Dedico ad Andrea Camilleri e alla sua “curiosità immensa” di “intuire che cosa sia l’eternità”, confessata l’anno scorso nel monologo su Tiresia, un raffronto con due versi di Borges, che evocano la “vertigine” dell’eternità. Nel primo commento le parole di Camilleri, nel secondo quelle di Borges.
Camilleri, Borges e la vertigine dell’eternità
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Che cosa sia l’eternità. “Diventando cieco mi è venuta una curiosità immensa: di capire, capire no – è un verbo sbagliato – ma di intuire che cosa sia l’eternità. L’eternità che ormai sento così vicina“: è la chiusa del monologo “Conversazione su Tiresia” di Andrea Camilleri, da lui interpretata al Teatro Greco di Siracusa l’11 giugno 2018.
Vertigine dell’eterno. “Siento un poco de vértigo. / No estoy acostumbrado a la eternidad“.
Dal poema “The Cloisters” [I Chiostri] di Jorge Luis Borges, che è nella raccolta “La Cifra” del 1981.
[Traduzione mia: “Sento un poco di vertigine. / Non sono abituato all’eternità“]
Camilleri era agnostico come forse lo era Borges. Ambedue ciechi alla meta. Come Tiresia e come Omero. Ma Borges a differenza di Camilleri coltivò una lunga ricerca delle parole e del volto di Gesù. A conferma di quella ricerca volle un funerale cristiano di rito ecumenico in memoria della mamma cattolica e della nonna protestante. Camilleri ha detto sempre di non essere credente e non ha voluto un accompagnamento cristiano. Ma condivideva con Borges l’interrogazione sull’eterno.
La conoscenza è niente senza fede. La triade “vista,conoscenza -cecità” non è solo un tema caro a Sofocle il quale fa dire a Tiresia, rivolgendosi ad Edipo re, la frase: “adesso guardi dritto, ma presto non vedrai che tenebra” ; nel senso che pur vedendo non comprenderà se non dopo l’autoaccecamento non è poi così distante dalla ben più illuminante pericope citata nel Vangelo di Giovanni capitolo 9- 41 sul cieco nato : «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».
Il principio biblico della conoscenza è strettamente connesso al almysterium iniquitatis e al mysterium mortis che sottende tutta la Creazione. Adamo si unì ad Eva, sua moglie la quale concepì Caino. Dopo che lo ebbe partorito disse: «Ho acquistato un uomo, dall’Eterno» .Dunque l’Eterno è Dio: padrone e Signore del tempo e della Storia .
Allora, cos’è la conoscenza : non quella naturale accessibile alla ragione umana appannaggio dei buoni e dei cattivi che “disvela” in un certo senso realtà fin dove è condotta per mano dalle cose sensibili. Ma quella intuitiva che “Rivela” realtà ontologiche, incorporee se un DONO (Tommaso D’Aquino), un dono che appartiene ai buoni perché «l’acume della mente umana non può affissarsi in sì eccellente luce, se non è purificata dalla giustizia della fede», dice S.Agostino . Tutta la “Rivelazione” in fondo ruota attorno al tema “vista-conoscenza-cecità” per quanto la moderna filosofia si concentri sulla sola conoscenza umana e i suoi condizionamenti -ventre molle di ogni relativismo e agnosticismo- e trascuri le capacità che l’uomo ha di entrare in contatto con cose più alte, come l’ Essere stesso di Dio.
corrige :se non un DONO…
Andrea Camilleri è stato, comunque, oltre che grande scrittore (e sceneggiatore televisivo), intellettuale di appassionato e coraggioso impegno civile.
Il Padre Celeste lo accolga e lo tenga accanto a sè.
Roberto Caligaris