Marrano era l’ebreo convertito al cristianesimo, “poco fidato perché in segreto fedele al giudaismo”: così Alfredo Panzini nel “Dizionario” del 1905 che già la dava come “voce semispenta”, se non “nel senso di furfante e di maleducato”. Ma il destino delle parole, come quello degli umani, è pieno di soprassalti e anche “marrano” ha ritrovato la sua attualità verso la metà del secolo scorso con i battesimi per scampare alla persecuzione nazista. Una scheggia di quel revival arriva oggi a noi, calda di passione e di accoramento, con la rivendicazione del “nobile titolo di marrano” che compare in un libro confessione di Bruno Bartoloni (“Le orecchie del Vaticano”, Mauro Pagliai Editore, pp. 252, 18 euro), ebreo battezzato per sfuggire alla persecuzione e vaticanista di lungo corso che afferma di aver sempre guardato al Vaticano “con occhi marrani”. E’ il promettente attacco di un mio articolo sui “marrani” di ieri e di oggi pubblicato dal quotidiano LIBERAL il 27 novembre alle pagine 8 e 9 con il titolo Elogio del marrano.
Bruno Bartoloni e l’elogio del marrano
7 Comments
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I visitatori del blog sanno già qualcosa del marrano Bartoloni:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=1544
Devo dire che questo signor “marrano” Bruno Bartoloni è una persona molto intelligente.
E la sua “felicità linguistica” è indubbia.
Ho riso parecchio nel leggere certe sue espressioni quanto mai azzeccate.
La figura del marrano mi ricorda un’immagine utilizzata da Scola per parlare del meticciato di civiltà: si tratta dell’incontro all’affluenza tra il Rio Negro e il Rio delle Amazzoni. Le acque dei due fiumi sono di colore diverso, e scorrono per un tratto affiancate, per poi mescolarsi.
http://www.mare2000.it/Immagini/amazzonia2.jpg
E’ una figura da meditare, in questo nostro tempo. Forse un marrano ha proprio molto da insegnarci.
Nico ho visto l’abbraccio dei due fiumi il 10 luglio 1980 da una nave da guerra brasiliana, in occasione della visita di Papa Wojtyla a Manaus. In quel punto il fiume è di otto chilometri, da sponda a sponda. Stordimento per il sole, la nave rovente, le grandi acque.
“Stordimento per il sole, la nave rovente, le grandi acque”
Sempre più adeguata l’immagine, quindi!
Chi di noi non prova stordimento di fronte alla possanza del cambiamento lungo il quale siamo imbarcati?
“come su una barca, se c’è da ballare si deve ballare” (Pascal)
P.S. Un pochino di invidia, Luigi, per questo tuo ampio vedere il mondo, rimane sempre
🙂
Da quello che leggo qui, è scrittore godibilissimo e originale.
Ma quel suo Irenista è personaggio così scontato e noioso, che non sembra partorito dalla stessa penna. Potenza dei pre-giudizi…
“Penso al battesimo di mia madre ebrea…” dice Padre Michel-Marie Zanotti Sorkine a Marina Corradi -di cui vi avevo subito segnalato l’articolo del 29 novembre su “Avvenire”: articolo memorabile, per me, perché ad esso devo la conoscenza di questa straordinaria figura di prete- …
“Penso al battesimo di mia madre ebrea, che fu, quanto alla richiesta di mio nonno, solo formale: eppure, anche da quel battesimo è venuto un sacerdote”.