Bose chiede perdono – Enzo Bianchi ancora chiede perchè

Arrivano nel giro di pochi giorni due messaggi da Bose: una “lettera agli amici” intitolata “Non siamo migliori”, firmata “I fratelli e le sorelle di Bose”, che in data 19 giugno chiede perdono “per lo scandalo che abbiamo suscitato”; e due tweet di Enzo Bianchi (20 e 23 giugno) che segnalano la decisione di tacere e di attendere che la verità si faccia strada. Nei commenti i passaggi chiave della lettera e i due tweet, con mia nota finale.

8 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Il priore non è esautorato. Lettera agli amici 1. Innanzitutto vi ringraziamo per la vicinanza che ci avete mostrato […]. E poi vogliamo chiedervi perdono per lo scandalo che abbiamo suscitato e per la contro-testimonianza che abbiamo dato […]. La visita apostolica è stata avviata dalla Santa Sede, a partire da diverse segnalazioni circa profonde sofferenze nella vita fraterna a Bose e dopo averne verificato la fondatezza […]. Così, tra dicembre dello scorso anno e l’Epifania di quest’anno, seppure non in modo continuativo, i visitatori inviati questa volta dalla Santa Sede hanno potuto ascoltare lungamente e anche a più riprese tutti i fratelli e le sorelle, sia residenti a Bose che nelle diverse Fraternità, e raccoglierne anche le testimonianze scritte. [La Santa Sede è così arrivata] alla stesura di una lettera al priore e alla Comunità e all’emanazione di un “decreto singolare, approvato dal Santo Padre in forma specifica”, contenenti una serie di indicazioni e disposizioni che riguardano la prima l’insieme della Comunità, il secondo il fondatore fr. Enzo, due altri monaci e una monaca. Per notificare il decreto e avviarne l’esecuzione, la Santa Sede ha nominato p. Amedeo Cencini delegato pontificio con pieni poteri, non “commissario”: non ha ritenuto cioè di dover esautorare il priore fr. Luciano legittimamente eletto nel 2017 – e riconfermato dalla Comunità due anni dopo, come richiesto dallo Statuto – bensì di sostenerlo nel suo ministero di presidenza all’unità della Comunità. Unità che i visitatori avevano constatato essere seriamente compromessa, vedendo la profonda sofferenza quotidiana, lo sconforto e la demotivazione suscitati in molti fratelli e sorelle.

    25 Giugno, 2020 - 21:54
  2. Luigi Accattoli

    Nessuna cacciata. Lettera agli amici 2. Le disposizioni che hanno suscitato maggior impatto sia in Comunità che tra gli amici e presso l’opinione pubblica sono state indubbiamente la richiesta a fr. Enzo e ad altri tre membri di allontanarsi dalla Comunità e dalle Fraternità, restando fratelli e sorelle di Bose, per vivere per un certo tempo ciascuno in un luogo diverso, non necessariamente monastico. Nessuna espulsione, quindi, nessuna cacciata, ma un allontanamento temporaneo di alcuni membri della Comunità che ad essa continuano ad appartenere. Le motivazioni specifiche di questa parte del provvedimento sono state comunicate dal delegato pontificio in forma riservata a ciascuno dei fratelli e alla sorella implicati nei provvedimenti. Queste disposizioni non riguardano assolutamente questioni di ortodossia dottrinale: non vi è per loro nessun divieto di esercitare il ministero monastico di ascolto, di accompagnamento, di predicazione, di studio, di insegnamento, di pubblicazione, di ricerca biblica, teologica, patristica, spirituale. Quanto invece alle disposizioni che riguardano l’insieme della Comunità, esse sono state comunicate a tutti i membri della Comunità, attraverso una lettera del cardinale Segretario di Stato + Pietro Parolin al priore fr. Luciano, che indica anche un cammino da intraprendere per garantire la permanenza e lo sviluppo del carisma fondativo di Bose negli anni a venire, con espliciti e reiterati riferimenti alle nostre peculiarità più preziose: la scelta della vita monastica nel celibato e nella vita comune, la presenza di fratelli e sorelle in un’unica comunità, la composizione ecumenica dei suoi membri e il suo prodigarsi nel movimento ecumenico.

    25 Giugno, 2020 - 21:55
  3. Luigi Accattoli

    Non siamo migliori. Lettera agli amici 3. Come leggere con gli occhi della fede questo evento della visita apostolica e delle sue conclusioni, rivelatosi da un lato necessario e, d’altro lato, fonte di sconcerto e di ulteriori sofferenze anche tra di noi fratelli e sorelle di Bose? Crediamo che la risposta non la si possa trovare nell’attribuire colpe e responsabilità agli uni o agli altri, bensì nella lucida constatazione che “non siamo migliori” e che il Divisore non ci ha risparmiato e noi non abbiamo saputo fronteggiarlo con sufficiente fede, speranza e carità. Sì, “non siamo migliori” non è solamente un adagio che fr. Enzo ha coniato fin dai primi anni della nostra vita a Bose, riprendendolo anche come titolo di un suo libro sulla vita monastica. È invece una realtà che noi da sempre tocchiamo con mano e di cui ora anche voi, amici e ospiti, vi rendete conto con sofferenza. Anche questa crisi che ora è esplosa in modo manifesto, e per tanti di voi in maniera assolutamente inaspettata, ha in verità radici più lontane. Anche in questo doloroso frangente della nostra storia cerchiamo di proseguire quotidianamente nella nostra vita di preghiera, di lavoro e di ospitalità, come molti di voi l’hanno conosciuta in tutti questi anni, pur dovendo fare i conti con le conseguenze della pandemia e con la rimodulazione della Comunità successiva agli esiti della visita. Possiamo farlo solo invocando la misericordia del Signore e il suo perdono, che passa attraverso il perdono che sapremo offrirci gli uni gli altri.

    25 Giugno, 2020 - 21:56
  4. Luigi Accattoli

    Perchè? – Enzo Bianchi – tweet del 20 giugno. A volte nelle nostre sofferenze non riusciamo a replicare nè a parlare: come ai morenti ci resta solo il lamento, il grido soffocato in gola, l’abbozzo di una unica domanda: “perché?”

    25 Giugno, 2020 - 21:56
  5. Luigi Accattoli

    Nel giorno del giudizio. Enzo Bianchi – tweet del 23 giugno. Il silenzio è difficile, faticoso, e molto fragile: può solo confidare nella verità che sovente tarda ad apparire ma che si imporrà comunque nel giorno del giudizio quando il Signore manifesterà i pensieri dei cuori, e la realtà dell’amore vissuto.

    25 Giugno, 2020 - 21:57
  6. Luigi Accattoli

    Mia nota. Con l’atteggiamento di vicinanza e discrezione che ho scelto di tenere da vecchio amico di Bose [vedi post del 27, 28, 30 maggio; 2 e 4 giugno] – faccio due osservazioni sulla lettera e una sui messaggi di Enzo. Sono due le informazioni importanti che apprendiamo dalla lettera. Una è formale: il priore Luciano Manicardi non è esautorato dalla nomina del “delegato pontificio con pieni poteri”, come legittimamente si poteva ritenere, e come anch’io sul momento avevo ritenuto. Il ruolo del delegato non è di portare a un nuovo capitolo che elegga un nuovo priore, ma è di “sostenere” l’attuale priore in questa fase turbolenta. Un’altra è sostanziale e riguarda il cammino riformatore al quale la comunità è stata chiamata dalla lettera del cardinale Parolin: quel cammino non mira a superare la formula della compresenza di uomini e donne nella comunità che caratterizza Bose, come anche la sua composizione ecumenica. Molti avevano così interpretato e ora sappiamo che questo – al momento – non è stato proposto. – I tweet di Enzo ci dicono che il fondatore ha accettato la disposizione dell’allontanamento ma continua a chiedere “perchè” come aveva fatto immediatamente dopo la consegna del “decreto” vaticano. Allora la sua parve una reazione di resistenza al decreto. Ora sappiamo che ha accettato l’ordine ricevuto ma non ne è persuaso. Siamo coetanei. Gli mando un abbraccio.

    25 Giugno, 2020 - 21:57

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