Dal carteggio apprendiamo che ci fu una faccia drammatica nella deplorazione post mortem di Dossetti da parte di Biffi che ci era finora sconosciuta. Apprendiamo anche che due uomini di Chiesa così diversi possono avere a discepola una donna che riesce a tenerli uniti nel cuore nonostante il loro oggettivo conflitto. Una donna e chissà quanti altri, uomini e donne, in Bologna e altrove, che continuano a considerarli ambedue – Dossetti e Biffi – “padri” pur nella separazione delle memorie. Lo scambio di lettere che presentiamo mostra che l’apprezzamento e l’amicizia, nella Chiesa come ovunque, possono andare oltre la condivisione; possano cioè sussistere e anzi crescere nonostante il conflitto, anche quando non possono vincerlo. Ed è un insegnamento di pregio negli anni di Papa Bergoglio, di sicuro i più conflittuali che abbiamo conosciuto dopo la chiusura del Vaticano II. E’ la conclusione alta della mia presentazione a Bologna del volume del cardinale Biffi “Lettere a una carmelitana scalza 1960-2013” (Itaca editore).
Che insegnano le lettere di Biffi a Emanuela Ghini
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Luigi,
concordo pienamente con le ultime 10 righe della presentazione, belle le parole della suora e bella la tua conclusione.
Mi rimane il dubbio: se Biffi e Ghini si fossero ‘scontrati’ all’inizio dello scambio e non quando l’amicizia ed il rispetto erano ben saldi cosa sarebbe successo?
A Luigi Accattoli (quando potrà rispondere)
Ma a che cosa si riferiva Biffi con questa frase : “Tanto più è stato angosciante l’avvedermi che la sua visione teologica (e particolarmente la sua ecclesiologia) non mi pareva conforme alla Rivelazione ed era ideologicamente condizionata”. E’ una affermazione molto generica che non entra nel dettaglio delle questioni.
Scusate se sono sarcastica ma a me questa sembra l’apoteosi del “volemose tutti bene”
Il card. BIFFI era diciamo contro l’ecclesiologia di Dossetti,era contro le idee di Dossetti, la monaca carmelitana invece era pro Dossetti, se c ondo Accattoli bisogna “relativizare”cioe la verita’non esiste ,avevano ragione tutti e due. L’importante e’l’amicizia.
Insomma a me pare che Luigi Accattoli voglia dire che ,in ultima analisi,chi se ne frega delle idee,dei due corrispondent basta essere amici.
Puo’darsi che questo piaccia a qualcuno,magari a molti.
NON credo che sarebbe piaciuto a l Biffi; che non eta un tipo sentimentale, e che probabilmente lui scriveva alla monaca per convincerla delle sue ragioni su Dossetti.Non era un esercizio retorico di platonica amicizia dra anime belle ,ma la preoccupazione di un pastore perche’la sua pecorella seguisse l a verita’e non la men zogna.
Altrimenti tutto rischia di scadere in una Arcadia da cartolina dove estimatori e detrattori di Dossetti ballano insieme il minuetto,con gli agnellini intorno.
Insomma avra’ragione o l’uno o l’altro, su Dossetti
Chiedere di “relativizzare”le opinioni mi sembra un esercizio d
equilibrismo democristiano.
S i chiede :chi aveva ragione su D ossetti?Biffi o la monaca?Questo e’interessante tutto il resto e’retorica.
Cara mcv, mi sembra che nello scritto di Accattoli, che riprende le parole della Ghini, la risposta ci sia: è solo Dio che ha sempre ragione…non noi uomini e donne! La parola “relativizzare” la capisco in relazione a Dio, al suo tempo che non è il nostro, al suo amore che colma le nostre fragilità (presenti anche nei giganti della fede!).
Siamo lontanissimi dal “volemose bene” come se non ci fossero distanze o differenze: quello che emerge dal carteggio è proprio che il conflitto non si supera, umanamente e teologicamente.
Un cristiano può amare e apprezzare anche chi sbaglia. Il famoso “non giudicare” significa proprio questo: in cuor mio ho scelto da che parte stare, se siamo veramente amici te lo dico chiaramente, ma l’Amore tra noi rimane.
Grazie Luigi, per questa preziosa testimonianza. Quest’estate mi riprometto di leggere un libro di Biffi e uno di Emanuela Ghini: sono lì nella libreria che mi aspettano, penso sia arrivato il momento giusto.
Cara Elisa Ferrari,se e’vero che su molte cose il.giudizio puo’essere solo di Dio,per esempio sulle reali inten x ioni di un anima.
Ma non mi pare chel’ecclesiologia pubblica del l Dossetti sia un di queste cose. CIOE’non mi sembra che su tante cose umane,troppo umane,si debba per f orza “sospendere “il.giudizio.
Ci viene chiesto di sospenderr il.giudizios su tante cose,ma perche cara Elena Ferrari?Dire solo Dio puo’gudicare su c ose in cui anche g li uominoi possono giudicare mi sembra un pi’irrazionale.
Su tante cose i cattolici possono e debbono giudicare.
Alt r imenti cadremmo nel “quietismo”gia’c ondannato come eresia dalla Chiesa cattolica
Non vedo perche’s u Dossetti e la sua concezione eccle s iologica non dovremmo giudicare.Del resto per fortuna sia Biffi che la monaca,tutti e due ,hanno g iudicato nel sen s o che avevano leloro idee.Altrimen ti sai che noia il loro epistolario!
La vitaliita’della fede significa anche vitalitita’e contratto di ideeL’ha detto anche papa Francesco.
Il fatto e’che e’inutile dire v le lr loro.idee vanno relativizzare:mi sembra stupido dire c he suv Dossetti avevano ragione tutto e due.
Sì, ma intanto, signora Venturi, faccia di tutto per scrivere bene i suoi commenti, per favore.
Non se ne può più di leggerli così alterati. Basta!! E che diamine!
Non è così difficile, fai uno sforzo.
Grazie a quanti mi hanno interpellato ma sono a Bagnoregio x una conferenza e con il cellulare è faticoso. Domani pomeriggio rientro e rispondo. Grazie
Luigi dice invece una cosa fondamentalissima.
Che tra cattolici NON E AFFATTO VERO che o tutto è bianco o tutto è nero, tertium non datur. Su una quantità di questioni. Lo dimostra il fatto che fior di Santi ( Santi doc, proclmati, sugli altari ) sono stati cocciutamente, tignosamente avversati e combattuti da uomini di fede e di Chiesa , della loro stessa fede e della loro stessa Chiesa, e sempre con una buona dose di comprensibile ragione….anche nel caso in cui poi la storia e la Chiesa stessa succesivamente si siano incaricate di chiarire le cose e di metterle in chiaro definitivamente.
Quindi, in questo caso, non vedo che ci sia di strano né nell’idea critica di Biffi, né nella visione a suo modo anche profetica di Dossetti, né nel fatto che le due cose siano entrate in rotta di collisione, né, soprattutto, sul fatto che una terza persona- e scommettop molte di più- possano avere avuto nel cuore e nell’anima entrambe le figure, cattolicmente parlando.
Se prevalesse l’idea che la Chiesa è grande, che diversi sono i carismi e diverse sono le visioni e che le une possono svilupparsi e essere approfondite accanto alle altre, si eviterebbe questa continua arrembante polemica distruttiva che non serve a nessuno e non porta a nulla.
Dovremmo , a parer mio, cercare di capire il motivo per quale il Cardinal Biffi che pure aveva collaborato con Dossetti, in questi 20 anni dalla morte -una gestazione abbastanza lunga- abbia alla fine maturato un giudizio preciso tanto da stroncare la teologia dossettiana e reputarla “non conforme alla Rivelazione” e, addirittura “ideologicamente condizionata” (p. 256). Ora, che Biffi non fosse uno spravveduto, avventato visionario mi sembra acclarato anzi, Biffi è un pragmatico che va dritto al sodo e non te le manda a dire. E’ evidente che Dossetti, personaggio di rilievo del periodo post bellico, abbia occupato un posto di grande rilievo nel panorama politico Italiano, in un settennio in cui passa dall’essere partigiano ad intellettuale a segretario della DC a oppositore di De Gasperi, da Padre costituente a Sindaco comunista.
Inoltre da “Perito del cardinal Lercaro al Concilio Ecumenico Vaticano II ” ad Asceta,monaco, insomma, una personalità poliedrica e complessa. Un personaggio scomodo, imbarazzante anche per la stessa Chiesa come lo fu il Cardinal Lercaro del resto, il cui nome è legato a quello di Dossetti a tutt’oggi, non collocabile nella Chiesa se non tra i “problematici”, per così dire. Perché politico a tutto tondo, ma anche religioso, un religioso che nel Concilio ha avuto una parte rilevante, penso alla “Costituzione dogmatica Lumen Gentium”, alla riforma Liturgica a tutt’oggi contestata duramente per via del cambio di formule in cui il Cardinal Lercaro fece il buono e il brutto tempo. Anche l’episodio, storico, in cui si mette di sguincio rispetto a Paolo VI (questione Lercaro-Dossetti) circa un’omelia scritta da Dossetti che sconvolse i piani del papa fino al punto di defenestrare il Larcaro -un cardinale dalla politica violenta sul quale è caduto il silenzio assordante della Chiesa, ignorato da Giovanni Paolo II-
“. Insomma si rinfaccia spesso a Dossetti l’aver contribuito a modo suo alla “mondanizzazione” della Chiesa post-conciliare. Ma di recente il tiro si è alzato fino al livello dottrinale. Nel pensiero di Dossetti è stata intravista addirittura l’ombra di una «alterazione della cristologia» gnosi, definita dallo stesso Dossetti come «una filosofia eminentemente religiosa», una «via per approdare a una conoscenza superiore della realtà del mondo» che «si ottiene soltanto attraverso un’iniziazione diversa da quella cristiana del battesimo» e che percorre tutta la storia come alternativa inconciliabile con la dinamica propria del Vangelo” (Enrico Gavalotti, storico).
Condivido l’approccio di Clodine.
Il giudizio critico del cardinal Biffi su Dossetti, nel carteggio con suor Ghini, mi sembra eccessivo, molto allargato rispetto a quanto dice nelle Memorie (pag. 477, ediz. 2007): autentico uomo di Dio, asceta esemplare, discepolo generoso del Signore; (in questo) raro esempio di coerenza cristiana, modello prezioso seppure non facile da imitare. Nelle stesse pagine esprime riserve sul suo essere teologo “ricco di verità e affidabile”; e ne rileva lo studio da autodidatta. Quanto al ruolo di Dossetti in concilio (“manovratore strategico”, dice Biffi), fare gli scandalizzati perchè i vescovi “maestri di verità rivelata” hanno dovuto usare in concilio arnesi democratici (regolamenti, procedure, tecniche di discussione, maggioranze qualificate o no, emendamenti, ricorsi) mi sembra pretestuoso. Bisognerebbe forse ricordare anche gli espedienti curiali con cui lucidamente si voleva impostare su binari morti di pigra ripetitività le discussioni della ampia assemblea conciliare che doveva lasciarsi guidare solo dallo Spirito.
Forse uno Spirito “emerito” ha condizionato Biffi nel parziale ripensamento, in aspetti di scienza teologica, sulla sua ammirazione verso Dossetti.
Il guaio potrebbe essere che d’ora in poi in uno schieramento ecclesiale solitamente poco rispettoso della verità Dossetti sarebbe sbrigativamente sempre e solo “quello della ecclesiologia eretica, come lo scolpì in eterno Biffi, a fine vita”.
Per la cronaca (e il giudizio storico): Dossetti non è mai stato né sindaco né comunista.
Quanto a Lercaro, non basta, a inquadrare la sua grande figura, il silenzio su di lui di papa Wojtyla nella sua prima visita a Bologna.
Sono rientrato a Roma ma più tardi del previsto e con un impegno serale. Dunque posso dare solo risposte rapide.
Enrico Usvelli. Penso che se Giacomo Biffi ed Emanuela Ghini si fossero scontrati da giovani avrebbero avuto più difficoltà a coltivare l’amicizia ma ci sarebbero riusciti comunque, perché sono due persone di grande ricchezza intellettuale e affettiva. La lettura del carteggio può dare riscontro probante a questa mia affermazione tranciante.
Andrea Salvi per la critica di Biffi alla teologia dossettiana bisognerebbe leggere le due edizioni delle sue memorie. Per qualche stralcio può bastare questo servizio di Magister:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1346167.html
Per ogni informazione, documentazione, discussione e difesa di Dossetti puoi pescare qui:
http://www.dossetti.eu/
Maria Cristina Venturi ed Elisa Ferrari. Elisa ha colto l’intenzione delle mie parole. Scrivendo che “per profittare delle diversità irriducibili occorre relativizzarle” miravo a interpretare l’atteggiamento della monaca carmelitana: lei trova un “pallido riverbero” di Dio sia in Biffi che in Dossetti e come tali li tiene ambedue nel suo cuore. Dunque relativizzandoli. L’espressione può essere infelice ma rispecchia l’insegnamento che viene dal carteggio. Ho mandato il mio testo alla monaca la quale mi ha detto di condividere quella conclusione. Non presumo altro.
Breve domanda a Claudia Floris Leo : ma quando mai Dossetti fu “sindaco comunista ” ?!!
Anche sul favoleggiato ” defenestramento” del Cardinal Lercaro, ci andrei piu’ che cauto, oltre a non sognarmi manco alla lontana di definirlo, come nella citazione riportata da Claudia Floris Leo , ” un cardinale dalla politica violenta”( partecipò ai lavori conciliari con un mitra sotto la veste? 🙂 ).
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/04/12/montini-siri-lercaro-lenigma-del-cardinale-destituito/
( fonte Magister, e “sostegno” di Siri, direi due fonti che non sono sopettabili di essere “d’area”…)
Uno ascolta con attenzione delle “dotte” argomentazioni. Poi scopre che contengono delle falsità su Dossetti : sindaco comunista qui si dice non è mai stato. Ma allora qui si fa dell’ apologetica in negativo e tutto il castello costruito con il dotto ragionamento si rivelano di carta..
Se vogliamo ascoltarci l’ un l’ altro con rispetto vediamo di controllare prima la veridicità delle nostre affermazioni, per favore!
Dossetti è una di quelle figure problematiche e divisive di cui ogni tanto discutiamo, dividendoci e litigando.
Partirei comunque da questo dato, senza paragoni con il cardinal Biffi, figura eminentissima e amatissima a Bologna.
L’ipotesi di mettere tutti insieme, relativizzare tutti e tutto, non mi convince, perché un criterio di valutazione e di distinzione è possibile.
Vorrei chiedere un chiarimento a Amigoni p. Luigi:
“Forse uno Spirito “emerito” ha condizionato Biffi nel parziale ripensamento, in aspetti di scienza teologica, sulla sua ammirazione verso Dossetti.”
Potrebbe essere più esplicito? Quale Spirito “emerito”?. Grazie.
Federico, pure di Gesù Cristo avresti potuto dire che , e alla grandissima, che era “una figura problematica e divisiva”.
E allora?!
Vogliamo paragonare Nostro Signore a Dossetti?
Lercaro fece una politica VIOLENTA, lo dico e lo sottoscrivo: Lercaro fece una politica violentissima per ricondurre il popolo rosso dell’Emilia Romagna nella fina della DC salvo poi…tradire…
E
Dossetti, non è stato forse esponente principale del governo tripartito DC, PCI, PSI terminato nel 47 ? SI
L’ Unità”, non commentò le dimissioni di Dossetti dalla Dc, e precisamente la lettera inviata al Consiglio Nazionale del partito l’8 ottobre del 1951. E, non Si previde che il gesto di Dossetti troverà solidali altri esponenti della sinistra come gli on.li La Pira, Lazzati ? SI
Non si è candidato a sindaco di Bologna alle elezioni del 1956, e non rimase forse consigliere comunale e capogruppo indipendente fino al 29 marzo del 1958, quando presentò dimissioni “assolute e definitive” per prepararsi a ricevere, di lì a pochi mesi l’ordinazione sacerdotale nella chiesa petroniana, con dispensa di Papa Giovanni XXIII ? Si
’Unità” commenta le dimissioni di Dossetti dalla Dc, e precisamente la lettera inviata al Consiglio Nazionale del partito l’8 ottobre del 1951.
Si prevede che il gesto di Dossetti troverà solidali altri esponenti della <> come gli on.li La Pira, Lazzati, ecc. La notizia ha suscitato immediatamente vivi commenti.
Dossetti nella sua lettera di dimissioni denuncia l’involuzione antipolare della DC, “l’Unità”, 10 ottobre 1951.
Il lavoro nell’Assemblea Costituente mise a contatto Dossetti con i leaders del PSI e del Partito Comunista, suscitando stima reciproca e ammirazione per l’impegno, l’intelligenza e la preparazione che il deputato emiliano metteva nell’elaborazione della Costituzione. In questo periodo, appunto, cresce e si sviluppa l’interesse della sinistra per il professore reggiano, cosa che ci viene dimostrata dagli articoli dei quotidiani di partito della sinistra stessa
“candidato sindaco” …la rettifica ad un ‘excursus si rende fiscale quando ci si vuole attaccare al fumo della pipa…un excursus è un excursus ovvero una esposizione marginale il cui scopo è argomentare, fare sintesi…
“Sulla virtù personale di don Giuseppe, sulla sua ascesi, sulla sua rigorosa coerenza cristiana ho dato nelle mie pagine attestazioni convinte e inequivocabili. Tanto più è stato angosciante l’avvedermi che la sua visione teologica (e particolarmente la sua ecclesiologia) non mi pareva conforme alla Rivelazione ed era ideologicamente condizionata. E mi sono reso conto che toccava a me l’ingrato compito di un chiarimento che potesse almeno per il futuro limitare i gravi inconvenienti di una prospettiva non oggettivamente illuminata, anche se soggettivamente generosa” (pp. 255s).”
Queste sono parole chiare che indicano un dietro front penoso nel giudizio del “grande” Biffi riguardo a Dossetti.
Prima elogi sperticati, poi critiche dure alla visione teologica ed ecclesiologica del grande Dossetti. Peggio ancora: la indicava come “ideologicamente condizionata”.
Che dire allora? Si resta a dir poco sconcertati di fronte a cambiamenti di tale perentorietà.
Ma, a parte questo, chi dava al cardinale la sicurezza che quella di Dossetti fosse una prospettiva “soggettivamente generosa” e che a lui invece fosse riservata “una prospettiva oggettivamente illuminata”?
Non è, questa, una grande presunzione di per sé stessa degna di riprovazione?
Luigi Accattoli nella conclusione “alta” della presentazione del volume curato dalla Ghini dice che la lezione del carteggio è che “per profittare delle diversità irriducibili occorre relativizzarle”. Rispetto a LUI che è sola Luce, ovviamente.
Sì, va bene. Non è detto però che per tutti lo Spirito sia sempre lì, a portata di mano o di cuore. Generalmente le cose si relativizzano col passare del tempo.
🙂 🙂 🙂 🙂
Claudia Floris Leo, bastavano sette parole:
” DOSSETTI NON E’ MAI STATO SINDACO COMUNISTA”.
“Vogliamo paragonare Nostro Signore a Dossetti?”
Naaaaaaaa: voglio paragonare Federico Benedetti a Federico Benedetti.
Alla faccia del fumo della pipa a cui ci si vuole attaccare.
Non è tanto tra ” candidato sindaco” e “sindaco” lo strafalcione grossolano, ma tra ” sindaco comunista” e ” candidato sindaco DC”, peraltro caldeggiato se non convinto e comunque di comune intenti proprio con il cardinal Lercaro.
Quindi è dire una cosa esattamente rovesciata rispetto a quello che si è affermato.
Diciamo quindi che la rettifica è indispensabile, dal momento che si era detta una cosa del tutto falsa.
Le nozioncine della serie “Rischiatutto” non mi hanno mai appassionato…la storia è assai più complessa, è molto, molto più di quel che appare. Vada a ricercare Cuffini il mistero di Lerarco, il perché la damnatio memoria e cosa accadde, in lui, dal giorno in cui salì sulla cattedra di S. Petronio, il 22 giugno 1952, al momento in cui gli fuordinato di lasciarla, il 12 febbraio 1968 … e forse le sarà svelato (ammesso ci riesca perché ancora visto, si dice, sia tutto in fase di accertamento …della serie “si fa, ma non si dice) il “mistero della pietra azzurra” e della saxa rubra dipende…
O forse, pochi sanno, cosa accadde nell’anima del Cardinale inviato quale “fiero crociato”, dopo aver sguainata la spasa del Vangelo tra quel di Bologna nel 1952 per decapitare, come un valoroso San Giorgio, la testa del diavolo ovvero il « mondo marxista », finì, poi, per essere lui stesso decapitato o “essere venuto a patti e alla fine fatto convertire da chi avrebbe dovuto convertire è cosa nota, e certa. Ma il pietoso velo ai figli della Chiesa non va mai negato, questo lo penso, sinceramente, senza retorica né ironia.
🙂
Piu’ che nozioncina della serie Rischiatutto, diciamo che ha sparato l’ennesima somarata?!
🙂 🙂 🙂
Caro Cuffini, la bile che secerni è pari alla tua incapacità di far fronte alla realtà dei fatti. La storia non s’improvvisa mio caro, o la sai, o non la sai…e tu, caro Cuffini NON la sai . Documentati.
Le somarate le dirai tu. E modera i termini.
La bile che secerno semplicemente non esisto.
Tu spari, e una dietro l’altra, cose FALSE.
Do you know ” false”?
NON VERE.
Balle, in una parola.
Claudia Floris Leo sparacchia che don Milani è stato comunista ( oltre a una serie di altre robe, ma sorvoliamo). Claudia Floris leo sparacchia che Dossetti è stato comunista ( oltre che sindaco, ma sorvoliamo).
A te da fastidio che si dice che Claudia Floris Leo dice delle somarate?
E allora smettila di dirle.
A me non da fastidio niente mentre è vero il contrario.
Da 1 a 10: quanto vorrebbe Lorenzo Cuffini che Luigi Accattoli mi domandare ragione di tante presunte “somarate”?
Io direi 11.
Quanto mi dispiace Cuffini che resti a bocca asciutta!
Ops@ errore da correttore.
Mi domandasse ragione di tante presunte “somarate”.
Povero Cuffini!
🙂 🙂 🙂
A me non cale nulla di quanto fa Luigi Accattoli.
Le somarate tue, restano lì.
direi piuttosto gli insulti tuoi e di chi ti fa eco restano li…Per quel che valgono, cioè zero!
Quali insulti?
Dire che sei una cacciaballe, dal momento che lo sei e recidivi, è una affermazione, non insulto.
Oltretutto, balle strumentali alla denigrazione delle persone: Milani e Dossetti, in questo caso.
Nessun insulto: realtà delle cose, purtroppo.
Se a dirlo fosse una persona degna degna di fede, uno che sa il fatto suo che conosce i fatti e i misfatti e voglia offrirmene di inediti, come pure smentirmi, sarei felice, e mi terrei l’insulto..
Ma siccome a darmi della cacciaballe è Lorenzo Cuffini che non conosce una benemerita cippa di un bel niente, allora, gli insulti tornano nella casa dalla quale sono usciti e valgono pertanto in egual misura rispetto a chi li dice. Questo vale per Cuffini e company…
L’iscrizione nel “lapis niger” di Lercaro e Dossetti sul quel famoso “caso diplomatico” a parer mio offrì il fianco anche a numerose prese di posizione da Parte della Santa Sede, e di Paolo VI non del tutto indolori…ma la ragion di stato, il politicamente corretto, ha sempre avuto la meglio su certe questioni…così va il mondo!
Invece mi piace, e mi affascina, l’amicizia di Emanuela che si confronta con questi due monumenti – Biffi Dossetti- che han fatto la storia della Chiesa e dell’Italia in un tempo in cui il mondo sembrò cadere dentro una “fredda” atmosfera di estraneazione che ancora oggi ci interroga. Un senso di smarrimento non certo privo di incognite che ciascuno, a modo proprio cercò di tradurre secondo lo spirito del quale erano animati. Biffi ,sempre coerente, lucido, mai scalfì la radicalità del Vangelo che sempre propose nella sua interezza e purezza. Per quanto Suor Emanuela cercò di tirarlo dalla sua parte in difesa dell’altro, si dice che la vera amicizia resiste al tempo, alla distanza e al silenzio…
Comprerò il volume, anzi, credo che andrò oggi stesso.
🙂 🙂 😉
Non so bene che dovrebbe tornarmi indietro, ma qualunque cosa sia è bene accetta. Non c’è bisogno di nesunissima preprazione per sgamare una cacciaballe di ultima.
Nel frattempo le calunnie di Claudia Floris Leo su Dossetti su don Milani, ultimi di una lunga serie, restano.
Insieme alla sua ignoranza crassa ( e auna evidente imperizia nel fare i copiaincolla….)
🙂 🙂 🙂 🙂 😉 🙂
Faccine e insulti, l’unico argomento di cui discute Lorenzo Cuffini. Altro non puote!
“Caron, non ti crucciare:
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare”.
Quinci fuor quete le lanose gote
al nocchier de la livida palude,
che ‘ntorno a li occhi avea di fiamme rote”
Toh, guarda. Due monumenti! ( Biffi Dossetti)
Specie Dossetti.
Con una targa in ottone sotto che recita ” Segretario Comunista”
( by Claudia Floris Leo).
🙂 🙂 🙂
Anzi: “segretario DC e sindaco comunista!”
Morale conclusiva:
“La storia non s’improvvisa mio caro, o la sai, o non la sai…”
Ammappete. Pensa se non la sapeva.
Le ultime parole famose.
Laburista, comunista, progressista, il suffisso “ista” le raggruppa tutte senza distinzione!
Morale della favola: la nozioncina da ” Rischiatutto” non fa la storia, la storia la fanno i fatti e ancora di più le conseguenze dei fatti di cui purtroppo ancora stiamo pagando le conseguenze e non solo nella Chiesa, purtroppo!
Leggere “non sono mai stato democristiano”. Intervista a Giuseppe Dossetti in “Panorama 13 Aprile 1972
Soprattutto: la storia non la fa Claudia Floris Leo.
Che parla a vanvera di quello che ignora e oplà, se la riscrive a piacimento…
Leggere TUTTO quello che Claudia Floris Leo scrive qui sopra, a casaccio, ndo cojo, cojo.
….magari fosse così! Se solo si potesse raccontare un’altra storia, ma non si può e ci teniamo la società che ci siamo costruiti, la nazione e la Chiesa che ci siamo costruti, ahinoi,con le nostre stesse mani.
Che ista comprenda tutto senza distinzione visto che e’ contenuto anche in forzista, forzanovista, fascista, federalista, tradizionalista, etc e’ una novità
La storia certamente non la fa clodine, ci mancherebbe, ma i fatti e i documenti che raccontano fatti ed eventi -quando si trovan-, peggio quando, per ragioni di convenienza o ragioni di stato, sono volutamente occultati, se non fatti sparire del tutto…la qual cosa accade più di quanto s’immagini…purtroppo!
Caro Salvi “forzista” forzanovista, fascista, federalista hanno una radice comune non assimilabile per consistenza e motivazioni al Tradizionalista
Tradizionalista o tradizionalismo, indica volori introiettati nel presente che provengono da un passato riferibili a usi,modelli, canoni, usi, costumi, idiomi facenti parte di un tessuto sociale condiviso.
A tutti coloro che chiedono ragione del proliferare di aggettivi uscenti in -ista-a fianco di formazioni preesistenti e si domandano quali siano le eventuali variazioni di significato di cui il suffisso è portatore (perché adesso non penserete che la cosa finisca qui! Ci mancherebbe: inizerà la polemica contro Clodine per questo motivo, ogni occasione è buona per blandire la clava) dicevo,riferisca a ” Crusca per voi, Crusca risponde ” .
Se la storia non la fa Clodine, Claudia Floris Leo abbia la decenza di scrivere nero su bianco : scusate, ho detto una boiata doppia.
Don Milani NON E’ MAI stato comunista.
Dossetti NON E’ MAI stato comunista.
Che ci vuole?!
Ho letto con interesse dal link che Luigi Accattoli ha postato la critica di Biffi alla teologia di Dossetti.
Mi ha colpito questo passo:
” Ed era l’idea, presentata da Dossetti con favore, che, come Gesù è il Salvatore dei cristiani, così la Torah, la legge mosaica, è anche attualmente la strada alla salvezza per gli ebrei. L’asserzione era mutuata da un autore tedesco contemporaneo, ed era cara a Dossetti probabilmente perché ne intravedeva l’utilità ai fini del dialogo ebraico-cristiano.
Ma come primo responsabile dell’ortodossia nella mia Chiesa, non avrei mai potuto accettare che si mettesse in dubbio la verità rivelata che Gesù Cristo è l’unico Salvatore di tutti. […]”
Mi ha colpito perché questo concetto “Gesù Cristo l’unico Salvatore di tutti” – ribadito dalla Dichiarazione “Dominus Jesus” del 2000 sia oggi messo in ombra.
L’opinione comune prevalente – e se ne trova traccia in questo blog – è che “per la salvezza sia richiesto solo di seguire con cuore sincero la propria religione, qualunque essa sia”.
E’ vero che la semplificazione e la volgarizzazione di concetti teologici complessi può portare a degli assurdi .
Leggevo qualche giorno fa della religione degli aztechi. La seguivano “con cuore sincero”? Presumibilmente si. Ma comportava sacrifici umani e cannibalismo rituale …..
Essere comunisti impliciti non sposta di una virgola il baricentro…di cattolici che la pensano comunista, da Dossetti a Don Milani, ma ce ne sono a bizzeffe perciò chi più ne ha più ne metta di intelluati più o meno onesti che affascinati dal quel modello d’esperienza, prima ne assumo i tratti e l’operato,salvo poi dire : ” ma, era solo implictamente” è piena la Chiesa a tutt’oggi Ciascuno è libero di abbracciare l’ideologia che più aggrade, ci mancherebbe, basta non s’insulti l’intelligenza e si sia onesti e coerenti (diceva mio padre che comunista lo fu, per davvero, dentro le ossa..fino a che non aprì gli occhi).
Caro Beppe, come hai ragione Beppe!
Dalla colletta di ieri Domenica 25, che ho anche meditato prima di intervenire su questo argomento la quale, credo, riprenda quello che dici tu, Beppe:
“O Dio, che affidi alla nostra debolezza
l’annunzio profetico della tua parola,
sostienici con la forza del tuo Spirito,
perché non ci vergogniamo mai della nostra fede,
ma confessiamo con tutta franchezza
il tuo nome davanti agli uomini,
per essere riconosciuti da te nel giorno della tua venuta”
Amen
“Comunisti impliciti “, eh?
Ma piantala.
Che bella definizione vigliacca e obliqua: si parte da una mancanza di verità, gli si mette ” implicito” perché pare a Claudia Floris Leo, e voilà, il trucchetto sarebbe fatto.
Il massimo della contraffazione. Il massimo della malafede.
Avanti così: calunnie, falsità, delegittimazione.
Tutta roba in cui sguazzi a tuo agio.
Compliments.
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati….
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Matteo 10, 26-33
Non ci dice il Signore che non perderemo i capelli, ma che sono tutti contati, perciò, si possono ingannare le persone, si può ingannare la Chiesa, il Vangelo e pure domineddio. Lo si può manipolare, manomettere a proprio piacimento pur di suffragare un proprio pensiero politico, religioso non importa. Si può anche vendere Cristo, come Giuda per trenta denari alle leggi di uno stato e vergognare perfino di Lui.
L’importante sia chiara una cosa: chi lo riconoscerà davanti agli uomini sarà da Cristo riconosciuto; chi invece lo rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato allo stresso modo davanti al Padre Suo che è nei cieli
E se don Milani portò alle estreme conseguenze il comunismo di stampo classista bolscevico. Dossetti lo abbracciò piuttosto esplicitamente senza ombra di dubbio e la storia lo testimonia AMPIAMENTE
Clodine, per essere chiari, e senza che mi si possa rimproverare di essere incline alla polemica su questo blog.
Dossetti – per esplicita richiesta del card. Lercaro – si candidò sindaco a Bologna per la Democrazia Cristiana, contro Dozza, sindaco uscente comunista (lui sì!) e popolarissimo. Perse dopo una campagna elettorale piuttosto memorabile, venne eletto in Consiglio comunale e com’è logico rivestì l’incarico di capogruppo – sempre DC – fino alle dimissioni finalizzate all’intrapresa definitiva della vita monastica e sacerdotale. Sulla tua valutazione delle opinioni politiche di Dossetti non intendo discutere ma i fatti sono questi. Sine ira et studio.
Ma insomma questo Dossetti era comunista si o no?
A me pare che questa sia una tipica questione di “lana caprina”.
Quello che ha scritto e detto – che sono “fatti” – lo possono fare qualificare come “comunista”?
Dipende da cosa si intende per “comunista”.
Se non c’è intesa su questo si può andare avanti a discutere per giorni senza cavare un ragno dal buco.
(Chiaramente per Clodine-Claudia Leo l’ aggettivo “comunista” ha una connotazione negativa (che esprime su Dossetti), ma pare che questa connotazione “negativa” sia condivisa anche da Lorenzo Ciuffini che si dà da fare per negarla a Dossetti del quale ha una idea positiva)
Ma certo che Dossetti e Lercaro varcarono il Rubicone e saltarono sul carro del “nemico” (si fa per dire) ma questo è acclarato.
La domanda, Beppe, puoi girarla tranquillamente a Luigi Accattoli e ti dirà la stessa identica cosa. Perché è storia, semplicemente!
Io non ho un’idea negativa su basi preconcette, anzi, per quanto mi riguarda non ce l’ho mai avute idee negative neppure sulla figura di Don Milani. Mi attengo alla storia e siccome per formazione non resto mai in superficie dico che quel “salotto rosso” – bazzicato da Dossetti (mi riferisco anche alla comunità detta del “porcellino”, meta e ritrovo dei padri costituenti e di molti cattocomunisti) sicuramente ha influito molto sull’anima di don Dossetti, ha coinvolto anche il suo intimo profondo credo. La sua intera visione teologica subì non poche modifiche, le stesse che il Cardinale Giacomo Biffi alla fine gli imputa del resto. Se la Chiesa maestra ti dice di non toccare il coltello perché ti farai male, io, ci credo -se credo nella Chiesa- tutto dipende a cosa si vuole credere…
Ma lascia Cristo e il Vangelo fuori da questa penosa pantomima in cui c’entrano solo la tua figuraccia, il tuo amor proprio smisurato che ti fa peggiorar le cose ogni volta che apri bocca e la tua malafede che si fa monumento, quella sì.
Se hai delle opinioni personali, ammesso che ve ne siano di non copiaincollate, osa scriverle.
PER CLAUDIA FLORIS LEO , don Milani era un comunista e un anticattolico.
PER CLAUDIA FLORIS LEO., Dossetti era un comunista. ( Certo, dire che per te era un sindaco, la vedo un po’ duretta, ma rispetto ad altre tavanate galattiche, si chiuderebbe un occhio).
La malafede, oltre che la imbranataggine, sta nel fatto che tu VUOI FAR PASSARE PER DATI DI FATTO tue , peraltro bislacchissime, idee e valutazioni personali.
Solita cruscarella del tuo sacchettino.
Pescata con le mani nel sacco, alè, parte la giostra…..
Fa’ un po’ quel che ti pare.
Ti conoscono tutti a stramemoria, si sa già dove vai a parare prima ancora di leggere quello che affastelli.
Solo che ci tocca stare qui a sentire asinate raglianti di questo tipo:
” e don Milani portò alle estreme conseguenze il comunismo di stampo classista bolscevico”.
( ha una vaga idea, la Floris Leo, di che cosa abbia significato, nella storia vera, non nel suo risiko delle bambole, “portare alle estreme conseguenze il comunismo di stampo bolscevico”? )
” Dossetti lo abbraccio’ piuttosto esplicitamente SENZA OMBRA DI DUBBIO E LA STORIA LO TESTIMONIA AMPIAMENTE”
La corrida degli asini.
“Se la Chiesa maestra ti dice di non toccare il coltello perché ti farai male, io, ci credo -se credo nella Chiesa- tutto dipende a cosa si vuole credere…”
Detto da chi si erge a maestr(ucolinicola) della Magistra e del suo papa ogni lunedì, marted’, mercoledì, giovedi, venerd’, sabato e domenica dell’anno, beh, fa un effetto “un po’ estranianante”, direbbe qualcuno.
🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
Posso ripetersi?
Vorrei chiedere un chiarimento a Amigoni p. Luigi:
“Forse uno Spirito “emerito” ha condizionato Biffi nel parziale ripensamento, in aspetti di scienza teologica, sulla sua ammirazione verso Dossetti.”
Potrebbe essere più esplicito? Quale Spirito “emerito”?.
Ripetermi
“E se don Milani portò alle estreme conseguenze il comunismo di stampo classista bolscevico. Dossetti lo abbracciò piuttosto esplicitamente senza ombra di dubbio e la storia lo testimonia AMPIAMENTE”
Quando dice simili panzane, lei signora Claudia è sicura di sentirsi bene?
Non sarebbe meglio per lei smettere di dirle per non andare a finire nel fondo del ridicolo?
E soprattutto smetta di infilare sempre, in una strana miscela, Cristo e il Vangelo nei discorsi politici. Lei non ha idee chiare né sul Cristo né sulla politica. Questo è più che evidente. Lo ha dimostrato da quel dì.
Ed è anche arrogante.
Ed ora non si affanni a cercare pietre da lanciarmi addosso con furia.
C’è un limite alle scempiaggini, e arrampicarsi sugli specchi fa sbattere il sedere a terra malamente.
Mi scusi, ma lei proprio se le tira.
Andrea Salvi, prova a rileggere con attenzione il commento di p. Amigoni e di sicuro capirai quello “Spirito emerito”.
Molto coerente il comportamento dei vertici ecclesistici odierni:fanno il panegirico e lodano i preti scomodi di eri, biasimando le autorita’ecclesiadtiche di ieri.
Intanto sospendono “a divinis”i preti scomodi di oggi,quelli che si ribellano e disobbediscono.
Un po’di coerenzano?Spiegatemi razipnalmente perche’Don Milani prete ribelle al suo arcivescovo viene lodato Mons.Minutelle prete ribelleal.suo arcivescovo oogi viene punito?
http://www.lastampa.it/2017/04/02/vaticaninsider/ita/news/rimosso-dalla-parrocchia-don-minutella-che-contrappone-la-sua-vera-chiesa-a-quella-di-roma-z7cQUhnOam6drflQqo5JyN/pagina.html
Forse perché don Minutella è questo?
Molto coerente il comportamento dei vertici ecclesistici odierni:fanno il panegirico e lodano i preti scomodi ,ribelli e disobbedienti di ieri, biasimando le autorita’ecclesiastiche di ieri, troppo autoritarie.
Intanto sospendono “a divinis”i preti scomodi di oggi,quelli che si ribellano e disobbediscono oggi.
Un po’di coerenza no?Spiegatemi razionalmente perche’Don Milani prete ribelle al suo arcivescovo viene lodato,mentre Mons.Minutella prete ribelle al.suo arcivescovo oggi viene punito con la sospensione a divinis?Spiegatemi perche’intere diocesi ribelli nel passato hanno fatto quello che gli pareva,e oggi invece sono minacciati di scomunica i preti africani che non vogliono.il vescovo imposto da Roma?L’obbedienza ai superiori e’una virtu solo sotto Bergoglio mentre sotto gli altri papi era una virtu l a disobbedienza?
I ribelli di ieri impadronitosi del potere sono diventati i tiranni di oggi?
Ma non si accorgono imisericordiosi che sarebbero molto piu’credibili se il loro comportamento andasse d’accordocon le parole?Si rendono conto imisericordiosi che la loro falsita’,ipocrisia, e incorenza salta ormai agli occhi di tutti?
Parresia misericordia dialogo incontro:solo vuote parole che le loro azioni contraddicono giornalmente!
Chi. potra’piu’aver fiducia in questa razza di ipocriti?
http://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/707-noterelle-su-francesco-caffarra-no-no-yo-no-estoy-en-casa.html
“. Quante volte io ho sentito le lamentele di sacerdoti… Questo l’ho detto tante volte – forse lo avrete sentito –: ho chiamato il vescovo; non c’era, e la segretaria mi ha detto che non c’era; ho chiesto un appuntamento; “È tutto pieno per tre mesi…”. E quel prete rimane staccato dal vescovo. Ma se tu, vescovo, sai che nella lista delle chiamate che ti lascia il tuo segretario o la tua segretaria ha chiamato un prete e tu hai l’agenda piena, quello stesso giorno, alla sera o il giorno dopo – non di più – richiamalo al telefono e digli come sono le cose, valutate insieme, se è urgente, non urgente… Ma l’importante è che quel prete sentirà che ha un padre, un padre vicino. Vicinanza. ”
Un padre vicino, vicinanza …..e intanto lui non riceve in udienza Caffarra e gli altri ccardinali. .
anzi pare che non parlerà con nessun cardinale neppure in occasione del Concistoro.
Era usanza che il papa si intrattenesse con i cardinali in occasione dei
Concistori. ma a papa Francesco i cardinali proprio non piacciono, tranne quelli che ha creato lui si intende…quelli vanno bene anche se hanno un conto segreto di 12 milioni di euro in Svizzera, quelli hanno comunque l’odore delle pecore e anche …i soldi delle pecore! ben riposti in Svizzera ! 🙂
http://www.lemonde.fr/afrique/article/2017/05/31/mali-desormais-cardinal-l-archeveque-de-bamako-a-abrite-des-millions-d-euros-en-suisse_5136232_3212.html
http://www.lastampa.it/2017/06/01/vaticaninsider/ita/nel-mondo/mali-accuse-al-neocardinale-zerbo-conti-in-svizzera-per-milioni-di-euro-b0eW6uxi0yxmmc8qA1LPZK/pagina.html
Luca Grasselli già quando accettò l’incarico alla candidatura a sindaco , Dossetti gia’ -spiritualmente, ma anche fisicamente e politicamente – aveva predo le distanze dalla DC. Un cambio di registro che diventerà evidente di li a poco.
Se non si capisce la concatenazione do questi eventi non si capirà niente , neppure certe dinamiche che sottesero il Concilio del fumo di satana e della solitudine sperimentata da Paolo VI.
Non si comprenderanno le politiche e le tensioni della prima Repubblica, la crisi della Chiesa e della società degli anni sessanta che sfocera’ negli anni settanta con il terrorismo l’uccisione di Aldo Moro …. il caso Pecorelli le logge massoniche E neppure perché l’Italia e la Chiesa stia crollando a pezzi
Oggi, 2017.
Sottoscrivo Cristina Venturi, è evidente che quanto ha detto non fa una piega.
pare che il NEO Card.Zerbo del Mali non si presenterà al Concistoro mercoledì .
forse sta preparando la sua difesa alle accuse del conto segreto in SVIZZERA
http://ilsismografo.blogspot.it/2017/06/mali-el-neocardenal-jean-zerbo-no.html
🙂 🙂 🙂
Chiaro, no, Luca Grasselli?
La Claudia Floris Leo ti fa su na bella vignarola romana, e via: tutto spiegato!!
Essignur….
🙂 🙂 🙂
“Oggi, 2017.
Sottoscrivo Cristina Venturi, è evidente che quanto ha detto non fa una piega.”
Ahhhhhhhhhhhhbbè, allora…..
🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
La questione del cattolicesimo al nascere dell’unità italiana, non è “vignarola Romana”
ma “questione romana”,
questione vaticana,
questione del papa
ed è una questione talmente importante che ha determinato e modificato la geografia per vent’anni fino ad oggi , anno Domini 2017 e ce ne stiamo ancora portando al croce con una Politica sfilacciata e incapace e -per dirla con il rimpianto Card. Domenico Bartolucci – con una ” Chiesa Cattolica che ha rinunciato a sé stessa e alla propria fisionomia, come quelle donne che si fanno la plastica facciale: poi non si riconoscono più e qualche volta gliene derivano anche serie conseguenze”. Altro che, caro Bartolucci, straordinario Musico, custode dell’immenso tesoro Liturgico sgretolato letteralmente.
Al nascere dell’unità italiana?!
Ma non stava parlando di Dossetti & dintorni?
Mo’ saltiamo all’indietro di un cent’anni, tanto 100 più 100 meno, checcefrega?
🙂 🙂 🙂 🙂
100 più 100 meno, è proprio così, esattamente, certo, il tempo della storia è come una “freccia”, anzi, un fiume che scorre via portando seco affluenti e rivoli. Fluisce, con intervalli databili in base alla durata e all’età in cui un evento si colloca . Un tempo datato,con i suoi processi, fatti e accadimenti vicini o lontani stato di cose sociali che si ripetono o che persistono. Il tutto entro precise coordinate narrative ,descrittive,dinamiche, che possono avere rapporti di causa effetto e allora parleremo di narrazione storica diacronica, viceversa sarà “sincronica” quando la visione del processo storico è parziale o si perde la visione cronologica del tempo. Ecco, l’Italia dalla sua Unità ad oggi, per il tempo storico può considersi ancora allo stadio fetale, direi che non è neppure al biberon.
E’ solo in virtù della presenza della Chiesa. Solo la permise all’Italia di farsi fondamenta della “casa comune” portatrice di quella straorinaria eredità storico, culturale, religiosa, civile, che ha reso grande l’Europa e che oggi ha perso quasi del tutto il cemento…
Don Milani immagino non avesse una grande opinione del vescovo e magari l’avrà anche detto, ma era obbediente.
Una volta doveva andare a Roma in bici, chiese al card. Florit di poter togliere la tonaca, permesso negato e lui andò a Roma in bici con la tonaca.
Quando lo mandarono a Barbiana con chiari intenti punitivi lui ci andò, vide dov’era e com’era e ci rimase senza ‘polemiche (anzi una delle prime cose che fece fu di pensare alla tomba).
Paragonarlo a don Minutella che gira l’Italia a inveire contro il Papa non è corretto.
“Spiegatemi razionalmente perche’Don Milani prete ribelle al suo arcivescovo viene lodato,mentre Mons.Minutella prete ribelle al.suo arcivescovo oggi viene punito con la sospensione a divinis?”
Ma che vuoi spiegare?
Lei, signora Venturi, vorrebbe risposte razionali quando dimostra di non sapere dove stia di casa la razionalità?
È razionale una persona che vuol mettere sullo stesso piano don Milani e un certo don Minutella, cioè un pazzoide che sostiene di essere in contatto con la Madonna, con san Giuseppe e con l’arcangelo Michele, e chissà con quali altri santi, e che inveisce come un matto, dall’altare, contro il vescovo che lo ha sospeso, giustamente, a divinis?
Ma da dove escono preti di tale genere? Io credo che preti così fuori di testa debbano ritornare in quel reparto di psichiatria da dove probabilmente sono usciti. E c’è anche da chiedersi seriamente perché la Chiesa permetta a degli individui così pericolosi di esercitare un ministero di vitale importanza.
E questa signora Venturi, che non fa altro che postare commenti così irrazionali, dove la mettiamo?
Vada a prendersi per mano con don Minutella “negli scantinati e nelle catacombe”. Questo è il posto giusto per loro.
C’è da spaventarsi nel vedere quanti ministri sbagliati ha incorporato la Chiesa. Dio ce ne scampi da preti così stravolti.
Aveva ragione da vendere il card. Martini quando negli ultimi anni della sua vita ebbe a dire:”oggi non mi resta che pregare per la Chiesa”.
E poi, più giù vedo postate queste altre parole incredibili di un certo “compianto”( e te pareva!) card. Bertolucci: ”… Chiesa Cattolica che ha rinunciato a sé stessa e alla propria fisionomia, come quelle donne che si fanno la plastica facciale: poi non si riconoscono più e qualche volta gliene derivano anche serie conseguenze”.
Ma che belle parole, signora mia! Da rimanere trasecolati tanto sono sconsiderate e prive di sale.
“Paragonarlo a don Minutella che gira l’Italia a inveire contro il Papa non è corretto.”
Non è corretto? Troppo buono. Diciamo pure che è una cavolata gigantesca.
Beppe,
indubbiamente quello che scrive Biffi sulla teologia di Dossetti dà da pensare.
Il limite è che Biffi accusa, difende e giudica Dossetti tutto da solo e senza averlo conosciuto bene (mi pare che quest’ultima cosa la dica la suora).
Caro Enrico, e caro P. Amigoni.
A giudicare Dossetti non è Biffi, ma la storia.
Per quanto suor Emanuela, nella sua esemplare fedeltà all’amico Dossetti ne difenda il pensiero, l’onestà intellettuale, le istanze socio/cultural/politiche/devozionali e nonostante molti si affannino a dimostrare che il politico e religioso don Giuseppe Dossetti non fu mai “comunista” non pensò mai marxista e che la sua linea di pensiero scivolò come acqua sull’olio senza lasciar traccia nella Chiesa, nel Concilio, senza che – dopo aver segnato in modo indelebile (lipis niger) non solo lo spirito cattolico e politico postumo- alla fine come “colui che il gran rifiuto fece” si estraneò – Siddharta- alla ricerca “del tempo perduto” formulando il suo “Vangelo fai da te”,beh…allora si vada a rileggere l’intera parabola del probabile (o improbabile) sindaco di Bologna che accettò, forzatamente quella candidatura ( diaciamola tutta, se proprio vogliamo entrare nello specifico visto che nel ”excursu” mi limitai, anche ironicamente a definirlo “sindaco” ), prestandosi a quella che per lui fu solo una ” farsa” avendo già maturato da tempo idee chiarissime su cosa dovessere politicamente esser fatto: scelte non certo conformi né in continuità rispetto alla Chiesa .
Poi, di tutto e su tutto si può discutere politicamente da qui a cento anni. Ma ci sono dei punti ben precisi dai quali non si prescinde e che puntellano il suo pensiero politico a precise istanze ideologiche e quello religioso a derive eretiche .
Lo dimostra in maniera inequivocabile il “dossettismo” presente a tutt’oggi come elemento fortemente divisivo. Del resto le eresie non sgorgano mai da menti mediocri, per questo resistono al tempo….
Chi è Bartolucci? Si vada ricercare signora Vittoria chi è il Cardinale Domenico Bartolucci e s’inchini dinnanzi alla rettitudine morale e spirituale di quel meraviglioso, umile, sacerdote, incardinato da Benedetto XVI l’unico che gli restituì, simbolicamente, il titolo che gli spettava, ancorché gli venne tolto in modo meschino e ingiusto e subì, dentro un ambiente ostile ogni tipo di ingerenza .
Ma soprattutto, Boe, pensi alla costronate che scrive lei, anziché preoccuparsi ad ogni piè sospinto, con offese e insulti a quello che scrivono gli altri. Faccia ” pelo e contropelo” a se stessa piuttosto vedrà che ne avrà giovamento!
“A giudicare Dossetti non è Biffi, ma la storia.”
Ma fammi il piacere.
Esprimi i tuoi personali giudizi,magari cercando di esporli in modo leggibile, e lascia perdere la storia.
Specie la caricatura di storia, pastrocchiata, senza capo né coda, manipolata ideologiocamente, che certi sempre di infilare per dare oggettività alle tue posizioni. Non è infilando due o tre paroloni o citando Birimbo e Birambo che ti improvvisi storica. Storica de che?
Dì come la pensi, non cacciare balle, e sarà già tanto.
non ” certi” ( con Claudia Floris Leo di certo non c’è mai nulla, dice bianco e nero e poi bianco di nuovo nella stessa frase), ma ” cerchi “.
Non farfugliare, argomenta, se ne hai la preparazione, altrimenti taci!
Ma piantala con sto teatrino dell’assurdo, in cui dici tutto e il contrario di tutto: falla finita uina buona volta.
Parla come magni, spara quel che vuoi sparare come tutti ,
Soprattutto, e rimedia alle idiozie in serie che contrabbandi per cose vere.
Poi se ne riparla.
Oppure fa come vuoi, e continua nella tua caricatura.
Stammi buono.
“diaciamola tutta, se proprio vogliamo entrare nello specifico visto che nel ”excursu” mi limitai, anche ironicamente a definirlo “sindaco” ”
Nell’excursus (?!) ti limitasti a dire una somarata, punto e basta.
Semplicissimo.
Quando imparerari ad avere un briciolo di rispetto per il fracco di persone che possono avere la sfortuna di leggerci, sarà sempre troppo tardi.
“Quando il saggio indica la luna,lo stolto guarda il dito”
Anonimo cinese
“Per indicare una persona stupida talvolta si dice che, se qualcuno gli indica la luna, lui si limita a fissare il dito.
Il che suppongo debba significare che chi osserva il dito invece della luna è qualcuno che è incapace di vedere le cose davvero importanti.
Eppure a pensarci bene un dito è qualcosa di assolutamente stupefacente: è una macchina incredibile piena di carne e sangue che scorre, di cellule che si moltiplicano e respirano incessantemente si muove, si gira, si torce, cresce, si modifica. Nessun essere umano sarebbe mai in grado di comprendere fino in fondo tutto quello che riesce a rendere un dito un’oggetto così straordinario e multiforme”
P.S
Ho volutamente ignorato il caso in cui si mostri ad una persona la luna dicendo “guarda la Luna!” e lui inizi a fissare il dito pensando che sia la Luna, perché è un tema che lascio volentieri al Siddharta
Continua pure a prendere in giro te stessa, questo blog e gli altri che, poveracci, ci ti incocciano sopra.
Se non lo capisci da sola , che sei ridicola, amen.
Per il resto, come molte altre volte, dopo un diluvio di ciarle vuote e contraddittorie sul NULLA, si resta fermi al punto di partenza.
Come già su don Milani, anche su Dossetti, Claudia Floris Leo, ha fatto affermazioni FALSE.
Andiamo oltre e aspettiamo il prossimo.
“Faccia “pelo e contropelo” a se stessa piuttosto vedrà che ne avrà giovamento!”
Lei deve farselo “il pelo e contropelo”; lei che straparla stizzosamente come un fiume in piena, facendo citazioni a nastro, tutte rigorosamente copiaincollate, per dimostrare il nulla assoluto. Parole e parole che niente altro fanno se non evidenziare una vaniloquenza presuntuosa che va a perdersi nel vuoto senza lasciare traccia.
Clodine, Dossetti non fu mai comunista, la sua formazione religiosa risenti’ del suo passato politico, per fortuna che vinse De Gasperi nella DC degli anni 50… Il dossettismo ha poi vinto politicamente col passare degli anni coll’affermarsi del centro-sinistra, dell’ulivo e di quella unione tra cattolica e sinistra che anch’io ho capito dopo un po’ di tempo che era deleteria, nonostante la sinistra difenda in qualche modo gli ultimi…
Detto questo dall’altra parte c’era il berlusconismo, con tutti i suoi lustrini e ammennicoli… fino a che i cattolici furono indipendenti dalla sinistra, ( Margherita), potevano contrapporre i propri valori e in molti casi con successo, quando ci fu la fusione crollò il valore dei cattolici in politica, nel centrodestra un cattolico fa fatica per altri motivi, per cui oggi ci troviamo orfani di una presenza cattolica in politica…Si ripartirà, detto questo Dossetti non fu mai comunista, ma lo stesso Barsotti lo riprese piu’ volte in alcune sue derive e lui accettò queste correzioni… E’ stata una stagione complessa della vita italiana, direi che va affrontata con piu’ garbo e senza tranciare giudizi troppo pesanti…..
Leone, oh, Grazie.
Finalmente una persona per bene, preparata, con cui parlare seriamente, interloquire su questo tema importante, che mi affascina, è un sollievo per me.
Leone, sgombro il campo da equivoci: se sull’identità politica di Dossetti rispetto al PCI intendi la non iscrizione al partito. Certamente Dossetti non fu mai iscritto al PCI, ma neppure all’interno della DC, la sua iscrizione se ci fu, fu tardiva e mai ebbe vita facile anzi, gli scontri con De Gasperi sono storia:aspri e continui fino all’uscita definitiva.
In realtà Dossetti in pace non fu con nessuno: né con i compagni di partito,né con la Chiesa e neppure con la Gerarchia , men che meno con la curia che detestava tant’è, non appena seppe del Concilio si precipitò per timore che la curia proponesse il suo voluminoso resoconto cartaceo – bozze preparatrie con schemi del Concilio da tempo preparate e scomparse; timore che la curia romana bloccasse, in qualche misura, quel processo di “ammodernamento” della Chiesa tanto auspicato (penso a Maritain con il suo umanesimo intergrale ed altri epigoni) redisse e fece circolare osservazioni sugli schemi preparatori con i bolognesi coinvolti in un ininterrotto fiancheggiamento dei lavori conciliari ecc
( divagazione che Accattoli può contestare)
Ma se per comunismo -termine denso di significato del quale conosco bene l’ideologia, le dinamiche, lo spirito, perché mio padre ne fu esponente attivo e ho frequentato, da piccola, i circoli dei compagnetti, ne conosco l’anima- allora ti posso dire che Dossetti,in prospettiva, lo fu.
Se analizziamo il suo iter politico, fu proprio a partire dall’esperienza della Resistenza che lo influenzò inevitabilmente e fu li che introiettò lo spirito Marxista visto come insieme di idee economiche, sociali egualitarie, comunanza dei mezzi di produzione, organizzazione collettiva del lavoro, che poi sono idee condivise e interpretabili dai cristiani e non cristiani ma anche utopisti con relative correnti novecentesche, dai trotzkisti, leninisti e maoisti , libertari e i libertini, comunisti cristiani e teologi della liberazione compresi i credenti religiosi che sono tanti.
Insomma, si, io credo , seppur con commistioni e sfumature che Dossetti avesse una visione tutta sua del comunismo come forza attrattiva delle masse, solo che, suo principale pensiero era catalizzare queste masse, istruirle, come dire, purificarle, ecco, la parola giusta “purificarle” e perciò visse l’intimo travaglio di chi avrebbe voluto veder realizzata l’utopia comunista di stampo cristiano cattolico e la vedeva infrangere, sfumare. Una utopia che poteva prender consistenza solo nella sua testa. Tant’è, che prima ancora di ritirarsi a “Cincinnato” quasi tutti i suoi collaboratori se ne erano dissociati.
Tu stesso Leone lo dici quando accenni ai tentativi dossettiani (L’ulivo, la Margherita) tutti puntualmente falliti…
Certo,poi, che fu una personalità accentratrice, malgrado la timidezza, e carismatica è fuori dubbio tuttavia, forse, resta il rimpianto : se, anziché contrastare De Gasperi lo avesse assecondato , se avesse contribuito a dare corpo ad una classe politica forte, coalizzando le migliori risorse che c’erano, su un progetto cattolico ad ampio respiro dando voce anche alla Chiesa che “stentava” ! farsi megafono della Chiesa cattolica inascoltata dopo ben due guerre mondiali ; forse oggi, non ci troveremmo a questo punto.
Voglio riportari,Leone, un appunto del presidente del Consiglio sulla «mentalità dossettiana» definita, nel gennaio del 1950, come
«munita di allucinazioni e presunte divinazioni suggestive, oltre che di un calore di sentimento e di una abilità di espressione e di manovra non comune, di fronte alla quale mancano nella direzione del partito e dei gruppi uomini forti e altrettanto suggestivi» 1*
Un rilevante personaggio che gli fu ostile il Ghedda, lo colloca a capo di coloro che nella Democrazia cristiana «lavoravano per un’intesa con i comunisti».2*
1* Piero Craveri, nel suo De Gasperi (il Mulino)
2* Luigi Gedda, in 18 aprile 1948. Memorie inedite dell’artefice della sconfitta del Fronte Popolare (Mondadori)
Clodine,
sarebbe bene che tu spiegassi il significato che dai al termine ‘comunista’, visto che probabilmente ognuno di noi lo usa in maniera diversa.
“Tu stesso Leone lo dici quando accenni ai tentativi dossettiani (L’ulivo, la Margherita) tutti puntualmente falliti…”
Quindi, secondo lei, l’Ulivo e la Margherita erano di matrice comunista?
Prodi, Rutelli ed altri aderenti di rilievo tutti comunisti?
E Bersani, Bindi ed altri dell’attuale sinistra tutti comunisti?
Se la sentissero loro, la denuncerebbero per calunnia.
Ma perché continua ad arrampicarsi sugli specchi, signora, quando è più che evidente che di politica lei si intende quanto un cappero e anche meno?
Il comunismo di suo padre quello sì era comunismo vero. La sinistra di oggi ne è ben lontana, cara mia.
Certi raffronti non reggono neanche un po’.
Certe confusioni sono inaccettabili, chiunque le faccia.
Non è possibile sopportare certi farfugliamenti insensati.
Vada a studiarsi un po’ di politica e di partiti, se proprio ne vuole parlare.
Anche Renzi, per la verità, dovrebbe studiare abbastanza su questi temi, lui che è di sinistra quanto lo è la mia gamba sinistra.
Certo che Dossetti ha dato luogo, solo in questo blog, a dei malintesi formidali.
Dossetti fu comunista quanto lo fu Aldo Moro che si pronunciò per il “compromesso storico”; cioè entrambi NON lo furono PER NIENTE, comunisti. Nel loro partito erano della corrente più avanzata, certo, ma in qualsiasi partito esistono DA SEMPRE le cosiddette “correnti”, una più a sinistra dell’altra e viceversa.
È proprio vero che il popolo italiano non è politicamente maturo. Oggi ancor meno di ieri.
Qui ne abbiamo la dimostrazione lampante.
Un'”analisi storica” che definirei spassosa.
La conclusione non poteva essere che quella dei fatti: che Dossetti non fu comunista mai in tutta la sua vita.
🙂
Bersani stando alla biografia di Wikipedia si potrebbe definire catto-comunista, nel senso che prima è stato cattolico, poi comunista.
A chi ti riferisci, Lorenzo?
Sto divagando, ma Bersani non è un cattocomunista. E’ figlio di genitori cattolici e democristiani, da piccolo ha frequentato l’ oratorio ma ben presto ha aderito a organizzazioni comuniste definendosi poi ateo. Quindi il catto va tolto e rimane solo il comunista.
“… prima è stato cattolico, poi comunista.”
Beh, evidentemente Wikipedia non è stato aggiornato.
Il PDS di Bersani oggi non è certo comunista.
Aggiungo che, se Bersani fosse comunista, si troverebbe in un altro partito, che è Rifondazione comunista.
Figli cari, aggiornatevi. 😀
Mi riferisco a “allora ti posso dire che Dossetti,in prospettiva, lo fu.” con contorno di patate e misticanza di stagione.
Andrea,
stavo facendo dello spirito ( e ho detto quello che dici tu).
Comunque il tuo commento e quello di Victoria confermano quello che dicevo, ossia che ognuno ha la sua idea di ‘comunista’.
Concordo con te Enrico
E sbagliate, cari miei. Fate male a concordare. Ve lo dico con spirito di amicizia.
Non è che ognuno ha la sua idea di “comunismo”.
Bisogna conoscere bene i termini e le vicende dei partiti, altrimenti si prendono lucciole per lanterne.
C’è una idea precisa di comunismo e c’è un’altra idea che corrisponde ad una più generica “sinistra”. Identificare le due cose, come qualcuno qui fa da sempre, è sbagliatissimo.
Il comunismo vero è quello di derivazione sovietica, senza distinzione fra le classi sociali, importato nel nostro Paese da Togliatti, seppure fosse ben più moderato.
Ed è, ancora oggi, quello della Cina e della Corea del nord, anche se in Cina si sono perse alcune caratteristiche del primitivo comunismo, visto che lì ci sono, a quanto pare, i ricchissimi che possono comprarsi certe squadre di calcio italiane. Ma c’è sempre poca libertà e forte repressione–anche la pena di morte– nei confronti dei dissidenti.
Poi in Italia ci fu lo “strappo” dall’Unione sovietica attuato da Enrico Berlinguer, quel politico benemerito a cui si deve riconoscere una bella svolta nella concezione della politica, intesa come esercizio a servizio dei cittadini, basandosi sul perseguimento di certi valori etici che non vanno messi sotto i piedi. Non è un caso che quasi tutti i politici di partiti diversi ogni tanto facciano riferimento a lui. Strano ma vero.
Il suo partito, tuttavia, restava pur sempre un partito comunista( PCI), ma ormai senza dipendenza dall’Unione sovietica. Ovvero un partito più morbido e “umano” rispetto a quell’altro, e sempre in difesa dei diritti dei lavoratori e dei più deboli in generale; che non esecrava, per esempio, la religione e non ripeteva certo lo slogan trito e ritrito, e ridicolissimo, dell’ “oppio dei popoli”, che comunque un fondo di verità lo aveva. Si pensi solo alla Chiesa dei tempi lontani che insegnava la rassegnazione quale virtù dei poveri. “Beati i poveri che piangono…” Come a dire: i poveri devono restare poveri, ché sicuramente ci sarà per loro la ricompensa nei cieli. Una autentica schifezza impartita come pillola soporifera. La teologia della liberazione, invece, parlava di reazione legittima ai soprusi dei ricchi. E fu condannata dalla Chiesa. Ci sarebbe molto da dire su questo argomento.
Ci fu un periodo in cui la Chiesa scomunicava chi aderiva al partito comunista considerato il partito dei mangiapreti.
E molti se ne infischiarono altamente di quella scomunica.
La sinistra, invece, è altra cosa. Tutti i partiti che si riuniscono nella categoria definita “sinistra” dovrebbero, in teoria, stare dalla parte del popolo facendone gli interessi, riducendo i privilegi delle caste e della classe più abbiente. Seguendo il principio sacrosanto della giustizia sociale. Che però, a quanto pare, resta un miraggio.
Dovrebbero, inoltre, essere progressisti, cioè aperti alle innovazioni in tutti i settori della vita. La qual cosa, tuttavia, esige un’apertura mentale che purtroppo molti non si ritrovano caratterialmente.
Dunque, non si tratta di avere diverse idee di “comunismo”. Si tratta invece di conoscere bene i principi ispiratori dei diversi partiti. E di non parlarne a vanvera, come qualcuno fa qui mescolando amabilmente le pere con le mele.
Un vero cattolico che guardasse al Vangelo, dovrebbe volere la giustizia sociale e battersi per essa. Aiutare chi sta peggio senza guardare il paese di provenienza.
Ma a me sembra che il Vangelo in realtà lo conoscano pochi e non abbia risonanza anche fra i cattolici.
Premetto che non sono ferrata in politica, ma la storia la conosco discretamente. Per rispondere alla domanda tua Enrico, dovremmo partire da più presupposti per tracciare la linea politica di Giuseppe Dossetti onde stabilire, razionamente, senza caramellarne la personalità e il pensiero come suggerisce Alberto Melloni che di Dossetti se ne intende, per servire la verità storica altrimenti si fa demagogia.
Partiamo dal presupposto che fare una disamina del marxismo in radice che parte da un concetto filosofico impossibile qui,ora, per complessità , spazio, tempo analizzare, possiamo però, an passant, considerarne l’evoluzione, gli orientamenti,le modifiche, gli aggiustamente le “cromature” che è andato assumento in oriente e in occidente. Sappiamo che dopo la rivoluzione bolscevica e in tutta l’area sotto l’egida dell’Unione Sovietica l’estinzione della religione, l’ateismo, l’imbarimento, la violenza gli orrori che seguirono decretano il fallimento, nella prassi, attuazione concreta, di questa ideologia spinta alle sue estreme conseguenze. Ma probabimente la società sovietica non fu quella che Carl Marx si aspettava e non solo Marx, anche mio padre: partì in gita per la Russia all’inno di “Avanti Popolo” e tornò che con “povero popolo”.Siamo ad un punto di non ritorno del marxismo in chiave rivoluzionar bolscevico, per quanto le spore velenose avevano e continuavano ad infettare il mondo e a decretare la morte della religione certo è che come prima conseguenza si avrà la scomunica da parte della Chiesa Cattolica, è il minimo….
Ma, se svuotato del suo potenziale rivoluzionario, tuttavia, il concetto di riforma sociale del pensiero di Marx fece presa. Nel “L’ essenza del Cristianesimo” denunciava la carenza delle Chiese, tutte, compresa quella cattolica, di poca attenzione alle masse contadine e operaie, alla povertà , alla miseria, e specie in America latina l’idea della religione vista come “oppio dei popoli”venne calvalcata certamente.
Consideriamo che il primo manifesto comunista viene pubblicato nel 1848 e soltanto nel 1891, con la Rerum Novarum di Leone XIII avremo la prima dottrina sociale della Chiesa e con un ritardo di quasi quarant’anni (1931) la seconda di Pio XI “Quadregesimo anno”, le chiese protestanti poi, più tardi ancora…
Ma torniamo a Dossetti e alla sua formazione politico, umano, religiosa prendendo le mosse dall’esperienza del fascismo e dai due blocchi in cui la società -ma eminentemente La Chiesa- veniva compressa : quello comunista bolscevico da un lato e quello nazifascista dall’altro. Poi la guerra la Resistenza Partigiana, il periodo post bellico in cui bisognava ricostruire. Ed è ‘li che va individuato il filo conduttore del pensiero politico dossettiano, in quella fucina di idee che vanno da Piero Gobetti a Gramsci, ai quali si contrappone l’ostracismo della “Civiltà Cattolica”. Altrimenti non si capisce il segnificato del lemma “centro-sinistra” e resta una parola vuota e ambigua.
Tra il cristianesimo e marxismo riveduto e corretto, distillando elementi essenziali da quelli NON essenziali c’è sempre stato il miraggio di un’alleanza, sempre…
Allora ci si domada: può un cristiano come Dossetti essere marxista? Per molti cristiani impegnati nell’Europa centrale, nell’America Latina e in tutte quelle aree depresse dalle ingiustizia sociali questo è “dovere” ed ecco il passo successivo e il senso che occorre dare alla parabola dossettiana e alle sue evoluzioni e diciamo a costo di attirarmi gli insulti:un cristiano può essere comunista o socialista (contro la destra) ma non è obbligato ad esserlo (contro la sinistra). In sostanza un cristiano ha diverse opzioni poliche e può prendere alla lettera anche la giustizia sociale marxista e lottare per essa purché, e questo è fondamentale, potrà chiamarsi cristiano soltanto colui o colei che in questioni come la lotta di classe, l’uso della violenza, il terrorismo, la pace, la giustizia, l’amore, ritiene come ultima decisiva autorità NON Marx, ma Cristo. Ed è in questo filone in cui va inquadrato, a mio avviso, il cattocomunismo di Giuseppe Dossetti.
@ed è in questo filone che va inquadrato…
Chiedo scusa per le imperfezioni, ma con il cellulare non è facile…
Il comunismo di marx non è un movimento filantropico, un vero programma reale che abolisce lo stato di cose presenti. E’ un processo dinamico nel quale la classe dei lavoratori si esprime per abbattere il sistema capitalistico basato sullo sfruttamento, sulla disuguaglianza e sulla proprietà privata e per formare una società fondata sulla socializzazione dei mezzi di produzione e all’antagonismo fra le classi subentra una associazione in cui il libero sviluppo di ciascuno è condizione del libero sviluppo di tutti, nella quale ognuno darà secondo le sue capacità e ognuno riceverà secondo i suoi bisogni
A questo, il manifesto programmatico presentato da Giuseppe Dossetti va aggiunto il primo principio fondamentale, che al rinnovamento della struttura di una civiltà corrisponde un rinnovamento della Chiesa, nel senso di una sua più approfondita presa di coscienza di verità già implicite nel suo insegnamento e di un’adeguazione delle sue strutture organizzative e dei suoi metodi d’azione ed il quadro è completo…
Un programma, quello di Dossetti, che divarica ma di tanto , sia da quello De Gasperiano DC, che dalla Chiesa con PIOXII prima e Paolo VI poi.
Una divaricazione che si farà evidente e verrà presa come atto di alto tradimento di don Giuseppe verso la Chiesa Cattolica quando si trattò di firmare il Patto Atlantico. Il rifiuto netto di Dossetti, unitamente alleato con sinistra comunista e altre forze presenti, non poté che decretare la fine del sodalizio e anche la destituzione del cardinale Lercano.
Se si pensa che la Chiesa era dentro una crisi spaventosa, anni sessanta, stretta tra il blocco URSS-USA i fatti del Vietnam, la guerra fredda , insomma, dire che questo di Dossetti non fu un atto su cui discutere circa la sua identità politica, insomma, ce ne vuole!
“una figura ancora indigesta e rimossa, cancellata – in vari ambienti politici ed ecclesiali; ma soprattutto esposta al rischio d’essere ridotto [?] in un santino piatto ed exculturato, facile da ricordare e da dimenticare nel frullatore d’una devozione insipida»
Melloni, Bologna, il Mulino,(p. 383).
Due lenzuolate sul nulla e una citazione fuori contesto.
Tutto per non riconoscere di aver detto una somarata spaziale.
Se non altro, è sparito il ” sindaco” comunista”.
🙂
E aggiungo:
“incredibile infatuazione per il comunismo, specificamente nella sua versione marxista, che si illudevano di poter “correggere” e di poter “chiarire” agli stessi marxisti, coniugando tranquillamente il Vangelo e «Il Capitale»: e questo dopo gli orrori della guerra di Spagna, le “purghe” staliniane, la persecuzione sistematica della borghesia e dei cristiani in tutti i Paesi caduti nell’orbita sovietica.
guazzabuglio di velleità incredibilmente ingenue e di ambizioni intellettuali tanto smodate, quanto irrealistiche e inconsistenti, quando non decisamente sbagliate in se stesse, ossia scaturenti da gravissimi errori interpretativi, sia dell’aristotelismo e del tomismo, sia del marxismo? Che cosa dire di questi ambiziosi “professorini”, di questi giovani seguaci di Dossetti, i quali volevano cambiare il mondo e che accusavano De Gasperi di gestione personalistica del partito dei cattolici e di impostazione conservatrice (in quanto liberale) dei suoi obiettivi sociali e delle sue finalità economiche?
Il minimo che si possa dire è che erano fuori della realtà, per un eccesso di dottrina astratta e di presunzione speculativa; e quanto fossero miopi, incredibilmente miopi e angusti, i loro progetti, o meglio, i loro sogni ad occhi aperti, lo si può ben giudicare adesso, a distanza di oltre sei decenni, ma già allora era chiaro, per chi fosse capace di vedere le cose con un poco di obiettività e di distacco: né si potrà mai deprecare abbastanza la loro incredibile infatuazione per il comunismo, specificamente nella sua versione marxista, che si illudevano di poter “correggere” e di poter “chiarire” agli stessi marxisti, coniugando tranquillamente il Vangelo e «Il Capitale»: e questo dopo gli orrori della guerra di Spagna, le “purghe” staliniane, la persecuzione sistematica della borghesia e dei cristiani in tutti i Paesi caduti nell’orbita sovietica.
Dire che una simile operazione pecca di presunzione è ancora troppo poco: sarebbe più giusto dire che rappresenta un esempio da manuale di ciò che, in filosofia, è non solo opinabile e sconsigliabile, ma decisamente scorretto e irragionevole”
All’origine del cattolicesimo di sinistra la filosofia “dossettiana” di Felice Balbo
Aggiungo e Condivido!
” Il germe del radicalismo di sinistra, dell’intransigentismo rivoluzionario e barricadiero, non proviene solo, e non proviene in prima istanza, dalla tradizione marxista italiana, non proviene da Turati, o da Labriola, o da Bordiga, ma da alcuni “professorini” cattolici, che avevano sul comodino non il «Capitale», ma la Bibbia, e perfino da alcuni preti: giovani come Dossetti e Lazzati, come Rodano e Ossicini, come La Pira e Fanfani. Alcuni di essi sarebbero poi confluiti nel Partito comunista, altri ne sarebbero usciti; tutti, comunque, avrebbero criticato l’immobilismo e il conservatorismo di De Gasperi e avrebbero auspicato un profondo, radicale rinnovamento dell’intera società italiana, sulla base di un egualitarismo che aveva poco da invidiare a quello marxista. Oggi sono arrivati a occupare le posizioni chiave sia nello Stato italiano, sia nella Chiesa cattolica: è il loro grande momento.
Politicamente, i giovani “rivoluzionari” di formazione e di orientamento cattolico sono seguaci, fra il 1945 e il 1951, di Giuseppe Dossetti; filosoficamente, si rifanno ad un filosofo torinese oggi poco noto al grande pubblico, ma che ebbe, negli anni Cinquanta e Sessanta, una considerevole influenza non solo sul gruppo, in fondo relativamente ristretto, che a quell’area faceva riferimento, ma anche presso un settore molto più vasto della galassia cattolica, un settore che non guardava tanto alla Democrazia Cristiana, ma al Partito Comunista, quale strumento per realizzare l’auspicata trasformazione della società italiana in un senso autenticamente “progressista” e “democratico”, sì da abolire secolari ingiustizie e inammissibili, inveterati privilegi che impedivano, a suo giudizio, l’instaurazione dei valori genuinamente evangelici nella Città terrena”.
Felice Balbo, nato a Torino il 1° gennaio 1914 e morto a Roma il 3 febbraio 1964, laureato in Giurisprudenza, ufficiale degli Alpini nella Seconda Guerra mondiale
Balbo è quel filoso , ufficiale degli Alpini della Seconda Guerra mondiale e poi membro attivo 1943-1945, della Resistenza importante punto di riferimento per una intera generazione di cattolici di sinistra compreso Dossetti ed egli stesso ammiratore del comunismo e del Partito Comunista, è stato uno dei maggiori teorici dell’incontro fra le due ideologie, la cattolica e la marxista
Che vi sia una incompatibilità essenziale fra cristianesimo e marxismo, sul piano teorico; e che, sul piano pratico, il marxismo avesse già fatto milioni di morti tra le file dei cristiani, non solo in Unione Sovietica, ma in tutti quei Paesi in cui il comunismo aveva preso il potere, e sia pure, come in Spagna, per un periodo di tempo assai limitato: tutto questo, evidentemente, non turbava i sonni del filosofo piemontese e non scalfiva né punto, né poco, le sue rocciosa certezze circa la giustezza della propria concezione e la sua beata ingenuità di credere possibile e auspicabile una sorta di convergenza fra cultura cattolica e cultura marxista, per la creazione di una società italiana rinnovata, più felice e più consona agli insegnamenti del Vangelo.
Ciò la dice lunga sulla lungimiranza di Balbo: il tempo è galantuomo e mostra di che moneta fossero tutte le filosofie che non seppero scorgere neppure questo fattore discriminante.cui Che vi sia una incompatibilità essenziale fra cristianesimo e marxismo, sul piano teorico; e che, sul piano pratico, il marxismo avesse già fatto milioni di morti tra le file dei cristiani, non solo in Unione Sovietica, ma in tutti quei Paesi in cui il comunismo aveva preso il potere, e sia pure, come in Spagna, per un periodo di tempo assai limitato: tutto questo, evidentemente, non turbava i sonni del filosofo piemontese e non scalfiva né punto, né poco, le sue rocciosa certezze circa la giustezza della propria ideologia. Ciò la dice lunga sulla lungimiranza di Balbo: il tempo è galantuomo e mostra di che moneta fossero tutte le filosofie che non seppero scorgere neppure questo fattore discriminante.
Chiedo venia per le ripetizioni …comunque il tutto è tratto dal testo
“All’origine del cattolicesimo di sinistra la filosofia “dossettiana” di Felice Balbo
di Francesco Lamendola scrittore e filosofo contemporaneo
Si susseguono le lenzuolate e i copiaincolla che aumentano di misura.
Qui non si parla né di Felice Balbo, né dei dossettiani,
Qui si parla di una affermazione sventata, precisa, circostanziata, così come è stata fatta da Claudia Floris Leo,su Giuseppe Dossetti.
Che resta completamente destituita di fondamento,anzi: tutto quello che viene aggiunto alla rinfusa ne conferma la assoluta falsità storica.
A meno di non utilizzare le categoria della ” sora Cesira” , o categorie da bar, per le quali si da del fascista e del comunista a capocchia a chicchessia per reconditi motivi personali e vaghe assonanze. Categorie che vanno benissimo nelle chiacchiere di condominio e da tram, ma cascano come il proverbiale e calzante asino se sciroppate come verità di fatto.
La quale verità di fatto è una sola: Dossetti fu discusso e resta discutibile su una quantità di cose, ma certamente ( FATTO) non fu mai comunista, per non parlar del sindaco.
Tutto il resto attiene a quello che Claudia Floris Leo pensa di lui, di Lercaro, dell’essere comunisti, del comunismo, dei rapporti tra cattolicesimo e marxismo, dei “compagnucci” (sic) amici del suo babbo e di non so che altro….ma non ha NULLA a che fare con il fatto storico.
E’ sempre la stessa storia: per svicolare dalla cretinata di don Milani comunista ci si rifugiò a parlare di Pasolini omosessuale, qui siamo planati su Felice Balbo e i dossettiani…si può andare avanti all’infinito, di vicolo in vicoletto.
Non è che le spigolature mietute sul web cambino la realtà delle cose.
Dossetti è stato definito “divisivo””: che dire allora dello stesso Biffi, del suo successore Caffarra, di Negri: sono stati personaggi che hanno creato unità? Le critiche stesse di Biffi a Dossetti sono il segno di come alcuni vescovi abbiano perso la barra, sempre più chiusi nella loro autoreferenzialita’ al punto da esprimere giudizi pesantissimi su un personaggio che li surclassa quanto ad intelligenza, spiritualità, intensità della fede.
Alberto Farina
Si Farina, ma l’utopia quando si parla di politica bisogna lasciarla da parte. La politica è una cosa serie, coinvolge la vita di milioni di esseri umani.
Il comunismo platonico, lasciamo a Platone a Tommaso Campanella e a Tommaso Moro prima di lui che con la sua utopia del mondo moderno fa la satira alla “città del sole” collocata sul colle, circondata da mura e dai pianeti -metafora di un Cristianesimo insieme evangelico e naturalistico- che adora nell’universo l’immagine stessa di Dio; la proprietà privata è abolita, come la famiglia; i beni son comuni, come pure le donne; l’educazione è assicurata a tutti; tutti devono lavorare senza distinzione d’importanza fra lavoro intellettuale e manuale; ognuno ricopre il ruolo adeguato alle proprie inclinazioni naturali e ai propri meriti secondo una struttura gerarchica che tuttavia non ammette soprusi e ingiustizie. Per la serie”Cedat Columbus” e “Vicisti, Galilaee” . Purtroppo, al sogno di una città regolata da giustizia e sapienza si contrappone una società presente dove dominano la forza, il machiavellismo, la ragion di Stato, l’ipocrisia.
Gli utopisti, s’innamorano di cose e di idee mai sperimentate. Purtroppo, quando si realizzano, si rivelano ben diverse da come se le immaginavano.
(Giuseppe Prezzolini)
Forse sono tarda di mente, ma non vedo che cosa c’entri l’utopia in questi discorsi.
Tanto per chiarire qualcosina.
È del tutto inutile fare un discorso assai lungo e arzigogolato per dimostrare che ci furono persone illustri, cattoliche, che furono di sinistra e che volgarmente e risibilmente vengono definite cattocomuniste. Per andare a parare, infine, nel Dossetti cattocomunista e in altre figure “divisive” all’interno del cattolicesimo.
Una cosa certa è che certi parametri evangelici, lo si ammetta o no, sono inclusi nella politica di sinistra. Proprio per questo motivo certi personaggi di spicco cristiano-cattolici furono vicini ai partiti di sinistra, così come accade ancora oggi. Riconoscevano in tali partiti la volontà di adoperarsi a favore della fascia più debole della popolazione; la qual cosa non metteva nel conto alcun intento rivoluzionario di tipo comunista vecchia maniera, ma rispondeva al diritto sacrosanto di prendere le parti di chi risulta essere ai margini della società.
Una Chiesa degna del Vangelo non deve limitarsi a predicare dal pulpito, in via teorica, il dovere di salvaguardare i diritti che la dignità umana esige per ogni persona vivente. Deve adoperarsi fattivamente perché tali diritti siano operanti. E questo obiettivo lo si può raggiungere solo tramite l’impegno politico, aderendo a quei partiti che mirano a questo scopo.
Cioè–ripeto– a difendere la dignità umana.
Ecco perché molti laici cattolici ed anche molti ministri del culto oggi sono di sinistra, suscitando ovviamente riprovazione e condanna da parte dei cattolici che ancora non hanno capito.
Che cosa non hanno capito?
Che nella vita non si può solo predicare un Vangelo astratto, dicendo bla bla bla e cose varie, che girano per l’aere e non colpiscono il bersaglio.
Per risolvere certe penose situazioni di discriminazione c’è bisogno di una politica attiva, che è lo strumento che in una società che si rispetti va utilizzato nel migliore dei modi.
Quanto alle divisioni che esistono nella società e anche nella Chiesa, esse sono, e saranno sempre, nell’ordine delle cose. Sono normali, per così dire. Quindi è inutile scandalizzarsi e incasellare una persona, più o meno nota, in una determinata categoria nel tentativo di demonizzarla o, comunque, di gettare ombre su di essa, partendo da una visione non obiettiva. Bisognerebbe sempre di cercare di capire le motivazioni che hanno determinato quella persona nelle sue decisioni.
Allora, vanno prima di tutto esclusi i preconcetti derivanti dalle proprie idealità e ideologie. In secondo luogo va considerata l’onestà della persona, e se questa onestà le va riconosciuta, allora è il caso di chiedersi e di capire quali sono ( sono stati) i motivi giustificabili alla base del suo agire. Dopo di che la si può anche confutare quella persona, se non si è d’accordo, ma cercando di riconoscere e assimilare,SEMPRE, il positivo che può esserci in quelle motivazioni. Ammesso che ci sia.
Quello che lei dice Victoria è vero, una certa vicinanza ai temi cari alla sinistra esiste nei cattolici, il problema è pero’ tenere distinte le posizioni perché la sinistra se ha a cuore certi valori cari a i cattolici, ne porta avanti altri che sono in antitesi con altri valori essenziali per noi cattolici e a cui non si puo’ non aderire pena la perdita della nostra fede e della nostra identità, mi riferisco, all’inizio e fine vita, aborto, paternità in surroga, matrimoni omosessuali, eutanasia, ecc. per questo fino a quando le figure sono state distinte, i cattolici potevano seguire con coerenza le proprie convinzioni, tanto che la Margherita si trovò in contrasto su certi referendum con la sinistra e vincemmo, quando i vertici di questo partito, Bindi and company fecero di tutto per unirsi nel PD, nonostante il 90% degli iscritti fosse contrario, crollo miseramente ogni testimonianza dei cattolici in politica, in questo schieramento…