Sono stato a Borgo a Mozzano, Lucca, media valle del Serchio, a parlare della strage di Farneta: lì vive Alberto Palazzi, unico rimasto tra i presenti in Certosa al momento dell’irruzione dei tedeschi. Ho rivisto il Ponte del Diavolo – che in verità si chiama “della Maddalena” – e ho conosciuto un’altra meraviglia: un convento francescano restato vuoto e donato alla Misericordia di Borgo che vi ha realizzato un ospizio per anziani che ho visto e ammirato. Nei commenti, dettagli e divagazioni.
San Francesco del Borgo. “Il Convento di San Francesco del Borgo è un edificio imponente che dal 1981 è nella disponibilità della Fraternità della Misericordia, che l’ha ottenuto prima in comodato e poi in proprietà dalla Provincia Toscana dei Frati Minori, realizzando in esso il Centro Accoglienza Anziani”: così leggo a pagina 17 della storia dell’edificio ricostruita da Gabriele Brunini nel volume “Il Convento di San Francesco del Borgo”, Maria Pacini Fazi Editore, Lucca 2013.
E’ Brunini – già sindaco di Borgo e oggi “governatore” della Misericordia – che mi ha invitato per l’incontro che si è tenuto nel giardino del Convento il 25 agosto. Sempre lui mi ha guidato nella visita al Centro Anziani, di straordinaria civiltà nel trattamento degli ospiti.
Convento donato. “Non avremmo mai potuto acquistare il Convento”, mi ha detto Brunini: “Ce l’ha donato la Provincia dei Frati minori, costretta a lasciarlo per mancanza di personale. Il responsabile dell’atto di donazione, il padre Angelo Stellini, disse che la destinazione a un’opera di carità era ‘la più bella che il Convento potesse avere’. Trovo anche significativo che un Convento costruito cinque secoli fa con il lavoro volontario della popolazione, che a suo modo fu una donazione, sia tornato per donazione a beneficio del popolo”.
I conventi vuoti sono una tristezza. I conventi vuoti donati ai bisognosi sono una letizia.
Le dismissioni di opere della Chiesa vanno decise guardando avanti e non guardando indietro.
All’Osteria del Diavolo. Che pensieri che ti vengono davanti al Ponte arcuato di Borgo a Mozzano, mentre ceni con una carne alla brace e un bicchiere di rosso all’Osteria del Diavolo. Da Martini Valentina, come poi leggi nella ricevuta fiscale: 30 euro in due.
Ripiegamento e azione futura. La vicenda del Convento mi riporta a una pagina tagliente di Jorge Mario Bergoglio, intitolata “Il ripiegamento come volontà di Dio”, contenuta nel volumetto “Chi sono i Gesuiti” (Emi 2013: traduce un testo del 1987 intitolato “Reflexiones espirituales sobra la vida apostolica. Parte 6”): “Negli ultimi anni abbiamo dovuto ripiegare in diversi settori. Se considerato fuori dal contesto [della nostra ricerca di una nuova creatività storica] questo ripiegamento apostolico implicherebbe un senso tatticista e immanente, e resterebbe trascurato il suo reale significato all’interno di un discernimento più ampio che vede la volontà di Dio al di là del ripiegamento. Il ripiegamento è un fatto, parte di un processo che – insieme a tante paure – ha comportato audacia, lettura e accettazione delle sfide, desiderio di maggiore servizio dei poveri del Signore. In realtà non è di un ripiegamento che si tratta, bensì del processo di raccogliere le proprie riserve per reintegrarle e potenziarle verso l’azione futura”.
Di chi sono i conventi vuoti. Da Papa, Bergoglio è tornato su questo tema del ripiegamento con la direttiva sul destino delle case religiose data il 10 settembre 2013 durante la visita al Centro Arrupe di via degli Astalli che si occupa di immigrati e rifugiati, ospitato nella casa dei Gesuiti già abitata dal Padre Ignazio: “Il Signore chiama a vivere con più coraggio e generosità l’accoglienza nelle comunità, nelle case, nei conventi vuoti. Carissimi religiosi e religiose, i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi. Non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati”.
La “mancanza di personale” è mancanza di vocazioni sacerdotali e religiose e interroga tutti noi: i pastori, che hanno la responsabilità della guida della Chiesa, i sacerdoti e i religiosi, che devono saper trasmettere il valore e la gioia di una vocazione vissuta in pienezza in risposta a una chiamata del Signore, e i laici, che nelle comunità devono accompagnare i giovani nella formazione religiosa e nella ricerca vocazionale.
Non ci si può limitare a prendere atto che “manca il personale” e che i conventi rimangono vuoti. Non dimentichiamo mai di pregare per le vocazioni e per quei giovani che scelgono di mettere a disposizione la propria vita a servizio della Chiesa e in risposta alla chiamata del Signore.
Bello, Luigi. Ma non eri sull’ Olimpo?
Luigi, ci sei stato su a Corsagna, la frazione di Borgo a Mozzano? C’è un locale che ti segnalo perché è un fatto di Vangelo. Si chiama Le mani in pasta ed è interamente gestito da ragazzi Down che fanno anche il vino. Ci sono stato sei anni fa, ospite della locale Misericordia insieme a don Fortunato Di Noto, e debbo dire che è stata un’esperienza bellissima. E ovviamente consiglio a tutti di andarci.
Non so se il locale sia ancora aperto, ma secondo me ‘sta storia ti interessa. Ti mando una mail.
Un saluto a tutti!
Com’era il vino rosso, Luigi ?
Buon venerdì sera a tutti !
Roberto 55
P.s.: ho letto della tua decisione, Luigi, di sottoporre a tua approvazione la pubblicazione di ogni nostro commento su questo “blog”; decisione giusta e saggia.
Antonella sull’Olimpo ci vado spesso, ogni volta che Mercurio mi porta l’invito. A Borgo a Mozzano ero il 25 agosto ma il post l’ho fatto oggi perchè prima volevo leggere il libro che cito al commento nr. 1..
Roberto 55 il vino era ottimo e dalla finestra si vedeva la schiena del ponte inarcato. Tutto buono, ma c’erano le zanzare.
Grazie della comprensione per il nuovo corso del blog. Per me è una fatica aggiuntiva ma è anche avvincente. Sono solo quattro giorni, devo riflettere sulla risposta che ottiene la mia decisione. Per ora la trovo buona. Invito tutti ad aiutarmi a interpretarla.
Tonizzo non sono salito a Corsagna. E’ la terza volta che vado a Borgo e sempre giù sono restato. Ma siccome hanno detto che m’inviteranno ancora, chiederò del locale che mi segnali. Gran cosa che sono le Misericordie toscane.
Grazie al Signore che chiama nei modi e tempi che crede opportuni.
.______
Domani sabato 5 settembre alle 19.30
nella Parrocchia del Santissimo Crocifisso a Barletta
il Vescovo Pichierri
Ordina Presbitero Massimo Serio
Massimo è quarto di cinque figli.
Giocatore in alcune squadre della Lega Nazionale Dilettanti Calcio.
Dopo il liceo scientifico, lascia il mondo del calcio e si iscrive a Medicina.
Al quinto anno di studi sospende per entrare al Seminario Regionale Regionale di Molfetta.
Domenica il novello prete celebrerà la sua prima messa.
Grazie al Signore che chiama nei modi e tempi che crede opportuni.
.______
Già
il Vescovo Pichierri
sabato 23 maggio scorso
a Barletta nella Parrocchia dello Spirito Santo
ha ordinato al presbiterato Francesco Filannino.
Francesco, già dopo la scuola media ha iniziato il discernimento presso il Seminario Minore a Trani.
Dopo il liceo classico ha vissuto un ulteriore periodo di discernimento presso il noviziato dei Gesuiti a Genova.
Su indicazione del Vescovo ha proseguito la sua formazione al presbiterato quì a Roma
presso il Seminario Romano Maggiore.
Attualmente è Vicerettore presso il Seminario Romano Minore quì in viale Vaticano (dove abita Ruini)
e frequenta il secondo anno della licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico.
Grazie al Signore che chiama nei modi e tempi che crede opportuni.
.______
Già
il Vescovo Pichierri
giovedì 16 aprile scorso
ha ordinato al presbiterato Salvatore Mellone.
Salvatore nel 2011 comincia la formazione al presbiterato al Pontificio Seminario di Molfetta,
Nel giugno 2014 scopre di essersi ammalato di un tumore all’esofago.
Quando le condizioni di salute si aggravano tanto da far pensare al peggio,
Salvatore esprime al suo Parroco e poi al suo Vescovo Pichierri il desiderio di essere ordinato presbitero prima della naturale conclusione del suo iter formativo.
La Congregazione per il Clero dà parere favorevole all’ordinazione che avviene il 16 aprile scorso.
Il 29 giugno scorso don Salvatore è morto a 38 anni e 74 giorni di presbiterato.
OT
Bologna ?
Mi dispiacerebbe se A Roma dovessimo perdere
una figura solare come il vescovo Matteo Zuppi
Mi congratulo con Lei dott. Accattoli per il nuovo corso del blog.
La passione che mette in tutto ciò che scrive è un chiaro indizio di professionalità che Le viene riconosciuta da più parti.. Il ticchettio della macchina da scrivere può sembrare un ricordo lontano. La fatica, la dedizione, il sacrificio si traduce, oggi, in disponibilità e attenzione verso il prossimo.
L’accompagnerò con la Preghiera.
Nel frattempo scenda per un attimo dall’Olimpo e ascolti questa bella musica che le dedico-
fr Raffaele
https://youtu.be/nQ3YqEVeqHg