“La figura del pontefice cattolico avrà ancora una sua centralità ed affidabilità, ma molto dipenderà dalle caratteristiche dei successori di papa Francesco, ben difficilmente capaci di ripeterne l’exploit sul piano comportamentale e decisionale”: è l’ultima delle dieci previsioni sugli andamenti del religioso alle quali si azzarda il creativo sociologo Roberto Cipriani nel suo opus magnum L’incerta fede (2020). Previsione che io contesto da vaticanista a sociologo, ricordando a Cipriani che i conclavi sono imprudenti e vai a capire che potranno cavare, nei prossimi decenni, dal camino della Sistina. Nei commenti tutte le previsioni del sociologo, una scheda sulla sua opera e altre maraviglie in essa contenute.
Che s’inventeranno i conclavi dopo Francesco? Mia disputa con Cipriani autore de “L’incerta fede”
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Roberto Cipriani
L’incerta fede. Un’indagine quantiqualitativa in Italia
con prefazione di Enzo Pace e nota metodologica di Gianni Losito
Milano, Franco Angeli, 2020
pagine 499, euro 30.00
disponibile anche in E-book (PDF) per PC, Mac, Tablet
Indice del volume
Prefazione di Enzo Pace
Premessa
Introduzione
1. Vita quotidiana e festiva
2. Felicità e dolore
3. Vita e morte
4. La rappresentazione di Dio
5. La preghiera
6. L’istituzione religiosa
7. Francesco, un papa da aperitivo ma anche scomodo
Conclusioni e previsioni
Riferimenti bibliografici
Sintesi dei risultati
Ringraziamenti
Indagine quatiqualitativa. Il numero di quanti vanno a messa o pregano non dice tutto e per capirne di più è necessario sondare il vissuto con interviste e combinare l’una conoscenza con l’altra: è questa l’idea quantiqualitativa applicata alla religione. “La consapevolezza dell’insufficienza di un criterio meramente quantitativo nello studio sociologico dell’esperienza religiosa si acuisce ulteriormente allorché ci si propone di indagare l’esperienza credente, pertanto diviene imprescindibile l’adozione di mixed methods, in cui all’empiria dei dati, che la statistica organizza e propone, si affianchi la narrazione (qualitativa) di vissuti, tale da consentire di cogliere aspetti che sfuggono al pensiero calcolante. La complessità dell’oggetto esige la commistione metodologica, che la ricerca, pubblicata in questo ponderoso volume, fa propria”: così un recensore qualificato dell’opera del Cipriani, Giuseppe Lorizio, sull’Osservatore Romano del 17 aprile 2021.
Andamenti prossimi venturi. Il volumone del Cipriani termina con questa pagina (la 431):
Alcune previsioni sugli andamenti prossimi venturi sono sintetizzabili nelle formulazioni seguenti:
– si allargherà l’area dell’incerta fede, che tenderà a superare quella della fede più sicura, ossia dei credenti militanti e praticanti;
– la differenza fra soggetti portatori di un’incerta fede e sostenitori di una fede più salda aumenterà in termini numerici, ma non in misura particolarmente accentuata (insomma le due lame delle forbici non perverranno all’apertura massima);
– la Chiesa-religione conserverà la sua struttura di base, nonostante prevedibili nuovi eventi che la potranno mettere in crisi;
– la pratica religiosa regolare subirà ulteriori decrementi, progressivi ma lenti (anche in considerazione del tasso attuale, ormai già basso);
– la non credenza si amplierà, ma tenderà a ridurre dimensioni e velocità della sua crescita;
– la spiritualità riceverà nuova linfa anche grazie al sempre più incalzante orientamento all’auto-determinazione, al fai da te ed all’accresciuta libertà di pensiero e di azione;
– i valori conserveranno una loro centralità, sia in campo religioso che nel sociale in senso lato, e soprattutto accentueranno la dimensione soggettiva della morale, intesa come opzione riservata all’individuo;
– la credenza in Dio sarà sempre meno univoca nelle forme e nei contenuti, dando luogo ad ampi spazi di ricerca e di sperimentazione, con l’intento di fornire risposte ai quesiti fondamentali sul senso della vita ma anche della morte e del dopo la morte;
– la frequenza della preghiera non subirà né incrementi né decrementi rilevanti, ma tenderà a mantenere una certa stabilità, in grado comunque di sopperire alla crisi dei legami con la Chiesa-religione;
– la figura del pontefice cattolico avrà ancora una sua centralità ed affidabilità, ma molto dipenderà dalle caratteristiche dei successori di papa Francesco, ben difficilmente capaci di ripeterne l’exploit sul piano comportamentale e decisionale.
I conclavi sono imprudenti. Trovo ragionevoli tutte le previsioni di cui al commento precedente, tranne l’ultima. Giusto tre anni prima dell’elezione di Bergoglio, Nanni Moretti in “Habemus Papam” (2011) badando all’Europa mise in scena i cardinali che nella Sistina pregavamo per non essere eletti e ci presentò un eletto europeo che rinunciava al primo affaccio alla loggia, ma l’imprudente conclave del 2013 tirò fuori dal sacco quel Georgium Marium che stupì il mondo. E pensa tu quando i cardinali il nuovo Papa andranno a prenderlo in Africa, in India, nelle Filippine. O in Cina. Imprudenti furono i conclavari che nel 1958 elessero Giovanni che chiamò i vescovi a Concilio, quelli del 1978-a che votarono un Albinum tremolantem, quelli del 1978-b che vollero un Papa sciatore cavandolo da un paese del blocco comunista, quelli del 2005 che puntarono su un tedesco che a più riprese aveva affermato che un Papa ha il diritto e anche il dovere di rinunciare alle somme chiavi qualora si trovi in difficoltà a far fronte ai doveri del ministero. Cantato il Veni Creator e chiuse le porte, i cardinali si scatenano.
Papa da aperitivo. Il vaticanista è attirato dal titolo del capitolo 7 del volume del Cipriani, dedicato a Francesco: “Un papa da aperitivo ma anche scomodo”. Prende spunto da una delle interviste del comparto qualitativo dell’indagine, che è così riportata a pagina 334: Io Papa Francesco lo vedo come un uomo molto semplice… come il sacerdote con cui ogni tanto mi confesso, mi sembra la persona, l’amico, il classico amico con cui prenderesti un caffè o farti un aperitivo addirittura, perché papa Francesco, secondo me, è da aperitivo… è riuscito in qualche modo a radunare le pecorelle smarrite”. Così si esprime una laureata di nome Mariasole.
A pagina 337 Cipriani traccia questo bilancio sulla percezione della figura papale: Sono 73 su 164 gli intervistati con l’approccio qualitativo che si esprimono su papa Francesco adoperando degli aggettivi: 13 persone lo definiscono semplice, 9 umile, 8 bravo, 6 simpatico, 5 buono, 4 grande, aperto ed autentico, 3 coraggioso, positivo ed umano e 2 alla mano, amichevole, carismatico, disponibile, forte, giusto, innovativo, innovatore, interessante, pulito e rivoluzionario. Sono tutte qualificazioni positive. Lo stesso dicasi per tutti gli altri aggettivi presenti con una sola occorrenza. Le diverse aggettivazioni usate sono abbastanza numerose: ben 138, che costituiscono quasi un vocabolario specifico. Quanto al giudizio complessivo su di lui per 69 intervistati è positivo, per 22 ambivalente e per 8 negativo. Altri 65 non danno alcun giudizio. Insomma: la percezione vulgata di questo Papa è molto positiva.
A Gaia. Uno dei pregi del volume è la leggibilità. Cipriani dispone di una scrittura che è insieme rigorosa e creativa. Per esempio, l’opera ha questa dedica:
A Gaia Cannucciari,
che, allegra,
renda lieta la terra
Gaia è una nipotina.
https://gpcentofanti.altervista.org/un-punto-chiave-il-papato/
L’ indagine di Cipriani e’ notevole, ma non dobbiamo MAI dimenticare che non e’ il popolo cattolico, non sono i fedeli che scelgono il papa. Sono piu’ o meno centoventi cardinali. Quindi nell’ elezione di un papa ,a meno di non essere cosi’ ingenui da pensare che tutti i cardinali rispondano come un sol uomo all’ ispirazione dello Spirito Santo, si formano partiti e cordate, fondate su orientamenti ecclesiastici e politici. . Questo e’ sempre successo ,in ogni conclave e non c’ e’ da scandalizzarsi. Perche’ lo Spirito Santo spira si’, ma non obbliga nessuno , non ipnotizza la coscienza e non guida come la mano di un burattino la mano di alcun cardinale.
Quindi l’ elezione di un papa non ha nulla ma proprio nulla a che vedere con la sociologia del popolo cattolico e molto a che vedere con politica ,anche geopolitica, e con altre considerazioni umane , molto umane dei cardinali elettori
Tutti sanno che nell’ ultimo conclave che ha eletto Bergoglio una parte di cardinali filoprogressisti ha tramato per la sua elezione.Per il successore ,non si sa cosa avverra’. Forse avremo una fotocopia magari sbiadita di papa Francesco o forse un papa di tutt’ altro orientamento. Comunque noi poveri e semplici fedeli non possiamo decidere nulla e ci tocca chi ci tocca.
Rif. 18,31
“Tutti sanno che nell’ ultimo conclave che ha eletto Bergoglio una parte di cardinali filoprogressisti ha tramato per la sua elezione”
Tutti sanno? Tutti chi?
Tramato? TRAMATO? Dal dizionario della lingua italiana:
“Tramare”: Preparare di nascosto un intrigo, un’azione a danno di altri; macchinare, ordire: t. un inganno, una congiura, una vendetta; che cosa state tramando?
Venturi: la piantiamo?
Sempre troppo tardi.
Rif.: 23 febbraio ore 18.31 e 21.13 – Totalmente d’accordo
Totalmente d’accordo con chi dice che lo Spirito Santo in conclave “non obbliga nessuno , non ipnotizza la coscienza e non guida come la mano di un burattino la mano di alcun cardinale”. Di più: l’azione dello Spirito in conclave è tale e quale a quella realizzata in una nornale riunione di un consiglio di amministrazione che deve prendere decisioni importanti su persone e cose. Servono responsabilità, lealtà, coscienza, equilibrio, freddezza di valutazione, larghezza di cuore. E anche procedure chiare e collaudate.
Sono anche totalmente d’accordo con chi riporta sicure spiegazioni sul verbo “tramare”.
Se in un conclave , alla prima votazione, Scola (2013) o Ratzinger (2005) raggiunge un considerevole numero di voti che si avvicina tanto o supera la maggioranza assoluta, chi ha tramato? O: quando e perché? Se in un conclave (1978 bis) alle prime votazioni nessun cardinale italiano in lizza (Benelli e Siri) “si impone” con un discreto numero di voti, e – come da consuetudine – si converge su un terzo (che risulta essere un polacco) dove sta la “tramazione”? Chi è il “tramatore capo” da mettere al muro?