Mi chiamo Carla Margutti e ho ricevuto il battesimo all’età di 26 anni, durante la Veglia di Pasqua del 2003, nella Cattedrale di San Lorenzo di Perugia. Sono nata in una famiglia non cattolica e, fino all’età di 21 anni, pur avendo frequentato le ore di religione cattolica a scuola, credevo che la Bibbia fosse un libro di belle storie da leggere e che Gesù fosse un “personaggio buono”, protagonista di quei racconti.
Dopo una serie di fatti che pesavano sulle mie spalle come macigni (tra cui alcune ingiustizie subìte sin da bambina, una famiglia perennemente in lite, una malattia che ha seriamente colpito mia madre, la morte di un amico carissimo, un fidanzamento concluso dopo tre anni e mezzo, un blocco nello studio…), sono giunta a pensare, poco più che ventenne, che la vita non avesse senso.
Un giorno la mia amica più cara, conosciuta all’Università, mi invita ad ascoltare delle catechesi del Cammino Neocatecumenale) e io accetto, pensando che quella sarebbe stata l’ultima carta che avrei giocato prima di mollare. E’ stata una folgorazione. Mi sono trovata dinanzi sei persone semplici come me e come tante altre, che mi annunciavano un fatto sconvolgente mai udito prima: esisteva un Dio che mi amava infinitamente così come ero, una fallita disperata, vuota e senza voglia di vivere! E quel Dio voleva fortemente rendermi felice.
Una di quelle persone, un ometto dalla faccia simpatica, un orologiaio sempre sorridente, una sera ha raccontato alcuni fatti della sua vita e io ricordo di aver pensato: “Come può essere così gioioso, con una storia del genere? Che senso ha l’esistere, per lui?”. Se io ero una fallita, quell’uomo come poteva definirsi? Quando ci ha svelato che Gesù Cristo aveva colmato di senso e di Amore ogni suo giorno, ho detto a me stessa: “Se è stato possibile per lui lo è anche per me! Di qualunque cosa si tratti lo voglio anch’io”.
Da quel momento non mi sono fermata un istante nella ricerca, sono stata accolta a braccia aperte dalla Chiesa, come una figlia, pur provenendo da un’esistenza pagana e di opposizione alla gerarchia dal Papa in giù, così come ho sempre ascoltato in famiglia. Dopo quattro anni di catecumenato, ho avuto la gioia e la grazia di ricevere i sacramenti. Sono passati quasi 10 anni, ora sono una sposa madre di cinque bambini, un’insegnante della scuola primaria ancora in cammino, ancora alla ricerca, vivo quotidianamente la “buona battaglia della fede”, finché Dio manterrà la Sua mano sulla mia testa, come ripeto spesso! Concordo in pieno con la frase del messaggio urbi et orbi di Paolo VI della Pasqua del 1969, quando disse che “il Cristianesimo non è facile, ma è felice”.
Perché ho scelto di battezzarmi? Quello che so per certo è che Dio ha scelto me, che se non lo avessi incontrato non credo mi sarei mai sposata, che se anche lo avessi fatto, sarei sicuramente separata da tanti anni, di certo non avrei cinque figli, molto probabilmente non sarei più viva già da parecchi anni! Gesù Cristo ha salvato e sta salvando la mia vita, il mio matrimonio, la mia maternità, il mio lavoro… colmandoli di senso e di Amore. Mi ha ridato la dignità che non ho mai avuto, ha riempito la mia esistenza di speranza, mi sta insegnando ad amare (cosa che non credevo possibile, prima di conoscerlo), ha posto nel mio cuore il desiderio di ricevere il dono della vita eterna, già in questa vita, sta mantenendo fedelmente tutte le promesse che mi ha fatto a partire da quelle catechesi ascoltate nel 1999.
La mia vita è stata rivoluzionata… Ora anche io, insieme a mio marito e ad altri quattro fratelli, sono diventata catechista per adulti e mi trovo dalla parte di quell’ometto semplice e gioioso, di chi, quasi tredici anni fa, mi ha testimoniato che l’Amore esiste e che a Lui nulla è impossibile!
La pace sia con voi, Carla Margutti.
[…] che Carla Margutti ha dato alla mia richiesta di raccontare vicende di battesimi avuti da adulti: qui puoi leggere il suo testo intero. Per l’inchiesta che vado conducendo, leggi […]