“Cannolo sei mio! Buzzicotta“: ho fatto – dopo mesi – un giretto tra Ponte Milvio e Ponte Flaminio, che avevo molto frequentato l’anno scorso (vedi per esempio post dell’11 settembre e del 3 ottobre 2007), e ho trascritto questo slancio mangereccio della Buzzicotta. E quest’altro di una Marta che si avventura sulla frontiera “amore e morte”: “Araldo, ti amerò oltre la morte, anche se sei tu il mio assassino. Addio tato, Marta“.
Buzzicotta ama Cannolo
50 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Metafora per metafora, mi pare più “sana” la prima. E non tanto per il “cannolo” (che trovo un po’ greve) quanto per il richiamo a quello che una volta era lo stuzzichevole gioco del “bùzzico”: a turno si doveva essere inseguitori o inseguiti, e la corsa si concludeva quando un inseguito veniva arpionato, afferrato e fisicamente trattenuto, con batticuore reale e a volte anche simbolico. Una variante era il “bùzzico rampichino”: l’inseguito non poteva essere afferrato se si metteva in salvo arrampicandosi in qualche modo, salendo le scale o scalando un albero, e così via. (Non sembra, un po’, “Apollo e Dafne”, Clodine?).
Comunque sia questa Buzzicotta, pronta ad afferrare in corsa o ad essere afferrata, mi pare proprio una persona felice. Va’ Buzzicotta: finché dura…
Da tempo aspettavo una discussione come questa! (al mio livello, diciamo)
1. Anch’io preferisco di gran lunga la prima scritta, ma devo contraddire l’ottimo Sumpontcura: credo che «buzzicotta» sia una forma vezzeggiativa che ingentilisce il più comune «buzzicona» che in romanesco credo equivalga al napoletano «chiattona». Mi è già simpatica questa ragazza grassottella, che ama mangiare e vive senza complessi la contiguità tra amore, sesso e alimentazione. La immagine incurante di rotolini e cellulite, fiera e felice di piacere al suo “Cannolo”, alla faccia di tutte quelle nevrotiche ossessionate dalle diete.
2. Della seconda posso solo sperare che sia fortemente autoironica, altrimenti Araldo (che già deve sopportare quel nome, se non è un’invenzione di lei) ha fatto benissimo a scappare a gambe levate da Marta.
3. Ecco per Luigi un’altra epigrafe da me letta, e felicemente travisata, a Pescara una paio di settimane fa.
Passando avevo letto: «Non c’ero, ci sono e ci sarò sempre» ed ero colmo di stupore per la bellezza e la profondità del messaggio. «Non c’ero, ci sono»: sono fatto da un Altro, la mia esistenza non è necessaria ma è il frutto di un dono … «e ci sarò sempre»: non è vero che, come pensavano i Greci, tutto ciò che ha avuto un inizio per forza avrà una fine, io prima non c’ero, adesso ci sono e per grazia di Dio non morirò, ma dopo la morte vivrò per sempre.
Insomma, mi stavo esaltando, ma poi ho letto meglio: la scritta diceva «Mon: ci sono e ci sarò sempre». Che delusione! Era solo una banale (e forse minacciosa) attestazione di presenza. Un tizio qualsiasi scrive a una certa Mon (per colpa delle aborrite abbreviazioni non sapremo mai se si chiama Monica, o ahilei Monia – magari lui è di origine veneta e la chiama “Mona”) per dirle che c’è e che ci sarà sempre. A parte la sbruffoneria (anche Pietro assicurava Gesù che ci sarebbe stato sempre …), che cos’è, una minaccia? La povera Mon deve sapere che lo avrà sempre tra i piedi?
Delle volte è meglio sbagliarsi a leggere.
Mi accorgo che oltre a sbagliare a leggere, sbaglio anche a scrivere: il testo esatto dell’epigrafe pescarese, come si sarà capito: «Mon: c’ero, ci sono e ci sarò sempre». Ancora più minaccioso, vero?
Scusate se vado off topic ma l’occasione è molto ghiotta: sul Corriere della Sera di oggi compare una pagina pubblicitaria, acquistata da una certa associazione denominata “Catholics for choice”, dove c’è una lunga lettera indirizzata al Papa nella quale, ricordando i 40 anni dall’enciclica di Paolo VI “Humanae Vitae”, viene demolita tutta la politica della Chiesa riguardo alla contraccezione e alla pianificazione delle nascite.
Vorrei sapere da Luigi se è rimasto sorpreso da questo spazio o se aveva notizia di una prossima pubblicazione di questa lettera pubblica.
Se non fosse che le scritte come quelle riportate da Luigi Accattoli imbrattano i muri,cosa per me disdicevole(ormai tutte le città ne sono “effigiate”),si deve riconoscere che alcune sono davvero simpatiche se non addirittura umoristiche.
In questo caso quella firmata “Buzzicotta” e rivolta a “Cannolo” fa ridere e richiama la semplicità gioiosa del mangiare senza preoccupazioni di linea;ma forse ha un significato meno semplicistico.La seconda condensa un po’ enfaticamente in poche righe una storia appassionata d’ amore tormentoso,che richiama alla memoria,anche nel nome dell’amato, le storie dei romanzi d’appendice;e comunque,al di là dell’apparenza, la trovo-può sembrare strano- delicata e poetica,per niente risibile.
Cordiali saluti a tutti.
A Milano su molti muri qualcuno ha scritto:
IL FUTURO NON E’ PIU’ QUELLO DI UNA VOLTA
e
ATTENTI! ANCHE I SOGNI LI FANNO IN CINA!
Su una panchina del parco Sempione (Milano) scritto con lo sbianchetto:
LA NOSTRA STORIA: UNA FAVOLA VERA SENZA PUBBLICITA’.
In un sottoportico ligure invece:
ROBERTO (segue cognome)
FAI IL VIGILE, SEI CORNUTO
E LO SAI ANCHE, DAI, LO SAI.
@Sump. Devo associarmi alla corretta osservazione di Leonardo. Ritengo che “Buzzicona” niente abbia a che vedere con il mitico gioco di Buzzico rampichino di cui mio padre usava narrarmi (Sump, ma quanti anni hai?!?!?). Buzzicona piuttosto corrisponde all’interpretazione del Leonardo, alla quale aggiungerei il verso appellativo più genuino che suona, più o meno: “a ‘bbuzzicò”. Aggiungo inoltre che buzzicone (raro, più frequente al femminile: “buzzicona”, di cui in parola) deriva da buzzo, che vuol dire ventre, stomaco, dall’etimo a me oscuro.
Mattlar: l’ipotesi di Leonardo pare anche a me più probabile.
Per quanto riguarda l’etimologia di “buzzo” (parola che io ho sempre adoperato solo nell’accezione idiomatica “di buzzo buono”, nel senso di : con impegno e buona volontà), prova a questo indirizzo:
http://www.etimo.it/?term=buzzo
Damiano non avevo nessun preavviso di quell’Avviso a pagamento apparso a pagina 14. Ecco il commento vaticano:
*VATICANO/ P. LOMBARDI: INFONDATE ACCUSE SU AIDS E CONTRACCEZIONE. In risposta a lettera aperta di cattolici critici su ’Corsera’. Città del Vaticano, 25 lug. (Apcom) – E’ “manifestamente infondata” una critica contenuta in una lettera aperta al Papa sulla contraccezione pubblicata sul ’Corriere della sera’ dall’associazione Catholics for choice in occasione del quarantesimo anniversario dell’enciclica Humanae vitae, secondo il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. “L’accusa più dura, cioè che la posizione cattolica sia causa della diffusione dell’Aids e quindi di dolore e di morte, ostacolando politiche illuminate di sanità pubblica, è manifestamente infondata”, afferma il gesuita ai microfoni di ’Radio vaticana’. “La diffusione dell’Aids è del tutto indipendente dalla confessione religiosa delle popolazioni e dall’influsso delle gerarchie ecclesiastiche, e le politiche di risposta all’aids fondate principalmente sulla diffusione dei preservativi sono largamente fallite. La risposta all’Aids richiese interventi ben più profondi e articolati, di cui la Chiesa è attiva su molti fronti”. “Ma soprattuto – prosegue il portavoce vaticano – la lettera non tocca neanche da lontano la vera questione che è al centro della sessualità come sua pressione e la sua fecondità. In tua la lettera, la parola ’amore’ non compare mai. Sembra che ai gruppi firmatari questo non interessi per nulla. Nella sola contraccezione semra risiedere per essi la sola speranza delle coppie e del mondo”. “Del resto – conclude Lombardi – è evidente che non si tratti di un articolo che esprima una posizione teologica o morale, ma di una propaganda a pagamento a favore dell’uso dei contraccetivi. Viene anche da domandarsi chi l’ha pagata e perché”. Ska
Qui in America, invece, raramente si vedono scritte sui muri. In compenso , quando sei fermo ai semafori, c’e’ da divertirsi a leggere gli adesivi che tante persone attaccano al paraurti dell’auto: alcuni da sbellicarsi dalle risate e altri con un fondamento di verita’ e filosofia spicciola che ti fa pensare.
Esempi:
1) Continua a suonare il clacson mentre io trovo l’accelleratore
2) …alla fine varra’ solo quanto amore hai dato
Buongiorno a tutti, cari amici!
Ignigo Il futuro non è più quello di una volta è il titolo di un’antologia di poesie di Mark Strand, editore Minimum Fax, pubblicata nel 2006. Non ho letto il libro, ma anche Roma è tappezzata con quella scritta e prima di riportarla nel blog sono andato a interrogare Google. Insomma è come per Ho voglia di te e Io e te tre metri sopra il cielo, che sono titoli di libri e i ragazzi li scrivono dappertuttto. Mi è capitato più volte di riportare nel blog una scritta che poi qualcuno mi ha detto essere il verso di una canzone, o qualcos’altro di cui si appropriano i maniaci dei graffiti.
“Catholics for choice”: autocondannati già nel nome. (Ridicolo quasi quanto “We are church- Wir sind Kirche-Noi siamo chiesa ecc.)
Per curiosità sono andato sul sito del movimento “Noi siamo Chiesa”, firmatario dell’inserzione a pagamento sul “Corriere” di oggi, e ho dato un’occhiata alle sue prese di posizione più recenti. Ecco fior da fiore, adoperando le loro parole.
1. L’enciclica “Humanae vitae” errore grave del magistero del Papa.
2. La critica sferzante di NSC sulla linea della gerarchia cattolica sul caso Englaro
(accuse: crudeltà invece di pietà, furore ideologico).
3. Il nostro don R.F. scrive ad Augias su “Repubblica” e annuncia di aver firmato per l’otto per mille alla Tavola Valdese.
4. NSC partecipa al Gay Pride sabato 28 a Bologna.
5. Incontro Papa-Bush è uno scandalo.
6. Aspra critica sul decreto del Vaticano contro l’ordinazione delle donne.
Sufficit?
Ora abbiate pazienza: è ingiustificato, di fronte ai militanti di “Noi siamo Chiesa”, chiedersi: “chiesa” di chi? di che?
Una buona notizia, però, in questa pagina c’è:
Assemblea di Noi siamo Chiesa dell’8 giugno 2008: L’assemblea ha constatato che la situazione nella Chiesa, dal punto di vista dei cattolici “conciliari”, sta peggiorando.
Uau! Grazie Signore! grazie santità!
La prima grande crisi di speranza della Chiesa
è stata trent’anni dopo la risurrezione: Gesù non era ancora ritornato.
Ciò ha generato una terribile incertezza,
ma ha portato alla redazione dei vangeli,
a una maggiore fede e a una più grande speranza.
In effetti, ci dovremo preoccupare soprattutto quando non ci sarà più alcuna crisi di speranza!
Noi abbiamo una nostra sapienza da offrire a un mondo in fuga.
Tale sapienza considera il fine al quale noi siamo chiamati e libera dall’angoscia.
Dal nuovo annuario della diocesi di Roma…
preti secolari:
don Carlo Abbate
don Renzo Chiesa
Mons. Giuseppe Croce
don Giuseppe Deodato
don Paolo Giobbe
Mons. Antonio Lazzaro
don Alessandro Loprete
don Gustavo Lamanna
don Leone Messa
don Angelo Pagano
don Alessandro Pellegrini
don Carmelo Pellegrino
don Arnaldo Pompei
don Carlo Purgatorio
don Stefano Sanchirico
don Gianvito Sanfilippo
Mons. Giancarlo Santi
Mons. Aldo Settepani
Mons. Antonio Sinagoga
Preti appartenenti a congregazioni religiose
don Giuseppe Abbà
padre Amedeo Angelone
padre Ciro Benedettini
padre Gerardo Bonsignore
padre Raniero Cantalamessa
padre Franco Cardinali
don Giuseppe Casti
padre Ronnie Crisostomo
padre Vito Del Prete
padre Sergio Geremia
padre Giuseppe Lacroce
padre Mario La Chapelle
padre Tranquillo Lazzaro
padre Giovanni Malizia
don Antonio Manna
padre Aurelio Mozzetta
don Paolo Natali
don Carmelo Panebianco
don Cludio Papa
don Michele Paradiso
don Corrado Pastore
padre Agrippino Pietrasanta
padre Orlando Pietrobono
padre Michele Piscopo
padre Alfonso Pompei
padre Nicholas Pope
padre Renato Salvatore
don Orfeo Samuele
padre Fabio Santambrogio
padre Gerardo santoni
don Antonio Saturno
padre Silvano Vescovi
…
Inutile dire che sono assolutamente d’accordo con le parole di padre Lombardi.
Emblematiche, soprattutto, queste parole:
“Ma soprattuto – prosegue il portavoce vaticano – la lettera non tocca neanche da lontano la vera questione che è al centro della sessualità come sua pressione e la sua fecondità. In tua la lettera, la parola ’amore’ non compare mai. Sembra che ai gruppi firmatari questo non interessi per nulla. Nella sola contraccezione semra risiedere per essi la sola speranza delle coppie e del mondo”. “Del resto – conclude Lombardi – è evidente che non si tratti di un articolo che esprima una posizione teologica o morale, ma di una propaganda a pagamento a favore dell’uso dei contraccetivi. Viene anche da domandarsi chi l’ha pagata e perché”.
Cari amici,
oggi pomeriggio mentre leggevo il pezzo in prima pagina su Avvenire di Marina Corradi (su quella donna olandese che ha visto morire il proprio amato marito e i tre figli in montagna) è arrivata una telefonata: Giorgio, detto Giorgino, compagno di classe di mio fratello (31 anni) è morto per un implacabile cancro al polmone.
L’alta qualità umana di questo pianerottolo virtuale è fuori discussione: è in nome di questa consapevolezza che vi chiedo amici una preghiera forte, fortissima per la mamma e il papà di Giorgio, figlio unico.
Non aggiungo altro, so solo che appena avuta la tragica notizia, che mi riempie di tristezza e pianto, il primo pensiero è stato quello di andare a messa e il secondo di chiedere le vostre preghiere.
Che Iddio ci aiuti, grazie.
A Giorgio, che noi del “pianerottolo” non abbiamo avuto la fortuna di conoscere prima che il Signore lo volesse chiamare a sè, dedicherò il “Pater Noster” del mezzogiorno di domani.
Buona notte a tutti !
Roberto 55
Sicuramente la preghiera di noi tutti, caro Ignigo74. La mia per te e per i genitori di Giorgio, perche’ il Signore vi dia la pazienza di saper aspettare la rassegnazione, che non guarisce nulla ma aiuta a continuare.
Stasera mi sono dedicata a leggere e a scrivere.
Ci sono un paio di cose che mi hanno colpito.
Una che mi fa pensare a Sump: ” Gli uomini saggi sono sempre veritieri sia nella loro condotta, sia nei loro discorsi. Non dicono tutto quello che pensano, ma pensano tutto quello che dicono.” (Gotthold E. Lessing)
E l’altra che mi fa pensare a Clodine:” Diventa una lampada per coloro che camminano nell’oscurita’, un motivo di gioia per quanti sono addolorati, una distesa d’acqua per gli assetati, un porto sicuro per gli afflitti, una casa per lo straniero, un balsamo per chi soffre, una torre salda per chi e’ in fuga.” (Baha’ Allah)
Mentre su questa dovremmo, forse, meditare tutti:
“O Signore, concedici una moratoria di una settimana dalle idiozie che ardono dappertutto e fa’ che una neve immacolata raffreddi queste menti surriscaldate e diluisca le tossine che avvelenano i nostri giudizi. Facci riprendere fiato,Dio misericordioso!” ( Tutte le persone sensibili e sagge dovrebbero – nell’attuale situazione – elevare queta preghiera a Dio nel cuore della notte.) (Saul Bellow)
Mi faceva piacere dividere queste “emozioni” con voi tutti.
L’augurio di una notte serena e a domani
“Chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno”.
A Giorgino, ai suoi genitori e a te, caro Ignigo, dedicherò il mio Rosario di oggi. Un abbraccio.
Cara Principessa,
le tue parole di un’ora fa commuovono, fanno tremare: aiutano la preghiera e la riflessione.
Grazie.
Bongiorno a tutti voi.
Ho acceso con la voglia di scherzare un po’ su “buzzicotta” e “cannolo” , ma poi ho letto di Giorgino e mi si è spento il sorriso; ho leto le riflessioni di Prinicipessa e il mio cuore è stato preso da una sensazione di serenità unita ad una certa malinconia : la morte è una disfatta, è vero! E’un muro nero che si erge impietoso, ma solo apparentemente: non è l’ultima parola!
Ieri 25, come ogni mese da tempo vado alla basilica dell’Ara Colei – una delle più antiche basiliche Romane, sul Campidoglio, dove si venera la madre di Dio e un piccolo Gesù, la cui leggenda vuole essere stato trovato sulle rive del Tevere. Potentemente miracoloso per essere stato tratto-grazie ad un francescano- da un tronco di uno degli ulivi che vide l’agonia di Gesù. E’ venerato da secoli quale dispensatore di Grazie, in modo particolare protettore dei bambini che a lui si rivolgono da ogni parte del mondo-
Ebbene, ogni mese in questo giorno è Natale! Una particolare celebrazione lo fa rivivere appieno: il bambino Gesù, tutto adornato, viene tolto dalla teca ed esposto ai devoti che impetrano grazie. Poi si procede all’accensione della sacra lampada, che arde giorno e notte nella piccola cappella dove dimora il santo bambino, e viene distribuito ai fedeli il sacro olio con la preghiera d’intercessione- Non potendo recarmi personalmente in quei luoghi dove tante creature tribolano e muiono per fame, sete, e pene indicibili, non potendo consolare tutte quelle povere vittime martoriate fisicamente e psichicmente, le raggiungo con la preghiera. E’ una liturgia potente e densa di significati: la preghiera è un veicolo privilegiato, trapassa le nubi e, se fatta con fede, arriva dritta al cuore di Dio.
Ignino74, sono fin d’ora presente con tutto il cuore affinché il Signore mandi lo Spirito Consolatore, senza il quale sarebbe impossibile sopportare una croce tanto pesante senza restarne schiacciati. Il prossimo appuntamento con bambino dell ‘Ara Colei sarà completamente dedicato a questa intenzione…
Sono con te, e con i genitori di Giorgino.
Ciao cara Principessa, e grazie di cuore per le tue parole.
Scuasate ..avrete capito il refuso clamoroso ripetuto per ben due volte
BASILICA DELL’ ARA COELI !
Quelli che ridacchiano, o magari s’indignano, e virtuosamente blaterano di superstizione, e di idolatria, e ironizzano sul culto di dulia e (peggio ancora, dicono:) di iperdulia; poveretti, non sanno quello che pèrdono.
Cara Clodine, che risate si farebbero – leggendo la tua bella testimonianza – i vari protestanti, protestatari e protesticoli! Ma come! Una statuina di legno ritrovata sulle rive del Tevere! ricavata da un ulivo del Getsemani! un’ostensione al mese! e la sacra lampada! e il sacro olio! che risate!
C’è chi non capisce, cara amica, che la grandezza della Chiesa è proprio in questo saper accogliere i fenomeni più disparati e conferire loro un senso: la “Summa theologica” e san Simeone Stilita, Origene e Santa Teresa d’Avila, il Santo Sacrificio della Messa e l’umile Rosario, il Prologo del Vangelo di Giovanni e i santi taumaturghi. C’è chi non capisce che la Scrittura è un tesoro immenso, ma la “sola Scriptura” porta al fallimento e alla miseria teologica e morale.
Preghiamo, per noi e per loro, il Bambinello dell’Ara Coeli e la Santa Vergine madre di Dio e madre nostra.
Mi unisco di cuore alla preghiera per Giorgio e la sua famiglia.
la “sola Scriptura” porta al fallimento e alla miseria teologica e morale.
http://www.monasterodibose.it/index.php/content/blogcategory/37/292/lang,it/
Il mio benvenuto nel blog a dondonato e un bel “grazie” per il commento delle 20, 56 che è davvero simpatico. Gli chiedo scusa per averlo “moderato” solo ora: non ne capivo l’intenzione e quindi lo pregai di chiarirla con una e-mail e questa è stata la risposta: “Caro Luigi era solo per sorridere sui cognomi dei preti (presi dall’elenco della diocesi di Roma) che fanno riferimento curioso alla “religione” o ad alcuni aspetti della fede…Grazie per il blog che leggo sempre con interesse, don Donato“. Trovandomi a nominare il padre Cantalamessa avevo più volte sentito l’esclamazione: “Con un cognome così, era predestinato!”
“Chiese”, caro Targum? In ordine alfabetico? Divertentissimo!
(E ora anch’io provo a farti un po’ ridere:)
I Vangeli di oggi (in rigoroso ordine alfabetico):
– Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca
– Apologia di Socrate
– Candido
– Emilio
– Giovanni
– L’interpretazione dei sogni
– L’origine delle specie
– Luca
– Manifesto del partito comunista
– Marco
– Matteo
– Stato e rivoluzione
– Umano, troppo umano
Tratto da: Comunità di Borse, “Il libro dei protesticoli”
X don Donato :
Mitico don Donato! Tra Lazzaro, Giobbe, Geremia, Croce, Purgatorio, e quant’altro Cantalamessa è il minimo sindacale…Forte …don Abbà lo conosco, se non è un caso di omonimia ovviamente!
Sump, Candido la dice lunga col suo motto : “questo mondo è l’ottimo dei mondi possibili”…non importa se mentre lo dice ha i segni della tortura sul corpo, le bruciature di un incendio doloso, le abrasioni di una corda per impiccagione sul collo..per lui ” sarà sempre il migliore dei mondi possibili !
Don Donato, Sump siete troppo forti : l’ironia è il sale della vita!
http://www.luigiaccattoli.it/blog/wp-content/uploads/2006/05/nuovi%20martiri,%20premessa.pdf
Facciamo un po’ di conti: se un protestante, che crede nella “sola Scriptura”, è destinato al “fallimento e alla miseria teologica e morale”, un ebreo che ha solo l’Antico Testamento è destinato a un doppio di fallimento e di miseria teologica e morale; un musulmano che recita il Corano e dunque possiede solo richiami biblici è destinato a un triplo di fallimento e di miseria teologica e morale…
In sintesi, perché insultare gli altri per affermare la propria fede? Non è ironia, è disprezzo.
Caro Targum:
un’occhiatina anche rapida al mio intervento potrebbe convincerti che non ho scritto nulla che assomigli ai tuoi “conti” delle 14:31. Non ho parlato di persone (e nemmeno di movimenti o confessioni): l’espressione “sola Scriptura” è un criterio, e in questi termini esso è – a mio parere – storicamente fallito e destinato al fallimento; nel mondo protestante i fallimenti, peraltro, mi sembrano sotto gli occhi di tutti, a partire dal progetto principale, che era quello di smascherare e distruggere “l’Anticristo di Roma” e la sua Chiesa prostituta di Satana. Né sarebbe corretto nascondere che certi approdi (la cancellazione di quasi tutti i Sacramenti, l’Eucarestia come pura metafora, l’abolizione della successione apostolica e del sacerdozio, fino alle miserie sui vescovi gay et cetera) non sono, per un cattolico credente, lontani dalla definizione che ne ho dato.
Sempre fatto salvo il rispetto per tante persone non cattoliche, a volte santi ed eroici servitori di Cristo, altre volte anime benedette in cui il Creatore ha saputo stampare “più vasta orma” del suo amore e della sua Grazia; persone che ogni cattolico dovrebbe chiedere umilmente a Dio di saper imitare. Che lo Spirito soffi dove vuole credo d’averlo capito. Ma – e qui ti invito a una riflessione – se Cristo ha fondato la sua Chiesa, garantendole assistenza diretta fino alla fine dei tempi, ci sarà pure un perché. E se la Chiesa di Cristo ha affiancato alla Scrittura la Tradizione, è per volontà divina e soffio dello Spirito, no?
Un benvenuto di cuore a dondonato che, con la sua sottile ironia, mi ha fatto ripensare al pasticcere che mi ha insegnato molto del mestiere rivelandomi alcuni dei segreti che rendevano le sue creazioni eccezionali e inconfondibili.
Si chiama ( anche se anziano dovrebbe essere ancora tra noi) Raffaele MIELE.
Un nome, un programma. E anche come persona e’ di una dolcezza infinita!
Buongiorno a tutti!, e un abbraccio a Ignigo
Caro Sump, le tue parole sono un balsamo per l’anima.
(sarebbe bello se alla visita guidata alla C. Sistina con Clodine ci si incontrasse, chissà quando..)
Clo, sono prenotata per una visita alla Cappella Sistina……….molto prima di quanto tu possa immaginare!
… Magari, Giovanni!
ehi Sump, a proposito di Bose…
leggendo questo articolo di S. Magister sul suo sito sono rimasto SCONVOLTO..
“Messa quotidiana? Fa rima con grida manzoniana
Instancabile, ad ogni occasione, Benedetto XVI rivolge ai sacerdoti di tutto il mondo questo invito pressante: “Fate della celebrazione quotidiana dell’Eucaristia il centro della vostra vita!”.
L’ha fatto anche a Sydney, nell’omelia della messa celebrata sabato 19 luglio in cattedrale con i vescovi, i sacerdoti, i seminaristi, i novizi e le novizie, la stessa omelia nella quale ha denunciato con parole accorate gli abusi sessuali compiuti da persone consacrate.
Naturalmente, Benedetto XVI si augura che il suo insistente appello ai sacerdoti a dir messa tutti i giorni non cada nel vuoto, come le grida manzoniane. Ma sa bene che la realtà è lontana dai suoi desideri.
NELLA CURIA ROMANA, ad esempio, SONO PARECCHI I SACERDOTI CHE NEI GIORNI FERIALI NON DICONO MESSA.
Ma anche altrove è questa la prassi. Talora teorizzata come buona e giusta.
È questo il caso del monastero di Bose, con fondatore e priore Enzo Bianchi. Lì la messa si celebra solo di domenica e, da un po’ di anni, di giovedì.”
non capisco proprio cose simili…
A mia conoscenza Bose è uno dei luoghi dove si prega meglio e dove la liturgia è più curata. I monaci di Bose non sono sacerdoti ma laici. Questo è l’orario della preghiera:
Feriale
Ore 6.00 Preghiera del mattino
Ore 12.30 Preghiera di mezzogiorno
Ore 18.30 Preghiera della sera
Sabato
orario come feriali e
Ore 20.30 Lectio divina sui testi della domenica
Festivo
Ore 8.00 Ufficio della Resurrezione
Ore 12.00 Eucaristia
Ore 17.00 Vespro
Ore 20.00 Compieta
Così il sito della comunità descrive i primi atti della giornata:
“Per vivere concretamente il primato della Parola di Dio, ogni fratello e sorella è invitato ad alzarsi alle 4.30, per dedicare almeno un’ora di tempo alla lectio divina personale su un testo della Scrittura deciso comunitariamente, per sottolineare come sia l’ascolto della Parola l’unica vera fonte della comunione. Alle 6.00 segue il primo dei tre momenti di preghiera comune della giornata, l’Ufficio del mattino; tale Ufficio è strutturato, come gran parte della liturgia di Bose, secondo la tradizione latina, cioè con un inno, la salmodia (l’intero Salterio è cantato nell’arco di due settimane), la lettura della Scrittura, l’intercessione e l’orazione; in esso viene letto un brano dell’Antico Testamento (che passa per intero nell’arco di tre anni) e un brano dell’Evangelo (i quattro evangeli sono proclamati interamente nell’arco di un anno)”.
Caro Giovanni (e caro Luigi), proviamo a metterla così:
Nella famosa parabola del grano e della zizzania, quando Gesù parla di “grano” non intende riferirsi solo al frumento, come a prima lettura a noi potrebbe sembrare: in questo famoso campo del Signore – che è, diciamo per dire, la Chiesa cattolica apostolica romana – ci sono cereali di tutti i tipi, più o meno buoni, più o meno digeribili, più o meno adatti all’alimentazione umana; vale a dire, in rigoroso ordine alfabetico e salvo errori od omissioni: avena, fonio, frumento, grano saraceno, mais, miglio, orzo, quinoa, riso, segale, sorgo, triticale. E poi c’è, purtroppo, anche la zizzania, seminata direttamente dal Nemico. Arrivati alla mietitura, quest’ultima andrà a far compagnia al Nemico che l’ha seminata, tutti gli altri “grani” troveranno nel grande silos il posto che Dio vorrà. I credenti in buona fede sapranno solo allora a che categoria essi appartengono: i “bellarminici” sono il frumento? i “bosaici” sono l’avena? i “ranieri canterini” sono il miglio? Chissà, potrebbe essere anche il contrario; e i sumpisti? e i mandisiani? e i targumici? Intanto diciamo un bel Pater noster e preghiamo il Signore di non far parte, invece, dei vari tipi di zizzania (ché a lume di naso deve essere ben complessa e incasinata pure quella…).
Ahi, adesso il pedante lessicografo che è in me vorrebbe notizie sui cereali che finora non aveva neppure sentito nominare, e precisamente: fonio, quinoa e triticale. Ma sarebbe giusto rispondergli: cercateli su internet. Quindi mi taccio.
http://it.wikipedia.org/wiki/Cereali
http://waki.splinder.com/tag/fonio
http://www.cibo360.it/alimentazione/cibi/cereali/quinoa.htm
http://www.agraria.org/coltivazionierbacee/triticale.htm
Caro Dott., il suo appunto su Bose conferma in pieno l’articolo di Magister: nei giorni feriali a Bose non si celebra il Santo Sacrificio della Messa che è la fonte e il culmine della Rivelazione Cristiana e della vita spirituale di tutti i cristiani. senza S.Sacrificio, senza S.Messa non potremmo, e non potrebbero manco a Bose, pregare e lectionare divinamente…
per rispetto umano e per (malinteso?) ecumenismo non si dovrebbe rinunciare alla S.Messa feriale, non trova Dott.?
Caro Mandis non ho la competenza per entrare nel merito. Provo a dire i sentimenti di uno che frequenta Bose poco ma da sempre e l’intende come scuola di preghiera e ci manda i figli – una sarà là tra poco. Spero che qualcuno tra i visitatori possa dire meglio. – Si tratta di una comunità di laici e dunque non si addice a loro la questione relativa all’opportunità della celebrazione quotidiana alla quale il papa richiama i sacerdoti. Il modello monastico laicale cui si rifà la Regola di Bose è quello antico di Pacomio e Benedetto, e ambedue questi “padri” del monachesimo orientale e occidentale prevedevano la sola celebrazione eucaristica domenicale, concependo l’intera liturgia settimanale delle ore come preparazione a essa e sua eco prolungata: culmine e fonte. – Se dovessimo ritenere che senza celebrazione quotidiana dell’Eucarestia non si potrebbe avere buona preghiera e buona lectio, ne verrebbe che quei santi padri non le ebbero – ma soprattutto ne seguirebbe un’idea troppo limitata dell’efficacia della celebrazione eucaristica, come se essa non potesse agire oltre le 24 ore.
Sono daccordo con lei dott. Luigi. Anch’io ritengo non ci sia questa necessità, tant’ è che quasi tutti i giorni mi reco in chiesa, ma non sempre mi accosto al sacramento dell ‘Eucarestia….spesso preferisco tacere, e adorare, senza per questo sentirmi in difetto, o avvertire la preghiera meno fervente…
Va benissimo anche riceverla quotidianamente, Giovanni è una solo una scelta, semplicemente…
beh potrei dire che in ogni S.Messa si rinnova il Sacrificio di Gesù sulla Croce e quindi celebrarLa ogni giorno è anche un modo di ringraziare il Signore per questo dono immenso che ci ha fatto. il Perdono, la Grazia, la Salvezza eterna.
è evidente che ogni Messa va vista nel mistero dell’eternità e non nel brevissimo spazio di 24 ore…
d’altra parte Gesù ha detto “fate questo in memoria di me”, e non “fate questo in memoria di me, una volta alla settimana” o “solo la domenica” o “quando vi pare” o “non durante la settimana…”
se poi aggiungiamo che il Pontefice esorta i sacerdoti alla celebrazione anche nei giorni feriali ecco che allora ogni giustificazione mi pare venga indebolita..(che era il vero punto dolente del mio intervento..)
Clodine nessuno voleva obbligarti a fare la Comunione tutti i giorni…
certo però che un sacerdote che non celebri la Messa tutti i giorni è francamente incomprensibile.
Grazie di cuore a Clodine e Principessa per il benvenuto!
A proposito la comunità di Bose ha appena pubblicato per le edizioni Qiqajon un testo interessante, frutto di una serie di articoli pubblicati sulla rivista francese “celebrer”, dal titolo “Ars celebrandi”. L’arte di celebrare, si dice nell’introduzione consiste nel celebrare con arte, l’arte di mettere in opera con una “nobile semplicità”, secondo la terminologia del Concilio Vaticano II, quel tesoro che la Chiesa ci offre e la cui finalità è la celebrazione del mistero pasquale di Cristo. Lo sto leggendo in questo giorni e mi sembra contenga molti aspetti interressanti ed equilibrati che il celebrante ma anche l’assemblea non dovrebbero mai perdere di vista.
Oggi, poi, l’Osservatore Romano pubblica un articolo interessante dal titolo: “fra il presbitero animatore e il mero intercessore. I pericoli da evitare nel presiedere la liturgia”. Se vi capita leggetelo.
Infine: sapete che il purgatorio per i preti consisterà nel riascoltarsi tutte le loro prediche?
Ciao, don Donato!
Un duro contrappasso, caro amico: molto, però, sarà perdonato a chi avrà avuto il senso dell’umorismo.
L’articolo dell'”Osservatore” si può leggere qui:
http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2008/07/fra-il-presbitero-animatore-e-il-mero.html