Lina Balestrieri che muore con la Bibbia in mano nel terremoto di Ischia

 

 

“Lina era nel Consiglio pastorale diocesano, aveva accolto nella sua famiglia numerosa figli disabili. Sentiva il desiderio di spendersi per i più deboli e i fragili. E’ morta mentre andava a preparare un incontro di preghiera”: così il vescovo di Ischia Pietro Lagnese ha ricordato al funerale Lina Balestrieri, morta il 21 agosto 2017 con la Bibbia in mano, a pochi passi dal marito, all’ingresso di una chiesa di Casamicciola dove stavano entrando per preparare la Liturgia della Parola di domenica 27 agosto. Aveva 59 anni.

Lina amava raccontare con vivacità la vicenda della sua fede, a partire dalla crisi che la colpì nei primi anni di matrimonio, quando ebbe l’impressione di dover rinunciare alla sua autonomia e di dover imparare a usare pazienza, umiltà e carità. Temeva di non avere quelle attitudini e di essere finita in una gabbia che non era disposta ad accettare, stante il suo carattere fiero e geloso della libertà di parola. Affrontò il parroco con tono di sfida, dicendogli che il matrimonio così come lo concepiva la Chiesa non era per lei.

Fu proprio in quell’occasione – narrava – che un saggio prete, Luigi Trofa, invece di entrare in polemica la invitò a iniziare un cammino di approfondimento alla ricerca di un più profondo rapporto con il Signore, nel quale trovare risposta a dubbi e perplessità. Entrò così in contatto con il Cammino Neocatecumenale, dove fece buona strada. Invece che una gabbia, il matrimonio – come attesta il marito Antonio – cominciò ad apparirle come il luogo appropriato per vivere la vocazione cristiana. Rilesse con gli occhi della fede la sua infanzia travagliata: aveva perso la mamma a tre anni ed era stata costretta a crescere in fretta. “Ho scoperto – diceva – che il Signore mi ha donato una seconda madre e con lei la gioia di tanti fratelli”. Così andò nascendo il suo desiderio di avere una famiglia numerosa formata soprattutto di bambini che avevano attraversato le sue stesse sofferenze.

Dopo aver avuto quattro figli naturali ne adottò altri due disabili, che aveva accolto in casa per donare loro, diceva, “un po’ di felicità e calore che altrimenti non avrebbero mai potuto ricevere nella vita e che a nessun bambino dovrebbero mai mancare”. Da quell’iniziale sofferta esperienza di sposa le venne lo stimolo a occuparsi delle famiglie giovani, soprattutto di quelle in difficoltà.

Dal vissuto cristiano veniva la sua contagiosa allegria e il buonumore con il quale agganciava ognuno che a lei si rivolgesse. La sua casa era sempre affollata, soprattutto di domenica, quando ospitava i fratelli con le famiglie e altri ospiti occasionali, facendo sentire tutti in famiglia. Ottima cuoca e buona conoscitrice delle tradizioni di Ischia, sapeva trasmettere, con contagiose spiegazioni in dialetto, la gioia di vivere e di stare insieme.

“Non è stato facile – racconta il marito – vivere accanto ad una santa senza essere santo. La rivoluzione avvenne il giorno in cui accogliemmo le reliquie dei Santi coniugi Martin, i genitori di Santa Teresa di Lisieux: la conoscenza della loro storia fece chiarezza sul nostro cammino. Il 21 agosto il treno del nostro matrimonio si è fermato: finito di recitare il Rosario, con la Parola di Dio in mano eravamo pronti per andare a preparare una nuova Celebrazione della Parola quando la terra ha tremato, una parete della nostra chiesetta è crollata e ho sperimentato drammaticamente le parole del Vangelo ‘uno sarà preso, un altro sarà lasciato’.  In pochi istanti mi sono trovato a vivere la scena del Calvario tenendo tra le mani il corpo di Lina martoriato e il suo volto pieno di sangue. Mi sono sentito come Giovanni ai piedi della croce insieme alla Madonna, ho sentito con l’orecchio del cuore le parole di Cristo rivolte ai miei figli: ‘ecco vostra madre’. Il treno della nostra vita riparte con un passeggero in meno ma con una guida dal cielo”.

La storia di Lina l’avevo letta sul “Corriere della Sera” del 22 agosto: “Lina Balestrieri morta mentre entrava in chiesa”. A fornirmi elementi narrativi dell’ambiente neocatecumenale è stata poi Antonella Lignani. Altri elementi li ho avuti da un’amica di Lina di nome Luisa che avevo conosciuto a Ischia in occasione di una mia conferenza.

[Agosto 2017]