Questa bella preghiera è l’ultimo saluto di una ragazza al fratello di nove anni, letto alla messa di commiato, nel luglio del 1996. Laura è la più grande di quattro fratelli e ha 19 anni. Tra lei e Andrea ci sono Silvia e Marco, di 17 e 14 anni. Nelle parole della ragazza, piene di tenerezza, sentiamo l’affetto che circola in quella famiglia e lo strazio per la perdita del più piccolo, il più vispo, il più allegro dei fratelli. Alla fine della lettura, sentiamo di amare quel ragazzino che non abbiamo mai visto. Le parole della sorella ci hanno trasmesso per contagiato il suo amore.
Andrea, sono qui perchè voglio dire a tutte queste persone che ti vogliono bene ciò che rappresenti per noi. Tutti devono sapere che tipo di fratello abbiamo avuto l’onore di avere con noi.
Andrea è sempre stato il perno della nostra famiglia, il cuore. Lui ha sempre animato tutti noi con il suo sorriso, i suoi occhi, la sua vispa e allegra espressione. E’ sempre stato tanto dolce con noi, non diceva mai di no, non si tirava mai indietro e faceva di tutto pur di farci felici, pur di vedere felici i suoi fratelli e i suoi genitori. Ci adorava. E noi siamo veramente riusciti a dimostrargli quanto importante era per noi?
Andrea, sei un grande. Lo sei sempre stato fin dalla nascita. Andrea, sei un mito con la «M» maiuscola. Quando ci guardavamo insieme allo specchio, pronti per uscire, te lo dicevo spesso, ma tu non ci hai mai creduto, spero che ora te ne sia reso conto.
Volevi assomigliare in tutto e per tutto al tuo fratellone Marco, volevi essere come lui e in alcune cose superiore a lui. Ora sei andato in Paradiso prima di noi, Gesù ti ha voluto con sè nella sua squadra di calcio perchè gli mancava il campione più grande e più forte.
Caro Andrea, quando saremo con te, sarai tu a farci imparare a volare e a calciare lassù tra le nuvole.
Andrea, non smettere mai di sorridere perchè sei veramente bello.
Nostro fratello è sempre stato buono con noi. Quando aveva bisogno di un gesto affettuoso veniva da me o da chiunque di noi e diceva: «Laura, me lo dai un bacetto?»
Io sono la tua sorellina preferita, questo me lo diceva lui, ma io non ho mai saputo ricambiare veramente questo profondo sentimento che lui nutriva per me. Lui sa che gli voglio bene, ma non gliel’ho mai detto abbastanza. Ora piango e continuo a chiedermi: «Andrea, tu sai vero che ti amo?» Oh! Se ti amo Andrea! Ti amo davvero. Non te l’ho mai detto, scusa, ora è troppo tardi sia per un abbraccio che per un bacio.
Andrea ci mancherai tanto. Tu non sai che cosa sei per noi. Spero che tu, guardando nel profondo dei nostri cuori, abbia capito l’amore che proviamo per te.
Ogni giorno ci davi un insegnamento nuovo, ogni giorno ci rendevi più felici con la tua presenza e quando non c’eri ognuno di noi ti cercava. Anche con la tua morte, mio piccolo fratello, ci hai voluto dimostrare qualcosa. Andrea ci ha insegnato a essere uniti, ad amarci tutti e a farcelo dire. Dirsi l’un l’altro quanto ci si vuole bene è importante, è veramente importante.
Ditevelo, voletevi bene e ditevelo sempre perchè la vita dura un attimo, un momento ci sei e poi tutto vola via, così come è successo al nostro fratellino. Voletevi bene tutti e ditelo, ditevelo sempre e inoltre fate sempre sentire importanti le persone che sono al vostro fianco e state attenti quando fate delle osservazioni agli altri. Andrea Ci rimaneva male quando gliele facevamo perchè alcune volte non capiva ciò che gli veniva rimproverato, non capiva il perchè. Allora noi gli dicevamo: «Andrea, capirai quando sarai grande».
E ora? E ora se n’è andato!
Nostro fratello è sempre stato un grande, ricordatelo sempre sorridente. Non dobbiamo piangere quando parliamo del nostro Andrea.
Fatelo vivere in voi e vivete anche per lui perchè di voglia di vivere ne aveva tantissima.
Andrea! Io Laura, Silvia, Marco e i tuoi genitori ti amiamo.
Arrivederci Andrea, ti amiamo sempre.
Andrea è morto giocando: l’ha schiacciato un cancello scorrevole, all’ingresso dell’oratorio della sua parrocchia, a Sovico Brianza (Milano). Pare che con altri bambini stesse giocando ad aprire e chiudere quel pesante cancello a rotaia. Un colpo più forte ha provocato la rottura di un perno: il cancello è uscito dalla rotaia ed è caduto addosso ad Andrea, uccidendolo sul colpo. Era il 15 luglio 1996. La messa di addio, con la lettura di questo saluto di Laura, è stata celebrata il 18 luglio nella chiesa di Cristo Re a Sovico.
Giorgio e Mary Rivolta, i genitori di Andrea, sono commercianti. Laura è catechista in parrocchia ed è impegnata nel volontariato. Ha pianto leggendo al microfono queste parole. Che contengono due segni cristiani vivissimi: la speranza del ritrovamento nel Signore e la scoperta di quanto dovremmo amarci, essendo destinati a separarci e nell’attesa di quel ritrovamento.
La preghiera di Laura per Andrea mi è stata fornita da don Luigi Sala, sacerdote milanese.
[Testo pubblicato dall’Eco di San Gabriele nel dicembre 1996]