Ero giovedì tra gli ospiti dello speciale di Porta a porta da Istanbul, trasmesso dalla cabina di comando di una nave traghetto ancorata alla riva del Bosforo, in vicinanza del ponte Galata. La scelta era dovuta al desiderio di ambientare la conversazione nel gorgo di luci di quell’incredibile città posta a cavallo di due continenti e capitale di imperi, per più secoli rispetto a ogni altra. L’ultima mia partecipazione a una puntata di Porta a Porta risaliva al 10 marzo del 2000, una serata da Gerusalemme, in occasione del pellegrinaggio giubilare di papa Wojtyla. Allora le riprese avvenivano dal terrazzo di un albergo che dava sulle mura di Solimano. Ta gli ospiti di ieri sera c’era il cardinale Bertone, che era stato accompagnato all’appuntamento da due uomini della vigilanza vaticana e dal padre Lombardi. Sono restato colpito dalla valutazione entusiasta che i due davano delle giornate passate da papa Benedetto in Turchia. Trovavano buona la copertura televisiva, incoraggianti i commenti degli editorialisti, utili i contatti che avevano avuto con le autorità: “Meglio di così non poteva andare”. Il cardinale aveva promesso a Bruno Vespa di restare “solo per dieci minuti” e invece si è trattenuto per l’intera trasmissione. Devono aver avuto davvero un grande timore in Vaticano, se così grande è il loro gradimento per l’accaduto.
Bertone e Lombardi entusiasti del viaggio
3 Comments
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Sì, probabilmente è così
Malgrado tutte le dichiarazioni di fiducia fatte in Vaticano prima della visita in Turchia, mi sembra più che normale e logico che temessero questo viaggio a forte rischio . Che oggi siano rasserenati e lo mostrino è altrettanto normale!
Spero solo che le mani tese da Benedetto XVI, simbolicamente e concretamente, con grande sincerità, abbiano trovato di fronte la stessa sincerità !
Cari saluti, Luisa
Certo che il viaggio sarebbe stato un successo!”!!
Ma possibile che abbiano tutti così poca fiducia in papa Ratzinger?
Benedetto ha gestito il viaggio in modo perfetto , certo con l’ aiuto dei collaboratori . Rcordo cha ai tempi di Giovanni Paolo II ogni viaggio era considerato “difficile”, nei primi 15 anni di pontificato…finchè la parola del papa era forre , decisa a volte scomoda. Poi è diventato un vecchio malato e i media si sono coperti di pietismo e e simbolismo per un uomo che avevano fortemente avversato.
E’ così anche per Benedetto. E ricodiamoci che l’ “incidente di Ratisbona” è stato un errore mediatico , di comunicazione, oserei dire costruito.
Diamo fiducia a Ratzinger. Non è nato ieri.
Angela