C’è una piccola donna in Atti 12 che va alla porta, riconosce la voce di Pietro – che tutti sapevano in carcere – e “per la gioia” invece di aprirgli corre a darne l’annuncio mentre Cefa là fuori continua a bussare. Chi non ha negli occhi una ragazzina che per la gioia corre dalla parte sbagliata? E la prontezza della “servetta ebrea” della moglie di Naamàn il siro, malato di lebbra, nel Secondo libro dei Re? E la concentrazione della sorella di Mosè che in Esodo 2 osserva “da lontano” che cosa accadrà al cestello di papiro in cui la mamma ha sistemato il fratellino? Io vedo i suoi occhi che guizzano di qua e di là sull’acqua del Nilo. Cerco le somiglianze tra la nostra umanità più genuina – che traspare dai ragazzi – e quella che anima i libri della Scrittura. Esse mi aiutano a intuire il gesto di Gesù che si “mette vicino” un bambino per spiegare chi sia “il più grande”, o il suo cuore che non si trattiene quando gli portano un ragazzo che ha cinque pani e due pesci. Ci interesseremo anche a un giovanissimo nipote dell’apostolo Paolo che ha una parte breve ma brillante in Atti 23: è sveglio come i nostri ragazzi che partono con le borse Erasmus. – E’ l’attacco di un mio articolo sull’ultimo numero di Regno attualità: CERCO I MIEI FIGLI NELLA BIBBIA ED ESULTO QUANDO LI TROVO. Lo puoi leggere qui, nella pagina COLLABORAZIONE A RIVISTE elencata sotto la mia foto.
Cerco i miei figli nella Bibbia
13 Comments
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Incantevole, questo percorso con i piccoli, con i bambini, con i figli, nella Bibbia. Mi sembra davvero cosa preziosa. Ma il “bambino avvolto in fasce”, dov’è? E il bambino che cresceva in età, in sapienza e in grazia? Certo, è in tutti i bambini. Eppure mi sarebbe piaciuto sentirti parlare proprio di Lui.
L’avevo messo e poi tolto per dargli un’intera puntata. Che sarà pronta forse per Natale. E’ rimasto l’accenno alle “donne incinte che parlano tra loro e delle loro pance” ma girato su Elisabetta, in attesa di girarlo su Maria e Gesù.
Ormai da molto tempo è diventata la mia abitudine,
appena arriva,
vado all’ultime pagine
che mi gusto
un po’ come antipasto della rivista,
che non riesce mai a lasciare indifferente.
Grazie Luigi
Grazie per la risposta – che porta anche una notizia entusiasmante- , Luigi.
Ora vorrei riflettere (qualcuno può aiutarmi?) su un tema che in questo articolo si affaccia – e lo conclude- con grande delicatezza ma che è tema di abissale profondità e fonte di finora non risolte e forse irresolvibili contraddizioni: quello accennato presentando le figure delle fanciulle Salomè e della figlia di Jefte. E’ molto pertinente il nome di “danza” per ciò che di gioioso/tragico le attraversa e le muove. A me pare che poco su questo ha elaborato nei secoli il pensiero cristiano. Qualcosa ne hanno “detto” gli artisti: Filippo Lippi, per esempio, con la sua dolcissima “danza di Salomè” nella cattedrale di Prato. Prato, dove lui ha “perso la testa” per la sua Lucrezia Buti…
Ora ha quattro mesi e mezzo.
E’ una bellezza, tenerissima, e somiglia al fratellino di tre anni.
A qualche giorno dal parto mamma e neotata tornano a casa .
Il fratellino non vede la mano della sorellina e chiede.
Lei è nata così, dice la mamma.
Lui risponde, si però ha due bei piedini.
Che bell’articolo, Luigi, veramente bello.
Sai cosa mi piacerebbe? Una riflessione anche sull’umorismo di Dio nella Bibbia. Una ricerca che spiega l’umorismo di Dio.
Ci sono nella Bibbia casi in cui si trova un Dio che si diverte alle spalle
dell’uomo di fede. Per esempio nella vocazione di Samuele (1Sam 3). Il racconto sembra, all’inizio, un richiamo alla favola di “Al lupo, al lupo” – sembra un gioco in cui Dio si diverta facendo dispetto ad un ragazzo ingenuo ed inesperto.
😀 Chissà come si è divertito Dio nel sovvertire le logiche dell’uomo?(tantissimi casi nella Bibbia), per esempio, servendosi di Mosé, un balbuziente, per l’annuncio della promessa 😀 o prediligendo un secondogenito in una società dove i primogeniti erano gli eredi, ecc. …
Per me Dio è veramente un tipo allegro 😀 (lo so, lo so, anche tenero padre e giudice misericordioso e tremendo)
Con simpatia.
Grazie Nino per avercene parlato.
E’ molto bello quello che dici e come lo dici, che il Signore benedica, la tua nipotina e tutta la vostra famiglia.
“Mamma, ma Gesù com’è fatto?” “E’ alto, ha i capelli lunghi e il pizzetto. E’ simpatico”. “Ma Gesù coi bimbi ci gioca?” “Sì” “E li piglia in braccio?” “Sì. E ci scherza e ride con loro”. Grazie Luigi per avermi ricordato questo piccolo lessico familiare rispuntato chissà come, dalle nebbie della memoria.
Nino ricordavo che avevi annunciato – un giorno – l’arrivo di questa bambina e che ti adoperavi per procurarle qualche aiuto medico o tecnologico. Un bacio alla piccola, ai genitori, al fratellino e a te.
Bellissimo post.
Io credo, giusto per raccogliere lo stimolantissimo spunto lanciato da Gabriella, che il senso dell’umorismo sia uno dei doni più importanti offertici da Nostro Signore.
Mi unisco, poi, a Luigi, nel salutare con affetto la nipote di Nino.
Un saluto a tutti i fratelli in Cristo.
Roberto 55
Fiorenza. Ho letto l’estate scorsa LA TESTA DEL PROFETA di Elena Bono (editore Le Mani, Genova), dramma in tre atti del 1965, nel quale Salomè è dioversissima di come io l’avevo sempre immaginata: cioè inconsapevole delle cupidità intrecciate e contrastanti che la sua grazia scatena. Elena Bono invece la fa entrare in scena pienamente ammaliziata da Cusa, ministro di Erode, che la usa ai suoi fini : “Con un sol piccolo passo si possono rovesciare interi rapporti di forza (…) Sei proprio una bambina, nonostante tutto: per chè non capisci la forza enorme che ha l’innocenza; enorme (…) Tu… così gracile… così poca cosa… puoi impadronirti del mondo…” (atto secondo, sul finire).
La Salomè di Filippo Lippi nel duomo di Prato http://www.pratoblog.it/news/2009-10/filippo-lippi-gli-affreschi-del-duomo-di-prato-p3908.asp è invece pienamente donna. Nè la bambina ammaliziata di Elena Bono, nè la donna amante di Filippo Lippi rispondono – a mia veduta – all’innocenza della Salomè del Vangelo di Marco: “Entrata di corsa fece la richiesta”.
Nino,
dal giorno che ne parlasti in un post di Luigi,
non l’ho mai più dimenticato,
ho pensato spesso a quel tuo cuore di padre (nonno),
ma non mi sono mai azzardato a domandare nulla….
Ti ringrazio di averci condiviso questo arrivo,
che tocca la tua carne e le nostre emozioni.
Io continuero’ a ricordare te, i tuoi figli, i tuoi nipoti di cui ci hai condiviso.
Spero con forza che tu riesca in quelli che erano i tuoi propositi.
…. Non posso dire di più…
Non è una mail privata.
Ma ti sono grato profondamente per quello che ci dai,
per la tua passione,
per il tuo amore per ogni persona,
ma anche per la tua passione per tutto il Popolo di Dio che è la Chiesa.
Grazie Nino