“La natura sarà arrabbiata con noi. Dio è con noi anche nel dolore, ma noi non possiamo capirlo. Noi non abbiamo gli strumenti per capire la volontà di Dio”: così Alda Merini (poetessa milanese 1931-2009) parla in televisione il 9 aprile 2009 del terremoto abruzzese avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 aprile, dicendosi “abbastanza” credente. “Anch’io sono stata ‘terremotata’ da un manicomio all’altro. Ognuno di noi ha avuto le sue scosse, però è nel momento del dolore che bisogna stringere i denti. Noi adesso partecipiamo a questa tragedia italiana, però non fermiamoci al dolore. Stringiamo i denti e andiamo avanti. Dio guarda tutti, ci vede, guarda i terremotati, vede gli infelici e non abbandona il mondo. Io sono sicura. E uno dei mezzi perchè Dio ci ascolti è proprio la poesia, la preghiera, il canto. Anche nel dolore bisogna saper vincere. In questi momenti di tragedia la forza del poeta può aiutare: lui che ha subito, che ha saputo magnificare il dolore credo che serva da esempio per chi è colpito. La mia ignoranza di poeta e di donna non capisce il male. Mi rifiuto. Il silenzio non deve essere un silenzio mortale, ma di rinascita; un silenzio di compassione, ma non di sconvolgimento totale. Guai se si perde la speranza nella nostra forza”.
Brava Alda! Era quella una delle sue ultime apparizioni in televisione. Pochi come lei hanno esercitato il dono della preghiera in pubblico nell’Italia a cavallo del millennio. Moriva sette mesi più tardi, il 2 novembre 2009, nel giorno di “tutti i santi” e in sua memoria amo riportare qui alcune delle sue libere parole che mi sono più care:
Quando gli amanti gemono
sono signori della terra
e sono vicini a Dio
come i santi più ebbri.
Quando gli innamorati parlano di morte
parlano di vita in eterno
in un colloquio di un fine esperanto
noto soltanto a Lui.
[da Ballate non pagate, Einaudi 1995, p. 26]
Ho parlato per lei di “preghiera pubblica”. Ecco una sua riflessione sulla fede in Dio che può chiarire che cosa intendo con quel concetto, applicato a lei: “La mia religiosità è molto pagana. Pagana e gaudente. Mi sono sempre comportata da grande peccatrice e non mi sono mai pentita. Non vado in chiesa a mormorare, d´altra parte le chiese sono sempre vuote. Non prego. Ma credo che Dio sia qui con me. Ne avverto la presenza, annuso il suo odore, sento dentro di me la pace divina. Due cose sopra tutte mi convincono dell’esistenza di Dio: che non sono padrona delle mie volontà e che l’Oceano Pacifico non possono averlo creato gli scienziati. Mi basta questo. Nego l’aldilà e la resurrezione. Se guardo tutto ciò di meraviglioso che Dio ha creato su questo terra, come posso credere che mi regali anche il paradiso? Sarà per questo motivo che non penso mai alla morte. A meno che non sia già morta. Lei che ne dice?”
Le parole sul terremoto le ho prese dalla trasmissione “Chiambretti Night” di Italia 1 del 9 aprile 2009. La riflessione sulla fede la prendo da un’intervista a “La Repubblica” del 27 agosto 2006. Qui poesie, foto, video e notizie.
[Giugno 2010]