Ho passato quattro giorni a Napoli per il papa e la Comunità di Sant’Egidio alloggiando al Grande Hotel Vesuvio in una camera con vista su Castel dell’Ovo. Giorni volati nella solita fretta dei giornalisti e di tutti ma il mattino e la sera c’era quella veduta che mi è parsa degna della Minas Tirith del “Signore degli anelli”. Mi sono chiesto se quanto vediamo ci possa migliorare. Ho risposto di sì e quasi mi sono spaventato per i debiti accumulati lungo una professione che mi ha fatto passare da una meraviglia all’altra.
Castel dell’Ovo come Minas Tirith
4 Comments
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Grazie ancora per l’attenzione alla Voce del Grillo. Grazie anche per lo stupore davati alle bellezze di Napoli. E’ la bellezza che salverà il mondo. Anche se spesso non gode…di buona stampa. Saluti, Valentino Losito
Napoli, la “città nuova” vecchia di millenni. Miseria e nobiltà, sporcizia e alti ideali, pensiero e azione. Una contraddizione disposta ad anfiteatro sulle onde del mare. E un Regno di due vulcani, cuore ardente e passione struggente di un grande popolo. Siamo in debito, sempre e comunque, con quest’Italia, con questo Sud. Con tanto affetto te lo dico da figlio del Meridione.
io e mia moglie ci pensiamo spesso quando costatiamo l’oggettivo degrado di alcuni angoli del nostro (e tuo) quartiere, l’Esquilino, a Roma. Il bello aiuta ad essere migliori. Il brutto “abrutisce”…
Bisognerebbe mettere su una bella “banca del bello” da cui fare un prelievo ogni tanto…
Il contatto con la natura, la musica, l`arte, il sorriso di un bambino, mi permettono di contattare LA bellezza, in questo mondo così invaso da bruttezze di ogni genere, sento il bisogno di guardare ,leggere, ascoltare “cose ” belle, quando ascolto Bach, o contemplo capolavori che la fede ha ispirato agli uomini di tutti i tempi, ritrovo l`uomo, creatura divina, che porta in se questa bellezza infinita….ed anch`io mi sento coinvolta, è come se mi fondessi in quello che vedo,leggo o ascolto,trasportata in sentimenti comuni a tutta l`umanità ed è vero ne esco gioisa e fiduciosa.
Vorrei riportare qui le parole che avevo ascoltato in val d`Aosta da Papa Benedetto:
” A contatto con la natura, la persona ritrova la sua giusta dimensione, si riscopre creatura, piccola ma al tempo stesso unica, “capace di Dio” perché interiormente aperta all’Infinito. Sospinta dalla domanda di senso che le urge nel cuore, essa percepisce nel mondo circostante l’impronta della bontà, della bellezza e della provvidenza divina e quasi naturalmente si apre alla lode e alla preghiera. “