Che sto facendo del mio passato

Quando leggo sono lento. Cerco le parole nel vocabolario anche quando le conosco e provo a migliorare le frasi. Lo faccio con Strabone ma anche con Fiorello. Ho appena comprato alla Feltrinelli di piazza Colonna l’antologia di “racconti dal carcere” Volete sapere chi sono io? e sul 71 – deviato per la manifestazione dei Draghi ribelli: credo siano avversi al governatore – ho letto una pagina e subito mi sono fermato. E’ la pagina 7 dove Federico Abati si chiede “cosa farò del mio passato?” Ho provato a migliorare questa riga ed è venuto Che sto facendo del mio passato, senza punto interrogativo e lì sono restato in confusione.

9 Comments

  1. Francesco73

    La domanda è spinosa, talvolta è meglio non pensarci. 🙂
    Il futuro si rimedia, ma il passato no.

    13 Ottobre, 2011 - 9:31
  2. Federico B.

    Il passato fa parte di noi e ce lo portiamo sempre impresso.
    La fede che professiamo, le idee che formuliamo, le parole che scegliamo… tutto è frutto dell’educazione ricevuta, delle persone che abbiamo incontrato, delle esperienze – più o meno belle – che abbiamo vissuto.
    Il passato ci aiuta a capire chi siamo e a formulare ipotesi su chi vogliamo diventare. Teniamo presente che quello che stiamo facendo adesso e che faremo domani presto andrà ad aggiungersi al nostro passato.

    I nostri vecchi ci insegnavano a fare l’esame di coscienza: serviva a fare memoria di quanto ci era capitato e a riconoscere i nostri errori. Se fatto con scrupolo e senza troppa indulgenza, poteva essere un buon inizio per migliorare il proprio futuro…

    13 Ottobre, 2011 - 12:55
  3. Nino

    “Che sto facendo del mio passato”

    —-
    Oppure, nel mio caso:
    Che ho fatto del mio passato con o senza punto interrogativo.

    CANCELLATO.

    Sostituito da tempo da:
    Cosa faccio o sto facendo oggi.

    13 Ottobre, 2011 - 13:01
  4. nico

    Io credo che il passato sia inciso a fuoco in ogni nostra cellula. A partire dai geni dei nostri genitori che ci strutturano, dall’imprinting sul mondo che ci hanno trasmesso, dai ricordi che, anche se rimossi, giacciono nel fondo della nostra mente e del nostro cuore.
    Il passato è come una gerla, piena di fiori e di sassi. Se la teniamo sulle spalle, dietro di noi, non abbiamo mai la possibilità di valutare che cosa ci pesa così tanto, che cosa dobbiamo superare, che cosa conservare gelosamente e reimpiantare.

    13 Ottobre, 2011 - 13:26
  5. “Che sto facendo del mio passato”

    Dato che è abbastanza “ingombrante” cerco di metterlo in ordine perchè devo portarmelo appresso, fin dentro la sepoltura.

    Saluti a tutti.

    13 Ottobre, 2011 - 16:24
  6. ludsp37

    “Che sto facendo del mio passato?”

    Lo sto benedicendo.

    13 Ottobre, 2011 - 19:08
  7. Luigi Accattoli

    Posso usare il mio passato per proteggere il futuro di qualcuno” dice a pagina 25 del libro che ho segnalato nel post lo stesso carcerato (rapinatore, tossico, malato di Aids) che a pagina 7 si chiedeva “cosa farò del mio passato?” – Ora avete un’idea della mia lentezza di lettura.

    13 Ottobre, 2011 - 19:12

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