Sto scrivendo per Il Regno un articolo sull’esperienza di conduzione del gruppo biblico denominato Pizza e Vangelo che ha continuato da remoto, in pandemia, le sue attività, come sanno i visitatori del blog. Chiedo a chi mi legge di darmi riflessioni, spunti, informazioni su esperienze analoghe di comunicazione ecclesiale da remoto, in questo tempo di pandemia. Nei commenti, qualche mia impressione di partenza.
Che dite dei collegamenti da remoto per attività di parrocchie e di gruppi ecclesiali?
9 Comments
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Vantaggi. Un vantaggio sicuro – con il gruppo di Pizza e Vangelo riunito da remoto – è stato l’ampliamento del numero dei partecipanti, che si è raddoppiato, o anche più. Eravamo una ventina e ora siamo sui quaranta.
Un altro acquisto lo vedo nella novità, o diversificazione, delle presenze. Prima eravamo quasi sempre gli stessi: poteva esserci una presenza nuova ogni sei mesi. Ora l’arrivo dei nuovi è frequente.
Forse anche la modalità di conduzione e partecipazione ha avuto qualche miglioramento: maggiore concentrazione, brevità delle prese di parola, attenzione espositiva a presenze nuove.
Perdite. Ma detti i vantaggi non posso tacere le perdite sul piano dei rapporti tra le persone: non per nulla il gruppo che da 18 anni si riunisce a casa mia si chiama Pizza e Vangelo e debbo dire che la mancanza della pizza si fa sentire, perché quello è un nome scherzoso ma reale. Alle 20.30 ci si vedeva a tavola per una cena leggera – appunto una pizza, con qualche aggiunta portata dagli ospiti – e alle 21.30 si passava alla lettura della Scrittura.
Con la “pizza” si festeggiavano onomastici e compleanni, si condividevano gli eventi delle famiglie coinvolte. Si svolgevano i discorsi a tavola, che da Platone ai Vangeli, a Lutero e a tanti altri sappiamo di quanta umanità siano portatori. Si festeggiava l’amicizia che nell’Azione Cattolica – dove diversi di noi si sono formati – era detto l’ottavo sacramento e che Sorella Maria dell’Eremo di Campello segnalava come “il sacramento più possente”, fondandolo sulle parole di Gesù “vi ho chiamati amici” (Giovanni 15, 15).
Che faremo in autunno. Aspettiamo dunque di recuperare la pizza dopo questa estate, alla ripresa d’autunno, ma speriamo di poterlo fare senza perdere i vantaggi della modalità da remoto. Bisognerà combinare le due forme di partecipazione e già i più versati – tra noi – nelle tecnologie informatiche vanno studiando quella combinazione: ci vorranno forse un paio di telecamere, nella sala dell’incontro, che forniscano ai collegati da remoto le immagini del gruppo riunito in presenza.
Ecco un contributo parziale, molti altri aspetti vanno considerati e ogni situazione presenta specificità proprie… https://gpcentofanti.altervista.org/una-sinodalita-non-intellettualistica/
Secondo me i rapporti umani non potranno mai , MAI, essere sostituiti dai rapporti virtuali con internet.
Provate a dire ad un innamorato/a che potra’avere rapporti col suo amore tramite internet invece che di persona. Vi ridera’ amaramente in faccia . Provate a chiedere a un fedele cattolico se le messe in streaming sono come quelle di persona, vi ridera’ amaramente in faccia. Provate a chiedere a un bambino se vedere la faccia della madre su uno schermo sia eguale a vederla e toccarla ed odorarla di persona. Vi ridera’ amaramente in faccia.
L’essere umano non e’un robot e’fatto per i rapporti personali’: vedere toccare annusare. E quindi ,l’informatica non e’che un inganno: non lasciatevi ingannare dalla tecnologia
Certo, nulla sostituisce il contatto umno, gli occhi negli occhi e il tocco sulla spalla.
Però il contatto in rete, specie se stabile e non saltapicchiante , consente un canale , niente affatto secondario in quanto non fruibile diversamente, a almeno tre categorie di persone: fisicamente lontani;
impossibilitati o difficoltosi a muoversi;
impediti a patecipare di persone da compiti come, ad esempio, quelli di assistenza ( da quella ai figli piccoli, in su).
In questi casi si apre una prateria di possibilità prima, semplicemente, inattuabili.
Assolutamente da non perdere, anche se la pandemia andasse effettivamente tramontando.
Ho un ottimo giudizio sui collegamenti virtuali. La mia attuale debolezza di udito me li fa preferire. Anche nel nostro piccolo gruppo di Azione Cattolica siamo riuscite a fare qualcosa proprio tramite i collegamenti in streaming!
Rif.: ore 11.48 – Et… Et
Nel caso specifico: i “pizzaioli” di Roma, o di passaggio a Roma, si riuniscono in casa Accattoli (Isa e Luigi); quelli di Milano (come me) o altrove: via internet (e con panino).
Analogato – In caso di “quarantena passiva”, a scuola: insegnanti e alunni in aula; mal-contagiato /a in dad.
I collegamenti virtuali ( specialmente in audio/ video) sono ottimi se “ aggiuntivi “ ma non possono essere “ sostitutivi “ di collegamenti “ in presenza “ .
Questo è l’aspetto rischioso che rende necessario un uso ragionato e non indiscriminato dello strumento.
In tempo di “ lockdown “ un presbitero mio amico mi trasmetteva via zoom la messa giornaliera che celebrava. Non appena il lockdown è terminato ha interrotto la trasmissione. Se desideravo partecipare alla celebrazione potevo andarci di persona!