Gesù annuncia che risorgerà dai morti e i discepoli si chiedono che mai stia dicendo
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Luigi Accattoli
Excursus iconografico sull’immagine del Cristo risorgente. La Scrittura narra le apparizioni del Risorto ma non fornisce nessuna testimonianza dell’evento della Risurrezione mentre si realizza nella notte di Pasqua.
In obbedienza ai Vangeli le antiche icone, le miniature e tutte le figurazioni della Risurrezione precedenti l’epoca moderna presentano il Risorto ma non il momento della Risurrezione. Tutt’al più mostrano il Risorto che esce dal sepolcro, come nel famoso affresco di Piero della Francesca che si vede nel Museo civico di Sansepolcro (1465).
Ma in epoca moderna – l’epoca nella quale l’arte non accetta limiti – non ci si accontenta più di presentare il Risorto e sono molti gli artisti che hanno osato immaginare il momento del ritorno di Gesù alla vita: il Cristo risorgente. Propongo tre esempi attestanti come quel momento, la fattualità della Risurrezione, è stato rappresentato dal pittore Rubens, dallo scultore Fazzini e dal cineasta Mel Gibson.
Pieter Paul Rubens, Risurrezione di Cristo, 1616 circa, Palazzo Pitti, Firenze. Con inaudita audacia figurativa, l’artista fiammingo ma molto attivo in Italia, protagonista principe del barocco europeo, ci mostra un Cristo vigoroso, in prorompente giovinezza, che si libera dal sudario passando dalla morte alla vita.
Pericle Fazzini fra il 1970 e il 1975 realizza una grande scultura raffigurante la Risurrezione per l’Aula Paolo VI, in Vaticano. Lo scultore marchigiano, di Grottammare, rappresenta il momento esplosivo della Risurrezione, che interpreta come nuova creazione, coinvolgente il cosmo.
L’attore e regista americano Mel Gibson, nella Passione di Cristo (2004) ci fa entrare nel buio del sepolcro e in esso ci fa assistere al rotolare della pietra, all’irrompere nel buio del mattino di Pasqua, agli occhi di Cristo che si risvegliano nella luce e al Risorto che esce dal sepolcro. Non ci mostra il Cristo uscito dal sepolcro come aveva fatto Piero della Francesca, ma il Cristo che esce dal sepolcro.
25 Novembre, 2022 - 13:16
Luigi Accattoli
Piero della Francesca, Risurrezione, 1465, Museo civico di Sansepolcro
25 Novembre, 2022 - 13:44
Luigi Accattoli
Pieter Paul Rubens, Risurrezione di Cristo, 1616 circa, Palazzo Pitti, Firenze
25 Novembre, 2022 - 13:46
Luigi Accattoli
Pericle Fazzini, Risurrezione, 1970-1975, Aula Paolo VI, Città del Vaticano
25 Novembre, 2022 - 13:48
Luigi Accattoli
Link al video della sequenza finale del film “La passione di Cristo” di Mel Gibson:
Ho ascoltato con molto piacere la lezione sulla Resurrezione, apprezzando molto la citazione di papa Benedetto. Non mi ero mai accorta che l’opera di Piero della Francesca presenta panorami diversi a destra e a sinistra. Comunque Sansepolcro è in Toscana, mi raccomando! Gli abitanti ci tengono molto, e parlando di noi, che facevamo parte dello Stato Pontificio, dicono che ci troviamo nel “regno”.
Excursus iconografico sull’immagine del Cristo risorgente. La Scrittura narra le apparizioni del Risorto ma non fornisce nessuna testimonianza dell’evento della Risurrezione mentre si realizza nella notte di Pasqua.
In obbedienza ai Vangeli le antiche icone, le miniature e tutte le figurazioni della Risurrezione precedenti l’epoca moderna presentano il Risorto ma non il momento della Risurrezione. Tutt’al più mostrano il Risorto che esce dal sepolcro, come nel famoso affresco di Piero della Francesca che si vede nel Museo civico di Sansepolcro (1465).
Ma in epoca moderna – l’epoca nella quale l’arte non accetta limiti – non ci si accontenta più di presentare il Risorto e sono molti gli artisti che hanno osato immaginare il momento del ritorno di Gesù alla vita: il Cristo risorgente. Propongo tre esempi attestanti come quel momento, la fattualità della Risurrezione, è stato rappresentato dal pittore Rubens, dallo scultore Fazzini e dal cineasta Mel Gibson.
Pieter Paul Rubens, Risurrezione di Cristo, 1616 circa, Palazzo Pitti, Firenze. Con inaudita audacia figurativa, l’artista fiammingo ma molto attivo in Italia, protagonista principe del barocco europeo, ci mostra un Cristo vigoroso, in prorompente giovinezza, che si libera dal sudario passando dalla morte alla vita.
Pericle Fazzini fra il 1970 e il 1975 realizza una grande scultura raffigurante la Risurrezione per l’Aula Paolo VI, in Vaticano. Lo scultore marchigiano, di Grottammare, rappresenta il momento esplosivo della Risurrezione, che interpreta come nuova creazione, coinvolgente il cosmo.
L’attore e regista americano Mel Gibson, nella Passione di Cristo (2004) ci fa entrare nel buio del sepolcro e in esso ci fa assistere al rotolare della pietra, all’irrompere nel buio del mattino di Pasqua, agli occhi di Cristo che si risvegliano nella luce e al Risorto che esce dal sepolcro. Non ci mostra il Cristo uscito dal sepolcro come aveva fatto Piero della Francesca, ma il Cristo che esce dal sepolcro.
Piero della Francesca, Risurrezione, 1465, Museo civico di Sansepolcro
Pieter Paul Rubens, Risurrezione di Cristo, 1616 circa, Palazzo Pitti, Firenze
Pericle Fazzini, Risurrezione, 1970-1975, Aula Paolo VI, Città del Vaticano
Link al video della sequenza finale del film “La passione di Cristo” di Mel Gibson:
https://www.youtube.com/watch?v=PYhZHR4JtGw
https://gpcentofanti.altervista.org/le-filosofie-soggiogate-dalla-tecnica-e-la-via-del-futuro/
Vie di risurrezione
Ho ascoltato con molto piacere la lezione sulla Resurrezione, apprezzando molto la citazione di papa Benedetto. Non mi ero mai accorta che l’opera di Piero della Francesca presenta panorami diversi a destra e a sinistra. Comunque Sansepolcro è in Toscana, mi raccomando! Gli abitanti ci tengono molto, e parlando di noi, che facevamo parte dello Stato Pontificio, dicono che ci troviamo nel “regno”.
Mi dicono no che gli abitanti di Sansepolcro non ci definiscono abitanti del “regno”, ma del “romano”,
Mi pare giusto… il Regno era quello di Napoli… noi (sia voi umbri – sia noi piceni) eravamo papalini e non regnicoli…
OK!