa affatto, per dichiarazione dello stesso Bergoglio, che siano stati abbandonati o sovvertiti.
Il fatto che non si sia ripetuto il caso Welby significa che è cambiata la sensibilità e l’approccio alla questione, non che si cali la guardia davanti alla eutanasia avanzante.
Un commento rivelatore, seppur fatto passare come di consueto nella farcitura di frasette di apparente segno devoto e pio, fatto qui sopra, tradisce la vera natura delle “preoccupazioni” espresse su questo tema.
Ha scritto qualcuno ” In realtà c’è stato un graduale cedimento della Chiesa sul suicidio rispetto al passato.” Da notare la paroletta rivelatrice: non cambiamento, no no no: “cedimento”, con la sua intrinseca condanna arbitraria.
Siamo alle solite. Invece che modellare se stessi alla Chiesa- non a rapagnetta, pregsi notare, o a qualcuno che dice cosa è bene e cosa è male a naso – ci si ribella, e si dice che la Chiesa cede, la Chiesa non è chiara, la Chiesa sbaglia.
Patetico.
“Quella citata era una domanda dell’intervistatore. Mons Bressan dice che il suicidio RIMANE UN ATTO GRAVE.
E io sto qua a perdere tempo.”
Enrico Usvelli, certo che perde tempo se non legge con attenzione. Perde tempo sì, e non fa onore al suo comprendonio.
Lei non solo non ha letto l’articolo, ma si è fermato
su una sola metà del titolo. Qual è il senso di tanta superficialità?
Il titolo è, per l’esattezza: “Il suicidio rimane un atto grave, MA LA CHIESA SCEGLIE SEMPRE L’AMORE”
Dato che sono stata chiamata in causa, mi sento costretta a segnalare alcuni passaggi che non piaceranno né a lei, Usvelli, né a F. Benedetti né alla Claudia né, tantomeno, alla Venturi sempre armata contro il Papa della misericordia.
Scusate la divagazione: mi fa piacere che vi sosteniate sempre come un sol uomo all’arrembaggio. L’unione fa la forza, è risaputo, ma non sempre colpisce il bersaglio.
Questi i passi essenziali, dal mio punto di vista:
1°)
D. Vi avessero chiesto una messa, come avreste risposto?
R. “Si poteva di certo fare anche una messa di intercessione: la chiesa ha sempre pregato per i defunti, come per i peccatori. Si intercede, ci sentiamo solidali. Alla chiesa importa che questa persona vale. E si opera secondo il principio del discernimento: più che la regola astratta bisogna vedere come la gente cammina nelle varie situazioni. E come la chiesa può aiutare a far emergere la bellezza che salva”.
2°)
D. “Ma perché chi sta vivendo una condizione insostenibile di sofferenza fisica e psichica non ha diritto di scelta sulla sua vita?”
R. “Ci sono due libertà che si mettono in gioco. Il mistero è quello di capire il confine fra libertà e condizionamento. Anche il corpo è un condizionamento, nel momento in cui è ‘strumento per abitare il mondo’: ci mette dei vincoli, dei limiti. Leggere tutti questi equilibri è compito del discernimento cristiano. La dottrina è chiara è afferma che suicidio è atto grave perché la vita è un dono più grande. Poi si valuta col discernimento”.
3°)
D. Anche Marco Cappato è stato vicino a questa persona accompagnandolo a darsi la morte in Svizzera ed esaudendo
un suo forte desiderio. La chiesa ambrosiana ha messo in guardia dalle “strumentalizzazioni del dolore”. Perché?
R. “La società oggi è molto libera, ci sono molte vicinanze possibili. C’è chi accompagna il dolore di una persona in quei modi. Ci sono le battaglie politiche su questi temi e casi estremi. La chiesa accompagna in un altro modo chi vive una prova grande. Con la preghiera, con l’amore che condivide un dolore”.
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Allora, sig. Usvelli, voglio farle capire, se è possibile, che, se è vero che la Chiesa considera il suicidio un atto grave ( e chi mai ne avrebbe dubitato? Neanche io, per la verità, ho detto mai il contrario), è anche vero che la stessa Chiesa parla della necessità di discernere fra la libertà di un individuo e i condizionamenti che conculcano questa libertà.
Ciò significa che il corpo può mettere dei limiti alla libertà dell’individuo, nel senso che–io così l’interpreto– le sofferenze grandi possono portare un individuo a scegliere di rinunciare alla vita, contravvenendo alla regola dottrinale– che corrisponde poi ad una regola della natura– dell’obbligo di preferire la vita. In altre parole, un uomo condizionato dalle sofferenze non è più libero. Per esemplificare ancora: quando un uomo subisce delle torture fisiche, si sente costretto, per avere sollievo, ad abdicare alla “verità”, da qualunque parte gli venga prospettata o predicata.
Lo stesso discorso vale per chi è condizionato da una depressione tale che gli fa preferire la morte. E questi casi sono innumerevoli.
Lo sa o no, sig. Usvelli? Lei in che mondo vive?
In tutti questi casi la Chiesa è chiamata a discernere, perché “più che la regola astratta bisogna vedere come la gente cammina nelle varie situazioni.” E si comporta di conseguenza.
Siccome io più di una volta ho detto le stesse cose convintamente, mi pare, questa, una strada di buon senso.
Poi, quel monsignore fa riferimento, nel caso in questione, a Marco Cappato, che ha accompagnato in Svizzera il dj Fabo; e parla di “molte vicinanze possibili. C’è chi accompagna il dolore di una persona in quei modi.” E qui non vedo alcuna condanna nei confronti di una persona che è stata vicina a quel poveretto e che, pertanto, da molti è stata demonizzata.
Insomma, la Chiesa–dice il monsignore– sceglie sempre l’amore.
Questo discorso mi sembra molto, molto chiaro, anche se si mette di traverso alle convinzioni rigidamente dogmatiche di diversi bloggers, che vogliono restare ancorati ad una rigida visione della vita e quindi della dottrina,che più inflessibile è, meglio è.
Sig. Usvelli, perdoni la mia lunga “tiritera”.
Se avesse letto con calma e per intero quell’articolo, forse lo avrebbe capito anche lei e non si sarebbe lamentato di aver perso tempo.
Ma so, comunque, che niente le farà cambiare le idee ben radicate che ha nella testa.
Intervengo solo per rispondere alla domanda iniziale Luigi: se fossi ancora a Milano andrei alla cerimonia funebre per Fabiano Antoniani di venerdi’, e senza farmi tante pippe; siccome non sono piu’ a Milano, andro’ alla Chiesa Parrocchiale del mio paese e da la’ gli rivolgero’ una preghiera.
Per il resto, condivido con Lorenzo e Luigi Amigoni l’apprezzamento per il bell’articolo di Luigi apparso ieri sul “Corriere della sera”.
Buon 8 marzo !
Roberto Caligaris
In risposta a Lorenzo e a chiarimento dei miei interventi vorrei solo dire che non serve una lezione sulla comunicazione, basta lo schemino delle scuole medie:
EMITTENTE – MESSAGGIO (CONTENUTO+CODICE+MEZZO DI COMUNICAZIONE) – RICEVENTE.
Il contenuto del messaggio può anche essere chiaro in se’ , ma se ai riceventi arriva alterato occorre che anche l’emittente si ponga qualche problema.
Se molte persone (non i media laicisti o anticlericali, ma i TG della sera, le persone in ascensore, i colleghi nella pausa caffè, i fedeli sul sagrato della chiesa…) pensano che la Chiesa abbia sdoganato l’eutanasia e il suicidio assistito, ormai il danno è fatto. Possibile che in Vaticano (e alla curia di Milano) non lo sappiano?
Se poi, OGNI SANTA VOLTA, alla gente comune (e superficiale, come si sa) arriva un messaggio diverso da quello “letterale” e “ufficale”, allora viene il dubbio che ai nostri pastori non importi poi molto il contenuto (che coincide con il catechismo) ma l’effetto emotivo, a prescindere dalle conseguenze.
Con questo chiudo.
Ho iniziato i miei interventi scrivendo che pregherò per Fabiano, ho aggiunto successivamente che condivido le ragioni della famiglia e della parrocchia. Ribadisco però che venerdì i TG parleranno di eutanasia e di funerali religiosi per un suicida, dedicando interviste a Cappato e soci: una strumentalizzazione politica che interverrà pesantemente nella discussione sul testamento biologico e che si poteva evitare proponendo ai familiari di Fabiano una cerimonia privata e senza pubblicità su tutti i media. Per questo, e solo per questo, ritengo che a Milano (immagino per eccesso di zelo per compiacere il Papa in visita pastorale) si sia commesso un errore.
Scusa Fede, ti rendi conto di quelo che hai scritto?
Non hai scritto ” per compiacere Cappato e soci”.
Hai scritto: ” per compiacere il Papa in visita pastorale”.
A parte che, come dichiari tu stesso, è una tua ” immaginazione”, è l’idea che è bacata nell’origine.
Tu vuoi dire con queste tue parole che il Papa ha una qualche inclinazione sull’argomento che sia una sorta di capriccio che, in quanto potente, deve essere assecondato?
Stai parlando del Papa, non delle marionette del tuo teatrino di politicanti di media tacca.
O te ne dimentichi?
Quale danno è fatto? Di che stiamo parlando?
Con lo stesso ragionamento, allora non parliamo per nulla di misericordia, perché se no passa l’idea che Dio perdona tutto…..
🙂
Per essere ancora più chiari, quello che insegna il Papa ci si sforza di seguirlo.
Non per compiacerlo come un ras politico, ma perchè E’IL PAPA.
Questo se si è cattolici.
Se no si è altro, e fine della storia
A parte il fatto che non vedo dove quando e come il Papa si sia espresso su questo argomento in particolare.
Un errore di comunicazione, in una società come la nostra nella quale la comunicazione è fondamentale, è un errore gravissimo.
Il “danno”, caro Lorenzo, sarà evidente venerdì sera.
Buon giorno!
🙂
Allora iniziamo a pensare alla mole di errori di comunicazione che infliggiamo ogni giorno di qua, quando, senza autorità alcun, infestiamo la rete di dubbi, dubbietti e dubbiaroli sulla giustezza e sulla vita della Chiesa.
Ridicoli, ovviamente, ma imputabili esclusivamete e direttamente a noi.
Forse così ci svegliamo e ci riappropriamo di un sano senso delle proporzioni.
Buona giornata nche a te, picconatore.
🙂
si è cattolici perché si crede nella Chiesa con i suoi attributi di “Unità” “Santità” Cattolicità” “Apostolicità” ; la Chiesa non si comprende a partire dal “Pietro” , semmai è vero il contrario , il servizio di Pietro parte dalla Chiesa. Mai la Chiesa è per il Papa, ma sempre il papa per la Chiesa. Sarebbe pressoché inconcepibile e pure eretico pensare che un Papa abbia sempre ragione e tutta la Chiesa torto. Un papa che scomunicasse tutta la Chiesa scomunicherebbe anche se stesso. Se dovessimo fondare la fede nella Chiesa unicamente sui Papa e non su Cristo sarebbe scomparsa da secoli la Chiesa Cattolica e questo non lo dice “Clodine” ma lo attesta la storia e i numerosi processi di Papi fin dall’epoca carolingia in cui almeno una dozzine di pontificati furono contestati e finirono con l’allontanamento e la loro deposizione. I Canonisti del Vaticano I citano casi nei quali il papa può perde il ministero addirittuta: per infermità mentale ad esempio (se un papa dice che dobbiamo annegare nel Tevere, che facciamo, ci buttiamo tutti nel Tevere?) per malattia fisica, eresia, e scisma…perciò, siamo cattolici per ben altri motivi…non per il papa, con tutto il rispetto…
giusto perché parliamo di “sano senso delle proporzioni”..
La comunicazione , ha ragione Federico, è fondamentale…non si possono lasciar passare messaggi ondivaghi, ambigui, il Signore lo ha detto espressamente :
”Sia invece il vostro parlare: sì, sì, no, no. Il di più viene dal Maligno …”
E con il maligno a braccetto ci stiamo incamminando…purtroppo!
Lorenzo,
mi riferivo ad una cosa che aveva scritto Clodine:
‘E infatti il peccato più grande della Chiesa oggi qual’è? E’ quello di non dire chiaramente cosa sia il peccato in azione, l’ oggettivamente del male’
Lei penso si riferisse ai cattolici, io sicuramente mi riferivo ai cattolici.
Repubblica e simili (di destra e di sinistra) non li leggo mai perché dopo dovrei cercare altre fonti per sapere se quel che ho letto è vero, viste le loro tendenze a distorcere sulle cose che riguardano la religione.
Federico,
‘Un errore di comunicazione, in una società come la nostra nella quale la comunicazione è fondamentale, è un errore gravissimo.
Il “danno”, caro Lorenzo, sarà evidente venerdì sera.’
Più che errore di comunicazione mi pare ci sia stata maggiore bravura da parte dei radicali. E’ come se in una partita a scacchi il maestro (il clero coinvolto) avesse incontrato un grande maestro. Ed ha perso. La madre ha chiesto un momento di preghiera e loro correttamente l’hanno accontentata, ma lei ha coinvolto (o lui è riuscito a farsi coinvolgere) anche Cappato. Che ha distorto le cose. E i media ci si sono buttati a capofitto. Probabilmente anche senza Cappato avrebbero distorto lo stesso, perché quando vogliono far passare un messaggio, si attaccano anche al nulla. Basta guardare a quanto linkato da MCV: ha fatto tutto Repubblica.
Victoria,
‘Lei non solo non ha letto l’articolo, ma si è fermato
su una sola metà del titolo. Qual è il senso di tanta superficialità?
Il titolo è, per l’esattezza: “Il suicidio rimane un atto grave, MA LA CHIESA SCEGLIE SEMPRE L’AMORE” ‘
Il titolo non me lo ricordavo nemmeno, ‘il suicidio rimane un atto grave’ è nel corpo dell’articolo.
Non avevo letto le ultime parole di mons. Bressan e non le approvo.
Io sono d’accordo con lei quando scrive: ‘ In altre parole, un uomo condizionato dalle sofferenze non è più libero’. Sofferenze fisiche e soprattutto depressione. Un uomo non è libero e può fare una scelta contraria alla fede, affidandosi alla misericordia di Dio.
Il discernimento non c’entra nulla. Un uomo non libero cosa può discernere? Il discernimento c’entra ad esempio quando si tratta di andare ad esaminare la propria vita ed i propri peccati e valutarne la gravità. Discernere significa distinguere, valutare correttamente. Discernere è distinguere il bene dal male, se si finisce per scegliere una cosa che per la nostra religione è male si è fatto discernimento?
Sono d’accordo con Enrico al 100%
Enrico, si parla del discernimento da parte della Chiesa. Ha capito?
La Chiesa DEVE DISCERNERE, secondo il mons.Bressan.
Deve capire quando la rinuncia alla vita non ha motivi validi e quando, invece, è stata pressoché obbligata da condizionamenti che hanno spinto il suicida a togliersi la vita.
Infatti, molti preti celebrano i funerali dei suicidi, perché ritengono che ci siano stati pesanti e pressanti condizionamenti.
Ma io credo che , nel dubbio, molti preti celebrino le esequie in chiesa. Dipende dal cuore dei vescovi e dei preti.
In ogni caso, resta che la Chiesa si è ammorbidita su questo tema. E ha fatto bene, a mio parere.
Un bel po’ di anni fa nessun suicida aveva accesso a cerimonie funebri in chiesa. Nessun discernimento da parte della Chiesa; tutti i suicidi erano considerati peccatori e basta.
Meno male che il cuore di Dio è molto più grande di chi lo vuole interpretare.
Enrico….. Ha capito? 😉
Ma certo.
L’epoca carolingia e i canonisti del Vaticano 1.
” Almeno una dozzina di papi furono processati!”
Dunque, la prima, anzi l’ultima delle perecottare della fede,esattamente al mio stesso piano, per capirsi, l’infimo, si sente in diritto di mettere la sua paroletta da due soldi sullo stesso piano di quella del papa.
Anzi: superiore, dal momento che gli impartisce lezioncine rancide dalla sera alla mattina e dalla mattina a sera….
Dice . Ma con quale straccio di autorità lo fa?
Zeeeeeeero.
Si autoproclami papessa, dunque, e facciamola finita.
🙂
E si ricomincia…
Che palle!
un flipper…
Victoria,
‘Enrico, si parla del discernimento da parte della Chiesa. Ha capito?
La Chiesa DEVE DISCERNERE, secondo il mons.Bressan.’
La domanda riguardava la persona sofferente per cui la risposta (compreso il discernimento) dovrebbe riguardare quella persona, non la Chiesa. Siccome in tutta l’intervista mons. Bressan si preoccupava di chiarire la posizione della Chiesa, le darò retta e penserò che nel finale della risposta sia tornato alla posizione della Chiesa.
E la Chiesa è un po’ che discerne. Sono passati i tempi in cui De André cantava la ballata del Miché .
‘Ma io credo che , nel dubbio, molti preti celebrino le esequie in chiesa.’
Sì, anche secondo me fanno così. E siccome nessuno è in grado di guardare nel cuore dei suicidi, sono di manica larga.
La Chiesa va avanti, in questo caso anche in base alle conoscenze mediche nel frattempo acquisite. Sulla depressione ad esempio tante cose non si sapevano fino a poco tempo fa. La dottrina sul peccato è immutata da 2000 anni, direi che adesso la si sta applicando meglio di 100 anni fa.
Va bene.
E poi, non riesco proprio ad immaginare che si metta a “discernere” uno che sta pensando a suicidarsi.
In effetti, la frase del monsignore non è molto chiara.
Mi associo di cuore Fides.
Ho appena visto una bella trasmissione in cui si è parlato della grande figura del card. C.M. Martini, che è stato definito “un profeta”.
Fra pochi giorni uscirà un film che parla di lui, ed è stato realizzato da Ermanno Olmi, un grande del cinema italiano.
Nelle ultime riprese lo stesso Olmi dà voce a Martini, e un brivido ti percorre nel sentire le profonde riflessioni che , al termine della vita, sono riferibili ad entrambi gli uomini.
Nel raccontare della morte di Martini si è toccato, fra le altre cose, un tema di grande attualità: l’autodeterminazione riguardo alla morte.
Si sa che nelle ultime ore il card. permise di essere sedato nel timore di morire soffocato, e chiese di poter riposare (“voglio riposare”). Passò, così, dolcemente dalla vita alla morte.
Ne parlò, in una lettera resa pubblica, la nipote che lo assistette fino al termine dei suoi giorni. Una sorta di testamento del cardinale.
Una figura straordinaria quella del card. Martini. Una grande umanità, una splendida intelligenza che lo induceva ad entrare nel vissuto di ogni singola persona per capirne le esigenze profonde. Una figura dirompente nel panorama del mondo ecclesiastico generalmente chiuso e rigido. E infatti egli disse che la Chiesa era rimasta indietro di duecento anni, perché non aveva avuto il coraggio di confrontarsi con i problemi della vita nel suo attuarsi.
Bergoglio cammina percorrendo le sue tracce. Le ostilità che trova sono dovute al fatto che una gran parte della Chiesa non riesce ancora a staccarsi da un “sistema” in cui si è configurata nell’arco di un lunghissimo tempo.
Victoria,
il card. Martini non piaceva a tutti. E i “martiniani” di allora e di oggi piacciono ancora meno.
Tanto per dire…
http://www.ilgiornale.it/news/interni/nel-testamento-ruini-scomunica-martini-837849.html
Non facciamone un santo.
Bella battuta anche lka tua, Fede.
E questo che vorrebbe mai dire?
Nessuno piace a tutti.
A partire da Cristo, non so se ti ricordi com’è andata la storia.
Potreste fare un duo comico, però: Fede & Fides.
🙂
Lo so bene che il card Martini non piaceva a tutti.
Tutti quelli che vogliono innovare non piacciono a tutti.
È sempre stato così e sempre sarà così. È nell’ordine delle cose.
Ma il fatto è che hanno ragione i profeti come Martini. La verità si fa strada a poco a poco.
La Chiesa “ruiniana” è l’esatto opposto di quella “martiniana”, è proprio quella rimasta duecento anni indietro.
Il mio punto di riferimento, infatti, è Martini, non certo Ruini, che comunque ha tutto il mio rispetto.
Martini, che era un grande conoscitore delle Sacre Scritture ed era molto amato in Israele( dove avrebbe voluto morire) è conosciuto–non a caso– in tutto il mondo, Ruini non credo.
C’è del bello e del buono tanto in Martini quanto in Ruini.
Nella Chiesa UNA c’è posto per l’uno e per l’altro.
C’è meno posto per chi si dice di Paolo, Apollo o Cefa.
Io mi dico di chi mi piace di più. E c’ è posto anche per me, posso assicurarglielo.
Non ne dubito.
Io sono prevenuto verso i giornali. Temo che lo scopo del Giornale con quell’articolo fosse quello di dividere, di mettere chi preferisce Martini contro chi preferisce Ruini.
In effetti i giornali indirizzano verso le loro proprie opinioni. È normale che sia così. Un personaggio è visto in modo differente a seconda dell’ orientamento ideologico con cui lo si guarda.
Resta il fatto che Martini è un gigante della Chiesa cattolica, e lo è per le sue capacità di declinare il Vangelo alla luce della vita in atto, della rivelazione di Dio sempre all’ opera. Un’ eterna rivelazione.
Una gran parte della Chiesa,invece ,tende a cristallizzare il Vangelo in un passato lontano, da cui elaborare una dottrina stereotipata che non tiene conto della molteplicità dei casi umani e della eterna rivelazione di Dio.
Questo è il suo limite più grande, che ne rallenta il cammino e ne vela la visione del mondo in evoluzione.
Uomini come Martini, invece, ampliano gli orizzonti della Chiesa e sono benemeriti.