Bonanate: “Quello che prima non vedevo”

Abbiamo voluto tenerlo in casa. Un giorno la disperazione ha cominciato a retrocedere di fronte alla percezione di un amore di un tipo nuovo e ho preso a vedere delle cose che prima non vedevo“: parole di Mariapia Bonanate sul marito colpito dalla sindrome di Locked-in, che assiste in casa da sei anni. Una prova che è anche una conquista ed è in questa chiave che la giornalista e scrittrice la narra nel volume “Io sono qui” (Mondadori 2012). Dedico un bicchiere di Vino Nuovo e mando un bacio alla coraggiosa collega.

33 Comments

  1. L orenzo

    Se Luigi mi permette, e MariaPia pure, le mando pure io un bacio, anzi un bacione doppio.

    “Sono felice di potervi testimoniare che con mio marito, dal momento della sua malattia che lo ha reso come in uno “stato vegetativo”, stiamo vivendo un nuovo matrimonio. Sì, perché è iniziata fra di noi un’epoca nuova, un mondo nuovo, una vita nuova fatta di gesti di amore gratuito.”
    (MPBonanate)

    ….vorrei confermare anch’io, dal mio piccolissimo e differente caso, che è tutto precisamente vero.A consolazione e beneficio di chi si trovasse a vivere esperienze forti, vivissime e travolgenti come queste, e a riflessione di quanti dicono ( io l’ho fatto per una vita, ad esempio) che ” piuttosto che così, preferirei morto” ).

    25 Luglio, 2012 - 13:22
  2. luca73

    – In quella terra estrema lei può ridire al marito inerte eppure vivo, muto ma a suo modo presente, le parole essenziali di ogni amore: “Tu ci sei, io ci sono. Esistiamo”. –

    Una preghiera di cuore per Mariapia e suo marito.
    Ed un sentito grazie a Luigi che ha fatto conoscere questa storia.

    – Un giorno la disperazione ha cominciato a retrocedere di fronte alla percezione di un amore di un tipo nuovo, e fortissimo. –

    25 Luglio, 2012 - 13:51
  3. Federico B.

    Mi unisco alla preghiera e ai ringraziamenti di Luca73.
    Ringrazio anche Lorenzo per la testimonianza: se crede, potrebbe raccontarci qualcosa di più. So che condividere certe esperienze, anche se non è sempre facile, può essere utile a tutti.

    25 Luglio, 2012 - 14:25
  4. Clodine

    Faccio mie le parole di FedericoB e Luca, anche in riferimento a Lorenzo che saluto caramente e del quale intuisco…..
    E’ struggente l’amore oblativo, non esistono parole adeguate per descriverlo.
    Non ci ravvisate voi, un mistero in questa forma d’amore? Una sorta di “conformità” all’immagine del Figlio? Quando San Paolo “riflettendo” Cristo, scrive agli Efesini dice che in Lui [Cristo] è proprio il Padre, Dio, che sceglie -e prima della creazione del mondo- ad essere santi e immacolati nella carità. E’ una sorta di predestinazione- forse dico una cosa forte e spero non essere fraintesa- come se ci fosse un “elezione” per coloro che operano l’amore preveniente, gratuito. “Questo è il calice del mio sangue… versato per voi…”; e beve l’amaro calice. Unn amore così , come quello di Mariapia, piuttosto che di Anna che tutte le Domenica trasporta il giovane marito sulla sedia a rotelle, ecco, un amore cos’ si rintraccia solo nell’esperienza eucaristica.

    25 Luglio, 2012 - 15:45
  5. Clodine

    Anna, è una donna di 40 anni.La conosco per nome e di vista, non personalmente. Ma so, per avermelo rivelato dei conoscenti, che dopo qualche anno dal matrimonio il marito è stato coplito da questa forma gravissima di sclerosi a placche multipla. E’ completamente paralizzato, anche deglutire spesso diventa una tragedia, come mangiare o bere. Ebbene, lei -per quanto la ASL si sia attivata con i volontari per un sostegno – si porta dietro questo giovane uomo, martire, dappertuto e la Domenica sono i primi ad occupare sempre lo stesso banco….non la vedi mai triste, sempre con un sorriso. Ma credo che dentro abbia un dispiacere senza fine.

    25 Luglio, 2012 - 17:36
  6. L orenzo

    Ecco, Clodine.
    Con il tuo racconto di Anna hai raccontata, senza saperlo, anche la mia storia, a parti rovesciate.
    Sulle cose molto belle che hai scritto sull’amore oblativo, non saprei. Certamente e’ amore molto forte, coinvolgente, pieno.Profondamente diverso da quello che avremmo pensato e desiderato e da quello che abbiamo vissuto.Certamente, bisogna dirlo con chiarezza, mai voluto e per nulla “bello”. Ma,con altrettanta chiarezza, così unitario e complice da togliere , in certi momenti, il fiato.
    Non so se sia oblativo. E non so se ci sia un ” disegno” di Dio in tutte queste vicende.Personalmente, io non lo credo.La pedagogia di Dio è straordinaria e sorprendente sempre, ma non penso che si muova per rigorosi rapporti causa-effetto.
    Quel sorriso di Anna, io mi permetto molto sommessamente di decifrarlo: è il sorriso di poter vivere insieme la vita con la persona che ami, cosa niente affatto naturale e scontata in casi come questo; è il sorriso che ti viene dal vivere con persone come queste che , dalle loro gabbie progressive, sprigionano una voglia di vivere e una forza vitale che ti si riverbera nella testa e nel cuore.E’ il sorriso, che non ha paura di sentire il male che senti e di vedere gli “orrori” che vedi, che ti arriva in faccia quando senti che Gesù c’è, che è qui con noi, che tutto quello che ci ha detto è vero, vero da bestia.
    Ragazzi: Gesù c’è.
    Il dispiacere? E’ un lungo e disastrato tratto di strada che uno non finisce mai di percorrere, ma il fatto è che INSIEME , anche la strada perde la sua importanza, e gli occhi di chi ti ha permesso di stare con lei nonostante tutto ti prendono completamente, e della strada con le sue buche e le sue curve che non sai che c’è dietro, chi se ne frega…
    No, non è il dispiacere la cosa piu’ importante, e nemmeno la piu’ forte.
    Ma il sorriso di Anna.
    Se mai leggesse questa lettera, a lei va il mio bacione. Triplo!

    25 Luglio, 2012 - 17:58
  7. Clodine

    Mi sono commossa…ti abbraccio forte.

    Sono accanto a te e alla tua sposa…

    25 Luglio, 2012 - 18:52
  8. FABRICIANUS

    Lorenzo,
    grazie della tua testimonianza.

    Un forte abbraccio.

    25 Luglio, 2012 - 19:02
  9. Marilisa

    Non mi è risultata nuova la vicenda di Mariapia Bonanate.
    Già avevo letto questa difficile e bella storia di dedizione e di amore “di tipo nuovo”.
    Penso che molti altri sconosciuti abbiano percorso la stessa strada, che ad un certo momento, attraverso tante sofferenze ed una disperazione che sembra senza via d’uscita, si rivela diretta verso Dio in quanto illuminata da una luce nuova che tutto rinnova.
    In fondo, sono convinta che anche vicende dolorose, di minore portata, di assistenza ad un malato grave a cui si è uniti da un affetto profondo abbiano lo stesso percorso.
    Dio ti raggiunge anche in questo modo: è presente nella tua disperazione, prima, quando ti sembra lontanissimo o inesistente, e dopo nella accettazione di una situazione tutta nuova, quando ti si rifà presente nella dolcezza di uno sguardo amorevole o di una parola consolante dell’ amato che magari stai perdendo.
    La giornalista Bonanate, brava com’è, ha fatto una importante testimonianza.
    Ma è inutile negare che senza l’aiuto di altri che rendano più sopportabile il calvario, forse la disperazione prevarrebbe.
    Lo dico per esperienza diretta.
    Non a caso la storia della passione di Gesù ci presenta la preziosa figura del Cireneo. “Preziosa” perché la condivisione fa sentire meno soli, un po’ meno colpiti, forse, dal tremendo sconvolgimento della vita che ha aggredito te e il tuo caro.
    E tuttavia in casi come questi, che sono molti di più di quanto si possa pensare, bisogna rileggere con fede profonda le parole di san Paolo che la liturgia di oggi ci propone : “In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.”
    Penso che queste parole non debbano essere riferite solo alle persone ferite nel corpo, ma anche a quelle che soffrono moralmente, sentendosi anche loro morire alla vista di un loro caro ammalato gravemente.

    25 Luglio, 2012 - 20:45
  10. Federico B.

    Grazie a Lorenzo per aver voluto condividere con noi la sua storia.
    Le sue parole, insieme a quelle Mariapia Bonanate, ci offrono una bella testimonianza di amore sponsale.
    Un abbraccio e una preghiera per lui e la sua famiglia.

    26 Luglio, 2012 - 9:18
  11. Federico B.

    Sarà il caldo, ma condivido in toto l’intervento di Marilisa.
    Evidentemente di fronte a questioni di questa portata quello che ci unisce come persone e come cattolici è più delle (tante) sfumature che ci dividono.

    26 Luglio, 2012 - 9:24
  12. Clodine

    Condivido

    26 Luglio, 2012 - 9:29
  13. Marilisa

    Federico B. ,
    anch’ io, come già una volta hai fatto tu, segnerò in rosso la data di oggi. Non mi dispiace affatto.
    È importante che ciò che è “essenza” del cristianesimo, unisca più che dividere.

    26 Luglio, 2012 - 13:34
  14. L orenzo

    Grazie per le preghiere e per gli abbracci.
    Me li prendo tutti e li ricambio di cuore.

    26 Luglio, 2012 - 17:44
  15. L orenzo

    …guardate però che non c’è nulla di straordinario in queste storie.
    Le cose cambiano, anche nel modo che noi non vorremmo, ma le persone a cui vogliamo bene e la nostra voglia di vivere con loro, restano uguali.
    Non si pensi che queste storie siano ” una tragedia” ( o una sfiga colossale, che è la stessa cosa 🙂 ) . Sono vita .Vita vera, degna, piena. Sta solo nelle nostre favole che la vita per essere così debba essere rosea e priva di problemi. Nella realtà sta che oltre all’oro dei sogni ci puo’ stare anche una realtà di merda. Ma quella hai, non ce n’è un’altra, e quella puo’ essere vissuta alla grande fino in fondo.
    Che cosa ci avrebbe insegnato , se no, la storia di Gesù?
    E la croce di Gesù?

    “….“Sono io, oggi, che posso concepire e generare viva la parola di Dio… o decidere di abortirla e sostituirla con la mia pappetta.
    Il mondo intero, la gente che mi vive accanto, ha bisogno di me, come io e loro abbiamo bisogno di Maria: adesso, e nell’ora della morte, fisica o spirituale che sia.
    Fermo , inetto e malato dentro come sono, sono mandato a portare Gesù tra gli altri. E sono spedito a cercarlo e ad amarlo, con il mio corpo e con la mia anima, là dove si trova: e io so benissimo dove, come lo sappiamo tutti, è lui che ce l’ha detto.
    Basta paure, e basta fregnacce.
    Le braccia spalancate del nostro amico sulla croce rendono la merda e l’oro che mi toccano ogni giorno vita vera , piena di Dio, gloriosa e degna.Questa vita è oro ed è merda, è paradiso già qui e anticipo di inferno,ed è TUTTA VITA DEGNA.
    Degna la maternità, degno il matrimonio, degna la malattia, degne le ruote, degne le metastasi, degna la morte.
    Solo la croce di Cristo illumina la storia e pure questo mio nuovo anno, e spiega e da senso al mio amore, alla mia amicizia, alla mia allegria, alla mia voglia di fare casino,di stare insieme, di ridere e scherzare e fare festa e trasforma e salva la mia meschinità, la mia cattiveria, la mia insensibilità, la mia bestialità, il mio male.
    Questa mia vita ,scassata come quella di tutti, imperfetta e dolorante come quella di tutti, bellissima e faticosa come quella di tutti, è vita voluta da Dio, è Dio, perché Dio ha voluto vivere la mia stessa vita e piantare la sua stessa vita sulla croce.
    Per questo non esiste , non esiste, non esiste un momento schifoso e duro così schifoso e così duro che non mi lasci il tempo di fare una cosa: spalancare anche le mie di braccia, e unire le mie mani a quelle altre crocifisse, e trasformare tutta questa merda in un pezzo intero di salvezza.
    Il mio problema è: spalancarle una buona volta le mie braccia…”

    Buona estate a tutti!

    26 Luglio, 2012 - 18:24
  16. Leopoldo

    Ma Gioab che fine ha fatto? Gioab, ti prego, torna.

    26 Luglio, 2012 - 19:00
  17. Clodine

    Prenditi a cuore gli affanni,
    le esigenze di chi ti sta vicino.
    Regala agli altri la luce che non hai,
    la forza che non possiedi,
    la speranza che senti vacillare in te,
    la fiducia di cui sei privo.
    Illuminali dal tuo buio.
    Arricchiscili con la tua povertà.
    Regala un sorriso
    quando tu hai voglia di piangere.
    Produci serenità
    dalla tempesta che hai dentro.
    “Ecco, quello che non ho te lo dono”.
    Questo è il tuo paradosso.
    Ti accorgerai che la gioia
    a poco a poco entrerà in te,
    invaderà il tuo essere,
    diventerà veramente tua nella misura
    in cui l’avrai regalata agli altri

    A.Manzoni

    26 Luglio, 2012 - 20:21
  18. Marilisa

    Lorenzo, forse non te ne rendi conto, ma le tue parole sono “preghiera”.
    Nel momento in cui accetti la tua vita così com’è e le dai il rilievo che merita, stai innalzando una lode sublime a Dio.
    Magari tutti avessero questa fede “speciale”.
    Prega– te lo chiedo col cuore– perché tutti l’abbiano.

    26 Luglio, 2012 - 21:13
  19. FABRICIANUS

    Mi perdonerete e chiedo scusa a tutti se sono off-topic,(chiedo scusa in particolare a Luigi, nostro amministratore e, a Lorenzo e alla sua intensissima testimonianza) ma, questo argomento appassionò molto tutto il pianerottolo…
    Ora esce un libretto del Biblista Pieri che suggerisce questa soluzione sul tema, già ripresa, se non sbaglio in passato da Matteo:

    Pieri propone dunque di adottare per l’italiano la stessa soluzione verso cui si sono orientati i vescovi francesi, «pour la multitude», cioè «per la moltitudine» o anche – ed è il titolo del suo piccolo saggio – «per una moltitudine». Si tradurrebbe così fedelmente il testo evangelico e al contempo si eviterebbe d’ingenerare l’idea (sbagliata) che il «per molti» al posto del «per tutti» stia a significare una portata meno universale della salvezza operata da Cristo.

    Si parla ovviamente della Preghiera Eucaristica durante la S.Messa

    26 Luglio, 2012 - 22:01
  20. Marilisa

    Permettimi di rilevare, Fabricianus, che c’ è una qualche differenza fra “per la moltitudine” e per “una moltitudine”.
    Può sembrare un’inezia, ma , a mio parere, la prima espressione ha una universalità che non vedo nella seconda.

    27 Luglio, 2012 - 12:08
  21. FABRICIANUS

    Hai ragione, Marilisa…

    27 Luglio, 2012 - 17:36
  22. L orenzo

    Un po’ di spezzatino made by Mariapia, che ci aiuti a vincere le ritrosie, i rispetti umani , le paure, il disagio, in certi casi il panico che ci viene a stare dentro queste situazioni, anche se non sono nostre ma potrebbero diventarle, perché vicine o vicinissime…So che la spinta a scappare o a chiamarsi fuori è molto forte, ma vale la pena provare a” togliersi
    i calzari” e ad avvicinarsi davvero.

    ” L’amore che sprigiona la sua presenza sta convertendo le persone che vengono a trovarci perché sono obbligate a riflettere su ciò che vale e su ciò che non vale,”

    MP BONANATE, Testimonianza alla Comunità Cenacolo

    27 Luglio, 2012 - 19:13
  23. L orenzo

    “… quelli che vengono a trovarci sono obbligate a togliersi la maschera, ad essere vere: perché non puoi davanti a questa situazione venire a raccontare delle cose che non hanno senso. ”

    MP BONANATE, Testimonianza alla Comunità Cenacolo

    27 Luglio, 2012 - 19:15
  24. L orenzo

    “O non vieni, o vieni per spogliarti di tutto, perché quello che contava nella vita che vivevamo prima, successo, denaro, soddisfazione, non ha più nessun senso! ”

    MP BONANATE, Testimonianza alla Comunità Cenacolo

    27 Luglio, 2012 - 19:16
  25. L orenzo

    ” Non puoi venire in questa Chiesa domestica, vicino a quest’altare, senza poi cambiare la vita: vivere in modo nuovo, essenziale, aperto, nella donazione gratuita.”

    MP BONANATE, Testimonianza alla Comunità Cenacolo

    27 Luglio, 2012 - 19:17
  26. L orenzo

    “Ma pensate il miracolo! Pensate quante famiglie che hanno salute e benessere, non riescono a dare questa speranza, leggerezza, che invece Danilo in quella camera, in quella stanza dà. E vi dico: amate, amate, amate tanto! Perché la vita nasce soltanto dall’amore. Tutto passa: le sofferenze, le difficoltà, i figli che non “funzionano”;ma noi continuiamo ad amare. Ecco, non so dirvi altro, solo questo, grazie!»

    MP BONANATE, Testimonianza alla Comunità Cenacolo

    27 Luglio, 2012 - 19:18
  27. L orenzo

    Morale: se la parola Grazia ha un senso, qui ce n’è un’ autentica esplosione.

    Allo stesso tempo la testa mi va, piena di affetto e di rispetto e di comprensione, a tutti quegli altri casi simili, in cui un amore altrettanto forte e intenso ha creduto di cercare e di trovare altri sbocchi, altre risposte, altre soluzioni.
    Ai casi, niente affatto rari nemmeno quelli, alla Welby o alla Englaro.
    Con la stessa franchezza con cui io oggi rinnego quello che dicevo fino a non molto tempo fa ( meglio morto che così) dico che se manca quella Grazia, quella pioggia di Grazia, quella presenza di Dio che ti piove addosso, diventa molto difficile vedere cose che prima non vedevi…continui a non vederle, e non per responsabilità, colpa o grettezza tue.
    In queste situazioni , come quelle di Mariapia, ti vieni a muovere su un terreno in cui , è lei stessa a riconoscerlo, “si sta in quei confini fra la vita e la morte che non ci è dato di conoscere.”.
    Non dimentichiamo che la fede è un dono che abbiamo o no.
    Senza, si è soli con una decisone difficilissima, un amore disperato, una sofferenza senza sbocchi, una domanda via l’altra senza uno straccio di risposte.
    Tutto il mio affetto a chi vive questi calvari su un orizzonte necessariamente chiuso.

    27 Luglio, 2012 - 19:27
  28. Marilisa

    “Non dimentichiamo che la fede è un dono che abbiamo o no.”

    Più vero non potrebbe essere, Lorenzo, ed io l’ho sempre affermato. Per questo motivo io trovo molte scusanti per chi non ha avuto questo dono e non riesce ad avvicinarsi a Dio.
    E reputo alquanto arroganti quelli che ce l’hanno, o presumono di averla, la fede, e criticano e condannano chi è lontano da Dio per il fatto che nella loro razionalità forse esasperata, fanno prevalere le ragioni del male, su questa terra, per negarne l’esistenza e la presenza. Qual è la loro colpa?
    Non parlo dell’orgoglio colpevole del nostro progenitore, che anche oggi molti altri uomini sembrano avere ritenendosi semidèi. Questo è un altro discorso.
    Ricordo che il grande, lucidissimo, I. Montanelli, dichiaratamente ateo, una volta disse che se un giorno si fosse trovato davanti a Dio, gli avrebbe chiesto, come in un atto di accusa, il perché del dono della fede a molti e del mancato dono a molti altri. Dargli torto?
    Io reputo, infatti, che il non avere fede non sia una colpa, posto che il più delle volte è indipendente dalla volontà del singolo individuo.
    È il motivo per cui io, che la fede oggi ce l’ho a ragion veduta ( lo dico senza stupido orgoglio), credo che Dio, che tutto conosce e che scruta gli animi e la mente della creatura umana, vaglierà ogni azione e ogni pensiero dell’uomo, senza perderne il minimo dettaglio, per giudicare con infinita misericordia– prerogativa assoluta del Padre– le Sue creature, di cui vuole la salvezza. E che, nella loro limitatezza, non sono riusciti a captare le moltissime tracce della presenza del Creatore nella nostra vita. E non hanno voluto, o non sono riusciti, ad approfondire.
    Ma intanto, quelli che abbondano in Grazia direi che, per l’Amore che hanno ricevuto da Dio, hanno il “dovere” di trasmetterlo, questo Amore, almeno in parte ai loro fratelli, e di pregare il Signore perché tutti abbiano– in misura maggiore o minore, non importa– un dono così grande.
    E perché, poi, riescano a trattenerlo–cosa non facile– senza che le insidie della vita lo facciano dileguare.
    Nessuno, a mio parere, può dirsi sicuro di possedere la fede una volta per tutte.
    La vita è imprevedibile e bisogna pregare sempre per conservare la fede. Quella vera, intendo.

    27 Luglio, 2012 - 21:01
  29. L orenzo

    Soprattutto, Marilisa. hanno il “dovere”, che poi è una formidabile opportunità che ci è offerta, di viverlo, questo Amore che hanno ricevuto da Dio.
    Non esiste altro modo di trasmetterlo, di farlo passare agli altri.
    In questo , il matrimonio è un magnifico e specifico campo di lavoro, una stupenda, anche se ovviamente impegnativa, autostrada verso Dio, se è il matrimonio cristiano.Io conosco, come tutti credo, esempi di stupendi e riuscitissimi matrimoni tra non credenti, come di converso conosco molti matrimoni falliti o fallenti tra credenti…Non è che il bollino di cristiano, di pe sé, garantisca un bel nulla. E’ che il matrimonio cristiano, nella sua riuscita e nella sua particolarità, è un modo specifico di realizzare il vangelo, è un modo per rendere presente e vivo Dio in terra. La storia di Mariapia, come tutte quelle spinte all’estremo, mostra in modo piu’ clamoroso e evidente quello che è vero per tutti i cristiani che si sposano: si cammina progressivamente dal modo di amare nostro ( intenso ma possessivo, egocentrico, rivendicativo) al modo di amare di Dio (libero da noi, fatto di regalo di sé e di fantasia e entusiasmo nel farlo) .
    Il matrimonio cristiano già solo per questo, se vissuto per davvero, è fenomeale mezzo di testimonianza, e di evanglizzazione: magari nuova, e senza per forza partecipare ai familY days o partire missionari laici in Africa!
    Mi colpiscono, in questo senso, due cose che ho letto giusto stamattina.
    Una è una frase contenuta nel saluto agli amici del neoeletto vescovo di Ivrea( (fresco fresco, oggi ore 12) che scrive:

    ” L’anello episcopale che riceverò nella S. Messa di consacrazione fa parte di una storia che è iniziata per me dalle fedi nuziali dei miei genitori. E ogni volta che riceverà il bacio dei fedeli io ricorderò anche il bacio che in questo momento depongo sul Matrimonio di mio padre e di mia madre dai quali ho ricevuto il dono della vita umana e dai quali sono stato portato al Fonte battesimale per ricevere il dono della vita in Cristo! ”

    La seconda è di un prete che scrive commentando un articolo su Vino Nuovo:
    ” La Chiesa, comunità dei credenti tutti chiamati alla santità, in un cammino costante di conversione al servizio, alla condivisione, all’amore che è Dio, il Dio di Gesù. La vocazione alla famiglia è come quella al celibato, alla vita religiosa, tutti ordini santi…tutti ordinati alla vita, all’amore, a Dio.”

    28 Luglio, 2012 - 13:58
  30. Marilisa

    Hai mille ragioni, Lorenzo.
    Anch’io sono convinta che il matrimonio cristiano non dia la patente per la sua riuscita.
    Basta guardarsi intorno per vedere fallimenti, di incredibile numero, di matrimoni celebrati in chiesa con tutti i crismi. Ed oggi anche fra coniugi non più giovani.
    Se i celebranti non conoscono l’importanza del matrimonio in chiesa, tutto si riduce ad una cerimonia di superficie, senza consistenza cristiana.
    Qui si potrebbe fare un discorso lungo, che adesso non mi sembra il caso di avviare.
    È vero, comunque, che ognuno è chiamato a testimoniare il messaggio di Gesù Cristo, e quindi l’Amore, nella condizione in cui si trova ed in ogni momento della vita.
    Sembra facile, ma non lo è poi tanto.
    Ci sono parecchie variabili che possono portare fuori strada.
    Per questo dico che la preghiera al Padre, al fianco di Gesù, è essenziale per sorreggergi.
    Mi piace questa preghiera: “La tua luce, Signore,risplenda su noi. Dirigi Tu l’opera delle nostre mani”. Dove “l’opera delle nostre mani” assume per me un senso lato:le nostre azioni, i nostri pensieri, i nostri comportamenti.

    28 Luglio, 2012 - 19:52
  31. discepolo

    eppure quello che molti non capiscono è che non sono le riuscite, i successi. anche dei matrimoni , i “comportamenti” integerrimi e virtuosi a mostrare la verità del Vangelo, ma per paradosso, le sconfitte e gli insuccessi.. comprendere e decifrare la vita , di un peccatore , di un divorziato,di una persona non integgerrima e virtuosa, insegna molto di più , sulla verità dell’uomo e di DIo, della vita di tanti “perfetti” padri di famiglia ..il Vangelo è paradossalmente più annunciato, nella loro sconfitta, dai peccatori che dai virtuosi..Voler solo cercare la “perfezione morale” è secondo me ciò che più nuoce, anche in termini di credibilità, alla
    cristianità di oggi. se non sei perfetto allora non sei cristiano??? se hai tradito la moglie/il marito allora non sei cristiano??? se hai odiato, se hai invidiato, se hai hai detto menzogne allora non sei cristiano???
    questo moralismo è la tomba del cristianesimo: se il cristianesimo è solo per i perfetti , i buoni , i felici, i tranquilli, i sereni, i contenti di se’, i “realizzati”, allora il 99, 99% dell’umanità ne è esclusa.

    29 Luglio, 2012 - 18:36
  32. L orenzo

    Il moralismo sta all’essere cristiani come l’essere bigotti sta alla fede.
    Nei primi casi si parla di apparenze, nei secondi di sostanza.
    Quando io, personalmente, parlo di riuscite di matrimoni, ho in mente una cosa molto diversa da un esercizio perfetto di virtù assortite.Nonfosse altro perche se rendo il matrimonio questo, ne ho già determinato la fine.
    Non si puo’ voler bne per dovere, figurati vivere un matrimonio per dovere!
    E’ una debacle.Sarebbe come dire che si fa il prete per dovere e per esercitare le proprie virtu’. Tutto si puo’ fare, ma che razza di prete viene fuori?
    Il matrimonio riuscito, che peraltro potrò definire tale solo alla fine della vita degli sposi, essendo qualcosa che è sempore e per fortuna in divenire e in provvidenziale bilico,ha ben poco a che fare con le presunte virtu’ del marito e della moglie, i quali sono fior di peccatori, per nulla integerrimi, virtuosi quanto possono esserlo tutti gli uomini: zero. I ” perfetti” padri di famiglia e le ” perfette” madri esistono solo nelle nostre idealizzazioni, nelle rappresentazioni bigotte, e da là fanno il male e i danni che tutti conosciamo.
    Per cercare di inseguire queste grottesche astrazioni, gettiamo nel cestino l’umanità di carne e sangue che è l’unica dimensione in cui il nostro spirito puo’ andare alla ricerca di Dio e cercare di combinare qualcosa( ammesso che creda il LUi). La perfezione morale come la intendiamo noi, un pallottoliere da aggiornar continuamente, un libro nero che istericamente cerchiamo di sognare bianco, è un feticcio che è molto diverso da quello che Gesù ci chiede di fare. Che è di schiodarci dal nostro ombelico., per quanto spirituale sia, e piantare gli occhi su di Lui e sugli altri: che è poi la stessa cosa. La conversione, insomma, con parola desueta.
    In questo senso, uscendo dalla nostra mentalità ragionieristica del segnare i buoni e cattivi sulla lavagna, certamente il peccato, il tradimento, la cattiveria, l’egoismo, che sono e restano un male che ci ferisce e ci impoversice ( noi, prima ancora che Dio!) sono comunque una formidabile opportunità di conversione. Ammesso che si guardino in faccia, si riconoscano, si distinguano per quel che sono e che ci hanno fatti, possono davvero spalancarci porte sulla verità su noi e su Dio che la ricerca ossessiva e egocentrica della perfezione ( ma non facciamo ridere i polli, ma ci vediamo come siamo fatti o no? ma non ci conosciamo ancora?!!) tiene rigorosamente sbarrate, chiuse, inaccessibili.
    Personalmente io credo che nessuno, nemmeno un uomo sulla faccia della terra, compreso il piu’ malvagio e abietto individuo ( ammesso che ne esistano davvero, di mostri come questi, e che siano poi così diversi da me, ma questo è un altro discorso) , nessuno insommma sia escluso dal riverbero e dall’attrazione del cristianesimo. A parte quella sciagurata categoria di persone che si crede perftta, buona, che vuole stare soprattutto feliceserenatranquilla, che vuol essere contenta di sè, e realizzata. Per tutti questi, e qui parlo per abbondante esperienza personale,essendo stato a lungo uno di costoro, e non senza ricadute, finche non ci sarà una salutare e provvidenziale terremoto a buttare all’aria le loro convinzioni posticce, l’accesso a Cristo lo vedo difficile davvero.

    29 Luglio, 2012 - 22:56
  33. discepolo

    Appunto. L’unica categoria esculsa dalla grazia ,non sono i peggiori peccatori,gli assassini, i delinquenti , i viziosi, ma quelli che si credono perfetti, così buoni e bravi e saggi e religiosi che non hanno bisogno di alcuna grazia.
    per costoro, visto che sono bravissimi colle loro forze, non bisognava che morisse Cristo in croce. per costoro, i perfetti, i sedicenti puri, i farisei dei nostri tempi, solo per costoro non c’è redenzione. perchè non sanno neppure di aver bisogno di REDENZIONE.

    31 Luglio, 2012 - 23:52

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