Da oggi, martedì 19 settembre, ogni martedì sarà in distribuzione gratuita nelle edicole “Buone Notizie – L’impresa del bene”, un nuovo inserto settimanale del “Corriere della Sera”: ne sono felice. Non ho parte nell’impresa ma sempre mi sono battuto, nei 36 anni di mia presenza e collaborazione al Corsera per dare dignità di notizia al bene. Nei commenti qualche proclama e l’indicazione sommaria di quanto si può leggere nell’inserto di 40 pagine che ho preso stamane all’edicola insieme al quotidiano.
“Buone notizie” dal mio Corsera: ne sono felice
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“Buone Notizie” è diretto da Elisabetta Soglio, caporedattrice del “Corriere della Sera” e membro della consulta femminile del Pontificio Consiglio della cultura. Elisabetta ha detto ieri alla Radio Vaticana che l’iniziativa nasce dalla volontà di raccontare “storie positive”, come richiesto da tanti lettori del giornale; volti e nomi che “alimenteranno speranza e saranno d’esempio”.
Massimo Gramellini sul Corsera cartaceo di oggi così presenta l’iniziativa: “Se un meccanico lascia in eredità l’officina ai suoi dipendenti o un gruppo di giovani medici decide di trascorrere le vacanze in un ospedale da campo africano (due storie estive tra le tante), significa che si può ancora continuare a sperare”.
http://www.corriere.it/caffe-gramellini/17_settembre_18/caffe-sociale-senza-zucchero-c0516620-9c5a-11e7-9e5e-7cf41a352984.shtml
Civiltà del bene. L’inserto vuole attirare l’attenzione sul volontariato, praticato da sei milioni di italiani, come ricordava ieri Ferruccio de Bortoli in un articolo di presentazione dell’inserto: “Il terzo settore è il caposaldo di una civiltà del bene di cui, come italiani, dovremmo essere orgogliosi. E più consapevoli del suo profondo significato civico, morale. ‘Buone Notizie’ è anche un modo di dire grazie ai tanti volontari, impegnati sui fronti più diversi. Ogni gesto di attenzione verso il prossimo è un granello di senapa nel campo poco arato della cittadinanza attiva. «La passione per gli altri è l’intelligenza della vita», ha scritto il filosofo Salvatore Natoli, commentando la parabola del Samaritano nel Vangelo di Luca. Sono tantissime le persone nel nostro Paese che «non passano oltre», che fanno del bene. Disinteressate. E spesso non vogliono che si sappia”.
http://www.corriere.it/cronache/17_settembre_17/nel-bene-c-romanzo-non-noia-volontariato-come-rivoluzione-a3b7b2d0-9be2-11e7-99a4-e70f8a929b5c.shtml
#lamiabuonanotizia. Insieme all’inserto cartaceo è partito oggi un canale web, che ne rappresenta il prolungamento digitale: http://www.corriere.it/buone-notizie/. Sulla destra della prima pagina del canale si trova segnalato l’hastag #lamiabuonanotizia con questa presentazione: “Un’associazione, una storia, una persona: se hai incontrato una realtà che merita di essere valorizzata puoi segnalarla a buonenotizie@corriere.it Per dare voce all’Italia che non si arrende“.
Anna e Angelica. Nelle 40 pagine pubblicate oggi puoi trovare la storia di Anna Fiscale che ha fondato a Verona una cooperativa che recupera scarti di tessuto di grandi aziende e fa promozione professionale nelle carceri. Trovi anche la vicenda della rumena Angelica Lucaci che si è riscattata dalla strada lavorando in quella cooperativa. Vedile alle pagine 2 e 3.
Rullifrulli e monache sfollate. Alle pagine 4 e 5 si racconta di rullifrulli.it che tra Emilia e Marche suonano e cantano nelle zone terremotate e fanno cantare e ballare i disabili. A pagina 5 incontri le monache di clausura che a Caldarola, nel maceratese, il terremoto ha cacciato dal monastero e ora vivono a contatto quotidiano con i 900 abitanti del borgo.
Un Frescobaldi a Gorgona. Poi vengono Martina Colombari e Billy Costacurta che si curano di bambini malati o abbandonati, ad Haiti e in Italia. Javier e Paula Zanetti che fanno altrettanto a Buenos Aires. Lo sport dei disabili e la giovane avventura di Quarta Categoria a pagina 8. Kerry Kennedy poco più avanti. Un Frescobaldi che lavora con i carcerati sull’isola di Gorgona, ovviamente nella produzione del vino che porta il suo nome.
Giorno del dono. Come si può ripopolare un borgo abbandonato in Abruzzo, anziani che aiutano i disabili a camminare in Cremona, giovani donne a pesca in Sicilia, il riciclo del legno a Cesenatico, l’avventura di “Puliamo il mondo” che riparte nei prossimi giorni con 600 mila pulitori lungo tutta la penisola, il “Giorno del dono” che si farà il 4 ottobre e chi lo muove e che propone. A pagina 27 c’è Eleonora Cirillo animatrice di un volontariato che fornisce tutor a ragazzi in difficoltà. Dipendenti che salvano l’azienda a pagina 31 e a pagina 39 il ruolo degli insegnanti di sostegno impagabile in tante vite.
a proprosito di belle notizie , in questi giorni il papa ha pubblicato due Motu Proprio importantissimi, eppure nessuno ne parla , neppure su questo blog, nessuno o quasi ha commentato il Motu Proprio Magnum Principium sulla traduzione dei libri liturgici.
adesso la notizia che il papa scioglie il Pontificio Istituto per gli studi sulla famiglia fondato da Giovanni Paolo II, e ne “rifonda” uno nuovo , con a capo Mons. Paglia, che si chiamerà Pontificio Istituto teologico per le SCIENZE del matrimonio e della famiglia”
a quanto si legge nel Motu proprio questo avviene per l’esigenza ovviamente di rimodernarsi:
“è sano prestare attenzione alla realtà concreta della famiglia dato il cambiamento antropologico-culturale che influenza oggi tutti gli aspetti della vita e richiede un approccio analitico e diversificato”
vengono spontanee delle domande . quali sono le “scienze del matrimonio e della famiglia2? la sociologia, l’antropologia, la psicanalisi, le scienze umane?
e in quale misura i risultati di tali scienze possono influire sulla bvisione teologia del matrimonio cristiano? se per esempio le scienze antropologiche giungessero alla conclusione, con prove scientifiche, che l’uomo non è per sua natura monogamico, ma poligamico, l’Istito teologico dovrebbe adeguarsi ai risultati della “scienza”?
Non voglio fare ulteriori commenti , ma non posso fare a meno di farmi una domanda:
se questi due importanti Motu Proprio fossero stati promulglati in altri tempi, diciamo una decina di anni fa, tutti, anche su questo blog, e su altri blog cattolici, ne arebbero subito cominciato a commentare, oggi silenzio . Come mai?
http://www.lastampa.it/2017/09/19/vaticaninsider/ita/vaticano/il-papa-rifonda-listituto-su-matrimonio-e-famiglia-voluto-da-wojtyla-d1WSnQyIBTRkDnYApnDiMI/pagina.html
http://www.lanuovabq.it/it/famiglia-attacco-alleredita-di-giovanni-paolo-ii
Io la vedo più o meno cosi.
Nell’ultimo tempo si sono manifestati all’interno della Chiesa due orientamenti, l’uno che spingeva alla sua “rivitalizzazione” nel solco della “continuità” della direzione, l’altro nel segno della “conversione” ( nel senso di cambiamento di direzione.)
Le figure più rappresentative di questi due orientamenti sono stati papa woityla e il card Martini. Per un certo tempo l’orientamento woytiliano è stato prevalente , ora la prevalenza è nel settore martiniano.
Pensando alle immagini con le quali Gesu’ ha rappresentato la missione della Chiesa, a me pare che l’orientamento woytiliano corrisponda a “voi siete la luce del mondo” :la luce svolge il,servizio di illuminare e permane “altro” rispetto alle cose illuminate ) l’orientamento Martiniano corrisponda invece a “voi siete il sale della terra” : il sale per compiere la,sua missione si scioglie e non si distingue piu’ dai cibi che insaporisce .
Il mio pensiero è che debbano essere con-presenti entrambi gli orientamenti, mentre il far prevalere l’uno a fronte dell’altro sia invece inopportuno.
Ma è possibile che a fronte a qualsiasi bel post di Luigi si finisca sempre a parlare delle malefatte di Francesco il feroce Saladino ?!?
Cristina Vicquery
In effetti, questi due Motu proprio del Papa segnano una decisa inversione di rotta, ed è giusto parlarne, magari non qui.
A Luigi Accattoli dico : grazie, abbiamo bisogno di buone notizie.
Maria Cristina ha ragione. Quando ho letto della “rifondazione” del nuovo istituto mi si è accapponata la pelle. E, francamente, la presidenza di Mons Paglia non è garanzia che il nuovo istituto possa proseguire il percorso virtuoso immaginato da San Giovanni Paolo II.
Dove si vuole arrivare? Perchè?
Mi spiace, ma questa non è una “buona notizia” e accentua il solco, già piuttosto profondo all’interno della comunità cattolica. Purtroppo.
Caro Beppe Zezza, voi siete il sale della terra, ma se il sale perde il suo sapore è meglio buttarlo nel fuoco. Chi lo renderà dunque salato?
Ad Antonella Lignani
Vero. È Sul “non perdere il sapore” che si gioca la partita, nell’orientamento di un Chiesa rivolta ad “accompagnare” il mondo.
Giovanni 17,11 Non sono più nel mondo, essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre Santo. Custodisce nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.
«Nel limpido proposito di rimanere fedeli all’insegnamento di Cristo – scrive Papa Francesco – dobbiamo dunque guardare, con intelletto d’amore e con saggio realismo, alla realtà della famiglia, oggi, in tutta la sua complessità, nelle sue luci e nelle sue ombre. Per queste ragioni ho ritenuto opportuno dare un nuovo assetto giuridico all’Istituto Giovanni Paolo II, affinché la lungimirante intuizione di san Giovanni Paolo II, che ha fortemente voluto questa istituzione accademica, oggi possa essere ancora meglio riconosciuta e apprezzata nella sua fecondità e attualità».
Nella società in cui viveva Cristo la donna non valeva niente. La nascita di una bambina era una maledizione e poteva essere “esposta”, cioè lasciata per strada per essere divorata da qualche cane o presa da qualcuno che la faceva crescere per farne una prostituta. Con le donne non si poteva nemmeno parlare in strada. Non per nulla i discepoli “si meravigliarono che stesse discorrendo con una donna…” (Gv 4,27). Gli uomini, poi, ringraziavano Dio tre volte al giorno per non essere nati donna. In caso di bottino di guerra le donne valevano meno di un asino. Per non parlare della loro impurità per il semplice fatto di avere le mestruazioni, mentre quando erano incinte rendevano impuro tutto ciò che toccavano.
Questa credenza ebraica, purtroppo, si infiltrò, inquinandolo, anche nel cristianesimo, e forse le persone più anziane ricorderanno che prima del Concilio Vaticano II, nella chiesa cattolica, dopo che una donna aveva partorito, prima di entrare in chiesa doveva, all’ingresso della chiesa, ricevere una benedizione dal parroco perché il parto in qualche maniera l’aveva resa impura.
Quanto al sale, al tempo di Gesù veniva utilizzato anche per accendere il fuoco.
I tempi e gli uomini cambiano…
Scusate il prolisso intervento, io non sono un habitué…
Dopo il parto, in passato le donne venivano tenute 40 giorni “sotto l’arcuccio”, praticamente a letto come malate e nutrite con brodo e altri cibi leggeri. A monte c’erano ragioni sanitarie ed igieniche, che non si riusciva a risolvere in altro modo. In quanto alla benedizione del parroco, penso che fosse una specie di “certificato di buona salute”, che attestava il ritorno alla normalità per la donna. Quando ero una ragazzina, in una chiesetta di campagna, ho visto questa cerimonia della benedizione. La donna era inginocchiata davanti alla porta della chiesa, e il parroco l’accoglieva e la benediceva. Mi ricordo che chiesi alla nonna: “Cosa fanno?” e lei mi spiegò l’arcano.
A giuseppe di melchiorrvorrei sapere da dove deduce che ai tempi di Gesu’ nel giudaismo fosse lecito “esporre” le femmine. Le suggerisco anche di andare a leggere quali sono le motivazioni della preghiera: ti ringrazio perché non mi hai creato femmina, che i pii ebrei fanno ancora oggi.
La impurità ebraica era un impurità “rituale” sena nessun riferimento “morale”. La donna mestruata era “impura” per la “perdita di sangue” segno della vita.
Mi interessa sapere come si può utlizzare il sale per accendere il fuoco. Non ne avevo mai sentito parlare prima d’ora.
A Beppe Zezza.
Scusa, ma non posso precisarti quanto chiedi. Non sono a casa.
Ho scritto cose che ricordo di aver letto, ma non ricordo con precisione i libri.
Mi spiace.
Saluti.
A Beppe Zezza/2
Comincio col chiederle scusa per averle dato del “tu”.
Ho seguito il suo consiglio di andare a scoprire le motovazioni per le quali i pii ebrei ringraziono ancora oggi Dio di non essere nati donna. Ribadito che io mi riferivo al tempo di Gesù, e quindi a una storia trascorsa, ho trovato quanto segue, scritto da Riccardo Di Segni, Rabbino Capo di Roma:
“È possibile che la benedizione “che non mi ha fatto donna” nasca da valutazioni negative del ruolo della donna, e sicuramente queste valutazioni sono emerse nel corso della storia”.
La saluto cordialmente, chiudo e vado.
E che fosse lecito “esporre” le femmine? A me pare una esagerazione.
Comunque che le donne fossero considerate meno degli uomini, in tutto il mondo consociuto a quei tempi e’ un fatto assodato e un merito del cristianesimo, sulla falsariga di quello che ha detto e fatto Gesu’, è stato di rivalutare il ruolo della donna equiparandola in dignità all’uomo, ma mantenendo la differenza di ruolo che Dio ha assegnato all’uomo e alla donna nella creaIone.
Che il riconoscimento di questa pari dignità sia stato un lungo cammino avvenuto con molte difficoltà è un fatto acclarato.
Il rpoblema del tempo attuale sta nel fatto che viene contestata anche la differenza nelle identità e nei ruoli.
Ha ragione giuseppe di melchiorre quando dice che prima del C.V.II era rituale per la donna andare in chiesa nella prima uscita dopo il parto.
Lo si faceva per purificarsi ad imitazione di Maria, madre di Nostro Signore.
Purificarsi di che? Mistero! Neanche Maria doveva purificarsi di nulla. Il brutto è che per troppo tempo si sono tramandate assurde fole nella religione cristiana sorella di quella ebraica.
Una cosa è presentare al Tempio il bambinello; un’altra andare al Tempio o in chiesa per purificarsi.
Forse, in realtà, si voleva propiziare la benedizione di Dio sul neonato.
Ma un neonato è già una benedizione di Dio. O no?
E la citazione di Di SEgni, omessa, recita “ma è anche possibile che le motivazioni siano differenti e sicuramente ci sono state e ci sono interpretazioni non offensive. Anche l’ebraismo ortodosso reagisce e discute costruttivamente intorno a questo tema. Con queste premesse, usare la benedizione come il simbolo di una visione negativa della donna nell’ebraismo è una semplificazione falsa e distorcente.”
Per completezza
L’iniziativa del Corsera mi pare buona.
Non so se funzionerà dal lato dell’esempio proposto, in termini di contagio.
Ma certamente avrà il merito di spostare l’attenzione dal campo della discussione perenne ( perennemente sterile?!) su qualcosa che non è di nostra competenza al 98,8%, al terreno concreto, pratico e fattivo che al contrario sarebbe di competenza nostra al 100%, ma che noi coltiviamo si e no al 25, e di cui si parla al 3%.
Auguri alla Soglio e alle sue ” storie positive”: ben vengano !!!!
Poi, come al solito, il pallino resta in mano a noi.
🙂
Maria era una pia ebrea e seguiva la legge di purita’ della Torah.
Libro del Levitico.
oggi, dopo secoli di cristianesimo, per purita’ si pensa a questioni ” morali ” e in particolare “sessuali ” ma ai tempi di Gesu’ , la purità era solo “cultuale” .
Per accostarsi alla santità bisognava essere “puri” esteriormente.
La grande novità del cristianesimo è stata la “interiorizzazione”
“Il rpoblema del tempo attuale sta nel fatto che viene contestata anche la differenza nelle identità e nei ruoli.”
Mi spieghi la differenza, Beppe, se non le spiace. Solo per curiosità.
Sono comunque convinta che alla base delle dichiarazioni di impurità e dei riti di purificazione ci fossero tradizioni popolari che costituivano in qualche modo buone pratiche di igiene. Ad esempio, il fatto che gli ebrei si dovessero purificare (anche lavandosi) prima di entrare nel tempio.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/09/19/tanti-saluti-a-wojtyla-e-caffarra-con-francesco-si-cambia-famiglia/
Caro Beppe Zezza , può darsi che lei abbia ragione quando parla didue scelte “essere la luce del mondo” VERSUS essere il sale del mondo.
ma non posso sopportare il modo veramente antipatico con cui per esempio sul Corriere Gian Guido Vecchi i definisce il vecchio Istituto Pontificio per gli studi sulla famiglia creato da Giovanni paolo II in cui questo papa veramente santo ha profuso tutto il suo amore per la chiesa e per la famiglia: :
“un istituto che è stato uno dei «feudi» di maggiore resistenza al rinnovamento e alle aperture sulle famiglie ferite o i divorziati risposati discusse nei due Sinodi sulla famiglia del 2014 e 2105 e messe nero su bianco dal pontefice nell’esortazione «Amoris Laetitia» (
https://ilsismografo.blogspot.it/2017/09/vaticano-il-papa-rifonda-listituto.html )
quello che è insopportabile è far passare tutti quelli che non sono d’accordo con certe aperture dell’AL, come il relitto di un passato “feudale”, come dei cattivoni poco misericordiosi che non volevano le aperture sulle famiglie ferite”
Ma Gian Guido Vecchi , che ha scritto l’articolo crede davvero che San Giovanni paolo II e il card. Caffarra, che ha guidato per anni quell’Istituto, fossero persone che non volevano aiutare le famiglie ferite? e che invece d’ora in poi col” misericordioso” Paglia, noto finora soprattutto per il buco di milioni di euro lasciato nello sua diocesi di Terni, e per l’affresco “omoerotico” con cui ha fatto coprire le pareti del Duomo di Terni, ( un vero obbrobio guardate qui http://www.repubblica.it/cronaca/2016/03/24/news/nella_risurrezione_del_duomo_di_terni_anche_i_gay_vanno_in_paradiso-135022991/ )
e con altri personaggi simili le famiglie ferite staranno “in buone mani ???????
caro Bebbe Zezza qui non si tratta di essere sale del mondo
purtroppo la gerarchia ecclesiatica oggi al potere che si esprime in gente come mons. Paglia non è ne’ sale ne’ luce, ma solo opportunisti carrieristi.
Definire come ha fatto il Corriere il Pontificio Istituto per gli studi sulla famiglia voluto da GPII come un “feudo” di biechi conservatlori è un insulto a San Giovanni Paolo II, al card. Caffarra e a tutti i professori e gli studiosi che PER ANNI hanno contribuito agli studi sulla famiglia.
Fino a quando i cosidetti “riformatori” credono di poter cacciar via chi non è d’accordo con AL ????: vedi anche l’ignobile caso del professore Seifert :
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/09/14/tutte-le-ragioni-del-professor-seifert-licenziato-per-troppa-fedelta-alla-chiesa/
Ne’ luce ne’ sale: solo tenebre e melassa è oggi la mentalità dominante modernista della neochiesa.
Andiamoci piano con le ” tenebre e la melassa”, per favore.
Ma poi di che si lamenta? Non ci siete voi, rigoristi e rigorosi, a portare luce e sale amaro nella Chiesa?
Smetta, allora, di piangere e pensi all’anima sua.
Detto per inciso, io non aprirò mai e poi mai i suoi link ad autori di cui conosciamo tutti l’indigesta pappina al fiele.
“TENEBRE E MELASSA”.
Non è male.
Il titolino per un blog ,già bellechepronto.
Pure il sottotitolo. ” Né luce, né sale: la mentalità dominante modernista della neochiesa”.
Che aspetta la Venturi ad aprirlo?
Sarà ( senza acca) tutto un accorrere di ” facce giovani, liete e gioiose anche nella tribolazione”, come quelle propagandate al convegno del Summorum, e mai linkate però……
🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
Abboniamo di diritto la Venturi al nuovo supplemento del Corsera?
Così magari si disintossica una frisa da quella montagna di poisoned pages di cui si bea e fa beare (?!!!) anche noi poveri bloggaroli colleghelli?
🙂 🙂 🙂 🙂
Certo che poi ci cade in crisi di astinenza ….
“Il dolore propriamente religioso è quello che piange o il peccato proprio o quello degli altri. Né si duole perché questo male è colpito dalla giustizia divina, ma, se si rattrista, lo fa per quanto viene commesso dall’iniquità umana”.
San Leone Magno,
Discorso 95, 4-5, PL 54, 462-463
Ecco: abbonamento doppio, please.
Hai visto mai?!
Gentile Maria Cristina Venturi
Sono sorpreso che lei si indigni per quello che scrie il Corriere.
L’indignazione può essere giustificata se una articolo del genere lo scrive lAvvenire che e’ ( o almeno dovrebbe essere ) un giornale cattolico.
Il Corsera appartiene al “mondo” e scrive sexondo quello che conviene al “mondo”.
Io credo che i “martiniani” che occupano ora tutte le posizioni di rilievo agiscano “in buona fede” e operino per quello che pensano sia il “bene” del mondo. E cerchino di “influire” sul mondo, riducendo i danni che il “mondo” infligge alla società. Questo il senso del “sale che si scioglie”.
Che poi questa strategia possa essere fallimentare, è una possibilità.
Ho letto oggi un pezzo di Vatican insider sulla vicenda dell’isola di Guam e mi si è stretto il cuore : povera Chiesa, povera Chiesa!
A Beppe Zezza:
Gli scandali nella Chiesa ci sono stati e ci saranno sempre.
Ma la Chiesa sopravvive comunque.
Alessandro VI papa…non ci dice nulla?
“E’ inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avvengono scandali..”
Caro Beppe Zezza ma quello che lei definisce il sale della terra o partito dei martiniani o Mafia di San Gallo la pensano esattamente c ome il Corriere cioe’come il mondo, cioe’appartengono al mondo
i martiniani pensano che il Pontificio Istituto per la famiglia istituito da Giovanni Paolo II e presieduto da Caffara per molti anni , il “feudo”degli oppositori alla linea aperturista di AL debba essere abbattuto e riformato ! il Corriere, Repubblica sono oggi i migliori portavoce della Chies a cattolica. bergo gliana.
Il mondo e la Chiesa di Bergoglio vanno a braccetto, l a pensano esattamente allo stesso modo:comunione ai divorziati risposati, unioni civili per i gay, revisione del divieto di rapporti prematrimoniali, apprezzamento perconvivenze caduta dell’obbligo di non usare c ontraccettivi, indulgenza e tolleranza su aborto, insomma tutto il decalogo dellamentalita’d ominante.
Tutto l’insegnamento morale di Giovanni Paolo II buttato nella spazzatura insieme al Pontificio Istituto per gli studi sulla famiglia.Tanto Caffarra e’morto , gli altri ci manca poco.
Strano modo quello dei “martiniani”di essere il sale della terra:essere d’accordo colla mentalita’dominante, sposarele tesi di anticlericali di atei come Scalfari, mi sembra uno strano modo di essere il sale della terra, sembrano piu’gli utili idioti che lavorano per l’Anticristo.
Comunque nessuno ha risposto alla mia domanda:il nuovo Istituto si chiama “Istituto teologico per le scienze del matrimonio e della famiglia”
Quali sarebbero queste SCIENZE per il.matrimonio e la famiglia?
Filosofia morale, antropologia, psicologia? Sociologia, analisi biodinamica? Studi di settore, statistica, sessuologia? Medicina ,ostetricia, chirurgia plastica, ri f lessologia, omeopatia?
E i “risultati”degi moderni studi e delle moderne teorie elaborate da questi scienziati che c’entrano col.matrimonio cristiano,che la Chiesa dovrebbe insegnare e predicare, il matrimonio sacramento realta’non scientifica e materiale, ma spirituale?
Le parole di Gesu’, sicuramente non scientifiche, sul matrimonio saranno rimodernate e riviste alla luce delle “scienze moderne”?
La semplice proclamazione evangelica, che anche gli analfabeti capiscono, sara’superata dall’erudiz ione degli esperti?Ci vorra’una laurea e un corso di specializzazione per poter insegnare la verita’cristiana sul matrimonio?
Quando andremo a confessare che abbiamo.piantato la moglie o il.marito, e abbiamo un nuovo partner, il prete ci rassicurera’ cheil se c ondo i piu’moderni studi scientifici piantare la moglie o il.marito e’giusto e salutare?Oppure c i verranno propinate teorie antropologiche sull’amore di gruppo, o teorie psicanalitiche sul polimorfismo sessuale? O il.prete ci fara’psicoterapia lacaniana?
Dove finira’la verita’evangelica?SEPOLTA SOTTO FALDONI DI STUDI SCIENTIFICI?E il.prete si.presentera’come un esperto , c ome uno.psicologo per la terapia di coppia?
E il rito del.matrimonio subira’varia z ioni in base alle nuove acquisizioni della scienza?
Non piu’ marito e moglie finche’morte non vi separi, ma solo.finche’ uscira’un nuovo articolo su NATURE o su LANCET o su la Rivista Italiana di Psicologia sulla durata naturale del.matrimonio?
Uno legge il delirio servito alle 22,22 e vorrebbe replicare in modo consono, come insegnavano Totò ed Eduardo.
Ma poi sovviene la massima cesellata iersera alle 22 e rotti da chi diceva:
“Ha ragione il card. SARAH e anche il papa emerito:il silenzio e’la miglior risposta.”
Parole sante, signora mia.
Quante sciocchezze!
Come è possibile ragionare in certo modo? C’è da restare allibiti dalla pochezza di certe asserzioni. Desolazione totale.
Dalle “buone notizie” diffuse, di Accattoli, del 19 sera, si è scivolati, il 20 di buon mattino, alle notizie di cui pochi sanno parlano.
Ho saputo subito martedì, per internet, del motu proprio sul nuovo “istituto teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e famiglia” e poi ho letto ieri mattina su Avvenire. Ma mercoledì 20 – sui vari giornali che blandiscono il 70% degli elettori dell’anno prossimo – faceva “grossa notizia” il candidato “cinque miracoli” nella cattedrale di Napoli, dove, il 19, è accorsa una lunga fila, dall’uno all’altro mar, di “aspiranti-miracolanti”.
Non trovo niente di mirabolante sul fatto che un istituto di studi possa ampliare le sue finalità e aggiornare i suoi programmi. Al Sinodo sulla famiglia del 1980 seguirono la relativa esortazione pontificia un anno dopo, e, nel 1982, l’istituzione, in autonomia, del pontificio istituto per studi su matrimonio e famiglia (per l’approfondimento e la diffusione della dottrina sicura).
A due sinodi sulla famiglia, oltre 30 anni dopo il precedente, sono seguite, analogamente, nel 2016 e 2017 una esortazione pontificia (non fotocopia della corrispondente di 35 anni prima) e una ristrutturazione dell’esistente istituto teologico su matrimonio e famiglia, con i responsabili confermati dell’anno prima. Come dire: “riforma nella continuità”.
Posso consigliare l’articolo di fondo di Avvenire del 20 settembre, “La forza dell’alleanza”, del preside don Sequeri, di solito di difficile lettura. Ma non ieri.
seconda riga, sopra: ….. di cui pochi sanno e parlano.
(scuse)
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/sapienza-cristiana-della-famiglia
” Quali sarebbero queste SCIENZE per il.matrimonio e la famiglia?”
Forse le stesse cui faceva anche riferimento Giovanni Paolo II all’atto della istituzione del PONTIFICIO ISTITUTO DI STUDI SUL MATRIMONIO E SULLA FAMIGLIA?!
…”dopo aver tutto attentamente ponderato, stabiliamo e deliberiamo che al Pontificio Istituto di studi di Matrimonio e Famiglia, già fondato ed operante presso la Pontificia Università Lateranense, sia concesso il riconoscimento giuridico, perché la verità su Matrimonio e Famiglia sia INDAGATA CON METODO SEMPRE PIU’ SCIENTIFICO e perché laici, religiosi e sacerdoti possano ricevere in materia una FORMAZIONE SCIENTIFICA sia filosofica-teologica, SIA NELLE SCIENZE UMANE, in maniera che il loro in maniera che il loro ministero pastorale ed ecclesiale venga svolto in modo più adatto ed efficace per il bene del Popolo di Dio.”
http://host.uniroma3.it/progetti/cedir/cedir/Lex-doc/SCV_SS/SS_magnum.pdf
” Sia Nelle scienze umane:” diceva Giovanni Paolo II. Dunque, ci si sarebbe potuti interrogare anche allora in questo modo :
“Quali sarebbero queste SCIENZE ?
Filosofia morale, antropologia, psicologia? Sociologia, analisi biodinamica? Studi di settore, statistica, sessuologia? Medicina ,ostetricia, chirurgia plastica, ri f lessologia, omeopatia?”
…”perché la verità su Matrimonio e Famiglia sia INDAGATA CON METODO SEMPRE PIU’ SCIENTIFICO ” stabiliva Giovanni Paolo II.
E ci si sarebbe potuti agevolmente interrogarsi:così:
” I risultati”degi moderni studi e delle moderne teorie elaborate da questi scienziati che c’entrano col.matrimonio cristiano,che la Chiesa dovrebbe insegnare e predicare, il matrimonio sacramento realta’non scientifica e materiale, ma spirituale?”
Scriveva Giovanni Paolo II ” …perché laici, religiosi e sacerdoti possano ricevere in materia una FORMAZIONE SCIENTIFICA sia filosofica-teologica, SIA NELLE SCIENZE UMANE, in maniera che il loro in maniera che il loro ministero pastorale ed ecclesiale venga svolto in modo più adatto ed efficace per il bene del Popolo di Dio.”
E ci si sarebbe potuti domandare con indignazione:
” Le parole di Gesu’, sicuramente non scientifiche, sul matrimonio saranno rimodernate e riviste alla luce delle “scienze moderne”?
La semplice proclamazione evangelica, che anche gli analfabeti capiscono, sara’superata dall’erudiz ione degli esperti?Ci vorra’una laurea e un corso di specializzazione per poter insegnare la verita’cristiana sul matrimonio?”
E allora?
“Ci vorra’una laurea e un corso di specializzazione per poter insegnare la verita’cristiana sul matrimonio?”
Giova lasciarla risuonare per bene questa stupefatta domanda, e poi ascoltare quanto ha stabilito Giovanni Paolo II:
“Questo Istituto ha pertanto la facoltà di conferire con diritto proprio ai suoi studenti accademici i gradi seguenti:
il dottorato in Teologia con la specializzazione in scienze teologiche su Matrimonio e Famiglia;
la licenza in Teologia su Matrimonio e Famiglia;
il diploma in scienza su Matrimonio e Famiglia.
4. Questi scopi prefissati l’Istituto li conseguirà:
A. Istituendo un corso per il dottorato in Teologia con specializzazione in scienze teologiche su Matrimonio e
Famiglia per quelli che hanno già la licenza in Teologia;
B. Istituendo un corso per la licenza nella Teologia su Matrimonio e Famiglia per quelli che hanno
conseguito il baccelierato in Teologia;
C. Istituendo un corso per un diploma nella Teologia su Matrimonio e Famiglia per coloro che nella propria
Nazione hanno il diritto di accedere all’Università;”
E dunque?
A proposito di buone notizie, da mesi il quotidiano Avvenire, per compiacere il Papa, sta sostenendo a spada tratta una legge DISCUTIBILE come lo ius soli.
Eppure un minimo di riflessione andrebbe fatta.
Ne propongo una: ognuno la considei come vuole, per me è uno dei tanti segni che questa deriva buonista/progressista dei vertici della Chiesa Cattolica sta facendo un errore dopo l’altro.
In effetti anche questa è una cattiva notizia.
http://www.ilgiorno.it/editoriale/integrazione-islam-1.3411705
Mi riaffaccio velocemente per manifestare la mia condivisione dei dubbi sullo Jus soli manifestati da Federico. Dubbi validati corroborati dalla realtà descritta nell’articolo da lui linkato. Cose che nel mio piccolo già pensavo. La teoria è bella, la realtà è un’altra…
Ne dico un’altra: tutto quanto scritto nell’articolo non bisogna chiederlo dopo, ma a chi chiede l’approdo nel nostro Paese, e perché questo sia concesso, bisogna chiedere la sottoscrizione a impegnarsi a far propri e a osservare i valori, tutti, specialmente quelli che riguardano le donne, vigenti nel nostro Paese. Fatta salva la loro libertà di religione, sempre che questa non leda assolutamente i nostri valori di cui sopra. Altrimenti “marcia indietro”…
Adesso esco dal mio solito seminato, e rischio molto. Gesù ha detto: “”Chi non è contro di noi è per noi” (Marco 9,40). E’ fuorviante rovesciare la frase nel modo che segue? “Chi è contro di noi, non è per noi”?
Non vorrei provocare scomuniche, perciò mi taccio e scappo.
sinceramente non capisco questo sostenere ” a spada tratta” la proposta di legge dello “jus soli”.
L’italia ha già una legge sulla concessione della cittadinanza abbastanza generosa, che prevede solo alcune clausole che un giovane diciottenne che sia nato in Italia o abbia solo frequentato le scuole italiane per un congruo periodo rispetta.
La deve solo chiedere!
Perché inserire un automatismo, che non permette più alcuna verifica su eventuali “problemi” manifestati dal ragazzo ?
L’automatismo è solo una rinuncia a ogni forma di controllo.
Tento una buona azione matutina per rimanere in tema.
Si può fuorviare quanto si vuole, basta non attribuire le “fuorviazioni” al Vangelo. Però si può far ricorso al “quinto evangelo” del SuperBiffi: “chi è contro di noi, è per noi” (solito riferimento, pag. 43)
nella legge in vigore ora un diciottenne nato in Italia e scolarizzato in Italia deve aver soggiornato permanentemente in Italia. Se con i suoi genitori, a causa del lavoro di uno dei genitori, ha trascorso sei mesi all’estero la cittadinanza gli viene negata.
La legge in discussione ora elimina queste storture. E’ una legge comunque che continua a prevedere uno ius soli mitigato e non automatico come quello esistente negli USA.
Mi fa più specie la concessione della cittadinanza italiana a propronipoti di cittadini italiani, nati e residenti all’estero. Faccio un esempio . L’anno scorso a Quito in Ecuador la nostra guida di circa 25 anni ci ha detto di aver richiesto e ottenuta la cittadinanza italiana a motivo del bisnonno italiano. Non sapeva una parola di Italiano e non gli interessava per nulla l’Italia in cui non era mai stato, semplicemente la cittadinanza italiana gli sarebbe servita per emigrare in Spagna, Paese in cui voleva andare a vivere.
cristina vicquery
è poi fuorviante e falso quando si parla di immigrazione e ius soli tirar fuori l’invasione degli islamici
http://www.limesonline.com/da-dove-vengono-i-migranti-4/81137
cristina vicquery
Concordo con picchio quando dice che è assurdo concedere la cittadinanza a chi ha un nonno o bisnonno italiano ed è sempre vissuto all’estero ( e per di piu ha già un’ altra cittadinanza ) . ( ma penso che dietro a questo discorso ci siano le ragioni politiche del voto degli italiani all’estero ).
(Credo che rilevare la differenza storica e sociologica dell’Italia rispetto agli Usa nei quali vige lo ius soli sia superfluo)
La cartina ddi cui al Link è datata e può anche fuorviare. Oltre un quarto di coloro che sono qualificati stranieri ( rumeni e polacchi ) sono invece cittadini europei come noi e un’altra buona fetta ( albanesi, moldavi, ucraini ) sono europei anche se non o non ancora “cittadini europei”. Di quelli che restano la grande maggioranza è costituita da islamici .
picchio,
parliamoci chiaro: solo lo scorso anno centinaia di migliaia di stranieri sono diventati cittadini italiani con la legge attualmente vigente. Può darsi che ci siano delle storture , ma parlare di civiltà o di necessità di una legge che conceda la cittadinanza ancora più facilmente mi sembra obiettivamente eccessivo. Piuttosto sarebbe ora di porre la questione di una cittadinanza europea.
Quanto agli italiani all’estero, la cittadinanza è un modo per compensare il fatto che i nostri migranti e i loro figli sono stati dimenticati per decenni dallo Stato italiano e abbandonati al loro destino. Ci sono anche coloro che, come la famiglia Bergoglio a Buenos Aires, hanno continuato a parlare italiano, frequentato scuole italiane o associazioni culturali italiane. Addirittura c’è un paese in Messico (Chipilo) dove parlano dialetto veneto quasi due terzi degli abitanti.
Inoltre, non nascondiamoci dietro a un dito: la legge sullo ius soli serve principalmente alla propaganda del PD che, dopo aver governato male e con scelte politiche discutibili, deve motivare e ricompattare il suo elettorato di sinistra (o comunque non ottusamente renziano) tentato dall’astensione e dal gruppo secessionista di Bersani, Speranza e compagni.
Renzi non può presentarsi alle elezioni con l’unico risultato “di sinistra” delle pessime unioni civili, deve per forza rimediare un’altra bandierina e lo ius soli cade a fagiolo. Dubito che interessino veramente i bambini stranieri nati e cresciuti in Italia: tutte chiacchiere e propaganda. Spiace che Avvenire e la CEI, per compiacere il Papa, abbiano abboccato.
Da ultimo, questa legge creerà un precedente folle: ogni governo futuro si sentirà autorizzato di cambiare le regole della cittadinanza a colpi di maggioranza e con il voto di fiducia. Ad ogni votazione rischiamo il ritorno allo ius sanguinis e poi ancora allo ius soli, a seconda delle convenienze dei pariti al governo.
Non sarebbe meglio che per temi come quello della cittadinanza italiana si cercassero soluzioni unitarie e condivise?
La legge sullo ius soli in questo momento sarebbe una vittoria di Pirro, lacererebbe ulteriormente il Paese e metterebbe le basi per reazioni xenofobe e ostili agli immigrati. Il buon senso (che in questo caso non coincide con gli interessi del PD di Renzi) suggerirebbe di rimandare la discussione ad un altro momento, cercando nel frattempo di lavorare su una magggiore integrazione degli immigrati, come ben descritto nell’articolo del Resto del Carlino/Il Giorno che ho postato stamattina.
La cartina è datata , ma se si ricercano dati più recenti i flussi degli immigrati regolari continuano ad essere gli stessi. Non è vero che la grande maggioranza è costituita da islamici, ci dimentichiamo sempre di filippini e cinesi, oltre che degli albanesi, moldavi e ucraini.
Cristina vicquery
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Immigrazione_in_Italia
In cinque anni la presenza di cittadini cinesi è aumentata di molto , stazionari quella marocchina…..
Comunque siamo diventati per via della crisi un Paese di passaggio, tra i miei allievi stranieri , sono molti quelli che si sono spostati in Francia, Belgio, Svizzera , Olanda e Lussemburgo
Cristina vicquery
Vero che i cinesi, zitti zitti, stanno crescendo a dismisura. Vero anche che non hanno nessun desiderio di integrarsi e formano una comunità molto chiusa e fortemente legata alla madre patria. Lo stesso vale per i filippini . ( mi raccontava una mamma che nella classe di suo figlio ci sono molti filippini. Questi non vanno mai alle festicciole dei compagni “autoctoni” e non li invitano alle loro ).
Un articolo che non ricordo dove ho letto metteva in luce come la presenza di queste comunità “non integrate” e dipendente dalla madre patria condizioni l’opera del governo italiano .
L’idea che il concedere la cittadinanza sia ipso facto integrarli è una pericolosa illusione.
Non avevo rilevato che picchio precisa ” immigrati regolari ” ……. e gli irregolari?
I dati più completi sull’immigrazione li fornisce la Caritas con i suoi rapporti annuali. Ecco l’ultimo:
http://s2ew.caritasitaliana.it/materiali/Rapporto_immigrazione/2017/Sintesi_RICM2016.pdf
Come ho accennato più volte qui nel blog, collaboro per conto della mia parrocchia con il settore “richiedenti asilo” della Caritas. E’ una bella esperienza di volontariato. La suggerisco a chi cerca un ambiente dove dare una mano.
“Spiace che Avvenire e la CEI, per compiacere il Papa, abbiano abboccato.”
Questa frase parla da sé. Non ha bisogno di commenti.
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Mi permetto di dire che non di rado quando si vuol mescolare qualche frase evangelica con la realtà che ci incalza, si può andare fuori strada.
È ovvio, giuseppe di melchiorre, che si vuole dagli stranieri lo stesso rispetto che si ha per loro. E non nel nome del Vangelo, ma solo perché qualsiasi persona, di qualsiasi colore e di qualsiasi paese e di qualsiasi religione, va rispettata nella sua dignità.
C’è un grande affannarsi sullo ius soli. Votare la legge o non votarla?
Non tutti i partiti di destra sono contro. Ricordo che Berlusconi qualche tempo fa si dichiarava a favore della legge. Non so se ora, in vista delle elezioni in Sicilia, sia dello stesso avviso. Quest’uomo è talmente imprevedibile che non si può fare affidamento sulle sue parole.
La sinistra è pure a favore, ma c’è maretta nei dintorni.
Resta un dettaglio di non poco conto che sfugge all’attenzione di molti e che invece va visto con la lente di ingrandimento.
In Italia ci sono centinaia di ragazzi di origine straniera che si sentono italiani a tutti gli effetti, ma giuridicamente non lo sono.
Si sta parlando di immigrati di seconda generazione ( seconda!!) che non hanno ancora cittadinanza italiana. Nati e cresciuti in Italia, con istruzione scolastica italiana, hanno solo il permesso di soggiorno e potranno chiedere la cittadinanza italiana quando compiranno la maggiore età.
Diciotto anni sono una vita.
Li senti parlare e ti trovi di fronte a ragazzi che non hanno niente di meno rispetto ai compagni e agli amici italianissimi, con i quali sono stati fianco a fianco sui banchi di scuola o ai concerti o nei bar o in una piazza.
Loro no, non sono italiani solo perché i nonni non erano italiani.
Questa è o no un’assurdità? Loro non hanno i pieni diritti dei cittadini italiani, di fronte ai quali sono svantaggiati notevolmente.
Questa è, a mio avviso, una discriminazione in piena regola.
Fra l’altro, quando arrivano i diciotto anni, la solita raffazzonata burocrazia tipicamente italiana nei suoi non pochi cavilli, rallenta di molto l’iter necessario.
Se la legge sullo ius soli serve a mettere fine a questo iniquo stato di cose, ben venga questa legge.
Al di là di un parlare generico, vorrei capire quali sono i diritti che un giovane straniero non ha.
Le lungaggini burocratiche – alle quali non ho difficoltà a credere – sono loro che devono essere affrontate e eliminate.
Beppe Zezza, il diritto alla cittadinanza non ha bisogno di essere collegato ad altri diritti: ha valore di per sé, un valore immenso perché legato all’identità e quindi alla dignità della persona. Si può far dipendere il riconoscimento di tale diritto dal luogo in cui si nasce oppure no, ma le assicuro che nascere, vivere e crescere in una terra che è straniera solo perché straniero ti considera può essere devastante.
Può essere altrettanto devastante essere italiani e vedere la cittadinanza italiana concessa oves et boves, a chi non è interessato ad integrarsi, a chi frequenta solo le comunità etniche di origine, a chi pratica l’infibulazione, a chi tiene le donne (madri, mogli e figlie) segregate in casa o nascoste dietro veli avvilenti, chi considera la cultura occidentale o l’identità italiana o la religione cristiana una tentazione diabolica da distruggere…
L’ho scritto ieri e lo ripeto: stiamo molto attenti a “forzare” troppo su questa linea, ad alzare troppo i toni, a parlare a sproposito di civiltà. Per la stragrande maggioranza degli italiani non è il momento giusto per scelte di questo genere (peraltro incomprensibili, dato che ai tanto decantati bambini nati in Italia sono garantiti tutti i diritti) e varrebbe la pena mostrare maggiore attenzione per questa posizione se si vogliono evitare reazioni xenofobe o addirittura razziste.
La legislatura è arrivata al termine, il PD si accontenti dei danni che ha già combinato e risparmi al Paese questo INUTILE disastro, destinato a dividere gli italiani, minare l’identità nazionale, alimentare la sensazione (vera o presunta, non importa) di invasione. Valuti bene le conseguenze di questa ennesima forzatura (meglio dire: prepotenza) di un partito che arriva si e no a un quarto dei consensi degli italiani.
La solita solfa anti-sinistra che non convince nessuno tanto è logora.
la solita reazione cretina di chi non capisce di cosa si sta discutendo.
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/roma_vaticano_gendarmeria_clochard-3253146.html
L’operazione “via i barboni da San Pietro”, di cui il papa è stato informato, è scattata e la Gendarmeria Vaticana ha allontanato i clochard dal colonnato del Bernini.
e’ una buona notizia? mah. …per i cultori del genere romantico per i cui i barboni sono dei semi-dei, dei superuomini che per libertà si sono ridotti a sub-uomini, dei romantici ribelli alla società conformista, evidentemente no non è una buona notizia.
per i turisti che dovevano assistere a certe scene , tipo gente che faceva la pipì e la popo ‘ sotto il colonnato del Bernini, sicuramente è una buona notizia.
E papa Francesco e la sua “narrativa” infarcita di retorica a buon mercato sullo stare vicino al prossimo anche se puzza? ‘ si è dovuto arrendere alla realtà? O forse si tratta della solita doppia narrativa RADICAL CHIC A parole VICINO AI PUZZOLENTI BARBONI, MA NEI FATTI. NON NEL MIO GIARDINO! (Non sotto il Colonnato di San Pietro , please, a pisciare e cacare andate piu’ in la’, cari fratelli))
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/roma_vaticano_gendarmeria_clochard-3253146.html
“la solita reazione cretina di chi non capisce …”
Io capisco ben più di lei. Molto di più, se mi permette.
Capisco, per esempio, che lei giudica tutto a lume di ideologia partitica; il che è davvero da cretini patentati.
(Non sotto il Colonnato di San Pietro , please, a pisciare e cacare andate piu’ in la’, cari fratelli))
Eccone un’altra che brilla per raffinatezza estrema.
🙂
😀 😀 😀
Ma non è quella stessa che in un altro post magnificava i genitori italiani spensierati, con tanti figli sporchini anziché no, che ci sono, grazie a Dio, e levano al cielo, orgogliosamente, i pargoli messi al mondo “alla carlona” ?
Direbbe lo stesso se, nel suo giardino, quei barboni puzzolenti levassero al cielo, orgogliosamente, i loro figli altrettanto puzzolenti?
“…se si vogliono evitare reazioni xenofobe e anche razziste”, si stronca la xenofobia e il razzismo sul nascere, disinnescando la paura dell’altro e del “diverso” da te, e non si inonda il web di messaggi del genere daje al migrante sozzo, che porta malattie, infedele e cattivo.
Tanto per chiarire.
Invito a ridere i miei combattivi visitatori segnalando che la popò accanto alle basiliche e il tentativo di mettervi riparo sono nella tradizione. Ecco una sestina di Carlo Porta del 1818-1819, appartenente all’epistola “Il Romanticismo”:
Fan tal e qual che fava quel bon omm
che ghe criaven (che la scusa on poo)
perché el fava i fatt soeu depos al Domm:
Se pò nò, se pò nò!… Ma mì la foo,
el respondeva intant al busseree.
S’el gh’avess tort o nò la diga lee.
“Depos al Domm”: ovviamente il Duomo di Milano. Qualcosa di paragonabile al Colonnato di San Pietro. E paragonabile è il resto. Non mi stancherò di invitare all’ermeneutica della continuità.
Se pò nò, se pò nò!… Ma mì la foo: bandiera dei disobbedienti d’ogni tempo che ha trovato una formulazione gloriosa in Milano.
Per conoscere in dettaglio i fasti del Colonnato:
http://www.lastampa.it/2017/09/22/vaticaninsider/ita/vaticano/il-vaticano-smobilita-gli-accampamenti-di-clochard-durante-il-giorno-motivi-di-sicurezza-KaYkMLroyrqXvKeZLKPXcK/pagina.html
A Leopoldo Calo’
Quindi è solo una questione “ideale” senza risvolti concreti. Perché nel concreto hanno le stesse cose dei “cittadini regolari”
Ma perché dare la cittadinanza “in automatico” a chi magari non è interessato per nulla a integrarsi? ( vedi i servizi apparsi sui giornali in questi giorni )
” Perché nel concreto hanno le stesse cose dei “cittadini regolari”
Non è così manco per niente. Nel concreto non hanno le stesse cose dei cittadini “regolari”. Tanto per cominciare non hanno diritto di voto.
Se a lei sembra poco, la invito a considerare il fatto che è importante averlo tale diritto, che è un riconoscimento ufficiale di identità in una patria che, nel caso specifico, è l’Italia. Anche se poi si sa che molti italiani, anche considerati intelligenti, non vanno più a votare perché disincantati dalla politica. Un non-voto di protesta, insomma, che io non condivido affatto.
Quegli “stranieri”, che stranieri non sono, vengono discriminati in ambito sportivo, per esempio, perché a loro vengono richiesti molti documenti per il tesseramento, con ritardi notevoli ed estenuanti che magari li inducono a ritirarsi.
Alle madri “straniere”, che straniere non sono, viene negato l’assegno di maternità garantito alle madri italiane.
Senza considerare le tasse aggiuntive sui permessi di soggiorno. E varie altre cose.
Tutto perché questi giovani, senza cittadinanza, sono stranieri di seconda generazione, ovvero: i loro nonni erano stranieri.
Insomma, ci sono percorsi procedurali tortuosi che i cittadini italiani non conoscono.
Sig. Beppe, perché non prova a mettersi nei panni di questa gente discriminata, per la quale la vita risulta ben più difficile che per gli italiani belli e puri?
E poi: quei servizi su chi non è interessato ad integrarsi, appaiono sempre sui giornali di parte o di partito.
Vada a leggere altri giornali più obiettivi, e vedrà che la musica cambia.
Bravo Luigi Accattoli che finalmente sorride un po’ con noi postando una poesiola milanese di Carlo Porta.
Gli scherzi di quel genere appartengono a tutte le generazioni. E sempre fanno ridere o almeno sorridere.
Non fu uno scherzo e non fece ridere, invece, la popò, bella grande, ad opera di ignoti, che io e la mia vicina di casa trovammo diversi anni fa nel nostro pianerottolo, ultimo piano, vicino all’ascensore.
Orribile cosa che doveva essere rimossa il più presto possibile.
Né io né la mia vicina riuscivamo a prendere l’iniziativa, e ci chiedevamo, costernate, chi mai avesse avuto il coraggio di fare una simile “cosa”.
Anche perché le nostre case non avevano niente di somigliante ad una basilica o ad un duomo.
Alla fine l’impavida vicina si decise a pulire per benino; io non lo avrei fatto neanche se mi avessero pagata a peso d’oro. E avrei lasciato la spiacevole incombenza alla donna delle pulizie.
Il mistero è rimasto tale, ma io qualche sospetto l’ho sempre avuto e riguardava dei ragazzetti-scolari, che andavano a lezione da una maestra del condominio.
Mi scuso con Accattoli e con gli altri se ho narrato un episodio di privatissima pertinenza.
La colpa è tutta di chi ha introdotto l’argomento ( signora Venturi) e perfino di Carlo Porta. All’associazione delle idee non si comanda.
Ma Luigi può sempre cancellare, se e quando vuole.
A Victoria Boe
Penso che abbia sbagliato bersaglio.
Non si tratta di “avere o non avere la cittadinanza italiana ” ma di “averla in auromatico” o “averla su richiesta al compimento del diciottesimo anno di età “.
Il diritto di voto – che è il,diritto fondamentale del cittadino – lo si acquisisce al,dicottesimo anno di età. Prima di quella scadenza, il diritto di voto non lo ha ne’ il minore italiano ne’ il minore straniero.
Ma quale bersaglio sbagliato! Lei non ha letto bene i miei commenti.
In realtà la cittadinanza italiana i minori stranieri la acquisiscono dopo il diciottesimo, quando per le lungaggini burocratiche gli arriva l’ok.
Mi sono spiegata?
Rilegga, prego: “Fra l’altro, quando arrivano i diciotto anni, la solita raffazzonata burocrazia tipicamente italiana nei suoi non pochi cavilli, rallenta di molto l’iter necessario.”
Le è chiaro, adesso?
Lo.ius soli e’la piu’grande assurda pagliacciata che il PD vuol far passare per legge di civilta.
Solo il fatto che non.esista una simile legge in NESSUN PAESE EUROPEO, ne’in _Francia, ne’in Germania, ne’in Spagna, ne’im Inghilterra fa capire che non e’assolutamente una legge europea.
Persino negli ultra-democratici ed ultra corretti paesi scandinavi, Svezia, Norvegia, Finlandia, esiste lo Ius Soli.
Non esiste ovviamente nello Stato del Vaticano.
Non esiste nella maggioranza degli stati al mondo.
Ma l ottusita’del PD vuole introdurla in Italia.
Perche’ mai?
La ragione ,per quanto assurda e’secondo me questa:
perche’il Pd e il governo.italiano SE NE FREGA degli italiani, presi in una ideologia assurda per cui l’interesse dei cittadini italiani NONe’l’interesse dei politici italiani.
I politici italiani non fanno l’interesse dei cittadini italiani.
In qualsiasi altro paese dei politici che non fanno l’interesse del paese sarebbero mandati a casa, alle elezioni, dai cittadini stessi. IN Italia sembra che q uesto non succeda.Anche perche’gli ultimi governi non sono stati eletti dal popolo ma imposti dall’alto.
Ma prima o poi , se veramente verra’data voce e potere democratico alla,maggioranza del popolo, succedera’
che questi politici contrari all’interesse del popolo verranno mandati a casa.
Come ho scritto, se il problema – come certamente è – è la raffazzonata burocrazia italiana il problema è, su questa che si deve intervenire: non modificando le leggi dello Stato! Chiaro?
No, non chiaro.
Ci sono leggi che vanno modificate. La burocrazia è una questione a parte.
Non vedo perché mai certe leggi debbano essere intoccabili.
Per lei, Beppe Zezza, a quanto pare tutto, proprio tutto, deve restare fisso e immobile senza tenere conto del tempo che passa e che richiede aggiustamenti di ciò che non va bene.
I suoi occhi vedono all’indietro. Forse dovrebbe aggiornarli calandoli nel presente, che non è sempre negativo come a lei pare.
Nei discorsi che abbiamo fatto abbiamo accertato che:
– i diritti “concreti” e fondamentali dei minori sono i medesimi sia che i minori siano italiani che stranieri
– la cittadinanza è un diritto “ideale” di gran significato simbolico. Diventa un diritto “concreto” al raggiungimento della maggiore età .
– l’ottenimento della cittadinanza al raggiungimento della maggiore età, su richiesta, da parte degli stranieri residenti è ostacolata da problemi burocratici che la rendono complessa.
A me pare che la conclusione “logica” sia che è necessario “eliminare gli intoppi burocratici” . E che questo non c’entri niente con un “volere tutto immutabile” e con il “volgersi indietro”.
Ritengo viceversa che il “voler cambiare a tutti i costi” risponda alla idea che tutto ciò che è nuovo è buono.
Sta leggendo tutto a modo suo, questo è chiaro.
Rilegga con attenzione i miei commenti: indicano significati diversi.
Ma è inutile parlare con chi è in una direzione diversa, che va a parare sempre sullo stesso finale.
Non ci sono solo intoppi burocratici, ci sono anche intoppi legali che possono essere modificati con una legge e la legge iin discussione mira proprio a quello. Come ho già ricordato la normativa attuale prevede per ottenere la cittadinanza la residenza ininterrotta nel nostro Paese…un ragazzo che poniamo decide di frequentare i sei mesi di Erasmus all’estero non avrà la cittadinanza.
Ricordo poi lo Ius soli esistente in USA ( e altri Paesi) è automatico , questo significa che se sei nato la , sei cittadino anche se la mamma si trovava là per turismo o proprio al fine di far ottenere la cittadinanza al figlio. Una mia collega è cittadina USA perché nata là, è ritornata in Italia all’età di tre mesi non ha mai più rimesso piede in USA, se non al Consolato per rinnovare il passaporto. lLa legge in discussione in Italia non prevede neanche lontanamente una cosa del genere, quindi non è concessione automatica
Cristina vicquery
Bene Cristina. Tu hai chiarito ulteriormente.
Speriamo che il Sig. Beppe ora non voglia far quadrare il cerchio a tutti i costi.
Non possiamo paragonare l’Italia agli Stati Uniti per la diversa storia e composzione.
So bene che il progetto italiano non è uno jus soli
Uro ma è più uno jus culturae.
Si tratta comunque in ogni caso di un “diritto” automatico che si acquisisce .
Certamente, come giustamente osserva Victoria, dietro alle diverse posizioni nei confronti di questa legge ci sono diverse valutazioni sulla importanza della “italianità” come caratterstica da salvaguardare o irrilevante a fronte di altre esigenze.
Se ci fossero veramente delle buone ragioni e se risultasse veramente utile si potrebbe provare a discutere una legge condivisa e trasversale. La cittadinanza è una di quelle questioni che riguarda tutti e non può essere imposta da una parte politica, a colpi di voti di fiducia, alla vigilia delle elezioni.
Il buon senso vorrebbe che almeno si rinviasse lo scontro alla prossima legislatura, dopo aver interpellato su questo punto l’elettorato (cioè il popolo sovrano che dovrebbe essere d’accordo a estendere la cittadinanza italiana).