A via dei Messapi, sulla destra per chi abbia alle spalle la ferrovia, leggo una scritta nera: “che ci sta portando via”. Non c’è il soggetto. Azzardo a mio talento: “Questo vento”.
Che ci sta portando via
12 Comments
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http://www.news.va/it/news/messaggio-del-papa-per-la-xlviii-giornata-mondiale
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-internet-31463/
http://www.cyberteologia.it/
Nooo, secondo me è Alan Sorrenti:
«Non c’è tempo di fermare
questa corsa senza fine
che ci sta portando via»
Frammento tratto da “Figli delle stelle”, una delle più elevate (e citate) espressioni della poesia novecentesca… 😀
E’ vero!!! : O
Ammazza nicole’…ma come hai fatto…sei un genio…
Grazie Nicoletta, ero sicuro che c’era il trucco ma non sapevo quale…
«Quando sono in te, quando tu sei in me», ricordate? http://www.luigiaccattoli.it/blog/2013/12/14/quando-sono-in-te/
Non trovate anche voi che Alan Sorrenti sia uno dei più citati sui muri de Roma?
Ciao
..questo vento…
Di ponente che soffiando
Spazza via ogni nuvola dal cielo
E la terra nera , brulla
si riveste del suo gelo
nulla intorno, no rumore
né sentor di voci o suoni
solo un vuoto senza tempo
che sospende ogni lamento
così è pace
che silente, scende,
ammanta il cuor dolente
non più turbina il pensiero
che violento scuote il velo
che ottundeva la ragione…
uno squarcio di sereno
e di colpo, all’improvviso
s’intravede il Paradiso!
Mi è venuta di getto…..
Brava Clodine!
Alan Sorrenti, arrenditi! 😀
Ho amato – fin di tempi delle elemantari- ed amo la poesia e la musica. Sia l’una che l’altra hanno in comune la necessità di veicolare un messaggio, una vibrazione interiore, un sentire; e in più sono unite da un profondo antico legame che ha origini remotissime. Molti cantautori, ad esempio De Andrè, ma non solo, hanno attinto a piene mani dai testi di Umberto Saba, Eugenio Montale perché testo e ritmo interagiscono totalmente.
Trovo, e di questo mi rammarico, che i nuovi programmi ministeriali siano molto, ma molto carenti di questo potente mezzo espressivo: la poesia. La scuola di formazione ne è quasi priva, la maggior parte dei fanciulli e adolescenti non introiettano a livello mnemonico le poesie dei grandi autori del passato e contemporanei. Diciamo che “imparare a memoria” rientra in quel metodo oblsoleto di cui si fa ben a meno!
Una grande perdita per lo sviluppo interiore: avere per compagni giganti come Leopardi, Montale, Manzoni,Pascoli, Carducci, Cardarelli vuol dire non sentirsi mai soli nella vita, ma sembra siano stati soppiantati dai vari Gem Boy, dallo sballo, e dalle partite di calcio…per non dire altro…Peccato!
Cara Clodine, hai ragione: i programmi ministeriali sono carenti e dell’una (la poesia) e dell’altra (la musica; e questa da sempre). Per dirla tutta, a mio avviso sono carenti in generale, come se non fosse possibile far lavorare i ragazzi oltre il minimo sindacale… Eppure vanno a scuola con zaini pesantissimi, addirittura se li tirano dietro sulle rotelle: ma sembra che cotanto peso sia inversamente proporzionale alla quantità di sapere. (Ok, mia nonna diceva le stesse cose quarant’anni fa e quindi i casi sono tre: o tempora, o mores!; la cosa parte da lontano; invecchio velocemente).
Comunque, leggendo il tuo commento, mi è tornato in mente questo:
http://espresso.repubblica.it/visioni/2014/01/03/news/umberto-eco-caro-nipote-studia-a-memoria-1.147715
Grazie nicoletta per l’articolo, che ho letto con vera partecipazione perché riflette ciò che ho sempre pensato e che, mi sembra, sia condiviso da te e da molti altri…è un conforto…
ciao!