Sabato sono andato a Villa Nazareth per un convegno sul “governo di un mondo multipolare a 40 anni da Helsinki”. Il programma era pieno di presenze forti, da Romano Prodi al cardinale Parolin, ma io vi sono andato per salutare il fegatoso Franco Cardini e ascoltarlo su “L’Islam e gli Islam”. Come stai Franco? “Si invecchia”. “Ci aiutano i tempi interessanti che viviamo”. “E’ una fortuna trovarcisi in mezzo. Ma un proverbio cinese dice: guai a chi vive in tempi interessanti”. Ogni incontro con Cardini è una tempesta di cervelli. Ed eccolo al microfono che sacramenta contro “l’empia, blasfema ferocia dei terroristi” e contro “il califfo al-Baghdadi, un brigante che si comporta come se fosse un capo di stato: i suoi seguaci gli vanno sottratti uno ad uno o battendoli sul campo o convincendoli ad abbandonare la sua causa e a passare alla nostra. Perché questa è una guerra dove non basta vincere, bensì occorre convincere”. Nei commenti continua il torrente Cardini.
Cardini a Villa Nazaret sul brigante al-Baghdadi
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Ho preso appunti ma preferisco citare dal testo che Cardini ha ora pubblicato nel blog Minima Cardiniana con il titolo “Che cos’è questa crisi?”, nel quale riprende l’argomento di Villa Nazaret. Dico solo che condivido sia la diagnosi sia la terapia. Per mie precedenti condivisioni cardiniane, vedi qui: http://www.luigiaccattoli.it/blog/2015/10/07/cardini-agli-arcistracattolici-che-arcistraparlano-nei-blog/
Tragica caricatura. Cardini 1: L’islamismo non è la fede islamica, bensì la sua tragica caricatura in termini ideologici, un “ismo” (al pari del fascismo o del comunismo) che tratta Dio e la religione come pretesti per una politica di potenza. Esso qui in Europa va combattuto con gli strumenti e le risorse dell’antiterrorismo, l’intelligence anzitutto, mentre nel Vicino Oriente vuol vederci per forza di cose sul terreno in quanto là, a differenza di qua, il nemico adesso rappresentato dall’IS vanta una sovranità territoriale de facto che gli va strappata.
Califfo brigante. Cardini 2: Qui da noi, che cosa vuole il califfo che ci fa colpire dagli attentati terroristici? Egli vuol costringerci ad abbandonare il ritmo della nostra usuale vita civile, a vivere come talpe in un sistema di “sicurezza” cioè di paura continua, a perder la testa per lo sgomento o per la rabbia fino a commettere gesti inconsulti: che magari si traducano in atti di guerra insensati, in una tempesta di fuoco che si abbatta sull’area conquistata dall’IS e che, più che i suoi guerriglieri, stermini quegli innocenti irakeni e siriani che il califfo-brigante tiene praticamente come ostaggi, che magari non lo amano affatto ma che finiranno con il preferirlo ai “liberatori” occidentali se essi colpiranno alla cieca ammazzando più loro che non i miliziani di al-Baghdadi.
Hollande nella trappola. Cardini 3: Per affermarsi davvero quel che dice di essere, il “comandante dei credenti”, il califfo deve farci paura a casa nostra fino a indurci a perdere la testa e a rinunziare al nostro ordinario way of life e magari agli stessi valori in cui crediamo; e a combatterlo sul suo terreno, sull’area che ancora controlla nel Vicino Oriente, ripetendo gli errori che già abbiamo commesso in Afghanistan e in Iraq e alienandoci le popolazioni delle quali ha più o meno il controllo ma sulle quali non esercita affatto un ampio e profondo consenso. Nella sua trappola è pesantemente caduto il presidente francese Hollande, con la sua proclamazione dello “stato d’emergenza” che ha obbedito al diktat terroristico sconvolgendo la vita civile dei francesi e ha adempito ai voti califfali con la tanto poco efficace quanto inconsulta risposta militare dei raids vendicatori su Raqqa, i quali a suo dire non avrebbero fatto vittime civili mentre hanno invece regalato al califfo la simpatìa dei familiari di esse ai quali il tiranno islamista avrà finito col sembrare migliore del democratico sterminatore alla cieca.
Mater terribilis. Cardini 4: Ma stiamo in campana. Lo stato-fantoccio califfale, questa barbarie senza legge (soprattutto priva di legge divina), lo batteremo. Non so quando, non so a quale prezzo: ma lo batteremo, e presto per giunta. Solo che non sarà finita. Non finirà così. Siamo ormai entrati in un tunnel dal quale non emergeremo troppo presto perché il ventre che ha partorito l’orrore del fanatismo terrorista è ancora pregno, erutterà altri mostri e poi altri ancora. Perché la sua radice non sta nell’aberrazione pseudoreligiosa jihadista, che è a sua volta un effetto anziché una causa. La radice dei mali del mondo attuale è la profonda ingiustizia nella quale l’umanità sta affondando, l’abissale sperequazione che la domina e che ormai l’informazione globalizzata sta rendendo nota a tutti nella sua insensata insostenibilità. E’ il mondo delle oscene, insopportabili disuguaglianze lucidamente denunziate nell’enciclica “Laudato si’” di papa Francesco, la Mater terribilis, ancora e sempre mostruosamente feconda, dei mostri che stiamo affrontando e che dovremo nell’immediato futuro affrontare. E’ questa l’idra le teste della quale dovremo tagliare col ferro e bruciare col fuoco.
Assurdo squilibrio. Cardini 5: Non è l’Islam che ci minaccia. E nemmeno il suo perfido e ridicolo succedaneo ch’è l’islamismo. E’ contro l’ingiusto assetto del mondo, contro l’assurdo squilibrio di un’umanità divisa fra pochissimi troppo ricchi e una sterminata moltitudine di troppo poveri, che è necessario volgerci. Quello è il nemico da battere. Non si tratta affatto di esportare la “democrazia”, come alcuni sostennero nel 2003 all’inizio dell’aggressione all’Iraq che già da allora si annunziava fallimentare, bensì di costruire sul piano mondiale – perché ormai, con la globalizzazione, tutto il mondo è sul serio paese – la giustizia sociale: non si tratta più di un impegno etico e tantomeno di una scelta ideologica bensì, ora che i sistemi informatico-telematici hanno reso noto a tutti lo stato effettivo delle cose, di una inevitabile necessità obiettiva. Se non vogliamo farlo perché lo riteniamo equo, dobbiamo farlo se non altro per legittima difesa.
Un bacio a Silvestrini. A Villa Nazaret sabato era presente il cardinale Achille Silvestrini, 92 anni, semi-infermo, che ne fu a lungo il responsabile, amorosamente accompagnato dall’attuale responsabile, l’arcivescovo Claudio Celli. La mia frequentazione di Villa Nazaret parte proprio dagli incontri che lì avevo, a partire dai primi anni ’80, con Silvestrini, sull’Europa del dopo Helsinki e vicende polacche seguite all’elezione del Papa polacco. Egli allora era uno stretto collaboratore del cardinale Casaroli, che era stato tra i protagonisti della Conferenza. Quanti ricordi, quanta gratitudine.
Grazie Luigi di questo resoconto.
Condivido nel complesso tutta l’analisi di Cardini, ma vorrei fare una “provocazione” che mi serve per capire meglio, non per polemizzare:
Gli assassinii dei monaci di Thiberine, di don Andrea Santoro e del vescovo cappuccino Mons. Padovese (per citarne solo alcuni) ad opera del fanatismo islamista, come li inquadriamo? Possono anch’essi rientrare in una logica di ingiustizia globalizzata?
Un abbraccio.
Caro Fabrizio, li “liquidiamo” innanzi tutto con le parole di Padre Christian de Chergé, priore dell’Abbazia di Tibhirine:
“Se mi capitasse un giorno […] di essere vittima del terrorismo […], vorrei avere quell’attimo di lucidità che mi permettesse di sollecitare il perdono di Dio e quello dei miei fratelli in umanità, e nel tempo stesso di perdonare con tutto il cuore chi mi avesse colpito.”
Fatto questo, iniziamo a ragionare.
Giusto “incipit” Marcello
Grazie, ma continuiamo nel ragionamento…Chiedo un aiuto nella comprensione a chi vuole.
sono perfettamente d’accordo con Franco Cardini:
“i suoi seguaci gli vanno sottratti uno ad uno o battendoli sul campo o convincendoli ad abbandonare la sua causa e a passare alla nostra”
Ma mi chiedo . come convincerli ad abbandonare la sua causa e passare alla nostra? se è abbastanza chiaro quale è la causa per cui si battono i seguaci dell’ISIS, non è altrettanto chiaro quale è la nostra “causa”.
la Civiltà Europea? la democrazia? la non-violenza? i diritti umani?
Per convincere qualcuno ci vogliono delle buone ragioni. e quali sarebbero le nostre?
il Califfo offre ai suoi seguaci: una religione semplice, con poche idee ma chiare, un certo compenso non trascurabile economico e sociale in QUESTO MONDO ( non dimentichiamo che i soldati dell’ISIS sono pagati profumatamente coi soldi dei cosidetti “finanziatori ” dell’ISIS, soldi sui quali non è stata fatta fino ad ora chiarezza), un compenso nell’ALTRO MONDO.
noi cosa offriamo loro per convincerli? retorica da quattro soldi? Hollande ed Obama a braccetto ?Un indifferentismo religioso per cui una religione vale l’altra? il mito della democrazia e della non-violenza , che però pare valga solo per alcuni e non per altri ( se gli USA bombardano non è violenza?)
il mito della laicità, libertè fraternitè egalitè, ???
quello che manca a noi per convincere ( e dico noi europei occidentali) è che non sappiamo neppure noi a cosa crediamo. Forse non crediamo a nulla .
perciò sono d’accordo con Franco Cardini che dovremmo convincer i giovani islamici delle delle periferie europee AD UNO AD UNO a non seguire l’ISIS, ma lo potremo fare solo se noi stessi crediamo a qualcosa che non sia pura retorica. Solo se diamo loro un esempio di vita che valga la pena di seguire.
Non hanno voluto mettere le “radici cristiane” nella carta Europea.
Ma i burocrati di Bruxelles e una Europa solo interessata al danaro e alle tasse non convinceranno mai nessuno.
I giovani islamici delle periferie di Parigi e delle nostre città preferiscono Al Baghdadi per quanto spaventoso brigante e assassino, al NULLA, che è la nostra vita , al nihilismo, al materialismo, al grigiume burocratico, alla mediocrità fatta obbligo per tutti, che è oggi l’Europa.
Certo ci fosse qualcuno, anche all’interno della Chiesa cattolica, che avesse il coraggio di dire che solo i valori cristiani, solo il recupero della nostra civiltà cristiana non in senso AGGRESSIVO, ma in senso propositivo, quale proposta per tutti, potrebbe avere un senso..
qualcuno c’è stato, la lectio magistralis di papa Benedetto XVI a Ratisbona, a fare un discorso onesto, limpido e chiaro sul tema religione e violenza, religione e ragione.
ma sappiamo tutti come purtroppo è andata a finire : Benedetto sconfessato e osteggiato dagli stessi cattolici!
Cardini e’ un medievalista, in questi giorni e’ tornato in auge l’uso della parole medievale come offesa: sei proprio un medievale, sei rimasto al Medioevo, tornatene dal Medioevo da cui sei venuto, ogni volta che lo sento mi fa sempre un tale effetto….
Lui conosceva anche Le Goff lavoro’ pure con lui che fortuna.
Tanta invidia da parte mia.
E’ una triste realta’ che all’islam radicale la civilta’ occidentale non oppone nulla. Un tempo si parlava di civilta’ cristiana,oggi scrivere di civilta’ laica da opporre all’integralismo religioso e fanatico non significa niente e comunque al momento non sembra la scelta vincente. Se l’Europa non ha radici e’ molto facile seminare qualche cosa di nuovo che vuole azzerare il passato.Anche la Chiesa deve interrogarsi, l’assistenza di Cristo certo non manchera’ , come e’ stata promessa , ma intanto difendere le ragioni di una fede e’ determinante. Altrimenti se tutte le fedi sono uguali,se una religione vale l’altra,se va bene il sincretismo,il relativismo ed altro ancora, alla fine prevale la forza e la paura : su questo giocano gli estremisti.
Quello che molti di noi non vogliono proprio capire o vogliono “rimuovere” dalla coscienza come direbbe Freud, perchè inammissibile e insopportabile per la coscienza, , è che la realtà è che gli islamici in Europa è vero che non tutti simpatizzano per l’ISIS e i suoi metodi, ma neppure simpatizzano per i nemici dell’ISIS.
Ne è una riprova la scarsissima affluenza di popolo islamico alle manifestazioni di piazza control’ISIS.
Noi idealizziamo una figura che ci piace vagheggiare : la figura del “musulmano moderato.”
questa figura del tutto immaginaria ci rassicura. Secondo la nostra fantasia il musulmano moderato crede sì nel Corano ma ancor più nei principi dello Stato Laico e Democratico . Ci piace vagheggiare che ove tale musulmano dovesse scegliere fra seguire i dettami del Corano e seguire le Leggi dello Stato laico e democratico (in Francia libertè, fraternitè. egalitè) non esiterebbe a sacrificare il Corano per le leggi dello Stato.
ma tale figura di musulmano che antepone al Corano le leggi dello stato laico democratico ed ateo NON ESISTE nella realtà! non può esistere perchè per il fedele musulmano la Legge di Allah, espressa nel Corano , è AL DI SOPRA di ogni legge umana.
ogni buon musulmano può confermarvelo.
discepolo
Mio marito non è un buon mussulmano, ma un suo amico turco lo è . Va in moschea tutti i venerdì, prega regolarmente, i pilastri dell’islam sono i suoi pilastri e mi ha confermato che quanto da te scritto è una grandissima stupidaggine, per essere gentili.
I musulmani non hanno nessun impedimento nella loro religione ad essere laici. Ed, infatti, moltissimi lo sono.
C’è ancora molta strada da fare per molti altri, ma io la penso come Cardini, sono ottimista e faccio il tifo per quei musulmani (tanti e in tutto il mondo) che in questi giorni stanno facendo e dicendo delle cose bellissime.
Tra molti, segnalo queste due giovanissime ragazze di Roma.
Hanno 15 e 16 anni e sono figlie dell’imam della Magliana.
http://www.corriere.it/cronache/15_novembre_25/noi-musulmane-italiane-normalita-diffidenza-piazza-dare-l-esempio-a2a52bce-9343-11e5-a439-66ba94eb775e.shtml
Concordo anch’io con Cardini.
L’islamismo sta all’islam come tutti gli ismi stanno alle ideologie che ne fanno da prefissi.
Il fanatismo religioso in tutte le sue declinazione è una bestia orribile.
C’è anche un cristianismo? Ebbene sì, c’è!
La violenza che lì si pratica non è quella della spada, ma un’altra; è di natura psicologica e vorrei dire altrettanto feroce.
L’ho vista e conosciuta in certi gruppi e movimenti dove si pratica l’annientamento della persona, della sua coscienza, della sua identità.
Esperienze tremende raccontate da persone che uscite da certi gruppi devono impiegare una vita a ritrovare se stessi e spesso non ci riescono.
Non solo l’islamismo; è il fanatismo religioso il nemico da combattere.
Un “Ehhhhhhhh” sospirante e sospirato dopo la lettura -tutta d’un fiato- dell’articolo di Cardini.
Si sa come e cosa penso, quindi inutile che mi sprechi in elogi e percentuali di condivisione (che poi certo pensiero più che essere condiviso, merita di essere “sposato”!).
L’analisi è spietata, e i punti cardine del pensiero cardiniano sono ben noti (oltre che profondamente veritieri).
Se poi uno se lo legge bene nelle note a piè pagina… (la 6 ad es. rimanda a “Astrea e i Titani. Le lobbies americane alla conquista del mondo” dello stesso Cardini) è ovvio che io vada in sollucchero.
Il retto e logico pensiero è retto pensiero, a prescindere dalle sue origini (e dalla passione per certe inimicizie; l’Innominabile è sempre presente nelle sue condanne)…