“So che sembra incomprensibile, ma con la mia vita così piena, in comunione con Dio, rifiuterei volentieri la guarigione per il semplice fatto che voglio rimanere sulla croce con lui”: parole di Rita Coruzzi di Reggio Emilia, 25 anni nel 2011, nata prematura e colpita da tetraparesi, costretta alla carrozzina dall’età di 10 anni, a seguito di un intervento chirurgico non riuscito. Rita racconta che dapprima ebbe un moto di ribellione – “Perché mi hai fatto questo, Gesù, perché?” – superato in occasione di un pellegrinaggio a Lourdes quando – pregando alla Grotta – sente “la voce di Maria” che le parla “dentro” e le affida un compito: “Devi utilizzare la tua sofferenza per portare la testimonianza dell’amore di Dio”. Da allora ha trovato la sua vocazione nello “scrivere e scuotere le coscienze per far capire quanto può essere bello vivere anche nella disabilità” e così “offrire conforto e speranza perché la mia condizione mi ha dato molto di più di quanto mi è stato tolto”.
Rita Coruzzi, Un volo di farfalla. Come la fede mi ha ridato il sorriso, Piemme, Milano 2010. Così Rita spiega il titolo del volume: “Uno dei miei sogni è di volare sempre più in alto, fino quasi a toccare il cielo, per questo mi piace immaginare di essere una farfalla un po’ speciale, accompagnata dalla carrozzina con la quale so di poter volare, e volerò”. Nel 2011, sempre da Piemme, Rita pubblica una sua personalissima riflessione sul modo in cui Giovanni Paolo II ha affrontato la sofferenza: Il mio amico Karol. Vita e santità di Giovanni Paolo II.
[Settembre 2011]