Alessandro “Alex” Zanardi è un grande pilota ma è anche un campione della fiducia nella vita: dopo un incidente durante una gara in Germania nel 2001, che gli provocò l’amputazione delle gambe al di sopra del ginocchio, è tornato a camminare, a gareggiare e a vincere. E’ bolognese, nato nel 1966. E’ stato presente in 41 Gran Premi di Formula 1, campione Champ Car nel 1997 e 1998, vincitore del Campionato Italiano Superturismo nel 2005: quest’ultimo trofeo l’ha conquistato quattro anni dopo l’incidente. Oltre alla passione per l’automobile, pratica quelle per lo sci, la barca, il nuoto, il kart e il quad: “Con il quad vado a far la spesa ma faccio anche il fuoristrada, vado a prendere mio figlio a scuola e poi assieme andiamo a guadare un torrente. Con il quad prendo l’aria d’estate e vado sulla neve d’inverno”.
Ecco come Alex parla di sé e della sua contagiosa gioia di vivere in un testo intitolato BARCA, che si legge nel sito:
La barca è una mia grande passione. Intendiamoci, ammetto senza retorica che sarebbe una passione di molti, se non fosse per quanto costa. “Come ingrassare un maiale a savoiardi!”, diceva mio padre.
Comunque, fortunatamente, oltre a tante soddisfazioni, la carriera mi ha dato anche gratificazioni economiche tali da potermi permettere un simile “giocattolo”. Il mio “Squadron 58”, prodotto dalla Fairline, è una barca fantastica, il giusto compromesso per chi come me vuole il massimo spazio a bordo, senza rinunciare alla libertà di non dover dipendere da un equipaggio fisso.
Sulla “Hakuna Matata” (il nome della mia barca) viaggio infatti capitanando personalmente e dipendendo unicamente dagli amici per le operazioni di ormeggio.
A bordo ci sono quattro cabine più una quinta predisposta in origine per i marinai, che è spesso tornata buona per alloggiare “intrusi” dell’ultima ora. Normalmente partiamo in sei, che è il numero perfetto, ma accampandoci come degli zingari, siamo riusciti a starci in undici!
Comunque il mare vissuto in barca è veramente fantastico, anche se va rispettato, perché quando si “incacchia”, non c’è barca che tenga. Ma la libertà di solcare le onde, di alzarsi il mattino in un angolo isolato della Croazia e buttarsi direttamente in acqua senza nemmeno “passare dal via”, di ormeggiare al pontile di quei piccoli ristoranti che si trovano sulle isole Croate e mangiare il pesce appena catturato dai pescatori locali, di vivere soltanto di costume e T-shirt alla sera sono a mio avviso davvero impagabili.
Io poi, da quando ho perso le gambe, soffro molto di più il caldo. E’ una questione tecnica; siccome il sangue tende a disperdere la temperatura soprattutto attraverso le estremità, aver perso le principali mi complica lo scambio termico. E allora che faccio? Mi butto in acqua, mi raffreddo e chi se ne frega!
P.S. Per gli appassionati della tecnica, la mia barca pesa 24 tonnellate circa, monta due motori turbo diesel Caterpillar 16000 di cilindrata da 800 hp l’uno grazie ai quali raggiunge la velocità massima di 34 nodi, con una velocità di crociera di 28.
Alex è un burlone: una volta che gli battevano le mani “un po’ troppo” disse al pubblico di una piazza: “Basta ragazzi, chè mi tremano le gambe”. Ed è un uomo generoso: ha fondato un’associazione che si chiama BIMBINGAMBA per fornire protesi ai bambini che non possono procurarsele. Così Alex racconta l’emozione che gli ripaga ogni sforzo che compie per i piccoli:
“Quando arrivano da noi, a certi bambini non riesci a vedere il colore degli occhi, talmente sono abituati a fissare il pavimento per sfuggire agli sguardi pesanti della gente che fissa la loro menomazione. E che bello invece quando li saluti e noti con gioia il loro sorriso, la fiducia in se stessi che hanno ritrovato grazie a quell’arto sintetico: è una gioia immensa vederli rialzare la testa”.
Alex non è propriamente un cristiano, ma si comporta con il prossimo come se lo fosse. In un’intervista risponde così a chi gli chiede se sia credente: “Sì, nel senso che non posso credere che sia tutto solo chimica e fisica”. In collaborazione con uno dei medici che lo hanno riabilitato dopo l’amputazione delle gambe – Claudio Marcello Costa – ha scritto un libro intitolato Alex guarda il cielo dove racconta le avventure dei piloti che tornano a festeggiare la vita dopo grandi incidenti. Sottotitolo: “Il mito dell’uomo antico. Le fiabe degli eroi moderni” (Fucina Editore 2006).
Su Alex vedi qui, nel capitolo PARABOLE: Alex il pilota e la bambina senza gambe.
[Novembre 2009]