L’avventura di Chiara Amirante e dell’associazione Nuovi Orizzonti
C’è un giovane movimento ecclesiale che si propone di portare il Vangelo per le strade e che ha creato il motto “Evangelizzazione di strada”: è italiano, ha per iniziatrice una donna di quarant’anni, Chiara Amirante, ne fanno parte circa trecento tra consacrati laici e famiglie. Il movimento ha il suo cuore pulsante in una “Associazione privata di fedeli” che si chiama “Nuovi Orizzonti”, approvata dal cardinale Camillo Ruini, vicario di Roma, nel 1997. La sede centrale dell’associazione oggi non è più a Roma, ma a Piglio, in provincia e diocesi di Frosinone. Il vescovo di Frosinone, Salvatore Boccaccio, è un entusiasta sostenitore di Chiara e della sua associazione.
Raccontano all’associazione che sarebbero almeno due milioni le persone incontrate dagli “evangelizzatori” dell’associazione, da quando esiste: le hanno incontrate nelle piazze, nelle strade e persino sulle spiagge, dell’Italia e del Brasile, ma anche in meetings, convegni, tavole rotonde, scuole, veglie di preghiera. Una delle modalità per incontrare gente di strada è quella di tenere una chiesa aperta di notte, per potervi attirare i giovani, visti come “popolo della notte”. Questa iniziativa si chiama “Una luce nella notte”.
Dall’inizio del 2003, Nuovi Orizzonti è arrivata anche in terra brasiliana. La Missione si trova vicino a Quixada, nel Nord-Est del Brasile, nello stato del Cearà. Lì è stata realizzata una piccola “Cittadella Cielo”, che ospita una comunità di accoglienza per bambini di strada, due comunità residenziali per giovani adolescenti, due centri per gli operatori e un centro di formazione al volontariato.
Un’altra Cittadella Cielo è in via di realizzazione a Fortaleza, sempre in Brasile, mentre un progetto ancora più impegnativo è in fase di avvio a Frosinone: dovrebbe essere composto da case per “volontari in formazione” e da un “piccolo villaggio di accoglienza alla vita” (ragazze madri, bimbi abbandonati e in difficoltà), oltre a centri vari di studio, comunicazione, formazione. Si può dare un contributo di un euro a questi progetti inviando un sms al 48589 (per informazioni chiamare 0775.502353).
L’avventura di Nuovi Orizzonti iniziò nel 1991, quando Chiara Amirante – che allora aveva 25 anni – decise di recarsi di notte alla Stazione Termini (lei è romana) per incontrare il popolo randagio di prostitute, drogati e barboni che affollano quell’ambiente. Veniva da un’esperienza nel movimento dei Focolari.
“Il desiderio che mi muoveva – ha raccontato nel volume Stazione Termini. Storie di droga, Aids, prostituzione, pubblicato nel 1994 da Città Nuova e che è arrivato alla dodicesima edizione – era quello di condividere. Condividere l’esistenza delle persone che vivono in strada. A Roma ci sono centri per barboni, istituti, tutte strutture che fanno del bene. Ma c’è una parte di questa gente che non vuole entrare in nessun posto: preferisce la strada alla comunità. E io volevo far qualcosa per loro, anche se non capivo bene cosa”.
Così Chiara descriveva quella sua attività sperimentale, che è diventata la falsariga del lavoro dell’associazione: “Cerco sempre di non stare troppo con la stessa persona per non farla attaccare a me. Io ascolto, la indirizzo eppoi scompaio. Non voglio che si crei una dipendenza, di nessun tipo. Voglio essere solo un tramite, uno strumento. Nient’altro”.
Così infine spiegava il nome “Nuovi Orizzonti”: “Vuol dire che questo dovrebbe essere un posto dove vivere la terra in cielo e il cielo in terra. A ogni persona accolta noi chiediamo l’impegno di provare a vivere il Vangelo ed è un continuo assistere a cambiamenti radicali di vita”.
Chiara è passata attraverso esperienze forti di sbandamento e conversione. Appena uscita dall’adolescenza si salvò per miracolo da un incidente stradale e le morì – travolta da un’auto – l’amica più cara. E’ passata per una notte oscura che chiama «black-out». Ha fatto persino una malattia degli occhi che poteva lasciarla cieca, è stata malissimo cinque anni ed è guarita di colpo.
La guarigione arrivò dopo una «specie di sfida con Gesù», dice lei come se raccontasse una scommessa con gli amici. Sentiva la vocazione a “portare il Vangelo per la strada” e disse al Signore: se sei tu a mandarmi quell’idea folle, fammi guarire. Guarì e andò a Termini la notte per anni.
Si unirono a lei Tonino e Loredana. Aprirono una casa di accoglienza a Trigoria, alla periferia di Roma. Lì portavano gli sbandati che incontravano a Termini e che accettavano la loro compagnia. Poi gli amici crebbero di numero e tutti insieme si trasferirono a Piglio, nel frusinate.
A chi le chiede se non stia correndo troppo, con i progetti di Cittadelle Cielo, risponde: “No, il popolo della strada è numeroso e senza misura è la bontà del Signore. Nel nostro piccolo, in questi anni abbiamo contemplato le meraviglie del suo amore”.
“Dimmi qual è la pagina del Vangelo che più senti tua”, ho chiesto una volta a Chiara, che mi rispose così: «Quella dove Gesù dice: dove due o tre di voi sono riuniti nel mio nome, io sono con loro». Il sorriso di Chiara è contagioso. I consacrati di Nuovi Orizzonti fanno una quarta “promessa”, oltre a quelle classiche di castità, povertà e obbedienza: quella della “gioia”. Una promessa che deriva dalle parole di Gesù: “Vi dico queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Giovanni 15, 11).
Dopo Stazione Termini, Chiara ha pubblicato – sempre con Città Nuova – Nuovi orizzonti. La nostra avventura nel mondo della strada (1996) e altri volumetti di preghiere e di spiritualità. Proprio ora lo stesso editore ha mandato in libreria un volume di Davide Banzato (diacono proveniente da Padova, uno dei dieci tra preti e seminaristi legati all’associazione di Chiara), intitolato Evangelizzazione di strada. L’esperienza e il progetto di Nuovi Orizzonti. “Il Vangelo – scrive Banzato – è nato in strada. Gesù ha predicato, ascoltato, sanato, esorcizzato, fatto miracoli di ogni tipo, camminando per le strade della Galilea. Quello è il luogo dove dobbiamo tornare”.
Ho conosciuto anche don Davide Girardi, un prete di Belluno che fa parte dell’associazione di Chiara e che – come il diacono Banzato – è stato contagiato dal progetto di portare il Vangelo per le strade: “Oggi non saprei come altrimenti immaginare il mio apostolato”.
Luigi Accattoli
Da La Voce di Padre Pio 5/2006