Sono per una conferenza a Ostuni e poco mi posso collegare. Approfitto di un internet point per inserire un post che ho scritto in aereo in risposta a un visitatore che si firma Marco. In un commento di tre giorni addietro avevo riportato un motto del libro intervista del papa [Luce del mondo, pubblicato il novembre scorso] proponendolo come un invito a leggerlo: «Considerare il Vangelo nella sua vitalità, semplicità e radicalità, renderlo di nuovo contemporaneo». Marco aveva chiesto: “Sì, ma come?” Ora provo a dire. Ovviamente non mi riferisco a “come” quell’impresa potrebbe essere affrontata dal papa o da Marco, ma da me: parlo solo per me. Dicendo il mio “come” forse renderò chiara la mia consonanza con le parole del papa. Io ritengo di potere e dovere contribuire – da gionalista – a “rendere di nuovo contemporaneo il Vangelo” cercando e narrando i segni della presenza dell’amore di Dio nell’umanità di oggi. Quei segni che chiamo anche “fatti di Vangelo” e che sono l’argomento centrale delle mie conferenze. Qui – Marco – trovi una presentazione aggiornata di quella mia ricerca.
Cercando i segni dell’amore di Dio
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[Segue dal post] Fermo avvicinamento a Brindisi con l’aereo ruotante sulla chiarità del mare. E poi Ostuni come città sul monte, che già una volta mi parve sorella della Minas Tirith del Signore degli Anelli. Scrivo questo per farvi rosicare.
Per certi fichi già mangiati a Brindisi vedi post del 16 giugno 2009.
…e ci sei riuscito, infatti io rosico…
🙂
Rosicare? Piuttosto stare in ansia per te, un uomo attempato in mezzo ai pericoli e ai disagi di un viaggio …
Luigi, io non posso rosicare perché sono a venti chilometri da dove sei tu oggi. Peccato che la conferenza sia proprio in orario di lavoro ma se posso un salto lo faccio. Mi piacerebbe onorarmi di rappresentare il pianerottolo in mezzo a tutte le persone che ci saranno.
Luigi, gentilmente, se lo incontrerai, salutami Mons. Talucci, arcivescovo di Brindisi-Ostuni.
Digli semplicemente che un giovane che ha sempre trascorso parte delle sue vacanze in Basilicata, (quando Mons. Talucci era Vescovo in quel di Tursi-Lagonegro), lo ricorda con molta stima.
Ti ringrazio.
F.
Vai Leopoldo, sarebbe un piacere averti come nostro rappresentante.
“Cercando i segni dell’amore di Dio” – Sarebbe utile scoprire come possa vederli un cieco e trovarli senza un indizio.
Provo a dire anch’io come la vedo
-“Gesù non è un rivoluzionario politico” – ma è un rivoluzionario religioso. Infatti pone fine al sistema religioso giudaico. Il libro dice: – “ Gesù non viene come distruttore; non viene con la spada del rivoluzionario. Viene col dono della guarigione”
Il dono della guarigione è utile per correggere i difetti mentali di una religione intesa come oppressione delle donne, come formalismo e ipocrisia. Insegna a ragionare diversamente “con giusto giudizio” non per convenienza, indicando che anche di Sabato si può fare un’opera eccellente, ecc. Ribaltando il modo di pensare e agire corrente. Ma non c’è più sordo chi non vuole sentire. La guarigione è un cambiamento mentale che deve fa preferire la Ragione al fanatismo che è religione.
“La Chiesa non si preoccupa di convertire gli ebrei” – Chissà perché Gesù mandò questi dodici, dando loro questi ordini: “Non andate per la strada delle nazioni, e non entrate in una città samaritana; ma andate piuttosto di continuo alle pecore smarrite della casa d’Israele.” ( Matteo 10.5-6) – forse nella Bibbia del papa non c’è questo versetto, o forse non sa cose significhi o forse non conviene politicamente e allora si finge di aver dimenticato.
“Gesù separa fede e politica” – dice il papa. Però il “non expedit” lo ha detto solo nel 1868 ma fu subito dimenticato per affossare la teologia della liberazione sostenendo che è cosa buona e giusta ma che non si può fare. Non si può fare una rivoluzione ma può fare gli sfratti e chiedere le esenzioni dalle tasse per i ricchi sostenendo i politici amici.
“Il sapere scientifico non ci fa conoscere la verità” – Anche qui non è che ci abbia preso, perché solo attraverso il sapere scientifico si può approfondire la conoscenza dell’Invisibile, per questo Paolo scrive : -“Poiché le sue invisibili [qualità], perfino la sua sempiterna potenza e Divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché si comprendono dalle cose fatte, così che sono inescusabili” ( Romani 1.20) – Si comprendono studiandole con il sapere scientifico. Ma nella Bibbia del papa questo versetto forse non c’è!
“Ponzio Pilato e la giustizia” – dice il papa : «Pilato conosceva la verità di cui si trattava in questo caso e sapeva quindi che cosa la giustizia richiedeva da lui. Ma alla fine vinse in lui l’interpretazione pragmatica del diritto: più importante della verità del caso è la forza pacificante del diritto, questo fu forse il suo pensiero e così si giustificò davanti a se stesso.” – E’ un’interpretazione faziosa e fuorviante.
Pilato non conosceva la verità perché era romano, e aveva un altra religione e Gesù era accusato dai Sacerdoti per questioni religiose incomprensibili a Pilato che non dava importanza a quelle diatribe infatti se né lavò le mani dichiarandosi estraneo. Se la dovevano vedere loro. Vedi (Atti 25.13-21 sotto)
Per capire come Pilato può aver visto la situazione, si può fare un parallelo con Festo quando disse di Paolo : “Quest’uomo poteva essere liberato se non si fosse appellato a Cesare”. Erano persone lige alle leggi e al dovere non irresponsabili e accomodanti.
E’ illuminante il discorso tra Re Agrippa e Festo :” .. il re Agrippa e Berenice arrivarono a Cesarea per fare a Festo una visita di cortesia. ..Festo espose al re le cose relative a Paolo, dicendo: “C’è un uomo lasciato prigioniero da Felice…i capi sacerdoti e gli anziani dei giudei presentarono su di lui informazioni, chiedendo un giudizio di condanna contro di lui. Ma io risposi loro che non è conforme alla procedura romana consegnare alcun uomo per favore prima che l’accusato incontri faccia a faccia i suoi accusatori e abbia avuto l’opportunità di parlare in propria difesa riguardo all’accusa. Perciò, essendosi essi riuniti qui, non indugiai, ma il giorno dopo sedetti in tribunale e comandai di condurre l’uomo. Comparsi gli accusatori, non presentarono nessuna accusa delle cose malvage che avevo supposto di lui. AVEVANO CON LUI SEMPLICEMNTE CERTE DISPUTE RIGUARDO ALLA PROPRIA ADORAZIONE DELLA DIVINITA’ e riguardo a un certo Gesù che era morto ma che Paolo affermava essere vivo.” ( Atti 25.13-21)
Era Felice che conosceva accuratamente le cose di questa Via” ( Atti 24.22) neanche Festo conosceva i dettagli della religione giudaica. ma Paolo si appellò a Cesare e Festo lo mandò a Roma.
Fu Gesù a non rispondere alle accuse come riferisce il vangelo “Ma egli taceva e non diede nessuna risposta” ( Marco 14.61) – ( Matteo 27.12): -“ Ma, mentre era accusato dai capi sacerdoti e dagli anziani, non diede nessuna risposta. Allora Pilato gli disse: “Non odi quante cose testimoniano contro di te?” Ma egli non gli rispose, no, nemmeno una parola, così che il governatore ne fu molto meravigliato.”
Per questo motivo Pilato concesse ai Giudei di essere i carnefici. Perché la legge romana prevedeva che l’accusato potesse difendersi cosa che Gesù non fece contribuendo a rafforzare la posizione accusatoria dei Giudei della quale Pilato era indifferente.-
“Quindi Pilato gli disse: “Non mi parli? Non sai che ho autorità di liberarti e ho autorità di metterti al palo?” Gesù gli rispose: “Non avresti contro di me nessuna autorità se non ti fosse stata concessa dall’alto. Perciò l’uomo che mi ha consegnato a te ha un maggior peccato”.( Giovanni 19.10-11) Si riferiva a Giuda o al Sinedrio ?
E si può andare avanti così.
Il sole a mezzogiorno non è un indizio per ciechi.
@Leopoldo, è bello far sapere a Luigi che ci siamo tutti anche se uno solo ci rappresenta …
Grazie del pensiero e del dono
@Luigi, mi stupisci sempre per il tuo carattere giocoso.
e …. hai detto bene, piuttosto di puntare il dito all’esterno, perchè non considerare quello che noi facciamo e testimoniamo?
Certe parole, epiteti del post precedente non mi paiono così edificanti.
Io sono la prima ad arrabbiarmi/scaldarmi, ma me ne guardo bene dall’insultare.
Chi mi conosce può dire che non sono buonista e facilmente asfalto le persone arroganti. Insomma, non mi sono mai fatta scrupoli di dire ciò che “penso” sia giusto, costi quello che costi.
Detto questo prendo a vado ad assaggiare (virtualmente) i fichi di Brinsisi … chissà, magari un po’ di dolcezza mi farà bene.
Che questa Quaresima, sia per noi il “momento favorevole”
per mollare gli ormeggi, salpare e lasciarsi guidare nella rotta del Vangelo nelle nostre scelte di vita quotidiana.
La Chiesa ci indica il come, il dove e il quando.
Allora occorre lasciarsi guidare, lasciare da parte il nostro orgoglio, la nostra stupida presunzione di saperla più lunga.
Metterci in viaggio con Cristo nella Chiesa verso Gerusalemme, per poi riposare e ristorarci all’ombra dei suoi portici.
Perché opporti a questa partenza? Perché rinunciare? Perché desistere?
Perché non riconoscere che solo questa è la meta? Che per questo siamo nati e a questo siamo destinati?
Suvvia, salpiamo dunque!
Caro Luigi,
grazie. Mediterò.
Aspetto altre risposte: laicità, rilevanza pubblica della religione.
Se puoi e se vuoi ovviamente.
PS1: domani sarò in piazza a difendere la Costituzione.
http://www.adifesadellacostituzione.it/
PS2: dalla mezzanotte di Sabato non scriverò sul blog per 40 giorni. Una pesante rinuncia quaresimale che ho scelto in segno di mortificazione e purificazione.
Salpiamo!
Sì, marta09, sei stata buonista.
Se condividi tante cose che dico perché non stai dalla mia parte?
Ti senti in colpa?
Penso che siano altri a doversi sentire in colpa:
– il cardinale a cena con Geronzi Verdini e Berlusconi
– il cardinale che periodicamente agita sangue liquefatto e intanto baratta immobili con finanziamenti pubblici
– l’onorevole cattolica che porta il cilicio ed è pronta a infilarti un sondino che non vuoi per far piacere a Echevarrìa e Ruini
– il presidente cattolico che nonostante un consenso bulgaro è sottomesso a Cesare e fa firme false per dare uno stipendio di 9000 E/anno ad una signorina che ha il merito di offrire “vergini al drago”
– i bugiardi oscurantisti cerchio-bottisti che scrivono su Avvenire.
Non tu dolce marta09.
Qui è in atto una lotta dura. Se hai timore, ti capisco. Non richiamare però chi lotta anche per te.
@Marco
Ok, ti sarò acconto in questa piccolissima seppur dura rinuncia.
Aderisco volentieri al PS2!
😉
sorry … accanto
“Se condividi tante cose che dico perché non stai dalla mia parte”
Evangelico Marco, che invita a scegliere la parte migliore…
Correzione:
L’evangelico Marco, con un colpo da “maestro”, invita Marta a scegliere la parte migliore…
@ elsa.F
“Suvvia salpiamo dunque” – ce l’hai la bussola ? lo sai qual è la meta ? quanto dura il viaggio ?
La Chiesa ci indica ? seguiresti un pirata ? è accusato di “crimini verso l’umanità” lo sapevi ? all’Aja !
@Marco caro, tu non sai in quale putridume della Chiesa metto le mani,
non sai quale dolore e passione per combattere tutto,
non sai quanta faccia ci ho perso ed amici pure,
non sai quanto sono rimasta sola e decisa sulle mie posizioni perchè non per non ho mai dato ragione ad una massa,
non sai quanti amici mi hanno tradito e non sai quanta sofferenza mi ha dato questa mia amata Chiesa.
Non puoi sapere quanto accuso e nelle stesso tempo penso che tutti siamo umano,
non sai quante volte ho chiesto conto a prelati e direttamente senza insegne e senza nomine,
non sai quanto mi è costato rimanere cattolica
e non sai neppure cosa significa non riuscire a recitare il Credo …
Non puoi sapere quanto sono realista e pure idealista
non sai quanto ho difeso il Vangelo dai preti sino al confronto diretto
non sai nulla,
ma ti posso farantire che non sono buonista, ma ti dico che ti capisco perchè innervosisce quando qualcuno ti parla di “lato buono” di tutti pur vedendone la maggior parte cattiva.
Ho imparato a mie spese affrontando ed accusando il prete quanto è facile ingannarsi, ma ti chiedo: hai mai affrontato a viso aperto un Vescovo?
Io, ahimé, sì e solo perchè aveva osato usare il nome dello Spirito Santo per motivare scelte del tutto arbitrarie e del tutto a proprio favore.
Ho sempre trovato nel mio amato Card. Martini ogni sostegno, ma anche lui non è stato esente da colpe ed errori che ha coraggiosamente ammesso oltre che scappare dal papato di cui tutti erano certi.
Ciao Marco e non mi stuzzicare altrimenti è la volta buona che Luigi bannerà per la prima volta un visitatore.
😀
Chiedo scusa per gli errori, ma ha parlato il cuore.
Grazie Marta 09 per la tua testimonianza.
Anch’io rimango nella Chiesa nonostante molte cose che non mi piacciono di essa, nonostante il comportamento di certi preti o di certi cattolici che sembrano dimenticare gli insegamenti evangelici, per fortuna ci sono anche tante persone che testimoniano il vangelo con amore e soprattutto c’è Gesu’ Cristo a cui possiamo affidarci senza paura.
Grazie ancora.
«Perché sono ancora cristiano?», si chiede Hans Urs von Balthasar. Perché il cristiano, risponde,«sa accompagnare silenziosamente i fratelli e le sorelle anche e soprattutto là dove gli altri si fermano». E perché sa che «quanto nella vita umana è assurdo e negativo trova senso e significato nell’incarnazione di Dio in Cristo: in lui l’Amore è riuscito a trasformare la solitudine della morte in una sofferenza che redime».
«E perché mai restare nella Chiesa?», si chiede Joseph Ratzinger in seconda battuta. Io rimango nella Chiesa e la amo, risponde il teologo, perché «è la Chiesa che, al di là delle sue infedeltà e delle debolezze umane, ci può dare Gesù Cristo», l’unico che redime l’umanità e la storia. E inoltre perché «la fede, che è una vera necessità per ogni essere umano e per il mondo, è possibile soltanto in comunione con altri credenti».
Hans Urs von Balthasar
Perché rimango nella Chiesa? Perché essa è la Chiesa dei santi, di quelli nascosti e di quei pochi che contro la loro volontà sono dovuti uscire alla luce del giorno. Essi confutano la folle accusa che il cristiano non sappia fare di meglio che ricevere il suo Dio che si dona, dimenticando poi di superare se stesso gettandosi con coraggio e fantasia in un’avventura sconosciuta.
Perché rimango nella Chiesa? Perché essa è la Chiesa dei santi, di quelli nascosti e di quei pochi che contro la loro volontà sono dovuti uscire alla luce del giorno. Essi confutano la folle accusa che il cristiano non sappia fare di meglio che ricevere il suo Dio che si dona, dimenticando poi di superare se stesso gettandosi con coraggio e fantasia in un’avventura sconosciuta. I santi sanno che Dio non è mai l’estraneo, l ‘altro quando chiama, egli è dentro di me più di quanto io stesso non sia. Il dono di Dio ispira ai santi progetti e realizzazioni tali di cui non è capace colui che rimane in se stesso; si aliena da se stesso soltanto colui che ignora o segue a malincuore la chiamata. Il santo dimostra la possibilità della totalitarietà cristiana: in virtù della grazia, ma comunque meglio della natura. Egli è tutto fuoco, ma per bruciare non gli occorrano gli altri come materiale da ardere, e non li riduce in cenere, come Niertsche. Egli arde del fuoco assoluto, vi vive come la salamandra; egli non ha identità, eppure ha una individualità completa, è un essere umano; egli fa ciò che gli altri solo progettano o trascurano (Pietro Claver, per esempio, Las Casas, Filippo Neri, don Bosco). Lasciate stare quegli altri che si riducono a stare nel fuoco e a bruciare per il piacere di bruciare; quando infatti il fuoco assoluto chiama a giudizio il mondo, è sufficiente bruciare insieme con quel fuoco per il mondo (De Foucauld, per esempio e altri simili a lui).. I santi sono i veri realisti, tengono conto che l ‘uomo così com ‘è, non ha speranza, e non fuggono dal presente per rifugiarsi nel futuro.. Essi sono i veri utopisti: malgrado tutto, si danno da fare e sperano contro la speranza. Sono cauti ma non calcolatori; vivono della prodigalità dell ‘amore eucaristico di Dio.
I santi sono umili: vale a dire, la mediocrità della Chiesa non li scoraggia a solidarizzare definitivamente con essa; perché sanno bene che senza la Chiesa non troverebbero la strada che li porta a Dio.. Essi non cercano di conquistarsi le grazie di Dio di propria iniziativa, scavalcando la Chiesa di Cristo. Combattono la mediocrità, non con la contestazione ma stimolando, contagiando, accendendo i migliori. Essi soffrono per 1a Chiesa, ma non diventano acidi, né si appartano imbronciati. E non creano conventicole accanto alle Chiesa, ma gettano il loro fuoco al centro. Se poi sono autentici, i santi non attirano l ‘attenzione su se stessi; essi non sono che un riflesso, mentre l ‘attenzione va diretta al signore del fuoco. Il distogliere l’attenzione da sé è un criterio esatto: «Egli [Giovanni Battista] non era la luce, ma doveva soltanto rendere testimonianza alla luce». Sempre di Giovanni si dice tuttavia: «Per illuminare coloro che giacciono nelle tenebre e nell’ombra di morte» (Lc 1, 79). Possiamo affermare che questo distogliere l ‘attenzione da sé riesce compiuta ma soltanto nella Chiesa, la quale appunto è qualcosa di più di una «comunità», di un fatto sociologico; essa è infatti l’«ancella del Signore» che distoglie l’attenzione da sé (e in questa atteggiamento rientra anche quello dell’ufficio umiliato), e pur essendo una pienezza non è una pienezza convinta di se stessa, ma «corpo e pienezza di colui che riempie tutti sotto ogni aspetto» (Ef 1, 23).
Perché dunque rimango nella Chiesa? Perché essa è l ‘unica possibilità di liberarmi da me stesso, di liberarmi da questa condanna della mia importanza, della funzione che si identifica con la mia persona, così che amando la mia funzione finisco per innamorarmi della mia persona; di liberarmi da tutto questo senza allontanarmi dall’uomo, perché Dio si è fatto uomo non in uno spazio vuoto ma nello spazio comunitario della Chiesa. Non ho il minimo dubbio che l’incarnazione di Dio sia diretta a tutti gli uomini e che egli sia sufficientemente Dio da raggiungere tutti quelli che vuole. Egli però ha eretto, al centro della storia dell’umanità e dei suoi orrori e inferni, un letto nuziale radiosamente inviolabile – la sua descrizione ai trova nel Cantico dei Cantici –; e l’inesauribile problematica della Chiesa non rappresenta una nebbia tanto fitta da impedire che dai santi trapeli costantemente 1a luce dell’amore: con semplicità, senza gettare il sospetto su alcuna ideologia, senza intralciare nessun programma.
Esiste una controprova, ed è purtroppo l ‘esperienza più irrefutabile che io abbia fatto nella mia vita nella Chiesa. Non occorre darle un peso maggiore di quello che conviene a un campo limitato d’esperienza. Esistono chiamate, vocazioni, che attirano nella zona del fuoco; esse impegnano sempre l’intera persona. Ed esistono rifiuti, che sono effettivamente tali soltanto se resistono consapevolmente (con mille motivi secondari) alla chiamata; essi sono più numerosi di quanto si pensi.. Costoro, i ricusatori, quelli che dicono «no», rimangono segnati, bruciano anche ma consumando se stessi; diventano cinici e distruttivi; essi possiedono il fiuto per riconoscersi a vicenda e fanno lega. Non importa che escano ufficialmente dalla Chiesa o vi rimangano. Chi possiede una certa capacità di discernere gli spiriti li riconosce. Ovviamente, essi non si identificano con i cosiddetti «nemici della Chiesa», e neppure con quelli che Ida F. Görres ha definito «commandos guastatori di Dio nella Chiesa». Costoro possono svolgere un lavoro rude ma necessario, un lavoro freddo e franco. L’azione dei ricusatori, invece, è molto più insidiosa, ma non intendo tratteggiarla; è sufficiente dire che essa, con i suoi tratti negativi, rende una testimonianza, irrefutabile perché involontaria, in favore del volto positivo di ciò che nella Chiesa può chiamarsi elezione e santità.. Con il loro fatale esibizionismo, i ricusatori indicano che cosa potrebbe essere l’eclissarsi, il dissolversi nel servizio puro..
Ovviamente, la Chiesa «dovrebbe»: dovrebbe essere e fare tutto, molto di più delle sue reali possibilità. Vorremmo semplicemente sapere se tutti coloro che abbandonano la Chiesa perché essa non soddisfa le loro attese, trovino poi altrove maggiore soddisfazione. Quando sento dire: «La Chiesa dovrebbe», mi pure che ciò equivalga a dire: «Io dovrei». Anche perché dalla Chiesa ricevo molto di più di quanto io meriti: di più di quanto un uomo o una comunità umana possano offrire. Tocca a me, a noi, fare in modo che la Chiesa corrisponda meglio alla sua reale natura.
Of course, my dear Mark & Lyon ( 😀 ), resta inteso che dopo aver visto e vissuto tutte queste belle cosine ero arrabbiata come un cane ed ho ingaggiato una lotta dell’altro mondo /nel vero senso della parola) con il Signore e … ah ah ah … 😀 alla fine con un bel ed amorevole quanto sonoro ceffone, mi sono quasi sentita dire: “ma guarda a te stessa come sei fatta, perfettina dei miei chiodi!” e non ho più potuto dire nulla, anzi in tutto quel bruttume, dietro, ci ho visto quello che i miei occhi scemi non hanno visto subito: un’enorme sofferenza, quasi disumana e a questo punto il carattere di m..armellata m’è rimasto, ma condito con misericordia.
Ecco perchè sono riuscita finalmente a recitare il Credo capendo in un lampo che è cosa diversa dire “Credo la Chiesa” da “Credo nella Chiesa” e nel nostro Credo c’è la prima opzione che identifica ciò che stiamo faticosamente diventando e non quello che siamo già.
Grazie per il “dolce”, ma credimi di dolce non ho un accidenti di niente (purtroppo e fin da bambina …. sarà una tara naturale … mica tutti nascono bene) 😀 😀
@ Leone
Grazie!
@ Leone
“ rimango nella chiesa ….soprattutto c’è Gesu’ Cristo” – Si, l’hanno rimesso in croce !
“Io rimango nella Chiesa e la amo, risponde il teologo, perché «è la Chiesa che, al di là delle sue infedeltà e delle debolezze umane, ci può dare Gesù Cristo»,” –
e l’hanno esposto a pubblica vergogna e disonore ! Con i capelli lunghi …. Facendolo diventare amico e protettore di pedofili e traditori amici dei potenti e oppressori dei poveri. Povero Cristo !
Credo la Chiesa perché credo la Comunione dei Santi;
quel manto celeste che tutto copre, protegge e unisce
il passato il presente e il futuro
i vivi i mai nati e i morti
l’alfa e l’omega.
Ben venga il tempo delle nozze dell’agnello con la sua sposa.
ben venga la nuova Gerusalemme.
Ben venga Gesù Cristo nella gloria dei suoi angeli e dei suoi santi.
“Quando sento dire: «La Chiesa dovrebbe», mi pare che ciò equivalga a dire: «Io dovrei». Anche perché dalla Chiesa ricevo molto di più di quanto io meriti: di più di quanto un uomo o una comunità umana possano offrire. Tocca a me, a noi, fare in modo che la Chiesa corrisponda meglio alla sua reale natura”.
Grazie, Leone.
E’ ricomparso Gerry!!!!
Bisogna far festa e rallegrarsi, perché questo fratello era sparito ed è tornato. Ben tornato! Dico seriamente: qui da un po’ di tempo non si parlava di altro che di quello che viene dalla bocca di Gioab e addirittura, da un certo punto in poi, non di altri che di lui (intendendo sempre gioab). Bentornato, Gerry!
Molto bello il commento di HUvBalthasar, vero. grazie
Ciao Gerry, bentornato, e grazie a tutti!
Spesso rileggo queste parole di fratel Carlo Carretto…voglio donarle al pianerottolo:
“Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo! Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo! Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza. Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità! Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso, e nulla ho toccato di più duro, di più generoso, di più bello.
Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima, e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure.
No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te.
E poi, dove andrei? A costruirne un’altra?
Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò sarà la Mia Chiesa, non più quella di Cristo.
L’altro ieri un amico ha scritto una lettera ad un giornale: “Lascio la Chiesa perché, con la sua compromissione con i ricchi non è più credibile”. Mi fa pena!
O è un sentimentale che non ha esperienza e lo scuso; o è un orgoglioso che crede di essere migliore degli altri.
Nessuno di noi è credibile finché è su questa terra. San Francesco urlava: “Tu mi credi santo, e non sai che posso ancora avere dei figli con una prostituta, se Cristo non mi sostiene”.
La credibilità non è degli uomini, è solo di Dio e del Cristo. Degli uomini è la debolezza e semmai la buona volontà di fare qualcosa di buono con l’aiuto della grazia che sgorga dalle vene invisibili della Chiesa visibile.
Forse la Chiesa di ieri era migliore di quella di oggi? Forse che la Chiesa di Gerusalemme era più credibile di quella di Roma?”.
(…)
“Quando ero giovane non capivo perché Gesù, nonostante il rinnegamento di Pietro, lo volle capo, suo successore, primo papa. Ora non mi stupisco più e comprendo sempre meglio che avere fondato la Chiesa sulla tomba di un traditore, di un uomo che si spaventa per le chiacchiere di una serva, era un avvertimento continuo per mantenere ognuno di noi nella umiltà e nella coscienza della propria fragilità.
No, non vado fuori di questa Chiesa fondata su una pietra così debole, perché ne fonderei un’altra su una pietra ancora più debole che sono io”.
(…)
“Ma poi c’è ancora un’altra cosa che è forse più bella. Lo Spirito Santo, che è l’Amore, è capace di vederci santi, immacolati, belli, anche se vestiti da mascalzoni e adulteri.
Il perdono di Dio, quando ci tocca, fa diventare trasparente Zaccheo il pubblicano, e immacolata la Maddalena, la peccatrice.
È come se il male non avesse potuto toccare la profondità metafisica dell’uomo. E’ come se l’Amore avesse impedito di lasciare imputridire l’anima lontana dall’Amore. “Io ho buttato i tuoi peccati dietro le mie spalle”, dice Dio a ciascuno di noi, e continua: “Ti ho amato di amore eterno, per questo ti ho riservato la mia bontà. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine Israele” (Ger 31,3-4).
Ecco, ci chiama “vergini” anche quando siamo di ritorno dall’ennesima prostituzione nel corpo e nello spirito e nel cuore.
In questo, Dio è veramente Dio, cioè l’unico capace di fare le “cose nuove”.
Perché non m’importa che Lui faccia i cieli e la terra nuovi, e più necessario che faccia “nuovi” i nostri cuori.
E questo è il lavoro di Cristo.
E questo è il lavoro divino della Chiesa.
Volete voi impedire questo “far nuovi i cuori”, scacciando qualcuno dall’assemblea del popolo di Dio?
O volete voi, cercando altro luogo più sicuro, mettervi in pericolo di perdervi lo Spirito?”.
Fratel Carlo Carretto
Grazie a tutti
Bentornato caro Gerry, ci sei mancato molto-Leopoldo, se puoi raggiungere Luigi, portargli i saluti di tutti noi.
Oso una opinione: io penso che oggi nella Chiesa si siano delineate due precise tendenze.
La prima basata sull’istituzione, ovvero: la difesa della Tradizione, dell’Onore di Dio e della Verità ed ha quale obiettivo una Chiesa che sia riconosciuta e rispettata, dove “La Parola”, il Cristo, il Vivente : Padrone della Storia e del Tempo con il suo Mistero, non può essere negoziabile, né strumentalizzabile! E questo in linea di principio.
Ovvio che, essendo la Chiesa una struttura umana e transuente si serve di categorie umane quali la “diplomazia” con tutto l’apparato di protezione e appoggi. Anche i tanti bizantinismi rispolverati per esaltare l’autorità della Chiesa e del papa- che ammiro ci ci mancherebbe- accade, che diventino vacui, vuoti quando l’autorità di quello stesso Papa che si vuole esaltare lo si soverchia e, se fosse possibile, lo si vorrebbe ridurre anche al silenzio! (basterà osservare l’entourage del pontefice)
La seconda si basa sul movimento. Ecco, questa mentalità del movimento mette in atto tutte quelle strategie “coraggiose” talvolta che vorrebbero sollevare certe polveri sacre accumulate sul “costume religioso”, ma poi alla fine si trasmutano in aggregazzioni artificiose e autoritarie. circoli, lobby e quant’altro, salvo poi sorvolare sui problemi enormi [vedi cristiani in oriente] e con la scusa di difendere Dio,difendono i loro privilegi
Dunque: urgono cristiani autentici, senza mezze tinte o diplomazie centriste.Qui bisogna aver chiara la via: dove si deve andare!? Io penso aa Colui che FA la Verità…non da chi la difende o la custodisce. Ma da Colui che FA’, la verità…e tradurla nel quotidiano……
Quanto sei dolce Fabricianus…Mamma mia! Sei dolcissimo!!
Smakk
Un caro saluto ad Adriano!
Ciao!!!
@Fabricianus, mi hai commosso profondamente, perchè sono le mie stesse parole nate da una profonda sofferenza.
Carlo Carretto le ha scritte leggendo nel cuore di molti e nel mio … Sono parole di esperienza viva e palpitante, quasi una ferita che mai si rimargina ma che mentre sanguina genera.
Grazie di cuore e, credimi, è un onore esserti concittadina … Ci si potrebbe anche incontrare e penso che tu giovane possa insegnare molto a me molto meno giovane.
Ancora grazie.
Un saluto particolare ad Adriano e a Gerry, ma manca ancora un sacco di gente … dove è finita?
Grazie a Clodine e Marta09. Sono molto, molto lusingato.
Presto ci incontreremo, cara Marta, volentieri.
Siamo qui a due passi. Il tempo di laurearmi, (questione di poche settimane, grazie al Cielo) e poi ci vediamo per un caffè in Piazza Duomo.
Mi spiace che il commento disturbi un po’ la musica e le immagini – di una bellissima chiesa
http://www.youtube.com/watch?v=Sj_d6LpKXRo
Buonanotte a tutti
🙂
Post molto belli.
Grazie.
Marta09Un saluto particolare ad Adriano e a Gerry, ma manca ancora un sacco di gente … dove è finita?
Tutti fagocitati dalla Cosa. Ma sembra che ne stiamo uscendo!!!!
Spero che anche quelli che si sono ritirati dietro le finestre del saloon possano uscire. L’abbiamo scampata, Marcello, puoi uscire, puoi uscire!!!
Mi sembra il blog di Accattoli di una volta.
Mi piace.
Ecco quanto è buono
e quanto è soave
che i fratelli vivano insieme!
E’ come olio profumato sul capo,
che scende sulla barba di Aronne,
che scende sull’orlo della sua veste.
E’ come rugiada dell’Ermon
che scende sui monti di Sion.
Là il Signore ci dona la sua benedizione
e la vita in eterno.
Salmo 132 (133)
Qui può finire a taralluci, fichi e vino ed è giusto così.
Non nel mio cuore e in quello di chi come me sa che è giunta l’ora di decisioni non più procastinabili.
Abbiamo determinazione e capacità.
Prego e invoco lo Spirito affinché liberi la Chiesa dal pessimismo, dalla paura e dalla diffidenza.
@ elsa.F
Molto illuminante il salmo vero ?
Curiosità :
Se -“Là” – dove viene data la vita eterna, sono i monti di Sion, perché dicono che c’è il paradiso ?
Che c’entra “l’olio” sulla barba con il vivere felici insieme ?
Interessante vero ?
Dato che si tratta di vivere insieme, Aggiungerei anche ( Atti 2.44-45) :
“ Tutti quelli che divennero credenti erano insieme, avendo ogni cosa in comune, e vendevano i loro possedimenti e proprietà e ne distribuivano il [ricavato] a tutti, secondo che ognuno ne aveva bisogno.”
Perché oggi non si fa così ? Ricordi Anania e Saffira, fulminati per aver trattenuto parte della vendita ?
Oggi non si mette più tutto in comune ? E’ conforme ?
Cristiani !
JOSEPH RATZINGER PERCHE’ SONO ANCORA NELLA CHIESA
http://papabenedettoxvitesti.blogspot.com/2011/02/prof-ratzinger-1970-lopinione-pubblica.html
http://papabenedettoxvitesti.blogspot.com/2011/02/prof-ratzinger-1970-le-chiese-sono.html
http://papabenedettoxvitesti.blogspot.com/2011/02/prof-ratzinger-1970-rimango-nella.html
Carino il programma-manifesto di partito…
Per evitare fraintendimenti…
il mio precedente post “Carino il programma-manifesto di partito…”
non è riferito al post di Leone immediatamente sopra, infatti data la stassa ora 14:22.
E’ riferito ad un altro post di un altro commentatore.
@ Leone
“Prof. Ratzinger (1970): Rimango nella Chiesa perché considero la fede, realizzabile solo in essa e comunque mai contro di essa, una necessità per l’uomo, anzi per il mondo, che vive di essa anche se non la condivide. Infatti dove non c’è più Dio – e un Dio che tace non è Dio – non c’è più nemmeno la verità che precede il mondo e l’uomo (da “Perchè siamo ancora nella Chiesa”) “
“Considero la fede realizzabile solo in essa” – Quanti altri esseri umani hanno fede in divinità diverse ? Come l’hanno realizzata ? Non è fede anche quella ?
Per questo si fal’ecumenismo ? perchè la loro è migliore ?
“Mai contro di essa” – Stranamente Gesù ha condannato i sacerdoti del suo tempo incaricati direttamente da Dio. Perché mai sarà andato contro di “essa” la chiesa del suo tempo ?
“Una necessità per l’uomo anzi per il mondo che vive di essa anche se non la condivide “ – si, dell’uomo imbecille e del mondo senza idee e senza cervello!
La Ragione prevale sulla fede. Altrimenti perchè avrebbero dovuto predicare ? Chi non la condivide e ci resta è ipocrita. Anche incapace.
“Dove non c’è più Dio “ – Quale Dio ? Gli ebrei il Dio ce lo avevano altre religioni il loro dio lo hanno. Ma Dio li aveva rigettati. – Dio è in ogni luogo no ?
“Un Dio che tace non è Dio” – Infatti ha parlato ma non lo hanno voluto udire.
“Non c’è più nemmeno la verità” – Quale verità quella che manda in cielo anima e corpo ? e poil corpo lo rimanda indietro ? Quale verità le vergini partorienti ? Quale verità ? Le unità trinitarie ? I poveri in Mercedes ?
Perché siamo ancora nella chiesa ? Perché se magna e se beve. E se canta messa …….!
MI è VENUTO IN MENTE QUESTO BELLISSIMO PEZZO DI DON TONINO bELLO
La chiesa del grembiule
Dalla messa alla domenica dovrebbe sprigionarsi una forza centrifuga così forte che noi siamo scaraventati fuori sulle strade del mondo per andare a portare Gesù Cristo. Sembra che quasi il Signore ci dica: ‘Non bastano i vostri bei canti liturgici, i vostri abbracci di pace, i vostri amen, i vostri percuotimenti di petto: che aspettate ? Alzatevi da tavola; restate troppo tempo seduti. E’ un cristianesimo troppo sedentario il vostro, troppo assopito, un tantino sonnolento’.
Io sto implorando il Signore che per qualche anno faccia tacere tutti i teologi, tutti i comizianti, tutti coloro che amano parlare con i loro ‘bla bla bla’ e lasci scaricare dai sottosuoli della terra un ribollimento di prassi, specialmente sul piano della pace, che renda credibile il nome del Signore davanti a tutto il mondo.
Don Francesco (il parroco di Bonaldo) diceva che la comunità cristiana deve essere come un trepiede, la parola di Dio – la liturgia – la carità; ma questo non basta. Se sopra non c’è la pentola che bolle, il trepiede è inutile. E noi molte volte abbiamo dei trepiedi d’ottone, di metallo anche placato, abbiamo tante parole, il lezionario, abbiamo tanta liturgia, abbiamo la carità, discorsi ne facciamo tantissimi: quello che ancora ci manca è il grembiule. Io amo parlare della chiesa del grembiule che è l’unico paramento sacro che ci viene ricordato nel Vangelo. ‘Gesù si alzò da tavola, depose le vesti si cinse un asciugatoio’, un grembiule l’unico dei paramenti sacri. Nelle nostre sacrestie non c’è e quando uno viene ordinato sacerdote gli regalano tante altre belle cose, però il grembiule nessuno glielo manda. E’ il grembiule che ci dobbiamo mettere come chiesa, dobbiamo cingerci veramente il grembiule. Sapete che significa ‘Si alzò da tavola?’ Significa che se noi non partiamo da qui, dall’altare, da una vita di preghiera è inutile che andiamo a chiacchierare di pace. Chi ci crede ? Non siamo credibili, se non siamo credenti. E credere significa abbandonarsi a Cristo, non significa soltanto accettare le Sue parole, le Sue verità. Quindi, anche noi, se vogliamo parlare di pace e di carità dobbiamo alzarci da tavola; se no, saremmo dei bravi cristiani, saremmo anche delle persone capaci di dare tutto alla gente, ma la pace che noi daremmo non è quella che ci da il Signore. Ma ‘si alzò da tavola’ significa anche che non basta stare in chiesa, bisogna uscire fuori. Dalla messa alla domenica dovrebbe sprigionarsi una forza centrifuga così forte che noi siamo scaraventati fuori sulle strade del mondo per andare a portare Gesù Cristo. Sembra che quasi il Signore ci dica: ‘Non bastano i vostri bei canti liturgici, i vostri abbracci di pace, i vostri amen, i vostri percuotimenti di petto: che aspettate ? Alzatevi da tavola; restate troppo tempo seduti. E’ un cristianesimo troppo sedentario il vostro, troppo assopito, un tantino sonnolento’.
La pace parte da qui; se vogliamo parlare di pace, dobbiamo venire a sedere a questa tavola e poi alzarci senza rimanerci troppo, perché la chiesa è fatta per sbatterci fuori. ‘Si alzò da tavola, depose le vesti’ depose le vesti del linguaggio difficile. Dobbiamo spogliarci dei nostri paramenti, quelli che ci mettiamo addosso noi, il linguaggio difficile, le parole difficili, la mentalità difficile, la mentalità della scomunica; dobbiamo diventare compagni di viaggio del mondo, della gente che sta fuori. Noi come Chiesa siamo fatti per gli altri, per il mondo così come Gesù Cristo ‘ morì per noi uomini e per la nostra salvezza (…). Amici miei, guardate che il Signore un giorno ci chiederà non solo se abbiamo voluto bene al mondo, ma anche se abbiamo voluto bene a questa terra, a questo cielo. ‘Si alzò da tavola, depose le vesti e si cinse un asciugatoio’: ecco la Chiesa del grembiule. Chi vuole disegnare la Chiesa come il cuore di Gesù sente, la dovrebbe disegnare con l’asciugatoio ai fianchi. Qualcuno potrebbe obiettare che è un’immagine troppo da serva, troppo banale, una fotografia da non presentare ai parenti quando vengono a prendere il té in casa. Ma la Chiesa del grembiule è la Chiesa che Gesù predilige perché Lui ha fatto così. Diventare servi del mondo, cadere a terra come ha fatto Gesù che è ruzzolato a terra come un cane che va a raspare e con l’asciugatoio ai fianchi si è messo a lavare i piedi alla gente, i piedi al mondo. Questa è la Chiesa. Noi a chi laviamo i piedi ? Noi lucidiamo le scarpe alla gente, quando abbiamo bisogno di qualcosa. C’è stato un grande pensatore francese, Maritain, il quale una trentina d’anni fa parlava contro la Chiesa in ginocchio. ‘Oggi, diceva, la Chiesa è caduta in ginocchio davanti al mondo. Ma che modo é mai questo ? Più fierezza ci vuole. Alzati, o Chiesa: non diventare complice di questa cronolatria, di questa adorazione del tempo, dell’effimero’. No, Maritain, non dire così: tu in questa maniera spari addosso a Gesù Cristo: Gesù si è messo in ginocchio. Dobbiamo metterci in ginocchio del mondo, non abbiate paura, non state adorando l’effimero, le cose passeggere. State, invece, ripetendo un gesto formidabile che Gesù stesso ha proposto e attuato. Così, in questo modo diventiamo facitori di pace, se ripetiamo questi versi nella nostra vita di tutti i giorni : ‘Si alzò da tavola, depose le vesti e si cinse un asciugatoio’.
Grazie, Leone
🙂
@ Leone
Evviva la sincerità – “dalla messa ..dovrebbe sprigionarsi una forza centrifuga così forte che noi siamo scaraventati fuori sulle strade del mondo per andare a portare Gesù Cristo”
Dovrebbe ? – dovrebbe ! Ma se non accade significa che non c’è canto liturgico che tenga, che non c’è abbraccio di pace che tenga, non c’è percuotimento di petto che tenga. Ci vuole quello che ho suggerito a Luigi, ma non c’è risposta. ( Ci vuole un Nome)
Tu ti lamenti perché dovrebbe, poi io mi affaccio a ragionare con chi ne ha voglia, e l’unico rimedio al dovrebbe è :” state zitti non parlate, lasciatelo al silenzio, lasciatelo a me” – e ti pare che mi silenzi col silenzio ?
Scusa ma non ti sembra che siete un po’ contraddittori ? Dovrebbe ! Ma se siete diventati una razza in via di estinzione. Vorrei ma non posso ! Dovrebbe ! Si, si dovrebbe ! Meglio fare i cristiani in poltrona e pantofole. E’ più dignitoso !
Senti, a proposito di trepiede, dov’è scritta la liturgia nella parola di Dio, sai visto che dovresti, me la fai vedere ? E da dove salta fuori il grembiule ? e la pentola ? Sei sicuro di sentirti bene ? Sai per via del delirio !
Ciao Leone, curati.
p.s. saluti a “don” Francesco – Wikipedia – “Don è un termine comunemente utilizzato, a partire dalla metà del Duecento, come prefisso al nome, per indicare nobili del patriziato milanese e napoletano, principi, duchi, marchesi di baldacchino, ecclesiastici e religiosi. Don deriva dalla parola latina Dominus, che significa signore, padrone. Propriamente “don” non costituisce un titolo, ma è un trattamento.”
Al di là dell’uso onorifico, è stato in seguito usato per chiamare i preti diocesani della Chiesa cattolica, detti anche clero secolare; e i diaconi (permanenti e non). I presbiteri religiosi, o clero regolare, sono invece chiamati con altri prefissi quali Dom, Fra (o Fratello), e il più diffuso Padre”
( Matteo 23.9-10) : – “Inoltre, non chiamate nessuno padre vostro sulla terra, poiché uno solo è il Padre vostro, il Celeste. 10 Né siate chiamati ‘condottieri’, perché uno solo è il vostro Condottiero, il Cristo”
Vedi ? E’ questa la Parola ! “che dovresti”
Saluti
Gioab, dato che sono un appassionato cinofilo ti consiglio questo bel film con Lino Ventura
http://www.film.tv.it/scheda.php/film/6052/il-rompiballe/
cinefilo non cinofilo, cinofilo riguarda i cani..
Con certi registi e attori è lo stesso.
@ Leone
La voce della coscienza rimorde. Lo specchio non mente mai, riporta sempre ciò che vede con fedeltà e anche quando vorresti tacitarlo egli non demorde e ti presenta sempre la verità.
E’ un rompiballe, si ma per chi le ha !
@ Fabricianus
Scusa, ma dovresti dare una risposta sensata al tuo amico Carlo Carretto:
– “E poi, dove andrei? A costruirne un’altra? Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò sarà la Mia Chiesa, non più quella di Cristo.”
Risposta – “nessuno può porre alcun altro fondamento oltre quello posto, che è Gesù Cristo.” ( 1Corinti 3.11)
“Lascio la Chiesa perché, con la sua compromissione con i ricchi non è più credibile”. Mi fa pena! O è un sentimentale che non ha esperienza e lo scuso; o è un orgoglioso che crede di essere migliore degli altri.”
Risposta: – “ Perché dovrebbe restare a condividere la compromissione (compromesso) ? Perché fa pena ? Chi è vigliaccamente sentimentale ? chi resta, o chi trova il coraggio di cambiare ? Di non fare compromesso ?
“San Francesco urlava: “Tu mi credi santo, e non sai che posso ancora avere dei figli con una prostituta, se Cristo non mi sostiene.”
Risposta – “forse Dio voleva sprecare la voce quando disse : “crescete e moltiplicatevi ?” Se li avesse voluti eunuchi li creava così. Chissà perché si è inventato i sessi ! Chissà perché la chiesa ha sempre avuto l’incubo del sesso. I santi erano sposati e avevano figli, come mai Francesco preferiva le prostitute ad una compagna ? paura del sesso ? (Impotente ?)
“La credibilità non è degli uomini, è solo di Dio e del Cristo.”
Risposta: – “Allora Gesù si è sbagliato mandando a predicare degli uomini che non sono credibili ?
“Degli uomini è la debolezza e semmai la buona volontà di fare qualcosa di buono con l’aiuto della grazia che sgorga dalle vene invisibili della Chiesa visibile.”
Risposta : – Ti sei accorto che è una contraddizione ? Se la credibilità è solo di Dio non può essere degli uomini anche se animati da volontà di fare qualcosa di buono ? Se la grazia sgorga dalla chiesa visibile, anche questa è costituita da uomini che non hanno credibilità se questa è solo da Dio ?
Scusa, ma in quel manicomio l’hanno rinchiuso questo Carlo Carretto ? Così vado a portargli una Bibbia per rifarsi un po’ di sinapsi !, E stai attento curati anche tu che posti queste meravigliose chicche di irragionevolezza intrise di terrore del sesso…..può essere contagioso. Ti consiglierei di provarci qualche volta, chissà che ti possa far bene.
E mi fermo qui ….ce ne sarebbe per un altro mese… da ridere !
“Ogni pianta che il mio Padre celeste non ha piantato sarà sradicata. ( Matteo 15.13)
Ciao