A piazza San Lorenzo in Lucina cane bassotto che cammina rasoterra e si pesta le orecchie. Quanto gli somiglio.
Cane bassotto che si pesta le orecchie
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A piazza San Lorenzo in Lucina cane bassotto che cammina rasoterra e si pesta le orecchie. Quanto gli somiglio.
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Ma che dici Luigi, tu sei un levriero non un bassotto!
Che sia tutti e due? Giocano così bene, insieme!
http://www.youtube.com/watch?v=8YEIXkXKSGA
“Cammina rasoterra ? E’ questione di panza….. suggerisco palestra e push up !
“A piazza San Lorenzo in Lucina cane bassotto…”:
a stare attenti, compare davvero di tutto, nelle vie, nelle piazze, ovunque, in questo “schermo d’immagini”.
“Un pomeriggio d’estate Mirco si trovava a Modena e passeggiava sotto i portici. Angosciato com’era e sempre assorto nel suo ‘pensiero dominante’, stupiva che la vita gli presentasse come dipinte o riflesse su uno schermo tante distrazioni. Ed ecco apparire a Mirco un vecchio in divisa gallonata che trascinava con una catenella due riluttanti cuccioli color sciampagna, due cagnuoli che a una prima occhiata non parevano né lupetti né bassotti né volpini. Mirco si avvicinò al vecchio e gli chiese: “Che cani sono questi?” E il vecchio secco e orgoglioso: “Non sono cani, sono siacalli “. (Così pronunciò da buon settentrionale incolto; e scantonò poi con la sua pariglia). Clizia amava gli animali buffi. Come si sarebbe divertita a vederli! pensò Mirco. (…) Che le due bestiole fossero invitate da lei, quasi per emanazione? Che fossero un emblema, una citazione occulta, un senhal? (…) Fatti consimili si ripeterono spesso; non apparvero più sciacalli ma altri strani prodotti della boite a surprise della vita: cani barboni, scimmie, civette sul trespolo, menestrelli… E sempre sul vivo della piaga scendeva il lenimento d’un balsamo.“
(E’ il racconto, questo, con cui Montale commentava, da par suo, in “Corriere della Sera” 16 febbraio 1950, la sua poesia “La speranza di pure rivederti” che, per quegli ultimi versi tra parentesi -“(a Modena tra i portici / un servo gallonato trascinava / due sciacalli al guinzaglio)”– era parsa “oscura”. Invero “grande, raccontava anche, fu lo stupore dei critici”, che si stavano già scatenando con le loro “indagini” meticolose. Le solite. “E che c’entrava Modena? Perché Modena e non Parma o Voghera? E l’uomo degli sciacalli? Era un inserviente? Un uomo-pubblicità?”, etc.) ( E. Montale, Varianti e autocommenti, in “L’Opera in versi”, ed. critica a c. di R. Bettarini e G Contini, Einaudi 1980, pp. 907-909)
Carina comunque l’idea di notare un bassotto che si pesta le orecchie e più carina ancora scriverlo.
Caro Luigi
oggi meditando il Vangelo del giorno (Mt 25,31-46) non potevo fare a meno di sentir risuonare le integrazioni che ne hai proposto.
Così posso confermare: sarai anche un bassotto, ma nel tuo pestarti le orecchie non passi certo inosservato!
Grazie, buona giornata