Qui si narra di un malato che sentendosi vicino alla morte, vedendo un mendicante disse che lo benediceva e ne chiese la benedizione: se avessimo l’occhio alla vita eterna, faremmo tutti così. Il malato è Stefano Bellan, di Casale Monferrato, che muore a diciannove anni nel 2005 appena rientrato da Lourdes dov’è andato con un pellegrinaggio dell’Oftal, essendo colpito da un tumore rarissimo che si chiama rabdomiosarcoma alveolare, 25 casi nel mondo. Animatore dell’oratorio e dei canti in parrocchia, Stefano vive da cristiano consapevole la veloce evoluzione della malattia che se lo porta via in dodici mesi. Questa è la narrazione del viaggio a Lourdes fatta dal papà Luciano che là l’aveva accompagnato:
Alle piscine quel pomeriggio c’era ressa. Ci attendeva un barelliere di Casale, il dott. Montiglio che ci fece entrare senza attendere molto. Stefano fu immerso e quando lo rivestirono, mi disse: “Adesso, papà, mi sento purificato”. Questa frase fece commuovere tutti, tanto che il dr. Montiglio si mise a piangere. Io in quel momento capii quale fosse il vero significato per Stefano, di quella immersione, fatta di acqua benedetta e intrisa di fede. Uscimmo e mentre spingevo la sua carrozzella, gli vidi sul volto un bel sorriso. Mi disse: “Papà, ho in me grande sofferenza, ma tanta gioia”. Passiamo ancora una volta alla Grotta per pregare. In lui ci sono serenità e speranza; una gran voglia di guarire. In camera arrivarono i medici e poi don Unia, a cui Stefano disse: “Don, se guarisco, voglio diventare un sacerdote”. Io quella notte sperai che il Signore lo guarisse. Il 7 maggio, era il sabato, Stefano volle fare una seconda immersione alle piscine e alla sera partecipò alla fiaccolata. Tutt’intorno c’erano le migliaia di fiammelle accese e nella mia mente pensavo a quel miracolo che non gli era concesso, e alle sue parole: “Papà la salute è una cosa molto importante, ma per me c’è prima Dio. E io credo!”
Si avvicinava l’ora della partenza e Stefano avrebbe voluto restare a Lourdes ancora. Si sentiva “a casa sua”. Muovendoci per tornare all’Accueil, Stefano vide un mendicante. Mi fece fermare: “Digli che lo benedico e che voglio la sua benedizione”.
Dalle pagine 53s del volumetto Stefano Bellan. Il fiore reciso di Porta Milano, a cura di Maurizio Scagliotti e Gigi Busto, Portalupi Editore, Casale Monferrato 2009, 76 pp., 10 euro. Qui una scheda. Per la richiesta della benedizione a un mendicante si può richiamare un passo delle Fonti Francescane: “Francesco si accostava a un vecchio mendicante, chiamato Alberto, chiedendogli lo benedicesse” (Anonimo perugino I, 8).
[Aprile 2010]