“Luigi, tu da me sei perdonato ma ti chiedo una cosa sola: di costituirti. Devi chiedere perdono a Dio di quello che hai fatto. Te lo dico proprio per l’amore che ti ho trasmesso e anche per l’amore che tu pensi di aver avuto per Moira. Difficile dire queste cose ma le dico col cuore”: parole di Giustino Squaratti, padre di Moira rivolte all’uccisore di lei Luigi Marchetti e pronunciate davanti ai giornalisti e alle telecamere il 7 aprile 2002 a Paspardo, Brescia, per lanciare un messaggio al fuggiasco. Il perdono della famiglia di lei era stato annunciato il giorno della messa di addio per la ragazza, il 6 aprile, dal parroco don Giulio: «Anche se ci auguriamo che la giustizia umana possa far luce piena sullo sconcertante episodio stabilendo adeguate punizioni che siano di monito a tutti, il perdono resta un atto bello e difficile ma non impossibile. Un atto che è già riuscito a papà Giustino».
Luigi, 32 anni, aveva colpito Moira, 26 anni, con 16 coltellate, forse in preda alla droga. Si costituì dopo due mesi e fu condannato a 14 anni col rito abbreviato. La famiglia di Moira non si costituì parte civile. Le famiglie dei due si erano abbracciate in chiesa durante la veglia alla vigilia della messa di addio. “Mi avevano telefonato per chiedere se potevano venire a rendere omaggio a mia figlia. Ho risposto di sì perché non abbiamo assolutamente nulla contro di loro. Non ci siamo scambiati nessuna parola. Ci siamo solo abbracciati piangendo” fu il racconto di Giustino.
Qui la cronaca del perdono annunciato dal parroco. Qui quello pronunciato da papà Luigi.
[Giugno 2010]