Auguro la buona Pasqua ai visitatori prima di uscire per andare alla Veglia in parrocchia. Scrivo davanti al televisore mentre seguo la diretta dalla Basilica Vaticana dove Papa Bergoglio celebra la sua prima Pasqua. Contento di lui, contento di voi.
Buona Pasqua belli miei
49 Comments
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Eccomi di ritorno anch’io dalla Veglia Pasquale celebrata nella Chiesa Parrocchiale del mio paese !
Vorrei augurare buona Pasqua, oltre che a tutti i “pianerottoliti” (compresi, e, anzi, sopratutto a quell con cui, nel tempo, mi sono “scontrato”), anche a quelli che, nel tempo, ci hanno, per vari motivi, lasciato: parlo, in particolare, di Sumpontcura, Syriacus, Ignigo74, Leonardo (di cui è subentrato uno che gli fa il verso: ma è una brutta copia ………), Maioba, Giovanni Mandis, Don78, ed i miei conterranei Plpl8 e Corinna.
……………e, last but not least, buona Pasqua al nostro “padrone di casa” !
Roberto 55
Stasera niente Veglia, per diversi motivi…
Spero che qualcuno mi abbia portato con sé. Io con il cuore c’ero.
Un caro augurio a Luigi e a tutti:
Cristo è risorto!
E’ davvero risorto!
http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcS1Cm6DXJm9vtBQbd-WRpBGjGu4fZAvbvMaXKoC5aUYH-8f9B9E
Tornati adesso, messa bellissima in una serata fredda fredda.
Buona Pasqua a tutti!!
serena festa di Resurrezione,
e uno sgargiante sorriso sulle labbra
con la vignetta di Gioba
http://www.gioba.it/?p=1762
Cristo e’ risorto!!
Buona Pasqua a tutti.
F.
Buona Pasqua!
Auguri affettuosi a tutti.
Giuseppe
Con Cristo Risorto riviva la nostra fiducia
e la luce della speranza illumini il nostro cammino.
Buona Pasqua!
Buona Pasqua a tutto il pianerottolo.
Buona Pasqua, caro Luigi.
La morte ha perso il suo pungiglione !
La nostra preghiera unanime perchè la gioia della Pasqua si estenda al mondo intero
con queste parole Papa Francesco ha introdotto ora la preghiera dei fedeli.
Questo Volto sfigurato assomiglia a tanti volti di uomini e donne feriti da una vita non rispettosa della loro dignità, da guerre e violenze che colpiscono i più deboli… Eppure il Volto della Sindone comunica una grande pace; questo Corpo torturato esprime una sovrana maestà. E’ come se lasciasse trasparire un’energia contenuta ma potente, è come se ci dicesse: abbi fiducia, non perdere la speranza; la forza dell’amore di Dio, la forza del Risorto vince tutto.
Qui il testo del messaggio di Papa Francesco per l’ostensione straordinaria della Sindone avvenuta ieri: http://attualita.vatican.va/sala-stampa/bollettino/2013/03/30/news/30712.html.
Nella nostra vita abbiamo paura delle sorprese di Dio! Egli ci sorprende sempre! Il Signore è così. Fratelli e sorelle, non chiudiamoci alla novità che Dio vuole portare nella nostra vita! Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sentiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di non farcela. Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui.
Così il Papa nella celebrazione della Veglia: http://attualita.vatican.va/sala-stampa/bollettino/2013/03/30/news/30713.html
Il Papa gira tra la folla e fa fermare la campagnola ed ecco ora gli hanno portato un ragazzo disabile, forse spastico, e lui l’ha preso in braccio a lungo, volto con il volto. Avevamo già visto un paio di tali gesti il giorno d’inizio del Pontificato.
Altro paralitico ora, sollevato a braccio e da lui baciato e accarezzato.
Perdonatemi, perdonatemi per questa “polemica” in questa giornata, (che sicuramente lascia il tempo che trova): mi e’ spiaciuto non ascoltare i saluti e gli Auguri di Pasqua nelle varie lingue, da parte del papa, ma sicuramente papa Francesco sa bene quello che fa e probabilmente il “giro” del pontefice in Piazza San Pietro dopo la Messa di Pasqua che, saluta e abbraccia molte persone, tra le quali un paralitico, probabilmente, sicuramente vale di più dei 44 saluti nelle diverse lingue.
Buona Pasqua!
F.
Fabricianus il Papa ha iniziato il messaggio Urbi et Orbi (alla città di Roma e al mondo) con le parole: “Cari fratelli e sorelle di Roma e del mondo intero”. Didascalico, dunque. Dietro il francescano c’è il gesuita. Ma detta così suona male. Proviamo a migliorare la ricezione: con Francesco abbiamo pur sempre Ignazio.
Un caloroso augurio di Buona Pasqua
Grazie mille, Luigi della delucidazione.
Ammetto di conoscere poco Ignazio: forse per questo, faccio fatica a capire alcune scelte “istituzionali” o forse non “istituzionali” di papa Francesco.
Un abbraccio!
F.
Essendo di un’altra diocesi, non so nulla delll’attività odierna del vescovo di Roma, mi sembra però di aver capito da Fabricianus che non c’è stata la consueta performance dei saluti in tot lingue. A dire il vero me ne compiaccio, perché l’ho sempre trovata un po’ stucchevole. Questo nuovo vescovo di Roma mi pare uno che si risparmia volentieri le cose che gli scocciano (proprio come farei io!). Però vorrei sapere: almeno in latino gli auguri li ha fatti?
Inoltre, non capirei molto – a questo punto – il senso di un messaggio “urbi et orbi”. Non sarebbe il caso di abolire anche quello? Il dottor Luigi trova didascalico l’esordio “Cari fratelli di Roma e di tutto il mondo”. Sarà che non so leggere le didascalie, ma quello – se mi saltasse l’uzzolo – è un tipo di discorso che potrei fare anch’io, che ho, come tutti, “fratelli” nel mio borgo e in tutto il mondo.
E se il vescovo di Roma parla al mondo, gli altri che fanno? Avete notizie del messaggio del vescovo di Tegucigalpa? E quello di Antanananarivo che ha detto? E da S.Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco e Bisaccia non è arrivato niente?
Buona Pasqua a tutti!
Dietro il paralitico ci siamo tutti, siamo tutti esseri umani con i nostri difetti e i nostri limiti.
Forse non ci dovremmo fermare a vedere nei gesti di Papa Francesco solo questi… resto del mio parere che sia “rischioso”.
La Chiesa è di tutti i cristiani. E non è un’opera sociale.
Senza polemica, ma … non perdiamo il Vangelo che è annuncio a tutti gli uomini e le donne.
Caro Fabricianus, capisco il suo dispiacere, che è anche il mio. Mi ricordo quando Giovanni Paolo II iniziò il suo pontificato; era sorprendente sentirlo parlare in tutte le lingue. Mi ricordo in particolare che nella prima Messa del suo Pontificato parlò per quasi dieci minuti in ucraino; questo fatto apparve sorprendente, perché non sapevamo che lui, giovanissimo vescovo, si era recato in quella terra per ordinare clandistamente molti vescovi della chiesa uniate, tenuta sotto pressione sia dalle autorità civili che dalla Chiesa ortodossa. Posso pensare che allora fosse giusto che ci fosse un papa così, come ora è giusto avere un papa come Francesco, che d’altra parte non solo ha detto di parlare a tutto il mondo, ma ha ricordato i problemi più scottanti del mondo intero. Stili diversi per papi diversi e per situazioni storiche ed ecclesiali diverse. Certo, forse noi italiani ci eravamo identificati su uno stile del papato che dava lustro a tutti noi.
Anche le parole conclusive del Papa riprendono l’intestazione “Urbi et Orbi” del saluto iniziale: “Cari fratelli e sorelle, giunti da ogni parte del mondo in questa Piazza, cuore della cristianità, e tutti voi che siete collegati attraverso i mezzi di comunicazione, rinnovo il mio augurio: Buona Pasqua! Portate nelle vostre famiglie e nei vostri Paesi il messaggio di gioia, di speranza e di pace, che ogni anno, in questo giorno, si rinnova con forza. Il Signore risorto, vincitore del peccato e della morte, sia di sostegno a tutti, specie ai più deboli e bisognosi. Grazie per la vostra presenza e la testimonianza della vostra fede. Un pensiero e un grazie particolare per il dono dei bellissimi fiori, che provengono dai Paesi Bassi. A tutti ripeto con affetto: Cristo risorto guidi tutti voi e l’intera umanità su sentieri di giustizia, di amore e di pace”.
Altre due osservazioni, oltre all’assenza dei saluti in lingue (65 ne aveva usate Ratzinger la scorsa Pasqua): non ha cantato la formula della benedizione e si è affacciato alla Loggia con la sola talare bianca come per la prima benedizione dopo l’elezione.
Auguri a tutti con grande affetto
Péguy scrive: «Contravvenendo a questa perpetua abitudine, a questo invecchiamento dominatore, a questo smussamento. Qui appare, qui sboccia, qui sgorga la virtù che abbiamo chiamato la bambina speranza. È essenzialmente l’anti-abitudine e per questo è l’anti-morte. È la sorgente e il germe. È lo sgorgare e la grazia. È il cuore della libertà. E soprattutto è quella che garantisce alla Chiesa di non soccombere sotto il proprio meccanismo. Senza la speranza la fede si abituerebbe a credere al mondo, a Dio, e senza la speranza la carità si abituerebbe all’amore, al povero, a Dio».
Una chiave di lettura interessante, per l’agire di un papa che ha iniziato il suo ministero nel segno della Pasqua, che della speranza che non muore è la fonte…
Io tengo aperta questa finestra. E aspetto nella speranza di vedere dove lo Spirito del Risorto ci sta conducendo, ora. Anche grazie ai gesti di papa Francesco.
“Però vorrei sapere: almeno in latino gli auguri li ha fatti?”
Sì, agli antichi romani.
Ma lo sai roberto55 che per un po’ ho pensato anch’io a quello che fa il verso a Leonardo….e sembra proprio lui da come scrive…quello stile corrosivo, dotto e sarcastico….poi mi sono detto di no. Lui è persona troppo seria non farebbe mai uno scherzo da Pierino di questo genere. E inoltre devo dire che l’imitatore è un po’ meno dotto…o forse no…
Si, Mattlar: concordo con te; Leo era d’un’altra pasta (come dire ? “La classe non è acqua” ……).
Buon lunedì dell’Angelo al “pianerottolo” !
Roberto 55
Comunque a me quel “Franti”, il cattivo del libro “Cuore” di De Amicis, mi fa pensare.
Buona (retroattiva) Pasqua e buona Pasquetta a tutti. O, per soddisfare tutti, “valete atque valete”.
“a me” + “mi” non è il massimo per la lingua italiana. Scusate.
Invece, caro Lazzaro, nel discorso colloquiale è una ridondanza che va più che bene.
Non è il caso di scusarsi.
Un caro saluto.
“Leo era d’un’altra pasta (come dire ? “La classe non è acqua” ……).”
Scherzate, vero? Dove stava la “classe”? Vedevate la “classe” nella maleducazione? Solo perché non toccava voi direttamente?
Questo signor X se non è lui, è il fratello gemello.
Lorsignori mi trattano da più di quel che sono. Comunque, credo di conoscere questo Franti e nemmeno io ne ho grande stima. D’altro canto, io sono sempre “in carcere”, diffamato come pedofilo con nulla osta del padrone di casa, e questo potete considerarlo come un breve permesso (che per Pasqua non si nega a nessuno). Accontentatevi.
Ah, Lazzaro, più che “a me mi” (che mi piace anche a me) è “valete atque valete” che non va. “Ave atque valete” sarebbe meglio. Ma oramai il latino bisogna dimenticarselo.
Ciao, Leo ! “Quando passi da queste parti” (era il titolo d’un bel film, che non ottenne alcun successo, ma che a me m’era piaciuto molto, con Peter Falck e Jill Clayburgh), sai che siamo qua e ci trovi, pronti a suonarcele di santa ragione, come ai vecchi tempi (e credo che nulla farebbe più piacere al nostro padrone come il tuo ritorno): quel tuo imitatore, invece, vale, effettivamente, proprio poco …….
Ciao a tutti.
Roberto 55
@ Leonardo
Evidentemente l’ho dimenticato anch’io il latino. Mi spiace.
Approfitto del tuo permesso pasquale per augurarti buona Pasquetta e un veloce “proscioglimento per non aver commesso il fatto”. Stammi bene.
Non si preoccupi. Non è sbagliato. Era solo una mia preferenza. Ubbie di carcerato. E ora ritorno al gabbio.
Temo che anche il signor Leonardo si tratti da più di quel che è. Avrebbe dovuto concordsre meglio la sua frasetta: “avete atque valete”.
Quanto alla disistima che dice di provare per me (e che ad ogni buon conto ricambio cordialmente), non vi credo troppo … dopotutto è vero che ci assomigliamo un po’. Magari, siamo perfino parenti. Vorrà dire che sarò il suo Smerdyakov.
A me, più che il Pavel Fjodorovic Smerdyakov de “I fratelli Karamazov”, questo “gioco delle parti” ricorda Howard Price, il protagonista (interpretato da Woody Allen) del film “The Front”, diretto nel 1976 da Martin Ritt.
“Intelligenti pauca” (a proposito di latino …….).
Buona serata a tutti.
Roberto 55
A me piacciono… non saprei a qual “santo”votarmi ! Leonardo? Franti? Entrambi interessanti ed eclettici, con ottima dialettica e intelligenza stimolante.Li trovo interessanti, cerebrali quanto basta, soprattutto non sono noiosi.
Tra l’altro dell’esimio Franti mi colpì da subito il nome di De Amicisiana memoria essendo mia madre ottima narratrice oscillante tra “Cuore” e “Pinocchio”. Prefirii da sempre il “Cuore” con tutti i personaggi ai quali avevo dato un volto, un aspetto fisico, una voce, e con loro ero in confidenza dentro quel mondo immaginario nel quale ero solita cullarmi. Similmente immagino ciascuno degli scriventi di questo bel Blog. Li visualizzo uno ad uno, tutti.
Mi colpi Franti perché, stranamente, dai racconti edificanti narrati dal maestro perboni ero sempre dalla parte dei più difficili, i più incompresi [segno profetico della mia vocazione salesiana e di quello che avrei fatto in futuro] esempio: preferico Ferruccio di “sangue romagnolo” all’eroismo della “Piccola vedetta lombarda”, così all’amato Garrone prediligevo il difficile Franti e non condividevo il giudizio tranciante di Enrico su di lui che avvertivo ingiusto. Mi dicevo : “facile per chi ha tutto, anche il superfluo, giudicare chi è cresciuto nella strada come uno straccione costretto a rubacchiare il tozzo di pane”. Mi commuoveva il Franti e scorgevo nel suo riso forzato la ribellione dinnanzi all’umiliazione della povertà estrema, un male interiore che cozza contro il benessere di chi in quel “cuore” prosperava e ingrassava, come il Enrico, il benestante. Riflessioni sempre attuali, ed oggi ancora di più…
E che dire, Clodine dell’infermiere di Tata?
Quanto mi ha emozionato e fatto crescere quel racconto…
A “me mi” piaceva più di tutti “Dagli Appennini alle Ande”, e, poi (per meri motivi di conterraneità), “Il piccolo patriota padovano”.
‘Notte a tutti.
Roberto 55
Me lo fecero leggere a scuola l’ho detestato di brutto onestamente, proprio un’antipatia viscerale.
Però dagli appennini alle Ande trassero una serie di cartoni animati che mi piaceva (di Miyazaki era, vedi che cartoni che ci passavano allora)
Anch’io “Dagli Appennini alle Ande”. Anche “Il tamburino sardo” che però mi faceva tanto piangere (così come Tata…).
…eh…elsa mia, non mi dire…non ce la facevo a non piangere. Quella dell’Infermiere di Tata è tra tutti i racconti forse il più struggente! Ma tutto il libro è un inno all’amore …e che dire del “piccolo scrivano fiorentino”!? Noooo….mi faceva morire la storia di Giulio…oddio…quanti ricordi legati a questo libro.
Tana per Leonardo!
Dai Leo eri più sottile e pungente prima… adesso sei tutto così controllato…
Almeno per Pasqua… Un carso abbraccio pasquale a Luigi e ai “pianerottolisti” tutti e tutte che conosco, almeno “di penna”.
Sento che si apre un tempo forte ma difficile per tutti gli uomini di buona volontà. Che il surplus di Grazia che stiamo ricevendo sin dal gesto di papa Benedetto e ora con la Pasqua sia una bella scorta d’olio per le nostre lanterne.
Simone
Tutto sommato, (se sbaglio mi corrigerete) il libro “Cuore” è un testo fortemente classista, con evidenti segni di squadra e compasso, ma ne conservo comunque un buon ricordo tra le mie prime letture…
Certe cose si capiscono dopo. 😉 😉
Un abbraccio!
Moralista !
Torna tra noi…