Via al 2010 con bacio

Per noi: perché, durante l’anno che oggi ha inizio, ci sforziamo di rendere felici coloro ai quali auguriamo un buon anno“: è la quinta invocazione della PREGHIERA DEI FEDELI della liturgia di oggi. Sono stato a messa nella Basilica di San Paolo fuori le mura, che ho trovato più bella dopo le novità arrivate con l’Anno paolino. Quell’intenzione mi sembra appropriata per gli auguri ai visitatori. Bacio.

73 Comments

  1. FABRICIANUS

    Preghiera molto bella. Auguri a tutti!!

    1 Gennaio, 2010 - 20:29
  2. marta09

    Anch’io, Luigi, sono rimasta colpita da questa preghiera.
    Regalare sorrisi per generare sorrisi, regalare parole che liberano il cuore, regalare emozioni che ridonano speranza … E lo si può fare sempre, ogni giorno … anche se non è Capodanno … ed è una cosa che è iniziata a Natale, ogni anno inizia a Natale.
    Poco importa se siamo travolti dal dolore, importa solo preoccuparci che gli altri non ne abbiano e se ne sono immersi anche loro, allora … allora è come una comunicazione “cuore a cuore” e si dona gioia … anche quella della semplice comprensione e condivisione.
    Semplice, ma non così frequente.
    Insomma è un po’ essere i “possessori” di quei piedi evangelici:
    “quanto sono belli i piedi di coloro che portano annuncio di bene”.

    Comunque sia è una cosa che poco ha a che fare con le mani ed ha più a che fare con la nostra parola che per nessuna ragione deve ferire o dividere, con le nostre labbra che per nessuna ragione devono rimanere sdegnosamente serrata.

    E’ un po’ quello che leggeremo domenica nella 2° lettura:
    “per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità”

    1 Gennaio, 2010 - 21:07
  3. Sumpontcura

    Auguri affettuosi a tutti (a tutte!)
    Giuseppe

    1 Gennaio, 2010 - 21:19
  4. roberto 55

    Buon anno anche a te, amico Sump !

    Roberto 55

    P.S.: buon anno, Fabricianus ! Buon anno, Lidia !

    1 Gennaio, 2010 - 21:52
  5. FABRICIANUS

    Buon anno, amico Roberto!

    1 Gennaio, 2010 - 22:38
  6. Marcello

    Bellissima preghiera, l’avevo notata anch’io, anche se tecnicamente non è “della liturgia di oggi”, ma solo di un bel foglietto per la messa che si stampa in provincia di Cuneo. La preghiera dei fedeli infatti dovrebbero farla i fedeli e non solo leggerla…
    Oh mamma! Ho fatto il polemico e il pignolo il primo dell’anno… davvero imperdonabile. Mi rimetto alla nota clemenza del nostro eccellente ospite.

    BUON ANNO e BUON DECENNIO a TUTTI

    1 Gennaio, 2010 - 23:18
  7. Marcello

    Per farmi perdonare condivido un brano di una lettera di don Andrea Santoro adatto proprio per questi giorni.

    “Permettetemi anzitutto di salutarvi con alcune parole della nuova lingua che sto imparando: «selam sana, Allah’in en sevgili kulu Meryem, Rab seninledir». Sono le prime parole dell’angelo a Maria, che indirizzo personalmente a ognuno di voi, sostituendo semplicemente al nome di Maria il vostro. Letteralmente in turco significano: «pace a te, creatura di Dio, la più amata da Lui. Il Signore è con te». Più letteralmente ancora significano: «creatura di cui Dio si è innamorato di più». Non è bello? È il mistero del Natale: Dio si è innamorato di noi, di me, di te, più che di chiunque ogni altro. Questa è la “grazia”: l’amore di Dio per la sua creatura, che le dà una bellezza interiore ed esteriore tutta divina, togliendole ogni bruttezza e miseria e facendola risplendere di gloria e di maestà. Queste parole consideratele rivolte a voi personalmente da me (un povero diavolo che fa da angelo del Signore), come augurio postumo di Natale.
    Il Signore veramente ci ama, veramente è con noi, veramente tra tutti guarda noi (ognuno può dirlo per sé): Gesù diventato uomo ne è la prova, il segno, il marchio di garanzia.”

    don Andrea Santoro, Istanbul-Urfa, 21 gennaio 2001 (Lettere dalla Turchia, pp. 24-25)

    1 Gennaio, 2010 - 23:30
  8. Luigi Accattoli

    Marcello approfitto della tua conoscenza della materia per chiedere come nascono queste “intenzioni”: chi le elabora, chi le approva, con quale regola vengono divulgate.

    1 Gennaio, 2010 - 23:47
  9. Marcello

    In verità non so niente. Soprattutto sull’approvazione.
    So solo che i foglietti per la messa che circolano sul mercato sono vari (il più famoso è quello dei paolini) e che le intenzioni di preghiera sono diverse a seconda delle edizioni.
    La logica è che le preghiere dei fedeli non “vengono dall’alto” ma sono libere (!!); infatti in questi cosiddetti foglietti sono solo “consigliate”.
    Uno studiosio di liturgia mi spiegò una volta che la preghiera dei fedeli è emanazione della Liturgia della Parola tanto quanto l’omelia ed è per questo che -come l’omelia- andrebbero sempre e soltanto fatte dall’ambone.
    Io ci scherzo un po’ su perché la questione della preghiera dei fedeli fa scaldare gli animi: non piacciono quelle precotte o “censurate”, ma sono temutissime quelle spontanee.
    Spero che qualcuno veramente esperto intervenga.

    2 Gennaio, 2010 - 0:18
  10. marta09

    Marcello, Luigi
    in questa materia di “preghiere dei fedeli” posso dire qualche cosa … visto che le scrivevamo noi per ogni domenica.
    Fino a qualche anno fa eravamo un gruppo di persone, sempre molto vario nel numero, che le preparava per ogni domenica.
    Ci incontravamo, leggevamo la Parola di Dio della domenica, guardavamo le varie orazioni della Messa e poi si iniziava a “meditare” ad alta voce … e così nascevano le preghiere delle domeniche, di tutte le domeniche.

    E’ una cosa molto bella, così bella (ed utile) che veniva ogni tipod i persona a questo gruppo che – per scelta – è sempre stato molto libero (a parte quelli che per ragioni logistiche dovevano garantire le preghiere stesse).

    Se qualcuno può farlo, lo faccia perchè fa davvero molto bene e del bene.

    Auguri a tutti … ed un abbraccio a Roberto ed al mio concittadino (A Luigi un abbraccione grosso grosso)

    2 Gennaio, 2010 - 0:58
  11. Nino

    Quella delle intenzioni lette dal foglietto della Messa domenicale mi pare come le frasi scritte nei bigliettini dell’incarto dei cioccolatini Perugina.

    E quando un lettore incaricato o un volontario le leggono dall’ambone o dal posto, si ha spesso l’impressione di una lettura a “tirar via” , e asettica.

    Capisco le osservazioni di Marcello e la genuinità della esperienza di Marta, ma trovo che trattandosi della “Preghiera dei fedeli” , ovvero dei partecipanti di quell’Eucaristia, personalmente a loro sia riservata l’elaborazione e la volontà di declamarla, dal posto e non dall’ambone, contrariamente a quello che sostiene l’amico Marcello, proprio per distinguere due momenti diversi della liturgia: la lettura della Parola e quella di un libero pensiero comunque opinabile e a cui non si può dare il valore simbolico del sacro.

    Penso che il senso e la ricchezza anche di una sola delle intenzioni magari suscitata da una riflessione sull’omelia appena ascoltata, sia un regalo all’assemblea che compensa i rischi di quelle spesso buttate li per dire.

    2 Gennaio, 2010 - 9:13
  12. Marcello

    Per le preghiere dei fedeli, io penso che la discriminante non sia tanto la bruttezza o la bellezza, la cura o la trascuratezza (materie sulle quali si può discutere all’infinito e sulle quali è impossibile “legiferare”), quanto la redazione (chi le scrive, insomma). Se sono “dei fedeli” sarebbe bene che le facessero i fedeli (preparate in anticipo o spontanee, poco importa a mio parere).
    E’ faticoso, ma credo che sia l’unica via per uscirne (e quando non ci si riesce si possono sempre omettere). Fin tanto che si continueranno a leggere quelle scritte “da altri” (e non dai “partecipanti”) ci sarà sempre qualcuno che ne invocherà l’abolizione.

    2 Gennaio, 2010 - 11:03
  13. Marcello

    … e, quindi, grazie marta09!

    2 Gennaio, 2010 - 11:05
  14. Leonardo

    Meglio non farle, e piuttosto lasciare un conveniente tempo di silenzio (qualche minuto, almeno) dopo le letture (e, se è domenica, dopo l’omelia, che non dovrebbe superare i 3/5 minuti al massimo). Meno si parla e più si fa silenzio, durante la messa, e meglio è.
    Le preghiere dei foglietti sono spesso come quella citata da Luigi: finte preghiere in cui non si chiede e non si dice nulla a Dio, ma si parla tra noi di quello che dovremmo, secondo noi, fare noi. Poi magari il pensierino è anche grazioso, come quello citato, ma la sostanza non cambia.
    Delle volte penso che alle nostre messe Dio faccia fatica a intervenire perché facciamo troppo baccano.

    2 Gennaio, 2010 - 11:10
  15. fiorenza

    Ci sono anch’io, tra quelli che ne invocano l’abolizione. Scritta “da altri” o scritta “dai partecipanti”, possibile che non si riesca ad abolirla, questa truculenta “Preghiera dei Fedeli”?

    2 Gennaio, 2010 - 11:13
  16. fiorenza

    E che c’era di “grazioso” nel “pensierino” che Luigi ha citato? Per quanto mi riguarda, sforzarmi non mi è mai riuscito. E ho ricavato, dalla mia congenita pigrizia, questa consapevolezza: che mai la mia felicità (che, quando – di rado- c’è, trabocca inevitabilmente sugli altri) è stata frutto di sforzo. Talmente poco mi è piaciuta quell’invocazione che, nel timore venisse esaudita e mi costringesse poi a “sforzarmi”, non vi ho neanche fatto gli auguri.

    2 Gennaio, 2010 - 11:33
  17. lycopodium

    L’invocazione data da Luigi è esemplare: una buona intenzione purtroppo vanificata dal vero “mantra” che risuona invaribile: “ci sforziamo”; non chiediamo a Dio di darci forza, … ce la diamo da noi, in una sorta di training autogeno. Un training che si appropria di una sacralità insostenibile, quasi fosse parola di Dio (ed ecco l’uso invalso di proclamare ogni cosa dall’ambone, fossero pure non-preghiere). Né il rimedio mi pare quello della preghiera spontanea proveniente dall’assemblea (l’esempio di Nino, da qualcuno praticato mi lascia perplesso).
    Non sarei così drastico come Fiorenza e Leonardo, proponendo di abolirle: si tratta di un gesto antico, testimoni le liturgie orientali, germinata dalle intercessioni della preghiera eucaristica.
    Piuttosto sarebbe opportuno seguire almeno spiritualmente l’idea del Ratzinger: “una «oratio fidelium», cioè una litania fissa di intercessioni che segue gli Oremus prima dell’offertorio dove aveva prima la sua collocazione”; in effetti oggi l’attuale posizione in pendant con la liturgia della Parola ne enfatizza la componente didascalica e moraleggiante; nel contesto offertoriale, si direbbero meno parole e si ci affiderebbe di più all’efficacia del gesto sacerdotale di Cristo e della Chiesa …

    2 Gennaio, 2010 - 11:44
  18. Marcello

    lycopodium, questa «oratio fidelium» di Ratzinger che citi è fatta o scritta dai fedeli o è sempre calata dall’alto?
    Fiorenza e Leonardo, temete di più le preghiere dei fedeli spontanee o preparate dai fedeli o quelle scritte “da altri”?

    2 Gennaio, 2010 - 11:55
  19. Le intenzioni, al di la della loro formulazione grammaticale, esprimono una intenzione d’amore per gli altri. L’espressione di un cuore cristiano che batte per gli altri e che diventa tachicardico su alcuni temi.
    Questo è quanto, dovrebbe essere così.
    Ora sembra che ci sia chi voglia curarla con i beta-bloccanti, e chi eliminare proprio il battito con una bella dose di potassio direttamente in vena.
    Detto questo… poi ci sarebbe da chiedersi quanto le intenzioni si trasformano in attuazioni.
    O addirittura se alcuni pregano davvero e quanto.
    Meno male che Dio solo vede nelle segrete stanze….. perchè altrimenti sai che figura!
    Perchè detto senza offesa e riferimenti per alcuno qui presente ma c’è tutto un mondo di solo opinionisti in giro.
    Come quei tizi che allenano la nazionale dal salotto di casa, ma che due calci ad un pallone e a calpestare un poco di campo di calcio…… nisba.

    2 Gennaio, 2010 - 12:21
  20. lycopodium

    E’ questione di intendersi, Marcello: la preghiera spontanea è cosa assolutamente buona, ma l’ambito liturgico è l’ambito “di ciò che viene dall’Alto”; si tratta di scegliere, allora, di quale Alto (o alto o presunto tale) si tratta.

    2 Gennaio, 2010 - 12:24
  21. lycopodium

    Caro Ubi, il “ci sforziamo” è sintomo patognomonico di fibrillazione atriale parossistica, sulle cui complicazioni alla lunga invalidanti non è inutile riflettere.

    2 Gennaio, 2010 - 12:43
  22. Francesco73

    L’anno comincia gagliardo: un bel dibattito sulle intenzioni della preghiera dei fedeli.
    I frequentatori di casa Accattoli sono gente tosta, non indulgono al melenso dei dì di festa!
    🙂

    Auguri a tutti.

    2 Gennaio, 2010 - 12:44
  23. lycopodium e come lo curiamo quello che è solo un sintomo?

    2 Gennaio, 2010 - 12:49
  24. Marcello

    lycopodium, escludi uno spazio per preghiere “spontanee” o personali nell'”ambito liturgico”?
    Ho capito bene?
    Te lo chiedo, perché la preghiera dei fedeli -oggi- è proprio questo spazio, anche se raramente utilizzato, visto il massiccio uso di preghiere “precotte” (uso il termine per sintesi non per offendere).

    2 Gennaio, 2010 - 12:50
  25. Cmq per restare in parafrasi io più che dei disturbi di somatizzazione e dei parossismi, mi preoccuperei delle “malattie” asintomatiche e silenti che quando le scopri purtroppo spesso è troppo tardi per intervenire.

    2 Gennaio, 2010 - 13:06
  26. Leonardo

    Fiorenza: «E che c’era di “grazioso” nel “pensierino” che Luigi ha citato?».
    Niente, in effetti, ma “grazioso” (come “carino”, “bellino” e altri aggettivi simili), è spesso adibito nel mio lessico ad elogio per nulla impegnativo, per dire, senza spesa, qualcosa di gradevole e dare all’interlocutore quel pochino di soddisfazione che nella conversazione tutti devono ricevere. Diversamente da Fiorenza, non sono contrario all’ipocrisia (in moderate quantità, quel poco che serve da lubrificante dei rapporti sociali). Visto che mi ha stanato: non condivido per nulla quell’intenzione, ma mi dispiaceva dispiacere al padrone di casa.
    (Non riesco mai ad essere scorbutico come vorrei. Cuore troppo tenero)

    2 Gennaio, 2010 - 13:13
  27. Leonardo

    Preghiere che mi piacciono:
    1) quelle in cui chiediamo a Dio cose (concrete) che non dipendono da noi. Tipo: fammi guarire; proteggici dal terremoto, non farmi morire di morte improvvisa eccetera. (La clausola “non però come voglio io, ma come vuoi tu” è scontata e si può anche omettere, tanto fa comunque come gli pare, grazie a Lui!)
    2) quelle in cui lo ringraziamo (a condizione di essere veramente grati), soprattutto per le cose presunte normali. Tipo: ti ringrazio perché ho digerito bene, perché nonostante l’età non ho ancora la prostata ipertrofica, perché non nevica, perché qui da noi non c’è la guerra … e un miliardo di altre cose.
    3) quelle in cui lo lodiamo (a condizione di essere, almeno un po’, innamorati di Lui). Tipo: Dio, come sei bello!

    2 Gennaio, 2010 - 13:23
  28. lycopodium

    Io distinguerei “spontaneo” da “personale”, tanto più che la prescrizione di spontaneità è una contraddizione in termini.
    In genere ciò che appare spontaneo, è frutto di esercizio continuo e di perizia acquistata a caro prezzo (un vecchio ricordo liceale: il primo abbozzo dell’incipit della “Sera del dì di festa” cominciava molto peggio della versione definitiva).
    La liturgia non è una semplice devozione, ma una devozione regolata. Io tengo certo ad una devozione, ma quella liturgica non è una devozione qualunque, fosse anche la più spontanea.
    Confesso una cosa: sento più mie, personali le preghiere calate dall’Alto, piuttosto che quelle generiche e chilometriche auto-esortazioni che talvolta si sentono.

    2 Gennaio, 2010 - 13:25
  29. “Liberaci da morte improvvisa” era una “vecchia” preghiera-invocazione, ora purtroppo desueta, che ha una sua connotazione e profondo fondamento teologico…..

    2 Gennaio, 2010 - 13:38
  30. Una domanda a Leonardo.
    Con quale pseudonimo scrive sul blog del sito Messainlatino?

    2 Gennaio, 2010 - 13:43
  31. fiorenza

    Che uno senta più sue, più “personali”, “le preghiere calate dall’Alto”, potrebbe sembrare a qualcun altro una contraddizione. Là non c’è però contraddizione alcuna ma lo spazio (l’intera “circonferenza”) della verità. Invece “la prescrizione di spontaneità”, quella sì, “è una contraddizione in termini”. Il “gentile Lycopodium”- come lo ha definito una volta Leonardo- ha omesso di dire, però, che è la tipica “contradddizione in termini” produttrice di pazzia. E allora lo dico io che, evidentemente, non sono in vena di essere “gentile”.

    2 Gennaio, 2010 - 14:02
  32. Una battuta un pochino pesante, poi lascio e vado al lavoro.
    Mi scuso in anticipo ma visto che……

    dunque non si viesce a iniziare sull’onda dell’invocazione di pveghiera, il 2010 con un bacio (ma siamo sicuvi sia il 2010???), e non volendo esseve covtese nei confvonti di alcuni che ci tacitevemmo volentievi a vicenda nelle parrocchie reali e “virtuali”, potrei iniziarlo col vaffa….?
    No schevzavo, non ho “mateviale” che mi ci faccia arrivave al punto “fatidico” e poi non è nel mio stile, noblesse oblige, d’animo sopva tutto.
    Pevò….. pevò……
    potvei iniziave il 2000e-bho? con questa intenzione…..
    pev tutti i fvatelli che hanno vinchiuso Dio sotto vuoto spinto di una piccola scatola, negando anche i desidevi leggittimi del cuove dei fratelli espressi nelle intenzioni, usando metodi semi-inquisitori, cuove che dovebbe esseve il luogo deputato ad accoglieve Cristo, assevendo quasi che solo nei loro cuovi sia custodito il Signore…..

    http://www.youtube.com/watch?v=gkrnK0igAP0

    PS Una volta tempo fa, se non sbaglia don Luca, dal pulpito un bel vaffa… lo sognava, una volta sola…. ma lo sognava.

    PS2 (non la consolle) Odio la scuvvilità e la volgavità e il tuvpiloquio gvatuito e tevva tevva, ma lo adovo quando diventa avte come nel caso degli Squallov o degli Skiantos. E quella proposta nel link è avte allo stato puvo. Si espvime con la stessa chiavezza simbolica di un quadvo. Vende l’idea palpabile sotto gli occhi meglio di una fotogvafia.

    PS3 (non la consolle) “Abbiate pietà di me, fino a mezzanotte non savò pvesente per difendevmi.

    PS4 (non è uscita ancora) E’ tutto uno scherzo, per iniziare con un sorriso il 2000e-bho? almeno da parte mia…
    se riuscite sorridete anche voi con me!

    2 Gennaio, 2010 - 14:59
  33. lycopodium

    Insomma, te la canti e te la suoni e … non vuoi farti suonare. Ubi Humilitas?

    2 Gennaio, 2010 - 15:29
  34. Leonardo

    «Una domanda a Leonardo.
    Con quale pseudonimo scrive sul blog del sito Messainlatino?»
    Mai scritto nulla, ovviamente.

    (Domandare è sempre lecito, rispondere è cortesia, … ma a giudicare dall’ultimo messaggio temo che H. U. stia delirando … speriamo che il suo non sia un lavoro di responsabilità e non metta in pericolo l’incolumità altrui)

    2 Gennaio, 2010 - 15:54
  35. marta09

    Però!!!!
    E pensare che mi hanno accusato di supponenza, aggressività ecc. con il rischio di ferire … i sentimenti altrui!!!
    Mah! A volte ho l’impressione di avere un Vangelo diverso da molti altri: quello che “prego” io è fatto dalla vita di un Uomo (che poi si è scoperto che è Dio) che ha sempre detto “dove due o più chiedono nel Mio nome …” (+o-), un uomo – per stare nella preghiera citata da Luigi – che ha esagerato nel
    “realizzare ciò che augurava”.
    Ma lascio immediatamente lo spazio.

    2 Gennaio, 2010 - 16:18
  36. marta09

    Ah!
    Di qualcosa che viene veramente “DALL’ALTO” in una celebrazione c’è solo l’Eucarestia!!!!
    Tutto il resto è parola di uomini, preghiere di uomini e – quindi – preghiere dei fedeli … persino il Vangelo visto che l’hanno scritto uomini raccontando la vita di un Uomo … che ha parlato/pregato/fatto del bene ecc da uomo.
    Temo sia sempre più frequente l’atteggiamento di prendere Gesù il Cristo SOLO come Dio e non come uomo.

    2 Gennaio, 2010 - 16:37
  37. lycopodium

    Vedi, Marta, il punto non è che “la preghiera che sorge dal cuore” sia in sè inadeguata, tutt’altro. E che spesso quello che c’è nel cuore trova difficilmente parole adeguate. E allora nasce l’esigenza imprescindibile di un altro tipo di approccio: quello che mette il proprio cuore in parole e in modi che hanno 2000, 1500, 1000, 500 anni e che spesso si dimostrano più vicine al cuore del credente di oggi che le parole che egli stesso osa pronunciare. La liturgia è una spontaneità passata al vaglio dell’ieri, dell’oggi e del sempre; come tale è una spontaneità “restituita” con tutto il sapore di questa esperienza.

    2 Gennaio, 2010 - 16:55
  38. marta09

    Già, Lyco, ma tra 500-1000-1500-2000 anni magari potranno essere le nostre di preghiere che oggi “snobbiamo” … che ne sappiamo …
    Non sarebbe possibile?
    E’ così bello che si sciolga la lingua pregando la Parola … lasciamo che sia.

    Pensa un po’ al Magnificat, al Nunc dimittis … parole e preghiere di uomini dentro a fatti vissuti sulla pelle.

    Il gruppo eterogeneo con cui anni fa preparavo le preghiere era composto da ogni genere di persone che aveva solo un gran desiderio di “mettere in comunione” una preghiera/pensiero cercando – e questo è davvero stupendo – di leggere e ricordare le necessità di gente vicina.
    Queste persone, te lo posso garantire, erano presenti anche con le “bufere” meteorologiche e della vita, magari “bigiavano” le catechesi, ma questi incontri molto informali – eppure molto seri che avevano gli occhi su tutti e su tutto – no: erano per certe persone momenti di ossigeno … e devo dire lo erano anche per i sacerdoti.
    Ti posso altresì garantire che le nostre assemblee sussultavano quando le preghiere dei fedeli erano la continuazione “pratica” dell’omelia, le “mani” della Parola.

    Ecco perchè auguro a tutte le parrocchie di provare queste esperienze: sono momenti di pura e semplice preghiera (senza contare che si arriva alla Messa domenicale già predisposti alla Parola di Dio … e non è poco).

    2 Gennaio, 2010 - 20:05
  39. discepolo

    A me sembra che che l’esperienza di Marta sia un po’ come l'”improvvisazione” di un musicista , mentre quello che dice Lycopodium è come quando suoniamo lo spartito di una grande immortale musica (Bach), che certo e ognuno di noi non ha creato ma che esprime meglio di noi (se ci sedessimo all’organo ), quello che sentiamo e che vorremmo esprimere ..se ne fossimo capaci.. il valore della tradizione, di ciò che viene tramandato , dello spartito scritto, invece della spontaneità e dell’improvvisazione, è che spesso lo spartito scritto è sublime.. e tutti vi si ritrovano.. mentre l’improvvisazione non lo è sempre o non lo è quasi mai.. e pochi ci si ritrovano…l’improvvisazione e la spontaneità valorizzano l’individuo, i suoi sentimenti in quel momento, la SOGGETTIVITA, mentre cio’ che è scritto e tramandato dalla tradizione valorizza l’Eternità e l’atemporalità.
    Le due dimensioni potrebbero anche convivere e non per forza essere contrapposte.. a me sempre che oggi si valorizzi più lo spontaneismo a scapito della tradizione, ma così facendo le nostre liturgie non ne guadagnano in intensità e bellezza, anzi..risultano sempre più noiose….
    MC

    2 Gennaio, 2010 - 20:40
  40. discepolo

    Aggiungo che ci sarà una ragione se anche nelle altre religioni (quella ebraica, quella musulmana) la preghiera comunitaria non è mai frutto dell’improvvisazione, della spontaneità popolare, e di quello che viene in mente in quel momento.. solo certe sette protestanti americane lasciano che ogni fedele si alzi in piedi e dica ciò che gli passa per la testa…Gli ebrei poi sono maniaci del Libro e delle loro formule, di cui non cambierebbero neanche una virgola, perchè come insegna la Kabbalà. ogni lettera di ogni parola dei Sacri testi ha un valore mistico…senza arrivare a queste esagerazioni.. perchè non credere che la Parola sacra abbia un valore di per se’ (cioè proprio fisicamente )come “parola” cioè suono, e che le nostre , invece di parole, per quanto possiamo pensarne di belle , non abbiano lo stesso valore mistico?
    MC

    2 Gennaio, 2010 - 21:02
  41. marta09

    Ma chi ha parlato di improvvisazione?
    Direi il contario, semmai!
    Non si improvvisava proprio nulla e si ripettava sempre la struttura delle Preghiere dei Fedeli affinché diventasse preghiera della Chiesa.

    Non era un gioco.
    Ci si prepararava prima dell’incontro, per di più.
    Ma sono situazioni che è necesssario viverle … proprio come il Vangelo.

    @Discepolo,
    come puoi parlare di “improvvisazione, spontaneità popolare e di quello che viene in mente in quel momento?

    2 Gennaio, 2010 - 21:21
  42. Luigi Accattoli

    Leggo, imparo e ringrazio. Qui molti sanno di più. Azzardo tre osservazioni dell’autodidatta.
    Prima. Il “ripristino” della “preghiera dei fedeli” fu chiesto dal Concilio [Sacrosanctum Concilium 53] e credo se ne debba fare menzione se non vogliamo andare per funghi.
    Seconda. Ho fatto alcune inchieste giornalistiche, confluite in volumi che ora non sto a ricordare ma che si possono vedere nella pagina ANTOLOGIA DELLE PUBBLICAZIONI, riguardanti la preghiera nell’Italia di oggi, i fatti di Vangelo e i nuovi martiri: in una cinquantina di casi da me ricostruiti la “preghiera dei fedeli” è stato il momento della formulazione di atti di fede di speranza di carità e di dolore di straordinario valore: dal perdono dei Bachelet a quello dei Taliercio. Anche di questo va tenuto conto.
    Terza. A riguardo della preghiera di ieri. Chiedere il dono di essere aiutati a compiere uno sforzo – cioè a farci forza per l’esercizio di una virtù – non può essere deprecato. Altrimenti dovremmo deprecare il Padre Nostro che ci invita a chiedere il dono di perdonare ai debitori.
    Buona notte miei amati bloggers.

    2 Gennaio, 2010 - 21:55
  43. discepolo

    Scusa Marta , v olevo solo fare un paragone tra le “preghiere calate dall’alto” cioè quelle codificate nei testi da secoli e le preghiere dei fedeli che si decidono dall’oggi al domani ( o anche una settimana o due prima della Messa, ma non è questo il punto) .
    la parola “improvvisazione” non vuole avere un connotato negativo, facevo un paragone tra uno che si siede al pianoforte e suona un suo pezzo come gli sgorga dal cuore e uno che suona uno spartito già dato. nel suonare un pezzo proprio c’è una grande emozione e felicità creativa.. così credo nel preparare in parrocchia in gruppo la “preghiera dei fedeli” domenicale. però come di tante improvvisazioni al piano non rimane nulla, mentre di quello che ha scritto Mozart sì, così delle preghiere dei fedeli rimane nella memoria collettiva e colpiscono ben poco mentre altre preghiere della Messa sì, si imprimono nella memoria collettiva e si ripetono ogni domenica come una musica conosciuta.. tu dici che nella Messa che venga dall’ Alto c’è solo l’Eucarestia, mentre tutto il resto è umano.. io non credo che sia proprio così
    Ci sono preghiere nella Messa come il Gloria e il Sanctus che hanno una sacralità, che , scusami, le preghiere dei fedeli, per quanto belle , non hanno…

    2 Gennaio, 2010 - 21:59
  44. Marcello

    C’è una cosa a cui tengo molto. Mi ripeto perché vedo che poi si parla d’altro.
    La preghiera dei fedeli esiste per essere espressione dei fedeli, di coloro cioé presenti in quella specifica celebrazione all’interno della quale si deve collocare questa preghiera.
    Noto che la prassi maggioritaria è, invece, quella di una preghiera dei fedeli preparata “all’esterno”, come nel caso delle preghiere dei “foglietti” sui quali ho scherzato ieri sera.
    Per quel che riguarda il mondo delle parrocchie, io oggi vedo tre tendenze:
    1. Una preghiera dei fedeli preparata da un gruppo parrocchiale prima della celebrazione (il caso di marta09 ad esempio) e poi letta.
    2. Una preghiera dei fedeli spontanea e incontrollata (molto rara).
    3. I foglietti (la più diffusa).
    Io faccio timidamente il tifo per la seconda, ma poiché comprendo bene i motivi che la rendono di difficile applicazione, appoggio la prima. La terza mi sembra incoerente e l’abolizione mi sembra eccessiva.
    Non mi interessa, invece, se una preghiera è bella o brutta, solenne o no…

    2 Gennaio, 2010 - 22:30
  45. A Luigi e a tutti gli amici del pianerottolo: auguri di buon anno!

    2 Gennaio, 2010 - 22:39
  46. Nino

    Marcello
    sulla “gasata” , la seconda che hai detto, quella rara, se le cose non si cominciano mai saranno.
    Nella mia parrocchia abbiamo cominciato da un ventennio ed oggi registriamo due casi,
    – 100% di intenzioni free, quando il celebrante invita a non usare il foglietto
    – 100% di intenzioni lette + 4 o 5 fre che i fedeli aggiungono, quando il celebrante invita alla lettura del foglietto, dal posto.
    Un’altra usanza cominciata 20 e più anni fa è quella di tenersi per mano nella preghiera del Padre Nostro. Questa è diventata prassi rapidamente.

    2 Gennaio, 2010 - 23:18
  47. marta09

    Luigi … non osavo dire le tue stesse parole e …. il dono di perdonare i debitori che è un “rimettere i debiti” -e quindi quasi “annullarli – viene solo dalla coscienza di questi tempi e modi di perdono:
    “rimetti i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”
    Il nostro perdono (la nostra preghiera) viene subito dopo – strano è – di come abbiamo perdonato e rimesso.

    La preghiera dei fedeli, spesso, è una richiesta di perdono se ci si sofferma un po’, può essere una “confessione” comunitaria … che potrebbe far pensare.
    In ogni liturgia, in ogni ascolto della Parola, qualsiasi “cosa” porti a pensare e a verificare sé stessi con la Parola ascoltata è bene.

    @Marcello,
    raramente si sentono preghiere spontanee, ma è solo per pudore e paura della gente, perchè si “blocca” nel momento in cui viene chiesto di “pregare pubblicamente”. E’ Carità anche questo pensare alla “paura/blocco” della gente, una Carità – per chi prepara le preghiere – che “tenta” balbettando di intuire cosa c’è nel cuore della gente.

    @Discepolo,
    agli occhi di Dio che c’è di più sacro dell’uomo? E’ vero, il Gloria è il canto degli angeli, ma il Credo è il canto degli uomini, il Padre Nostro è il canto dei figli. Ed hai ragione, queste preghiere hanno una sacralità immensa … ma inferiore alla sacralità dell’uomo. Ma posso sbagliare io … di certo, l’importante è che ognuno viva bene ogni Liturgia ed abbia semplice misericordia umana per ciò che – magari giustamente – “non piace”.

    2 Gennaio, 2010 - 23:30
  48. Bello il dibattito che si è sviluppato.
    Ringrazio tutti per il mancato linciaggio, fortunatamente si è capito che volevo provocare….. e dato che ci provo gusto continuo ancora…..

    Cmq la preghiera dei fedeli secondo me da fastidio ad alcuni, cosi come lo scambio della pace, perchè è una innovazione conciliare.
    Sui siti a sfondo “tradizionalista” (e non solo) se ne è parlato a iosa (per decenza non metto i link).
    Idem dal dibattito che oggi è intercorso risulta malvista dai cuori palpitanti in senso tradizionale (non soffrono di aritmie).
    Si sa, la forma (straordinaria) innanzitutto.
    Altro dire non vò.

    3 Gennaio, 2010 - 0:51
  49. Nino

    Ubi,
    quel che sostieni in conclusione del tuo post è un dato di fatto che riguarda non solo i fedeli poco inclini all’innovazione conciliare, ma soprattutto molti sacerdoti che per evitare critiche tengono buoni gli uni e gli altri .

    Altrimenti, in questo caso, basterebbe semplicemente che il celebrante prima di iniziare la Messa dichiarasse le due o tre regolette di quella celebrazione ad esempio:
    -il lettore della Parola non dica all’inizio : prima lettura o seconda lettura
    – e in finale dire : Parola di Dio e non : è Parola di di Dio
    -libere intenzioni lette dal posto
    – al Padre Nostro, se c’è l’usanza di tenersi per mano ed altre eventuali.

    Farebbe bene e servirebbe a riordinare la liturgia troppo spesso maltrattata da preti e fedeli.

    3 Gennaio, 2010 - 9:09
  50. lycopodium

    Se ne leggono di cose, qui.
    Gli esperti di diritto mi perdonino per l’uso extra legem della massima, ma in liturgia vale il “forma dat esse rei” e pertanto l’accusa di formalismo è quantomeno azzardata, se non infondata.
    Altro è la forma per la forma, altro è il rispetto della forma senza il quale il contenuto svapora o si fa inattingibile. L’accusa che Luca mi fa di tridentinismo cade per un dato di fatto: ho seguito e seguo meno messe di s. Pio V di quante ne ha seguito e segue il nostro Luigi; quello che dico nasce dalla assidua frequentazione della messa di Paolo VI …
    Quanto poi alla sacralità dell’uomo, sacralità creaturale, essa è fuori discussione, ma c’è un “di più”, formale e sostanziale, che è la specifica dedicazione al culto di Dio, senza il quale diventa difficile sostenere anche la sacralità della creatura.

    3 Gennaio, 2010 - 11:54
  51. lycopodium

    @ Luigi
    “Chiedere il dono di essere aiutati a compiere uno sforzo – cioè a farci forza per l’esercizio di una virtù – non può essere deprecato.”

    Piccolo problema: altro è “darsi forza”, altro “farsi forza”, altro ancora “chiedere un dono”. Nelle attuali preghiere il registro dello sforzarsi forzatamente autonomo sembra prevaricare su quello dell’invocazione di un Dono/dono che comunque ci sovrasta. Direi quasi: ben venga lo spontaneo, se è inversione di tendenza …

    3 Gennaio, 2010 - 12:47
  52. Luigi Accattoli

    “Sforzatevi di entrare per la porta stretta”, Luca 13.

    3 Gennaio, 2010 - 13:27
  53. Luigi Accattoli

    In effetti la formulazione della preghiera da me citata nel post non era felice. Ma il contenuto era buono. Provo a migliorarla:
    PREGHIAMO PER NOI QUI RIUNITI, PERCHE’ LUNGO L’ANNO CHE OGGI HA INIZIO MAI ABBIAMO A DIMENTICARE IL COMANDAMENTO E IL DONO DI VOLER BENE ALLE PERSONE ALLE QUALI AUGURIAMO BUON ANNO. PREGHIAMO

    3 Gennaio, 2010 - 13:39
  54. marta09

    @Luigi …
    “VOLER BENE” o “VOLERE “IL” BENE? … alle persone alle quali auguriamo “buon anno” (invocare il bene, cercare il bene altrui e non il proprio, perdonare nei tre tempi [passato/presente/futuro], perdonare ridonando fiducia e non “ti perdono, ma ognuno per la sua strada”.
    Cambia un pochino … per me cambia molto.

    3 Gennaio, 2010 - 13:53
  55. Marcello

    E’ bellissimo.
    Questo blog sembra la Costantinopoli del IV secolo descritta da Gregorio di Nissa, una città dove ad ogni angolo ed in ogni monento si potevano ascoltare accalorati ed incessanti dibattiti teologici:
    “Tutta la città ne è piena, le piazze, i mercati, gli incroci, i vicoli; straccivendoli, cambiavalute, venditori di cibo: tutti sono indaffarati a discutere. Se chiedi a qualcuno il resto, questi si mette a filosofare sul Generato e il non generato; se chiedi il prezzo del pane, ti si risponde che il Padre è superiore e il Figlio inferiore; se chiedi ‘è pronto il mio bagno?’ il servitore risponde che il Figlio è stato creato dal nulla.”
    (il passo è noto e ne garantisco l’autenticità; ora l’ho preso da internet, ma in questo momento non trovo il riferimento bibliografico preciso)
    Grazie a tutti.

    3 Gennaio, 2010 - 14:51
  56. mattlar

    Seguo con grande interesse, anche se non trovo il tempo di scrivere: un breve aggiornamento sulla mia saga. Il 30 dicembre abbiamo fatto il compromesso di casa.
    Sul padre nostro devo dire che l’usanza di tenersi le mani fa molto scena ma è secondo me inopportuna per diversi motivi. In particolare evidenzio due criticità che emergono ictu oculi, quando la si pratica. A) se avviene in parrocchia, normalmente la stretta di mano la si dà fino ai primi dieci banchi e gli ultimi rimangono sguarniti: pessimo a vedersi, ma anche nella sostanza. B) se avviene in un gruppo ristretto, normalmente si chiude il cerchio e questo – se organizziamo lo spazio in funzione dei nostri interessi e della nostre credenze – apparentemente non lascia spazio alla presenza di Dio a cui ci si rivolge; oltre al fatto che il cerchio chiuso implica l’esclusione dell’altro. Oltretutto, per esperienza personale, posso anche dire che in un gruppo che frequentiamo con mia moglie da qualche tempo una coppia ha introdotto il padre nostro con le mani giunte. Questa cosa costringe tutti a pregare in quel modo senza lasciare spazi alla libertà e allo spirito: a questo punto, chiedere di pregare “slegati” pare un piccolo atto di dissidenza, quasi un’espressione del volersi separare dagli altri; impone a chi era abituato a pregare in modo diverso di doverlo giustificare o di piantare una piccola grana. In questo,non siamo a nostro agio…
    Analogamente, il momento dello scambio della pace, è senz’altro bello. Ma certamente non è il centro della messa, quindi va un po’ contenuto. Quando si esprime al punto tale da diventare un momento di svago e di allegria… diventa un po’ paradossale.
    Sulle preghiere spontanee condivido l’aspirazione di Marcello, ma vedo molto frequente il rischio che dagli amboni vengano pronunciati dotti sermoni frutto di un pensiero spesso molto contorto, in luogo di una preghiera sintetica, espressione del cuore e del cuore della comunità.

    @Nino delle 9:09!
    Condivido i tuoi trattini e non mi piace quando si dice “è parola di Dio”. Ho sentito diverse volte avanzare obiezioni verso questo modo di dire, talvolta frequente. Ma mi aiuti a capire la differenza tra “è parola di Dio” e “parola di Dio”? Ti ripeto, mi piace di più la seconda ma non capisco cosa ci sia di scorretto nella prima.

    3 Gennaio, 2010 - 15:31
  57. lycopodium

    Condivido Mattlar e pure (udite, udite) Nino (col quale ho in comune l’ammirazione per il maggior filosofo cattolico del ‘900). Sugli atteggiamenti al Padre Nostro, un link che ben riassume la questione
    http://www.gliscritti.it/preg_lett/orante/orante.htm

    (peraltro, nonostante gli strali di Ubi, io mi mantengo ancora più … sobrio).

    3 Gennaio, 2010 - 16:25
  58. discepolo

    Cara Marta, quando parli di “sacralità dell’uomo” mi sembra che tocchi il punto nevralgico della questione, il punto che divide i cuori “tradizionalisti” così ironicamente definiti da Ubi Humilitas, fra i quali metto il mio, e i cuori innovatori.. fra i quali credo batta il tuo.
    Del resto l’aveva già notato un grande teologo,Hans Urs Von Balthasar, il cristianesimo moderno mette sempre più l’accento sull’uomo, mentre quello antico lo metteva su Dio.
    Probabilmente,con un po’ di buona volontà da entrambe le parti si potrebbe arrivare a un giusto mezzo.
    Senza tornare alla liturgia tridentina e alla messa in latino ormai francamente di altri tempi ; si potrebbe mettere la “sacralità dell’uomo” a servizio della “sacralità “della S. Messa e di Dio e non il contrario.
    Forse così si potrebbe anche far contenti i cuori tradizionalisti che detestano le strette di mano e il Padre Nostro detto tenendosi per mano, ma magari amano inginocchiarsi a pregare e stare un po’ raccolti in silenzio ..siamo cristiani anche noi anche se ormai in minoranza….!
    gli animali in estinzione vanno salvaguardati… 🙂 !

    3 Gennaio, 2010 - 17:44
  59. Leonardo

    Lo scambio del gesto di pace è un’altra cosa di cui si potrebbe utilmente fare a meno, per cercare di favorire invece una maggiore attenzione e devozione a ciò che si sta per fare: ricevere il corpo di Cristo. Da molte parti, negli ultimi anni, è stata avanzata la proposta almeno di collocarlo in un altro momento della messa, come è nel rito ambrosiano. In ogni caso, se non vado errato, è nella facoltà del celebrante ometterlo.

    3 Gennaio, 2010 - 17:51
  60. fiorenza

    E utilmente si potrebbe fare a meno di accumulare tante parole come i pagani. Invece “audemus dicere”, ma non più “praeceptis salutaribus moniti et divina institutione formati”.

    3 Gennaio, 2010 - 18:10
  61. fiorenza

    A quelli che discepolo definisce “i cuori innovatori” a me verrebbe sempre da rivolgermi -parafrasando il titolo di un vecchio libro del 1975 di Vittoria Ronchey- con un: “Figlioli miei, conciliaristi immaginari”.

    3 Gennaio, 2010 - 18:18
  62. Nino

    mattlar.
    sul finale delle letture, ecco le indicazioni:
    Dal sito: http://www.parrocchiasantonio.it/alcune-indicazioni-importanti-per-i-lettori
    • Quello che si legge è PAROLA DI DIO.
    • Finita la prima lettura si dice: “Parola di Dio” e non “è Parola di Dio”: questo per il semplice motivo che non siamo noi che diamo autorevolezza alla Parola di Dio (aggiungendo l’ “è”), ma è di per se stessa autorevole (la Parola viene da Dio, non da un pinco pallino qualsiasi).
    ——————————-

    Sul resto delle cosette dette inprecedenza:
    -scambio della pace (strette di mano, abbracci, sorrisi, saluti da lontano, ecc;)
    -Tenersi per mano al momento della preghiera del Padre Nostro
    – Sulla lettura delle intenzioni
    Per me si tratta di dettagli del tutto trascurabili e insignificanti rispetto al magistero del CVII.
    Ricordo che alla fine degli anni 60 trovandomi a Messa in quel di Santa Maria del Popolo al momento dello scambio della pace nel dare la mano ad un distinto signore che mi stava accanto, lui rimase prima perplesso e poi stringendo la mia scuotendola mi disse: tanto piacere!
    E solo pochi giorni fa ad un funerale, il lettore avvicinandosi all’ambone palesemente impacciato, ha cominciato con “Prima Lettura”, che ha letto d’un fiato fra sè e sè, concludendo con “è la Parola di Dio” e di seguito ha letto la premessa al salmo responsoriale e giù diritto fino alla fine senza soluzione di continuità.

    3 Gennaio, 2010 - 19:05
  63. Che bello, cosi vi voglio, massicci ma non incavolati.
    E’ più bello a viso scoperto, senza paracolpi. Cmq alla fine avevo colto nel segno. A tra poco……

    3 Gennaio, 2010 - 20:31
  64. Tanti argomenti su cui dire qualcosina…, cercando d’esser breve, (ce ne sarebbe…). Si fa più round “a tutto tondo” brevi.
    Iniziamo dalle Signore.
    @ Discepolo MC
    Non sono ironico, sono serio. Il tuo intervento senza voler polemizzare sulle altre cose tocca un tema sostanziale.
    “si potrebbe mettere la “sacralità dell’uomo” a servizio della “sacralità “della S. Messa e di Dio e non il contrario.”
    Lo scopo della Messa, non è celebrare l’Eucaristia e ottenere la transunstanzione in quanto solo fine a se stessa. Cristo non si è sacrificato per poi compiere il prodigio di poter riproporre il suo sacrificio e ripresentarsi trasunstanziato per il solo gusto suo e del celebrante.
    C’è per noi il bisogno di nutrirci di quel Corpo e Sangue (senza che ti riporti i riferimenti alle letture), perchè senza di questo….

    ma non basta….. oltre quella “sostanza” c’è bisogno di un altro fattore “sostanziale” che è dentro di noi … la compunzione del cuore, l’essere in grazia di Dio, l’aver adempiuto i precetti che ci mettono in condizione di ben ricevere l’Eucaristia… altrimenti mangi la tua condanna.
    La sacralità dell’uomo è nel suo potere di diventare figlio di Dio, e che Dio vuole salvo. Io non servo a Dio (servo inutile), ma Dio mi vuole figlio. Per fare questo ha sacrificato il figlio. In questo Dio rende sacro l’uomo. Il rendere servizio a Dio in questo caso è fare in modo che il sacrificio del Figlio non sia stato “vano”.

    3 Gennaio, 2010 - 21:17
  65. Correzione al post precedente: “si potrebbe mettere la “sacralità dell’uomo” a servizio della “sacralità “della S. Messa e di Dio e non il contrario.”
    Il NON andrebbe tolto, in modo da rispettare l’ambivalenza:

    Tema generale rivolto a tutti (se interessa, ovvio).
    Forma e sostanza. Le cose più nascoste sono quelle sotto i nostri occhi (sfizioso come assioma).
    Nel Vangelo “sembra” che su forma e sostanza ci sia poco…..
    invece c’è tanto…..
    una su tutte la Parabola del Fariseo e del Pubblicano. Gesù ci mostra come la forma non sia sostanza e viceversa.
    Ora le “forme” (l’atteggimento compunto, l’inginocchiamento) sono imitabili. Ma la sostanza??? Chi di noi è in grado di giudicarla??? Di quanti abbiamo detto: era insospettabile!!!!! A dispetto di noi e della forma l’unico capace di giudicare la “sostanza” è Dio (e vorrei vedé se qualcuno fa storie…).

    Ecco svelato il perchè del giochetto simbolico col “cuore”. Perchè “a prescindere” dalla forma della “formulazione” della preghiera dei fedeli, quel che conta è la “sostanza”, l’intenzione del cuore con cui viene formulata. E che nessuno di noi può arrogarsi il diritto di giudicare. Una intenzione ben formulata e con fondamento teologico può essere “vuota” e non, come quella mal formulata e senza fondamento può essere “piena” e non.
    Mi direte voi: allora cosa contesti???
    La durezza con cui il giudizio è stato formulato (abbiamo tutti i nostri… debitucci…. siamo un po più concilianti) a priori, per motivi di fazione…..

    3 Gennaio, 2010 - 21:43
  66. Aggiunta al post precedente: e contesto anche che si voglia “stroncare sul nascere” le spontanee intenzioni degli altri (che poi la grazia, può farci ravvedere sulle eventuali baggianate dette, così come la grazia può indurre a giudizio caritatevole chi le ha ascoltate.

    Ultimo. Il cristianesimo è fatto anche di simboli. Anche le Parabole lo sono.
    Il Padre Nostro, mano nella mano.
    Parabole, simboli.
    Mai sentito parlare di Vignaiolo, vigna, vite, tralci???
    Avete mai visto un vigneto (e qui quelli del chianti sono favolosi, abbracciano intere colline)? Avete mai visto una vigna?
    Che belli quei filari di viti….
    .. sembrano che si tengano mano nella mano le une con le altre…..
    … dategli appoggio e possono abbracciare tutto il mondo…..
    dategli sostegno e si arrampicheranno fino al cielo….
    … sai a guardarle come gioisce il Vignaiolo….

    PS se volete nascondere qualcosa a qualcuno, mettetegliela sotto agli occhi…..

    3 Gennaio, 2010 - 21:56
  67. Leonardo

    Ma U.H. parla da solo?

    3 Gennaio, 2010 - 22:14
  68. principessa

    “Nella preghiera è meglio mettere cuore senza parole che parole senza cuore” (John Bunyan)

    così come mi è stato insegnato che ” il desiderio di pregare è già preghiera”

    Abbracci

    4 Gennaio, 2010 - 18:21
  69. lycopodium

    Comprensibile e sintomatico all’interno di quella confessione religiosa, ma è di tutta evidenza che la “forma cattolica”, dove la liturgia è “fonte e culmine” (Concilio Vaticano 2°), è di ben altra pregnanza.

    6 Gennaio, 2010 - 9:58
  70. principessa

    Lycopodium, dici a me?!?
    Un saluto caro

    6 Gennaio, 2010 - 15:54
  71. lycopodium

    Mi riferivo al Bunyan, ovviamente. Il punto cruciale è che non è possibile identificare desiderio e verità. In ambito religioso desiderio è solo un’apertura potenziale a Dio; ciò è buono e giusto, ma non è tutto. C’è la dimensione, perfettiva e critica al tempo stesso, dell’accoglienza di Dio, che richiede l’attuazione.
    Ricambio il gradito saluto.

    6 Gennaio, 2010 - 17:34
  72. mattlar

    grazie lyco del link a don A. Lonardo. lo leggerò volentieri.

    6 Gennaio, 2010 - 20:05

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