Nella mia ricerca di storie di pandemia (questa è la sedicesima che riporto qui nel blog) ho trovato più di un ringraziamento a Dio da parte di chi ha sofferto la malattia e ne è guarito: il “grazie” più esplicito per questa “esperienza dura e pesante”, unito all’invocazione di “conservarne per sempre l’insegnamento”, è del vescovo siciliano Calogero Peri, di Caltagirone. Nei commenti la sua calda parola e qui il mio abbraccio a questo buon pastore.
Calogero Peri: voglio dire grazie a Dio per questa malattia
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Certezza dell’amore di Dio. Messaggio del vescovo Calogero Peri alla Chiesa di Caltagirone all’uscita dall’ospedale il 2 maggio: “Vorrei esprimere la mia gratitudine e la mia riconoscenza veramente a tutti, in modo personale e dicendo grazie direttamente ad ognuno. Mi dispiace di non poter riportare il nome di ciascuno. A partire dagli operatori del 118 con cui sono arrivato in ospedale, alla dottoressa e agli infermieri del pronto soccorso, a chi ha eseguito la tac e poi a ciascuno degli angeli in bianche vesti del reparto Covid-19 dell’ospedale Gravina di Caltagirone. Proprio tutti: iniziando dagli ausiliari, infermieri, operatori sanitari, medici e al direttore dott. Salvatore Bonfante. Ad ognuno dico il mio grazie riconoscente e commosso per quello che ha fatto, per come lo ha fatto, e soprattutto per quello che è stato per me in questo mese e per ciascun paziente. Grazie ai miei fratelli vescovi, grazie ai presbiteri, grazie a tutto il popolo santo di Dio di questa Diocesi, e grazie a coloro che, anche da lontano, mi hanno manifestato il loro affetto, mi hanno accompagnato con la loro costante preghiera. Alla fine, ma non per ultimo, voglio dire grazie a Dio per questa malattia, per questo tempo in ospedale, per questa esperienza che, sebbene dura e pesante, mi ha dato tanto. Mi ha dato di tutto! Mi auguro di conservare per sempre questo insegnamento. Lo vorrei fare come Maria che ci insegna a custodire ogni cosa meditandola nel nostro cuore, per potere, come Lei, rimanere vicini al suo figlio Gesù dalla nascita fino alla croce. Porto nel cuore la sofferenza di quanti nel buio e nella solitudine lottano ancora contro questo virus, sapendo cosa si prova e cosa si teme. Accompagno nella fede e con la preghiera quanti non ce l’hanno fatta e sono morti, pure privi di affetto e di conforto. Ci consoli la luce della risurrezione e la certezza dell’amore di Dio, che tutti ci accompagna, ci consola e ci accoglie”.
https://www.radiounavocevicina.it/main/caltagirone-il-vescovo-mons-calogero-peri-e-guarito-dal-coronavirus/
Convertito da questa esperienza. In data 3 maggio il vescovo Peri manda un nuovo messaggio alla diocesi, nel quale sono queste parole programmatiche: “Attraverso questa esperienza, mi auguro convertito e trasfigurato da questo tempo, voglio ritornare, in punta di piedi, in mezzo a voi, per indicarvi Cristo a cui conformarvi, e confermarvi nella fede, nella fedeltà a Lui e nell’amore ed unità tra di noi. Aiutatemi a condurvi fuori da qualsiasi chiusura, per seguirLo insieme in quegli spazi ampi e nuovi di libertà che Egli sempre ci indica. Fin da ora aiutatemi ed aiutiamoci a non essere pastore e pecore erranti“.
http://www.diocesidicaltagirone.it/per-voi-uno-per-uno-ma-a-tutti-tutti/
Comunione dei santi fra noi peccatori. Monsignor Calogero Peri, vescovo di Caltagirone (Catania), ricoverato dal 2 aprile nel reparto di malattie infettive dell’Ospedale “Gravina” della sua città, dopo esser risultato positivo al Covid-19, torna alla sua residenza il 3 maggio. Così aveva parlato in un’intervista del 29 aprile ad Aleteia: «Davanti al mio letto in ospedale c’era la Croce di San Damiano. Con quel Crocifisso, nelle ore, i giorni e soprattutto le notti lunghe e oscure, ho dialogato molto. All’inizio gli ho chiesto “Perché?”, poi ho trovato la risposta: “È per te” e l’invito “Non avere paura di salire e di stare con me”. Gli ho rivelato le mie paure e ho preso le sue consolazioni, ho guardato le sue piaghe e mi sembravano leggere le mie, ho ascoltato le sue parole e ho cambiato le mie domande. La cosa più difficile da vivere insieme con il Cristo è stata la Pasqua. Seguirlo in questo nuovo e lucente cammino di vita è stato lungo e faticoso. La mia corsa alla tomba è stata più lenta di quella di Giovanni e Pietro. Mi sono preso i miei tempi e ho seguito la mia lentezza. Questa volta non volevo che fosse Pasqua senza esserlo in me, chiedevo che fosse vera, che fosse mia. Alla fine ho ricevuto la grazia di mettermi in cammino per scoprire ciò che, in modo così sorprendente, Lui aveva preparato. Ho sentito di toccare il fondo e mi sono chiesto se ci fosse per me una via di ritorno. Dal punto di vista spirituale il cammino è stato inverso: una salita, un approfondimento, un lungo interrogativo per arrivare lentamente in profondità e più in alto. Qui ho capito meglio la frase del Salmo 48 che dice “L’uomo nella prosperità non comprende”. Il coronavirus ci ha condannato a essere soli nella malattia e, soprattutto, nel momento più delicato e drammatico della morte, dove solo la presenza e l’amore fanno la differenza. Sento di dover ringraziare molto i medici, gli operatori sanitari, gli inservienti che con professionalità e amore hanno lavorato e rischiato per noi. Un ringraziamento speciale va al presbiterio, a tutto quanto il popolo santo di Dio di questa diocesi, a tanti amici e persone, come anche ai confratelli vescovi che, da vicino e da lontano, non mi hanno fatto mancare la loro presenza, il loro affetto, il loro incoraggiamento e la loro accorata preghiera. Ho sentito tutto questo come un fiume salutare, come un’onda crescente, la comunione dei santi tra noi peccatori».
https://it.aleteia.org/2020/04/29/vescovo-caltagirone-monsignore-peri-coronavirus-guarigione-fede/
Sedicesima storia. Questa di Calogero Peri è la sedicesima storia di pandemia che racconto nel blog: per vedere le precedenti vai al quarto commento del post del 2 agosto.
http://www.luigiaccattoli.it/blog/claudio-rubagotti-malato-di-covid-ho-visto-la-morte/
Purtroppo, carissimo Luigi, siamo ancora dentro al buio di una situazione di difficile risoluzione. Affidiamo le nostre vite, quelle dei nostri cari, degli amici, degli Italiani tutti e del mondo intero nelle mani della Vergine Maria nostra tenerissima Madre. Un bacio virtuale Luigi, con buona pace del cattivo, malefico bacillo, anche lui figlio di una natura matrigna che ignora di essere cattivo, anzi ,malvagio.
“Quando io vi offendo in qualunque modo e con qual si sia mezzo, io non me n’avveggo, se non rarissime volte: come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei».
Giacomo Leopardi
“Dialogo tra la natura e un islandese”
Bella testimonianza.
Bello sentire tante voci.
http://gpcentofanti.altervista.org/il-dramma-dellelitarismo/
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-14-agosto-2020/
Allibito dai negazionisti. Il 1° settembre 2000 il vescovo Calogero Peri darà un’intrervista a “Castelli Notizie” molto critica verso chi ostenta scetticismo sulla reale pericolosità della pandemia e nella quale si dirà “allibito dai negazionisti”: “Ho avuto il Coronavirus e sono stato giorni e giorni con la febbre, nonostante gli antibiotici. Non riuscivo a stare in piedi, mi mancava il respiro. Tutto questo non era certo una messinscena”.
https://www.castellinotizie.it/2020/09/01/parla-il-vescovo-guarito-dal-coronavirus-allibito-dai-negazionisti-il-covid-19-non-e-una-messa-in-scena/